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Autore: Spensieratezza    08/10/2022    1 recensioni
Damon non riesce a sopportare la morte di Stefan e dopo aver tentato inutilmente di andare avanti con Elena, decide che non ce la fa più e decide di raggiungerlo, ma non sa che l'aldilà è un mondo a parte, dove dovrà lottare per ritrovare suo fratello.
Come finirà questa storia? Riuscirà a raggiungere il fratello?
-contesto: dopo il finale della serie
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Damon Salvatore, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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“Guarda, Damon.” Diceva Stefan.
Damon non voleva guardare, ma guardò comunque, proprio come aveva visto fare a un personaggio di un libro, tanto tempo fa. **

Uno stuolo di bambini che sembravano indemoniati, ballavano nella piazza, aggredendo e picchiando la gente che passavano.
“Loro..non dovrebbero stare qui.” Disse Damon.

“È vero, non fanno parte di questo luogo..ma ci stanno comunque..e in fondo anche noi dovremmo essere da tutt’altra parte. Quindi come fare la morale a loro?”
“Cosa sono queste creature, Stef?”

“Mah..piccoli vampiri, o bambini posseduti dai demoni..alcuni sono adulti che non vogliono crescere, avvelenati dalla vita.”
“Lo dici come se fosse una cosa normale..diosanto..questo è l’ORRORE..l’orrore!”

“Credi davvero che sia questo, l’orrore, fratello?” chiese Stefan.

Damon guardò gli abitanti del paesello, chiudere la porta alle spalle dei bambini, alcuni erano spaventati, altri diffidenti, altri non si accorgevano neanche dei piccoli demoni che scalciavano sulla strada.

“No, mio povero fratello…esiste qualcosa di più grande di una malvagità senza senso..ed è l’indifferenza.” Disse Stefan.

“Voglio fare qualcosa per loro..posso?” chiese Damon alzando un braccio al nulla.

“Credi che dei vampiri come noi possono fare del bene?”
“N-no..”
“E invece SBAGLI.” Disse Stefan.
Damon lo guardò allibito.

“Te lo dimostrerò, guarda..” e dicendo così si avvicinò a un bambino con gli occhi neri, gli mise una mano sulla fronte e un fascio di luce bianca si sprigionò dai suoi occhi accecandolo.

“Stefan..cosa gli hai fatto?? Lo hai ucciso!” disse Damon allibito.
“No, fratello.”

Il bambino a quel punto, svanito il bagliore accecante, si alzò in piedi.
Niente più occhi neri.

“Capita sovente che quelli che salviamo, credono di morire..e finiscono per farlo credere anche a noi..ma quello che sembra morte, è invece RINASCITA!” disse.

Damon si avvicinò commosso e vide che i piccoli demoni attorno a loro, sembravano pregare in una lingua sconosciuta, anelando quella luce che Stefan aveva dato loro, mentre altri sembravano insultarlo o scappare via.

Damon aveva cercato di acchiapparli ma essi scappavano via come anguille e alcuni addirittura VOLAVANO via come uccellini.
“Non puoi prenderli. Rinuncia!” disse Stefan.
“Ma Stefan, dobbiamo fare qualcosa! Dobbiamo aiutarli. Dimostrare loro che non vogliamo fargli alcun male!” disse Damon.

“Non puoi convincere chi non è pronto, a essere salvato o a riconoscere il bene per quello che è. “ disse semplicemente suo fratello.
“Ma questo significa abbandonarli al loro destino!” disse Damon sconvolto.

“C’è una grande differenza tra abbandonare chi chiede aiuto e arrogarsi il diritto di voler cambiare la scelta di qualcun altro..e poi spesso il desiderio di aiutare il prossimo nasconde un egoismo dentro di noi. L’egoismo di sentirci migliori, non sincero e disinteressato desiderio di aiutare il prossimo!” disse Stefan.

“Spiegami com’è possibile che esseri come noi, riescano a guarirli.” Disse Damon, riportando alla normalità più bambini possibili.
“Noi siamo speciali. Abbiamo oltrepassato la linea della vita e della morte e siamo rinati, quindi possiamo far rinascere altri!” disse Stefan con calore.

Damon era sbigottito. Era stato sempre abituato al fatto che loro portavano la MORTE, che potessero ridare la vita, addirittura, era una novità..certo, il sangue di vampiro, curava la gente, ma questo..
“Cosa fai lì fermo come uno stoccafisso? Guarda che dobbiamo muoverci, prima che arrivino le guardie a portarli via!”
“Portarli..via?”

“Loro sono dei ribelli, come noi non fanno parte di questo mondo e se non li aiutiamo, verranno portati via dalle guardie.” Disse Stefan.
Damon era completamente sbigottito, ma prima che potesse reagire, arrivarono altri uomini, con delle tuniche bianche come sacerdoti.

“Non vi permetteremo di portare via questi bambini!” disse Damon con la migliore dignità che poteva assumere dopo essere stato spaventato da delle ombre.
“Damon, ma cosa stai facendo! Loro sono qui per aiutarci!” disse Stefan.
“Cosa? Ma che..”

“Mi presento, io mi chiamo Isahel e questi sono i miei compagni! Complimenti, li avete curati, ora portiamoli al campo. “ disse uno di loro.
“Certo. Andiamo, Damon?”
“C-campo?”
“Potete usufruirne anche voi se volete.” Disse il ragazzo che era simile ad un angelo, facendogli l’occhiolino.
“Usufruirne?”

“Presto, non c’è tempo. Le ombre stanno tornando. Venite con noi!” disse uno di loro, facendoli entrare in una porticina di una casupola.
Oltrepassata quella, scesero in cantina e poi giù nei sotterranei e ancora più sotto, attraverso dei cunicoli, come fossero topolini, fino a che non riemersero da una botola sul prato.

“Oh mio dio, siamo arrivati nei campi elisi.” Disse Damon.
“Non esattamente. Ma è molto meglio.” Disse Isahel, compiaciuto del loro sguardo mentre ammiravano l’enorme campo fiorito pieno di farfalle che svolazzavano, dove era fissato un grande campo da tennis.  






Per Damon era straordinario scoprire che c’era un gruppo di persone che si opponevano alla giustizia “angelica” proteggendo addirittura gli invasori, rischiando a loro volta.  Stefan gli aveva spiegato che in realtà loro non rischiavano niente, infatti, pur andando contro alle “guardie” loro erano intoccabili, perché le guardie non potevano certo portare via anche loro, finendo per fare di fatto lo stesso reato.

Damon credeva che fare certe cose, li facesse automaticamente scendere di livello, ma Stefan gli ricordò che le regole che valevano per la Terra, non valevano per l’aldilà. Se eri buono, restavi “buono.” Non venivi spostato di livello solo perché aiutavi qualcuno.

Damon ripensò alle due streghe buone che aveva incontrato nella “sua città”. Loro non avevano accennato a questi gruppi che aiutavano i ribelli..si trattava forse di una dimenticanza? Perché non erano state sincere con lui? Il seme del dubbio cominciò ad attanagliarlo come un laccio sul cuore, che faceva male..allo stesso tempo però ricordava come Flora e Fauna si erano spese per aiutarlo..e non erano costrette.

“Damon! Smettila di coltivare i cattivi pensieri.” Fu la voce di Stefan.
Damon si riscosse da lui come da un sogno. Davanti aveva uno Stefan che era talmente bello da sembrare quasi ringiovanito, se possibile. Il suo sorriso era più bello dei fiori germogliati e la sua pelle brillava più dei raggi del sole. Sembrava come quel vampiro innamorato di quell’umana.

“Come sai che stavo pensando cose brutte?”
“Hai una nuvoletta scura proprio sopra la testa.” Disse Stefan ridacchiando, indicando sopra la sua testa e ridendo in maniera infantile.

“Ma che..oddio!” disse Damon guardando la nuvoletta che ricalcava la vignetta di un temporale ma di fatto nessuna pioggia lo colpì.
Stefan scacciò con una manata, la nuvoletta che si dissolse.
“Ecco fatto!” disse Stefan.
Damon lo guardò sbigottito.

Si sentiva meravigliato dalla spensieratezza che suo fratello emanava e sbigottito che fosse così semplice smettere di avere pensieri negativi.
“Sembri diverso.” Osservò, sperando di non offenderlo.

“Lo so, ed è bellissimo. Sii come me, Damon.”
“Io non so..”
“Avanti, non pensare più a cose brutte. Divertiamoci….come bambini..
Gli porse le mani e Damon tentennò.

“Ma sì, perché no…” le prese senza sapere bene cosa volesse suo fratello, ma fidandosi di lui.

Cominciarono a fare un giro tondo che sembrava davvero molto infantile, ma lo rendeva FELICE. Senza quasi accorgersene, prese le mani degli altri bambini e poi di colpo non importava più quali e quanti mani prendesse. Erano tutti uguali, come se niente contasse di più, che il gioco. I fiori erano tutti belli e non c’era niente di più bello e felice che saltare sull’erba e andare in cerca di fiori colorati. Senza prenderli, solo beandosi del loro colore.

D’un tratto però tutto cambiò.
Improvvisamente.
Dolorosamente.
Il suo corpo sembrò spezzarsi, e delle fitte lancinanti lo pervasero.
Cadde carponi sul terreno.

Durò infiniti secondi, che sembrarono durare un’eternità intera.
Perso nel suo mondo, gli sembrò un mondo di dolore, dove nessuno si accorgeva di lui, dove nessuno sapeva che esistesse o potesse sentirlo.

Si abbracciò il corpo come un bambino, ma la gioia dell’infanzia era molto più lontana stavolta e non poteva più raggiungerlo.
Daaa – amoooon.”
Lontana, inenarrabile, come un eco che esisteva in luoghi molto remoti, il suono del suo nome.

“Deeeee-aaaa---mooooon”.
Pazzesco come il suono di un nome che non esisteva, potesse arrecare così tanto dolore.
“DAMON!”
Quelle mani, così calorose e morbide su di sé, quella voce così dolce che chiamava il suo nome.
Era per lui.
“DAMON! Ti prego!”

Anche io..anche io ti ho pregato, Stef,.,quando sei morto, ti ho pregato tanto di tornare..o di venire a prendermi con te
Il dolore cambiò e aumentò di intensità, facendolo gridare. La testa sembrò spaccarglisi in due.

Poi suo fratello fece una cosa che lo sconvolse per la seconda volta.
Gli offrì il suo collo.
“N-no..non voglio.”
“Sì..sì, invece.”
E così per la seconda volta bevve da lui.

Questa volta si avvinghiò di più a lui, come fosse la sua ancora di salvezza, mentre succhiava il sangue dal suo collo.
Sentì Stefan gemere e questo gli provocò una strana sensazione di eccitazione che lo spaventò.

Lo lasciò immediatamente.
“Damon, continua.” Lo incitò il fratello.
“No, no, cosa ti ho fatto..cosa ci è successo..”
“Non preoccuparti, continua!”
“NO, COSA CI È SUCCESSO! DIMMELO!”
Tutti attorno a loro, li guardavano sconvolti.

Avevano rovinato quel clima goliardico, quell’atmosfera gioiosa.
Era stata colpa sua. Lo sapeva.
“Ti sei allontanato dalla spensieratezza della gioventù e i tuoi demoni interiori sono tornati a torturarti. Hai aperto la porta al seme del DUBBIO e quella è la porta per far entrare i mostri interiori.” Disse Isahel.

“I mostri interiori..i MIEI mostri..” disse Damon mettendosi le mani sulla faccia.
Stefan le coprì con le sue.

“Tuo fratello era completamente immerso nella beatitudine, ma quando ti ha sentito soffrire, l’ha lasciata. È prova di un amore grandissimo. Infatti per quel che ne sappiamo, occorre grandissima forza per distaccarsi dalla beatitudine quando ne sei avvinto..oppure un grandissimo AMORE.”

Stefan non staccava gli occhi dai suoi, lui invece non riusciva a guardarlo. Si sentiva imbarazzatissimo dalla parola AMORE. Quella specie di monaco non aveva idea di che cosa stava parlando, altrimenti non avrebbe parlato così. Amore? C’era amore tra loro? Ma di quale amore parlava che da quando erano vampiri, non faceva che rovinargli la vita? Gli aveva addirittura fregato la ragazza. Tutto quello che lui aveva dato a Stefan non era altro che sofferenza. Non meritava il SUO amore.

Stefan gli prese il viso tra le mani. Per un folle istante pensò che volesse baciarlo, magari sulla fronte..e d’un tratto questo pensiero lo risollevava e reclinò il viso verso il suo.
Ma Stefan non fece niente del genere.
“Stai di nuovo pensando cose brutte. Smettila. Fai stare male anche me.”

La sua risposta fu abbracciarlo. Non sapeva cosa dirgli ma seguì il suo cuore e il suo cuore gli diceva che bramava dalla voglia di stargli appiccicato, di stringerlo.
Rimasero lì, in ginocchio, stretti abbracciati come fanciulli.






Intermezzo spirituale con Lana



Erano passati diversi giorni da quando Stefan e Damon si erano fermati in quel villaggio. Aveva un nome strano: Mattlebury.

I due vampiri ormai avevano stretto un legame con i bambini del villaggio. Non c’erano solo vampiri, ma anche lupi mannari, bambini e adulti, alle prese con i loro impulsi primordiali, che attaccavano i cittadini.

Non avrebbero dovuto essere lì. Erano dei fuggitivi che erano passati e si erano insediati lì, proprio come loro e scappavano dalle guardie.

L’idea che potessero esistere delle guardie in paradiso, faceva ancora rotolare dal ridere, Stefan e Damon, ma poi smettevano subito. Nel loro mondo erano successe cose ben più assurde, loro stessi erano creature della notte, creature che la maggior parte delle persone pensavano che non esistesse, come i lupi mannari.

Di tanto in tanto vedevano anche qualche fantasma, ma erano solo di passaggio. Spesso venivano catturati nuovamente e riportati nella sezione a loro indicata.

Succedeva talmente spesso che qualcuno veniva riportato indietro, che Stefan e Damon si chiedevano spesso se ciò non significasse che anche l’aldilà non era così PERFETTO come sembrava.

Il pensiero che l’aldilà non fosse PERFETTO, ma pieno di buchi che ognuno potenzialmente potesse infrangere volendo, riempiva di sconforto i due vampiri. La maggior parte delle persone riesce ad affrontare la vita, con la consapevolezza che almeno la MORTE la passeranno in un luogo dove tutte le regole siano perfette e non esistano buchi di nessun genere.

Eppure non era così. Stefan e Damon avevano incontrato diversi cittadini che avevano spiegato loro, come stavano davvero le cose.

Adesso, insieme a una fanciulla di nome Lana, dagli occhi azzurri, i capelli lunghi e biondi e la carnagione bianca come Biancaneve, disquisivano su quello che stavano vivendo e sugli errori di quel meccanismo.

“L’aldilà non è priva di bug…è come un treno in continuo movimento, pieno di fermate..quando sei in vita, pensi che sia un processo automatico, come respirare..pensi che verrai schizzato come un razzo su in alto..o” disse Lana, indicando in alto. “O giù in basso..” disse indicando in giù “come una stella cadente e che non devi preoccuparti più di nulla..ma non è così..molti si ribellano, per esempio..e non accettano di passare dall’altra parte..e così diventano fantasmi..

Aveva senso. In fin dei conti nel mondo esistevano molti fantasmi e sia Stefan sia Damon ne erano stati testimoni. Fantasmi dell’altro lato, che non potevano interagire con gli esseri viventi. Rimanevano intrappolati.

“Credevamo che fossero obbligati..una volta che morissero, a passare dall’altra parte..” disse Stefan.

“Lo credono tutti..” disse la fanciulla. “In realtà la coscienza è molto più forte di quello che crediamo quando siamo in vita..se il tuo desiderio di rimanere sulla Terra, è troppo forte, anche chi è designato di venire a prenderci, non può fare nulla..non che non ci abbiano provato..tuttavia a volte ci riescono a farli venire via, ma molte volte no..”

Stefan e Damon si figurarono l’immagine di un treno, e di un tassista estremamente pignolo, che con sguardo impaziente e un gesto di stizza, cercava piuttosto strenuamente di convincere dei passeggeri indisciplinati a salire sul TRENO. Magari gli altri passeggeri si sarebbero schiacciati con le mani sui finestrini per vedere come sarebbe finita e se l’avrebbero avuta vinta i passeggeri o il guidatore, come quando a scuola fai una marachella e i compagni guardano te e la professoressa che inveisce…magari qualcuno fingeva solo di farsi portare via e si buttava direttamente dal treno, da un finestrino.
Lana rise.

“A volte succede anche questo, quando vengono a prendere le anime con il treno.”
Stefan e Damon non erano ancora abituati a sentire parlare dei morti, come “anime.”

“Perché, a volte vengono a prenderti con altri mezzi?” Chiese Damon.

“Non esiste un modo universale. È la tua mente a decidere il come. Chi si aspetta di vedere un treno, verrà preso con il treno. Chi si aspetta una galleria in mezzo a una montagna, vedrà una galleria. “

Stefan e Damon chiesero alla fanciulla se l’aldilà fosse pieno di persone che cercavano di sfuggire alla postazione che era stata loro assegnata, ma la fanciulla confermò la spiegazione di suo fratello.

“La maggior parte degli esseri umani, non ha MOTIVO di ribellarsi..è FELICE di potersi lasciar andare e di non preoccuparsi più dell’angoscia terrena di sopravvivere..e quindi si affida completamente ai livelli che vengono loro assegnati..anche se si tratta del Purgatorio o dell’Inferno, accettano di buon grado di scontare la loro pena,consapevoli che quello che gli succede, se lo sono meritato…la maggior parte dei ribelli, sono ibridi tra umani e mostri..”

“Vampiri.” Concluse Stefan.

“Esatto..oppure lupi mannari..esistono così tanti ibridi sulla Terra..loro non si rassegnano, perché la pena da scontare per loro è più dura e dolorosa. Siccome hanno cercato di sfidare la morte, il loro soggiorno in Purgatorio è più penoso..”
Stefan e Damon si guardarono a occhi sgranati.

“Ho ricordi molto vaghi del mio soggiorno prima di vedere mio fratello, ma sono certo che non ero in Purgatorio..sembrava davvero molto il Paradiso..” disse Stefan.
“Hai detto di essere morto da umano, giusto?”

“Sì, con la cura in corpo, che mi ha somministrato a TRADIMENTO.” Disse Damon, ancora rancoroso al ricordo.
Stefan lo guardò accigliato. Damon notò che avrebbe voluto dire qualcosa, ma forse non voleva farlo arrabbiare, notò Damon.

Lana sembrò pensierosa.
“Forse sei morto da umano..o forse sei stato giudicato per le tue azioni buone. A volte succede che quello che si fa, possa cambiare la catalogazione, anche per gli ibridi..”

“Ma Stefan sostiene che adesso io e lui siamo entrambi vampiri..allora non è così? Io stesso l’ho sperimentato..” disse Damon scioccato.

“Anche nell’aldilà tutto può cambiare in base alle nostre azioni. Quando tuo fratello è morto, e tu hai voluto sfuggire al luogo in cui eri, per raggiungerlo..sei diventato a tutti gli effetti uno dei ribelli e hai perso l’accesso al Paradiso.”

“Quindi è vero..Stefan ha perso il Paradiso, per colpa mia?

Il peso di quella rivelazione, schiacciò Damon e si acquattò, per non rischiare di crollare. Lo aveva capito ma aveva voluto non crederci fino all’ultimo.

“Non me lo meritavo comunque, per tutto quello che ho fatto..” disse Stefan, cercando di consolare il fratello. Damon era diviso . Sapeva che lo diceva per consolarlo, ma pensava che una parte di Stefan continuava a pensare di essere un mostro e questo non cambiava solo perché per cinque minuti era stato in Paradiso. Conosceva Stefan. Piuttosto che pensare di essere meritevole di qualcosa di bello, tendeva a pensare che l’intero sistema fosse sbagliato.

“Evidentemente sì, invece.” Disse Lana.

“Beh, si sono SBAGLIATI!” scattò Stefan. “Sono stato lo squartatore..ho ucciso, dilaniato..ho fatto cose..” chiuse gli occhi. “Non credo fossi in Paradiso, probabilmente ero solo convinto che lo fossi, Damon.”

“Non importa oramai se lo era o se non lo era. Eri FELICE, lo hai ammesso tu stesso, ora non puoi rimangiartelo!” disse Damon.
Stefan si morse le labbra e Damon capì che stava maledicendo il momento in cui l’aveva ammesso.

“Eri FELICE e per colpa mia, hai perso tutto.”
“Ma allora vuoi ricominciare! Mi duole constatare che non sei cambiato, morte o no, fratello!”

“Ma non capisci..ti ho rovinato la vita, e continuo a farlo anche adesso..se non mi fossi ucciso, tu non saresti venuto a cercarmi e ora non saresti costretto a fuggire da reietto insieme a me!”
“A te sembra una cosa così orribile, stare con me?”

Stefan lo guardava arrabbiato e Damon si morse le labbra.
“Ma cosa stai dicendo..mi sono addirittura ucciso per raggiungerti..”

“Ecco..allora se è quello che volevi, smetti di pentirti e di dire cazzate!

Damon si zittì. Era parecchio che non subiva rimproveri di alcun tipo, da quando Stefan se n’era andato e in un certo senso gli era mancato anche questo. I suoi rimproveri.
“Te l’ho già detto..io preferisco averti qui in carne e ossa che in un ricordo..” disse stringendogli la spalla.

Damon si scoprì a stringersi a quella mano. Odiava mostrarsi così vulnerabile, ma non poteva farne a meno.
Lana cercò di alleggerire l’atmosfera.

“Siete davvero una coppia di fratelli che si vuole davvero molto bene. Ci capita di vedere qui persone di tutti i tipi, ma un legame come il vostro è indice di apprezzamento e di orgoglio da parte di molti di noi..”

“Siamo venuti qui a portare molto scompiglio..ci dispiace che state rischiando per colpa nostra.” Disse Stefan addolorato.
La fanciulla sventolò il braccio.

“Non possono farci niente. Non possono certo ricollocarci, in questo senso è un vantaggio di non essere ibridi..noi apparteniamo a questo posto e non possono spostarci prima che non sia il nostro turno..verrebbero sanzionate le guardie stesse se lo facessero. La gente di qui è molto contenta di quello che fate, prima che arrivaste, dovevamo convivere con gli ibridi che ci attaccavano. Non eravamo abituati a degli ibridi buoni, che sapessero controllarsi senza l’organizzazione adita a farlo.”

“Anche noi ci troviamo bene qui..e ci siamo affezionati ai bambini del villaggio..ibridi e non. Ci fa piacere che alcuni di loro giochino insieme.” Disse Stefan.

“Sì, è molto bello..era possibile anche prima, ma solo se erano controllati dai guardiani incaricati di fare attenzione che i bambini vampiri non perdessero il controllo e cominciassero ad attaccare i loro vietando umani. È ancora una scena agghiacciante, nonostante nell'aldilà si diventa meno impressionabili..."

Stefan e Damon non si sentivano a loro agio con questi discorsi, soprattutto visto che si parlava di bambini e entrambi cercarono subito di cambiare discorso.

“Ma alla fine è tutto reale, no? “ chiese Damon in preda a un dubbio lancinante. “Tutto quello che vediamo è REALE a suo modo..”

Ma la fanciulla non rispose. Stefan e Damon capirono che non lo sapeva neanche lei. Quando sei vivo ritieni che tutto ciò che vedi sia reale, ma nel mondo dei morti, dove ogni cosa poteva essere creata con il pensiero e modellata a tuo piacimento, il concetto di reale non aveva la stessa valenza che aveva prima.

“Quando siamo bambini, vediamo il ROSSO e diciamo: questo è il rosso. È semplice. Poi, un giorno la mamma ci fa vedere un pennarello di un colore diverso. Ti ho preso il rosso, dice la mamma. Ma mamma, questo non è il rosso. Sì, che lo è. Ma non era il rosso che TU avevi visto. Così cresci comprendendo che esistono tanti tipi diversi di ROSSO. È quella la linea di confine che segna la fine dell’infanzia. Molti pensano che è quando inizi a capire che esiste la MORTE, ma non lo è. È quando insieme al ROSSO, capisci che esistono diverse sfumature per tutto, in un mondo che non potrà mai essere davvero BUONO, perché per esserlo, bisognerebbe capire quali delle mille e mille sfumature di bontà è quella perfetta e scartare tutte le altre. È come per il bambino. Prima pensava di sapere quale fosse il colore rosso, ma poi è stato bombardato da tutte le sfumature e non sa più qual è il rosso. È quello, ma è anche quello, quello e quello. Ora immaginate di poter GUARIRE IL MONDO solo dipingendolo di ROSSO. Io sono Dio e chiedo a te, inserviente, di passarmi il pennarello ROSSO. “ disse Lana, rivolgendosi a Damon.

“ Non sarei in grado di passare il colore giusto..” disse Damon scandalizzato.
“La verità non può essere questa..” disse Stefan tremando.

Ma certo che non lo è..” disse con tono ovvio la fanciulla. “Questa è una mia teoria..ne esistono così tante, più o meno logiche..e non puoi esprimerle tutte. Sei costretto quindi a sceglierne UNA, immaginando che possa essere la verità..tra le tante che si trovano nel nostro microcosmo. La verità sarà sempre quella che tu scegli di credere.” Disse la fanciulla e poi come era venuta se ne andò lasciando Stefan e Damon più confusi di prima.





**

"Damon, Damon! Sono stato bravo??" Gli chiedeva un bambino dai capelli arancioni e liscissimi.
"Stai andando benissimo, Peter!" Aveva risposto Damon orgoglioso.

Peter...come Peter Pan...a Damon gli si strinse il cuore a pensare che quel bambino sarebbe stato per sempre bambino...come il Peter pan della fiaba. Solo che lui aveva dovuto scoprire l'orrore in un'età in cui non avrebbe dovuto! Damon si ritrovò a chiedersi chi era stato a trasformarlo. Non glielo aveva mai chiesto e chissà se mai avrebbe mai avuto il coraggio. Non voleva sapere..non voleva davvero saperlo. Sapeva che altrimenti avrebbe desiderato ammazzare con le sue mani chiunque avesse rubato la sua innocenza a quel ragazzo, anche se fosse stata una donna, anche se fosse stata Katherine in persona , anzi se fosse stata lei , lui non avrebbe mai perso la testa per lei.Avrebbe capito subito la sua vera natura. Loro.. Stefan e lui non avevano mai attaccati i bambini. Non era giusto che loro diventassero dei vampiri.

"Stefan! Dimmelo anche tu! "
"Sei stato grandissimo!"

Tipico di Stefan, pensò Damon, doveva sempre esagerare per far contenti i bambini. Damon avrebbe preferito che Stefan non esagerasse con i compimenti ai ragazzini . avevano bisogno di mantenere la guardia alta ..dovevano capire che poteva cambiare tutto dall'oggi al domani e non potevano permettersi di abbassarla, perché era un attimo e sarebbero tornati i vampiri sanguinari che attaccavano i loro coetanei e le altre persone del villaggio, senza contare che così si sarebbero fatti scoprire molto più in fretta. Dovevano tenere un basso profilo.

A volte si chiedeva se lui e Stefan stavano facendo la cosa giusta, molto probabilmente l'organizzazione speciale che se ne occupava pensava di sì , però Damon non poteva fare a meno di domandarsi che se i ragazzini venivano prelevati , un motivo c'era.. loro non erano davvero di quel luogo, forse avrebbero dovuto lasciare che venissero presi.. lasciare che facessero il loro percorso in Purgatorio e che scontassero la loro pena. Questo non era davvero il loro posto.

ma non è neanche il nostro , una vocina insistente continuava a dirgli , però se l'avesse ascoltata avrebbe dovuto ammettere che la stessa cosa valeva per lui e suo fratello e pensare di rinunciare a lui ..Giammai! Nell'aldilà si sbagliavano . non avevano nessun diritto di trattare le anime come prigionieri. Va bene fare il loro percorso ma non come carcerati ..chi decideva qual era il momento giusto per passare di livello ? Chi decideva qual era il mondo giusto in cui abitare e quale no? Sulla terra pensavano di saperlo, decidendo chi era innocente e colpevole, ma la pena non era mai giusta e forse anche nell'aldilà facevano degli errori, come per esempio costringere dei ragazzini che non avevano nessuna colpa a scontare una pena che loro non meritavano in completa solitudine senza poter giocare tra di loro e senza l'affetto e il sostegno di altre creature ..tutto questo come poteva essere giusto?

"Un penny per i tuoi pensieri fratello." Disse Stefan facendo volare un monetina in un bicchiere lì accanto.
Damon sorrise, guardando il pub in cui si erano fermati.
"Andiamo fuori." Disse.

"Ti vedo sempre più pallido. E non ti vedo praticamente MAI bere sangue." Osservò Stefan mentre camminavano.
Damon sorrise.
"Questo è molto divertente. TU che rimproveri ME di non bere sangue." E scoppiò in una sonora risata.
"Trovi la cosa divertente?"

"Moltissimo! I ruoli che si ribaltano, peccato che io non bevo sangue di conigli e non stiamo più sulla terra, ops, non siamo neanche più vampiri, non siamo NIENTE!" Disse Damon continuando a simulare un'allegria che non provava.
"Non sono così sicuro come te che sia vero!" Disse Stefan.

"Già..già..la solita frase cliché che non tutto muore, che lo spirito resta!"
"L'ho visto in quei bambini...sono vampiri, ma.."
"Non nominare quei bambini, Stef.."

"Abbiamo insegnato loro a trattenersi e loro l'hanno fatto! Hanno scelto l'umanità, Damon! Il loro spirito è forte e vivo! Questo lo dimostra! Significa tutto invece!"

"Significa soltanto che nell'aldilà perdi tutto e anche i tuoi istinti animaleschi dopo un po' vengono persi di riflesso ..è per questo che loro riescono a controllare la sete e non per colpa o merito di qualche eccesso di bontà né tantomeno per merito nostro..questa è la verità Stefan, tutto il resto sono illusioni, favole per bambini...come quelle che noi stessi proponiamo a loro...degli eterni bambini che hanno scordato di essere dei..."

Stefan con la sua velocità da vampiro, attaccò Damon al muro di mattoni.
"Ouch! Che c'è, Stef? È l'unico modo che hai per zittirmi?"
Stefan lo guardò accigliato e per qualche ragione Damon temette che l'avesse capito. Aveva guardato le sue labbra troppo a lungo. L'avrebbe capito e l'avrebbe picchiato direttamente.
"È la sete a parlare, non sei tu..."

"Ma no! È la mia anima!" Disse sarcastico Damon e riprese a ridere.
"Perché fai cosi? Credevo fossi felice qui, con me, con questi bambini..."
"Pensi che potremmo fare questa vita per sempre? Prima o poi finirà! E quando accadrà...puoi star certo che ce la faranno pagare molto cara per esser scappati."
"Ti prego, devi bere..."

"Continui a non capire! Non ho più quella necessità...non voglio!"

"Sei cambiato...non mi guardi più e a malapena mi parli..perché? Cosa ti ho fatto?"
Damon trasalì. "Ora pure le manie e le paranoie, tra un po' arriveranno pure i deliri e le guardie arriveranno direttamente con i furgoni bianchi e delle belle camicie con i lacci."
"Pensi che non riconosca i morsi della sete? Ho visto me stesso e anche te parecchie volte così."

"Se me l'avessi detto ti avrei fatto una foto..." Disse Damon ma con un tono più turbato.
"Smettila!! Smettila di recitare! Ti ho chiesto cosa c'è che non va! Non vuoi bere sangue umano? Bevi il mio, almeno! Ma non puoi lasciarti andare cosi, sei sofferente e in questo modo fai soffrire anche me!"

Damon si voltò a guardarlo e con grande sofferenza gli rispose.
"Non posso più bere il tuo sangue, Stefan..non voglio più farlo!"

"Sei mio fratello! Te lo sto offrendo, farei qualsiasi cosa per te, lo sai! Se hai paura di farmi male.. ."
"Non è per quello che provi tu, ma per quello che provo io, razza di deficiente!!"

L'avevo ferito e me ne ero reso subito conto ma non avevo tempo di occuparmi dei suoi sentimenti. Ero troppo concentrato a rattoppare i miei. Quando Stefan mi fece bere il suo sangue, stavo cosi male ed ero cosi disperato da non aver avuto il tempo materiale di analizzare tutto quello che stavo provando, la tempesta che mi era piovuta addosso in quell'occasione. Ma quando la calma tornò, io potei farlo.

Quando Stefan mi fece bere il suo sangue, si stabilì una connessione tra noi, come se fossimo dei cavi elettrici che si stavano sentendo l'un l'altro.

Condividere il sangue è davvero TROPPO intimo. Solo le coppie di innamorati lo fanno e c'è un motivo per questo.
Quello che provai quel giorno fu...
Impossibile da descrivere.

So solo che in quel momento sentii Stefan come se fosse mio.
MIO. Non mio fratello. Mio.

Stava condividendo il suo sangue con me e dopo di questo, l'idea che possa essere di qualcun altro, che possa dare qualsiasi cosa di sé a qualcun altro è davvero troppo insopportabile.
Quando gli guardo le labbra non posso fare a meno di desiderare di scoprire se le sue labbra siano dolci come il suo sangue.

Se il suo corpo sia arrendevole contro il mio come lo è stato quando mi ha permesso di lasciare che mi nutrissi di lui.
Se la connessione che ho sentito in quel momento, la sentirei se i nostri corpi fossero intrecciati insieme e stessimo per avere un orgasmo.

Se gemerebbe allo stesso modo contro di me come ha fatto quando lo mordevo.

Se quando mi stringeva in quel modo contro di me, lo farebbe allo stesso modo se non ci fossero barriere di vestiti a separarci.
Se mi continuerebbe a tenere stretto anche mentre lo scopo, ancora e ancora e ancora.
Se mormorerebbe il mio nome fino a fargli perdere i sensi.

Scoprire che lo desidero così tanto è sconvolgente. Ho sempre bramato un maggior desiderio di contatto fisico con lui ma credevo fosse tutto normale. Almeno fino ad adesso. È tutta colpa del sangue, questi pensieri mi sono venuti per colpa del sangue.. deve avere un potere più magico e più malato di quanto pensassi e se il sangue da vampiro mi ha fatto venire questi pensieri su Stefan, allora tutti i tipi di sangue sono sbagliati.. mi sono sempre sbagliato! La cosa che bramo più al mondo è la mia peggiore rovina.. non intendo berlo mai più.. né quello di un vampiro né quello di un umano e neanche quello di un animale!!

"Damon, ti prego..." mi mette le mani sulla faccia e mi sento bruciare. Gli scaccio la mano, malamente. "Devi smetterla di toccarmi così, Stef! Non sono una ragazza!" Dico cercando di usare il sarcasmo come una difesa. Quando in realtà appena mi ha toccato, lo avrei scaraventato contro il muro, baciandolo fino a fargli perdere i sensi.

Ma cosa mi succede? Sono malato! Ci si può ammalare nell'aldilà?

"Dunque quello che senti è talmente spaventoso da non potermi neanche guardare più?"
La sua risposta è criptica non mi lascia capire se ha davvero capito oppure no ma d'altronde anche io non ho intenzione di spiegargli la verità rimaniamo lì inermi ciascuno con le proprie domande alle proprie risposte che non vuole dare Non siamo più bambini che rispondono semplicemente alle domande
 
“Sai che ti dico..anche tu puoi farne a meno!!”
“Eh??”
 
“Di chi bevi il sangue, Stef?? Di qualche contadino? Di qualche..bambino? Non di certo il mio..quindi come puoi pretendere che io beva il tuo??”

Ma che sto dicendo? Non mi sto riconoscendo neanche io e sto facendo una gran pessima  figura.
 
Mio fratello mi guarda come se fossi fuori di testa, ma non mi interessa. Sono del tutto ostinato a fargli confessare che tipo di sangue bevesse, perchè se non era lui..chi era? Non vedeva animali in giro e San Stefan era ormai troppo redento per farlo.
 
“Io…”

“Di chi, Stefan?? Non fare l’ipocrita. Di chi??”
“Di nessuno!”
 
Lo guardo sconvolto.
 
“Non è possibile..tu non faresti mai la morale a me, per niente. Se sei convinto che dovrei bere..”

“Perché ho intuito che tu ne avessi BISOGNO..”
“Ah..e tu no??”
“No..”
 
Scoppio a ridere.
“Ma certo! TU NO, perché tu sei forte, sano, io sono debole, malato e fuori di testa..fragile, sconnesso..”
“Qui non siamo sulla Terra, Damon..”
 
“Finalmente te ne sei accorto..ma non vale rubarmi le frasi.”
 
Mi guarda. Mio fratello non è mai stato così sconvolto..e bellissimo. Le sue guance sono rosse.
 
“ Non valgono le leggi terrene. Qui tutto ruota intorno a come ti senti. Chi vuole fuggire, RIESCE a fuggire..chi vuole restare prigioniero, resta prigioniero..quello che vediamo, riflette quello che siamo DENTRO..”
 
“E io sono un mostro assetato di sangue, giusto?”
“Tu…sei assetato..” disse Stefan e sembra vergognarsi.

Sono io che mi vergogno, perché invece ho fame. Ho fame di te. Bramo mio fratello. Che persona orribile sono. È questo posto, sicuramente, a farmi uscire di testa.
 
“Damon..ascoltami..”
“No, no, no! Non voglio sentire! Sembra che siamo ritornati a quando eravamo vampiri i primi tempi, ricordi? Anche allora mi dicevi che dovevo bere sangue, ma io non volevo..”
 
Mio fratello chiude gli occhi ma io continuo implacabile.
 
“Successivamente eri tu che non volevi più bere sangue umano..e adesso..mi stai dicendo che dovrei farlo di nuovo..quello fuori di testa sei tu, non io..e da CHI dovrei bere, sentiamo!”
 
“Da me! Puoi bere da me!”
 
Rido. Una risata senza allegria.
 
“L’abbiamo già fatto..non è successo niente..”
 
“PER TE!! Hai idea..” dico e mi avvicino nel farlo. “Di quanto sia..strano?”
“Strano perché? Cosa hai sentito in me che ti repelle tanto? Cosa?”
 
Lo guardo. È questo quello che pensa?
“Non..non hai capito nulla. Nulla!”
 
“Aiutami a capire, allora!”
“Lasciami in pace, Stefan!”
 
“Aspetta, io..” dice e mi tocca il braccio. Lo guardo allibito.
Non deve toccarmi. Non adesso.
 
Stefan sospira Sembra un gattino sofferente, anzi un leone.
 
“Damon, quando tu mi hai morso..io..”
 
Mi si mozza il fiato, sto per smettere di respirare.
 
“Tu..COSA?”
 
Stefan sospira e io gli prendo il viso tra le mani.
 
Rispondimi!”
 
“Sono..stato..BENE..”
 
Lo lascio andare, terrorizzato.
 
“Damon, mi dispiace, mi dispiace..”
 
“Stai zitto, non parlare!”
 
“Si è creata una connessione tra noi quel giorno, quando tu..”
 
“Ti ho detto di non parlare!!”
 
“Non ti ho mai sentito così vicino..non siamo mai stati così vicini.. non avevo mai sentito una sensazione così..così vicina all’estasi..
 
Lo guardo sgranando gli occhi. No. Non l’ha detto davvero.
 
“So che l’hai sentito anche tu..”
 
BASTA!!!”
 
“Insomma, perchè continui a respingere questo? Perché continui a respingermi? Perché non accetti che hai bisogno di me come io ho bisogno di te?”
 
“Un’altra parola e questo posto s riempirò di sangue ma in un altro senso..” lo avviso.
 
Mi guarda sconvolto. Forse anche lui sta pensando che sembriamo ritornati nemici.
Tutto torna come prima, ma non è più la stessa cosa.
A quei tempi non pensavo certo a scopami mio fratello. Ero ossessionato dalle doppelgangher.
 
Stefan apre bocca e sinceramente non so come fa a essere così ostinato senza stancarsi? Ma forse avere fantasie malate tutto il tempo per tuo fratello è una di quelle cose che toglie energie..
 
Ma non fa in tempo a concludere quello che vorrebbe dire, che delle esplosioni riempiono l’aria.
 
Stanno venendo a prendere i bambini! Li stanno portando via!!” urla qualcuno.
 
E l’incubo è iniziato.









Note dell'autrice:  anche se non viene raccontato nel capitolo. Damon ha ovviamente raccontato a Stefan cosa ha passato lui, prima di incontrarlo, non era necessario specificarlo xd e preciso che la frase a cui si riferisce Damon, era una frase dell'acchiappasogni " Harry non se la sentiva di guardare, ma guardò comunque, sentendosi impotente come una ragnatela."
   
 
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