Anime & Manga > Kuroko no Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: Akane    14/09/2022    0 recensioni
'Più Kuroko ne parlava, più Taiga se ne rendeva conto.
Gli piaceva il modo di essere di Aomine.
- Salvarlo da sé stesso? - chiese puntandosi sulla cosa che di più l’aveva colpito.'
Kagami chiede a Kuroko che rapporto aveva con Aomine ai tempi della Teiko e finiscono per parlare di lui. Da lì Kuroko ci mette poco a capire che al suo amico piace Aomine.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La cosa più preziosa'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
lui_mi_piace

NOTE: questa è la terza fic della serie su Kagami ed Aomine chiamata La cosa più preziosa. I protagonisti in questa fic sono Taiga Kagami e Tetsuya Kuroko, quelli (per chi non lo sapesse) che sono i reali protagonisti del manga/anime. Kuroko appena trasferito nella nuova scuola incontra Kagami e capisce che era lui la persona che cercava, infatti cerca da subito di aiutarlo a splendere a basket. Nei ricordi del suo passato alla Teiko vediamo che non solo era il compagno di squadra della Generazione dei Miracoli e quindi anche di Daiki Aomine, il rivale attuale numero uno di Kagami che l’ha battuto, ma gli era anche estremamente legato al punto che quando i rapporti si sono rotti (rapporti che io ovviamente ho interpretato come amore), Kuroko ha deciso che avrebbe trovato la persona eccezionale in grado di battere Aomine a basket e salvarlo da sé stesso e dalla depressione dovuta dalla sua incredibile forza. In questa fic, Kagami (che nella fic chiamo per nome per identificare in lui il protagonista della mia storia) e Kuroko parlano di quella che ora come ora non è solo un’ossessione per Taiga, ma molto di più. A Kuroko basta un attimo per capire che gli piace, così gli spiega il loro passato e le sue speranze. Ovviamente seguono altre fic, se volete sapere quando le pubblico, seguite la mia pagina su FB: https://www.facebook.com/akanethefirst . Buona lettura. Baci Akane

 

LUI MI PIACE

 

kurokaga

Il suo viso, quel maledetto viso così sexy di natura, lo sguardo felino, il corpo atletico, alto e forte. I muscoli allungati e sviluppati, tipici del giocatore di basket. 
Il suo sorriso strafottente, spesso malefico, ma soprattutto la forza prorompente.
Per non parlare di quanto sexy e seducente fosse. 
I suoi movimenti, la mano, il bacino, il membro duro ed eretto mentre si strofinava su quello di qualcun altro. Magari sarebbe potuto essere lui, un giorno, quello contro cui si premeva. 
La mano di Taiga aumentò il ritmo fino ad aggiungere dei gemiti che culminarono con un orgasmo. Vide gli schizzi bianchi per terra che si mescolarono all’acqua calda della doccia fino a trasportarli via, Taiga imprecò.
Era fottuto, ormai. 
L’ennesima volta che si faceva pensando a quel maledetto Aomine. 
Cosa diavolo gli aveva fatto? Come era diventato la sua ossessione fino a quel punto? 

Alla fine gli era uscita la domanda fuori dal suo controllo.
Aveva pensato intensamente a loro due al punto da non poterne proprio più.
Lui doveva assolutamente sapere.
Così un giorno, esasperato da questa sua ossessione senza risposta e certezze, sbuffando come un toro impazzito al punto d’aver stufato Kuroko stesso, sbottò: 
- Insomma, tu e lui stavate insieme? 
Testuali parole. Così come se fossero state emesse all’interno di un contesto preciso, con soggetti specifici, dove capire di chi diavolo parlasse fosse facile. 
Kuroko, che si era limitato a chiedergli che avesse, stufo marcio di sentirlo sbuffare tanto, lo guardò smarrito: 
- Ma chi? 
A tale domanda, il suddetto toro impazzito lanciò la palla per aria come se fosse una bomba e gridò su tutte le furie, perdendo come sempre facilmente il controllo: 
- Eh no, eh!? Non ci provare! Lo sai di chi parlo! 
Kuroko lo fissò smarrito, realizzando di essere colpevole di qualcosa che ancora non comprendeva. 
Non voleva davvero irritarlo, ma non capiva a chi diavolo pensasse. 
- Ma di chi? 
- Tu non pensi di dovermelo mai dire? - continuò imperterrito come se fosse ovvio, avvicinandosi a lui con tutta la sua statura imponente. 
- Ma si può sapere di cosa diavolo parli? Con chi stavo? 
- E con chi mai potresti essere stato, secondo te? Tua nonno? Parlo di quella maledetta pantera dannata! 
A quel paragone capì di chi parlava e spalancando gli occhi shoccato che volesse sapere una cosa simile in un modo del genere, chiese:
- Ah, ma ti riferisci ad Aomine? 
A Taiga partì la vena della tempia che si mise a pulsare mentre le mani gli prudevano. Voleva prenderlo a sberle, ma non l’avrebbe fatto.
- Chi altri poteva essere? Con quanti avevi quel rapporto così forte ed equivoco? 
“Dovrei dirgli di Kise e di quando mi ha baciato e mi ha toccato, prima che mi mettessi con Daiki?”
No, decisamente no, si disse poi. 
Anche perché con lui era stato qualcosa di strano, un modo di Kise di divertirsi e niente di più. Sapeva che l’aveva fatto, e con maggior successo, anche con Daiki. 
- Vuoi sapere se stavamo insieme, dunque? - chiese calmo andando a recuperare la palla finita fuori dal campo. Il sole era caldo ma non eccessivo, considerando ormai l’autunno. Tuttavia era una bella giornata che loro avevano deciso di sfruttare per giocare un po’ insieme ed allenarsi. 
Taiga non rispose a voce, ma il suo broncio imbarazzato era scontato. 
Ripresa la palla, lo raggiunse iniziando a palleggiare pensieroso a come definire il loro rapporto. 
Alla fine decise di farla semplice, anche se fra loro non lo era stata poi molto. Forse non per il modo in cui era finita. 
- Beh, sì. - fece a quel punto, senza girarci intorno. Taiga, che in realtà lo sapeva, fece una smorfia rimanendoci comunque male. Gli prese la palla e cercò di tirare per nascondere il proprio stato d’animo tempestoso.
Male, ovviamente. Ci riuscì pessimamente visto che la palla prese il tabellone e nemmeno il cerchio. 
Imprecò anche per questo. 
- E poi vi siete lasciati? - chiese ancora, senza girarci più intorno. Non che prima l’avesse fatto. 
Kuroko capì all’istante perché glielo chiedeva e sospirando andò a recuperare paziente la palla, senza però palleggiarci più. Tornò davanti a lui e guardandolo dritto negli occhi, i suoi tempestosi, rispose pacato, triste:
- Sì, ci siamo lasciati. Non ero in grado di aiutarlo. Non... - pensò a come spiegarglielo e si rese conto che non l’aveva mai detto ad alta voce.
Gli fece impressione, lo trovò difficile, ma pensò che fosse giusto farlo, finalmente, -  Non ero la persona giusta per lui. Gli ho promesso di trovare per lui quella persona. Quello in grado di renderlo felice e di aiutarlo. 
Taiga si aggrottò senza capire, si gettò per terra sul campetto, sotto il sole che non era esageratamente caldo, e appoggiando le mani dietro di sé, lo guardò da sotto. 
- Aiutarlo? 
Non poteva non fargli mill domande, non poteva proprio. Sapeva che lo feriva parlare di Aomine, ma era più forte di lui. Doveva sapere. 
Kuroko la prese come un modo per dimostrare a sé stesso quanto ne fosse uscito. Forse era ora. 
Parlarne con lui gli avrebbe fatto bene, così mise la palla giù e si sedette per terra accanto a lui. 
- Era depresso, stava male, sopraffatto dal suo enorme talento a basket, aveva perso il senso del gioco. Il motivo, sai? Non si divertiva più. Aveva perso sé stesso per colpa dell’enorme talento che lo isolava. Ed io non sono stato capace di aiutarlo. Ho capito che non ero la persona adatta a lui e che da qualche parte ci sarebbe stata, quella persona eccezionale. Il suo degno avversario. Quello in grado di salvarlo da sé stesso. 
Non sarebbe stato necessario parlarne così tanto, lo sapeva. Non è che glielo dovesse, anche se era Kagami e a lui diceva sempre tutto, ormai. Più che altro, parlandone, si era reso conto di averne bisogno. 
Taiga si perse ad ascoltarlo mentre parlava di lui.
La sua assurda passione per Aomine era nata senza apparente motivo, solo per via della sua potenza esplosiva a basket. 
Si era praticamente innamorato del suo gioco selvaggio ed istintivo, poi gli era partito l’ormone, ma fin lì era stato ancora tutto su un piano abbastanza accettabile. 
Con Tatsuya Himura, il suo compagno negli Stati Uniti, era andata in un modo simile, ma loro erano cresciuti insieme. C’era stato il basket di mezzo, oltre alla questione ormonale, però c’era stato anche altro. 
Ora con Aomine stava cambiando.
Stava diventando qualcos’altro. 
Qualcosa che fino ad ora era appartenuto solo a Tatsuya, qualcosa che non riusciva a definire.
Più Kuroko ne parlava, più Taiga se ne rendeva conto. 
Gli piaceva il modo di essere di Aomine.  
- Salvarlo da sé stesso? - chiese puntandosi sulla cosa che di più l’aveva colpito. 
Kuroko annuì dispiaciuto e mortificato, non per cosa stava dicendo, dal momento che l’aveva voluto sapere lui, ma per la propria incapacità di aiutare la persona per cui aveva provato qualcosa di così forte da spingerlo a cercare una salvezza al di là di sé stesso. 
Taiga lo guardò con intensità per capire alla perfezione e quanto più poteva ogni cosa su di lui. Ma Kuroko fissava per terra, ora. Non riusciva nemmeno ad ammirare le nuvole che si rincorrevano nel cielo. Il cemento era un elemento più meritevole, per lui, per il senso di colpa che stava provando. 
- Hai presente un talento così grande da renderlo imbattibile? Sai cosa significa battere tutti? 
Era quello a cui aspirava Taiga, ma non ci era ancora riuscito. C’erano ancora molti che non era stato in grado di battere e che volva superare. 
Primo fra tutti la sua ossessione numero uno del momento, Daiki Aomine. 
Ma era proprio il caso di definirlo pura semplice ossessione? 
Taiga si strinse nelle spalle senza rispondere. 
- Lui è arrivato ad un livello tale che non aveva più obiettivi, era completamente solo, prima era una persona ben diversa da quello che hai visto ora. Era luce, colori, gioia, sorrideva sempre, era gentile, era una calamita che attirava chiunque. Poi lentamente è diventato il più forte, ha perso ogni obiettivo e con esso la gioia di giocare a basket. E la sua gioia stessa. 
- Era depresso... - capì immediatamente cosa intendeva. Lui al suo posto si sarebbe sentito così. Kuroko annuì sollevando timidamente lo sguardo che l’altro già gli puntava addosso carico di interesse. 
Non ci voleva un genio a capire che quel genere di desiderio di sapere andava oltre il voler capire il proprio avversario numero uno. 
Era ovvio che c’era altro e lo capiva. Era l’effetto che Daiki aveva sempre fatto a tutti, non c’era stato una persona, all’epoca, che non fosse un po’ innamorato di lui, in qualche modo. 
Eppure ora era diverso. Adesso lo potevano solo odiare. Era ormai solo, tranne che per Momoi, ma lei era lì perché come una sorella. 
Fu lì che lo comprese. 
- Ti piace?! - chiese meravigliato.
Fu così improvviso e diretto che Taiga avvampò e lo fissò con occhi spalancati, col pelo dritto come un gatto beccato a fare qualcosa di sbagliato. 
- Che-che dici? - tentò. Poi realizzò il tono con cui l’aveva chiesto. - Ma perché sembra sia strano? Se tu stavi con lui dovresti capirlo... - poi si morse la lingua mettendosi la mano sulla bocca, la pelle del viso dello stesso colore dei capelli. 
Ma per Kuroko era così normale, che nemmeno ci badò ed il suo considerarlo tale aiutò Taiga ad accettarlo più velocemente che mai. 
- Io stavo con lui quando era quello di prima. Il Daiki Aomine che hai conosciuto tu è uno stronzo senz’anima, è impossibile innamorarsi di lui. Non puoi fartelo piacere. A meno che tu non veda qualcosa che agli altri sfugge. 
Taiga si sentiva sotto torchio, ora, cosa che non gli aggradava molto visto che aveva cercato di fare il terzo grado all’altro. 
Si morse il labbro e si mise a giocare con l’anello che aveva appeso alla catenina al collo.
Il ricordo di Tatsuya. Era il caso di tenere ciò che lo legava al suo ex? 
Forse non poi così tanto, visto che il ragazzo seduto per terra accanto a lui cercava di salvarlo, il proprio ex. 
“Dopotutto che male c’è? Sono stati così importanti da essere una parte di noi, ci hanno forgiato. Questo anello non rappresenta solo quello che all’epoca era il nostro rapporto, ma mi ricorda anche la promessa che gli ho fatto di diventare il giocatore più forte in assoluto. È la mia lotta a quel che sto facendo, rappresenta ciò che voglio fare. Non è solo lo stesso anello che ha al collo il mio ex.”
Era strano e complicato, ma per lui aveva senso, per questo ora l’aveva anche ciò che diceva Kuroko.
- Vedo qualcosa? - si chiese ad alta voce, senza accorgersi che aveva appena ammesso tanto a sé stesso quanto al suo compagno accanto che era vero. Gli piaceva Aomine. 
- Chissà, magari lo capirai continuando a stargli intorno! - rispose quindi sorridendo divertito, seppure con un velo di tristezza nascosto dietro agli occhi chiusi. Taiga lo guardò meravigliato ed in apprensione, aveva la testa abbandonata all’indietro e si faceva baciare dal sole e dal venticello che ora si era sollevato. Qualche foglia corse sul campetto, carezzandoli, ma non ci fecero caso. 
- Sei sicuro? - fece quindi dimenticandosi di nuovo di specificare di cosa parlasse. 
Kuroko raddrizzò la testa e lo guardò perplesso.
- Di cosa? 
- Che ti vada bene. - non l’aveva né detto né pensato, non davvero. Ma forse sì, in un certo modo. Taiga se ne era accorto prima di lui. Meravigliato per la sua acutezza, ma ancor di più per il semplice fatto che lo stesse accettando di buon grado, annuì. 
- Sì, mi sta bene. - ne era sinceramente sorpreso, ma era vero. Taiga, poco convinto, ripeté la domanda. 
- Sei davvero sicuro che ti vada bene se lui mi piace? Non dico che ci proverò mai, anche perché non penso mi ricambierà mai, piuttosto forse lui punta a ricucire con te, a modo suo. È contorto, ma... 
Kuroko scosse il capo.
- No, quando lui chiude lo fa in modo definitivo. 
- E col basket allora? 
- Col basket non ha chiuso. Sta aspettando che qualcuno glielo restituisca. 
Sapeva cosa diceva, ne era sicuro e decise di accettarlo e credergli. Non aveva mai avuto motivo per non farlo. 
- Ti va bene se mi piace? - non sapeva come si sarebbe comportato in futuro, voleva solo capire se potevano essere ancora amici nonostante quella shoccante rivelazione. 
Kuroko gli sorrise col suo tipico modo gentile e sincero e annuì.
- Nessuno meglio di me ti può capire. E poi credo sia tu. 
- Io?! - chiese preso alla sprovvista, puntandosi col dito. Kuroko si raddrizzò appoggiando i gomiti sulle ginocchia piegate, prese la palla in mezzo ai piedi ed iniziò a rotearla sorridendo allegro. 
- Sì, tu! 
- A fare che? 
- Sarai tu il suo avversario eccezionale, quello che lo batterà. Vedrai! 
Taiga aveva pensato per un momento a qualcos’altro, ma di quello ne era convinto lui stesso. 
- Oh beh, puoi starne certo. - Kuroko continuò a sorridergli. - Sarò io a batterlo! 
- E gli restituirai la sua anima! - aggiunse convinto alla stessa maniera il compagno. 
- E gli restituirò l’an... un momento, che dici? Non esagerare! Quelle sono cose che solo in amore possono riuscire! 
Iniziò a lamentarsi Taiga, Kuroko, ridendo, si alzò di scatto e con un colpo della mano fece rimbalzare la palla, poi la tirò dalla distanza verso il canestro che ovviamente mancò. Prese il cerchio, rimbalzò e tornò a finire verso di loro, ma Taiga non la prese in mano come si sarebbe aspettato. 
La prese in testa. 
Kuroko meravigliato lo guardò per vedere se stava bene, ma lui era ancora perso in quelle che erano le sue convinzioni. 
Non riusciva a capire se a Kuroko andasse realmente bene che fosse lui a salvare Aomine ed in qualche modo ad instaurare eventualmente una relazione con lui.
Non ci credeva. Credeva in Kuroko e nelle sue visioni, ma non credeva che su questo avesse ragione. Ma non riusciva a capire come potesse credere a ciò che pensava e farselo andare bene. 
Forse non era così, forse non gli andava bene, ma era semplicemente quella che per lui era l’unica realtà rimasta ed andava accettata, per poter crescere e maturare. 
Sospirando decise di lasciar perdere e andare oltre. Avrebbero visto cammin facendo cosa sarebbe successo e chi aveva ragione.
Si alzò in piedi e recuperò la palla rotolata poco più in là, iniziò a palleggiare e prima di tirare a canestro, chiese: 
- E tu non vuoi sapere di Himuro? - chiese preparandosi al tiro con la palla sopra la testa. 
- Oh non c’è nulla da sapere. - Taiga lanciò la palla.- Stavate insieme anche voi, no? - e sbagliò il canestro.
La risata di Kuroko si levò forte nell’aria, divertito come non mai.
Lo sapeva, si disse, ci aveva di nuovo visto giusto. 
“Ma mi dispiace per il suo amico. Non sarà lui a ricucire con Kagami. Sarà Daiki ad essere salvato da lui. Quei due sono destinati. Punto. Kagami è esattamente la promessa che gli ho fatto quando ci siamo lasciati. Avrei trovato qualcuno in grado di salvarlo. E finalmente l’ho trovato”
L’amore aveva tante forme. Quella era una di esse. 


 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Akane