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Autore: Joy    27/08/2022    1 recensioni
Steve è a bordo campo, finalmente.
Anche se non vuole dare importanza a cose di quel genere, Billy finisce sempre col gettare lo sguardo oltre la linea dell'area gioco.

[Harringrove, Ambientata tra la seconda e la terza stagione]
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Billy Hargrove, Steve Harrington
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Autore: Joy Inblue

Fandom: Stranger Things

Personaggi: Steve Harrington/Billy Hargrove

Ambientata tra la seconda e la terza stagione.

 

 

 

Without noise

 

 

1.

 

 

Steve è a bordo campo, finalmente.

Anche se non vuole dare importanza a cose di quel genere, Billy finisce sempre col gettare lo sguardo oltre la linea dell'area gioco.

Non vorrebbe, ma gli piace il modo in cui il suo torace si espande quando Steve scavalca le tribune per sedersi in prima fila, quando posa il pugno chiuso contro quello dei compagni, si ravvia i capelli e finalmente, finalmente, posa lo sguardo su di lui.

 

E Cristo Santo, sembra capire tutto in un unico istante.

 

“Steve il re ci omaggia della sua presenza” esclama a voce alta, a beneficio dei compagni di squadra, quando in realtà vorrebbe solo cadere in ginocchio di fronte a quella panchina e nascondere il viso tra le sue ginocchia. “Ti unisci a noi o preferisci agitare i pon-pon?”

 

“Fanculo, Hargrove” risponde quello calmo.

 

Lo sguardo di Steve non si lascia convincere dal luccichio ostentato delle sue maschere.

Billy è quasi certo che la linea tirata delle sue labbra sia da attribuire al nuovo livido che gli colora l'avambraccio e che Steve ha sicuramente individuato, nonostante i suoi maldestri tentativi di nasconderlo sotto una maglietta di un paio di taglie superiori.

 

“Paura di finire col culo per terra?” seguita plateale allargando le braccia. “Prometto che sarò delicato, Principessa.”

 

Qualcuno ride.

Anche Billy lo fa, nonostante la fitta pungente che gli attraversa la schiena quando uno dei suoi compagni gratifica la sua ironia da quattro soldi con una goliardica e poco delicata pacca sulla spalla.

 

Dovrebbe essere sollevato dal fatto che la sua recita risulti credibile, ma la verità è che quella menzogna brucia ogni giorno di più; al contrario di certe ferite, che sotto le mani di Steve sembrano acquietarsi, lasciando spazio ad una nuova pelle.

 

Non si rende conto del suo precario equilibrio finché il gomito di Tommy non finisce sul suo fianco, minandolo definitivamente; incespica, stritolando un' imprecazione tra i denti e quello stronzo del loro coach fischia irritato.

 

“Piedi piantati a terra, Hargrove! Cosa sei? Una ballerina?!”

 

Si riprende ansimando ed è fin troppo consapevole di aver tradito una goffaggine sospetta, quando la squadra si ferma a guardarlo.

Si porta d'istinto le mani ai fianchi, salvo poi sussultare per il suo stesso tocco su zone ancora troppo infiammate.

 

“Tutto ok, Hargrove?”

 

Tommy muove un passo verso di lui e Billy spera che non lo tocchi perché ha la pelle in fiamme e non sa quanto ancora riuscirà a trattenere la smorfia di dolore che gli preme sulle labbra.

 

“Coach, se non ha niente in contrario entro in squadra.”

Steve.

Che da bordo campo si è già tolto la tuta, rimanendo in t-shirt e calzoncini.

L'attenzione dei compagni verte su di lui e Billy riesce a respirare.

 

“Era l'ora Harrington!” vocia l'allenatore. “Inizia il riscaldamento.”

 

Lo sguardo di Steve indugia su di lui il minimo necessario per accertarsi che il gioco sia ripreso senza altre domande: Billy gliene è talmente grato che fatica a guardarlo negli occhi.

 

Quando se lo ritrova davanti, Steve è già in possesso della palla.

 

Accenna con il mento al livido sul suo avambraccio: “Quello non ce l'avevi ieri” asserisce a voce bassa, continuando a palleggiare.

 

“Le tue occhiaie sono peggiorate” si sente in dovere di rispondergli.

 

È questo ciò che fanno sempre: punzecchiarsi in pubblico e scambiarsi occhiate preoccupate quando nessuno li vede.

Quella di Steve è in realtà più disperata che preoccupata.

 

“Stasera, a casa mia” conclude.

 

Billy annuisce impercettibilmente e coglie l'occasione per rubargli la palla.

Che gli piaccia o meno, ha una reputazione da mandare avanti.

 

 

***

 

 

Nell'aula di chimica c'è uno strano odore.

Quando Billy arriva sulla soglia, in ritardo per aver cercato senza successo di sgraffignare degli antidolorifici dall'infermeria, Steve è in piedi vicino alla porta.

 

Ha le spalle rigide, mani semiaperte sospese a mezz'aria e uno sguardo intenso, concentrato, come se si aspettasse da un momento all'altro un pericolo da cui doversi difendere. C'è anche un lieve ronzio nella stanza, che Billy immagina essere la causa principale del suo disagio: sembra un circuito elettrico mal funzionante.

 

“È il voltmetro” mormora, posandogli una mano sulla spalla.

Steve sobbalza.

Billy pensa che avrebbe potuto immaginarlo: l'ha visto schizzare fuori dalla stanza per rumori molto più lievi, durante certe serate di pioggia, quando persino sintonizzare l'antenna della tv su di una televendita locale, sembrava un' impresa impossibile.

Ciò che invece non avrebbe potuto prevedere è la mano che Steve gli pianta sul petto, spingendolo indietro per poi fargli da scudo.

 

Steve fa questo con lui: si comporta come se valesse la pena proteggerlo; lui, che non si mai sentito altro che un peso per Susan e un guaio da risolvere per suo padre.

E a volte è strano pensare che sia semplicemente ciò che Steve fa con le persone a cui vuole bene: tenerle al sicuro.

 

“È il voltmetro, Harrington” ritenta.

La indica anche col dito, quella pila Daniell appena costruita che frigge come se volesse esplodere, e sente il proprio petto riscaldarsi, neanche fosse lui la lampadina da 6 volt che hanno usato per l'esperimento, quando si rende conto che Steve sta seguendo la traiettoria del dito.

 

La mano di Steve scivola dal suo petto -a Billy quel calore già manca-, poi si ravvia i capelli e annuisce.

Ha una perla di sudore a margine della fronte e un respiro ancora troppo rapido, ma annuisce di nuovo e muove un passo verso il suo banco.

 

“Ehi Harrington, stasera ci troviamo per una partita?”

Tommy gli aggancia il collo con l'incavo del gomito e lo trascina verso il banco con fare chiassoso.

 

A Billy non sfugge la linea rigida con cui Steve serra le labbra per non divincolarsi da quella presa: le gocce di sudore sulla sua fronte adesso sono due.

 

“Oggi no” mormora.

 

“Oh andiamo!”

È la protesta che esce spontanea dalla bocca di Tommy.

 

E forse è la strozzatura con cui il respiro gli muore in gola, come se Steve non avesse più aria da buttare fuori, forse è lo sguardo supplice che cattura il suo per un solo istante; non ne è sicuro, però sa che sono già arrivati al banco e che Steve ha un pugno che trema per lo sforzo di rimanere immobile, quando mandando al diavolo tutto e tutti, Billy rinuncia a trattenersi e si para davanti ad entrambi con le mani sui fianchi.

 

“Il posto accanto alla finestra è mio” dichiara, sloggiando Tommy con un gesto eloquente.

 

E si compiace di avere ancora una fama da duro, perché Tommy gli cede il posto senza battere ciglio.

Sul volto di Steve, invece, il cambio d'espressione è repentino e Billy non sa dire se sia più spaventato dal ronzio o dall'eventualità che le loro interazioni possano tradirli.

 

Non gl'importa.

 

Gli siede accanto e appoggia il ginocchio al suo.

Steve accosta a lui anche il braccio.

 

L'insegnante sta già entrando in aula, quando Steve azzarda un mezzo sorriso, mimando un grazie con le labbra e Billy non può far altro che scuotere impercettibilmente la testa.

 

Impercettibilmente -ne prende atto in quell'istante- è ormai divenuta la scomoda costante in mezzo a loro.

 

  
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