In my time

«Proprio come lo ricordo, squisito» dice John affondando la forchetta nello stufato.
Mary ridacchia, gli occhi umidi e colmi di ricordi.
«Una volta ha preferito del bacon, lo ricordo bene» dice lei, con l’immagine davanti e col cuore che batte all’impazzata.
Dean li osserva commosso nel profondo; il dolore e la paura causati da Michele sembrano un ricordo passato secoli fa. Adesso suo padre, sua madre e tutta la famiglia sono lì davanti ai suoi occhi. Un sogno, un’illusione; eppure scoppia di gioia ormai dimenticata.
«Sammy, sei diventato davvero uno spilungone» esclama allegro John e Sammy imbarazzato davanti a dei genitori che non ha mai vissuto fa spallucce.
«Beh ecco…» balbetta.
«Per non parlare dei capelli! Possiede più prodotti di una femminuccia!» dichiara Dean facendo ridere un po' tutti.
«Per non parlare della pizza che lasci tu per settimane sul comodino» contrattacca Sam.
Dean ride e quasi urla allegro; quella sera sembrano una semplice e felice famiglia.
 
 
 
John non finisce mai di ammirarla.
Mary sorride di tanto in tanto, anche se vede qualcosa che non gli torna, che non riconosce.
Poi si volta, con quello sguardo che riserva solo a lui che dice tanto, senza mai aprire bocca. 
John le ha stretto la mano beandosi di quel contatto così dolce, così caldo.
«La mia ragazza» dice.
Lei ridacchia e quasi all’improvviso la rivede decenni prima avvolta in quel candido vestito estivo che l’attende a casa con una torta fumante.
«Non sei cambiato per niente» afferma.
John ride.
«Bugiarda» bisbiglia abbracciandola di slancio.
«Dean andiamo» dice Sam.
Dean invece rimane quasi imbambolato e John lo capisce; immagina che quella scena è solo un lontano ricordo che sembra appartenere ad un sogno.
«No aspettate ragazzi» dice.
I loro figli si guardano straniti e John ha il cuore pieno di orgoglio osservando come sono venuti bene.
«No tranquillo, papà. State pure soli, ehm non c’è problema» esclama Sam guardandosi intorno.
«Sì, infatti. Fate le cose che fanno i genitori, tipo. Noi andiamo a sbronzarci in salotto» aggiunge Dean annuendo.
John li guarda emozionato e gli fa segno di avvicinarsi.
Li abbraccia forte a tutti e tre; spera che in un modo o nell’altro capiscano l’immenso rammarico che prova.
«Lo so, papà. Lo so» mormora Dean.
Mary singhiozza e in quel bunker sembra che tutto sia a posto.
 
 
«Deve andare così» dice John.
Mary lo stringe ancor di più e lui nel profondo vorrebbe dirle che un modo c’è, che deve esserci.
Eppure per loro no.
«Papà» inizia Sam.
John scuote la testa, buffo che sorrida mentre la tristezza lo sta consumando dall’interno veloce.
«Non ti ho mai dimenticata. La mia ragazza…» dice ancora nostalgico a Mary.
E poi li abbraccia di nuovo, più di quanto abbia mai fatto in vita sua e chiude gli occhi desiderando che quel momento sia eterno.
Nei loro sguardi l’addio, nel suo un arrivederci.
Mentre le lacrime bagnano i visi che John tanto ama il suo sguardo vuole essere una promessa solenne; li avrebbe aspettati per sempre dovunque.
 

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Spero vi piaccia, adoro l'angst. Ho pianto con loro, uffffff