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Autore: Angel TR    21/08/2022    5 recensioni
{Partecipa alla Challenge "I like that quote, said the month" indetta da Mari Lace sul forum di Efp ed è candidata agli Oscar della Penna 2023 indetti sul forum Ferisce più la penna}
La notte della finale del Terzo Torneo, Hwoarang e Xiaoyu si confrontano con la dura realtà.
Nemmeno tu puoi scambiare la tua vita con quella di Kazama, nemmeno tu puoi restituirgli l'innocenza dell'infanzia, nemmeno tu, Xiao, nemmeno se fai quattro chiacchiere con Dio. Il Gene del Diavolo se lo prenderà lo stesso e tu starai lì impalata come prima, a fissare quella faccia indemoniata e a piangere come una disperata impotente.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hwoarang, Jin Kazama, Ling Xiaoyu
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ashes denote that Fire was'
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Luglio 2020 "Chi non mette radici è solo ma libero"


Deal with God


And if only I could
I'd make a deal with God
And I'd get him to swap our places
Kate Bush - Running Up That Hill


Gli ultimi raggi del sole si tuffarono tra le folte ciocche scure di Jin e scivolarono fino ai suoi occhi fissi su un punto che solo lui poteva vedere, irrorandoli di riflessi sanguigni – quello stesso bagliore rosso sangue che aveva sprigionato quando il Gene si era impadronito di lui. Immobile davanti al tempio azteco, dritto come l'elsa di una spada – e probabilmente altrettanto letale –, pareva una statua appartenente a quel mondo antico e semisconosciuto.
E invece è solo un uomo come te; non essere codardo, Hwoarang!, si armò di coraggio l'altro alle sue spalle, muovendo un passo in avanti; la ragazza al suo fianco lo imitò.
Così si sentiva Hwoarang ogni qualvolta si trovava in presenza di Jin: l'altro. E chissà se anche lei, Ling Xiaoyu, condivideva quella sensazione – probabilmente sì ma non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura. Per quanto Jin dimostrasse una certa dolcezza e disponibilità con loro e anche con gli altri partecipanti – a volte, addirittura permetteva all'ombra di un sorriso di fiorire sulle labbra piene –, attorno a lui aleggiava perpetuo quell'alone di distacco, di mistero, come se la sua mente fosse sempre altrove, troppo lontana da Hwoarang, da Xiaoyu, dalle loro sciocche baruffe, dagli intrighi del torneo, da chi aveva battuto chi, quella mente complessa troppo aggrovigliata attorno alla maledizione del suo sangue.
Pur infreddoliti, Hwoarang e Xiaoyu restarono lì, dietro Jin, a osservare le sinuose linee delle sue spalle larghe. L'ombra che si stagliava dietro di lui quasi non combaciava con quel corpo imponente ma pareva dilatarsi, gonfiarsi a dismisura, fino a ingurgitare anche le sagome di Hwoarang e di Xiaoyu e di tutto ciò che li circondava.
Sovrannaturale. Spaventoso.
Vinto dall'istinto, Hwoarang indietreggiò; con la coda dell'occhio, notò Xiaoyu fare lo stesso e, quando i loro sguardi si incontrarono, lei piegò la testa per nascondere il viso, arrossendo violentemente, colpevole e piena di vergogna, come se si fosse macchiata di un peccato imperdonabile. Non farlo, avrebbe voluto dirle Hwoarang, non sentirti in colpa per qualcosa che è più grande di te, di me, di tutti noi; ma restò in silenzio, distolse lo sguardo da quella figura minuta in raccoglimento e la lasciò al suo lutto personale affinché potesse leccarsi le ferite – qualcosa che avrebbe dovuto fare anche lui. In fondo, quella giornata, entrambi si erano resi conto di non poter fare assolutamente nulla per Jin Kazama e questo non significava forse che la loro amicizia valeva quanto un buco nell'acqua, un motore ingolfato, una truffa persino? A cosa servono gli amici se non ad aiutarsi nei momenti difficili, a sostenersi a vicenda?
Lo stoico Kazama, però, si stagliava imperterrito contro il proprio destino e, probabilmente perché conscio dell'ineluttabilità della propria solitudine, aveva eretto attorno a sé mura invisibili che lo proteggevano da quei sentimenti così umani e, per questo, così vulnerabili, che lo avrebbero infettato se si fosse concesso di aprire il proprio morbido cuore al mondo esterno. Oh, perché Kazama è il prototipo del bravo ragazzo, rifletté Hwoarang, di quelli che le iene nella giungla là fuori ci fanno colazione, gnam gnam, carne tenera. Kazama, comprese, in un'epifania improvvisa, si isola con quelle grosse cuffie che gli sparano rock a tutto volume nelle orecchie per attutire l'orrore che lo accerchia. Alla fine, chi non mette radici è solo, ma libero, libero da legami che, nel suo caso, finirebbero per distruggere più che creare.
Il sole, ormai piccolo e rosso come il tuorlo di un uovo, compì un ultimo tuffo a ovest e a Hwoarang e Xiaoyu parve che avesse scelto di morire sul maestoso corpo di Jin, nella volontà di avere un onorevole secondo per il suo seppuku.
Hwoarang avvertì un brivido scorrere lungo la schiena e, per un momento – forse a causa del luogo mistico nel quale si trovavano, di quelle mura antiche, quell'odore quasi velenoso di passato, forse a causa di ciò che aveva visto e che non pensava nemmeno potesse esistere –, una febbre si impadronì di lui e infervorò ogni fibra del suo corpo. Se solo avesse potuto, avrebbe fatto a cambio con Kazama per restituirgli tutta la spensieratezza che si confaceva alla sua età, gli avrebbe restituito persino la cara mamma che adorava – lui, il duplice orfano Hwoarang, sì, che ironia – pur di vedere quelle labbra piene schiudersi in una risata, pur di sentirlo respirare senza difficoltà, il petto libero dal peso che lo schiacciava, le guance gonfie d'aria, puff, adesso sbuffa, Kazama!, voglio vedere se sei irraggiungibile anche con quella smorfia da bambino. Guardaci, Kazama, siamo qui.
Si concesse un ghigno; la febbre passò veloce com'era venuta, si spense nel freddo della notte che si prestava a calare su di loro. Che sogno patetico! La mamma di Kazama non sarebbe tornata dai morti, esattamente come il suo maestro. I morti sono morti, non risorgono dalle ceneri e chissà se qualcosa di loro resta nell'aria a vegliare su di noi. Hwoarang sospirò. Era inutile stare lì a lambiccarsi il cervello: non poteva fare cambio vita con Kazama – che poi, chi diavolo l'avrebbe voluta la vita di merda di Hwoarang? Il bellissimo erede maledetto dei Mishima era tanto sicuro di voler vestire i suoi panni di seconda mano?
Quel pensiero lo inquietò e un melmoso senso di colpa verso il suo defunto maestro gli pizzicò il cuore. Così, giusto per non pensarci troppo, spostò la sua attenzione verso Xiaoyu, la povera Xiaoyu, se possibile ancora più in pena di lui, Xiaoyu con quei suoi occhi scuri che sembravano volersi perdere tra gli incavi dell'ampia schiena di Jin. Sei una povera illusa, avrebbe voluto urlare Hwoarang, mentre dita di oscurità si tendevano nel cielo su di loro, annunciando finalmente l'arrivo della notte. Nemmeno tu puoi scambiare la tua vita con quella di Kazama, nemmeno tu puoi restituirgli l'innocenza dell'infanzia, nemmeno tu puoi far brillare i suoi occhioni, nemmeno tu, Xiao, nemmeno se fai quattro chiacchiere con Dio. Il Gene del Diavolo se lo prenderà lo stesso e tu starai lì impalata come prima, a fissare quella faccia indemoniata e a piangere come una disperata impotente. Perché siamo impotenti, Xiao, non contiamo un cazzo. Lo sapeva perché anche lui avrebbe pianto se non avesse già prosciugato tutte le sue lacrime in quei diciannove anni di vita.
Che schifo.
Il buio scese sul tempio azteco, avvolgendo il suo cervello in un morbido abbraccio che, per un istante, gli fece dimenticare tutte le sue ansie. Solo per un istante, però, perché i suoi sensi si acuirono subito per adattarsi ai nuovi pericoli che il suo istinto di sopravvivenza – un istinto così impresso nel DNA degli esseri umani che nemmeno secoli di urbanizzazione e civiltà, se così si vuol dire, potevano scalfire – avvertiva nell'oscurità. Il suo cuore iniziò a galoppare senza un motivo apparente e i suoi occhi si sollevarono di scatto sulla figura di Jin che sembrava sprigionare di nuovo quel potere soffocante. Avvertì Xiaoyu avvicinarsi a lui in una muta supplica di protezione reciproca. Senza dire una parola, afferrò la sua mano e la strinse ripetutamente per segnalarle che aveva accettato la sua richiesta. Entrambi restarono così, mano nella mano, alle spalle di Jin Kazama, immobili nel gelo repentino che aveva portato con sé la notte, nel silenzio della landa che recava ancora i segni di uno scempio immondo avvenuto secoli addietro.
Quanto vale quest'amicizia? Vale una preghiera a Dio, questo sì; ma il diavolo sarà disposto a fare un patto con noi?, si chiese Hwoarang, respirando a fatica a causa di quelle ondate di potere che lasciavano un retrogusto metallico in bocca.
Udì Xiaoyu sussurrare intimorita il nome di Jin e il suo sguardo cercò automaticamente quel corpo immobile – prima davanti al sole morente, adesso davanti a una luna rossa come il sangue degli uomini –, nella speranza di un non so ché, di una reazione, di un sorriso, forse? Che sciocco, Kazama era parsimonioso nei momenti buoni, figurarsi in quelli di grama. Almeno, considerò, Xiaoyu aveva fatto qualcosa, aveva scosso quell'inerzia che iniziava a stuzzicare i suoi nervi già estremamente stressati. Questo è il momento in cui io mi unisco a lei e Kazama si girerà e ci sorriderà e tutto andrà bene, si convinse Hwoarang e le sue labbra si mossero per articolare un'unica sillaba. Una, due, tre volte, Ling Xiaoyu e Hwoarang mormorarono il nome di Jin come se fosse una preghiera, le loro voci dei fili mossi dal vento gelido che artigliava i loro volti pallidi.
Jin Kazama non si girò mai.


Give me the burden, give me the blame
How many, how many Hail Marys is it gonna take?
The Civil Wars - Devil's Backbone


N/D: BUON SALVE, GENTAGLIA!!! L'ANIME DI TEKKEN È USCITO DA TRE GIORNI E IO SONO PRONTA PER L'ENNESIMO REWATCH! Ho delle piccolissime critiche (e qualche dubbio su due scene) ma, nel complesso, mi è piaciuto moltissimo perché ha rispettato la storia quasi totalmente! Spero con tutto il cuore che sia rinnovato!!! Questa ff ovviamente si basa tendenzialmente sull'ultima scena dell'anime ma immaginando che Jin non se ne sia volato via.
Finalmente torno a scrivere dopo ben tre mesi di stop dove mi mancavano sia le idee che la voglia – mi sembrava di aver scritto tutto il possibile su Tekken lol ho ben 56 (con questa 57) storie su questo fandom, di cui molte sono raccolte, quindi a volte mi mancano le fonti e finalmente questo anime è stato come una manna dal cielo! Ci hanno dato Jin in tutte le salse e io non posso che adorare (anche se il suo va non era lo storico Isshin Chiba ma vabbè, comunque un ottimo lavoro). Che dire, follettini e follettine. Ho dovuto scriverci su usando l'abusatissima Running up that hill DI Kate Bush e collegandola, come se Dio avesse veramente risposto, a Devil's Backbone di The Civil Wars. Ma non vi sembrano adattissime al best trio???? '*_*
Baci baci, Angel

  
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