Anime & Manga > Saint Seiya
Ricorda la storia  |      
Autore: sakura_hikaru    07/10/2022    0 recensioni
"La causa principale della guarigione è l'amore".
Clio, dopo cinque anni, attende il ritorno di Nike. Parole pronunciate nel passato continuano a far sanguinare.
Fic angst, inevitabile.
Nike e Clio sono miei personaggi originali. Si inseriscono nella saga classica di Saint Seiya dopo la fine di Hades (Clio è stata allieva di Saga e Nike di Kanon) e prima o poi posterò le loro storie personali.
Nota: "Cronista" è un ruolo che ho inventato io: in pratica, Clio è un Saint privo di cloth che ha la capacità di vedere e sognare il passato di coloro con cui interagisce e anche di alcune cose che tocca. Inoltre, come uno storico, raccoglie le memorie del Santuario e di tutti i suoi abitanti.
Se ve lo state chiedendo, no, non è un ruolo allegro.
Piccolo spoiler finale: tra Nike e Clio non c'è amore in senso romantico, ma tutta un'altra cosa.
Se vi va di leggere il quarto prompt di questo Writober, capirete qual è il loro rapporto.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, OC (Original Character)
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“La causa principale della guarigione è l'amore”.
Lesse quella frase più volte, poi chiuse il libro, guardò attentamente il nome del suo autore e sospirò. Paracelso era un alchimista, un uomo a mezza via tra la scienza e la magia (in realtà, la sua era tutta scienza). Avrebbe dovuto essere un tipo razionale, dall'approccio chirurgico alla vita, e tutto fuorché romantico. E invece se ne era uscito con una frase così... stucchevole.
«La causa principale della guarigione è l'amore... ma anche un dottore e le medicine non scherzano» borbottò lei guardando il volume di sbieco.
E poi... coloro che non guarivano non erano abbastanza amati, secondo quell'assurda regola.
La ragazza scosse con forza il capo: non aveva senso.
Era un assunto che non aveva senso nella maniera più assoluta.
A pensarci bene, era anche terribilmente crudele.
Dare a un sentimento un potere taumaturgico poteva essere potenzialmente pericoloso all'epoca di Paracelso – e già lui, con i suoi studi, non se la passava bene con l'opinione pubblica.
Ma non era giusto.
Il suo pensiero andò subito al cimitero e lo sguardo si incupì all'istante.
«Se fosse così, tutte le persone là sepolte dovrebbero essere morte di vecchiaia... e non in battaglia. Perché l'amore, con una bacchetta magica, sarebbe riuscito a salvarli tutti!».
Si era alzata, marciando da un lato all'altro della stanza, passi arrabbiati e scalzi sulla pietra.
Quasi tutto il Santuario dormiva; da lontano, così lontano, percepiva il suono delle onde infrangersi sulla scogliera bianca.
Incrociò le braccia e, dentro, sentì la sua ferita riaprirsi come un bocciolo alla primavera: tenero e terribile al contempo.
«Clio, sei una stupida. Un'idiota. Ti perdi con Paracelso quando dovresti continuare con i diari di Nicodemo...» si disse lei, stringendo appena le mani sugli avambracci.
Era arrabbiata. Furiosa. Terrorizzata. E terribilemente triste.
Lui tornava.
Dopo cinque anni.
Tornava al Santuario.
E Clio non poteva non tornare col pensiero a cinque anni prima, quando il bambino che era stato la sua luce, la sua roccia, il suo respiro per così tanto tempo... se ne era andato.
Lasciandosi alle spalle parole tremende che Clio non riusciva a cancellare.
L'aveva respinta, aveva detto cose che nessuno le aveva mai detto, anche se lei le aveva spesso temute da tutti quelli che le vivevano accanto.
Lei era un peso, dopo tutto. All'epoca era l'inquietante futura Cronista che aveva visioni, sogni, allucinazioni.
Cos'era cambiato, ora?
Ora lei ERA la Cronista.
E rimaneva inquietante. E continuava ad avere visioni e sogni.
Erano passati cinque anni, non era più una bambina. Ma si sentiva ancora quell'inquietante essere che lui aveva respinto.
«Guarire con l'amore...» ripetè tra sé, lo sguardo perso sui tomi antichi, la luce della luna che bagnava il pavimento ai suoi piedi. «Se servisse solo quello...» abbassò lo sguardo sul petto ormai sviluppato e poggiò una mano all'altezza del cuore «... lui guarirà mai?».
Solo poche ore e, all'alba, Nike sarebbe tornato con Kanon.
Erano passati cinque anni.
E per cinque anni il suo cuore non era guarito nemmeno un po'.
Si sarebbe ricordato delle sue parole?
Ora che lei era Cronista, lui l'avrebbe disprezzata ancora di più?
Clio poteva nascondersi.
Sì, le stanze del Cronista potevano chiudersi al mondo esterno. Poteva impedirgli di entrare. A lui, almeno.
L'avrebbe evitato. Era piuttosto brava a nascondersi da chi non desiderava incontrare: Kiki ne era testimone, perché spesso era lui a trovarla nei luoghi più impensabili.
Avrebbe potuto chiedere a Kiki, anche se era impegnato nella forgiatura delle nuove cloth.
Lui capiva. Aveva sempre capito. Era rimasto suo amico, dopo che Nike se ne era andato. Per lui non era un peso, forse.
Clio si strinse la maglia all'altezza del cuore e cercò di cancellare quel pizzicore che sembrava voler mutare in coltellate.
«L'abbiamo già passato... è... passato». La ragazzina ingollò, fece retrofront e andò a sedersi alla scrivania di legno. «È finito tutto, tempo fa. “È inutile piangere sul latte versato”. Lo dice sempre Milo. Ha ragione...».
Eppure continuava a fare male. E non accennava a guarire, non ancora. Non ancora.
Il flusso dei pensieri, sempre contorti, giunse all'improvviso a un'illuminazione, tanto banale quanto crudele.
«Se l'amore guarisce... l'odio tiene aperte le ferite. E le fa sanguinare... e suppurare, e...».
Il dolore fu così forte che Clio si piegò su se stessa, ingollando il lamento e le lacrime, la mano un pugno sul cuore.
«Mi odia... e io non guarisco...» sussurrò al silenzio della sala.

Lontano, oltre i templi, oltre il sentiero tortuoso che nascondeva la Valle al Mondo Esterno, un giovane uomo bloccò i propri passi: alzò una mano al petto e si sentì mancare il respiro.
«Che succede, Nike?» chiese l'uomo più anziano che lo accompagnava.
Il giovane si morse le labbra e chinò il viso, l'inquietudine un brivido lungo la schiena.
«Siamo a casa...».
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: sakura_hikaru