Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: giorgyleoo    31/08/2022    0 recensioni
"E io lo amavo. Amavo quel bambino. Amavo quel ragazzo. E avrei amato quel maledetto sorriso per il resto della mia vita, anche se quel destino sarebbe stata la mia condanna."
"Infiniti corpi celesti vi sono nel cielo, ma una sola stella, solamente una effigia il nostro amore, e mai avrei smesso di ammirarla. Perché quella tenue, fragile luce...era l'unico mezzo per far sì che le nostre iridi si incontrassero di nuovo. E quel tocco invisibile ai sensi, sarebbe stato sufficiente."
-
Seguite il cammino di due giovani hobbit, prima amici d'infanzia, poi fratelli che infine, insieme, dovranno attraversare l'intera Terra di Mezzo per distruggere l'anello del potere. Solo in quel lungo viaggio capiranno entrambi che non potranno essere solamente due semplici amici, capiranno cos'è l'amore...e i sacrifici che devono esser fatti per garantire la felicità dell'altro. Niente avrebbe potuto separarli...fino a quel fatidico giorno.
Ma la loro storia verrà messa a repentaglio dal signore oscuro in persona, che si manifesterà in un modo ancor più pericoloso tramite un solo, piccolo Anello.
La mia storia è presente anche su Wattpad✌🏻❤️
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Frodo, Sam, Sauron, Smeagol
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non percepivo nemmeno la mia voce che gridava il suo nome, ne tantomeno quante volte lo avevo pronunciato tra le lacrime. Quando mi avventai sul suo corpo fu come se una lama mi colpì dritto al cuore; i suoi occhi erano chiusi e privi di vita, la sua pelle era gelida, ancor di più di quando era in fin di vita a Gran Burrone. Teneva un colorito simile a quello di un cadavere. Se qualche passante lo avesse visto lo avrebbe dato per morto, ma io sapevo che non era così. Almeno era quello che più speravo. Smeagol gridava come un neonato e le sue grida non mi facevano concentrare, continuavo a piangere incapace di muovere un solo dito, poiché tremavo come una foglia. La creatura si avvicinò al mio padrone, ma quando le sue viscide dita si posarono sul petto di Frodo io sbottai. "NON TOCCARLO!" Frodo poteva morire e quell'orrenda creatura aveva cercato di rubargli l'Anello, ero disgustato. "Sparisci schifoso!" Gridai afferrando la mia spada. "Smeagol voleva aiutare il padrone...il padrone molto malato, si." "Volevi solo l'Anello, maledetto! Vattene! Vattene via!" "È una bugia!" Ribattè, ma io non avevo intenzione di sentire le sue inutili spiegazioni. Puntai la spada su Gollum e la creatura con qualche lamentela, dopo aver dato un ultima occhiata al corpo inerme di Frodo, corse via, speravo per sempre. Senza indugiare oltre mi scaraventai nuovamente su Frodo. Poggiai l'orecchio sul suo petto, ma non riuscivo a sentire il battito. Imprecai, con le lacrime che continuavano a scendere sulle mie guance come cascate. Di getto gli tolsi la giacca, poi scostai le bretelle dal suo busto. Dopodiché, con fretta, strappai parte della sua camicia, all'altezza del torace e mi bloccai. Vidi l'Anello in tutta la sua lucentezza ancora sul collo di Frodo. "È colpa tua!" Gridai simbolicamente all'Anello "Lascialo stare! Lascialo stare!" Le mie mani si gettarono violentemente sul terreno accanto alle orecchie del mio padrone, ma non mi lasciai prendere dal panico. Afferrai l'Anello e lo gettai non troppo lontano da noi, anche se non avrei voluto vederlo mai più. Purtroppo dovevo tenerlo sottocchio. Fatto questo poggiai nuovamente l'orecchio sul petto scoperto di Frodo e sospirai al sentire il battito del cuore, lieve ma c'era. Era vivo. "Frodo..." le lacrime appannarono la mia vista "Che cos'hai? Dove sei ora? Non dirmi che ti trovi di nuovo lì, ti prego. Non potrei sopportarlo." Avevo davvero timore che fosse di nuovo in fin di vita, in quella cella di Mordor. I suoi indumenti erano ancora fradici, così i suoi capelli, non potevo permettere che si prendesse anche un malanno, dopo tutto questo. "Perdonami per questo." Mi rimproverai quando cominciai a togliergli i vestiti, cercai almeno di mantenere una sua dignità. Non osavo guardare il suo corpo, anche se combattevo contro la tentazione. Subito dopo lo chiusi con una coperta che trovai all'interno della mia sacca. Cercai di scaldarlo come potevo, accessi con difficoltà un fuoco caldo, ma non succedeva nulla. Il suo corpo non prendeva colore, era ancora gelido. Sconsolato, mi avvicinai al suo viso stendendomi accanto al suo corpo e cominciai a toccare le sua labbra gelide e bianche come la sua pelle. Frodo, sussurrai. E poi ancora una volta "Svegliati. Ti prego." Singhiozzavo e sbraitavo, ero disperato. Mi ha preso, disse. Ripesai alla sue parole. Sauron mi ha preso. Scossi la testa, non capivo. Non capivo mai nulla e mi odiavo per questo. Ma non avrebbe risolto nulla, dovevo fare qualcosa. Mi porsi una mano sulla tempia, poi un lampo di genio, una speranza. Mi toccai ancora, ero caldo, estremamente caldo come quando si ha la febbre. Se il fuoco e le coperte non bastavano a riscaldarlo e farlo destare dal suo sonno profondo, allora il mio corpo lo avrebbe fatto. Era la soluzione. Il mio unico pensiero in quel momento era salvargli la vita, e così avrei fatto. Immediatamente mi tolsi tutti i vestiti scaraventandoli a terra, poi mi precipitai sul suo corpo nudo stendendomi sopra. Avvolsi i nostri corpi nella coperta, il fuoco rosso ardeva caldo. Al fine afferrai entrambe le sue mani posizionate sui suoi fianchi, e congiunsi le mie dita fra le sue. Facevo riversare il mio fiato caldo sul suo corpo, dopodiché all'interno della sua bocca. Il sapore alla ciliegia sembrava essere svanito, ma in quel momento era la cosa meno importante. Svegliati, sussurrai mentre le mie labbra erano a pochi centimetri dalle sue. "Non andare dove non posso seguirti. Torna da me." Furono le ultime parole che riuscii a pronunciare, successivamente affossai il viso sul suo petto e cominciai a piangere. Lo amavo, oh come lo amavo. Tutto quello che desideravo era lui. Tutto quello di cui avevo bisogno era il suo sorriso, e dopo tutto quello che avevamo passato non avevo ancora manifestato il mio amore. Ero egoista, si lo ero. Pensavo solo alla mia felicità, colmata col sapore delle sue labbra, ma mi sbagliavo. La mia felicità era la sua salute. Era quel bambino che fu l'unico a volermi come amico, con cui avevo passato la più bella infanzia, quel bambino che rincorrevo tra le colline della nostra meravigliosa casa, quel giovane di cui mi ero innamorato, quel giovane che mi fece capire che non ero sbagliato. Mi aveva salvato. Frodo mi aveva salvato. E io dovevo salvare lui. "Sam..." Giurai che il mio cuore si fosse fermato per un istante, o forse più. Di scatto alzai la testa dal suo petto e lo guardai. I suoi occhi azzurri erano semi aperti e mi stavano guardando. "Frodo! Oh Frodo." Sentii una stretta al cuore e mi buttai nuovamente sul suo torace nudo assaporando il suo meraviglioso odore. La sua pelle era calda, aveva ripreso il colore naturale, ne fui davvero grato. Aveva funzionato. Ci guardammo nuovamente e lui mi sorrise "Mi hai salvato Sam." La sua voce era sottile, ma piena di vita allo stesso tempo. "Oh padrone, avevo pensato al peggio, ma ora stai bene." "E tu stai bene?" Quella sua domanda mi lasciò perplesso. In pochi mi chiedevano come stessi, l'unico fu lui, dopo molto tempo. "I-io...ora si." "Ne sono felice." Lui notò le lacrime ancora presenti sulle mie guance, così spostò la mano, che era ancora legata alla mia e le asciugò con i suoi polpastrelli. Solo quel suo tocco fu un vero piacere per me. "Ecco." Sussurrò. Un attimo dopo si portò una mano sul petto "Dov'è? Dov'è l'Anello?" La sua voce cambiò forma. Io indicai un metro più avanti, l'Anello era poggiato su una roccia dove lo avevo lanciato poco prima "È lì, Padron Frodo." "Passamelo." Lo disse con una fermezza che quasi mi spaventò. Il mio sguardo si spostò sui suoi occhi. Afferrai nuovamente la sua mano "Guardami." Dissi. Lui mi guardò con riluttanza e con la paura negli occhi. "Resta con me. Non è importante, quanto lo sia tu." Le lacrime invasero i suoi occhi azzurri e annuì sorridendomi. Dopo questo, diventammo rossi come pomodori a guardarci. Entrambi eravamo completamente esposti a noi stessi, uno sopra l'altro. E io mi accorsi che i nostri corpi si stavano toccando come mani. "Perché sono...siamo...?" Borbottò Frodo non riuscendo a finire la frase. "Oh..." Solo in quell'instante percepii la mia pelle divenire bollente come la lava del Monte Fato. Prima non ne facevo un problema, non ne ero in imbarazzo, poiché pensavo solamente a salvargli la vita. Ma in quel momento sentivo i battiti del mio cuore che mi rimbombavano anche nella gola. "I-io...ecco, mi alzo subito." Feci per alzarmi, ma la sua mano afferrò velocemente il mio polso "Aspetta." Lo guardai e i miei occhi si sgranarono al suo sguardo. Non potei fare a meno di rimanere immobile, come se le sue iridi mi stessero trasformando in pietra. Quegli occhi azzurri come l'oceano sembravano folgoranti come un fulmine. Riuscivo a vedere il mio riflesso all'intento delle sue iridi cristalline. "Credo di sentire...ancora freddo." Io espressi quella frase come -Non ti alzare, resta con me- e lo avrei accontentato molto volentieri. "Vuoi che ti scaldi ancora?" Gli domandai. Lui annuì. Mi posizionai meglio sopra il suo corpo, successivamente scaldai le sue braccia con un movimento repentino delle mie mani. Ci avvolgemmo nella coperta, uniti, mentre i nostri ventri sbattevano l'un l'altro. Non mi sembrava vero quello che stava succedendo. Non riuscivo a credere che la creatura più bella che avessi mai visto, ora fosse davvero lì, nuda sotto il mio corpo. Cominciai a tremare come non mai, ero io quello che d'improvviso cominciava a sentire freddo, come se una sottile lama gelida mi attraversava le scapole e mi finiva dritto al cuore. Ma era indolore, percepivo solo il gelo. Era lui che impugnava simbolicamente quella lama, era lui che mi faceva sentire di ghiaccio, come il colore delle sui iridi sotto un sole caldo. Lui e solo lui trascinava quel coltello indolore su per il mio corpo, trafiggendomi dolcemente la pelle e arrivando fino al cuore. "Va un pochino meglio?" Sussurrai. "Si." Prese un respiro profondo poi continuò, con il suo solito dolce sorriso "Accarezzami le labbra, come facesti la prima volta." La sua voce era tremante, come il suo corpo. Mi ricordavo bene della prima volta, quando eravamo a Lòrien, ma in quel momento tutto sembrava meno imbarazzante anche se riuscivo a provare la stessa emozione di quella volta. Le mie dita si posarono sulla sua bocca e lui cominciò a baciare i miei polpastrelli, riuscii a percepire la sua lingua calda e il suo dolce alito imbrattare dolcemente le mie dita. Non volli aspettare altro tempo, afferrai entrambe le sue mani portandole sopra la sua testa e, mentre le nostre dita sì incrociavano, io mi sporsi per baciarlo, ma prima che lasciassi cadere la mia bocca sulla sue labbra calde, lui mi afferrò per le guance e mi baciò per primo. Le nostre bocche si congiunsero ancora come una cascata che ardeva dalla voglia di tuffarsi nel vuoto. Assaporavo la sua bocca mentre la dolce gola di Frodo si riversava nella mia. Poi si staccò da me con un fremito, seppure le sue mani erano ancora poggiate sulle mie guance, incapaci di staccarsi da me. "Se Smeagol ci vedesse..." La sola cosa che volevo io era continuare a fare quello che stavano facendo, senza distrazioni, così mi spostai sull'incavo del collo cominciando ad assaggiarlo "Non verrà...tranquillo." Lui sembrò credermi, poiché mi sorrise e continuammo ad amoreggiare ancora, mentre le sue mani, dalle mie guance finirono sulla mia schiena. Un brivido me la percorse, ne fui felice. Sembrai sbocciare sotto le sue dita che passavano sul mio corpo. Un attimo dopo ci guardammo seriamente, mentre i nostri fiati si mescolavano tra loro. Sembravamo entrambi in attesa. Le sue iridi azzurre come il mare al mattino, mi osservavano pezzo dopo pezzo, come se il mio corpo fosse un mondo da esplorare. Nel frattempo sotto il mio basso ventre sentivo un familiare formicolio, mi concentrai sul suo corpo per mantenere quella strana, ma intensa sensazione. Poggiai due dita sulla sua fronte e cominciai a farle camminare in avanti scendendo sul suo viso. Scesi ancora sulla sua gola mentre lui estendeva il collo facendosi toccare, successivamente mi sorrise. "Cosa fai?" Mi domandò. "Non vedi?" Scherzai, indicando le mie due dita "Sono un esploratore, Samwise l'esploratore." Lui rise "Preferisco...Samwise l'Impavido." Io annuii "Mhm, suona molto meglio. Samwise l'Impavido, si!" "E questo Samwise cosa fa?" Disse maliziosamente. "Beh, lui esplora il terreno sotto i suoi piedi." Percorsi la linea del suo petto, poi girai verso la sua sinistra, e mentre ascoltavo il suo cuore battere sotto le mie dita, che riecheggiava in ogni parte del suo corpo, mi soffermai su uno dei suoi morbidi capezzoli rosa. "Ora l'esploratore farà un pausa su questa collina ad ammirare il panorama." Esclamai divertito. Lui non riuscì a trattenere un riso divertito "Oh! E c'è una bella vista?" Io lo guardai negli occhi "Oh si...meravigliosa." Gli sorrisi. "E poi come prosegue?" Sussurrò lui. Io condussi le mie dita nuovamente sul suo torace nudo, successivamente scesi, seguendo la linea dell'addome, sul suo stomaco fino ad arrivare alla piccola rientranza nel mezzo del suo ventre, dove poggiai delicatamente un dito. "Ops...il nostro esploratore è caduto all'interno di un fosso." Cercai di non ridere, ma non potei farne a meno e neanche lui. "E riuscirà ad uscirne?" Il suo respiro si fece più veemente, tant'è che il suo diaframma si alzava e si abbassava con il ritmo del suo addome "Se muovi così la pancia non ne uscirà mai." "Va bene, tratterrò il respiro fino ad allora." Le mie dita scivolarono fuori dal suo ombelico, superai l'addome scendendo sul basso ventre, poi... Poi mi fermai non appena percepivo dei peli bruni spuntare dall'inguine. "E ora?" Frodo mi guardò serio deglutendo. "Vuoi davvero saperlo?" Sussurrai. Lui mi guardò negli occhi con fermezza "No." Esitai. I suoi occhi erano fermi come il suo corpo. Lo pronunciò con una tale irresolutezza che una dolorosa fitta mi invase lo stomaco. Una pugnalata sarebbe stata meno dolorosa, fino a che... "Voglio sentirlo." Pronunciò quelle parole così lentamente, sillaba dopo sillaba, che un brivido freddo, ma stranamente piacevole, mi percorse tutto il corpo. Io non riuscii a guardarlo negli occhi, ma sorrisi lievemente, anche se dentro di me volevo scoppiare dalla gioia. Alle mie due dita si aggiunsero tutte le altre e arrivai alla conclusione del viaggio dell'esploratore. I miei respiri si facevano più veementi, lui si fece immobile. A quel punto sorrisi, volevo scoprire che aspetto avesse il piacere su di lui. Lo attirai a me e tremai. Anche lui stava tremando. Baciando il suo lobo, pronunciai il suo nome, come fosse solo un soffio. Lui baciava le mie spalle, mentre la sensazione sotto i nostri ventri crebbe e crebbe fino a che un gemito uscì involontario dalla mia bocca, quando lui si inarcò su di me. Ma non era abbastanza. Al fine raggiunsi il luogo del suo piacere. Percepii il suo muscolo teso, non potei fare a meno di arrossire. Lui chiuse gli occhi, lo colsi dalla brama di un respiro trattenuto, trovai un ritmo che gli piaceva, motivo dei suoi gemiti articolati e involontari che fuoriuscivano dalla sua bocca. Gemiti di piacere, pensai. I nostri addomi umidi strusciavano con fervore, la mia mano sembrava instancabile al quel tocco repentino e la sua voce pareva quella di un usignolo all'alba. Nella sua bocca semiaperta riversai nuovamente la mia brama, nel mentre la mia mano continuava da sola, fin quando i suoi gemiti si chiusero in un ultimo. Ansimava. Io lo stesso e ne ero felice, perché avevo finalmente colto la sua estasi, il piacere più grande. Dopodiché la mia testa finì sul suo addome, lui inseriva le dita tra di miei capelli color miele. Pronunciò il mio nome "Mio Sam, dorato come il miele." Riuscivo a percepire il suo cuore anche all'interno del suo ventre magro e liscio come il marmo. Sentivo un intenso profumo di mandorla sulla sua delicata pelle. Lo baciai sulla pancia, sul petto, poi sul collo, al fine le labbra rosee. Il suo respiro tornò regolare, come il mio. Alla fine di tutto mi sdraiai accanto, ripensando all'atto che avevamo appena fatto. "Non pensavo..." provò a dire lui "Non pensavo l'avremmo mai fatto." "Nemmeno io." Deglutii, non osando guardarlo. Non capivo che cosa aveva provato, e questo mi tormentava. Gli era piaciuto, forse. Forse ne era disgustato. Mi odiava, mi amava. Non lo sapevo. Dimmi qualcosa, pensavo. Dimmelo. Se deve finire male, allora finisca presto. Parla. Cosa provi Frodo? "Ne sei pentito?" Gli domandai. "No." Sorrisi "Neanch'io." Ci guardammo non appena la dolce luce del sole al tramonto innondava il paesaggio, e il suo viso. Tese la sua mano, avvolgendola nella mia. "Sam." Il mio cuore batteva forte, adesso la sua voce sembrava diversa. Più calda. "Si, padron Frodo?" "Non chiamarmi mai più Padrone. Tu sei il mio Sam color del miele...ed io sono il tuo Frodo." Annuii sorridendo. Questo ci promettemmo. Era mio, ed io ero suo, eravamo un tutt'uno da quel giorno. Un'unica cosa. Rammentai quello che la Dama Galadriel mi disse. La sua vita dipende da te, e la tua vita dipende da lui. Capii ancor di più il significato di quel messaggio. Quando il sole tramontò definitivamente, il suo corpo riscaldò il mio quando si avvicinò a me. Non volevo urtare la sua delicata pelle, ma allo stesso tempo volevo averlo accanto al mio corpo e così feci. I suoi umidi riccioli castani finirono sul mio petto, baciai la sua fronte pura, successivamente infilai le dita nei suoi capelli, mentre la sua mano accarezzava il mio ventre. E rimanemmo così, per tutta la notte. Scaldandoci a vicenda, seppure eravamo nudi e l'unica cosa che ci copriva era la coperta avvolta a noi e i nostri mantelli color del prato, noi non sentivamo freddo. I nostri corpi ci scaldavano come quando ci si trova davanti ad un camino, quando le iridi ammirano il fuoco divampare dolcemente, e si tiene in mano una cioccolata calda, abbracciato alla persona che più ami. Questo provavamo in quel momento e niente avrebbe potuto rovinarlo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: giorgyleoo