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Autore: Altair13Sirio    23/09/2022    0 recensioni
[Darling in the FranXX]
Mille anni di pace non bastano a far svanire il passato. Quando dalle profondità della terra emergono dei giganti antichi, Hachi e Nana capiscono che il futuro dell'umanità è nuovamente incerto e dovranno agire per proteggere il mondo che hanno aiutato a costruire.
Formata una squadra di nuovi Parasite, i due adulti metteranno a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza per guidarli verso la battaglia, ma non tutto sarà facile per la nuova squadra e i ricordi di vecchi amici ritorneranno a galla dopo tanto tempo.
"Non credo che il caso possa andare così lontano... Forse il destino... E' così e basta. E ora noi dobbiamo prenderci cura di quei ragazzi!"
Genere: Azione, Science-fiction, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Le unità Chrysanthemum della Squadra Desia erano sei Stridiosauri quasi completamente uguali dalle dimensioni ridotte; si trattava di modelli Conrad, più piccoli dei Mohorovičić, la cui forza risiedeva proprio nel lavorare in gruppo e unirsi in un unico, gigantesco essere per sopraffare i nemici se in gran numero, ma in una squadra di così pochi elementi il loro impatto era molto meno incisivo e nonostante ciò la Squadra Desia aveva ottenuto grandi risultati in battaglia e nei test effettuati con la Squadra Anemone.
Suzuko aveva osservato la loro coesione e aveva concluso che ci fosse qualcosa a tenerli uniti saldamente; se fosse stata all'oscuro di tutto, avrebbe pensato che fossero semplicemente tutti molto compatibili fra loro e ben organizzati, ma dopo aver sentito la storia di Jun e Kyu sapeva bene che ci fosse qualcosa di più: era qualcosa nato nelle teste dei ragazzi da poco tempo, un legame indissolubile che li rendeva molto forti proprio perché ne avevano bisogno, eppure una forza simile rischiava di venire meno in qualsiasi momento se mancavano colonne portanti a sorreggerla, e in questo caso tali colonne erano il dialogo all'interno della squadra e la fiducia nella Squadra Anemone, che si era presentata lì con le migliori intenzioni.
Suzuko comprendeva che non dovesse essere facile fare da supporto psicologico ai propri compagni di squadra in una situazione del genere; non tutti potevano essere portati naturalmente per fare da leader, ma Kano sembrava star andando a cercare di proposito tutte le scelte peggiori del caso. Era anche per questo che aveva deciso di affidarsi al piano di Fukuda e sperare che Suzuki le aiutasse.
Il ragazzo aveva dimostrato di non avere alcuna antipatia nei confronti della loro squadra, era aperto al dialogo e usando le parole giuste avrebbe potuto aiutare il proprio caposquadra a vedere un po' di ragione. Ma non sapevano ancora come avrebbe potuto reagire alla menzione dei problemi della Squadra Desia, e per questo fu Naho che andò a parlargli da sola; lei aveva stabilito un legame più forte con lui e credeva di potersi sbilanciare a dire qualcosa di più rischioso rispetto a Suzuko.
Così la biondina dovette affidarsi alla propria compagna e sperare per il meglio, senza poter in nessun modo conoscere in anticipo il risultato della sua chiacchierata con Katsuki; a preoccuparla era anche il tempo che scorreva inesorabile. Mancava solo l'ultimo test prima di tornare a Mistilteinn e dopo di quello si sarebbero rivisti chissà quando senza alcuna possibilità di lavorare sulle proprie differenze. Bisognava risolvere il problema adesso e possibilmente sperare che nel frattempo i loro compagni di squadra – Nakamura su tutti – non combinassero guai.
Naho aveva avvicinato Suzuki poco prima del solito briefing che precedeva ogni sessione di allenamento e gli aveva chiesto di seguirlo in privato; Katsuki prima aveva dovuto scusarsi con la propria partner Kawa, che però sembrò molto accondiscendente e si allontanò finendo per essere attratta dall'orbita dei fratelli Okagawa, quindi le chiese immediatamente cosa volesse dirgli mantenendo sempre quell'espressione tranquilla e un po’ assente che lo contraddistingueva.
Naho non rispose finché non furono lontani da sguardi indiscreti, quindi ancora un po' in ansia per quello che aveva da dire, iniziò a pensare al modo migliore per parlargli.
Suzuki sembrò quasi divertito dall'indecisione di Naho, tanto che arrivò un momento in cui le chiese:«E' una confessione?»
Il suo tono era chiaramente scherzoso e nonostante ciò riuscì a mettere in crisi la ragazza, che subito iniziò ad agitare le mani e a negare quella ipotesi, paonazza in viso.
«E allora a che serve tutta questa tensione? Coraggio, dillo e basta!» La incitò ridendo, compiaciuto da quella reazione scomposta. Naho ci mise un secondo a stabilizzare le proprie respirazioni e quando ci riuscì le sue guance tornarono di un colore normale, quindi fece un respiro profondo.
«Si tratta del tuo caposquadra.» Disse tornando completamente seria. La smorfia di Suzuki suggerì che avrebbe preferito una confessione piuttosto che parlare di quello, ma la lasciò continuare. «Una mia compagna ha parlato con i vostri coordinatori e loro le hanno raccontato tante cose sulla vostra squadra. Vogliamo aiutare, non è giusto che dobbiate tenervi tutto dentro in questo modo solo perché lui non riesce ad affrontarlo…»
Katsuki la interruppe. «Quanto sapete, esattamente?»
«Tutto.»
«Sapete di Ogura?»
«Sì.»
«E di Yumu e Tsunami?»
«Sì.»
«E…» Il ragazzo si fermò, osservandola attentamente. Quello era lo sguardo di chi sapeva cosa avrebbe detto.
«Katsuki.» Gli disse con voce ferma. «Sappiamo tutto. Vogliamo aiutare!»
Suzuki fu sorpreso dal sentirsi chiamare per nome, quindi abbozzò un sorriso divertito e le disse di andare avanti. «Come avreste intenzione di aiutare, esattamente?»
Un po' più incespicante su quell'argomento, Naho riprese il suo discorso:«Kano non accetta alcun tipo di aiuto, sembra sicuro di poter affrontare qualsiasi pericolo da solo, e ammetto che i nostri risultati nei test non sono stati molto incoraggianti… Se dovessimo deludere le aspettative anche questa volta, potrebbe spingere ancora con più forza per non collaborare mai più, ma dai racconti di Jun e Kyu sappiamo che per la prossima battaglia abbiamo bisogno di combattere assieme! Solo che se dovessimo arrivarci in questo stato, sarà tutto inutile.»
«D'accordo. Quindi? Vuoi che gli parli?»
Naho alzò lo sguardo verso Suzuki. Era serio, ma nonostante avesse tutte le buone intenzioni credeva che non sarebbe servito che qualcuno della sua squadra mettesse una buona parola su di loro.
«No, finiresti per farlo arrabbiare di più.» Disse. «Non vogliamo farlo sentire in trappola, a lui basta pochissimo per reagire in modo aggressivo. Però volevo chiederti qualche consiglio su di lui, per come parlargli meglio e aiutarlo a capire che non vogliamo fare nulla di sbagliato…»
Suzuki abbassò lo sguardo, braccia incrociate e labbra serrate. Rifletté per qualche secondo, poi annuì un paio di volte tra sé e sé e infine tornò a guardare Naho.
«Capisco la vostra preoccupazione. Anche io penso che, se resteremo da soli la prossima battaglia, moriremo tutti di sicuro.» La sua schiettezza diede i brividi a Naho, che si chiese come facesse a dire cose simili con tanta leggerezza. «Tuttavia il problema non è "ciò che fate", ma "ciò che avete fatto."
«Kano odia ciò che rappresentate. Il vostro gruppo è forte, ma manca di coesione; la scenata fatta dal tuo compagno di squadra l'altro giorno dimostra che ci sono cose nascoste agli sguardi esterni che potrebbero minare la struttura della vostra squadra. Ci sono altri esempi simili che potrebbero venirti in mente?»
Naho ripensò a quello che era successo tra Hoshi e Momo, alla fuga disperata sotto la pioggia della sua amica, a come Kya non avesse mai del tutto perdonato quel comportamento del ragazzo; si ricordò delle insicurezze di Aki e Rin e del loro breve ma intenso gioco di nascondino con i coordinatori nelle prime settimane di convivenza; si ricordò anche delle volte che Yoshiki aveva causato, anche involontariamente, delle discussioni parecchio accese tra i suoi compagni e delle sue reazioni incontrollabili sul campo di battaglia, che gli ricordavano Kya per certi versi.
Suzuki non la fece nemmeno rispondere. «Ecco, quello sguardo la dice lunga. Magari sono solo sciocchezze, però ci sono state chiaramente alcune situazioni che ti hanno fatto dubitare dei tuoi amici; se tu hai dubbi simili, allora immagina uno carico di pregiudizi come il mio caposquadra.»
«Ma questo è un altro discorso…» Cercò di ribattere lei, ma Suzuki la interruppe calmo.
«Anche volendo abbuonare alla tua amica ciò che ha portato alla rottura con il suo partner, ci sono tante altre sue azioni che hanno fatto storcere il naso a Kano.»
Naho sapeva già cosa avrebbe detto, si preparò alla batosta senza ribattere.
«Quando pilota è indubbiamente una forza della natura, tuttavia a volte sembra fare troppo.» Continuò Katsuki. «Come se le interessasse di più uccidere i VIRM, piuttosto che proteggere il mondo.»
A quelle parole Naho non seppe cosa rispondere. Anche a lei era sembrato che Kya traesse particolare piacere dalla lotta e questo non l'aveva mai rassicurata particolarmente; tuttavia lei conosceva Kya meglio di Kano e Suzuki, sapeva cosa volesse lei e cosa provasse per le persone che le stavano accanto, non credeva che avrebbe mai veramente messo in pericolo i suoi compagni in un modo tanto ingenuo.
«Kano ha paura ad affidare la propria vita e quella dei suoi compagni nelle mani di qualcuno tanto frivolo. Il suo comportamento è una sorta di test, vuole tirare fuori il peggio da voi per dimostrare ciò che ha sempre sostenuto, non gli interessa se siete stati provocati; lui farà di tutto per distruggervi!»
«Ma come facciamo a fargli capire che non abbiamo cattive intenzioni con lui?» Sbottò preoccupata. Suzuki strinse le spalle.
«Non potete. Dovete semplicemente fare il vostro lavoro, fargli capire che le sue provocazioni non vi interessano; lasciate parlare i fatti! Kano si calmerà, forse.» Quella risposta non era esattamente ciò che Naho sperava di sentire, eppure capì che fosse il consiglio migliore che potesse darle in quel momento.
Avrebbe voluto qualcosa di più, una sorta di trucco magico per risolvere quel problema in un battito di ciglia, ma Naho sapeva che queste cose non esistevano realmente; per lei e la sua squadra c'era solo da dura realtà con cui scontrarsi e le conseguenze delle proprie azioni, che non potevano piacere a tutti come prevedibile.
«Ho come l'impressione che le mie parole non ti siano piaciute.» Commentò atono Suzuki, ma Naho alzò lo sguardo e gli disse che non era così.
«E' solo che…» La ragazza si imbronciò. «Speravo in un aiuto più sostanzioso.»
«Non sta a me cambiare l'idea che ha Kano di voi. Non vi conosco abbastanza per mettere una buona parola e anche se lo facessi, Kano capirebbe che sto mentendo; posso solo dare le mie impressioni e sperare che combacino con quelle degli altri, ma i tuoi compagni non hanno fatto del loro meglio per piacere ai miei. E' semplicemente come si sono sviluppate le cose.
La ragazza sospirò. «Hai ragione, mi dispiace averti tirato in mezzo a tutto questo.» Ma la risposta di Katsuki fu un sorriso sbrigativo.
«Nah, mi sto divertendo.» Commentò. «Sono curioso di vedere come andrà a finire tra le due squadre.»
Naho rimase a riflettere su quelle parole; il tono di Suzuki somigliava a quello di qualcuno totalmente distaccato dalla situazione in cui ci si trovava, eppure anche lui era coinvolto in tutto quello, per quanto forse in maniera ridotta rispetto agli altri. Il ragazzo fece per voltarsi e lasciarla così ai suoi pensieri, ma sembrò ricordarsi di qualcosa e tornò da lei.
«Ah, prima che mi dimentichi… A me non importa, ma sarebbe meglio che non nominassi Tanaka e Honda di fronte ai miei compagni.» Disse facendosi serio di colpo. Naho lo fissò sorpresa; aveva già pensato che fosse una cattiva idea menzionare quelle persone quindi non sarebbe di certo andata a fare domande in giro, ma se Suzuki glielo aveva voluto dire significava che fosse da evitare assolutamente.
«Non gli piace… Sì, non gli piace ricordare quei due.» Fece una pausa. «E non parlare a Ogura del suo infortunio, mi raccomando!»
Naho annuì più volte, ma nella sua mente rimasero impresse le parole utilizzate da Suzuki: "a me non importa" e "non gli piace." Sembrava che lui non si includesse di proposito in quel gruppo. Ignorando il suo voto di discrezione, Naho domandò:«Perché a te… Non importa?»
Suzuki inarcò un sopracciglio e la fissò con un'espressione carica di sorpresa; gli sfuggì una risatina.
«Alla faccia della curiosità, non guardi in faccia a nessuno quando c'è da svelare un mistero!»
Naho volle scusarsi immediatamente dicendogli di lasciar perdere, ma Suzuki fu stranamente rilassato e si avvicinò di nuovo, mostrando di non essere offeso dalla sua invadenza.
«Non è un segreto, ma mi dispiacerebbe se in questo modo sembrassi un insensibile o comunque una persona orribile…» Iniziò lui. «Quando ero piccolo mi fu diagnosticato un disturbo antisociale di personalità, il che vuol dire che sono diverso dagli altri nel modo in cui mi affeziono a cose e persone, e le emozioni hanno un sapore… Diverso.»
Naho ascoltò quel discorso con in viso un'espressione di marmo, ma in realtà era sconvolta. Non avrebbe mai immaginato che quel ragazzo nascondesse un segreto tale e nonostante l'effetto che faceva, a lui non sembrava importare minimamente; in fondo era esattamente quello che le aveva appena detto, ma vederlo in azione con questa consapevolezza lo rendeva ancora più incredibile.
«Quindi è per questo che non sono triste se quei due abbiano tirato le cuoia.» Suzuki simulò un sorrisetto, ma sembrò ripensarci e si scusò per aver usato un termine così insensibile.
Naho sentì un brivido lungo la schiena alla sua battuta, ma mantenne il sangue freddo; non voleva rovinare il rapporto che aveva con quel ragazzo e in fondo qualunque disturbo avesse era sempre una persona molto interessante e a tratti amabile. «C-come mai hai deciso di entrare nel programma Parasite, allora?»
Suzuki sorrise di nuovo, divertito dalle incessanti domande della ragazza che sembrava non riuscire a darsi un contegno, ma in fondo doveva aver capito che non gli dava alcun problema ricevere domande anche scomode.
«Volevo fare qualcosa di divertente.» Disse senza pensarci troppo. «Volevo divertirmi. Potrei dire che non c'è niente di divertente nel combattere in una guerra, ma non è questo a renderlo piacevole: la monotonia di una vita tranquilla non soddisfa come può fare invece una vita sempre di corsa, passata tra un allenamento e una battaglia, con il rischio di farsi molto male. E poi, semplicemente, mi attirava l'idea di avere gente che si affidasse a me, pur essendo un mostro.»
Sembrò malinconico mentre pronunciava quelle ultime parole, ma in realtà era semplicemente sincero; forse era Naho a osservarlo e analizzare le sue parole, attribuendogli sfumature che non aveva. Suzuki alzò lo sguardo verso di lei, che non disse niente e rimase a fissarlo in faccia, quindi sorrise e si girò.
«Scusa, non volevo certo distruggere l'immagine che avevi di me.» Borbottò portandosi una mano alla nuca e iniziando a lasciare la stanza. «Ci si vede sul campo di addestramento!»
«Non sei un mostro.»
La voce di Naho rimbombò all'improvviso nella stanza vuota e fece fermare Suzuki, che si era già avviato verso l'uscita. L'espressione di sorpresa che le mostrò fu impagabile, ma Naho non vi si concentrò troppo per non perdere il filo del discorso che aveva in mente.
«Tu non sei un mostro, sei solo una persona un po' diversa dal resto.» Continuò. «Un mostro non sarebbe così disponibile e non darebbe consigli preziosi e onesti su una questione così delicata. E' probabile che anche a te importi del benessere della squadra, solo che non lo sai e non lo dai a vedere.»
Confuso da quell'improvvisa pioggia di parole, Katsuki fece una smorfia e scosse la testa. «Se lo dici tu…» Borbottò salutandola di nuovo, lasciando la stanza definitivamente.
Naho rimase in silenzio qualche istante, poi sospirò e con aria soddisfatta tornò alla sala dei briefing per incontrare il resto della squadra. Arrivando alla sala, incontrò Kya e Kaoru appena fuori dalla porta, appostati a ripetere qualcosa tra di loro con aria losca; dovevano essere particolarmente assorti, perché non si accorsero di Naho finché questa non fu alle loro spalle e li ebbe chiamati per nome.
«Che state facendo sulla porta? Entriamo!» Disse lei, ma questi furono riluttanti a seguirla.
«Tu vai avanti, noi dobbiamo finire di ripassare alcune cose…» Borbottò Kya, lanciando un'occhiata a Kaoru che annuì senza dire niente. Naho li fissò per un secondo e aggrottò la fronte, poi alzò lo sguardo esasperata.
«Che state facendo?» Domandò di nuovo, questa volta con tono perentorio. Kya allora rispose cercando di minimizzare.
«Solo un piccolo consiglio di guerra, stiamo ripetendo come affro…»
«Un consiglio di guerra?!»
Le mani della caposquadra si lanciarono a premere le labbra della sua compagna per farle fare silenzio. Kya soffiò l'aria tra i denti e si guardò intorno alla ricerca di qualche testimone di quella scena, quindi allontanò lentamente le mani dalla bocca di Naho e tornò a parlare a bassa voce.
«E' solo una chiacchierata tra partner su quale linea d'azione sarebbe meglio seguire nel prossimo test.» Spiegò scrollando una mano con fare sbrigativo.
«Ma non sappiamo che tipo di test sarà.» Rispose Naho perplessa. Kya annuì compiaciuta.
«Questo, mia cara, perché tu non hai la lungimiranza mia e del signor Matsumoto qui presente, la nostra intraprendenza e questo documento dove stanno scritte tutte le prove dei test passati e futuri!»
Kya tirò fuori da sotto l’uniforme una busta trasparente con dentro diversi fogli stampati e rilegati assieme e Naho quasi glielo strappò dalle mani rendendosi conto della gravità della situazione.
«Che diavolo fai? Se lo scopre Nana, o peggio Hachi, siete morti!» Esclamò a denti stretti agitando le braccia, ma la sua amica aveva già nascosto di nuovo i fogli sotto all'uniforme.
«Non succederà perché me ne sbarazzerò presto, ora che ho ottenuto quello che cercavo.» Ghignò e qualche istante dopo il suo sorriso si allargò ancora di più. «Ma non è che per caso… Vuoi dare un'occhiata anche tu?»
Naho arretrò in maniera molto teatrale e guardò la sua amica con sdegno. Avrebbe detto che non poteva credere a ciò che le aveva proposto, ma in realtà ci credeva benissimo perché sapeva come era fatta Kya; in ogni caso mantenne un tono autoritario e si rifiutò di prendere i fogli che l'altra le stava porgendo senza troppo riguardo.
«Sarebbe come barare, non potrei mai fare una cosa del genere!» Disse distogliendo lo sguardo. Kya annuì e disse che non si sarebbe aspettata niente di meno da lei.
«Allora vedrò di farlo sparire, così nessun altro saprà cosa ci aspetta in questo test decisivo…» Borbottò voltandosi, estendendo l'ultima parte della sua frase il più possibile sapendo che Naho stesse ancora ascoltando.
Kya rimase ferma per due secondi, lo sguardo compiaciuto fisso su Kaoru che la squadrava perplesso, e quando fece un altro passo in segno di voler andare via, la sua amica la fermò e le prese con poco garbo la cartellina. Mentre sfogliava nervosamente i documenti che indicavano la scaletta dei test delle due squadre, Kya le si avvicinò sghignazzando e posò gli occhi sui fogli assieme a lei.
Stando a quanto riportava il documento, l'ultimo test avrebbe visto le due squadre collaborare dividendosi in coppie di Stridiosauri: il campo di battaglia sarebbe stato una replica di un centro abitato e l'obiettivo sarebbe stato quello di salvare i civili, impersonati da droni passivi, affrontando al contempo altri droni che avrebbero cercato di fermarli; il risultato sarebbe stato giudicato dalla rapidità con cui l'obiettivo sarebbe stato raggiunto, l'efficienza nell'eliminare i droni avversari e dai come sarebbero stati contenuti i danni alla città.
Naho si lanciò subito a leggere i nomi dei piloti che avrebbero lavorato in squadra, trovando il suo e quello di Yoshiki accanto ai nomi di Saitō e Igana.
Non era poi così male. Lei aveva già parlato con Tomoko, mentre Yoshiki sembrava aver fatto più o meno amicizia con il suo partner, ma era sicura che non si sarebbero risparmiati durante il test.
Tuttavia non si trattava di competere tra loro; le coppie avrebbero dovuto collaborare per superare la prova, forse neanche ci sarebbe stata una classifica alla fine.
«Allora anche la nostra perbenina Naho non riesce a resistere alla tentazione di sbirciare nel programma del giornata, eh?» La stuzzicò Kya, e Naho si ricordò immediatamente di essere nel bel mezzo del corridoio e di avere in mano un documento che scottava.
Glielo schiaffò in faccia e le disse di farlo sparire, impedendo alla sua amica di ribattere in alcun modo. Dopo un istante però, la curiosità di Naho tornò alla carica.
«Voi con chi dovrete collaborare?»
Kya sembrò aspettarsi quella domanda. Con sguardo sdegnoso per essere stata trattata con così poco garbo, diede qualche colpetto con la mano alla cartella e si schiarì la voce, tornando a passare le dita tra i fogli per prendere nuovamente la pagina appena consultata dalla sua amica.
«In effetti mi sarei aspettata di dover collaborare con Kano, sai essendo entrambi caposquadra e dovendo lavorare sulle nostre differenze e tutte quelle scemenze là…» Borbottò. «Ma invece io e Kaoru siamo stati accostati a questi Ogura e Nagashima.»
Kya lesse i nomi sul documento con aria misteriosa, come se non li avesse mai sentiti prima. In un primo momento Naho pensò che avesse senso che non fossero finiti con il caposquadra opposto, ma subito temette che il carattere particolarmente impulsivo della sua amica avrebbe potuto provocare dei problemi al fianco di Ogura e provò ad avvisarla.
«Lo so, starò attenta!» La anticipò sbuffando. «So già di essere tenuta d'occhio dai coordinatori, non voglio fare arrabbiare nessuno.»
«Non è quello…» Mormorò Naho, incerta se dire di più. Doveva fermarsi, Kya non sarebbe mai riuscita a mantenere il segreto. «E' solo che Ogura ha un carattere particolare, cerca di non strapazzarla troppo, d'accordo?»
Kya la fissò come se avesse davanti un alieno. Normalmente avrebbe risposto con sarcasmo all’invito e avrebbe fatto totalmente il contrario di quello che le era stato chiesto, ma invece si limitò a fare spallucce e a dirle che sarebbe stata attenta.
«In ogni caso, ci siamo preparati alla grande proprio per ridurre a zero i rischi!» Intervenne Kaoru, posando una mano sulla spalla di Kya. Questa sorrise soddisfatta e annuì più volte.
«Sì, non ci sarà bisogno di scomodare troppo gli altri!»
Sorpresa dall'improvvisa complicità nata tra quei due, Naho gli chiese che cosa avessero in mente per quel test e Kya fu fiera di rispondere carica di entusiasmo e spirito battagliero.
«Faremo sprofondare Kano nella vergogna!»
Sempre realistica e pacata, la sua cara amica.
La ragazza scoppiò a ridere dopo aver visto il volto di Naho. «Stavo scherzando!» Le disse, quindi si appoggiò a una spalla del partner continuando a sbudellarsi dalle risate.
«Il piano è quello di prendere un approccio conservativo, di non strafare in pratica.» Spiegò questo. «Con le nostre capacità attuali abbiamo poche possibilità di brillare come eravamo abituati a fare, quindi ci assicureremo di fare il nostro lavoro e non intralciare nessuno.»
«Anche al cinquanta percento delle mie capacità sono fortissima!» Esclamò Kya gonfiando i muscoli, senza risultare convincente. «Mostrerò a Kano il mio talento e il mio contegno, così non avrà altra scelta che accettare il nostro contributo! E a quel punto anche Ryo vorrà tornare da me, ammaliato dalla mia bravura alla guida e dalle mie doti diplomatiche!»
La ragazza si sbracciò con grande teatralità e concluse quel discorso con gli occhi che le brillavano, ma a quel punto Kaoru dovette intervenire con tono più contenuto per farla volare basso:«Una cosa alla volta, Kya.»
Naho era sorpresa dall'intraprendenza della sua amica. Negli ultimi giorni aveva pensato che fosse troppo depressa per cercare un modo per rispondere al duro colpo che il suo amico le aveva inflitto; invece adesso scopriva che si stava impegnando a risolvere il problema agendo in modo diverso da come era abituata a fare e la cosa più bella da vedere era come Matsumoto la stesse sostenendo. Forse Suzuki aveva ragione a dire di lasciare che le cose si sistemassero da sole.
«Bé, allora sembrate avere tutto sotto controllo…» Sospirò. «Ma sul serio, vedi di far sparire quel coso altrimenti ti aspetta una tirata d'orecchie da qui fino ad Anemone!»
Kya ammiccò e le disse di non preoccuparsi. «E non dimenticare: contiamo anche su di te!»
«Come su di me?»
«Bé, visto che Iustitia e Xenomorphus, che erano gli Stridiosauri più forti dell'ultimo periodo, sono stati azzoppati da questo shuffle, rimanete voi dell'Anthurium e l'Animus a tenere alta la bandiera della nostra squadra, e voi siete sempre stati impeccabili sin dall'inizio.» Spiegò la ragazza ricomponendosi. «Se vogliamo dimostrare a quell'antipatico di Kano che siamo gente di cui fidarsi, dobbiamo mostrargli che siamo tutti capaci di cose straordinarie!»
Kya si girò verso la porta dopo aver visto gli adulti arrivare dalla fine del corridoio e fece l'occhiolino a Naho, che rimase a fissarla stordita; tra tutto quello che aveva scoperto in quei cinque minuti di conversazione, sapere che Kya la reputava una delle persone più forti della squadra la lasciò senza parole. Forse la sua amica era molto più matura di quanto desse a vedere.
Rientrando nella sala briefing, Naho lanciò un'occhiata a Suzuko per farle sapere che aveva concluso con Suzuki, ma non andò a parlarle subito perché dopo di lei entrarono anche Nana, Hachi e i due coordinatori della Squadra Desia, seguiti poi da tutti gli altri che ancora non erano presenti in sala, e così rimase ad ascoltare le loro indicazioni.
Nana li salutò con il suo solito tono raggiante, battendo le mani per richiamare l'attenzione. Era arrivato il momento della prova decisiva, l'ultimo giorno di quel gemellaggio che per alcuni era stato molto movimentato.
«Lasciateci dire, innanzitutto, che siamo molto contenti dei risultati avuti fino ad ora. Vediamo tutti i vostri sforzi nel tentare di costruire un dialogo pacifico tra le due squadre e speriamo che presto anche le ultime incomprensioni potranno essere chiarite…» Quell'ultima parte fu diretta in particolare a Kano, che però sembrò quasi non ascoltare.
Shinji aveva i nervi a fior di pelle da quando era atterrata la Squadra Anemone. Se prima pensava che sarebbe bastato ignorarli, adesso le provocazioni che aveva ricevuto lo avevano convinto a fare di tutto per umiliarli. E in fondo ci stava riuscendo; nonostante la poca concentrazione, aveva sempre ottenuto ottimi risultati nelle prove surclassando diversi membri dell'altra squadra e, soprattutto, quella presuntuosa di Nakamura. Li avrebbe rispediti a casa in lacrime!
«Passando all'ultima prova, per adesso vi forniremo solo alcuni dettagli generali e quando sarete sul campo riceverete maggiori istruzioni.» Fece Hachi, attivando un ologramma che mostrava l'area su cui si sarebbe svolta la prova; un modello estremamente dettagliato della città di Desia, proprio come aveva detto il documento di Kya.
Naho si voltò a cercare l'amica, immaginando che se la stesse ridendo sotto i baffi, ma invece la beccò a lanciare occhiate timorose a Sato, seduto dall'altro lato della sala quasi in isolamento; Aiko aveva preso posto accanto a Kaoru, che era seduto al fianco della sua nuova partner, e in generale nessuno sembrava aver voluto prendere posto accanto allo Stamen dello Xenomorphus. Da quando aveva dato voce al suo disagio, Ryo si era isolato quasi volontariamente dal resto della squadra e gli altri, anche i suoi amici più stretti, avevano fatto fatica ad avvicinarlo e parlare onestamente con lui. Le cose sarebbero mai tornate come prima?
Dopo le istruzioni degli adulti, le due squadre si avviarono verso l'uscita. L'abitazione della Squadra Desia era in pieno centro città e non c'era abbastanza spazio per gli Stridiosauri, quindi per ogni allenamento c'era bisogno di un viaggio relativamente breve fino alla periferia; i mezzi erano custoditi in una grande struttura dell'I.P.U. dove avveniva la manutenzione, ma in quei giorni non c'era stato molto lavoro da fare perché i test avevano riportato pochissimi danni. Per quanto la struttura non avesse bisogno di ospitare Stridiosauri di grosse dimensioni, lo spazio per gli Stridiosauri ospiti, dalle dimensioni mastodontiche rispetto alle sei unità Chrysanthemum.
Non appena arrivarono alla struttura, Kya iniziò subito a ronzare attorno alla coppia formata da Ai Ogura e Tetsuki Nagashima; sapendo che avrebbe dovuto collaborare con loro aveva intenzione di capire che tipi fossero e magari fare amicizia sul momento, ma si rese conto di aver già conosciuto il ragazzo in precedenza, quando era andata a fare visita a Kano e aveva finito per litigare furiosamente con quest’ultimo. In quella circostanza si era completamente dimenticata della presenza del piccoletto sarcastico, ma adesso che se lo ricordava fu molto sollevata al pensiero di avere già avuto a che fare con lui.
Normalmente, a quel punto, la ragazza si sarebbe allargata e avrebbe rapidamente abbandonato ogni formalità per abbattere ogni barriera tra loro, ma questa volta invece preferì trattenersi per non risultare eccessiva; poteva comunque contare sulla sua naturale estroversione e fare una buona impressione ai due ragazzi, ma la presenza della Pistil di quella coppia la frenò un poco.
Ogura aveva un'aura difficile da spezzare attorno a sé, lo sguardo fisso anche quando rivolgeva la parola a qualcuno, per non parlare del fatto che sembrasse avere una guardia del corpo, una ragazza alta e dai capelli rossi con lo sguardo severo, e che non lasciasse mai la mano del proprio partner. Anche per una persona come lei, era difficile avvicinare qualcuno così.
Per i piloti della Squadra Desia fu strano vedere i loro ospiti imboccare rampe diverse per raggiungere le cabine di pilotaggio dei diversi Stridiosauri; la differenza in altezza di alcuni modelli sapeva essere intimidatoria, ma non tutti si lasciarono spaventare dall'imponenza di Stridiosauri come il Gaia o l'Aros, essendo sicuri nelle proprie capacità.
Quando i piloti furono nelle cabine di pilotaggio, gli Stridiosauri furono spostati dai macchinari per essere posizionati sul campo del test. I coordinatori avevano allestito tutto con cura questa volta, volevano mantenere la sorpresa a tutti i costi probabilmente per aiutare i ragazzi a improvvisare in situazioni complicate; era un vero peccato che Kya e Kaoru fossero già venuti a conoscenza del programma della simulazione odierna e avrebbero sfruttato ogni minimo vantaggio.
Quando finalmente, dopo diversi minuti passati al buio nelle cabine ad aspettare che le unità fossero in posizione, dalla sala comando arrivò il via per attivare la connessione, gli Stridiosauri si risvegliarono uno ad uno, ritrovandosi all'interno di un paesaggio urbano e lontani dai propri compagni di squadra; accanto a loro c'era solo una delle unità della squadra opposta.
«Il vostro compito è quello di collaborare in coppia per respingere l'offensiva nemica all'interno della città e allo stesso tempo recuperare e portare in salvo i civili nascosti sul campo.» Spiegò la voce di Jun via radio, sorprendendo non poco in particolare i membri della propria squadra.
«Sia i nemici che i civili saranno impersonati da dei droni con pannelli luminosi viola e verdi a contraddistinguerli, come al solito.» Si unì Kyu. «Assicuratevi di non fare confusione.»
«Inoltre, per incentivare la collaborazione tra coppie, i vostri canali di comunicazione sono stati disattivati; non riceverete più istruzioni da noi e sarete in grado di comunicare solo con le unità nelle vicinanze tramite gli Stridiosauri.» Questo fu l'ultimo messaggio dalla sala di controllo, prima che gli adulti si chiudessero a osservare e giudicare l'operato dei loro pupilli. Suzuko pensò che avessero preso quella decisione dopo l'imprevisto nella loro ultima battaglia che aveva impedito tutte le comunicazioni tra Stridiosauri e coordinatori, ma più ripensava a quello che sapeva sulla Squadra Desia e più credeva che quel tipo di precauzioni fossero superflue.
«Ci stanno prendendo in giro? Questa avrebbe dovuto essere una sfida tra squadre…» Ringhiò una voce familiare proveniente dallo Stridiosauro accanto al Gaia. Suzuko si voltò sorpresa.
«Kano, sei tu?»
Un gemito insofferente la raggiunse in risposta. «Sentakami, giusto?» La salutò senza neanche voltarsi a guardare. «Bé, immagino che poteva andarci peggio…»
Suzuko si trattenne dal rispondere a tono a quel commento fuori luogo e invece cercò di creare un dialogo costruttivo:«Pensavo che i caposquadra avrebbero collaborato assieme.»
«Forse hanno capito che quella randagia della tua compagna non è nelle condizioni per fare la caposquadra…» Rispose lui credendo di infastidirla. Al contrario, Suzuko aveva sostenuto quella tesi sin dal primo giorno ma aveva lasciato fare perché, fino a quel momento, i risultati della squadra erano stati soddisfacenti. Ma le parole di Kano risvegliarono qualcosa in lei; avrebbe dovuto considerare questo test come una prova per mettere in mostra le proprie doti da leader? In fondo aveva sempre cercato il dialogo con Kano, si era comportata in maniera diplomatica come avrebbe dovuto fare Nakamura, quindi forse qualcuno aveva notato i suoi sforzi?
«O magari hanno semplicemente scelto le coppie a caso.» Rispose stizzita la partner del caposquadra, Yumu. «Smettila di cercare sempre un motivo per litigare!»
Il rimprovero di Saki sembrò avere effetto su Kano, che cambiò argomento e disse al Gaia di darsi una mossa e di restare vicino. Gli Stridiosauri in dotazione alla Squadra Desia erano tutti piccoli e molto maneggevoli, differenziati solo dal numero che accompagnava il loro nome dipinto sul dorso di ognuno, e alcune abilità individuali: l'unità Chrysanthemum 1 appariva come un piccolo pod slanciato e dal dorso leggermente bombato, poteva spostarsi sia orizzontalmente che in verticale, sfruttando i retrorazzi per le manovre; non era munito di ruote come l'Animus, ma poteva considerarsi simile ad esso per le sue qualità e così anche gli altri Stridiosauri del gruppo. Il suo potere di attacco non era alto e da solo spesso otteneva pochi risultati, ma poteva scovare i punti deboli dei nemici ed eliminarli in un solo colpo grazie alla grande varietà di accessori di cui disponeva.
Non appena le comunicazioni furono disattivate, Kya e Kaoru si concentrarono sui loro compagni per quella missione: normalmente la ragazza non si sarebbe neanche premurata di chiedere i loro nomi, ma avendoli già letti nel documento che aveva rubato ai coordinatori le venne naturale chiamarli a sé.
«Ogura, Nagashima! Siamo finiti assieme, eh?» La differenza in altezza tra lo Iustitia e il Chrysanthemum 4 era molto meno evidente che con gli altri modelli, eppure la ragazza si sentì ugualmente molto sbilanciata; improvvisamente capì come dovesse sentirsi la sua amica Momo quando stava accanto a quel tappo di Kondō e le venne da ridere.
«Sei Nakamura?» Borbottò sorpreso il ragazzo, voltando lo Stridiosauro verso di lei.
Kya ammiccò. Era strano per Tetsuki vedere il suo volto impresso sulla faccia dello Stridiosauro, aveva letto che era una caratteristica dei vecchi modelli di FranXX, ma non avrebbe mai pensato di poterlo vedere di persona su di uno Stridiosauro.
«Non fatevi problemi a chiedere aiuto in qualsiasi momento!» Disse la caposquadra cercando di assumere un tono rassicurante per spingerli a fidarsi di lei. «Io e Kaoru non siamo ancora al top della forma, ma siamo sempre due abili piloti!»
Kaoru provò ad aggiungere qualcosa per rafforzare quella affermazione, ma a quel punto arrivò tagliente la voce di Ogura dall'altra parte. «Non ci sarà bisogno.»
E ancora prima che Iustitia potesse ribattere, il piccolo classe Conrad attivò i propulsori e scattò facendo sponda su di un palazzo per cambiare direzione, fiondandosi poi su di un cantiere vuoto, facendolo crollare.
Quando la polvere si diradò, Kya e Kaoru videro il Chrysanthemum 4 circondato da resti metallici e circuiti ormai inutilizzabili. Ancora un po' confusi su cosa fosse successo, vennero ragguagliati dalla voce di Nagashima che sembrava star rimproverando la sua partner.
«Ai, non puoi fiondarti così addosso ai nemici! Abbiamo distrutto l'intero fabbricato!»
«Ma era vuoto.» Rispose lei, la voce rimbombava nell'aria amplificata dallo Stridiosauro nonostante il suo tono fosse basso come al solito. «E poi questa è una simulazione, non ci sono pericoli per i civili.»
«Ma le simulazioni servono appunto per capire cosa si può fare e cosa no!» Sbottò seccato lui. «E comunque lo sai che non va bene prendere il controllo in questo modo. Non farlo mai più!»
«Scusa, Tetsu…» Mormorò la ragazza con voce quasi impercettibile. «Non lo farò più, né in prova né in battaglia.»
Ancora confusi, i piloti dello Iustitia raggiunsero il luogo dell'impatto e provarono a setacciare la zona in cerca di droni superstiti, ma poterono constatare da subito che il Chrysanthemum 4 aveva fatto piazza pulita dei nemici.
«Scusateci…» Borbottò Tetsuki. «Ai aveva avvistato i nemici appena siamo entrati nell'arena e non ha saputo resistere…»
«Li ho eliminati.» Gli fece eco la Pistil, rimanendo perfettamente impassibile, stranamente orgogliosa.
«Ma non succederà più!» Aggiunse lui severo. «Dobbiamo fare attenzione anche ai civili, ricordi?»
La rapidità dell'azione di lei, mista all'efficacia di una manovra apparentemente improvvisata, aveva lasciato sgomenti i due Parasite dell'altra squadra; Kya già si immaginava di dover avere a che fare con un tipo lento e distratto e invece quella ragazzina stralunata le somigliava molto più di quanto avrebbe potuto immaginare. Un sorriso affiorò sulle sue labbra mentre Kaoru avvertì l'interesse di Kya crescere in quel test.
«Va tutto bene.» Disse. «L'importante è che ne lasciate un po' anche per noi!»
Nagashima non seppe come reagire a quell'affermazione che la sua partner sembrò invece prendere alla lettera, quindi il Chrysanthemum 4 si mise di nuovo in moto come se avesse captato qualcos'altro e si lanciò lungo uno stradone, seguito a ruota dallo Iustitia.
 
*
 
«A che stai pensando?» Domandò Katsuki, notando una certa deconcentrazione nella sua partner. Tooru era stata particolarmente silenziosa dopo l'inizio della prova e, per farla semplice, avrebbe detto che quel giorno la sua mente era decisamente altrove. Eppure di solito era sempre così professionale, almeno alla guida.
Lei sussultò sentendosi colta in flagrante e gli effetti di questa reazione si sentirono anche nei movimenti del Chrysanthemum 5, che per poco non spiccò un salto sfondando una parete di cemento. Si girò a guardare il proprio compagno, che come al solito era impassibile e addirittura sembrava anche un po' seccato da quel suo comportamento; era non era una novità reagire così per lei, appena le capitava un imprevisto perdeva tutta la sua compostezza e iniziava a fare errori stupidi, ma credeva che questo tipo di inconvenienti non le capitassero nella connessione.
E invece quando aveva scoperto che avrebbero collaborato proprio con lo Stridiosauro di quei due fratelli, Tooru si era persa nel suo mondo. Fino ad ora avevano fatto scappare una mezza dozzina di droni nemici perché lei non era riuscita a finirli ed era sicura che le stesse sfuggendo ancora qualcosa; il problema era che in quel modo finiva per lasciare tutto il lavoro in mano a Katsuki e lui non poteva occuparsi di tutto da solo.
«A niente?» Bofonchiò goffamente, sapendo di non risultare per niente convincente.
Lui la fissò con sdegno, poi andò a controllare le percentuali sul retro del suo casco per assicurarsi che l'equilibrio non fosse stato intaccato: sessantacinque percento di connessione per lui, la Pistil invece era stabile al sessanta. Non era un problema, ma normalmente sarebbero riusciti a raggiungere anche il settanta percento; di più sarebbe stato impossibile forse, ma ormai era da parecchio che i loro valori non restavano stabilmente allo stesso livello.
«E' un peccato che non possa leggerti nel pensiero come fanno gli altri, sarebbe molto più facile aiutarti ad essere sincera.» Disse sarcastico, facendola arrossire.
«Dai, non dire scemenze!» Tooru simulò una risata, quando in quel momento stava provando in realtà un forte imbarazzo; Suzuki riuscì a sentire in particolare il suo disagio e l'incapacità di mentire che l'aveva sempre contraddistinta, ma dalla connessione non ottenne altro.
La voce di Aki Okagawa interruppe quello scambio e il valore negativo vacillò un momento; l'Animus si era allontanato per un breve giro di perlustrazione e stava tornando a gran velocità. «Abbiamo localizzato degli obiettivi da salvare all'interno di un edificio più avanti.» Disse.
«Molto bene.» Rispose Suzuki. «Quanto dista dal punto di raccolta?»
«Uhm…» Rin si guardò intorno e intanto fece scorrere davanti a sé alcuni ologrammi fornitigli dal centro di comando riguardanti la mappa della città. «Due o tre minuti alla massima velocità, se non troviamo imprevisti.»
«Allora andiamo.» Disse lui. «La priorità è recuperare i civili e tenerli al sicuro; se dovessimo incontrare nemici lungo la strada dopo averli presi in custodia uno di noi resterà indietro e permetterà la fuga all'altro.»
«Non è un po' estremo?» Domandò Aki. «In due avremmo più possibilità di farcela…»
«Come ho già detto, i civili hanno la priorità.» Suzuki fu lapidario su quello, non aveva alcuna intenzione di discuterne.
«Ma non possiamo lasciare indietro i nostri compagni!» Protestò l'altro, seguendo il Chrysanthemum 5 mentre si allontanava dall'area. «In una battaglia reale sarebbe troppo pericoloso…»
«In una battaglia reale dovresti semplicemente pensare a mettere in salvo i civili!» Lo zittì Suzuki, che sembrava leggermente infastidito. «Doversi preoccupare di tenere al sicuro delle persone che non possono intervenire renderebbe solo più difficile il nostro compito, quindi meglio restare da soli e combattere con i VIRM piuttosto che farlo in due con una palla al piede.»
Aki e Rin si sentirono a disagio improvvisamente. Non avevano messo in conto quel punto, ragionando in funzione dei droni che sostituivano i civili in una battaglia vera; avevano semplicemente pensato che, essendo la loro collaborazione l'obiettivo principale dell'esercitazione, sarebbe stato ingiusto abbandonare i propri compagni. Si scusarono, ma continuarono a pensarci lo stesso: se Kya e Ryo avessero seguito quel ragionamento nella loro ultima battaglia, forse loro non sarebbero stati lì in quel momento.
Tutti i dubbi e le discussioni furono interrotte dalla voce di Kawa, che domandò:«D'accordo, ma chi è il più veloce?»
Distratti da quella domanda apparentemente insensata, Aki e Rin diedero la risposta che loro ritenevano ovvia:«Noi, ma perché?»
«Oh, non ne sarei del tutto sicuro.» Fece Suzuki, mentre la sua partner si spiegava meglio.
«Sarebbe sensato affidare al più veloce del gruppo il recupero dei civili; in questo modo avrebbe più possibilità di portarli in salvo.»
Tooru non voleva certo risultare una maestrina, quindi fu pronta a scusarsi per quelle assunzioni, ma in fondo sia lei sia i suoi compagni di squadra non erano al corrente del pieno potenziale di entrambi.
«Bé, noi siamo i più veloci nella nostra squadra…» Azzardò Aki. «E' altamente probabile che lo saremmo anche in questo caso.»
«Le unità Chrysanthemum sono piccole, ma non vi conviene sottovalutarle.» Disse Katsuki con una punta di orgoglio nella voce. A quel punto fu Rin a ribattere sfacciatamente.
«Allora facciamo una piccola gara!»
Subito si rese conto di aver detto una cosa estremamente stupida: mettersi a fare a gara in una situazione come quella, nel bel mezzo di una esercitazione che avrebbero dovuto prendere seriamente, era un comportamento estremamente sconsiderato. Si aspettava di essere redarguita subito dal rigido Suzuki, e invece lui sembrò divertito dalla proposta.
«Ci sto! Il primo che raggiunge l’obiettivo si occuperà del recupero.» E senza quasi nemmeno dare il via, il suo Stridiosauro si lanciò nella corsa.
L'Animus reagì con un secondo di ritardo, sorpreso anche dalla velocità raggiunta dal Chrysanthemum 5 che grazie alla sua forma aerodinamica aveva un'ottima accelerazione e poteva contare su dei propulsori istantanei; lo Stridiosauro partì seguendo la strada di prima a ritroso, schivando agilmente gli per la strada e seguendo le vie principali; non era molto distante, meno di cinque chilometri forse, e con le strade deserte di quella simulazione non sarebbe stato un problema. A un certo punto dalla propria posizione l'Animus poté vedere l'altro Stridiosauro sfrecciare nella strada parallela alla propria; si era trasformata a tutti gli effetti in una gara di accelerazione, ma se il Chrysanthemum 5 aveva potuto sfruttare il vantaggio di conoscere il territorio e la partenza anticipata, l'Animus poteva contare su una velocità di punta maggiore e in breve tempo si creò un distacco sempre più ampio che gli aggiudicò la vittoria una volta giunti sul posto.
«Bel lavoro.» Disse Suzuki non molto sorpreso. «Ma in un terreno più accidentato avreste perso. E non credete che non abbia notato quanto lentamente abbiate reagito alla nostra partenza!»
Aki si sentì in diritto di vantarsi un po', ma rimase comunque con i piedi per terra. «Siamo riusciti comunque a raggiungervi e ad arrivare prima di voi; su un percorso ancora più lungo avremmo vinto con distacco.»
«Sì, sì.» Suzuki non sembrava irritato, solo preferì andare oltre come se volesse ricordare ai suoi compagni di avere un lavoro da sbrigare. Guardò in alto verso la cima del palazzo indicato dagli altri e domandò se fossero in grado di scalarlo.
Aki si lasciò sfuggire un sorrisetto. Fortuna che nessuno poté vederlo a parte Rin, che avvertì quanto si stesse diverntendo. «Sta' a vedere!»
Dopo essersi distanziato dalla parete del palazzo, l'Animus iniziò a corrervi incontro e quando l'ebbe raggiunta sfruttò le punte della propria mezzaluna per agganciarvisi e iniziare una rapida scalata alla massima velocità.
Bastarono pochi attimi perché l'Animus arrivasse in cima, saltando in aria e frenando violentemente una volta toccata la terrazza del palazzo; qualche istante dopo arrivò il Chrysanthemum 5, che aveva sfruttato i retrorazzi per volare radente alla parete e seguire così i compagni; il classe Conrad sembrava essere munito di una sorta di dispositivo di levitazione magnetica che gli permetteva di restare parallelo a qualsiasi superficie mentre si spostava.
«Niente male.» Disse Suzuki. «Ora recuperate i droni e leviamoci di qui prima che arrivi qualche sorpresa.»
Di solito Aki non dava peso a certe cose, ma gli sembrò che la poca enfasi nella voce dell’altro fosse un modo per evitare di dargli credito. Preferì lasciar perdere e fece avvicinare l'Animus ai droni con la luce verde, che quando furono da lui si agganciarono automaticamente alla sua corazza. Adesso avevano un gruppetto di droni da tenere al sicuro e l'intenzione era quella di sbarazzarsene il prima possibile; anche se era brutto ammetterlo, in quella situazione dei civili risultavano essere solo dei pesi e anche per questo Suzuki sembrava così deciso a mettere la loro sicurezza davanti a tutto. Tuttavia era proprio per questo motivo che eseguivano quel tipo di esercitazioni, per prepararsi alle eventualità in cui avrebbero dovuto occuparsene realmente; adesso erano liberi di sperimentare e anche di sbagliare, ma in battaglia avrebbero dovuto essere perfetti e seguire la via più sicura.
Gli Stridiosauri scesero nuovamente in strada, questa volta l'Animus fu molto cauto per non causare danni ai suoi passeggeri, e insieme si avviarono verso il centro di raccolta più vicino. Rin si chiedeva se avrebbero incontrato qualcuno della squadra lì…
Quando furono più o meno a metà strada però, gli Stridiosauri furono assaliti da un gruppo di droni dalla luce viola. I fratelli Okagawa sapevano che avrebbero dovuto correre il più velocemente possibile e lasciare la situazione in mano a Suzuki e Kawa, ma non ci riuscirono a lasciarli indietro e Rin iniziò a sparare addosso ai droni, abbattendone alcuni.
Lo sciame di nemici si allargò chiudendogli le vie di fuga e sia l'Animus che il Chrysanthemum furono travolti; alcuni dei droni attaccati alla corazza del classe Mohorovičić rimasero coinvolti, le loro luci sfarfallarono spegnendosi.
L'urlo di Suzuki sovrastò il caos creatosi in quegli istanti, quindi il Chrysanthemum 5 iniziò a roteare su sé stesso mentre i retrorazzi sfiammavano alla massima potenza. Lo Stridiosauro scattò seguendo una traiettoria imprevedibile, rimbalzando sui palazzi adiacenti e tagliando la strada all'Animus rimasto immobile; ovunque passasse, i droni restavano bruciati dalla potenza dei suoi propulsori.
«Muovetevi e smettetela di provare a fare gli eroi!» Esclamò Suzuki irritato, attirando su di sé la maggior parte dei droni presenti. A quelle parole Aki si rese conto della situazione; i droni con la luce verde che erano stati colpiti erano rimasti agganciati al suo Stridiosauro, forse non sarebbe stato nemmeno possibile rimuoverli, ma doveva trovare un modo per uscire da lì il prima possibile e minimizzare i danni.
L'Animus si mosse in avanti sollevando le braccia in modo da proteggere i droni rimasti aggrappati alla sua corazza. La velocità aumentò rapidamente e ancora prima di avere la visuale libera dai nemici, Aki e Rin furono tirati indietro dalla spinta dell'accelerazione.
Erano già lontani dal Chrysanthemum eppure molti droni nemici erano riusciti a seguirli, rimanendo attaccati a loro o tenendo testa alla loro velocità; normalmente per liberarsene si sarebbero impegnati in alcune mosse acrobatiche, avrebbero sparato senza alcun riguardo e si sarebbero infilati in punti stretti dove era difficile essere seguiti, ma in quel caso dovevano tenere al sicuro i civili, quindi eseguire manovre estreme era fuori discussione e anche raggiungere velocità troppo elevate; quello che potevano fare, essendo i droni agganciati a una parte fissa dello Stridiosauro, era ruotare la parte superiore dell'Animus mentre questo procedeva la sua corsa e sparare ai nemici per eliminare e disperdere gli ultimi rimasti.
Rin rimase a concentrarsi sulla strada guidando la mezzaluna e regolando la velocità dell'Animus mentre Aki imbracciò i fucili e iniziò a sparare ai droni dalla luce viola mentre grazie alla forza centrifuga quelli che stavano tentando di arrampicarsi su di loro furono lanciati via.
«Virata!» Gridò lei, e un secondo dopo Aki sentì il corpo piegarsi di lato mentre l'Animus prendeva un'altra strada. Gli inseguitori adesso erano tutti alle loro spalle. Il ragazzo prese bene la mira e ne abbatté ancora, ma non era abbastanza: più le fila nemiche si assottigliavano, più diventava difficile colpire gli obiettivi e mancava poco per arrivare al punto di raccolta; se avessero dovuto attirare dei droni nemici laggiù, avrebbero rischiato di mettere in pericolo tutti gli altri civili salvati finora.
«Dobbiamo guadagnare tempo!» Esclamò.
«Non possiamo!» Rispose la sorella, che stava facendo un grosso sforzo per mantenere la concentrazione e pilotare mentre lo sguardo dello Stridiosauro era rivolto dal lato opposto.
«Ma se gli facciamo sapere dove si trova il punto di raccolta, loro…» Prima che Aki potesse concludere la frase, un muro di fiamme piovve dal cielo incenerendo gli ultimi droni all’istante, lasciando la strada vuota e sterile.
L'Animus rallentò, la confusione dei piloti crebbe finché non videro scendere verso di loro la sagoma dell'Aros. Momo li chiamava chiedendogli se fosse tutto a posto.
«Ci avete salvato proprio al momento giusto!» Li accolse Rin, che finalmente poteva distendere i nervi. «Non sapevamo più come scrollarceli di dosso.»
«Stavamo portando dei superstiti al centro di raccolta assieme al Chrysanthemum 6, quando abbiamo rilevato un grosso numero di droni nemici nell'area e un piccolo gruppo di loro in rapido avvicinamento; siamo venuti a vedere cosa stesse succedendo e abbiamo trovato voi.» Spiegò Hoshi atterrando con il dragone meccanico. Aki fu sorpreso.
«"Rilevato?"»
«Sì, pare che gli Stridiosauri della Squadra Desia abbiano incorporato una specie di radar.» Rispose quello, sorpreso quanto lui. «E' una funzione parecchio utile in situazioni come questa.»
«Capisco…» Mormorò Aki, che stava già pensando a tutti i modi in cui sarebbe stato utile per l'esercitazione; se tutti i modelli Chrysanthemum avevano quel radar installato, allora recuperare i superstiti in giro per la città sarebbe stato facile. «Quindi avete lasciato i vostri compagni indietro per venire a eliminare i nemici prima che si avvicinassero troppo?»
«Esatto. I vostri dove sono?» Domandò Momo guardandosi intorno.
In un attimo, Rin ebbe un'idea. «Sono rimasti indietro per distrarre i nemici, ma temiamo che non riescano ad occuparsene del tutto da soli. Noi dobbiamo portare al sicuro questi droni, vi dispiacerebbe andare a dargli una mano finché non torniamo?»
Aki si sarebbe stupito di quella richiesta, se non avesse letto il pensiero della sorella nella connessione un attimo prima che lei lo esternasse. I loro amici non sembrarono per niente disturbati dalla cosa e chiesero subito in che direzione si trovassero Suzuki e Kawa.
«Grazie, ragazzi!» Disse Rin preparandosi a ripartire. «Troveremo il modo di sdebitarci.»
«Ho un'idea: che ne dite se dopo che avrete portato al sicuro i vostri droni continuiamo l'esercitazione assieme? Noi quattro e i due Chrysanthemum, saremo molto più forti!»
Hoshi sorprese tutti con quella proposta; normalmente quella sarebbe stata un'ottima idea, ma sia Aki che Rin pensarono che in quel caso sarebbe venuta meno l'essenza di quel test, forgiare la collaborazione tra membri di squadre diverse. Fare squadra in quel modo avrebbe tolto senso al motivo per cui erano stati isolati, anche se in una situazione di pericolo avrebbero tutti preferito restare in gruppo.
«Vediamo cosa ne pensano gli altri.» Rispose alla fine Aki, partendo subito dopo per chiudere finalmente quella fuga e portare al sicuro i pochi droni rimasti attivi. C'era anche un altro motivo per cui aveva chiuso quella conversazione in modo tanto brusco, e cioè evitare che Hoshi e Momo notassero che avevano perso alcuni dei civili recuperati; la sua testardaggine lo aveva fatto fallire e non osava immaginare il peso che quella situazione avrebbe avuto su di lui se al posto di quei robot ci fossero state vite umane.
L’Animus percorse la strada rimasta in breve tempo e quando svoltò l’angolo riconobbe uno degli Stridiosauri della Squadra Desia in attesa davanti a una sorta di grosso magazzino barricato; sul dorso del classe Conrad era ben visibile il numero sei, ma né Aki né Rin ricordavano a quali piloti corrispondesse quel numero.
«Ragazzi…» Chiamarono esitanti, nella speranza che si presentassero da soli. Lo Stridiosauro si girò e li riconobbe.
«Voi siete i fratelli Okagawa, giusto?» Domandò una voce femminile, che si rivolse a loro con toni gentili.
«Esatto! Stavamo portando qui i droni recuperati, quando abbiamo incrociato l’Aros lungo la strada. Gli abbiamo chiesto di andare a dare una mano al Chrysanthemum 5… Dovrebbero tornare presto.»
«Siete con Suzuki, quindi?» Borbottò una voce di ragazzo. «E li avete lasciati indietro?»
«Akira…»
Il tono del ragazzo si fece rapidamente scontroso, ma finalmente Aki e Rin avevano capito con chi stessero parlando: Harada e Ōkubo, lui particolarmente scontroso e lei molto più docile. «Sono stati loro a dirci di sbrigarci, per mettere in salvo questi!»
Rin mise in mostra i droni che si stavano sganciando dal proprio corpo per entrare nella zona sicura, ma Harada sembrò interessarsene poco.
«Scommetto che ve la siete data subito a gambe con questa scusa! Non avete nemmeno fatto il vostro lavoro come si deve, quelli perché sono spenti?»
I droni danneggiati durante la fuga erano rimasti attaccati all’Animus, immobili. Aki sentì crescere la vergogna nel dover giustificare la perdita di quelle macchine che avrebbero dovuto simulare delle vite umane, ma non si tirò indietro da quelle spiegazioni.
«E’ stata colpa mia.» Disse rimanendo serio. «Suzuki aveva detto che in caso di attacco nemico, il più veloce della squadra avrebbe dovuto correre per riportare al sicuro gli obiettivi, ma io non ho voluto ascoltare e ho finito per peggiorare la situazione…»
Si sarebbe aspettato un insulto da parte di Harada, o magari un altro rimprovero o una presa in giro, ma invece lo Stamen del Chrysanthemum 6 rimase in silenzio, sbigottito. Poi un’altra voce si levò dall’Animus, prendendo alla sprovvista entrambi.
«Noi.» Disse Rin, e si voltò a guardare il fratello. I suoi occhi gentili a tranquillizzarlo. «Abbiamo commesso uno sbaglio insieme, io e mio fratello.»
Era veramente così? Rin non aveva provato a fermarlo di sicuro, ma era stato lui a impuntarsi sull’idea di restare a combattere, non avrebbe voluto trascinare anche lei in quella storia… Ma le sorrise in segno di gratitudine per averlo supportato.
«Siamo qui per imparare.» Continuò. «Io e Aki volevamo occuparci dei nemici assieme agli altri perché non vorremmo mai abbandonare dei compagni sul campo di battaglia; tuttavia non avevamo mai dovuto pensare al bene di altre persone che dipendono da noi fino ad ora, e per questo ci siamo fatti cogliere impreparati. Questo errore ci ha fatto capire quanto pesi un fallimento simile e ci aiuterà a non commetterlo più.»
La voce di Harada vacillò, poi il ragazzo sembrò sbuffare esasperato e alla fine gli disse di lasciar perdere. «E’ solo uno stupido test, è a questo che servono…»
Poi gli disse di tornare indietro dai loro compagni di squadra, lui e la sua partner sarebbero rimasti ad attendere il ritorno dell’Aros.
«Grazie.» Mormorò Rin prima che l’Animus riprendesse la corsa a ritroso lungo le strade deserte della Desia virtuale. Hikari rimase ad osservare la coppia di fratelli che si allontanava e non poté trattenere un sorriso.
«Pensavo che avresti perso la pazienza, come al solito.» Punzecchiò il proprio partner, che invece cercò di deviare il discorso.
«Ho solo voglia di concludere questa esercitazione il prima possibile, non ci servono cali di morale in questo momento.»
La ragazza annuì con riluttanza. «Già.» Mormorò ripensando a come Kano cercasse in continuazione di tenerli carichi e aggressivi, per non soccombere allo sconforto. Avevano attraversato tante difficoltà, ma ne erano usciti più forti, o almeno era quello che diceva il caposquadra.
Chysanthemum 6 rimase in attesa davanti al centro di recupero finché l’Aros non tornò in volo. Vedere quel gigante planare su di loro dall’alto era sempre un mezzo spavento, ma Akira e Hikari cominciavano a farci l’abitudine; proseguire al suo fianco trasmetteva sicurezza, il suo fuoco era molto utile con i droni ed erano sicuri che fosse stato di aiuto anche contro i VIRM.
I due Stridiosauri proseguirono allontanandosi dall’area di raccolta e addentrandosi nel centro città dove il radar aveva rilevato una alta concentrazione di nemici; sembrava che fossero appostati in attesa del passaggio di una preda, ma in realtà scoprirono che quei droni stavano tentando di stanare un secondo gruppo di droni da un loro nascondiglio; l’unica differenza tra questi era il colore delle loro luci.
Un’altra simulazione della prova, senza dubbio: i droni non avrebbero avuto difficoltà a far crollare il riparo che li divideva dai loro obiettivi, ma il motivo di quel test era capire come avrebbero reagito i Parasite a situazioni del genere e se si fossero attivati subito non avrebbero ottenuto nessun risultato dai ragazzi.
I droni dalla luce verde erano nascosti sotto alle macerie di un fabbricato, forse bloccati dal crollo, e i resti della costruzione sembravano rimanere in piedi per miracolo; non sarebbe durato ancora per molto.
Bastò un attimo perché i due Stridiosauri elaborassero un piano senza neanche il bisogno di parlarne: Chrysanthemum 6 si lanciò in mezzo alle rovine per supportare il tetto del fabbricato e fare da scudo ai droni civili, mentre Aros sputò una fiammata non troppo concentrata in modo da danneggiare i droni nemici all’esterno senza arrecare danni al compagno. Molti droni resistettero alle fiamme, ma altri videro saltare i loro circuiti e divennero inutilizzabili; l’attenzione fu tutta sull’Aros, che sparse le fiamme ovunque per strada e cercò di allontanarsi un po’ dall’edificio per lasciare il tempo al Chrysanthemum di portare in salvo i civili. Quando i droni dalla luce verde furono tutti a bordo, lo Stridiosauro uscì in strada e si diresse al centro di recupero più vicino, ma fu proprio a questo punto che un imprevisto scombinò completamente i loro piani.
I droni iniziarono a emettere un ronzio diverso dal solito, le loro luci lampeggiarono per un momento prima di spegnersi del tutto e un attimo dopo iniziarono ad attaccare indiscriminatamente gli Stridiosauri. Hikari avvertì come delle lame entrarle nella schiena mentre gli stessi “civili” che aveva caricato su di sé le si rivoltavano contro e lanciò un urlo di dolore, abbandonando completamente i comandi; Chrysanthemum 6 cadde a terra rovinosamente e Akira da solo non riuscì a rialzarlo. Il segnale di emergenza che i piloti conoscevano ormai troppo bene si attivò, illuminando di rosso la cabina di pilotaggio.
«Hikari, che succede?» Urlò il ragazzo, ma lei riuscì solo a lanciare un urlo disperato.
Le urla di Ōkubo raggiunsero l'Aros, che rendendosi conto del pericolo diede un colpo a spazzata con le ali per scacciare tutti i droni nelle vicinanze e scattò in direzione del Chrysanthemum 6 per fornire supporto, ma quando arrivò sul posto i due piloti ebbero difficoltà a capire cosa stesse succedendo.
Non avendo tempo per pensare, Hoshi decise di raccogliere da terra il classe Conrad e fuggire il più velocemente possibile salendo di quota. Harada ringraziò i compagni, ma la sua voce fu subito sovrastata dalle grida di Ōkubo, che gridava:«Toglimeli di dosso, toglili!»
Akira era confuso, non riusciva a capire perché la sua compagna di squadra provasse ancora dolore nonostante non ci fossero nemici nelle vicinanze e i suoi lamenti gli gelavano il sangue; l'equilibrio tra valore positivo e negativo stava oscillando pericolosamente e prima di causare danni cercò di chiamare la partner e dirle di staccare tutto, ma lei non poteva sentirlo. Spegnere la connessione in quel momento sarebbe stato traumatico per Hikari, così Akira fece l'unica cosa che poteva fare e chiese aiuto all'Aros.
«Fatela smettere, per favore!» Ormai non riusciva più a pensare, il dolore di Hikari e il suo stato confusionale iniziavano a influenzare anche lui, che non poteva vedere al di fuori dello Stridiosauro; Hoshi e Momo invece, avendo una visuale completa di quello che succedeva, ci misero poco a capire quale fosse il problema.
I droni avevano smesso di funzionare come civili e avevano iniziato ad attaccare il Chrysanthemum, ferendolo in profondità con dei laser concentrati a corto raggio. Anche se confusi, i ragazzi non esitarono a bruciarli in un istante e una volta disattivati persero la presa sullo Stridiosauro e caddero nel vuoto, ma l'interrogativo su cosa avesse scatenato quella reazione rimase.
L'Aros atterrò in uno spiazzo protetto da alcuni palazzi alti e adagiò al suolo il Chrysanthemum 6. Ōkubo aveva smesso di gridare, ora lo Stridiosauro emetteva solo i suoi sospiri provati.
«Vuoi che disattiviamo la connessione?» Domandò Harada preoccupato per lo stato di salute della sua compagna, ma lei scosse la testa con decisione.
«Se dovessi chiudere il collegamento, non sarei più in grado di ristabilirlo…» Rispose ancora con il fiato corto. Akira osservò il monitor dietro al casco e si ritrovò a concordare a malincuore: il valore negativo era sceso pericolosamente attorno al venticinque percento, appena sopra la soglia minima, mentre il suo era al quaranta. Un disquilibrio simile rendeva futuri tentativi di connessione troppo rischiosi finché la Pistil non si fosse ripresa, quindi la cosa migliore da fare era cercare di mantenere quell'equilibrio, per quanto debole.
«Ma che accidenti è successo? Perché i droni hanno cominciato ad attaccare il Chrysanthemum?» Domandò Momo, quasi irritata. Stava andando tutto bene fino a quel momento, era un imprevisto che non avevano messo in conto perché non ce n'erano mai stati nelle loro esercitazioni.
«Potrebbe essere stato… Il fuoco a mandarli in tilt?» Suggerì Ōkubo riprendendo fiato, anche se non sembrava tanto convinta di quella sua ipotesi. Hoshi si affrettò a scartare quell'idea, dicendo che in quel caso si sarebbero semplicemente disattivati come gli altri.
«E se fosse stato un imprevisto programmato?» La voce di Harada si fece grave di colpo e tutti e tre prestarono attenzione a ciò che aveva da dire. «Magari i nostri coordinatori vogliono farci reagire a una situazione di caos controllato, dove comunque non abbiamo altre possibilità se non affidarci alle nostre forze.»
«Avete mai fatto qualcosa del genere?» Chiese Hoshi allarmato, pensando che fosse una follia mettere in pericolo i Parasite in questo modo, mandandoli a fare qualcosa con l'intenzione di fargli affrontare tutt'altro.
Akira scosse la testa. «Però nella vostra ultima battaglia non è successa la stessa cosa?»
Hoshi e Momo ricordarono di quel segnale lanciato dalla nave VIRM e la seguente disattivazione delle comunicazioni; la squadra si era ritrovata all'improvviso senza più supporto dal centro di comando e incapace di comunicare da uno Stridiosauro all'altro e aveva dovuto quindi adattarsi. Anche se in una situazione diversa, effettivamente sembrava trattarsi dello stesso copione.
«Quindi questo sarebbe un test… Dentro al test?» Sbottò confuso Hoshi.
«Pare proprio di sì.»
I piloti si guardarono per qualche istante, allibiti. Quando sarebbero scesi dagli Stridiosauri gliene avrebbero detto quattro ad Hachi, Nana e i loro collaboratori! Ma adesso, per quanto potessero sentirsi traditi, dovevano assicurarsi di portare a termine la missione e dimostrare di essere in grado di vincere anche con uno svantaggio simile.
«Ce la fate ad andare avanti?» Domandò Momo vedendo come il Chrysanthemum 6 fosse incerto nei movimenti.
«Abbiamo sopportato di peggio.» Rispose Hikari, il cui tono vacillante però non prometteva nulla di buono.
Tornati a guardare avanti, i quattro Parasite si ritrovarono a dover decidere come procedere. Ora che sapevano che i droni potevano guastarsi, aveva senso continuare nella missione come da programma? Forse solo alcuni dei droni dalla luce verde erano programmati per attaccare, forse tutti quanti avrebbero attaccato a un certo punto, oppure quello era stato solo un caso e non si sarebbe più ripetuto; c'erano così tante eventualità da tenere in considerazione che i ragazzi non avevano idea di come procedere. Dovevano andare avanti ad esclusione finché non avrebbero avuto la certezza delle loro ipotesi, e così si diressero al centro di recupero più vicino per fare il punto della situazione.
Il centro era vuoto. Quando Aros e Chrysanthemum 6 arrivarono, non c'era nessuno ad attenderli; la città era grande e le possibilità che ancora nessuno dei loro compagni fosse passato di lì erano alte, ma delle esplosioni nelle vicinanze gli fecero cambiare idea.
L'Aros disse al Chrysanthemum di restare indietro mentre loro andavano a controllare cosa stesse succedendo, e anche se con riluttanza i piloti della Squadra Desia accettarono per non correre troppi rischi; quando il dragone spiccò il volo non ebbe nemmeno il tempo di svoltare l'angolo della strada principale che si vide tagliare la strada dallo Iustitia, inseguito da uno stormo di droni con le luci spente.
La caposquadra fece un balzo e travolse un'abitazione che si demolì all'istante, quindi agitò la lancia per scacciare i droni, ma questi non appena si avvicinavano abbastanza detonavano delle cariche esplosive, danneggiando lo Stridiosauro e interrompendo i suoi attacchi. Lo sciame di robot assassini era seguito a sua volta da un modello Chrysanthemum con il numero quattro, i cui movimenti rapidi ricordavano molto lo stesso Iustitia.
Per interrompere quel caos e aiutare i propri compagni, Hoshi e Momo sputarono una colonna di fuoco in mezzo ai due Stridiosauri, bruciando tutti i droni in mezzo ad essi e lasciando che Iustitia e Chrysanthemum 4 si occupassero di eliminare le poche unità rimaste.
«Momo!» Esclamò Kya, felice di vedere la sua amica comparire proprio nel momento del bisogno. Colpì di taglio una fila di droni con la lancia e poi scagliò l'arma in direzione di un robot che si stava per avventare sull'altro Stridiosauro, bloccandolo il tempo necessario perché Chrysanthemum 4 lo facesse a pezzi.
«Che ci fate qui?» Domandò la Pistil dell'Aros, pur non sapendo esattamente cosa avrebbe dovuto significare una domanda del genere. Kya non ci fece caso.
«Stavamo setacciando la zona in cerca di altri superstiti, quando tutti i droni che erano al sicuro nell'area di recupero sono usciti fuori e hanno cominciato ad attaccarci.» Iustitia richiamò la lancia e il suo cavo si riavvolse con un sibilo. «Onestamente, non ci stiamo capendo niente!»
«Perché i droni alleati stanno attaccando gli Stridiosauri?» Sbottò frustrato Hoshi, voltandosi a guardare in direzione dello Stridiosauro che era con Iustitia. «Voi state bene?»
Chrysanthemum 4 non rispose, si limitò ad avvicinarsi lentamente al gruppo e fu Kya a prendere la parola per i suoi piloti.
«Oh, già. Ogura non parla molto e, quando pilota, Nagashima è troppo concentrato su di lei. Stanno bene comunque, sono una forza della natura!» Aggiunse l'ultima parte con un po' di eccitazione nella voce, come se fosse contenta di aver trovato qualcuno che combatteva con la sua stessa ferocia.
«Abbiamo un piano?» Fece la voce di Akira alle spalle dell'Aros, quando il Chrysanthemum 6 comparve all’improvviso dopo averli seguiti.
«Non lo so, che piano dovremmo avere oltre a spaccare tutto?» Fu la risposta della caposquadra. Harada non era abituato a trattare con lei, gli avrebbe presto dato ai nervi se non fosse intervenuta la sua partner.
«Con l’Aros abbiamo ipotizzato che questo guasto potesse essere stato programmato in anticipo dai coordinatori, per aiutarci a collaborare in situazioni critiche e studiare le nostre capacità di adattamento.»
«Che cosa?» Fece l'altra. «E' assurdo, perché avrebbero dovuto fare una cosa del genere?»
«Bé, forse perché è proprio nei momenti di bisogno che nasce la vera collaborazione e Hachi e gli altri volevano fare leva su questo…» Suggerì Momo, sorpresa dal fatto che la sua amica fosse così sicura. Kya però continuò a stare sulla difensiva e lo mostrò con una vistosa smorfia che fu proiettata sul volto dello Iustitia.
«Nah, se fosse stato programmato ci sarebbe stato scritto nel programma…» Borbottò voltandosi a guardare lungo la strada, rendendosi conto solo un istante dopo di quello che aveva appena fatto.
Ci fu silenzio tra i quattro Stridiosauri e Iustitia rimase immobile quasi per timore che una mossa falsa l'avrebbe fatto scoprire. Alla fine la voce di Kaoru ruppe il silenzio:«Gran bella mossa, Kya…»
La ragazza si stava mordendo un labbro furiosamente, conscia di avere appena svelato il suo segreto non solo ad altri suoi compagni di squadra, ma anche a quelli dell'altra squadra che avrebbero sicuramente avuto da ridire. In un attimo Aros e Chrysanthemum 6 gli furono addosso per tempestarla di domande, la ragazza avrebbe voluto sparire in quel preciso istante.
«E va bene! Sapevo di cosa avrebbe trattato l'esercitazione, ma non è stato poi un grosso vantaggio visto quello che è successo, no?» Sbottò alla fine, stufa di sentire tutte quelle voci che la tartassavano.
«Ma cosa significa che lo sapevi?» Domandò incredulo Harada, vicinissimo a perdere le staffe.
Iustitia iniziò a giocherellare con le dita e lo sguardo di Kya cercò di evitare gli altri Stridiosauri. «Diciamo che mi sono infiltrata nello studio dei coordinatori per… Essere preparata alla prova di oggi…» Ammise con un filo di voce, imbarazzata da morire.
«Kya, hai barato a una esercitazione ufficiale!» Esclamò Momo, oltraggiata. «Che razza di senso ha?»
«Andiamo, in fondo in amore e guerra tutto è concesso, o qualcosa del genere no?» Borbottò quella. «Siamo in guerra e quindi possiamo fare quello che vogliamo…»
«Ma la guerra è con gli alieni, Kya!» La sgridò nuovamente la ragazza. «Con loro non avremmo neanche avuto questo tipo di informazioni!»
«Si può sapere perché lo hai fatto? Non è da te fare qualcosa così tanto stupido!»
L’intervento di Kondō fece digrignare i denti alla caposquadra, che tuttavia non reagì; invece, Kya si abbatté ancora di più.
«L'ho fatto per far vedere a quello stupido di Kano che anche senza il mio partner posso essere capace di vincere… E l'ho fatto per farmi notare da Ryo! Ecco, siete contenti?»
Ancora increduli di quella situazione, i suoi compagni di squadra non se la sentirono di attaccarla ancora; sapevano quanto fosse giù di morale per quella situazione e non potevano giudicarla per aver agito così, specialmente Hoshi e Momo. Temevano però che Harada e Ōkubo non si sarebbero fatti andare bene quella cosa, ma invece i due ragazzi erano stranamente silenziosi.
«D'accordo, abbiamo capito…» Mormorò Hikari, osservando la scena che si presentava di fronte ai suoi occhi, con Iustitia sulla difensiva e un'espressione piena di vergogna di fronte a un Aros sconfortato da quella situazione. «Nakamura sembrava il tipo da fare una cosa del genere, in ogni caso…»
Anche se era difficile prendersi meriti in quella situazione, Kya sentì un piccolo moto di orgoglio quando vide che qualcuno stava riconoscendo le sue qualità. «Avresti dovuto vedermi con il vino dei nostri coordinatori…» Borbottò ghignando piena di sé, venendo però zittita rapidamente da Kaoru nella cabina.
«Normalmente questo sarebbe un problema per lo svolgimento della prova, ma la situazione è cambiata. Abbiamo bisogno di pensare fuori dagli schemi e se voi due conoscete veramente i piani dell'esercitazione, potremmo sfruttare la cosa a nostro vantaggio per uscire da questa situazione!»
Kya si illuminò quando si rese conto che la sua insubordinazione aveva la possibilità di sfociare in un vantaggio per tutto il gruppo. «Assolutamente! Possiamo consultare i documenti anche subito, li ho ancora qui con me. Kaoru, prendi i fogli dalla mia tasca!»
Lo Stamen rimase a fissarla un po' perplesso mentre Kya agitava i fianchi per mostrare la piccola tasca della tuta da dove spuntavano dei fogli. Kaoru impallidì quando notò che la tasca era pericolosamente vicina ai glutei di lei ed esitò ad avvicinarsi finché non lo esortò di nuovo.
«Dai, che stai facendo? Sbrigati, i droni potrebbero tornare da un momento all'altro!» Borbottò, facendolo scattare. Kaoru si concentrò per essere il più delicato possibile e fu in grado di sfilare i fogli dalla tasca senza dover toccare nessuna altra parte della tuta di Kya, evitando così di creare situazioni ambigue, quindi dopo aver lasciato andare un sospiro di sollievo iniziò a sfogliare le pagine.
«Kya aveva ragione, qui non è scritto da nessuna parte che i droni debbano perdere il controllo.» Commentò dopo aver letto distrattamente qualche riga. «C'è una mappa dell'area assieme a tutti i centri di recupero per i civili, le posizioni di partenza di tutti i droni e il loro percorso programmato. Così facendo potremmo riuscire a evitare scontri non desiderati, sempre che il malfunzionamento non li abbia resi imprevedibili…»
I ragazzi ascoltarono attentamente, rincuorati dalle informazioni condivise dal ragazzo. Kaoru si concentrò sulla lettura per qualche altro istante, prima di alzare di nuovo la voce.
«Sono segnate anche le posizioni di partenza di tutte le squadre nella mappa! Se teniamo conto di questo possiamo restringere il campo nelle ricerche e trovare gli altri con più facilità.»
«Dice anche come sono disposte le coppie?» Domandò Akira, che nonostante non fosse ancora del tutto convinto di quel piano, pensava che quei documenti si stessero rivelando molto utili.
Kaoru annuì, poi iniziò a elencare:«Chrysanthemum 1 è in coppia con Gaia, numero due e tre sono con lo Xenomorphus e Anthurium, mentre il quattro…»
Kaoru si fermò e insieme a Kya si voltarono a guardare Chrysanthemum 4, in attesa e apparentemente fuori dalla discussione.
«Giusto.» Borbottò il ragazzo. «Chrysanthemum 5…»
«Loro sono con i fratelli Okagawa.» Disse Akira, anticipandolo. «Li abbiamo incontrati non molto tempo fa vicino a un centro di raccolta superstiti. Ma è probabile che siano già lontani.»
Kya si voltò a guardare verso l'Aros, che gli mandò un cenno. «Rin e suo fratello sono veloci, e se quegli altri sono vispi almeno quanto la nostra Ai, allora saranno sicuramente finiti a fare qualche gara di velocità! Non c'è da preoccuparsi per loro.» Disse compiaciuta.
Anche se un po' riluttanti, i ragazzi della Squadra Desia si ritrovarono a concordare con lei Avrebbero voluto trovare una soluzione sicura a quel problema il prima possibile e per quanto andare a cercare i loro compagni uno ad uno fosse probabilmente la cosa più sensata da fare in quella situazione, la priorità avrebbe dovuto essere trovare un modo per comunicare con la sala di controllo.
«Ma hanno interrotto tutte le comunicazioni!» Ribatté Kya. «E perché non le stanno riattivando, vista l'emergenza?»
«Se dovessi tirare a indovinare, direi che non sono nemmeno al corrente della situazione.» Commentò Hoshi pensieroso. «Forse il malfunzionamento dei droni è direttamente legato a qualcosa che sta succedendo nella sala di controllo e per questo gli adulti non hanno più il controllo dell'esercitazione.»
Akira annuì. «Il fatto che le comunicazioni siano disabilitate è solo un caso sfortunato.»
Non era di certo rassicurante. Kya e Kaoru avevano cominciato quell'esercitazione sicuri di poter fare un gran bel lavoro e adesso dovevano risolvere una crisi molto più grande; tuttavia non potevano certo sottrarsi a quella responsabilità, specialmente quando erano gli unici ad avere delle informazioni in più sulla prova.
«Insomma, quando uccidiamo i nemici?» Sbuffò a un certo punto la voce di Ogura, attirando su di sé l’attenzione. Tutto quel parlare doveva averla stufata e si poteva vedere come avesse solo una cosa in mente.
«Oh, molto presto mia cara!» La rassicurò Kya, che avvicinò Iustitia al Chrysanthemum 4 e sorrise con trasporto. «Tra poco avrai tutti i mostri da uccidere che vorrai.»
Per i compagni di Ai, quel momento era difficile; Kya non sapeva della condizione della ragazza e per questo si stava comportando in modo così rilassato con lei, ma dovevano ammettere che vedere qualcuno parlare con tanto trasporto alla loro amica era bello…
Il gruppo decise dunque di cercare di raggiungere uno dei punti esterni della sala di addestramento; c'era un limite a quanto potesse espandersi il campo di esercitazione, camminando in una direzione i ragazzi avrebbero prima o poi raggiunto l'uscita e da lì avrebbero potuto provare a disattivare la simulazione e tornare in contatto con la sala controllo.
«Ci sono quattro punti chiave nella sala di addestramento.» Disse Kaoru. «L'area è circondata da una sorta di campo di forza pressurizzato che separa l'interno dall'esterno. Se colpiamo una delle quattro torri energetiche del campo di forza, potremmo indebolirlo e aprire uno spiraglio per comunicare con gli adulti!»
Quelle erano tutte supposizioni ovviamente. Il ragazzo stava leggendo il funzionamento del campo di battaglia virtuale traendo le sue conclusioni al riguardo, ma era l'unica possibilità che avevano e piuttosto che rimanere a combattere a oltranza contro i droni tanto valeva provare quella strada.
Prima che i quattro Stridiosauri si mettessero in marcia, Hikari volle assicurarsi che Ai avesse compreso la situazione per bene e da lì in poi i due Chrysanthemum rimasero attaccati per tutto il tempo.
«Scusa se te lo dico, ma mi sembra che quei due siano perfettamente in grado di prendersi cura di sé.» Borbottò Kya a un certo punto, incapace di stare zitta. Aveva visto come combattevano Ogura e Nagashima e credeva fermamente che le preoccupazioni dei loro compagni di squadra fossero eccessive.
In un primo momento Harada sembrò voler ribattere con tono aggressivo, ma Ōkubo fu più svelta e si mostrò più diplomatica:«Lo so, ma credimi: sono molto più fragili di quanto possa sembrare. Soprattutto Ai, quella ragazza… Ha dovuto sopportare veramente tanto.»
Kya e Kaoru rimasero a osservare il Chrysanthemum 6 mentre i suoi piloti discutevano. Akira non sembrava contento del fatto che Hikari stesse parlando di quell'argomento, ma lei disse che non le importava.
«Il fatto è che… Di solito c'è Naka ad occuparsi di lei; nelle esercitazioni e anche in battaglia, noi non ci separiamo mai! E senza di lei non so proprio cosa fare, e ho paura che se abbasso la guardia un solo istante Ai potrebbe…»
La ragazza si interruppe. Gli altri non seppero se perché non riuscisse più ad aggiungere altro oppure se per volontà del suo partner, comunque mentre avanzavano lo Stridiosauro divenne estremamente silenzioso fino all'intervento dell'Aros.
«Capisco come ti senti.» Mormorò Momo, che continuava a guardare avanti. «Quando mi sono arruolata, ho pensato che la mia famiglia non sarebbe riuscita più ad andare avanti senza di me, perché ho passato l'intera vita a prendermi cura dei miei fratelli e ad aiutare nelle faccende di casa mentre i miei genitori erano fuori a lavorare. Lasciarli da soli è stato difficile, ma quando sono tornata a casa ho scoperto che stavano tutti bene; non era successo niente di brutto, erano un po' più indaffarati del solito, ma stavano bene. Forse la situazione non è esattamente la stessa, ma se ti può far star meglio, non credo tu debba addossarti tutta questa responsabilità. O meglio, è bello e ammirevole che tu lo faccia, ma non lasciare che ti prosciughi!»
Momo aveva parlato onestamente aprendo il suo cuore con quegli estranei in cui si era rispecchiata; Kya la guardò commossa, se non fosse stata in connessione con Kaoru le sarebbe saltata addosso per abbracciarla. La reazione dei piloti del Chrysanthemum non fu ugualmente visibile, ma fu chiaro come le sue parole li avessero toccati nel profondo.
«Momo, sei così saggia!» Esclamò Kya, che avrebbe voluto aggiungere altro ma non se la sentì di parlare apertamente di quell'argomento di fronte a tutta quella gente e così si fece un appunto mentale per ricordarsi di riempirla di coccole quando ne avrebbero avuto l'opportunità. Neanche lei conosceva così tanto la situazione familiare di Momo e i dubbi che l'avevano attanagliata fino a quel momento, ed era estremamente fiera del fatto che fosse riuscita a parlarne in quel modo con loro.
L'imbarazzo di Momo a quel commento mascherò la sua malinconia, ma Hoshi riuscì ad avvertirla tutta attraverso la connessione. Non aveva mai sentito quelle cose fino a quel momento; sapeva che la famiglia fosse importante per la sua partner, la percepiva ogni volta che entravano nella connessione, ma non aveva mai capito quanto fosse veramente fondante per lei. Avrebbe voluto parlarle, mostrarle un po' di empatia, ma la situazione non lo permetteva e temeva che sarebbe passato per un insensibile senza fare nulla, ma poi fu Momo stessa a voltarsi verso di lui e lì, nella privacy della cabina dell'Aros, gli mandò un sorriso.
Grazie.
Ma certo, la connessione. Ormai erano capaci di sentire l’uno le emozioni dell’altra, Momo aveva mandato la propria malinconia al partner e lui aveva risposto con quel desiderio di darle appoggio; bastava anche solo quello per farla stare meglio e Hoshi se ne accorse, e arrossì al pensiero che quel sorriso così dolce fosse riservato a lui e lui soltanto.
«Vi ringrazio.» Mormorò Hikari. «Apprezzo davvero le vostre parole, ma… Ai non è come gli altri.»
«In che senso?» Domandò Kaoru, forse troppo indelicato senza volerlo. La ragazza esitò a rispondere e prima che potesse decidere se parlare o meno, una voce che il gruppo aveva sentito poche volte dall'inizio dell'esercitazione si intromise nella discussione.
«E' perché Ai ha ricevuto delle ferite troppo profonde per essere rimarginate.»
Chrysanthemum 4 si avvicinò di nuovo. Era rimasto in disparte fino a quel momento e per quanto Ogura potesse essere estranea a qualunque tipo di discussione, il suo partner Nagashima rimaneva sempre vigile.
Lo Stridiosauro si fermò di fronte a Iustitia e Kya si sentì addosso gli occhi dei piloti, nonostante questo non avesse un volto come il suo. «Ai è stata vittima di un assalto nemico. Stavamo combattendo i VIRM, quando ci attaccarono da ogni lato; le urla che ho sentito quel giorno mi tormentano ancora. Ho dovuto trascinare lo Stridiosauro fuori da quell'agguato mentre la mia partner urlava pietà, e quando abbiamo chiuso la connessione lei era ormai andata; non è stata più la stessa da quel giorno, faceva le cose solo se indirizzata, non parlava più né sorrideva… Ha smesso di essere tutto ciò che era prima, eppure per qualche motivo ha voluto restare con noi, e quando è tornata a bordo del Chrysanthemum è stato come se si ricordasse quella che era prima. Adesso pilotare la fa stare bene, è serena quando siamo nella connessione, io… Lo posso sentire.» Tetsuki rimase in silenzio per un secondo, come se pronunciare quelle parole fosse difficile per lui, e alla fine dopo un profondo sospiro concluse:«Ma non posso fare a meno di pensare che se fossi stato più forte, avrei potuto risparmiarle tutto questo.»
Ci fu silenzio tra i quattro Stridiosauri; Nagashima si era tenuto dentro tutte quelle cose e doveva aver atteso tanto per poterne parlare liberamente. Gli altri gli diedero il giusto spazio, sapendo che non dovesse essere facile. Dopo un po’ però, Kya intervenne nuovamente.
«E' la stessa cosa che è successa a Yuki?»
«Tu come fai a sapere di Tsunami?» Domandò sorpreso Akira, che però ricevette la sua risposta dallo stesso Nagashima.
«Era con noi l'altro giorno, quando Yuki è andato alla sua visita medica. E ha assistito a una delle sue crisi.» Il ragazzo poi si voltò nuovamente verso la caposquadra. «Sì, in sostanza è una situazione simile, anche se gli effetti su di lui sono stati diversi.»
«Ma perché ne ha risentito lui e non la sua partner?» Domandò Kaoru. «Non è sempre la Pistil a sopportare i danni?»
«Normalmente sì, ma quando sono stati colpiti, Yuki ha interrotto la connessione per salvare Naka e il colpo si è riflesso su di lui.» Fu la risposta di Nagashima. «Ha espulso forzatamente la Pistil dalla connessione, rimanendo l'unico attaccato allo Stridiosauro per un istante, abbastanza da riversare dentro di lui tutto quello che stava reggendo la sua partner.»
«Come quello che è successo a Tetsuya e Suzuko.» Commentò Hoshi, ricordandosi dell'incidente che aveva coinvolto il Gaia durante le esercitazioni di dicembre e che aveva costretto la coppia all'immobilità per diverse settimane.
«Gli effetti sono stati diversi, ma ugualmente distruttivi.» Spiegò Nagashima. «Attacchi epilettici, emicranie costanti… Per avere una vita appena decente ha bisogno di riempirsi di medicine.»
«E' per questo che Naka è così protettiva con tutti noi.» Ammise Hikari, facendo voltare lo Stridiosauro verso Iustitia e Aros. «Si sente in colpa per quello che è successo a Yuki, così fa quel che può aiutando lui ed Ai.»
Passarono alcuni secondi e la ragazza si incupì. «Ma adesso lei non può aiutarci.» Mormorò, tornando di nuovo al punto che aveva iniziato quella conversazione.
«E' terribile…» Mormorò Momo, che non si sarebbe mai aspettata che la Squadra Desia portasse con sé tante tragedie. Kya invece era irritata.
«C'è qualche altro problema di cui dovremmo essere al corrente?» Domandò con tono spazientito. «Qualcosa che quel mentecatto del vostro caposquadra ha preferito tenere nascosto, invece che parlarne come una persona civile ed evitare di attirarsi le antipatie della mia squadra?»
Akira questa volta non riuscì a trattenersi. «Come osi?! Noi stiamo condividendo con voi delle storie veramente difficili e tu inizi a insultare e a chiedere di più? Dovresti imparare a stare al tuo posto, se non fai parte della squadra!» Era furioso, ma fu in quel momento che per tutta risposta, Nakamura esplose contro di lui.
«Sì, non faccio parte della squadra ed è per questo che non so le cose!» Sbottò acida. «Quel cretino di Kano ha preferito urlarmi in faccia e dire scemenze come che non sono una persona che si occupa dei suoi compagni, sfidandomi a questo stupido gioco a chi fa più punti nei test! Ho creduto che fosse solo un borioso megalomane che non voleva accettare di collaborare con persone diverse da lui e adesso scopro che ha delle motivazioni più che valide per essere incazzato, ma continua comunque ad essere incazzato con la persona sbagliata!
«Merda, anche Suzuko mi ha presa in giro! Mi ha raccontato solo balle dicendo che Kano ce l'aveva con noi perché era invidioso. Se permettete adesso sono stufa di sapere le cose solo per metà, voglio essere informata così da poter agire nel miglior modo possibile, così che la gente smetta finalmente di odiarmi!»
La rabbia di Kya spiazzò tutti, a partire dai suoi compagni di squadra che sicuramente l'avevano vista sbottare di punto in bianco diverse volte, ma mai con persone con cui non era in confidenza e raggiungendo un linguaggio così colorito.
Harada era ancora teso, ma anche lui era rimasto colpito dalla veemenza delle parole della ragazza. La sua frustrazione era comprensibile, ma come pensava che avrebbero dovuto parlarle di quelle cose così delicate?
«Okay.»
«Che cosa?!» Akira reagì istantaneamente. Tetsuki aveva risposto con una naturalezza disarmante, ma quell'argomento era più serio di quanto Nakamura potesse immaginare. Chrysanthemum 6 si avvicinò al suo omonimo con il numero quattro e i due Stridiosauri sembrarono avere una gara di sguardi per un momento. «Se gli parli di quella cosa, Shinji ti ammazza…»
«Shinji non c'è, e non può continuare a fare finta di niente per sempre! Prima o poi anche lui dovrà affrontare la verità.» Lo Stridiosauro si voltò a guardare Iustitia, che si sentì improvvisamente al centro dell'attenzione. «Nakamura ha ragione: hanno diritto a sapere. E poi lei piace ad Ai, quindi mi fido.»
I ragazzi rimasero in silenzio. Le parole criptiche di Nagashima sembravano aver convinto Harada, che adesso fece un passo indietro e lasciò che il suo compagno di squadra si occupasse di raccontare la storia.
«Tanti saluti alla reputazione di unica squadra senza perdite…» Mormorò, sapendo che a quella storia ormai non ci credeva nessuno. Nagashima lo ignorò e iniziò a raccontare.
«La nostra squadra era composta da quattordici membri, in origine.»
Già alla prima frase, a Kya si gelò il sangue nelle vene. Perché li aveva contati, li aveva visti tutti quanti assieme più volte, e gli Stridiosauri della Squadra Desia erano indubbiamente, innegabilmente sei e lavoravano tutti quanti in maniera impeccabile, come se non ci fosse alcuna mancanza. Dire una cosa del genere in una situazione come quella poteva significare solo una cosa e per quanto potesse essere al corrente di quella eventualità, la ragazza non vi era mai stata così vicina.
«Alcune settimane fa, poco dopo l'inizio del nuovo anno, le cose sembravano andare alla grande; eravamo ancora l'unica squadra oltre a voi a non aver subito perdite o danni gravi in battaglia. Ma gli scontri iniziarono a intensificarsi improvvisamente.
«I VIRM sembravano venire solo qui da noi e non potevamo fare altro che rispondere agli attacchi. Non potevamo certo chiedere aiuto ad altre squadre, in fondo eravamo già tra i più forti e le altre città avevano i loro problemi a cui pensare; così continuammo a lottare da soli, finché non esaurimmo le energie.
«Il giorno dell'incidente ad Ai è coinciso con quello a Yuki, ma anche a un altro incidente che coinvolse il caposquadra e il nostro caposquadra precedente, Kazuma Honda. Lui e la sua partner Fumie Tanaka pilotavano l'Asphodelum, uno Stridiosauro di classe Lehmann. Erano forti… Ma anche con una forza del genere non potevano prendersi cura di tutti noi e l'offensiva dei nemici stava cercando di metterli in ginocchio per poter dare il colpo di grazia a noi in un secondo momento.
«Fu per una distrazione di Kano che Honda decise di intervenire. Il fuoco avvolse Chrysanthemum 1 e Yumu, la partner di Kano, rimase ustionata e priva di difese. Sarebbero morti se Asphodelum non si fosse lanciato contro i nemici, radunandoli tutti attorno a sé e facendo da scudo a tutti quanti. Ma i VIRM erano comunque troppi, troppo forti, e continuavano a scavare all'interno della corazza dei nostri compagni…»
Tetsuki era visibilmente provato, la sua voce ormai ridotta a un sussurro. «A volte sento ancora le urla di Fumie nei miei sogni…» Mormorò cercando una pausa in quel racconto, bisognoso di sfogarsi su quanto fosse stata traumatica quell’esperienza. Alla fine sospirò e tornò a raccontare mentre gli altri attendevano pazientemente in silenzio, devastati al pensiero di cosa significasse veramente quella storia.
«Kazuma aveva capito che non ci fosse più nulla da fare. Per risparmiarle quella tortura, decise di attivare l'autodistruzione dell'Asphodelum portando con sé l'intera armata VIRM. Quel giorno il sacrificio dei nostri compagni ci salvò da una sconfitta schiacciante, ma fummo costretti ad affrontare pesanti conseguenze dei i nostri errori sul campo. La carica di caposquadra passò a Kano, che decise che avremmo dovuto cambiare mentalità; non avremmo lasciato che la tristezza del passato ci trascinasse con sé verso il fondo e ci fece giurare che non avremmo più parlato di Honda e Tanaka. Voleva cancellare la delusione del fallimento sotto a una maschera di positività, ma è difficile dimenticare quello che è successo quando i risultati di quel giorno sono sotto ai tuoi occhi ogni singolo momento.» Nagashima si interruppe per un momento e qui il riferimento ad Ai, Saki e Yuki fu chiaro, ma poi riprese:«No, neanche quello. E’ impossibile fare finta di niente quando perdi un amico… Non so come faccia Kano.»
Gli sguardi conversero sul Chrysanthemum 4 e rimasero tutti in silenzio per molto tempo. Tra tutti, la preoccupazione era specialmente per come avrebbe reagito Ogura a quel racconto; forse non aveva neanche ascoltato, oppure sapeva fin troppo bene cosa significasse nonostante la sua mente ferita faticasse ad allineare i punti. Ma rivivere quel trauma – non semplicemente ricordarlo ma affrontarlo così direttamente per farlo comprendere a qualcun altro – non era stato difficile solo per la ragazza menomata; Kya e i suoi compagni si sentirono terribilmente a disagio al pensiero di aver sottovalutato così tanto quella situazione, tanto che si sentì in dovere di chiedere scusa.
«Non c'è niente di cui debba scusarti.» Disse Nagashima, ora sereno. Dall’atteggiamento sembrava essere appena uscito da una doccia bollente. «Non potevi sapere, lo hai detto tu stessa. E l'atteggiamento di Shinji è stato aggressivo sin dall'inizio.
«Shinji si sente responsabile di tutto quello che succede alla squadra, per questo ha paura di collaborare con voi; non vi conosce e non può controllarvi. Ha studiato le vostre battaglie nelle registrazioni televisive e ha concluso che non gli piace il vostro modo di fare, ma noi possiamo solo accettare il fatto che non tutti debbano lavorare come facciamo noi e fidarci del giudizio degli adulti.»
«Kano pensa che abbiate sottovalutato il problema.» Intervenne Akira, seccato. Alla fine anche lui aveva deciso di parlare senza nascondere nulla. «Noi abbiamo affrontato molti più scontri di voi, e nonostante ciò venite trattati con più deferenza di noi, che potremmo quasi essere considerati dei veterani ormai; lui pensa che non avete ancora visto l'inferno che abbiamo visto noi, e per questo non potete capirlo.»
«Ma è assurdo!» Commentò Momo. «Abbiamo affrontato decine di difficoltà anche noi! Solo perché non abbiamo perso nessuno, non significa che abbiano meno valore.»
«Statisticamente, no di certo.» Rispose l'altro. «Ma secondo lui è così. E non vi permetterà di giudicarlo, perché non conoscete il suo dolore.»
Aveva tutto senso. Il comportamento diffidente di Kano aveva portato a quella situazione in cui anche gli altri avevano smesso di fidarsi di lui e adesso le due squadre si trovavano di fronte a una spaccatura troppo difficile da risanare. Le possibilità che le cose si sistemassero erano scarse finché Kano non decideva di affrontare il proprio trauma, ma dopo la sua furiosa lite con le ragazze di Anemone chi si sarebbe preso l'impegno di tentare di farlo ragionare?
«Ho capito.» Mormorò Kya. Iustitia riprese a camminare in avanti con decisione, la strada non presentava alcun segno di vita e loro avevano approfittato di quella calma anche troppo; i loro compagni contavano su di loro per raggiungere i punti critici della barriera e interrompere quell'anomalia, non c’era più tempo da perdere!
Kaoru avvertì le intensioni di Kya e fu sul punto di ribattere, ma si rese conto che sarebbe stato inutile. Quando prendeva una decisione, quella ragazza non si lasciava convincere più di nient'altro.
«Ci parlerò io.» Dichiarò spiazzando tutti. I due modelli Chrysanthemum gli furono subito dietro.
«Se dici al caposquadra che sai di Honda e Tanaka rischi veramente che ti attacchi a vista! Non è una cosa di cui si può parlare con leggerezza!»
«Lascia prima che ci parliamo noi!»
«Nakamura, ti prego! Kano è troppo instabile per affrontare una discussione del genere!»
I tre ragazzi della Squadra Desia non stavano più nemmeno cercando di tenerla fuori dai loro affari, erano tutti solamente preoccupati per lei in quel momento; temevano la reazione che avrebbe avuto il loro compagno, specialmente visti i suoi trascorsi con la ragazza. Ma Kya fu irremovibile.
«No!» Disse imperativa. «Se aspettiamo che ci parliate voi, sarà troppo tardi! Neanche voi avete il coraggio di affrontare l'argomento e lo capisco perfettamente. Deve farlo qualcuno esterno alla squadra proprio perché così saprà che è possibile riuscire ad aprirsi e affrontare le proprie paure, come avete fatto voi nel raccontarmi questa storia.»
La ragazza fermò lo Stridiosauro e si voltò a guardare gli altri. Un sorriso rassicurante affiorò sulle sue labbra, forse il sorriso più sincero che le avevano visto fare da quando era arrivata in città.
«Non ho intenzione di attaccare briga. Non voglio ferirlo riportando alla luce quei ricordi, solo fargli capire che non deve averne paura! E se sarà lui ad attaccare… Saprò difendermi.»
I ragazzi osservarono allibiti quella tipa così strana. Non avrebbero mai pensato che potesse essere così altruista, né tanto determinata a risolvere i loro problemi; per loro Kya Nakamura era una brillante Pistil di una squadra diversa dalla loro, ma troppo irruenta, vanesia e individualista. Dopo aver vissuto nelle stesse mura con lei per qualche giorno, avevano scoperto che quella ragazza era molto di più.
Per un solo momento, ai ragazzi della Squadra Desia sembrò che Iustitia splendesse di luce propria.
 
*
 
Yuki non si sentiva bene. Il cuore batteva forte, i respiri erano diventati quasi dei rantoli mentre il suo cervello gli mandava segnali di pericolo in continuazione, e il tutto continuava a peggiorare quando Naka riceveva quelle stesse sensazioni attraverso la loro connessione, reagendo di conseguenza e spaventandosi ancora di più. Non sapevano come avessero fatto ad andare avanti per gli ultimi quindici minuti, sapevano soltanto che lo Xenomorphus stava facendo tutto il lavoro al posto loro nel tentativo di non fargli pesare ulteriormente quella situazione.
Era una situazione orribile. Da quando i droni avevano iniziato ad attaccarli indiscriminatamente si erano sentiti braccati e confusi, incapaci di fare qualcosa che non fosse scappare. Avevano sempre cercato di lottare contro gli imprevisti, i problemi venivano sempre risolti in un modo o nell'altro; adesso invece c'era solo paura nel cuore di Yuki. E il fatto che stesse condizionando così tanto anche la sua partner lo faceva stare male.
«Yuki, dobbiamo reagire!» Esclamò Naka, cercando di tenere alto il morale. Non Poteva fare molto in quello stato, le condizioni del suo partner non erano buone; stava avendo un attacco di panico? Oppure erano i primi segnali di una nuova crisi? Non aveva dolore, non pensava che avrebbe potuto trattarsi di quello, e comunque le medicine avrebbero dovuto impedirlo almeno in parte; non gli era ancora successo mentre pilotavano, era veramente possibile? Cosa sarebbe successo se ne avesse risentito anche lei?
«Mi dispiace…» Boccheggiò lui tenendosi una mano sul petto. Credeva che il cuore gli sarebbe saltato fuori dalla cassa toracica. Si scoprì a salivare eccessivamente, ma non disse niente per non preoccupare ulteriormente la ragazza.
«Guarda i nostri compagni: hanno bisogno del nostro aiuto! Non possiamo lasciarli da soli in questo momento!»
Yuki lo sapeva. Sapeva che, esercitazione o meno, loro avevano un compito da portare a termine. Lo dovevano a quelli che non c'erano più, che avevano fatto delle scelte perché loro potessero continuare a combattere al posto loro.
Cercò di muovere la cloche alla sua destra e sparare un colpo in direzione di un gruppo di droni che stava per abbattersi sullo Stridiosauro quadrupede, ma l'esplosione fu mal calibrata e si dissolse tutto in una nuvola di fumo di fronte alla loro cabina.
«Dannazione!» Sbottò abbandonandosi al proprio sedile.
Xenomorphus era veramente agile, non avrebbe dovuto avere troppi problemi con quei nemici; tuttavia in una situazione di svantaggio numerico, con le preoccupazioni sull'incolumità dei loro compagni a pesare sulle menti dei piloti, bastava poco perché l'equilibrio si spostasse troppo da un lato o dall'altro e di conseguenza scatenasse una reazione a catena incontrollabile che avrebbe gettato Aiko e Ryo in una spirale negativa, e non bisognava dimenticare che lo Stamen non si fosse ancora abituato al nuovo Stridiosauro…
Ryo si accorse di essere lento quando un drone gli volò affianco, graffiando la guancia di Aiko con un laser e piantandosi poi nel petto di Xenomorphus, tagliandole il respiro. Con un urlo, il ragazzo estrasse il drone e lo distrusse, chiedendole subito dopo se stesse bene.
«Attento!» Aiko neanche alzò lo sguardo, sapeva che stavano arrivando dei nemici ma Ryo non se n'era ancora accorto. Non era conscio dei propri dintorni come lo era Kaoru a bordo dello Xenomorphus, la loro connessione non era ancora ottimale e quella situazione di confusione non faceva che creare ancora più difficoltà.
Dovette prendere il controllo lei. Agitò la coda dello Xenomorphus distruggendo i droni che arrivavano da dietro, quindi si gettò di lato per schivare quelli restanti.
«Scusa!»
«Non ti scusare, sei stata bravissima…!»
Sapeva quanto Ryo odiasse essere scavalcato alla guida, ma quello era l’unico modo per salvarsi. Non che cambiasse molto la situazione: Aiko era esausta, sentiva le forze venirle meno e stava per accasciarsi al suolo e interrompere la connessione; lo Stridiosauro non si rialzò, rimase per terra a osservare i nemici che lo circondavano con aria di sconfitta, ma fu a quel punto che una voce sembrò portare un raggio di speranza in quella giornata.
«Meno male che eravate i migliori!»
Qualcosa di molle e pesante cadde attorno allo Xenomorphus e al Chrysanthemum 2 e un attimo dopo ci furono delle esplosioni che dispersero i droni nemici. Uno Stridiosauro con il numero uno sul dorso volò nell'area e iniziò ad attaccare i nemici rimasti mentre lunghi tentacoli corazzati si estendevano a proteggere i compagni in difficoltà; la voce di Tetsuya che li raggiunse subito dopo fu come un balsamo per Aiko e Ryo, che avevano temuto il peggio.
«Caposquadra!» Esclamò Naka, vedendo il Chrysanthemum 1 avvicinarsi dopo aver scacciato i droni. «Non siamo in grado di proseguire.»
Kano osservò i suoi compagni che stavano tentando di riprendere il controllo dello Stridiosauro e gli disse di fermarsi.
«Adesso ci siamo noi, non dovete più sforzarvi. Takagami, tu pensa ad occuparti di Yuki!» E detto questo, il caposquadra si allontanò per raggiungere Xenomorphus e Gaia. L'ex partner della caposquadra stava ringraziando i suoi compagni per il loro intervento provvidenziale, ma l'arrivo di Kano cambiò radicalmente i toni della discussione.
«Sato, giusto?» Domandò rivolgendosi a Xenomorphus. L'unico motivo per cui ricordava il suo nome era perché aveva fatto quella scenata con Nakamura, altrimenti non avrebbe potuto importargli di meno di lui.
Ryo ed Aiko annuirono all'unisono, sorpresi che il caposquadra gli stesse rivolgendo la parola, ma pochi secondi dopo capirono il perché.
«Come avete potuto lasciare i miei compagni da soli?» Il ragazzo assunse un tono aggressivo sin dall'inizio, ma che alle orecchie di Ryo arrivò quasi sotto la forma di un piagnisteo. Ci misero un attimo a capire cosa intendesse e non riuscirono a ribattere in maniera convincente. «Avevano chiaramente bisogno di aiuto, ma voi li avete ignorati e avete continuato a fare i vostri comodi come se niente fosse. Non vedete che sta succedendo qualcosa di strano? L'esercitazione è stata evidentemente alterata, l’obiettivo dovrebbe essere prima di tutto di preoccuparsi dei propri compagni!»
«Kano, non c'è bisogno di essere così aggressivi.» Cercò di calmarlo Suzuko, ottenendo un gesto di stizza atto a zittirla.
«Il mio compagno di squadra ha un problema di salute che gli impedisce di pilotare al meglio, ma questo dovreste saperlo già visto che quella chiacchierona della vostra caposquadra e le sue comari non riescono a tenere il naso fuori dalle questioni private!» Kano lanciò un'occhiata penetrante al Gaia. Anche attraverso la corazza dello Stridiosauro, i piloti si sentirono chiamati in causa e non riuscirono a reagire.
Ryo invece non si sentì per niente toccato e nonostante la frecciatina alla sua amica disse con calma:«Noi non lo sapevamo, quindi non avremmo potuto prevederlo.»
«In ogni caso abbiamo fatto il possibile per attirare i nemici su di noi e tenere Tsunami e Takagami al sicuro.» Continuò Aiko, stranamente sulla difensiva. «Ma mi sembra che voi questo non lo abbiate notato!»
Chrysanthemum 1 si avvicinò allo Xenomorphus, il viso animalesco dello Stridiosauro a quattro zampe fu a un passo dalla cabina dove erano posizionati i piloti, e Kano li fissò intensamente prima di parlare.
«Stai dicendo che è colpa mia se il mio compagno ha rischiato di venire ferito?»
Aiko rimase impassibile. «Di certo non è colpa mia se Tsunami è in quello stato.»
Suzuko si morse un labbro talmente forte che Tetsuya sentì il bisogno di fare lo stesso, come un prurito che non se ne sarebbe andato via; la ragazza timida e mite che era di solito Aiko aveva deciso di trasformarsi in una leonessa proprio nel momento meno opportuno! Temeva che sarebbe partito uno scontro di lì a breve, ma dopo un intenso scambio di sguardi tra i due Stridiosauri, Kano indietreggiò sorprendentemente.
«Da qui in poi io resto con i miei.» Disse raggiungendo Chrysanthemum 2. «Voi continuate pure a divertirvi come credete, ma non lascerò i miei compagni nelle mani di gente come voi.»
«Kano, aspetta…» Provò inutilmente a fermarlo Suzuko, ma un'altra voce si levò più forte della sua. Era Aiko, di nuovo, e questa volta era furiosa.
«Gente come noi?» Esclamò facendo un passo in avanti. «Che cosa sapresti esattamente di noi?»
Kano si voltò un attimo. «So abbastanza da non volervi vicino.»
«Ah davvero? Mi piacerebbe saperne di più allora!» Ribatté. «Sai quelle quattro cose che traspaiono dalle registrazioni delle nostre battaglie, che i nostri membri sono irruenti e che siamo più individualisti di quanto dovremmo essere, ma la tua conoscenza sulla nostra squadra si ferma qui!
«Non hai nemmeno provato a conoscerci di persona, hai solo conosciuto superficialmente la nostra caposquadra e hai deciso che non ti piaceva e di conseguenza non avremmo dovuto piacerti tutti, e come se non bastasse hai costretto i tuoi compagni a fare lo stesso! Ma ti do una notizia, sapientone: anche noi mostri della Squadra Anemone abbiamo emozioni, e tu le stai calpestando a ogni occasione!»
Nella mente della ragazza passarono un migliaio di esempi per cui Kano aveva torto marcio: rivide Yoshiki il giorno che si prese la responsabilità di andare a parlare con Hachi e Nana dei fratelli Okagawa, le preoccupazioni di Kaoru per la sua sicurezza in seguito alla loro battaglia e durante gli scontri per decidere il caposquadra, le foto che custodiva gelosamente della loro prima serata di festeggiamenti a Mistilteinn, i regali di fine anno di Aki e Rin all'intera squadra, e il loro gruppo che si disperdeva all'interno dei boschi di Mistilteinn per cercare Momo dopo la sua lite con Hoshi. Kano non aveva assolutamente il diritto di dire tutte quelle cattiverie.
Le parole cariche di frustrazione della Pistil dello Xenomorphus colpirono in pieno Shinji, che si sentì insultato e si preparò a ribattere. Saki sentì la sua rabbia ribollire attraverso la connessione e fu totalmente sopraffatta dalle azioni dello Stamen, che si lanciò in direzione dell'altro Stridiosauro, intenzionato ad attaccare.
Prima che Chrysanthemum 1 potesse saltare addosso a Xenomorphus, i tentacoli di Gaia si piantarono nel terreno allontanando i due litiganti; il suolo tremò mentre le sacche del classe Gutenberg si gonfiavano minacciosamente e l’aria si riempì della polvere sollevata dall’attacco di Suzuko. Ammonito dalla mossa del gigante, Kano si fermò e guardò in altro trovandosi addosso la mole opprimente di Gaia che cercava di riportare tutti alla calma.
«Questo non è assolutamente il momento per litigare!» Disse la ragazza, sgridando indirettamente sia Kano che la sua compagna di squadra. «Abbiamo un problema e questi continui battibecchi non faranno che rovinare le nostre possibilità di successo, esercitazione o meno! Tuttavia…»
Lo sguardo del Gaia si posò sul Chrysanthemum 1, infinitamente piccolo rispetto a quell'ammasso informe carico di gas esplosivo e tentacoli. Fu uno sguardo tranquillo, ma che lasciava intendere che la pazienza si stesse esaurendo; Kano per la prima volta si sentì in pericolo di fronte a quelle persone che fino a poco prima avevano collaborato con lui.
«Se attaccherai la mia amica, sarò costretta a reagire. Non farmi fare cose di cui potrei pentirmi, Shinji Kano.» Quella frase uscì con naturalezza dalle labbra di Suzuko, che solo un attimo dopo si rese conto di aver minacciato chiaramente il caposquadra; avrebbe tanto voluto rimangiarsi tutto quanto, ma ormai aveva lasciato parlare le emozioni e non voleva lasciare Xenomorphus da solo.
«Finalmente mostrate la vostra vera natura.» Mormorò Kano osservando il gigantesco Stridiosauro e ammirandone l'anatomia quasi aliena. «Vi preferisco così, piuttosto che vedere che cercate falsamente di essere miei amici.»
«Ho cercato a lungo di avere un dialogo con te. Ti ho teso la mano per tutto questo tempo, ma tu hai deciso di ignorarla; non posso fare più di così da sola!» Rispose Suzuko rimanendo gelida, ignorando la sua frecciatina. Era stufa: stufa di essere trattata con sufficienza, stufa di doversi preoccupare dei problemi degli altri, stufa di quel maledetto freddo del nord. Le sembrava di essere circondata da una massa di poppanti urlanti e capricciosi che non volevano vedere il vero problema.
«Basta, Shinji.» Chiamò una voce alle loro spalle. Yuki sembrava essersi ripreso; le sue condizioni non erano ancora ottimali, ma era riuscito a riconnettersi allo Stridiosauro e inserirsi nella conversazione.
Kano lo fissò incredulo. Il suo Stridiosauro non aveva modo di esprimere le emozioni se non attraverso i movimenti, ma tutti furono in grado di immaginarsi la sua espressione a sentire il proprio compagno di squadra che alzava la voce contro di lui.
«Basta con queste lotte inutili.» Sussurrò quello. «Tutti quanti non vogliono altro che aiutarti, ma tu continui a respingerli. Nessuno ha intenzione di rubarti nulla e non perderai valore come Parasite né come amico per aver accettato un aiuto. Ti prego, basta questioni!»
Kano fissò il Chrysanthemum 2 che a stento si reggeva in piedi; era arrivato a un punto tale che i suoi stessi compagni non ne potevano più, ma come facevano a non vedere che faceva tutto quello per loro? Che bene avrebbe fatto alla squadra se Yuki si fosse infortunato durante quell'esercitazione?
«Vogliono aiutarmi, dici?» Rise. «Invadendo la mia privacy, parlando alle mie spalle e provocandomi fino a farmi scoppiare?»
«Sei tu che vedi fantasmi da tutti le parti!» Reagì Yuki. «Come possono aiutarci se non conoscono neanche la nostra storia? Tu sei intrattabile e non vuoi sentire ragioni, perciò sono andati a parlare con altri.
«Jun e Kyu ti hanno pregato di parlare con quel dottore, in questo modo ti avrebbe aiutato a superare il lutto di…»
«NO! NON LI NOMINARE! LORO NON C'ENTRANO NIENTE!» Le urla di Kano squarciarono l'aria, riempiendo le vuote vie della città virtuale. Alcuni nel gruppo indietreggiarono un poco quando sentirono quella voce così furiosa, ma nonostante tutto non erano loro ad essere con le spalle al muro. Suzuko pensò che quello fosse il momento giusto per provare a dire qualcosa, e così si prese di coraggio e cercò di esprimere tutto quello che sentiva dentro.
«Ha ragione, e tu lo sai!» Gridò per attirare l'attenzione del caposquadra. «Puoi seppellire i tuoi sentimenti sotto a una montagna di emozioni diverse in modo da non riuscire più a distinguere quelle negative da quelle positive e questo può anche aiutarti a ignorare il problema, ma non significa che tu sia guarito.»
«Non sta a te decidere come debba affrontare i drammi!» Ribatté Kano a denti stretti.
«E’ vero!» Una nuova voce li raggiunse dall’alto, spiazzando tutti. Gli sguardi si alzarono verso il cielo, dove accucciato sul bordo di una terrazza faceva capolino Iustitia; lo Stridiosauro saltò giù con un gesto acrobatico e simultaneamente dalle strade circostanti vennero fuori Aros e altri due modelli di Chrysanthemum.
«Quello che dici è vero.» Ripeté Kya guardando in direzione di Shinji. Lui era confuso, ma quando capì che si trattava di lei sembrò solamente infastidito.
«E adesso arriva quest'altra seccatura… Vi siete dati appuntamento, per caso?»
Iustitia strinse le spalle e dalla voce della Pistil arrivò una punta di sarcasmo:«Oh, no! Passavo solo di qua mentre andavo a risolvere questo guaio dei droni impazziti, ma quando ho visto che eravate tutti qui ho pensato di infilarmi nella discussione.»
«Perfetto, volete dire la vostra anche voi? Su ragazzi, avete sentito cosa ha detto Yuki, no? Parlate. Ditemi le cose in faccia!» Il tono del ragazzo risultò decisamente aggressivo quando si rivolse ai compagni di squadra comparsi con Nakamura, il Chrysanthemum 4 e il numero sei.
«Evita di aggredire i tuoi amici, loro sono i più preoccupati per te.» Reagì Kya, prendendo le difese degli altri. Si piazzò di fronte a Chrysanthemum 1 come per dirgli che era lei la persona con cui doveva parlare ora e Kano dovette ascoltarla.
«D'accordo, allora sentiamo: come mai ho ragione, all'improvviso?» Mascherando la propria irritazione, il caposquadra finse di collaborare e assunse a sua volta un tono sarcastico nella speranza di infastidire l'altra, ma ormai Kya aveva smesso di cadere nelle sue trappole.
«Perché hai detto una cosa sensata. Per la prima volta da quando sono in questa città, oserei aggiungere.» Spiegò tranquillamente, senza fare a meno di lanciargli una frecciatina a sua volta. «Nessuno ti può costringere a comportarti in un determinato modo per affrontare tutto quello che ti è successo, solo tu sai come reagire a un lutto o alle difficoltà che ti si mettono davanti.»
Kano non reagì perché Kya gli stava dando ragione, fino a quel momento; menzionare il lutto lo avrebbe fatto scattare all'istante, ma ancora non aveva motivo per farlo.
«Tuttavia non ti stai comportando in modo maturo.» Continuò lei. «Se sei stoico, allora fallo fino in fondo e non trascinare con te gli altri che desiderano affrontare il problema! In questo modo finisci solo per sembrare un bambino che frigna perché gli altri non fanno quello che vuole lui.
«E prima che tu mi prenda a male parole…» Intervenne alzando una mano, sapendo che Kano avrebbe reagito male a quel commento. «Sappi che non credo assolutamente di avere ragione in questa situazione; non c'è nessuno che abbia ragione, nessuno è esente da colpe o sbagli. Quello che so – e che è evidente a tutti con due occhi funzionanti – è che tu stai soffrendo; e se soffre il caposquadra, allora soffrirà l'intero gruppo.»
Kano non disse niente. Nessuno disse niente perché Kya era riuscita a monopolizzare la scena, zittendo tutti senza lasciare alcuno spazio per ribattere; aveva detto la verità, era stata onesta e diretta con il ragazzo; persino Suzuko, che appena l'aveva vista comparire aveva temuto che potesse combinare qualche disastro, era rimasta colpita da quelle parole.
Iustitia avanzò e passò accanto a Chrysanthemum 1 e gli diede una pacca sul dorso.
«Però adesso non ho tempo per parlare.» Concluse allegramente. «Devo risolvere questo pasticcio, perché ho cercato di barare e adesso ho la soluzione ai nostri guai!»
Chrysanthemum 1 si voltò chiamando a gran voce la ragazza, ma lei non rispose. Stava per inseguirla, quando un rombo scosse l'intera area, facendo scattare i piloti sull'attenti.
Dal fondo della strada emerse un'ondata di droni che virò e si gettò contro gli Stridiosauri in zona. Erano molti più di quanti ne avessero affrontati fino ad ora, come se tutti quelli recuperati e portati nelle zone di raccolta si fossero uniti a formare quella marea e gli avessero poi dato la caccia, attraendo a sé ogni altro robot con cui venivano in contatto. Quel malfunzionamento cominciava ad essere veramente fastidioso!
Iustitia imbracciò la lancia, ma si rese conto che in quelle condizioni la sua arma sarebbe servita a ben poco e fu travolto all'istante assieme agli altri Chrysanthemum mentre Aros, Gaia e Xenomorphus rimasero al riparo.
Un'esplosione disperse i droni. Suzuko chiamò a gran voce Kya, dicendole di fare qualunque cosa dovesse fare per risolvere quella situazione; questa però era alquanto scombussolata dopo aver preso in pieno una parete, lei e Kaoru si rialzarono con fatica e iniziarono a guardarsi intorno per stabilire un piano.
«Il nostro obiettivo è a pochi chilometri da qui.» Disse Kaoru controllando rapidamente i documenti in loro possesso. «Possiamo approfittare della distrazione creata dal Gaia per attraversare la strada principale senza che i droni ci inseguano!»
Kya era d'accordo, l'esplosione di Suzuko aveva aperto un varco che si sarebbe richiuso presto e quella sarebbe stata la loro unica occasione per risolvere quella crisi. Stava per lanciarsi in strada alla massima velocità, ma un urlo attirò la sua attenzione: Chrysanthemum 2 dopo l'attacco dei droni aveva cominciato a contorcersi in preda alle convulsioni. Nella confusione nessuno sembrava aver fatto caso a lui, e tuttavia non poteva restare ignorato.
Quello era lo Stridiosauro di Yuki! Era esattamente come quella volta che lo aveva conosciuto nella sua stanza; le bastò un attimo per capire che il ragazzo stesse avendo una delle sue crisi, e ora che era circondato da droni la situazione era anche peggio.
«Kaoru, cambio di programma!» Esclamò ordinando con ogni cellula del proprio corpo di restare sul posto. Il ragazzo stava per obiettare, ma lei andò dritta al punto:«Voglio aiutare Yuki!»
«Ne sei sicura? Non sappiamo quando riusciremo a raggiungere nuovamente la torre energetica.»
«Sicurissima!» Rispose senza alcuna esitazione. «Non posso restare a guardare mentre soffre!»
Pur sapendo che quella decisione avrebbe cambiato lo sviluppo della battaglia, Kaoru seguì Kya e insieme si lanciarono verso il campo dove i Chrysanthemum erano stati sparsi. Iustitia si fece strada tra orde di droni sferzanti agitando la propria lancia e mandando in pezzi i nemici, ma quando fu a un passo da Chrysanthemum 2, qualcosa lo afferrò a una gamba interrompendo la sua corsa. Era Chrysanthemum 1, che aveva tirato fuori un cavo per trattenerla, stringendoglielo attorno alla caviglia con una forza incredibile.
«Non ti avvicinare ai miei compagni!» Esclamò il caposquadra, ormai fuori di sé. Kya era basita, avrebbe preferito vedere Yuki soffrire piuttosto che lasciare che qualcuno come lei lo aiutasse.
Stufa di quell'irragionevole odio nei suoi confronti, la ragazza tese con forza il cavo tirando indietro la gamba e lo tranciò di netto con la lancia. «Non è il momento di discutere!» Esclamò per dargli una svegliata, ma Kano scattò nella sua direzione per mandare avanti l'assalto.
Iustitia si preparò all’impatto, ma Chrysanthemum 1 fu placcato da un altro modello uguale; questa volta erano stati Harada e Ōkubo, che finalmente sembravano aver trovato il coraggio per rispondere al proprio caposquadra.
«Vai, ci pensiamo noi a lui!» Esclamò Akira, lasciando a Kya il compito di proteggere il loro compagno. La ragazza annuì e non perse altro tempo.
Mentre correva, Iustitia fu colpito in pieno da alcuni droni che volavano impazziti e quasi cadde a terra; sbilanciatosi dopo l'impatto, utilizzò la lancia come appoggio e sfruttò la spinta dei retrorazzi per rimanere in movimento e raggiungere Chrysanthemum 2, ora immobile bersaglio dei droni. Fece roteare l'arma sopra la testa e con un colpo a spazzata allontanò gran parte dei nemici mentre altri cadevano sotto la sua lama, quindi ancora barcollante si piazzò davanti al classe Conrad decisa a fargli da scudo anche con il proprio corpo se necessario.
Kya urlò quando un laser colpì Iustitia, fulminandola con una violenta scarica elettrica. C'era decisamente qualcosa di strano, anche quando combattevano con i droni normalmente i loro colpi non erano mirati a ferire; ormai erano completamente fuori controllo.
Uno Stridiosauro passò di fronte a Kya come un fulmine, travolgendo i droni che l'avevano assaltata; vide per un istante il numero quattro sul dorso ormai familiare dei modelli Chrysanthemum e poi la voce di Nagashima li raggiunse.
«Se continuiamo così non risolveremo un bel niente!»
Iustitia annuì, ma non aveva intenzione di abbandonare Yuki proprio ora. «Noi resteremo qui a difendere gli altri. Voi siete più veloci, potete raggiungere il nucleo e distruggerlo?»
Nagashima rispose immediatamente, ma non era rivolto a lei:«Cosa ne pensi, Ai?»
Ci fu silenzio dal Chrysanthemum 4. Lo sguardo dello Stridiosauro era basso come se stesse riflettendo; in una situazione come quella, anche circondata da decine di droni nemici, Ogura riusciva a rimanere impassibile come una statua; anche se forse era indelicato da dire, Kya ammirava veramente quel lato di lei.
«Andiamo.»
Dopo una decisione improvvisa, lo Stridiosauro partì in direzione della torre energetica infilandosi in un varco tra i droni e lasciando Iustitia a respingere i nemici da solo; ancora ammaliata dalla decisione messa in mostra dalla coppia, Kya si convinse a resistere solo un altro po'. Doveva proteggere gli altri e fidarsi di Ai e Tetsuki.
Una vampata di calore attraversò la strada e investì anche Iustitia; i droni furono confusi a sufficienza da lasciare lo spazio allo Stridiosauro per respingerli e distruggerne alcuni, quindi si voltò a ringraziare con un cenno l'Aros che aveva fornito quell'assistenza.
Avendo un attimo di tempo, Kya si lanciò su Chrysanthemum 2 per accertarsi delle condizioni del suo amico, ma trovò lo Stridiosauro disattivato; qualunque cosa stesse succedendo all'interno della sua cabina, loro non vi avrebbero avuto accesso.
«Maledizione!» Esclamò liberando un po' della frustrazione accumulata fino a quel momento, e attivò l'apertura a ombrello della sua lancia per catturare una quantità maggiore di nemici con un solo colpo.
Kya agitò la lancia da una parte e dall'altra, i droni catturati dalle lame furono fatti a pezzi e così facendo riuscì a liberare l'area per un attimo; ma i nemici erano veramente troppi. Ne arrivarono altri che la colpirono alle spalle, alle gambe, sfruttando ogni punto che avrebbe potuto farle perdere l'equilibrio, e alla fine Iustitia crollò.
Privo di forze, lo Stridiosauro si accasciò su Chrysanthemum 2 per proteggerlo dagli attacchi nemici. Kya sentiva di non poter fare altro se non usare il proprio corpo ormai; se fosse stata con Ryo, forse quello scontro non sarebbe stato un problema, magari se ne sarebbe occupata senza difficoltà e avrebbe anche avuto tempo a sufficienza per distruggere la barriera della sala di addestramento. Ma una cosa era sicura: lei non si sentiva affatto bene in quel momento.
La sua forza non era la stessa di quando pilotava con Ryo, anche se faceva di tutto per non darlo a vedere. Sentiva che in quel momento, solo per riuscire a ripetere ciò che era stata in grado di fare con Iustitia in passato le sarebbe servito dare fondo alle forze ottenute attraverso la modalità berserk, ma non se la sentiva di dare a Kaoru un peso simile e considerato che non erano ancora in perfetta sintonia, avrebbero rischiato di fare del male anche agli altri, Yuki compreso.
«Mi dispiace, Kaoru…» Mormorò la ragazza. «Mi spiace averti fatto credere che fosse possibile aiutarmi…»
«Non è vero!» Ribatté lui, e afferrò i comandi con più fermezza. «Fidati di me!»
A quei sentimenti di inadeguatezza che sentiva la ragazza, si sostituì una determinazione nuova, quella di voler proteggere tutti a qualsiasi costo; fino ad ora non aveva sentito quasi per niente le sensazioni del proprio partner, ma adesso poteva avvertire chiaramente ciò che provava Kaoru. E lui credeva in lei!
Iustitia si rialzò e, stretta la lancia in una mano, la sguainò tracciando una linea in quella nube di droni aggressivi; Kya si liberò con un urlo pieno di rabbia e lasciò prendere il controllo a Kaoru.
Lo Stridiosauro si lanciò in avanti e interruppe il flusso di macchine; ne fu quasi travolto, ma voltandosi piantò la lancia nel terreno alle proprie spalle e attivò nuovamente l'apertura della lama. I rampini avvolsero i droni che continuavano a volargli incontro e dopo che ebbero raggiunto l'altro lato della zona mollò la presa dall'arma, lasciando che il cavo che la legava al suo braccio si allungasse mentre esso si impegnava in una coreografia di attacchi a mani nude concentrata sui gruppi di robot. Iustitia girò attorno all'area tendendo il cavo della lancia e travolgendo i droni con le sue mosse finché non ebbe più libertà di movimento; a quel punto riavvolse il cavo a tutta velocità e i rampini della lancia iniziarono a dimenarsi per il campo di battaglia come posseduti da spiriti irrequieti, falciando droni a destra e a manca mentre i piloti proteggevano il guscio inanimato del Chrysanthemum 2.
La lancia tornò in mano a Iustitia e Kaoru la fece ruotare in aria creando una barriera impenetrabile con i suoi movimenti rapidi e precisi, quindi iniziò a volteggiare nuovamente per il campo di battaglia sfruttando quell'elica che aveva creato per eliminare i droni rimasti mentre gli altri si allontanavano intimoriti dall'audacia dello Stridiosauro. Erano una furia, una coppia di piloti che ancora non funzionavano bene assieme, ma uniti dallo stesso obiettivo che li rendeva abbastanza forti da fare ciò che dovevano fare. Fu così fino all'ennesima fiammata dell'Aros, che destabilizzò nuovamente i droni e distrusse definitivamente quelli più danneggiati e permise loro di allentare un po' la corda, poi un'esplosione nell'intera area travolse i droni e gli Stridiosauri, decretando la fine di quel caos.
Passarono alcuni secondi nel silenzio più assoluto, le fiamme di stavano estinguendo da sole nell'aria e i ragazzi capirono che era stato Gaia a scatenare quel putiferio. I droni erano a terra, una distesa di rottami bruciati e ormai inutilizzabili circondava gli Stridiosauri ad indicare il pericolo passato.
La prima cosa che Kya sentì fu la leggerezza delle proprie gambe e Iustitia non riuscì a rimanere in piedi; Kaoru fu colto alla sprovvista da quella sensazione e dovette poggiarsi alla lancia per non crollare, ma fu comunque messo in ginocchio dalla stanchezza della sua Pistil.
«Sono finiti?» Mormorò lei guardando in alto, scorgendo i due classe Gutenberg che si scambiavano gesti di approvazione; probabilmente si era trattato di una strategia di Suzuko, e Kya era sicura che avrebbe avuto presto delle spiegazioni sul perché le fiamme di Aros non l'avessero raggiunta prima, ma a quel punto sentì solo le forze lasciarla completamente.
Quello che videro i Parasite rimasti sul campo un attimo dopo, fu l'espressione di Kya svanire dal volto dello Iustitia e questo rimanere immobile al centro della strada, con alle spalle Chrysanthemum 2 illeso.
   
 
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