Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    08/10/2022    6 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccoci tornati! Dopo una lunga pausa dovuta a lavoro/università, abbiamo finalmente trovato il tempo per riprendere questa storia, ormai a metà.
Senza indugiare oltre, vi auguriamo una buona lettura!






Capitolo 8 - Alliances

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Keep chasing your schemes
Keep chasing your schemes
Your future's, what's the word for so very far away
Getting closer month by week I mean, day
You'll be in charge of all the new regimes
If you keep chasing your schemes…”


Keep chasing your schemes – Nick Urata


Dopo la scomparsa di Malefica, Edalyn si era subito precipitata alla ricerca dei suoi compagni. Fortunatamente, grazie agli incantesimi di tracciamento che aveva messo su Stitch, non le ci volle molto per raggiungerli.
 << Per tutti gli allocchi, che diamine è successo da queste parti? >> domandò scherzosamente, notando la stanza praticamente ridotta ad un cumulo di macerie << Sembra che sia passato un tornado! >>
<< Cold ci ha traditi >> sputò Tigre, colpendo con violenza il muro più vicino << Ha preso il frammento di Graal con sé ed è fuggito usando un portale! Elsa e Pitch lo hanno seguito. >>
Stitch grugnì in accordo, vomitando parole assai poco lusinghiere nei confronti dell’oscuro spirito.
Per la prima volta dall’inizio di quella missione, l’espressione sul volto di Eda divenne decisamente preoccupata.
<< Questo… non va affatto bene. >>
<< No direi di no >> convenne la felide, stancamente << Dobbiamo riunirci con gli altri. >>
<< Sì, buona idea >> disse la strega, mentre batteva la punta del suo bastone sul pavimento della stanza. Subito, un portale color oro si materializzò davanti a lei, e i tre guerrieri si prepararono ad attraversarlo.
<< Ehi, aspettate solo un secondo! >> gridò una voce alle loro spalle.
Voltandosi, Eda scoprì che a parlare era stata una strana creatura umanoide dalle sembianze canine.
<< Non potete venire nel mio museo, fare tutto questo macello e poi andarvene come se niente fosse! >> continuò Doppler, indicandoli imperiosamente << Esigo risposte! Chi diavolo siete? E perché quei mostri ci hanno attaccato? E soprattutto, dove avete spedito il povero Jim… >>
<< Scusa, bocconcino, ma al momento siamo un po’ di fretta >> lo interruppe Eda, offrendogli un sorriso imbarazzato << Ti consiglio di uscire di qui prima che l’edificio cominci a crollare. >>
E prima che l’uomo potesse controbattere, la strega saltò rapidamente nel portale assieme ai suoi due alleati.
Facendo appello alla sua magia, si lasciò guidare dalla familiare firma energetica di She-Ra, materializzandoli proprio di fronte alla guerriera.
Al momento, la bionda era tornata alla sua forma umana… e sedeva in ginocchio di fronte ad un gruppo di gendarmi morti. Tutti loro avevano i colli girati in un angolazione strana, come se qualcuno glie li avesse spezzati nello stesso istante.
<< Adora? >> disse la strega, avvicinandosi cautamente a lei.
Ma la ragazza non rispose. I suoi occhi erano fissi su quei cadaveri grotteschi, come se sperasse che sarebbero tornati in vita da un momento all’altro.
<< Lui… li ha uccisi tutti >> sussurrò, con voce atona.
Eda si inginocchiò accanto a lei e le posò una mano confortante sulla spalla.
<< Lui chi? >>
<< Vader! >> gridò la bionda, colpendo il manto della banchina con tanta forza da farlo crepare << Li ha uccisi davanti ai miei occhi, come se per lui fossero solo degli insetti! Non  sono riuscita a salvarli. >>
A quelle parole, sul volto della strega si dipinse uno sguardo pieno di comprensione.
<< Non disperare, tesoro >> le sussurrò, dolcemente << Nella nostra linea di lavoro… beh, è normale non riuscire a salvare tutti. Lo sai meglio di molti altri. >>
E sì, Adora non poteva negare le parole dell’amica.
Chiuse gli occhi, cercando di ignorare le urla e pianti della sua gente… il fuoco e le fiamme del suo mondo, mentre andava incontro alla distruzione… e la SUA risata, accompagnata da occhi fiammeggianti e crudeli. Gli occhi di un demonio.
Scuotendo la testa, si guardò rapidamente attorno.
<< Dov’è Elsa? >> domandò preoccupata, notando l’assenza della loro leader.
Eda esitò a risponderle.
<< Abbiamo avuto qualche problemino >> ammise, mentre la aiutava a rimettersi in piedi << Vieni, dobbiamo subito riunirci con il vecchio barbuto. >>
E in cuor suo, la strega sperava sinceramente che alla regina delle nevi non fosse successo niente di grave.

                                                                                  * * *

Nell’istante in cui aprì gli occhi, Mr Cold si risveglio da un ricordo lontano.
All’epoca si faceva chiamare ancora Jack Frost, un eterno adolescente intrappolato in un corpo invisibile, intoccabile per chiunque non credesse nella sua esistenza. Quanti giorni aveva passato a girovagare per i continenti di una terra che lo aveva dimenticato, alla ricerca del minimo significato o scopo? Troppi per rammentarli tutti, eppure ricordava assai bene il dolore di allora.
La tristezza, la rabbia… e la rassegnazione, dopo che anche l’ultima speranza di poter abbandonare la propria solitudine era sfumata come nevischio trasportato dalle correnti di una tempesta.
Ora, di quel ragazzo rimaneva solo un’ombra contorta. La speranza aveva lasciato il posto ad una cupa rassegnazione: il mondo era spietato, e per poterci vivere dovevi semplicemente abbandonare ogni principio e vederlo per quello che era davvero: un ammasso di eventi casuali e senza controllo. Caos allo stato puro!
Jack Frost aveva abbracciato quel caos, la barzelletta dell’esistenza, e così facendo era diventato Mr Cold. Non aveva più alcun senso rammentare quei giorni… ma allora, perché mai – negli ultimi tempi – il ricordo della sua vita passata era diventato così vivido?
Scosse la testa per liberarsi da quei pensieri, e allora sentì il peso di un corpo estraneo sullo stomaco. Guardando appena in basso, scoprì che si trattava di Elsa, con i capelli cadenti sul suo petto.
Poteva sentire il suo respiro basso e regolare, il suo calore, il suo profumo… e per un attimo, sentì anche qualcosa agitarsi dentro di lui, ma cercò di non badarci. Invece, si concentrò sui suoi dintorni, notando che il portale dimensionale li aveva trascinati sulla cima di un promontorio.
Poco distante, scorse un oceano calmo e nebbioso. Della versione semi umana di Pitch Black, Merida e del ragazzino impiccione… nessuna traccia. Nemmeno del frammento del Graal! Erano soli.
All’improvviso, Elsa gemette sopra di lui e si sollevò appena usando le braccia. I suoi occhi del colore del cielo incontrarono quelli dell’eterno adolescente, e lì vi rimasero bloccati.
L’ex regina sbattè lentamente le palpebre, presto imitata da Cold.
Dopo quasi un minuto buono di imbarazzante silenzio, l’Oscuro Spirito fece un paio di colpi di tosse.
<< Sono un po’ arrugginito con i baci, ma se mi dai qualche secondo potrei sorprenderti… >>
Prima che potesse terminare la frase, l’agente dell’MVI evocò una spada di ghiaccio tra le mani e la calò verso di lui, costringendolo a rotolare di lato.
<< Ehi! >> urlò l’eterno adolescente, mentre si rimetteva in piedi con un balzo << Potevi uccidermi! >>
Ma Elsa non rispose. Semplicemente, si alzò da terra e lo fissò con un’espressione assolutamente furiosa, le dita saldamente stretta attorno al manico dell’arma.
<< Tu… tu… >> sussurrò, il corpo avvolto da un bagliore bluastro << Hai rovinato tutto! >>
Cold aprì bocca per dire qualcosa… ma ecco che un torrente di ghiaccio esplose dalla mano l’ibera dell’ex regina, investendolo in pieno. Il corpo dell’Oscuro Spirito si schiantò violentemente a terra, sollevando una nuvola di polveri e detriti.
Gemette e si portò una mano alla testa. Quando aprì gli occhi, vide la giovane donna caricare verso di lui con la sua spada di ghiaccio.
Subito, Cold allungò una mano, richiamando a sé il suo fidato bastone. E lo fece appena in tempo, perché nell’istante in cui sentì la sensazione familiare del legno tra le dita, Elsa calò la lama con un affondo rabbioso.
Entrambe le armi si scontrarono in un turbinio di nevischio, spingendo i due combattenti a indietreggiare. Sopra di loro, il cielo cominciò a riempirsi di nubi grigio cenere.
<< Ti ho dato la possibilità di riscattarti >> sussurrò Elsa, mentre il terreno sotto di lei veniva pian piano ricoperto da una patina di brina << Ti ho offerto la mia fiducia… E tu ci hai traditi! E per cosa? Solo perché lo trovavi divertente! >>
In tutta risposta, Cold arricciò le labbra in un sorrisetto.
<< Beh, forse te lo saresti dovuta aspettare >> la canzonò.
Gli occhi di Elsa parvero lampeggiare nella penombra del promontorio. Probabilmente, un altro spirito ne sarebbe stato quantomeno intimidito… ma non Cold, che aveva scrutato più volte nelle orbite maligne di Pitch Black all’apice del suo potere, quando avrebbe potuto ucciderlo con un semplice movimento delle dita. A confronto, l’agente dell’MVI si stava dimostrando un gradito passatempo.
<< Ridammi il dimensional-pad ORA! >> ringhiò Elsa, facendo qualche minaccioso passo in avanti.
Cold fece finta di guardarsi attorno.
<< Temo che pel di carota sia riuscito a rubarmelo >> disse, passandosi una mano tra i capelli albini << è sempre stata una peperina. Mai sottovalutare gli scozzesi… >>
Balzò di lato, appena in tempo per evitare un altro torrente di energia criocineta.
Lanciò ad Elsa un’occhiataccia. << Ok, questi tuoi attacchi d’ira stanno seriamente cominciando a infastidirmi. >>
<< Sta zitto! >> urlò l’altra, mentre evocava un’altra spada nella mano libera e si lanciava contro di lui.
Ben presto, il promontorio divenne un riecheggiare di colpi di lama. Schiocchi metallici e lampi di luce illuminarono il temporale in crescendo, mentre il cielo sovrastante si riempiva di fulmini.
Ad ogni affondo, scocca o schivata, la terra sotto i due avversari si faceva sempre più ghiacciata. Sembrava quasi che stesse per scoppiare un uragano!
A un certo punto, Cold si sollevò in aria, avvolto da un turbinio di foglie e con gli occhi illuminati da un bagliore bluastro. Spingendo il bastone verso Elsa, le scaricò addosso un fiume di stalagmiti, ma l’ex regina fu altrettanto rapida nel sollevare le mani per intercettare l’attacco con un muro di ghiaccio.
Sul promontorio calò una fitta nebbia, e allora l’Oscuro Spirito si mantenne ad alta quota, in attesa che si diradasse. Ma in quel momento, un rumore sottostante attirò la sua attenzione.
Sembrava quasi una specie di scricchiolio, a cui seguì un bagliore di luce sempre più intenso.
Dapprima, Cold scorse solo una sagoma indistinta celata dalla nebbia, ma questa crebbe sempre di più, fino a rivelare la forma di un gigantesco e abominevole pupazzo di neve.
I suoi occhi si spalancarono appena.
<< Wow >> borbottò, visibilmente impressionato << Sai, comincio a capire perché Jackie fosse così preso da te… >>
La creatura lo colpì in pieno con una zampata, mandandolo a finire contro una roccia.
<< Ugh… questo ha fatto male >> gemette l’Oscuro Spirito, prima di rimettersi in piedi << Ma ora è il mio turno. >>
Vide il mostro lanciarsi verso di lui e sbattè violentemente il manico del bastone a terra.
Un’enorme stalattite di ghiaccio sparò dal terreno e infilzò la testa del gigante, staccandogliela di netto. Senza più “occhi” per poter vedere, la creatura continuò a correre anche dopo averlo superato, finendo al di là del promontorio.
Cold sorrise soddisfatto… ma fu subito costretto a voltarsi, appena in tempo per intercettare un torrente di magia criocineta con il proprio.
Entrambi gli attacchi rimasero sospesi a mezz’aria, uniti solo da una luce accecante. Dall’altra parte del turbinio di nevischio, Cold scorse Elsa con le mani protratte verso di lui e il volto contratto da una smorfia affaticata.
Facendo appello ai suoi poteri, il criminale aumentò l’intensità del suo assalto, ma ecco che l’ex regina fece altrettanto. Fu allora che una forte esplosione riecheggiò su tutto il promontorio, spingendoli entrambi a terra.
I due combattenti rimasero stesi al suolo, ansimanti. Era da parecchio tempo che entrambi non affrontavano una battaglia del genere.
Elsa si alzò lentamente da terra, il corpo tremante… e ricadde sul bordo del promontorio, apparentemente troppo stanca anche solo per reggersi in piedi.
Cold strisciò cautamente fino a lei e si sedette poco distante.
<< Ti senti meglio? >> chiese, dopo qualche attimo di silenzio.
Elsa lo guardò con la coda dell’occhio e borbottò un: << No. >>
<< Sì, lo immaginavo >> disse lo spirito, mentre si lasciava cadere sulla schiena << Hai dei seri problemi nella gestione delle emozioni, te lo ha mai detto nessuno? >>
All’occhiataccia che l’ex regina gli rivolse, sollevò ambe le mani in modo conciliante. Fatto questo, entrambi i criocineti tornarono in silenzio, limitandosi a scrutare il mare tempestoso al di là del promontorio.
<< Per amor di curiosità… >> disse all’improvviso Cold << perché sembri essere così fissata sulle seconde occasioni? Al tuo posto, dubito che qualcun altro avrebbe deciso di evitarmi la gattabuia… e onestamente, non credo che tu l’abbia fatto solo perché ti servivo per trovare Kozmotis. Chiamala l’intuizione di un bugiardo. >>
Elsa sospirò stancamente. << Non ne voglio parlare. >>
<< Argomento sensibile? Lo capisco, anche i miei bagagli emotivi non sono qualcosa su cui scherzare. Una volta avevo degli amici, poi li ho traditi tutti per la possibilità di averne di più, poi ho perso anche quelli, ho causato una glaciazione planetaria, un ragazzino cieco mi è morto davanti agli occhi… e ora tengo tutti questi ricordi sigillati nel mio cuore da stoico anti-eroe, proprio come John Wick. O forse Wolverine. >>
L’agente rilasciò un sonoro sbuffo.
<< Se è questo il modo in cui li tieni sigillati, ti consiglio vivamente di cambiare la combinazione della cassaforte >> borbottò, suscitando un allargamento degli occhi ad opera dello spirito.
<< Oh >> sussurrò questi, come se avesse appena raggiunto una sorta di consapevolezza cosmica << Forse sono finalmente riuscito a passarci sopra! Progresso, dico bene? >>
Elsa non rispose e continuò a scrutare il panorama di fronte a sé, lo sguardo perso verso l’orizzonte oceanico.
<< Almeno siamo finiti in un bel posto >> disse Cold, facendo altrettanto << Mi è sempre piaciuto l’oceano. È una delle poche cose che riescono a calmarmi. >>
Il pensiero di quell’indomita massa d’acqua, esente da qualsiasi forma di controllo. L’idea del nero abisso, dell’oscurità sconosciuta celata dalle sue profondità, in cui anche la più piccola luce risplendeva con la stessa intensità di una stella. Le innumerevoli forme di vita che lo abitavano, incuranti degli orrori del mondo di superficie. In poche parole, era un mondo in cui un tempo sarebbe stato più che felice di vivere.
Purtroppo, quel ragazzo ingenuo era perso da tempo, e così tornò a guardare Elsa.
<< E ora che si fa? >>
L’ex regina si alzò in piedi e prese un lungo respiro.
<< Per prima cosa, devo ritrovare il dimensional-pad e raggiungere la mia squadra >> disse, gli occhi pieni di determinazione << Tu puoi fare quello che vuoi, non m’interessa. >>
Cold ronzò contemplativo.
<< D’accordo, allora verrò con te >> disse, e subito la testa della giovane donna schioccò verso di lui.
<< No >> sibilò, puntandogli un dito in faccia.
L’Oscuro Spirito corrucciò la fronte. << Ma è quello che voglio >>
<< Beh, io ti voglio il più lontano possibile da me! >>
Cold si portò una mano al mento e cominciò a strofinarlo con aria contemplativa.
<< Vedo che siamo di fronte ad un classico conflitto d’interessi. Che ne dici di risolverla con una gara di sculture di ghiaccio? >> disse, gli occhi illuminati da un bagliore infantile.
Elsa sbuffò sprezzante e cominciò ad allontanarsi.
<< Non ho tempo per le tue sciocchezze. >>
<< Allora lasciami venire con te >> ribattè Cold, balzando di fronte a lei.
L’ex regina assottigliò pericolosamente lo sguardo.
<< Se pensi che ti lascerò rubare di nuovo il dimensional-pad… >>
<< Se volessi semplicemente rubare quel magnifico marchingegno… >> la interruppe lo spirito << Di certo non avrei bisogno del tuo aiuto. Anzi, probabilmente lo ritroverei più in fretta da solo. Sono diventato molto bravo a rintracciare le anomali spazio-dimensionali, sai? >>
<< Allora perché mai vorresti venire con me?! >> sbottò Elsa, alzando le mani verso il cielo.
Cold sorrise in modo trionfante.
<< Per quello >> disse, mentre le indicava il viso.
L’ex regina inarcò un sopracciglio. << Cosa? >>
<< Il tuo broncio contrariato! >> spiegò l’Oscuro Spirito << Il modo in cui stringi gli occhi, sporgi il labbro inferiore e gonfi le guance… insomma, è davvero adorabile! >>
Elsa rimase in silenzio, gli occhi spalancati come piatti.
<< Quindi, fammi capire bene: tu vuoi venire con me… perché trovi adorabile il fatto che io sia furiosa con te? >>
<< …sì! >>
A quella risposta, cominciò a pizzicarsi la punta del naso.
<< Dieci, nove, otto… >>
Cold la guardò divertito. << Stai seriamente contando all’indietro? >>
<< È importante per il tuo futuro che tu non dica niente entro i prossimi dieci secondi >> ringhiò l’agente, come se fosse pronta a strangolarlo da un momento all’altro. Ciononostante, l’oscuro spirito simulò un’espressione visibilmente offesa.
<< Questa è una grave violazione dei miei diritti >>
Elsa gemette esasperata. << Per te è tutto uno scherzo?! >>
<< Le cose divertenti sì >> ammise Cold, con una scrollata di spalle << Ma se davvero non riesci a comprendere la bellezza del vivere la vita come faccio io… forse dovrei spiegartelo come si deve! >>
L’Oscuro Spirito schioccò le dita.
In un lampo di luce azzurra, attorno a lui si materializzarono un gruppo di figure di ghiaccio. Alcune, con grande costernazione di Elsa, sembravano dei veri e propri musicisti, completi di violini, trombe… e addirittura un pianoforte! Altre, alle spalle dell’eterno adolescente, erano delle donne vestite come delle ballerine dei ruggenti anni 20.
L’agente lo guardò incredulo e disse: << Che stai facendo? >>
Invece di rispondergli, l’Oscuro Spirito le lanciò uno dei suoi classici sorrisetto, si portò il bastone vicino alla bocca, prese un respiro profondo e…

Track 13:
https://www.youtube.com/watch?v=4KE3adB7wa0

<< La gente mi chiede spesso, oh Mr Cold… com’è che sei un così grande criminaaaaal? >>
Quando il pianoforte cominciò a suonare, Elsa si portò una mano alla fronte. << Ti prego, dimmi che stai scherzando… >>
<< Qual è il trucco nel tuo aspetto, gran cervello e bei capelli quiiii? >>
<< Oh, per l’amor di Manny, fai sul serio… >>
<< Ma rispondo con un occhiolino cheeeeee…  >>
<< In nome della sanità mentale, fermati… >>
<< Dovrai… >> continuò Cold, mentre la musica aumentava di volume << tu…  perseguire i tuoi schemi! Perseguire i tuoi scheeeemi! Il futuro è, come dirlo, troppo lontano e poi… si avvicina sempre più… ogni giorno, sai? Ma regnerai su ogni regime se tu… perseeegui i tuoi scheeeemi! >>
Ogni singola figura di ghiaccio comincio a suonare, e subito le ballerine alle spalle dello spirito presero ad agitare le gambe.
<< L’universo ti cercherà come un criminaaaale! Ma la chance del tuo fallimento… è minimaleee! L’ultima non credo che sia una parola vera… Ma nessun piatto d’argento o fortuna perché… la tua bocca aprirai e una lama morderaaaaai! >>
Cold creò un tavolo di ghiaccio e vi saltò sopra, imitato dalle ballerine.
<< Tu DEVI! Perseguire i tuoi schemi! Persegui i tuoi scheeeemi! Sicuro, inizia con un solo passo, ah! E a quelli che ti fermano tira un bello schiaffo, schiaffo, SCHIAFFO! La fine è uno zaffiro che poi brilla come ghiaccio! Ma tu devi… perseguireeeee i tuoi scheeeeemi! >>
Balzò a terra e allargò le braccia, mentre le sue creazioni di ghiaccio scomparvero in un turbinio di nevischio.
Entrambi i criocineti rimasero a fissarsi per quello che ad Elsa sembrò un tempo interminabile.
<< … >>
<< … >>
<< … io vado a cercare il dimensional-pad >> sbuffò l’ex regina, per poi allontanarsi a passo veloce.
Cold gonfiò le guance e cominciò subito a seguirla.
<< Dici che ho puntato troppo sulle ballerine di ghiaccio? >> le chiese, ma in cambio ricevette solo un altro gemito esasperato.

                                                                                      * * *

La prima cosa che avvertì Merida, una volta ripresa conoscenza, fu il familiare puzzo di fango ed escrementi, così simile a quello che aveva già sentito in numerose occasioni, ogni qualvolta si recava nelle stalle del castello di DunBroch.
La seconda cosa che avvertì... fu qualcosa di freddo sulle mani. Aprendo gli occhi scoprì che si trattava di un paio di ceppi, ma di un metallo che non aveva mai visto prima. Ad una prima occhiata, pensò potesse trattarsi di ferro, ma il colore era molto più vicino all’argento.
Prima che potesse rifletterci ulteriormente, sentì un gemito alla sua destra. Girò appena lo sguardo: si trattava dello stesso ragazzo con cui aveva attraversato il portale.
Come aveva detto di chiamarsi? Jim, se la sua memoria non la ingannava. Cautamente, lo picchiettò con il piede.
<< Ehi, bell’addormentato. Sei ancora tutto intero? >> domandò, cercando di non apparire troppo preoccupata. Dopotutto, non era ancora sicura di potersi fidare di lui.
Jim si svegliò quasi subito, non appena si sentì scuotere. Emise un altro gemito, intontito e confuso, spalancò piano le palpebre e alzò lo sguardo verso di lei, registrando l’istante dopo di trovarsi a terra.
<< Sante Pleiadi >> imprecò, confidando che come risposta fosse più che sufficiente.
Cercò piano di alzarsi, portandosi sulle ginocchia.
<< Dove cavolo siamo finiti? >>
La rossa scrollò le spalle.
<< Non sono un’esperta di architettura... ma a giudicare da quelle sbarre direi che siamo in una sorta di prigione. O forse un sotterraneo >> aggiunse, mentre tornava a scrutarsi i ceppi << E a quanto pare, i nostri rapitori hanno preso precauzioni. >>
<< Ovviamente >> sbuffò il ragazzo, agitando senza troppo entusiasmo i polsi incatenati.
Per il momento, sarebbe stato difficile liberarsi, senza i suoi attrezzi che sicuramente gli avevano requisito, in un mondo dove era piuttosto sicuro non ci fosse la tecnologia tipica del suo. Bisognava pensare a qualcos’altro.
<< Hai qualche idea di cosa vogliano da no? >>
Merida esitò a rispondere.
<< Se dovessi indovinare... forse vogliono venderci come schiavi >> disse con una smorfia << Il mio regno non ha mai interagito molto con i vichinghi, ma ho sentito dire che il commercio di esseri umani è una loro specialità. O forse vogliono solo sapere chi siamo e da dove veniamo, chi può dirlo? Qualunque sia la ragione... >>
Si alzò in piedi con un balzo.
<< Non ho intenzione di restare qui e scoprirlo! >>
E, senza perdere tempo, cercò di fare appello ai suoi poteri. Dapprima, chiuse gli occhi e lasciò che un calore familiare gli scivolasse sulle braccia, fino alla punta delle mani.
Tuttavia, quando provò a bruciare i ceppi... questi si limitarono ad illuminarsi di un intenso bagliore azzurro, pur rimanendo completamente intatti.
<< Per tutte le divinità in cielo e in terra! >> esclamò la rossa, furiosa << Hanno davvero dei ceppi a prova di fuoco?! >>
<< Ovviamente >> rispose una voce dalle sbarre della cella << Dopotutto, siamo abituati a imprigionare creature dalla personalità piuttosto focosa. >>
Jim si girò lentamente verso la voce, riconoscendo quasi subito l’uomo che li aveva catturati dopo averlo messo a fuoco.
Forse era venuto per gongolare, o forse per portarli da qualche parte? No, l’avrebbe già fatto, e in quel caso non sarebbe venuto da solo.
Qualunque fosse il motivo, non poteva non sfruttare la sua presenza lì. Anni di accademia interstellare gli avevano insegnato che la migliore arma per srotolarsi dalle situazioni peggiori erano le informazioni.
Scrutò il Grifagno dritto negli occhi, non mostrando alcun turbamento.
<< Che tipo di creature? >>
Il Cacciatore lo scrutò curiosamente.
<< Ovviamente draghi, ragazzo mio! >> esclamò, allargando le braccia << Mi sorprende che tu non l’abbia ancora capito, visto che vi abbiamo trovato in una delle loro isole più frequentate. Certo, a meno che la mia teoria non fosse corretta... e voi non siate esattamente di queste parti. Da dove venite, se posso chiedere? >>
<< Non sono affari che vi riguardano >> sibilò Merida, a nome di tutti e due.
Non poteva rischiare di rivelare la propria identità. C’era il rischio che quella gente fosse in contatto con i Sassoni, e se avessero scoperto che avevano la principessa ereditaria in mano – ammesso che in quel mondo esistesse un’altra Merida - avrebbero sicuramente chiesto un riscatto. E meno parlavano in giro di Multiverso e cose del genere, meno problematiche sarebbero sorte.
Ma si rese conto di non poter troncare la conversazione lì. Doveva trovare un modo per convincerlo a lasciarli andare… e suo malgrado, avrebbe dovuto usare la retorica. Proprio come le aveva insegnato Eleanor.
<< Ma possiamo dirvi che è molto, molto lontano >> aggiunse sbrigativamente << E che sebbene sia così lontano, certo non è affatto un luogo incivile. Abbiamo dei diritti in quanto persone senzienti. Che posto è questo, e perché ci hai portato qui? Noi non ne sappiamo niente di draghi, si è trattato di un errore. >>
Grimmel rimase in silenzio, limitandosi a scrutarli per quasi un minuto buono. Poi, scrollò le spalle e offrì a entrambi un sorriso accomodante.
<< Forse dici la verità... o forse no. Chi può dirlo, in questi tempi nefasti? Dici di non sapere niente di draghi... eppure, sei capace di creare il fuoco dal tuo corpo, proprio come loro. Piuttosto curioso, non credi anche tu? >>
Si appoggiò alle sbarre della cella, gli occhi illuminati da uno strano luccichio. Sembrava quasi un bambino al cospetto di una nuova e sensazionale scoperta.
<< Se non vuoi dirmi da dove vieni, potresti almeno rivelarmi la natura della tua abilità? >>
La principessa trattenne a stento la deglutizione. Non le piaceva uno sguardo del genere, si sentiva messa sotto esame, quindi ancora più vulnerabile di quanto già non fosse, prigioniera com’era, senza la possibilità né di liberarsi né di chiedere aiuto.
E poi, avrebbe mai potuto rispondere davvero ad una cosa del genere? Non poteva dire niente sul Multiverso… ma doveva pur farsi venire in mente qualcosa, qualsiasi cosa pur di liberarsi da quel maledetto impiccio!
<< Io e il mio... ehm, collega >> iniziò a temporeggiare, ritrovandosi incerta su come definire il giovane << vogliamo semplicemente andarcene da qui. Rispondere a questa domanda ce lo permetterà? >>
Il sorriso di Grimmel si fece molto più affilato.
<< Potrebbe aiutare la vostra sorte, sì >> rispose con un cenno del capo.
<< Be’, è molto semplice!>> intervenne Jim, inventandosi al volo una scusa il più convincente possibile << È un trucco! Un gioco di prestigio! Lei aveva un… >>
Si bloccò, rendendosi conto che non poteva dire “accendino”, perché probabilmente nessuno lì sapeva cosa diavolo fosse.
<< Congegno! Sì, un congegno! Di mia invenzione, che può creare fuoco sfruttando il gas dell’aria! Gliel’ho prestato per la sua sicurezza, così ogni tanto fa scintille! >>
Nella cella calò un silenzio di tomba. Merida lanciò al ragazzo un’occhiata incredula, ma si ricompose all’istante. Dopotutto, lei stessa l’aveva trovata una spiegazione piuttosto convincente, e forse per un vichingo sarebbe stato lo sesso.
Con quel pensiero in mente, tornò a guardare Grimmel con uno sguardo pieno di sfida, mentre questi li osservava con aria contemplativa.
<< Bel tentativo >> commentò il Cacciatore, scuotendo la testa << Scusa, ragazzino, ma ti è andata male. Fossi stato nei miei tempi più giovani, forse ti avrei anche creduto. >> Sul volto dell’uomo calò una cupa ombra. << Ma ho vissuto una lunga vita... e ho visto diverse cose. Inoltre, ho imparato a capire quando qualcuno mi sta mentendo. >>
Lanciò un’occhiata alle sue spalle. << Però gli darei un bell’otto per lo sforzo, tu che dici? >>
<< Dico che forse siamo stati un po’ troppo accoglienti con i nostri ospiti >> disse una voce bassa e graffiante dall’oscurità.
A un forte suono di passi, cominciò a prendere forma un’imponente figura.
D’istinto, Merida fece qualche passo indietro. Se prima era nervosa, adesso lo era cento volte di più.
Quell’uomo appena apparso trasudava spietatezza e crudeltà da tutti i pori. E non erano solo un modo di dire: purtroppo, la ragazza aveva imparato a proprie spese che il potere del Crogiolo non si limitava solo alle fiamme. Poteva anche fornirle sensazioni di pericolo, intuizioni, pensieri... le permetteva di carpire l’aura di chi le stava intorno, se aveva una personalità di una certa risma.
E tutto di quel tipo lo urlava a pieni polmoni. Lo sguardo penetrante dagli occhi neri, i lineamenti duri e massicci, le cicatrici biancastre che gli attraversavano la guancia, la pelliccia d’orso e i lunghissimi capelli raccolti in trecce castigate.
Tuttavia, lei era una principessa, e si era allenata proprio per questo. Si impettì e strinse i pugni, sfidando il suo sguardo.
<< Voi ci avete rapito, portato via contro la nostra volontà, intrappolati come bestie>> dichiarò, sdegnata << Qui non si tratta né di accoglienza né di ospitalità. È una violazione, e basta. I nostri affari ci appartengono, le menzogne sono una protezione da questo tipo di avvenimenti. Chi siete voi, e perché agite in questa maniera? >>
Grimmel tirò fuori una chiave e aprì con un gesto il portone della cella, poi si fece da parte, permettendo allo sconosciuto di entrare dentro essa.
Questi avanzò con fare borioso verso la ragazza; il suo volto cicatrizzato si aprì in un sorriso grottesco.
<< Chi sono io? Giovane fanciulla... forse vieni davvero da un regno molto lontano, poiché il mio nome è ben noto anche al di là del mare >> sogghignò << Sono Drago Bludvist! Dominatore di Berk... indiscusso signore di tutto quel che contemplo. E di molto che non contemplo! Migliaia di villaggi e centinaia di regni mi rendono omaggio, sono miei da graziare oppure da spegnere come la fiamma di una candela. I draghi più potenti e feroci di queste isole sono sottomessi alla mia volontà! Sono la cosa più vicina ad un sovrano assoluto che questo mondo abbia mai conosciuto da tempo immemore. E chi sei tu, che osi parlarmi con tale sfida? >>
“Dominatore di Berk!?”
Per poco Merida non si sentì svenire. Quello era il nome della patria di Hiccup e Astrid!
Loro erano lì? Oppure questa era solo una delle numerose Berk sparse per il Multiverso? Oppure… erano stati uccisi?
Tutte quelle domande andarono in secondo piano di fronte al tono di sfida di Bludvist. La rabbia le montò in corpo: con quale arroganza e supponenza si proclamava signore indiscusso di tutto!? Chi si credeva di essere!?
<< Sono la principessa Merida del clan DunBroch!>> tuonò, furibonda, ogni buonsenso perso negli angoli della mente << Legittima erede di Scozia! E voi, signore, è più che evidente che siete un gigantesco PALLONE GONFIATO! >>
Jim imprecò sonoramente. Ad alta voce, senza preoccuparsi di mascherarsi, tanto ormai la stupidaggine l’avevano fatta. Be’, in realtà l’aveva fatta la sua “collega”.
L’avrebbe volentieri strangolata, ma nell’istante in cui la rossa spalancò gli occhi capì che si era resa conto del proprio errore. In effetti, aveva poco da biasimarla: lui stesso, nonostante fosse diventato col tempo più saggio e analitico, era ancora in parte una testa calda. Avevano entrambi ancora molto su cui migliorare.
Bludvist non disse niente. Rimase completamente immobile, come una statua.
Poi, con una rapidità impressionante per qualcuno della sua stazza, balzò in avanti e afferrò il collo Merida con il suo braccio metallico, sollevandola da terra.
La rossa spalancò gli occhi e provò a liberarsi, ma con le mani coperte dai ceppi poteva fare ben poco. Così, si ritrovò a fissare dritta negli occhi del sovrano… occhi neri e profondi come un abisso in tempesta... occhi maligni, proprio come quelli di Pitch Black.
In quel preciso istante, la ragazza capì di trovarsi al cospetto di una persona altrettanto pericolosa. Forse non aveva lo stesso potere del suo vecchio nemico... ma era più che sicura che l’avrebbe uccisa senza pensarci due volte, come sicuramente aveva già fatto in numerose occasioni.
L’uomo la scrutò in silenzio per un po’... e infine sorrise, prima di lasciarla cadere a terra.
<< Preparali per l’arena >> ordinò a Grimmel, che aveva osservato il tutto a debita distanza << Questa qui ci farà divertire... eh eh... >>
E con quell’ultima affermazione uscì dalla cella, mentre Jim si precipitava in soccorso di Merida. La rossa tossì sonoramente, massaggiandosi la trachea. Quell’uomo aveva decisamente una forte presa, probabilmente tanto quanto quella di suo padre Fergus.
Dopo essersi rialzata, borbottò: << Poteva andare meglio >>
<< Un modo carino per dire che ti sei comportata in modo molto sciocco >> disse una voce roca alle spalle della coppia << In pochi osano parlare a Drago Bludvist in quel modo… e sono abbastanza fortunati da sopravvivere. Tienilo bene a mente, e forse sopravvivrai un po’ di più. >>
Entrambi i ragazzi si voltarono di scatto… e notarono un movimento nella parte più oscura della cella, all’estremità opposta della stanza. C’era effettivamente qualcuno con loro!
Cautamente, Merida si avvicinò allo sconosciuto. E nell’istante in cui riuscì finalmente a distinguere i lineamenti del suo volto, gli occhi della rossa si spalancarono per la sorpresa.
<< Hiccup?! >>
 
                                                                                 ***
 
Con un altro schiocco del bastone, Edalyn teletrasportò il resto dei Phantoms nell’attuale posizione di Yen Sid.
Subito dopo aver messo piede in quel mondo, avevano scelto una piccola catapecchia abbandonata come base operativa, situata lungo la periferia della stazione portuale. Una decisione alquanto saggia, visto il trambusto scoppiato alle banchine; probabilmente le autorità di tutti i pianeti circostanti erano già state allertate, e di certo l’ultima cosa che volevano era dare nell’occhio.
Quando entrarono nell’abitazione, videro Yen Sid ancora impegnato a curare le sue ferite.
Sentendoli arrivare, il vecchio stregone sollevò la testa e inarcò un cespuglioso sopracciglio. << Dai vostri sguardi, ne deduco che la missione non sia andata esattamente come speravamo. >>
<< Mi dispiace dover rompere il ghiaccio, espressione che non sto usando a caso>> intervenne Eda per prima << Cold lo Strambo è scappato via. >>
<< E probabilmente i nostri nemici hanno preso uno dei frammenti del Graal >> comunicò Adora, mesta, stringendo con forza i pugni << Per colpa mia. >>
<< Avevanoartiglieriapesante! >> sibilò Stitch, stizzito << Più pesante di quella di Stitch! >>
Yen Sid sospirò stancamente.
<< Purtroppo, era una possibilità a cui eravamo preparati >> replicò, mentre cercava di reggersi in piedi << Ma non possiamo perderci d’animo. Vi sono ancora cinque frammenti sparsi per il Multiverso... e i nostri avversari non avranno alcun modo di usarli fino a quando non saranno riuniti. Abbiamo ancora tempo! Tuttavia... >> Si guardò intorno. << Non vedo il vostro comandante. Che fine ha fatto l’agente Elsa? >>
<< Le cattive notizie non sono terminate, maestro >> intervenne cupa Tigre << Elsa ha cercato di inseguirlo, ed è finita nella traiettoria del globo di neve che quel meschino aveva rubato per fuggire. Dovunque sia, lei è lì con lui. >>
<< E la cosa peggiore è che non riesco più a rintracciarla >> disse la voce di Hiro, attraverso gli auricolari del gruppo << All’inizio ho pensato che il suo trasmettitore fosse stato semplicemente distrutto durante il viaggio. Ma visto che non ha ancora usato il suo dimensional-pad per raggiungersi... be’, temo che le sia successo qualcosa di peggio. Come vogliamo procedere? È la prima volta che ci ritroviamo senza il nostro capo. >>
<< La dobbiamo aiutare! Non possiamo abbandonarla adesso che è da sola e probabilmente in pericolo di vita. Ci deve essere un modo con cui possiamo rintracciarla e correre in suo soccorso! >> esclamò Adora.
<< Sì, principessa, ma devi anche considerare che abbiamo una missione primaria che al momento è prorompente >> le fece notare Eda << Se non recuperiamo quei frammenti, la nostra leader non sarà né la prima né l’ultima vittima del disastro che ne conseguirebbe. >>
<< Se posso permettermi... >> si intromise Sid << Conosco l’agente Elsa da diversi anni. Vanta il maggior numero di successi e missioni sul campo rispetto a qualsiasi altro agente della MVI. >> Offrì al gruppo un sorriso gentile. << Se è ancora viva, sono sicuro che troverà il modo di tornare da noi. >>
L’espressione sul volto dello stregone si fece molto più seria.
<< Purtroppo, non posso essere altrettanto fiducioso sul destino del Multiverso... se i nostri nemici dovessero precederci. E per quanto il vostro comandante mi stia a cuore, temo che in questa difficile situazione saremo costretti a mettere i bisogni dei molti davanti a quelli di un singolo individuo. >>
Era evidente che la Principessa del Potere non era per niente entusiasta di dover convergere in quella prospettiva. Però non insisté, né disse altro: dentro di lei, aveva ancora i sensi di colpa per aver permesso a Vader di svolgere i suoi comodi, manipolandola.
“La prossima volta non ti permetterò di fuggire, costi quel che costi” pensò, ribollendo di rabbia.
<< Sia chiaro, boss, la cosa NON mi piace, nemmeno un po’! >> esclamò Eda << Anzi, non CI piace! Sì, penso di parlare a nome di tutti quando dico che questa è una vera mer-... mera fastidiosa questione! Noi non siamo tipi da lasciare MAI nessuno della nostra squadra indietro. Ma purtroppo... dobbiamo convenire con lei. Non è così, ragazzi? >>
Stitch ringhiò. Non era d’accordo, per niente, ma faceva buon viso a cattivo gioco. Tutti gli altri, a malincuore, dovettero annuire.
<< Dobbiamo muoverci subito, allora >> intervenne Tigre, con fare sbrigativo << Maestro, sapete dirci dove dobbiamo cercare ora? >>
Yen Sid annuì senza esitazioni.
<< Malgrado le incursioni mentali di Kozmotis, ricordo distintamente la posizione di ogni frammento. Abbiamo nascosto uno di essi nell’universo 2-016, in una valle tra le montagne. Un altro lo abbiamo affidato ad un’antica civiltà dell’Universo 2-001. Un altro ancora è stato sotterrato nelle profondità di un vulcano dell’universo 2-000. E uno lo abbiamo nascosto... >>
Si fermò di colpo, le labbra contratte in una linea sottile... quasi fosse restio a rivelare una simile informazione. I suoi occhi guizzarono brevemente verso Tigre. Avvenne tutto nella frazione di un secondo, ma la cosa non passo certo inosservata allo sguardo acuto della combattente.
<< Dove l’avete nascosto? >> lo incalzò, mentre sentiva le viscere contorcersi ampiamente, quasi d’anticipazione << Dove si trova? >>
Yen Sid sostenne il suo sguardo per quello che le sembrò un tempo interminabile. Poi, lentamente, prese un respiro profondo e…
<< Nell’universo 2-111, all’interno di una caverna >> sospirò cupamente << Ovvero... nel tuo universo d’origine, mia guardiana. >>
La felina si irrigidì completamente, incapace di distogliere lo sguardo da quello del mago. Aveva un’espressione all’apparenza impassibile… ma chi la conosceva bene - praticamente chiunque in quel frangente - sapeva che dentro di lei stava esplodendo un caos di sensazioni destabilizzanti.
Una piccola vibrazione si formò sotto i suoi piedi, i pugni si illuminarono appena di energia e il pavimento si incrinò. I Phantoms fecero cautamente un passo indietro.
<< Tigre... >> provò a richiamarla Adora.
<< Dobbiamo dividerci. >>
La voce della guerriera era bassa, ma ferma. Non stava guardando davvero Yen Sid negli occhi, guardava semplicemente un punto davanti a sé su cui focalizzarsi.
<< I frammenti sono troppi perché possiamo recuperarli tutti in poco tempo. Perciò... dobbiamo separarci. >>
Dal suo tono, era evidente che aveva già scelto dove sarebbe andata.
<< Ehm... Tigre, non per mettere in discussione il tuo istinto di sopravvivenza, per carità... >>  ronzò Hiro << Ma posso ricordarti che Pitch Black e la sua banda di sbroccati ci hanno letteralmente preso a calci nel sedere? Non penso che dividerci sia una buona idea... specie visto che il nostro gruppo ha già perso uno dei nostri membri più potenti... >>
<< Tu non capisci >> sibilò lei in risposta << Non sai cosa mi è successo laggiù. Non sai il demone che ho dovuto affrontare, che mi ha sconfitta, umiliata, portato via le persone a me più care e ridotto il mondo da cui provenivo ad un inferno sceso in terra! Pensi veramente che potrei permettere che mi succeda una seconda volta!? Pensi veramente che permetterei che succeda a... voi!? Ho già perso Elsa! Voi… non vi permetterò di fare la stessa fine! >>
A quelle parole, ogni singolo membro dei Phantoms spalancò gli occhi per la sorpresa.
Adora, in particolare, non poté fare a meno di guardare la felide con occhi pieni di compassione, ben sapendo cosa volesse dire perdere le persone che amava... e il proprio mondo. E sebbene Hiro fosse a diversi universi di distanza, era sicura che anche lui fosse stato duramente colpito dalle parole della combattente.
Sid si fece avanti e posò una mano sulla spalla della protetta.
<< Tigre, comprendiamo bene il tuo dolore >> disse << Tuttavia, non credo che tu abbia ancora compreso la gravità della situazione in cui si trova il tuo mondo. Non ti sei mai chiesta... come avesse fatto il tuo avversario a guadagnare un simile potere tanto in fretta? >>
Lei fece saettare lo sguardo verso di lui, sbigottita. Non tanto da quella domanda, quanto dal fatto che era vero: non se l’era mai chiesta. Non ci aveva mai pensato concretamente... non quando la caduta del suo regno era avvenuta così in fretta. E dopo essersi unita alla MVI, aveva passato gli anni successivi cercando di dimenticare, seppellendo quei ricordi dolorosi sotto una patina di ferro.
<< N... no >> sussurrò, stupefatta << Voi sapete qualcosa, maestro!? Dovete dirmi tutto! E subito! >>
Il vecchio mago sospirò stancamente.
<< Ho sospettato per molti anni che il tuo vecchio nemico fosse riuscito a guadagnare i suoi poteri dopo essere entrato in contatto con il frammento del Graal >> ammise, stancamente << Quando ti trovai, il mio primo pensiero fu di assicurarmene... ma come ben sai, la MVI ha una rigida politica di non interferenza. Nessuno dei suoi membri può farsi coinvolgere nelle vicende di un mondo che non sia il proprio, a meno che il suo intervento non sia necessario per proteggere un incursione tra due o più realtà. >>
Tornò a fissare la felide con occhi pieno di vergogna. << Nonostante tutta la mia forza... non avevo il potere di salvare il tuo vecchio regno. E così te l’ho tenuto nascosto perché... perché... >> Chiuse gli occhi. << Il tuo mondo è caduto a causa mia. E volevo salvare almeno te dallo stesso destino dei tuoi vecchi compagni. >>
<< Voi... voi... >>
La pelliccia della tigre cominciò a tremare, così come le sue vibrisse. Gli occhi le si assottigliarono, e i pugni le si illuminarono.
<< VOI SAPEVATE CHE AVEVA IL GRAAL E AVETE LASCIATO CHE QUEL VERME SCHIFOSO USASSE IL SUO POTERE PER SOTTOMETTERE IL MIO MONDO!? >>
Sid sollevò lentamente le mani.
<< Tigre... lo sai quanto è delicato il nostro lavoro >> disse, ben conscio di essere sul ghiaccio sottile << L’equilibrio del Multiverso è appeso a un filo, e ogni interferenza tra realtà diverse potrebbe trascinarlo nel caos. Ciò che è successo al tuo regno è deplorevole, ma non così diverso da ciò che è capitato a innumerevoli altri mondi, per mano di altrettanti tiranni. Non c’era niente che avrei potuto fare senza infrangere le stesse regole che IO stesso avevo contribuito a creare... >>
<< Ah, DAVVERO! E tutta la nostra missione sul proteggere il Multiverso!? In realtà vuol dire questo!? Lasciare interi mondi sotto al giogo di tiranni, usurpatori e carnefici!? >> esclamò la guerriera, furibonda << E se quel mostro avesse pensato bene di allearsi con i nostri nemici alla ricerca del Graal, che cosa avreste fatto, EH!? CI AVETE MAI PENSATO? CI AVETE MAI PENSATO DAVVERO!? >>
<< Dolcezza... >> disse improvvisamente Eda, posandole una mano sulla schiena << Ora devi calmarti. Il vecchio ha fatto una stupidaggine? Decisamente. Si merita un bel pugno in faccia e anche di più? Senza dubbio! Era in una posizione difficile? Dopo aver lavorato per anni in questa organizzazione... be’, non ho problemi a crederlo. >>
Il suo sguardo si fece improvvisamente serio.
<< Ma ora abbiamo questioni più importanti di cui preoccuparci. Vuoi aiutare il tuo vecchio mondo? Adesso hai la possibilità di farlo, gattina! E dopo quello che ho sentito, mi rifiuto di lasciarti andare da sola. >>
<< Ha ragione >> intervenne Adora << Se è vero che questo... “demone”, chiunque egli sia, può veramente sfruttare il potere di un frammento... non puoi farcela da sola. Non con solo il tuo chi. >>
<< Ti servirà Stitch cattivo! >> L’alieno sogghignò, già pregustando un’altra lotta. << MOLTO cattivo! >> Poi la guardò curiosamente. << Ma come chiamarsi davvero questo damone? >>
Tigre strinse i pugni con forza, per l’ennesima volta in conflitto con se stessa. Dopo qualche istante, tuttavia, si arrese.
<< Lord Shen >> mormorò in un brivido << Principe rinnegato della città di Gongmen... distruttore del kung fu. >>



 
 
Dum, dum, duuuuuuuum!
Ebbene sì, avremo Shen. Chiunque ci segue da un po’ (o ha letto Battleground) sa bene quanto amiamo il personaggio, e di certo non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di usarlo. Nel caso non l’abbiate capito, l’universo di Kung Fu Panda da cui viene Tigre non è lo stesso dei film, perchè in questa versione il nostro amabile Pavone tiranno è riuscito a vincere (il come abbia sfruttato il frammento del Graal sarà spiegato in seguito).
E sì, purtroppo Yen Sid e la MVI non potevano farci niente, perchè fino ad ora le azioni del pavone si sono svolte entro i limiti del suo universo (sebbene abbia usato un oggetto che non appartiene a quella realtà, ma non è la prima volta che succede).
E sì, Hiccup è chiuso in cella con Jim e Merida... ma sarà lo stesso Hiccup dei film oppure una sua variante? E cosa ne pensate di Grimmel e Bludvist? Li abbiamo resi bene?
Per finire... sì, abbiamo dato a Cold un numero musicale, ispirandoci alla canzone del Conte Olaf nella serie Netflix “Una serie di sfortunati eventi”. È un personaggio talmente libero e fuori di testa da permetterci di fare queste uscite senza allontanarci dai canoni della storia.
Ironia della sorte, Elsa ha cringiato male per la cosa nonostante il suo passato canoro. È troppo divertente scrivere le loro interazioni.
Riusciranno a recuperare Jim, Merida e il dimensional-pad? Lo scoprirete nelle prossime puntate!

P.s i numeri dei vari universi non sono stati messi a caso. Al contrario, sono un indizio sul film/serie a cui appartengono...

 
  
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