Anime & Manga > Evangelion
Segui la storia  |       
Autore: Strypgia    09/09/2022    0 recensioni
Shinji fa qualcosa di leggermente diverso quando Asuka gli propone di baciarsi... e tutto cambia. Improvvisamente non sono più soli e iniziano a diventare più forti di quanto non fossero mai stati. E dal loro nuovo legame iniziano a scaturire dei cambiamenti. La guerra agli angeli, e i piani della Seele e della Nerv non saranno più gli stessi.
Una nuova puntata ogni venerdì.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Kaworu Nagisa, Rei Ayanami, Shinji Ikari
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4.3: Prima della tempesta





Shinji aveva imparato molto da quando Asuka lo aveva baciato per la prima volta. Aveva imparato che baciare era un modo incredibilmente divertente di passare il tempo con la persona che si ama. Aveva imparato che vedere in pericolo qualcuno a cui teneva poteva renderlo sgradevole e insopportabile quanto suo padre. Aveva imparato che il solo fatto di avere Asuka vicino lo faceva sentire più felice e allo stesso tempo più nervoso.
 
E aveva imparato che Asuka, l’indomabile leonessa piena di coraggio e determinazione, in realtà piangeva durante e dopo ogni rapporto.
 
La prima volta lo aveva fatto anche lui. Le emozioni della loro prima volta insieme erano troppo forti. Non lo aveva sorpreso molto che anche lei piangesse. Il sollievo e la felicità che aveva provato nel vederla di nuovo viva e tra le sue braccia dopo che aveva trascorso la giornata all’interno di Leliel erano stati travolgenti. E poi lei si era impossessata del suo cuore una volta per tutte, dicendogli che lo amava e che voleva tutto di lui.
 
Perciò le lacrime sui volti di entrambi non lo avevano sorpreso più di tanto. Fu solo quando accadde di nuovo la notte successiva che cominciò a impensierirsi. Asuka aveva messo a tacere le sue preoccupazioni con un bacio appassionato.
 
Ma la cosa continuava a ripetersi. Alla quarta notte, Shinji non riusciva più a sopportarlo. L’idea di averla in qualche modo ferita, di averla fatta piangere, gli faceva quasi male fisicamente. Il bisogno di rendere felice la persona che lo amava gli bruciava dentro come mai aveva provato prima. Così, quella notte, si decise a chiederglielo.
 


“A-Asuka? Mi piace davvero tutto questo ma… Io non… Non riesco a sopportare l’idea di farti del male. Non voglio farti piangere, non dobbiamo farlo se… se per te è doloroso o ti rende triste o…” azzardò una volta che ebbero finito.
 
“Ti prego… non dire nulla.” Lei si asciugò il viso e si rannicchiò al suo fianco. “Non mi stai rendendo triste. Sto… piangendo perché mi rendi felice. E questo mi fa ricordare l’ultima volta che mi sono sentita davvero così. È questo che mi fa piangere”.
 
“…eh?” commentò Shinji argutamente.
 
“Baka. Sono dieci anni che non lascio che nessuno mi veda piangere. Sentiti onorato.” Singhiozzò cercando di trattenere una lacrima.
 
“Io… Cosa?! Eri così…”
 
“Così giovane, sì. Ho… fatto una promessa. Al funerale di mia madre. Che non avrei permesso a nessuno di vedermi piangere. Che sarei cresciuta in fretta e non avrei avuto bisogno di nessuno. Che sarei stata la migliore e che avrei fatto in modo che la gente mi guardasse.”
 
“Ma… perché l’avresti fatto?”
 
Asuka rimase in silenzio per molto, molto tempo.
 
“Perché l’ultima volta che mi sono sentita così felice, così… degna di meritare qualcosa, è stato prima che mia madre…”
 
Shinji si irrigidì. Sapeva che era una cosa che entrambi stavano evitando. “Non devi farlo se…”
 
“Voglio farlo.” Lo fermò Asuka. “Io… L’ultima volta che mi sono sentita così felice è stato il giorno in cui mi hanno detto che ero stata scelta come Second Children. Ma quello è stato anche il giorno… Partiamo dall’inizio.”
 
Asuka rotolò, sdraiandosi a faccia in su, fissando il soffitto. “Mia madre… era meravigliosa. Aveva un lavoro importante, ma trovava sempre del tempo per… per la sua Asuka. Un giorno mi disse che stava per fare una cosa molto importante, un ‘Esperimento di Contatto’… e qualcosa andò storto.”
 
Le parole riecheggiarono in qualche modo nella testa di Shinji, ma mise da parte questo pensiero per dopo.
 
Asuka continuò, la sua voce si fece fredda e fragile. “Lei… non mi hanno nemmeno permesso di vederla per giorni. Stavo quasi impazzendo. E ora capisco perché hanno cercato di fermarmi.”
 
“Mama non mi conosceva più.”
 
Asuka rabbrividì e si asciugò di nuovo il viso. “Lei… le avevano rasato i suoi bellissimi capelli. Aveva un aspetto… terribile. Potevo vedere delle specie di bruciature o cicatrici sulla nuca. Lei… mi guardò una volta e poi disse ai medici di ‘mandare via quella ragazzina’! Poi… si rimise a cullare e parlare con una… una bambola che aveva fatto.”
 
“C’era il mio nome sopra.”


 
Shinji trasalì per il dolore profondo che sentiva nella voce di Asuka. Si voltò su un fianco e le mise un braccio attorno, tirandola a sé in un abbraccio. Lei venne facilmente, aggrappandosi a lui con forza.
 
“Lei… non mi ha riconosciuta affatto. L’ho pregata di non smettere di essere la mia Mama, di guardarmi… di non ignorarmi… Ma lei continuava a parlare a quella dannata bambola come se fossi io. Quel… qualunque cosa fosse quell’esperimento, ha fatto qualcosa alla sua mente. Lei…” Asuka singhiozzò di nuovo. “Lei… è andata avanti così per mesi. Papa iniziò…” Il veleno ora le riempiva la voce. “…iniziò a parlare con uno dei medici di Mama nella stanza accanto. A volte potevo sentirli. E Mama… non è mai migliorata.”

“Poi un giorno mi dissero che ero stata scelta come Second Children. Sarei stata un pilota di Eva d’élite, che avrebbe difeso il mondo! Ero felicissima. Finalmente avevo qualcosa da mostrare a Mama, per fare in modo che mi guardasse di nuovo. Ero così felice…”
 


“Poi sono arrivata nella sua stanza.”
 
Asuka si fermò e respirò lentamente e profondamente nell’abbraccio di Shinji. “Lei… aveva trovato una corda, in qualche modo… Era… appesa al soffitto…”
 


Shinji senti la propria pelle diventare fredda e umida. “No…”
 
“E… aveva appeso anche la bambola. Proprio accanto a lei.” Asuka cominciò a piangere più intensamente. “Voleva che morissi con lei… Dopo tutto questo, mi sono ripromessa che avrei vissuto solo per me stessa. Che non avrei avuto bisogno di nessuno. Che sarei stata la migliore, così la gente avrebbe dovuto guardarmi… e non smettere di farlo, come aveva fatto Mama.”
 
Shinji cercò di riprendersi. Pensava che la sua infanzia solitaria fosse stata brutta. Gli incubi infiniti in cui vedeva suo padre allontanarsi, scaricarlo alla stazione ferroviaria e andarsene via gli sembravano già abbastanza. Ma Asuka aveva vissuto… quello?
 
“Ma… perché niente più lacrime?” borbottò infine.
 
“Dovevo crescere in fretta. Dovevo essere la migliore, valere qualcosa. Se nemmeno mia madre mi voleva, a cosa servivo allora? Sarei… sarei morta se avessi provato a piangere così tanto. Così ho nascosto in profondità questo ricordo, cercando di non riportarlo più alla luce. Ma mi perseguita ogni notte. O meglio, mi perseguitava… Non ho più avuto quell’incubo da quando… è cominciato tutto tra noi due.” Lei sospirò e appoggiò la fronte contro quella di lui. “Grazie, Shinji.”
 
Si stese semplicemente contro di lui, l’angoscia sul suo volto si attenuò lentamente. “Con te, noi che stiamo insieme la notte in questo modo… e noi… che finalmente ci lasciamo andare… Io… riesco a sentirti. Mi hai permesso di avere tutto di te. Tu mi…” Deglutì. “Nessuno mi ha mai fatto sentire amata dopo Mama. Nessuno, né Misato, né Kaji. Non nel modo in cui volevo io, il modo che mi fa sentire… desiderata, solo per il fatto di essere Asuka.”
 
Shinji era contento che l’oscurità nascondesse il suo rossore. Sentire qualcuno parlare di lui in questo modo era ancora quasi impossibile da credere. Che fosse la ragazza più bella che conosceva a dire apertamente di amarlo, lo rendeva ancora più impossibile.
 
“Non… non c’è di che? Non so cosa dire.”
 
Un po’ del solito ardore tornò nella voce di Asuka. “Non dire niente. Abbracciami e basta, baka. È tutto ciò che devi fare per rendermi felice in questo momento. Essere qui.”
 
Shinji sorrise nel buio, riuscendo a malapena a distinguere i lineamenti di Asuka, ma sentendo comunque il calore del suo rossore. “Lo farò.”
 
Chiuse gli occhi, lasciando che il calore di Asuka scacciasse il freddo delle immagini che aveva evocato. Per quanto fossero brutti i ricordi di suo padre che l’abbandonava, quelli di Asuka erano ancora peggiori. Ma… quella frase… gli era rimasta impressa… L’aveva già sentita da qualche parte… ma dove? Non gli sembrava di averla sentita dalla dottoressa Akagi quando era arrivato a Neo Tokyo-3. Era in quella guida che gli aveva dato Misato? Qualcosa che il Tenente Ibuki aveva detto durante un Sync Test?
 
Cercò di lasciar andare la mente alla deriva. Aveva sempre fatto così in passato per far tornare alla mente le cose.
 
Una… una voce. Ecco. Si ricordava… la voce di sua madre? No… sembrava quella della dottoressa Akagi, ma più vecchia, più fredda…
 
---
 


“Perché c’è un bambino qui dentro?”
 
“È il figlio del Capitano Ikari.” Era la dottoressa Akagi… più o meno?
 
Una voce che conosceva… il Vicecomandante Fuyutsuki? “Ikari, questa non è una gita scolastica. Questo è un giorno molto importante.”
 
“Mi dispiace, Fuyutsuki-sensei! Sono stata io a portarlo qui.” La voce di sua madre!
 
“Yui-kun, oggi è il giorno del tuo Esperimento di Contatto.”
 
Madre ancora. “Ecco perché. Voglio mostrare a mio figlio il promettente futuro che ci aspetta.”
 
---
 
I suoi occhi si aprirono di scatto e trattenne un urlo. Lui era lì. Aveva visto sua madre sparire per sempre!
 
Asuka sentì i suoi muscoli irrigidirsi e sollevò la testa. “Shinji?”
 
“Ero lì! L’ho visto! Madre!”
 
“Cosa?”
 
Shinji le disse tutto. Il laboratorio, l’Esperimento di Contatto, sua madre… sparire nel nulla. Il panico. Suo padre scaricarlo semplicemente in una stazione ferroviaria pochi giorni dopo, iniziando anni di quasi totale isolamento. Poi il nulla, abbandonato dal padre per anni, fino alla sua convocazione a Neo Tokyo-3.
 
Asuka lo guardò, stringendolo a sé. “Mein Gott… tu sei davvero come me.” Un’aria sospettosa la avvolse. “Shinji, quante possibilità ci sono che entrambi abbiamo visto le nostre madri andarsene in quel modo? Chiamami pure paranoica, ma questa è… è una strana coincidenza che ci fa vivere situazioni simili e che poi ci fa incontrare in questo modo? Sì, siamo entrambi legati al programma Evangelion, ma… queste non sono solo coincidenze, non credo proprio.”
 
Shinji annuì, ancora tremante e aggrappato a lei come un naufrago ad una scialuppa di salvataggio. “N-no. È tutto… siamo così simili… questo… non può essere una coincidenza.”
 
Asuka annuì. “Qui c’è sotto qualcos’altro. Dobbiamo scoprire cosa. Ci sono troppe cose strane alla Nerv.” Lo strinse forte. “Ma non lo scopriremo stanotte. In questo momento… non mi interessa. Dovremo tenere gli occhi aperti. Finché ho te, tutto il resto può andare all’inferno.”
 
Shinji fece un’unica, triste risata. Capiva quella sensazione. “Asuka… se non avessi te, io sarei… una nullità. Impazzirei. Sei la più bella cosa che esista al mondo per me. Non permetterò che qualcuno me la porti via.”
 
“Bene.” Asuka riadagiò il capo, accarezzandogli delicatamente la tempia con una mano. “Tu sei come me, Third Children. E affronteremo gli angeli e qualsiasi cosa ci sia dietro queste ‘coincidenze’. E per una volta, non vedo l’ora di affrontare tutto questo insieme.”

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Evangelion / Vai alla pagina dell'autore: Strypgia