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Autore: Alexander33    12/09/2022    1 recensioni
Rieccomi con una nuova ricetta che somiglia alla scorsa, ma dove gli ingredienti sono stati modificati e rimescolati.
La Mayu che troveremo qui ha la stessa età della precedente, ma è più matura, posata, con un po’ più di esperienza e, soprattutto, non fa cose folli per conquistare il suo capitano perché non ne è innamorata.
L’atmosfera che si respira è più drammatica ma orbita, come l’altra, intorno ai sentimenti tormentati e alle vicende sentimentali dei protagonisti.
Dal testo:
«bastardo figlio di puttana! Cosa le hai fatto!!!»
Tadashi si scaglió contro di lui, fuori di sé per la rabbia.
Harlock non si scompose, era preparato.
«non è il luogo ne il momento per scenate isteriche. Ce la vedremo a tempo debito!»
«sei un vigliacco! Come hai potuto?! Animale!!!!!! È tua figlia!!!!»
«Adesso basta! Esci immediatamente di qui, o passerai i prossimi 5 giorni in cella d’isolamento» Harlock ringhió quell’avvertimento a denti stretti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Mayu, Tadashi Daiwa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fuori dall’hotel li aspettava un’auto sportiva presa a noleggio.

L’afa aveva lasciato il posto ad una piacevole fresca brezza che accarezzava il volto a Mayu e le scompigliava i lunghissimi capelli scuri.

Oramai era notte fonda, ma Harlock sapeva chiaramente dove andare e cosa fare.

 

«coraggio, salta sù… non abbiamo molto tempo» le disse facendo un cenno col capo e aprendo la portiera del veicolo.

 

«E ora dove andiamo?”

«Ti ho già detto di…»

«…non fare troppe domande…» finì per lui Mayu

«lo so! Ma non so se sono vestita in maniera adeguata…»

Lui la osservó attentamente da capo a piedi «così vai benissimo…»

Mise in moto e partirono a velocità sostenuta.

«lo conosci bene questo posto, giusto?»

«abbastanza…» guidava sicuro lungo la strada tortuosa e completamente priva d’illuminazione artificiale. Le uniche luci erano quelle del cielo.

 

Si erano lasciati la città alle spalle, e correvano verso un gruppetto di luci sul mare.

Harlock continuava a guardare l’orologio sul cruscotto, e accelerava.

«abbiamo un appuntamento?» si azzardó a chiedere Mayu

«una specie… e non devo arrivare tardi, o salta tutto…» rispose, con lo sguardo fisso sulla strada che si rivelava man mano sotto le luci abbaglianti del veicolo.

 

Finalmente arrivarono: per la tensione Mayu si era aggrappata con tutte le sue forze alla maniglia della portiera, e aveva puntellato i piedi per tenersi stabile. 

 

«ma questo è un porto!» 

«affermativo»

La prese per mano e la condusse ad un piccolo molo dove una barca era ormeggiata.

Un tizio taciturno, dallo sguardo accigliato, pelle cotta dal sole e ispidi capelli scuri intascó il denaro che Harlock gli porgeva, e con un cenno li invitó a salire a bordo dell’imbarcazione cabinata.

Il tizio sparì al suo posto e li lasció da soli. Un attimo dopo la barca lasciava il molo e si dirigeva velocemente al largo.

 

Dopo qualche tempo lo sguardo di Mayu fu attratto dall’acqua… dove la barca frangeva le onde l’acqua si illuminava… doveva essere popolata da organismi bioluminescenti. Ne aveva sentito parlare, ma non l’aveva mai visto coi suoi occhi…

La barca arrestó la sua corsa in mezzo al nulla. Le luci del porto erano minuscole capocchie di spillo alle loro spalle..

 

Harlock si tolse i pantaloni e la maglietta, rimasto in boxer si tuffò in quell’incredibile oceano luminoso.

 

Dopo che fu riemerso gridó a Mayu che si trovava ancora sulla barca

«vieni anche tu! L’acqua è calda!»

 

«non ho il costume! Potevi dirmelo e l’avrei portato!»

 

«non hai bisogno di nessun costume… le sirene non lo portano… togliti tutto e vieni!»

 

«tu sei matto! Io non mi spoglio davanti a te!!!!»

 

«non fare la difficile! Stai perdendo tempo in inutili chiacchiere…»

 

L’acqua era invitante, la luminosità rendeva quel mare come un’incredibile piscina illuminata tutta naturale… e quel colore… 

 

“Al diavolo!” Pensó Mayu.

Si spogliò rimanendo in slip e reggiseno.

“E chi se la perde?!”

Si tuffó in acqua anche lei.

 

Riemerse e sembrava una creatura di fiaba. La pelle e i capelli brillavano come l’acqua.

«finalmente! Sei ancora troppo vestita peró…»

«anche tu sei in mutande…»

Harlock si portó entrambe le mani a tirare indietro i capelli bagnati, la guardó serio

«faccio sempre in tempo a toglierle…»

«non ce n’è bisogno!» gridó Mayu.

«possibile che non si possa mai scherzare? Dobbiamo passare tutta la notte a discutere?»

 

Mayu si guardó intorno e rimase senza fiato

«Santo cielo… ma dove mi hai portata…»

«nell’unico posto dove meriti di stare: in paradiso…»

 

Il cielo si rifletteva perfettamente sullo specchio dell’acqua quasi immobile, la luminescenza ad ogni movimento creava l’illusione di nuotare in mezzo alle stelle.

 

«non ci saranno squali qui, o altri animali pericolosi, vero?»

«no… in quest’oceano le forme di vita restano a grandi profondità… per via della composizione chimica dell’acqua negli strati scaldati dal sole… in superficie si trovano solo i microorganismi che illuminano l’acqua…»

 

«…incredibile… sembra di trovarsi in un sogno» le stelle si riflettevano anche nei suoi occhi, e i riverberi fluorescenti erano intrecciati tra i capelli. Giocarono nuotando per tutta l’ultima parte della notte: le acque dense di minerali dell’oceano rendevano il galleggiarvi incredibilmente facile. Seppure restassero immobili non c’era verso di andare a fondo.

 

Bagliori alle spalle di Xania annunciavano l’approssimarsi dell’alba.

Il tizio della barca cacció un braccio dal finestrino del suo abitacolo, agitando un lume cremisi. Era ora di andare.

 

Erano fradici, nessuno aveva pensato a portare un cambio, tantomeno un asciugamano. 

Mayu rabbrividì alla brezza fresca.

 

«hai freddo?»

 

«solo un pochino… appena mi asciugheró staró meglio…»

 

Harlock le dava le spalle, si stava legando i capelli bagnati in una coda bassa. Mayu lo guardó rapita: non lo aveva mai visto senza vestiti, la sagoma che scorgeva avanti a sé sembrava quella di un estraneo, seppure lo conoscesse molto bene. Non riconobbe in lui quel padre a cui era legata da sempre; ma solo un uomo gentile, nemmeno tanto vecchio come aveva sempre creduto e incredibilmente affascinante… non solo bello fisicamente.

 

Si avvicinó a lui, cercando un po’ di calore e non solo.

Questa volta prese lei l’iniziativa. Fu tutto molto naturale: un innocente bacio sulle labbra, poi un altro più avvolgente, infine un terzo, dove schiuse le labbra e insinuó timidamente la lingua.

 

La sua mano a reggerle la schiena, tra la massa di capelli ancora bagnati, l’altra dapprima ad accarezzale una guancia e poi a scendere sul fianco.

Il reggiseno bianco aveva rivelato la sua trasparenza, aderente e bagnato, così pure come lo slippino.

Due dita si infilarono nell’elastico dell’indumento, abbassandolo appena; si stava lasciando andare, consapevole che era ció che desiderava, quando un dubbio le attraversó la mente come una saetta.

 

«no!» si scostó bruscamente.

Harlock la lasció immediatamente.

 

«scusami, ho esagerato…»

 

«no… scusami tu. Non è colpa tua…»

 

Il resto della navigazione rimasero in silenzio, ad osservare il cielo mutare le sue sfumature e le lune farsi più pallide.

 

All’attracco del natante erano già rivestiti.

 

In silenzio risalirono in auto, questa volta non c’era fretta. 

 

«cosa ti ha frenata?» Harlock ruppe il silenzio quando si rese conto che lei non avrebbe fornito alcuna spiegazione di propria volontà.

 

Un sospiro profondo.

«cosa succede tra due persone quando finisce una storia?» la voce di Mayu era incerta e sommessa

 

«non lo so… dimmelo tu…»

 

«nella migliore delle ipotesi ci si incontra ogni tanto e a malapena ci si saluta. Nella peggiore non ci si vuole più vedere…»

Si giró a scrutarne il profilo, concentrato sulla guida solo apparentemente.

 

«non voglio succeda questo… non saró mai pronta a perderti…» solo l’idea le faceva tremare la voce.

 

Accostó l’auto, spense il motore e si giró verso di lei, guardandola seriamente:

«ho fatto un giuramento, niente e nessuno mi impedirà di onorarlo. Qualsiasi cosa accada io dovró prendermi cura di te. Anche se domani vorrai fare l’amore con me e tra un mese decidere che vuoi tornare da lui… questo non mi impedirà di vegliare su di te, sempre»

 

Mayu l’osservava, ascoltava con tutta l’attenzione che una notte insonne le permetteva.

 

I capelli scarmigliati gli ricadevano ancora umidi sul tessuto della maglietta nera inumidendola. Si era rivestito ancor prima di essersi asciugato completamente, e l’indumento aderiva in più punti sui pettorali e sull’addome. 

 

Pensó a quanto l’avesse desiderato, fino a rabbrividire, quando erano entrambi appena riemersi dalle acque dell’oceano e si diede della stupida fifona per aver dubitato di lui.

 

«…e non solo perché l’ho promesso a tuo padre; ma anche perché quel che provo per te è più di un amore filiale, e…» non terminó la frase, ma il senso le era perfettamente chiaro.

 

Mayu si limitó ad annuire, e lo bació nuovamente sulla bocca, soffermandosi di più, per dargli ad intendere che aveva capito, e lo accettava. Esitó… era molto stanca ma aveva ancora una voglia incredibile di baciarlo veramente, come non aveva fatto mai, senza timore, senza riserve e di nuovo si accostó alla sua bocca, che ancora sapeva di sale, con le labbra già schiuse e questa volta fu un bacio caldo e profondo, carico di desiderio e passione.

Avvinti in un abbraccio salutarono l’arrivo del nuovo giorno su Toi70.

   
 
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