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Autore: Fauna96    08/09/2022    5 recensioni
[House of the Dragon]
Il sangue di Rhaenyra gli ha macchiato le vesti e marchiato il viso. Se potesse, lo porterebbe per sempre su di sé come la corona che gli spetta.
[Daemon/Rhaenyra, lieve, ma c'è; spoiler per l'ultimo episodio]
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Spoiler!, Tematiche delicate
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NOTA: Non avrei mai creduto di tornare strisciando a Westeros se non in occasione dell’uscita dell’ultimo libro, yet here we are. Non pensavo nemmeno che questi due mi avrebbero catturato così tanto, sono probabilmente la cosa più problematica che abbia mai shippato, ma in GoT ci sono tipo due coppie che non danno problemi, quindi okay. Sottolineo anche che si parlerà parecchio di sangue, e, anche se non nello specifico, di aborto spontaneo. E be', sì, implicito c'è il classico incesto alla Targaryen.
Non ho mai letto Fire and Blood, quindi tutto questo è basato solo sulla serie e sui filmini mentali conseguenti; per la maggior parte la storia è ambientata prima dell’inizio, alla nascita e durante l’infanzia di Rhaenyra; solo l’ultima parte fa riferimento al terzo episodio (so, spoiler) più un ipotetico dopo, con Daemon appena rientrato dalle Stepstones. Siccome, di nuovo, non mi sono per niente informata su anni, famiglia, usanze etc, ho 1) ipotizzato che Daemon avesse sui quindici/sedici anni quando Rhaneyra è nata, mentre Vyseris una ventina; 2) inventato di sana pianta il matrimonio valyriano basandomi sulle immagini dei trailer e sulle due righe che ho trovato su internet. Le parti dei dialoghi in grassetto sono in valyriano.
 
E niente, ovviamente le red flag sono belle e sventolanti, quindi fate voi.
Titolo da Desert Song dei My Chemical Romance, perché sì, siamo anche in piena MCR Renaissance.



 
To carry on through cartilage and fluid
 
La prima volta che la stringe tra le braccia ha del sangue sulle mani. Ha fatto una manovra azzardata su Caraxes e, per non cadere, si è aggrappato alle scaglie taglienti. Il sangue ormai è secco, ma in netto contrasto con la pelle di bambola di Rhaenyra.
Non ha mai preso in braccio un neonato. Non gli è mai importato particolarmente, ma Viserys ha tanto insistito, e non può esattamente lasciarla andare, ormai.
Rhaenyra si muove appena, apre gli occhi, e Daemon si irrigidisce, perché sa che si metterà a piangere. Non ha un’aria particolarmente rassicurante e probabilmente non la sta nemmeno stringendo nella maniera giusta.
Gli occhi di Rhaenyra sono ancora offuscati, ma lo osservano per un istante che a Daemon pare infinito; poi, apparentemente soddisfatta, si rimette a dormire.
Forse per la prima volta in anni, Daemon è senza parole; Viserys, accanto a lui, sprizza orgoglio e gioia da ogni poro.
Daemon sfiora una guancia della bimba con un dito incrostato di sangue vecchio, lasciandole sulla pelle una lieve patina, come di ruggine.
 
Quando Rhaenyra ha quattro anni, sua madre perde il primo bambino dopo di lei. C’è molto, molto più sangue di quanto Rhaenyra abbia mai visto, rosso vivo che va a macchiare la veste e la pelle di sua madre. Forse piange, non ricorda. Ricorda sua madre, dopo, che la stringe, bianca in volto, e le spiega cos’è successo.
«Non avere paura del sangue, mai» le sussurra. «Ne dovrai vedere molto anche tu, bambina».
 
Sua madre naturalmente si riferisce al suo sangue, il sangue che verserà ogni mese e per ogni figlio; non sa che Rhaenyra vedrà molto, molto altro sangue.
 
Quando la sua governante la vede, strilla. La sua governante strilla spesso, anche se questa volta potrebbe essere giustificata. Rhaenyra ha le gambe scorticate, i palmi sanguinanti, una luce selvaggia negli occhi. Non è mai stata più felice in vita sua.
Daemon l’ha riportata in braccio dal suo primo vero volo su Syrax, non come un premio da ammirare, ma come una sovrana per cui sarebbe indegno toccare il suolo. Manda via le ancelle che cercano di togliergli Rhaenyra dalle braccia: tutti devono vederla per come è davvero, sangue Targaryen, selvaggia, un drago. Come lui.
Il sangue di Rhaenyra gli ha macchiato le vesti e marchiato il viso. Se potesse, lo porterebbe per sempre su di sé come la corona che gli spetta.
 
«Mio zio mi ha detto che in Essos, nel Grande Mare d’Erba, un matrimonio è considerato noioso se non si sono almeno due omicidi durante i festeggiamenti».
«È orribile!»
Rhaenyra pensa alle antiche tradizioni valyriane, della sua stirpe. Anche i matrimoni dei suoi antenati si celebravano col sangue. Ma questo, ad Alicent, non lo dice.
 
Rhaenyra fissa desolata il coniglio spellato davanti a sé. Non è spellato, è straziato. Daemon vede la sua faccia, e ride. Anche lui ha gli avambracci coperti di sangue, ma il suo coniglio è pronto per essere messo sullo spiedo, mentre Rhaenyra ha ottenuto solo una veste rovinata e non poca irritazione.
«È un inizio» le dice Daemon, scompigliandole i capelli e sporcandoglieli di cremisi. Ci vorrà una vita a lavarli.
«Zio Daemon, perché mi insegni a fare tutto questo? Pensavo… che le donne non andassero a caccia».
Daemon le sorride, affilato come una lama. «I draghi sì».
 
Sorella Oscura l’aveva tagliato solo una volta, la prima volta che l’aveva presa. Poi mai più. La cicatrice si staglia bianca nella carne che un tempo era morbida appena sotto le falangi. Ora ha i palmi ricoperti di calli, ma la cicatrice si vede ancora.
Sorella Oscura è un po’ come gli dèi, dice a Rhaenyra; chiede un po’ del tuo sangue, come pegno di fedeltà, ma poi non ne verserà più. Solo quello dei tuoi nemici.
Rhaenyra l’ha fissato a lungo, con più concentrazione di quanto una bambina dovrebbe avere, poi, prima che lui possa fermarla, posa un dito sulla lama e preme.
«Ora Sorella Oscura ha preso anche il mio sangue, come pegno. Per proteggerti ancora di più».
Anche a distanza di anni, Daemon avrebbe saputo dire con precisione dove il sangue di Rhaenyra avesse macchiato Sorella Oscura.
 
Il sangue del cinghiale è bollente, salato e la sveglia. La sveglia da un sonno durato tre lunghi anni.
Ser Criston dice: «Lasciate che cerchi un ruscello per sciacquarvi», Rhaenyra scuote la testa. Nessuno dice a un drago di pulirsi dal sangue dei suoi nemici, ne deve andare fiero. Non è sporcizia, è una corona.
 
Anche Daemon viene incoronato dal sangue. Rhaenyra non lo sa, non può saperlo, ma il sangue porta sempre con sé Daemon. Quando lady Redwyne ha osato nominarlo, Rhaenyra ha si è conficcata le unghie nella carne così forte da lasciare il segno, quattro mezzelune rosse.
 
«È una cerimonia molto complessa, Vostra Grazia. Lo sposo e la sposa devono mescolare il proprio sangue, così che anche le loro anime siano unite per sempre. Si dice che in questo modo non possano più venire separate, nemmeno dalla morte. Poi ciascuno prende il proprio sangue e, secondo il rituale, lo passa sulla fronte e sulle labbra dell’altro».
 
«Ho sentito della tua impresa di caccia. Avrei voluto vederti».
Rhaenyra sbuffa, tenta di non cedere. È ancora arrabbiata con lui. «Ne dubito. Metà dei lord, compreso mio padre, mi hanno trovata disgustosa. Inaccettabile, per una principessa».
Daemon la guarda, le prende la mano. Ci sono ancora i segni delle unghie di cui lui è la causa, anche se non lo sa. Hanno faticato a guarire. Daemon posa le labbra sulle mezzelune.
«Io ti avrei trovata splendida».
Deve esserci ancora qualcosa di aperto, nelle ferite, perché sulle labbra pallide di Daemon è comparsa una traccia cremisi.
Forse non si rimargineranno mai più. Rhaenyra non vuole che si rimarginino mai più.
 
 
 
Nota, again: Il particolare di Rhaenyra che si conficca le unghie nella mano è quasi mezzo canon: non so se avete notato che effettivamente nella scena, quando parla di Daemon, si stritola la mano. Chapeau, Milly Alcock.
  
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