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Autore: Francyzago77    04/09/2022    5 recensioni
Amicizia, amore, famiglia, sfide, passione. E un pallone.
Quanto basta per raccontare una storia semplice ...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Un tavolo per due, venerdì alle otto – ripeteva la donna appuntandosi la prenotazione e mentre scriveva, con l’altra mano, si rigirava una ciocca bionda tra le dita.

-Allora, a venerdì – la salutò Mark lasciando il locale.

La proprietaria sorrise pensando a quanto doveva essere fortunata la fidanzata di quel ragazzo che da ben una settimana le aveva chiesto di tenergli libero il miglior tavolo del suo ristorante. Era il posto sulla terrazza, con vista panoramica. 

-Sono contenta – disse al marito – quando vengono i ragazzi giovani, così innamorati e così pieni di speranze per il futuro!

Riprese il suo lavoro mentre l’uomo passava lo straccio nel salone.



 

Intanto Mark stava tornando a casa, camminando verso la fermata dell’autobus aveva in testa mille pensieri.

-Stasera potrò telefonare a Christine – si diceva nella mente – e invitarla a cena in quel locale. È una settimana che non la sento ma volevo essere sicuro di avere i soldi per poterla portare fuori.

Aveva lavorato per giorni presso il signor Stone.

Scuola, allenamento, lavoro. Scuola, allenamento, lavoro.

Ci era abituato. Era una vita che studiava, si allenava e lavorava.

Quel ristorante era veramente elegante, un posto da favola e a Chris piaceva, glielo aveva detto un giorno passandoci davanti con la moto.

E Mark si era allora prefissato l’obiettivo di portarla lì una sera, sarebbe stata una sorpresa ma l’avrebbe fatto. Era diventato romantico e sdolcinato? Se lo chiedeva spesso ultimamente. Forse sì, lo era diventato e un po’ se ne vergognava ma lei meritava quello e tanto altro. Nessuno lo avrebbe saputo, forse.

-Perché non me lo hai detto – aveva esclamato Ed quel giorno al ritiro dopo la lite con Benji – che uscivi con la sorella di Price! Me ne sarei stato zitto l’altra sera al locale!

Tirò fuori quei soldi dalla tasca, osservandoli mentre camminava, sfregandoli con le dita.

-Al diavolo tutti – pensò- Benji e sua madre, Ed e gli altri compagni! 

Nessuno poteva impedirgli di portare Chris a cena in quel posto da sogno. Nessuno!



 

Tra una fermata e l’altra e un tratto a piedi era quindi giunto sulla soglia di casa.

Aprendo la porta fu pervaso da un insolito silenzio, i suoi fratelli non erano ancora rientrati e nella piccola cucina stava solo sua madre, intenta a cucire accanto alla finestra.

-Ben arrivato – gli sorrise la donna alzando il capo per poi tornare china al suo lavoro.

-Ciao mamma – le rispose osservandola aggiungendo – accenditi la luce o ti rovinerai gli occhi.

-Ci vedo ancora – rispose lei con dolcezza – non devi preoccuparti.

Mark non disse una parola lasciando la stanza. Si diresse nella sua camera, tirò fuori nuovamente i soldi e li mise in un cassetto. Li ripose delicatamente, sotto delle carte pensando a Chris.

-Come posso non preoccuparmi? – tornò a rimuginare – Ti ho da sempre promesso, mamma, che ti avrei aiutata, che sarei diventato un grande calciatore e che tutti i nostri problemi sarebbero scomparsi. E invece tu sei costretta ad andare a lavorare la mattina e a portarti a casa il resto da cucire nel pomeriggio.

Aprì la finestra e vide che aveva iniziato a piovere. Era quella pioggerella fina e fastidiosa che rinfresca l’aria ma rende il cielo grigio e strano.

Tornò subito in cucina, la madre aveva acceso la luce, tirò un sospiro di sollievo. 

Andò alla credenza e prese un bicchiere, la mamma continuava a cucire.

Si versò dell’acqua e bevve lentamente. Poi si avvicinò alla porta di casa, l’aprì per vedere l’andamento della pioggia e rimase appoggiato all’uscio ad osservare fuori.

La mamma era ancora intenta a rammendare.

-Ted e Nathalie – disse ad un certo punto la donna riferendosi ai suoi due figli – si bagneranno, non hanno preso l’ombrello.

Mark guardò di nuovo il cielo pensando che la mamma si preoccupava sempre per loro. Tra poco suo fratello e sua sorella sarebbero tornati da scuola mentre Matt, il piccolino, era andato due giorni con i Mellow a un parco divertimento. Danny aveva un fratello, Richie, che andava in classe con il suo e spesso i due ragazzini giocavano insieme. A volte, i coniugi Mellow, quando andavano fuori con il figlio minore portavano con loro anche Matt. La mamma era contenta perché il bambino si divertiva e viveva esperienze che altrimenti non avrebbe potuto fare.

-Anche Matt – aggiunse la madre – dovrebbe arrivare tra poco.

-Sì, me lo ha detto Danny – affermò Mark – che i suoi sarebbero tornati nel tardo pomeriggio.

Chiuse la porta e, senza fare rumore, s’incamminò verso la camera.

Delle volte avrebbe voluto che la mamma non fosse sempre così tenera con lui. Mai un rimprovero, mai una parola dura. Eppure lui sentiva di non aver fatto del tutto per renderla più felice. Però sapeva che qualcosa sarebbe cambiato, forse non domani, ma in un futuro non lontano sì, avrebbe realizzato quel sogno di diventare un grande calciatore. Era il suo sogno. Anche lui aveva il diritto di realizzare un sogno. Per se stesso. Per sua madre. Per i suoi fratelli. E per suo padre, soprattutto per lui.

Un vocio e dei rumori gli fecero capire che i suoi fratelli erano tornati.

Sentì Nathalie discutere con Ted, mai una volta che andassero d’accordo quei due, e la mamma ridere dicendo qualcosa.

Aprì ancora quel cassetto, sollevò quei fogli e rivide quei soldi. Erano lì e gli avrebbero permesso di portare fuori Chris. In un locale carino, alla moda. 

Da sotto proveniva baccano e un continuo chiacchierare. Il suono di un clacson gli fece capire che anche Matt era arrivato.

Dalla finestra vide la macchina dei Mellow ferma davanti al cancello di casa, suo fratello che scendeva salutando e sua madre che ringraziava i genitori di Danny.

Tra non molto sarebbe sceso anche lui ma intanto riapriva quel cassetto e riguardava quei soldi. Più tardi avrebbe telefonato a Chris, non ora perché tutti erano giù e avrebbero ascoltato la sua conversazione. Nessuno in casa sapeva della sua storia con lei, in genere non raccontava mai di queste cose in famiglia. Udì ancora baccano, questa volta proveniva dalle scale. Chiuse il cassetto, chiuse la finestra ma aprì la porta della camera, i suoi fratelli lo stavano raggiungendo.

-Vediamo se hai il coraggio di raccontarlo a Mark! – diceva Nathalie rivolta al più piccolo della famiglia mentre entrava nella stanza.

-Voi non mi avete capito! – rispondeva Matt quasi in lacrime.

-E non farti sentire dalla mamma – sentenziava Ted con tono di rimprovero.

-Che è successo? – chiese loro Mark stupito ma non troppo, era abituato alle liti continue dei tre.

Matt andò immediatamente accanto al fratello maggiore, come per cercare protezione, mentre la sorella chiudeva la porta e Ted diceva:

-Racconta tutto a Mark, forza!

Il piccolo iniziò:

-Sono stato al parco divertimenti con Richie e i suoi genitori.

-Lo so – lo interruppe Mark – ti sei divertito?

-Un sacco – rispose prontamente il bambino – ma proprio tanto!

-E allora, qual è il problema? – domandò il giovane guardando Ted e Nathalie.

-Il problema – disse Ted irato – è che non ci considera più la sua famiglia!

-Non è vero! – gridò Matt – Non è vero!

Allora Mark s’impensierì e, preso da una parte il ragazzino, lo esortò:

-Racconta a me quello che è successo.

Il piccolo, più calmo, continuò:

-Ieri sera, eravamo in albergo a cena, io, Richie e i suoi genitori. Stavamo mangiando e accanto al nostro tavolo c’erano delle altre persone che cenavano anche loro. Finito il pasto ci siamo alzati e io e Richie siamo andati nella sala accanto a vedere la televisione. Anche una di quelle signore, del tavolo vicino al nostro, era lì. Ad un certo punto sono rimasto solo perché Richie è andato in bagno e quella donna mi ha fatto i complimenti dicendo che eravamo una bella famiglia. Evidentemente ha creduto che fossi il figlio dei Mellow. Non le ho raccontato la verità e ho finto di essere il fratello di Richie. Tutto qui! E loro due ora se la prendono con me!

Nathalie tentò di replicare ma Mark la fece uscire dalla stanza insieme a Ted.

-Quindi hai mentito? – domandò al fratellino rimasto solo con lui.

-Sì ho mentito – ammise il bambino – ma tanto chi la vede più quella signora?

-Quindi ti piacerebbe – continuò Mark – essere il figlio dei Mellow?

Matt fece spallucce e ammise:

-Mi piaceva stare lì e fare quello che fanno tutti. Andare fuori, divertirmi, giocare e stare insieme a una mamma e a un papà.

All’ultima parola abbassò lo sguardo mentre Mark, avvolgendolo con un braccio, gli confessò:

-Sai, anche a me, delle volte, piacerebbe fare quello che fanno tutti.

E il suo pensiero andò a Chris, a quando l’avrebbe portata in quel locale a cena. 

-Io – aggiunse a bassa voce il ragazzino – non vorrei essere il figlio dei Mellow, avrei solo voluto che papà fosse qui con noi.

Allora Mark lo abbracciò più forte ma non gli riuscì di dire altre parole.

-Mi racconti – chiese quindi il piccolo – di quando papà t’insegnava a calciare i rigori? E di quando vi portava al mare con la mamma?

E quindi Mark raccontava perché suo fratello non aveva mai vissuto quei momenti dato che alla sua nascita il padre era già morto da qualche mese.




 

Era ormai buio, terminata la cena e i ragazzi erano saliti nelle camere, del chiasso precedente non era rimasto alcun suono. Poteva essere il momento adatto per telefonare a Chris. 

Sul tavolo della cucina, tolte le stoviglie, sua madre aveva messo dei fogli e delle buste. Mark la trovò intenta a leggere quelle carte.

-Problemi? – domandò alla donna notando preoccupazione sul volto della madre.

-Bollette – rispose semplicemente lei.

Il ragazzo ne prese una in mano buttando l’occhio sulla cifra. Lo stesso fece con un’altra.

-Non ci sono i soldi? – chiese intuendo già la risposta.

-Nell’immediato no – rispose la mamma affranta – ma se riuscissi a fare più riparazioni con il lavoro di sarta e a trattenermi più tempo al laboratorio la mattina, forse dovremmo farcela a pagarle.

Mark le restituì i fogli mentre la donna aggiunse:

-C’è anche il dentista di Matt questo mese e quei libri scolastici per Nat e Ted.

Il telefono era sopra un piccolo mobile, di quelli vecchi passati di moda. 

La mano di Mark non alzò la cornetta e non compose quel numero. 

Aprì invece il cassetto, sollevò quei fogli e prese quei soldi. 

Ma non li guardò. 

Chiuse il cassetto e tornò in cucina. 

 

 

 

 

 

   
 
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