Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: susiguci    03/10/2022    3 recensioni
ll MERTHUR ll CIRCUS ll INIZIO SEC. XX ll CRACK PAIRING ll
Dal primo capitolo:
["Piacere, io sono Arthur!" si sporse allungando la mano verso il ragazzo.
"Merlin!" disse il più giovane, allungandosi a sua volta e stringendogli la mano con poca forza.
"Dai, non fare quella faccia. Non è poi così terribile qui! Almeno avrai qualcosa da mettere nello stomaco tutti i giorni!"]
Dal terzo capitolo:
[Il pubblico applaudiva e mentre il biondo aiutava Merlin a scendere, il ragazzo si fece prendere in braccio e gli schioccò un bacio sulla bocca. Il pubblico rideva e urlava. Arthur era rimasto a occhi e bocca spalancati...]
Dal quarto capitolo:
[Arthur si inginocchiò e si apprestò a slacciare la cintura dell'altro...
...Arthur chiuse gli occhi. Non sopportava di vedere quel che stava per fare...]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Gwen, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Goodbye












 

Arthur lo stava baciando. 

Aveva avvicinato il viso a quello di Merlin, come se fosse la cosa più naturale del mondo e aveva premuto le labbra sulle sue. Un bacio semplice, dolce. 

 

Arthur si staccò da lui sorridendo.

"Stasera faremo così, Merlin, come adesso! Niente di cui preoccuparsi, come vedi. Mi sono reso conto solo ora di quanto tu sia rimasto sconvolto, quella volta in cui sono andato oltre il semplice bacio. Mi dispiace… 

Questo era un bacio di affetto, un bacio di riconoscenza, come quella che sento davvero per te. Sei stato fantastico con me ieri, stanotte, oggi. Ti ringrazio. Non oso pensare a come sarei finito se non ti avessi avuto vicino. E so che non posso esserti amico, non come lo intendi tu. Hai una considerazione dell'amicizia troppo alta, per me.

Io sono un tipo terra-terra e sei già mio amico per quanto mi riguarda, al di là di tutte le etichette che si possono dare ai sentimenti.”

 

Merlin ascoltava e non ascoltava le parole di Arthur. Era piacevolmente turbato. Inutile dire che il bacio a stampo dell’altro lo aveva molto emozionato. Istintivamente aveva appoggiato il naso contro il suo viso e aveva inspirato profondamente, per imprimersi nel cervello l’odore della sua pelle. Quel bacio aveva l’odore del sale e del latte. Un odore caldo e dolce. 'Dio!' si chiese Merlin, riscuotendosi. 'Sto forse dando di matto?'

 

“Ora sei più tranquillo, Merlin?” gli chiese Arthur con un sorriso.

“Sì, ma non c’era bisogno di dimostrarmelo … nel senso che … io mi fido di te!”

“Ma davvero?” disse Arthur con malcelata ironia. “E da quando?”

“Starti vicino stanotte è servito anche a me, per capire alcune cose ... Tu ti sei affidato a me. Hai scelto di fidarti! Ho sempre pensato che chi è in grado di fidarsi sia anche degno di fiducia!”

“Vallo a raccontare a Gwen!”

“Lei avrà bisogno di tempo per perdonarti e capirti.”

“Lei è buona di cuore e un giorno potrebbe arrivare a perdonarmi, ma a capirmi no, mai! Non mi capisco neppure io… non è una bella sensazione. La mia mente va in una direzione e il mio corpo va in quella opposta.”

“Credo di riuscire a comprenderti meglio di quel che credi” disse Merlin. Ed era vero. Non poteva dirgli che la sua mente diceva no all’attrazione che provava per lui, mentre il corpo …  l'avrebbe avvolto come un serpente costrittore, lì per terra, davanti a tutti!


Provarono gli esercizi da fare insieme, per tutto il giorno. Ogni tanto si separavano per provare con altri o da soli, ma tornavano sempre uno dall'altro. 

 

Videro passare Lancelot, velocemente e a testa bassa.

Stavano per avvicinarsi a lui, quando Lancelot fulminò il biondo con sguardo di fuoco.

"Tu puoi avvicinarti Merlin, ma gli altri no". Arthur si bloccò, non per paura quanto per vergogna. La colpa era sua e si sentiva addosso tutto il peso della responsabilità.

"Come sta andando?" chiese Merlin.

"Non sta affatto bene” rispose Lancelot, stanco. "Il medico ha detto che rischia la depressione o meglio, ce l'ha già. Vorrebbe che cambiasse aria per un po'. Lei dice solo: - Voglio andare via - e - Fatemi morire! - "

Merlin era scioccato. "Ma poi dove andrebbe e con chi?"

"Non so dove, ma so con chi. Con me! Almeno finché vorrà."

"E il circo? Non possiamo fare a meno di voi…"

"Non me ne frega niente di questo maledetto circo. Ringrazia il tuo amico. Sapevo che l'avrebbe fatta soffrire! Torno da lei. Quando guarirà credo che andremo via…"

"Alined lo sa giá?"

"No e sinceramente non m'importa neanche di questo."

 

Quando Lancelot se ne andò, Arthur si avvicinò a Merlin.

"Gwen sta male, vero?"

"Sì, è ancora presto. Il medico dice che la febbre non è un problema, ma che per il resto ci vorrà del tempo."

Non gli disse della decisione di Lance di andare via da lì. Ci sarebbe stato lo spettacolo di lì a poco.  Arthur sembrava stare meglio in generale. E Merlin sperava in fondo al cuore che Lancelot avrebbe cambiato idea.


Quello spettacolo fu molto faticoso per i giovani del circo, ma sommando il tutto, era andato piuttosto bene.

George era stato infaticabile ed efficiente. Aveva appeso vari fogli nei camerini con l'ordine dei numeri e persino l'indicazione di chi doveva cambiare il costume tra un numero e l'altro. Aveva indicato chi doveva parlare al megafono, chi metteva i dischi, chi faceva da assistente a chi…

Dal punto di vista organizzativo l' incastro dei sette artisti fu perfetto.

 

Anche Alined aveva lavorato senza mai fermarsi, confezionando le uova per lo spettacolo dei pagliacci e sostituendo i gusci vuoti con delle uova di carta. Era troppo costoso utilizzare uova vere. Inoltre aveva rammendato e pulito tutti i costumi.

 

Il numero di Merlin come leggero del trapezio, non andò nel migliore dei modi. Il salto mortale semplice e il salto mortale e mezzo erano stati eseguiti bene. Durante il doppio salto mortale, invece, Merlin non era riuscito ad afferrare le mani di Percival ed era caduto sulla rete. Alined, da attore consumato, non si scompose minimamente e commentò il fatto al megafono.

"Balinor è la prima volta che si cimenta con il trapezio. Balinor si accinge ora a riprovare l'esercizio più difficile del suo repertorio. Un bell'applauso d'incoraggiamento al nostro Balinor."

Gwaine si chiese chi fosse mai questo Balinor.

Alined aveva chiesto a Merlin di trovare un nome diverso per ogni ruolo che interpretava. Il nome di Merlin come grande mago non si poteva più cambiare. Era stato aggiunto in tutte le locandine. Gli era venuto in mente per primo il nome di suo padre e utilizzò quello.


Percival fu eccezionale, nel numero dei cavalli. Sostituì il numero migliore di Gwen, ossia quello in cui la ragazza stava in piedi sul cavallo per un giro di pista, con uno ancora più spettacolare: fece il giro di pista, tenendo un piede su Alpaca e l'altro piede su un secondo cavallo. Un numero rischioso.


Anche Gwaine con i cani ebbe un grande successo. Mise in atto un'idea particolare e un po' folle, come del resto era lui. Si era travestito da donna, pur tenendo in bella mostra i baffi e il pizzetto. Merlin si sbellicava dalle risate, quando Gwaine fingeva di sgridare i suoi cani. Si era attaccato una salsiccia alla cintura, nel mezzo dietro della gonna e quando qualche cane provava a raggiungerla con un salto, lo riprendeva, facendo finta di non capire cosa stesse succedendo quel giorno ai suoi cani.

Risultava dunque una performance a metà tra il clown e l'addestratore di cani.

 

L'aveva truccato Merlin essendo ormai esperto in trucco femminile, a causa del suo personaggio. 

Gwaine era la donna meno femminile che potesse esserci e forse per questo l'effetto comico fece impazzire il pubblico e ovviamente i bambini.


Alined addestratore di colombe fu il numero più applaudito di tutta la serata. Gwaine fece il suo esordio come commentatore al megafono durante il numero del suo capo e fu molto professionale.

 

Il capo si era cambiato per l'occasione, smettendo i panni del direttore del circo truccandosi e indossando una barba grigia posticcia.

Alined aveva quest'aria nostalgica di un vecchio elegante e gentile, che con il pensiero e piccoli gesti faceva fare ai volatili tutto ció che voleva. Merlin guardandolo era rimasto del tutto esterrefatto: quel numero non aveva niente a che fare con quello di Gwen.

L'uomo aveva fatto mettere le colombe in fila, una dopo l'altra, su una corda tesa. Ad un suo cenno erano volate su di lui, tutte insieme: un uccello sulla testa e gli altri sulle braccia.

Durante la parte finale, dopo aver girato sulla giostra,  le colombe si erano alzate in volo in contemporanea e si erano messe a volare in cerchio sopra la testa di Alined, lasciando attoniti, spettatori e artisti del circo.

 

Dopo era il turno del grande mago Merlin. Il ragazzo pensava che a confronto del numero appena visto, il suo sembrasse un numero da bambini.

La musica e le luci avevano creato un'atmosfera cupa e misteriosa. L'effetto scenico era molto buono, considerando anche la lunga toga di Trickler, i capelli e la barba bianchi e la gestualità ampia e lenta di Merlin. Si rese conto di quanto l'apparenza poteva fare per un numero come il suo, per cui si sentì rinfrancato e cominciò.

Arthur lo osservava dal camerino, dalle fessure sulle tende, create appositamente per osservare i numeri dei colleghi. Si mise a ridere. Merlin sembrava assolutamente un'altra persona. La sua espressione sembrava quella di un vecchio brontolone. Addirittura camminava e si muoveva come fosse veramente un anziano. 

 

Merlin si esibì in giochi di illusionismo piuttosto semplici. Utilizzò dapprima le carte, invitando anche un paio di spettatori. Il tutto a gesti e senza mai parlare. Per il secondo numero utilizzò corde che dopo essere state annodate o tagliate, si ricomponevano magicamente da sole.

Infine il numero di maggior effetto. La levitazione, dove seduto su un tappeto a gambe incrociate, il mago si sollevava di almeno mezzo metro da terra. Leon lo assisteva e aveva il compito, tra l'altro di sollevare le vesti del mago, mostrando a tutti che non c'era nulla sotto di lui. 

Tutto era andato bene ma Merlin non era molto soddisfatto. Corse dietro le tende per cambiarsi e indossare il costume da gladiatore. Alined e George lo aiutarono. Non c'era molto tempo. Il numero degli indiani durava pochi minuti. 

Non c'era il tempo per sentirsi imbarazzato per la sua mezza nuditá, né con i circensi, né con il pubblico.

Merlin aveva scelto per questo personaggio un nome da gladiatore: Gaius, che gli dava l’idea di un’estrema possanza fisica e di una forza mistica prodigiosa, al contempo. Arthur preferì semplicemente farsi chiamare “the King”.

Il numero di ‘Gaius and the King’ fu breve ma molto apprezzato. Merlin sopra le gambe di Arthur eseguiva figure prima semplici poi sempre più complesse e coreograficamente molto belle. Quando alla fine si scambiarono i ruoli, Merlin e Arthur fecero solamente una figura: Arthur pesava più di Lancelot e Merlin riusciva a resistere per meno tempo. 

Ma i ragazzi furono comunque applauditi a lungo.

 

Tutti gli altri numeri vennero svolti in modo buono o ottimo: Alined poteva ritenersi soddisfatto.

Il numero dei pagliacci fu spostato in avanti, subito prima del numero finale, per consentire a Merlin di truccarsi da Miss Blond una volta sola. Era questo il nome scelto da Merlin per il pubblico. Per gli amici sarebbe stata sempre e soltanto Miss Merlin.

Il numero sarebbe stato di maggiore effetto se, come sempre, l'avessero eseguito in due momenti separati, ma non era proprio possibile. 

La leggiadra Miss Blond aveva giocolato con le uova, si era lamentata poi aveva gioito assieme alla ragazza del pubblico, aveva abbracciato il bel ragazzo tra gli spettatori e piangendo lo aveva poi lasciato.

Baciò Arthur con molta tenerezza, lasciandogli un bel cuore sulla bocca. In quel momento a Merlin sembrò di sciogliersi all’interno. Dal bacio inaspettato ricevuto da Arthur quel pomeriggio, (l’unico vero bacio che gli avesse mai dato) Merlin non si era ancora ripreso. Non aveva avuto il tempo materiale per metabolizzarlo e si sentiva come fosse un po’ ubriaco. I baci di Arthur cominciavano a fargli un po’ troppo effetto, ma in quel momento non se ne rendeva nemmeno conto.

Quando poi Arthur fece inclinare il busto di Merlin e lo baciò, a lungo ma con le labbra immobili, per un attimo il ragazzo si annullò completamente in quel bacio, nonostante il clamore del pubblico.

Arthur si aspettava che Merlin si lasciasse cadere svenuto. In quel momento percepì distintamente un lungo gemito grave, proveniente dalla bocca dell’altro, una piccola vibrazione sulle labbra che andava dalla gola di Merlin alla sua.

Per non prolungare il bacio eccessivamente, Arthur si rialzò con Merlin appresso. Il ragazzo aprì gli occhi e resosi conto dell’errore, stramazzò a terra, probabilmente facendosi anche male.

 

Quando Arthur lo prese in braccio, successe una cosa, un piccolo errore che però, terrorizzò il moro. 

Perse la parrucca, mettendo in mostra la sua chioma mora e spettinata.

Nel cambiarsi in fretta e furia, non aveva messo in testa una delle calze vecchie di Gwen per appiattire e contenere i capelli e aveva posizionato le forcine in modo sommario.

Risultato: molti spettatori, forse tutti, potevano capire che Merlin era un uomo! Che aveva baciato un altro uomo! Aveva il viso truccato, ma vedendo i suoi capelli avrebbero potuto riconoscerne la fisionomia in Balinor, il trapezista o in Gaius, il gladiatore dove aveva la testa scoperta.

 

Nel rientrare in pista per ricevere gli applausi finali, Merlin raccolse la parrucca e la sventolò verso il pubblico a mo’ di saluto. Tanto ormai la frittata era fatta. Tuttavia Merlin non ricordava che un loro spettacolo avesse mai ricevuto un applauso finale tanto lungo.

 

Dopo l’esibizione, come al solito, a cena, tutti brindarono, eccitati per essere riusciti a cavar fuori un buon spettacolo da una situazione quasi impossibile.

Merlin era nervoso, ma nemmeno Arthur se ne accorse. Aveva in mente di chiedere ad Alined di andare via quanto prima da Portishead beach.

 

Gwaine, pur avendo bevuto più di tutti gli altri, era solamente alticcio. Ci voleva ben altro per atterrare un uomo del suo calibro.

"Non credevo che l'avrei mai detto, George, ma hai fatto un lavoro con i fiocchi. Stasera sarai premiato, quando verrai a dormire con noi, vero, Percy?"

"Credo proprio di sì!" dichiarò il ragazzone.

"Vedi, caro George, vedi quanto sto bevendo?"

L'altro annuì.

"È perché altrimenti non riuscirei a dormire. Guardalo!" disse Gwaine a George, indicando Percival.

"Lo vedi quanto è grosso? … Questo russa più di un orso."

"Ehi!" disse Percival fingendosi seccato: "Senti chi parla! Io russerò anche, ma non sono io quello che finisce nei giacigli altrui. Frulli tutta la notte: sembri un indemoniato!"

George era impallidito. Si chiese se non fosse il caso di tornare a dormire con gli altri tre.

 

I suoi pensieri furono interrotti da Alined che si alzò per parlare.

Fece i complimenti a tutti e disse che era molto soddisfatto.

Merlin rimase più che sorpreso quando lo vide girarsi e andare via.

Si aspettava la solita lunga ramanzina sul suo errore, anzi sui due errori commessi ma il capo non ne aveva affatto accennato.

"Non tutti i mali vengono per nuocere, amico mio" disse Gwaine rivolto a Merlin con un'espressione maliziosa. "Ti è andata grassa! Per tua fortuna è ancora stravolto dalla vicenda di Gwen e Arthur…"

 

Alined era un po' strano, ma non stravolto, secondo Merlin, che pensò che Gwaine fosse il solito esagerato.

Poi si rivolse a Percival: "Domani dirò al capo che non voglio continuare a fare il trapezista!"

"Capita spesso di cadere durante le esibizioni in pubblico. Non fartene un cruccio!" rispose l'altro, bonariamente. 

"No, non è per quello. Ho troppi ruoli da ricoprire e voglio concentrarmi su quello che so fare meglio, ma mi dispiace per tutto il tempo che ho fatto perdere a te e a Leon."

"Non preoccuparti. Troveremo una soluzione!"



 

Il mattino dopo Merlin si svegliò ancora prima del solito. La sera prima era talmente stanco che aveva dormito sodo tutta la notte. Però forse aveva avvertito qualcosa durante il sonno: ricordava rumori e voci, ma non era in grado di capire se fossero stati reali o se li aveva solo sognati.

Si rivestì in silenzio e uscì fuori dal carro, guardandosi attorno.

Era ancora buio e tutto sembrava come al solito. Sentiva freddo e mentre stava per risalire sul carro, si accorse che c'era qualcosa di diverso nel carro dietro al suo.

La porta era parzialmente aperta.

Un dubbio doloroso si fece spazio nella sua mente e corse a spalancare quella porta. C'erano i due giacigli vuoti, le gabbie con gli animali dormienti e nient'altro.

Nessuna traccia di vestiti o suppellettili, femminili o maschili.

'Dio! E adesso?'

Non era andato nemmeno a visitare Gwen il giorno prima. Pensava di avere tempo.

Possibile che Gwen fosse giá guarita?

"Maledizione!" gridò dando una manata sulla parete del carro e facendo svolazzare di spavento qualche colomba.

Si fermò un attimo a pensare poi scattò. 

Controllò i cavalli: c'erano tutti.

Tornò sul suo carro e indossò in fretta una casacca pesante. Prese tutti i suoi soldi. Erano così pochi ... Dopo un momento di esitazione, prese anche quelli di Arthur … pochi anche quelli, ma più dei suoi.

Montò a cavallo e galoppò fino alla scuderia vicino al paese, per chiedere se poco prima una coppia avesse preso dei cavalli.

Gli fu risposto che in effetti una coppia aveva preso a nolo un cavallo e che uno degli scudieri sarebbe andato a riprenderlo poche ore dopo alla stazione di Portishead, la quale distava circa cinque miglia.

Merlin spinse il cavallo al massimo consentito. Perché li inseguiva? Voleva forse farli tornare indietro con lui o voleva solo salutarli? 

Non aveva una risposta. L'unica cosa che sapeva è che voleva vederli, soprattutto Gwen. Non l'aveva forse trascurata il giorno prima, con la scusa che c'era Lance con lei? Non l'aveva forse tradita anche lui, in quanto amico, scegliendo di stare vicino all'uomo che l'aveva fatta tanto soffrire?

Quando arrivò, smontò da cavallo e cominciò a correre tra un binario e l'altro della stazione. Essendo sabato c'era già parecchia gente e molti treni sbuffanti vapore, al di lá del quale era difficile vedere qualcosa.

Merlin disperava ormai di trovarli. Potevano essere già partiti oppure se erano giá saliti su un treno, come avrebbe fatto?

Cominciò a chiamarli ad alta voce, vicino ad ogni treno fermo. Qualche passante lo guardò infastidito ma Merlin neanche ci fece caso.

 

Poco dopo li vide. Erano seduti su una panchina. Da lontano sembravano una coppia di anziani. Merlin provò compassione nel vederli così.

Lance avvolgeva Gwen con un braccio e lei stava accucciata contro di lui con il viso e le mani sul petto di lui.

Non si capiva se dormisse o piangesse.

Si avvicinò a loro.

"Merlin! Che ci fai qui!" disse Lancelot con gli occhi spalancati. Gwen si tirò su e lo guardò  mentre l'uomo si alzò per andargli incontro.

 

"Ragazzi, vi sembra bello sparire così? Mi sono preso un accidenti! Volevo almeno salutarvi."

Lance gli rispose con aria contrita: "Mi dispiace, Merlin, io …"

"È colpa mia” disse Gwen. “Gliel'ho chiesto io!"

"C'è qualcosa che posso dire o fare per farvi rimanere con noi?"

Fu Lance a rispondere: "Nulla, Merlin, è meglio così! Ma grazie per aver pensato a noi."

"Dove andrete?"

"Gwen ha dei parenti a Londra. Per ora andremo lì poi si vedrà.

Merlin annuì triste poi tirò fuori il sacchettino con i soldi.

“Mi dispiace! Vorrei averne di più, ma prendili lo stesso, ti prego!”

Lancelot stava per rifiutare ma guardò negli occhi grandi e lucidi del suo amico e capì il suo intento.

“Grazie!” disse avvolgendogli un braccio intorno al collo e dandogli un bacio sulla guancia.

“Il nostro treno sta per partire … dobbiamo andare!”

“Merlin … aiutami ad alzarmi, per favore” fece Gwen.

Lance si allontanò di qualche passo per lasciare loro un po’ di intimità.

Merlin le afferrò le mani e la fece alzare con cautela. Lei si appoggiò con le mani alle sue braccia. Stava piangendo mentre gli sussurrava: “Ho sbagliato Merlin! Se avessi scelto te, non mi ritroverei con il cuore a pezzi. Ora lo so!”

“No, non è vero” sorrise il ragazzo con dolcezza “Pensi che io avrei lasciato il circo per te, come ha fatto Lance?”

“Sì, è vero. Lo sto usando! Ma farò in modo che ritorni, dopo che mi avrà accompagnata!”

“Fossi in te, me lo terrei stretto” gli disse con uno sguardo ricco di malizia. “E se lui vuole essere usato da te, beh … usalo!”

Gwen ridacchiò tra le lacrime e gli diede un colpetto sul braccio. “Sei uno scostumato!”

“Dico solo che secondo me dovresti riconsiderare … i mori, soprattutto quando sono così aitanti!”

La ragazza lo abbracciò singhiozzando e Merlin la avvolse con calore tra le braccia.

Non si dissero altro.

Lance raccolse la valigia, prese per mano Gwen e sparirono sul treno.









 

Ciao a tutt*. Da questo capitolo in avanti ho deciso di velocizzare un po' la trama e la sequenza narrativa. Altrimenti tra dialoghi e introspezione, tra venti capitoli sarei ancora allo stesso punto o quasi. Non mancano così tanti capitoli alla fine della storia. Vi abbraccio!!!

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: susiguci