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Autore: Davide Albertazzi    06/10/2022    0 recensioni
Jakson è al collasso! Mentre una siccità devastante ne prosiuga il fiume e blocca la diga, due pattuglie spariscono nel nulla durante una spedizione in città. Saranno Ellie e Joel, aggegatisi alla squadra di soccorso, a dover fare luce sul mistero, ma nell'America devastata dall'apocalisse, il confine tra predatore e preda è labile come una nuvola di spore.
Genere: Avventura, Azione, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ellie, Joel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ellie rinvenne di colpo.
La testa le pulsava di un dolore sordo mentre un sottile bruciore ai polsi la informò che aveva le mani legate dietro la schiena.
Aprì a fatica le palpebre e si guardò attorno.
Era seduta a terra accanto a Frank, anche lui legato come lei, mentre due guardie dall’aria arcigna si ergevano in piedi davanti a loro tenendoli sotto tiro con le canne dei fucili automatici.
Una nuvola di polvere e calcinacci le entrò in gola facendola tossire.
Si trovavano in quello che a prima vista pareva un piano incompleto di un palazzo in costruzione e anche uno molto in alto considerando che dalla sua posizione riusciva a vedere la cima di una vecchia gru arrugginita dal lato opposto dell’edificio il cui braccio ormai mezzo collassato si incastrava con la trama delle impalcature.
Lo stanzone grigio, senza pareti e sostenuto solamente dalle colonne portanti, era privo di qualsiasi arredamento, fatta eccezione per una serie di scacchi a pelo posizionati nella zona più protetta ed alcune casse sparse qua e là, mentre tutta la metà a destra era occupata da una traballante impalcatura sulla quale erano impilate decine di sacchi di cemento così consunti che il vento bollente ogni volta che li attraversava sollevava una nuvola di polvere grigia.
A parte le guardie davanti a loro gli altri uomini erano sparpagliati un po' ovunque, chi in piedi e chi seduto, tutti prostrati dal caldo.
Tossicchiando leggermente si voltò a sinistra e ciò che vide le fece mordere il labbro dalla collera.
Accanto ad un soldato che lo controllava a vista con la pistola in pugno Joel era in piedi, legato con le braccia da un tubo di metallo sopra la sua testa.
Sul volto un paio di lividi violacei gli coprivano la guancia sinistra, mentre la camicia strappata lasciava vedere una serie di tagli sul petto.
“…quindi proprio non ti ricordi di me?” stava domandando il capo dei banditi giocherellando con un coltello dalla lama sporca di sangue “Sei proprio sicuro Joel Miller?”
Joel come tutta risposta gli sputò in faccia.
“Beh devo dire che…”
“Signore!” lo interruppe un criminale seduto su una delle impalcature che circondavano tutto l’edificio “Sono arrivati!”
Un sorriso arcigno si dipinse sul volto dell’afroamericano.
“Chi sarebbe arrivato?” borbottò Frank con voce incollerita “Altri di voi cani?”
Il sodato più vicino gli tirò un calcio nel fianco strappandogli un gemito.
“Ma certo che no!” esclamò il capo dei banditi “Sono arrivati loro” e con la punta del coltello insanguinato indicò un punto molto in basso oltre il bordo del palazzo.
Ellie e Frank si voltarono verso lo strapiombo e ciò che videro gli fece sgranare gli occhi per l’orrore.
Un’ immensa orda di infatti, centinaia, migliaia tra runner, clicker e bloater avanzava con passo sostenuto nel letto del fiume secco incuranti del sole cocente, talmente tanti da sembrare essi stessi l’acqua del rivo.
“Oh Cristo!” esclamò Ellie sbiancando.
“Bella vero?” domandò l’afroamericano “Non avete idea che fatica sia stata deviare tutti questi bastardi verso Jackson ed eliminare le vostre pattuglie perché non ve ne accorgeste! Certo, il fiume secco ci ha aiutato un bel po’!”
“Ma… perché?” domandò Frank con aria confusa.
“Ma per distruggere la città mi pare ovvio!” esclamò il capo dei banditi “Quando l’orda avrà sfondato il muro e massacrato tutti, sarà uno scherzo per noi saccheggiarla di tutte le sue ricchezze!”
“Maledetti psicopatici io vi…” sibilò Ellie, ma un calcio la raggiunse al fianco stroncandole le parole.
“Tornando a noi…” disse l’afroamericano voltandosi nuovamente verso Joel “Mi pare di capire che proprio non ti ricordi di me… e in effetti come potresti?” strinse gli occhi e con un gesto secco conficcò il coltello sul pianale di una cassa abbandonata lì accanto “Quanta gente hai ammazzato all’ospedale di Salt Lake City? Trenta innocenti? Quaranta? È normale che un uomo non ricordi il viso di tutte le persone a cui ha strappato la vita…” alzò l’indice “Ma un uomo non dimentica mai il viso di chi lo ha ucciso! Io ero lì! IO ERO UNO DI LORO” gridò il vecchio soldato delle Luci con le vene del collo che gli pulsavano “E tu quella maledetta notte di quattro anni fa mi hai piantato due pallottole nel petto e mentre mi contorcevo sul pavimento mi hai scavalcato come niente fosse, come si fa con un cane randagio!”
“Non so minimamente di cosa stai parlando…” sibilò Joel stringendo gli occhi “Io non sono mai stato a Salt Lake City”
“Certo come no…” abbaiò il vecchio afroamericano “Beh lascia che ti dia un consiglio da amico…” si sollevò la camicia scoprendo due piccole cicatrici sul petto “…Il cuore è piccolo, infame e bastardo Joel Miller! Se vuoi uccidere veramente un uomo devi fare come con gli infetti” si picchetto con l’indice sulla tempia “Gli devi sparare in testa!” si voltò ed abbassò lo sguardo su Ellie “È lei la ragazzina per cui hai fatto tutto vero? Per la quale ci hai condannato tutti…”
“Ti ripeto, non siamo mai stati a Sal Lake City!” sibilò nuovamente Joel.
L’ex-Luce fece un gesto ed una delle due guardie afferrò Ellie, la trascinò fin da lui e la sbattè sul pianale della cassa lì accanto.
“Lo vedremo subito chi ha ragione!” esclamò l’afroamericano chinandosi e raccogliendo un vecchio martello arrugginito dal pavimento “Se quando le spaccherò la testa schizzerà Cordyceps da tutte le parti… vorrà dire che non mi sbaglio!” e così dicendo si avvicinò alla ragazza e sollevò il martello in aria.
Ellie si agitò tentando di sfuggire alla presa d’acciaio del bandito che la bloccava.
“Fermo…” sussurrò Joel “La cura…”
“Non c’è più alcuna cura Joel Miller…” esclamò l’ex Luce contraendo i muscoli per colpire “…c’è solo la vendetta ormai!”
Calò il colpo.
Uno sparo rimbombò nell’aria.
Il martello cadde a terra con un tonfo pesante, mentre accanto ad esso, con gli occhi sgranati ed una mano tremante poggiata sul nuovo buco apertosi improvvisamente nel suo petto il vecchio si accasciò sul pavimento emettendo un gorgoglio strozzato.
Come un fiammifero gettato in una tanica di benzina, una fiammata di caos esplose in tutto l’edificio.
I banditi scattarono in piedi e afferrarono le armi in modo convulso, mentre freneticamente tentavano di localizzare il cecchino e scrollarsi di dosso il torpore che il caldo di mezzogiorno gli aveva conficcato nelle ossa.
Un secondo colpo risuonò nell’aria.
Con un rumore sinistro i vecchi sostegni arrugginiti dell’impalcatura, tranciati da un proiettile di grosso calibro, cedettero di schianto, facendo cadere sul pavimento tutti i consunti sacchi di cemento che esplosero in una immensa nuvola di polvere.
Sospinto da un vento alleato il polverone avanzò rapido, inghiottendo l’intero piano del palazzo in costruzione.
Un attimo prima che la nuvola raggiungesse Joel, una terza pallottola saettò nell’aria facendo saltare con un suono metallico i fermi del tubo al quale l’uomo era legato.
Libero d’improvviso Jole si lanciò sulla guardia accanto a lui ed entrambi caddero a terra lottando furiosamente.
Ellie approfittando della distrazione del bandito che la immobilizzava, stordito dal cemento che gli era entrato in gola provocandogli una scarica di tosse, si divincolò dalla sua presa e scattò all’indietro, colpendolo sul volto con la nuca.
Con un muggito di dolore ed il gracchiante rumore di naso fratturato l’uomo incespicò malfermo.
Fulminea la ragazza si voltò e con le mani legate afferrò il coltello conficcato nella cassa accanto a lei poi, roteando su sé stessa, si girò di nuovo piantandolo nello stomaco del nemico.
L’uomo con un gorgogliante grido di dolore si accasciò a terra tenendosi il ventre mentre Ellie estraeva la lama grondante di sangue e la usava per liberarsi i polsi dalla corda.
In quel momento la seconda guardia, quella rimasta vicino a Frank, sollevò di scatto il fucile d’assalto, lo puntò contro la ragazza e premette il grilletto.
Una scarica di proiettili 7.62 disegnò una linea irregolare sul muro di cemento armato, mentre il bandito, colpito da Frank con una poderosa spallata, cadeva a terra insieme al suo aggressore.
Fulminea Ellie scattò in avanti e sgozzò la guardia con un taglio netto, liberando subito dopo i polsi dell’amico con altrettanta rapidità.
L’uomo la ringraziò con un cenno del capo, poi si gettò sul cadavere del nemico, appropriandosi del fucile automatico e lanciando alla ragazza la pistola.
Gli spari del cecchino si erano momentaneamente calmati.
I banditi rimasti infatti, ripresisi dal polverone e dall’imboscata si erano ritirati verso il lato opposto del piano in costruzione dove avevano trovato riparo dai colpi del tiratore tra i rottami dell’impalcatura caduta, e da lì aprirono un pesante fuoco di soppressione.
Con i proiettili che cominciavano a fischiare sopra le loro teste Ellie e Frank si gettarono dietro ad una grossa betoniera arrugginita mentre alle loro spalle Joel, che finalmente aveva avuto la meglio sull’avversario si rannicchiava dietro alla cassa di legno.
Frank si sporse dal riparo e sparò un paio di colpi, per poi abbassarsi subito dopo mentre una scarica di pallottole faceva saltare la ruggine della betoniera.
“Così non va!” esclamò l’uomo stringendo l’arma tra le dita “Quanti colpi abbiamo? Quattro caricatori in tre? Ci distruggeranno!”
“La polvere è ancora densa! Possiamo provare ad aggirarli” esclamò Joel alzando un braccio verso destra “Di là, attraverso l’impalcatura esterna!”
“Ci penso io” esclamò Ellie.
“Cosa?” rispose Jole alzando le sopracciglia “No, è troppo pericoloso lo farò io e…”
“Datemi fuoco di copertura! “esclamò la ragazza ignorandolo, poi fulminea schizzò fuori dal riparo.
Frank sollevò la canna del fucile iniziando un fuoco molto più sostenuto di quanto le riserve di munizioni gli avrebbero permesso mentre Joel sibilando un’imprecazione tra i denti si univa a lui pochi secondi di dopo.
Con un tonfo Ellie atterrò sull’impalcatura esterna, si abbassò e stringendo convulsamente la pistola in pungo prese ad avanzare abbassata tentando di ignorare i sinistri scricchiolii che le assi di legno vecchie di decenni producevano ad ogni passo...
Dopo aver superato con un balzo una sezione collassata chissà quanto tempo prima si appiattì contro la parete di cemento, sentendo sopra di sé il vociare concitato dei banditi.
Con fare circospetto si sporse oltre il pavimento.
Cinque uomini, premuti contro cataste mal assortite di tubi ed assi sparavano verso il lato opposto dell’edificio nel tentativo di stanare i nemici.
Nessuno guardava dalla sua parte.
Silenziosa come un gatto sollevò la pistola oltre il bordo del pavimento, mirò con cura e fece fuoco.
Due banditi caddero a terra senza un gemito, il terzo ricevette un proiettile in pieno petto sorpreso nell’inutile tentativo di voltarsi, mentre il quarto, spostatosi dalla copertura dopo i primi spari venne falciato da una raffica congiunta di Frank e Joel.
Rapida Ellie spostò la mira verso il quinto, ma un colpo del misterioso cecchino sparato nel bel mezzo della nuvola ormai diradata lo aveva già abbattuto.
La ragazza fece un sospiro di sollievo, poi si issò sul pavimento di cemento, lasciando finalmente alle spalle l’incertezza dell’impalcatura.
Con la pistola in pungo avanzò tra i cadaveri semi stordita dal rimbombo degli spari, tossicchiando per il fumo e la polvere che le erano ormai entrati nelle narici.
Oltre ciò che rimaneva del polverone vide Joel avvicinarsi al capo dei banditi che ancora si contorceva sul pavimento gemendo leggermente.
“Com’è che dicevi?” lo udì sibilare “Se vuoi uccidere un uomo gli devi sparare in testa vero?” premette il grilletto piantandogli un proiettile dritto in fronte “Eccoti accontentato…” mormorò, poi si voltò verso Ellie
“Si può sapere cosa ti è preso?” esclamò adirato “Potevano ammazzarti!”
“Potevano ammazzare anche te…” rispose la ragazza passandosi una mano sul viso sporco di cemento e sangue “Poi ha funzionato no?”
“Sì ma…” fece per ribatter Joel.
“A proposito” si intromise Frank interrompendolo “Mi potresti spiegare questi deliri che faceva il nostro amico su Salt Lake City ed Ellie?” con un gesto indicò il cadavere dell’ex-Luce “Se non sbaglio ho sentito anche la parola cura e…”
“Quello che hai detto tu Frank” rispose Joel scuro in volto “I deliri di un pazzo…”
L’uomo annuì con un sospiro.
“Ehi state tutti bene?” gridò la voce di una donna “Siete feriti?”
Udendola i tre si voltarono in contemporanea e la cercarono con lo sguardo.
Oltre lo strapiombo, in piedi accanto alla cabina di pilotaggio della vecchia gru arrugginita, con il fucile dalla canna ancora fumante in mano e la treccia nera mossa dal vento bollente Anne muoveva le braccia nella loro direzione.
“Tutto ok! Hanno solo affettato un po’ Joel!” rispose Frank ad alta voce “Ma niente di grave!”
“Bene! Aspettate che vi raggiungo!” disse la donna, poi infilatosi il fucile in spalla prese a scendere con cautela verso il palazzo lungo il traballante braccio collassato della gru.
Pochi minuti dopo apparve davanti a loro avanzando come uno spettro tra i cadaveri dei banditi.
Vista da vicino aveva un colorito pallido ed emaciato come quello di chi ha perso molto sangue, cosa testimoniata anche dalle colate rosse che le imbrattavano la benda di fortuna avvolta attorno alla spalla sinistra.
Come la vide Frank le andò in contro con un sorriso che gli illuminava il voto sotto la barba scura.
Quando la raggiunse la abbracciò con dolcezza.
“Amore… quando ci hanno catturato… quando ho visto che nella strada il tuo corpo non c’era…” mormorò accarezzandole il viso con il dorso della mano “…non ero mai stato così felice!”
“Oh che romantico che sei!” rispose lei sfiorandogli la barba con le dita “Ed eri felice anche perché sapevi che poi sarei venuta a salvarvi il culo a tutti eh?” fece un mezzo sorrisetto ed alzò gli occhi “A parte le stronzate, sono contenta che anche tu sei ancora in questo mondo…” sussurrò con dolcezza, poi si sollevò sulla punta dei piedi dandogli un tenero bacio sulle labbra.
“Ehm non per interrompere il quadretto romantico…” disse Ellie sistemando con un ultimo nodo le bende imbevute di alcool che aveva avvolto attorno al petto martoriato di Joel “Mi hai salvato la vita, Anne, grazie davvero…” si voltò ed indicò verso il fiume secco con un gesto della mano “…ma temo ci sia un altro problema che dobbiamo risolvere ora...”
“Ti riferisci all’orda?” domandò Anne staccandosi dal marito e risistemandosi nervosamente la tracolla del fucile.
“Esatto…” si intromise Joel alzandosi in piedi “Se quegli infetti raggiungono Jackson...” si abbottonò la camicia con una smorfia di dolore sul viso “…Cristo sono talmente tanti che abbatteranno il muro come fosse di carta e spazzeranno via la città in meno di un’ora!”
“Dobbiamo impedirlo!” esclamò Frank “Forse potremmo deviarli, attirarli da un’altra parte come i banditi dicevano di aver fatto per indirizzarli contro Jackson…”
“E come amore?” gli rispose Anne giocherellando nervosamente con la treccia “Siamo solo in quattro! Forse…”
“Ah, niente forse!” si intromise Joel con una smorfia “La valle è troppo stretta in questo punto! Anche fossimo in grado, non c’è un posto nel quale li potremmo attirare…non così tanti almeno…”
“Un momento! Cristo ma certo!” esclamò Ellie indicando verso il basso “L’orda si muove sul fondo del fiume secco no? Beh, ci basta raggiugere Jackson e dire a Tommy di aprire la diga! Sarà… beh come tirare lo sciacquone!”
“Potrebbe funzionare…” disse Frank passandosi una mano sul cranio liscio “Ma Jackson è lontana, e non arriveremo mai in tempo andando a piedi!”
“Ci vorrebbe una radio!” disse Joel “Peccato che l’avamposto in questa schifosa cittadina non ce l’abbia…”
“L’avamposto no…”si intromise Anne alzandole sopracciglia “Ma i vecchi compagni di Barry… loro una radio l’avevano!”
“Quali compagni di Barry?” domandò Ellie voltandosi.
“Ah, risale a prima che voi arrivaste…” rispose Anne “Barry faceva parte di un gruppo di Fedra disertori giunti da queste parti dopo la caduta di Seattle… brava gente anche se dei solitari… si erano stabiliti in un vecchio capannone nella zona industriale e ogni tanto venivano a Jackson per commerciare! Barry poi si è innamorato ed è rimasto… però i suoi compagni di tanto in tanto continuavano a farsi sentire via radio, fino a che qualche anno fa non sono spariti nel nulla!”
“In che senso spariti?” domandò Joel alzando un sopracciglio.
“Nel senso di spariti!” rispose Anne stizzita “Non rispondevano alla radio, non si facevano vedere…”
“…Barry li andò a cercare un giorno” continuò Frank “quando tornò sembrava molto turbato, ma non raccontò mai a nessuno cos’era successo…”
“Beh temo che lo scopriremo tra poco!” disse Joel con un sospiro “Recuperiamo zaini, armi e munizioni e andiamo… sperando che la radio sia ancora lì!”
   
 
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