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Autore: Anown    09/10/2022    0 recensioni
Duncan, il giovane principe di Atene si stava dirigendo a Creta con i fanciulli scelti come sacrifici per una missione.
La storia è una sorta di parodia del mito di Arianna.
Coppie: Gwen/Duncan-Duncan/Courtney Courtney/Scott
Accenni: Gwen/Trent Leshawna/Harold (non sono sicura di classificarli come coppia in senso romantico in questa storia... ma in realtà a causa del contesto potrei avere dubbi su tutte le coppie... uhm...)
Personaggi: Courtney, Duncan, Harold, Leshawna, Scott, Dawn, Gwen, Heather
Personaggi più secondari: DJ, Ellody, Kitty, Emma, Zoey, Scarlet
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, LeShawna, Scott | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Come si fosse formato il cosmo in cui abitavano, non era qualcosa che doveva importare alle creature.
Ma ad alcune interessava perchè l'istinto le portava ad essere curiose e creative. Se non potevano sapere come era nato tutto, allora si sarebbero inventate delle storie a riguardo, così, per divertimento. Forse c'era una forza superiore che le aveva ispirate a creare quelle storie che magari potevano avere un fondo di verità. Oppure no. Ma questo certo non influiva sul bisogno di crearle.
Altre creature invece si illudevano che conoscendo l'origine del mondo avrebbero anche capito il loro scopo...
Improbabile...
E a questo autore, non importa parlare dell'origine del cosmo.

“Perchè sei così diversa da me?”

A questo autore interessa parlare delle creature che si sono ritrovate ad abitarlo. Creature spaesate, prive di scopo e informazioni per affrontare la situazione.
No, forse alcune di loro disponevano sia di scopo che di informazioni, ma potevano anche essere bugie per darsi un tono e fingersi superiori.

“Ehi? Perchè sei così diversa da me? Puoi sentirmi?”
La creatura che aveva ricevuto quella domanda si guardò intorno intimorita. Non vedeva nessuno, eppure quella voce era così chiara e vicina.

Che ci fossero creature avvantaggiate rispetto alle altre era un dato di fatto.
Alcune erano estremamente longeve, altre sembravano addirittura eterne e con la sola volontà potevano plasmare ciò che le circondava... chi era interessato alla questione dell'origine dell'universo credeva che la responsabile del loro mondo fosse proprio la volontà di questi esseri superiori.

“Ehi? Non riesci a comunicare?” insisté la voce incorporea.
“S... sei uno spirito?”
“Lo sei anche tu. Perchè stai nascosto dentro quell'affare?”

Altre creature più sfortunate non potevano neanche sopravvivere senza crearsi un corpo fisico di cui diventavano prigioniere.

“Ehi? Scappi? Perchè?” chiese la voce incorporea percependo lo spirito con il corpo che si allontanava il più velocemente possibile.
“Non farmi del male! Lasciami in pace!”
“Male? Cosa intendi?”

Se il corpo veniva danneggiato la creatura che lo possedeva ne subiva le conseguenze. Se il corpo diventava inservibile, la creatura cessava di esistere e per quanto potesse venir trattato bene, qualunque corpo era comunque destinato a consumarsi col tempo. Il destino di tutte quelle creature era la morte, a cambiare era il quando e il come arrivare a quella destinazione obbligatoria.
Volendo esistere il più allungo possibile, le creature che avevano bisogno di un corpo tendevano ad essere guardinghe verso ciò che non conoscevano e che poteva rivelarsi pericoloso.
La creatura incorporea dovette osservare quelle creature per un po' prima di capirle e riuscirsi a spiegare la reazione della creatura incastrata in un corpo che aveva incontrato tempo prima.

“Perchè ora sei tu ad avvicinarti a me?” chiese la creatura incorporea vedendo la creatura col corpo che si avvicinava.
“Curiosità... E tu perchè ci hai spiato per tutto questo tempo?”
“Noia...”
“E perchè hai creato quel corpo finto?”
La creatura che non aveva bisogno di un corpo, ma che se ne era creato uno, sorrise mostrando numerosi denti bianchi e perfetti che non si erano mai consumati masticando cibo. “Così posso fare delle espressioni e modulare la voce, così posso osservarti e comunicare meglio.”
“Eh... Se mostri i denti in quel modo sembra solo che tu voglia mangiarmi meglio...”
“Ah, le espressioni sono molto più complicate di quel che pensavo...”

-Diventerà un racconto inquietante? Le creature immortali decideranno di mangiare quelle mortali?-
sentendo una voce femminile sconosciuta alle sue spalle e dei piedi che gli toccavano la schiena, Harold sussultò come se si fosse appena risvegliato da uno stato di trance. Sentì di avere in mano una  tavoletta cerata e di averci scritto qualcosa, controllò con le dita di cosa si trattasse.
-Oppure era un tentativo di spiegarsi l'esistenza di umani e divinità? Perchè l'hai scritto? Eri posseduto? Vuoi smetterla di ignorarmi e incominciare a rispondermi?- a quella persona non piaceva non sapere le cose. Purtroppo anche se volendo poteva sapere per filo e per segno tutto ciò che accadeva e sarebbe accaduto, non era altrettanto brava a capire le motivazioni dietro le azioni delle persone.
Cercando di ottenere una risposta, fece di nuovo uno sforzo per toccare con le punte dei piedi la schiena del ragazzetto.
-Potrebbe anche essere una storia sentimentale...- osservò Harold.
-Eh? I personaggi non sono nemmeno della stessa specie!- obbiettò la ragazza con un tono quasi da presa in giro.
-Sei parecchio superficiale! È una questione di intelligenze più che di specie...-
-Capisco che da orbo tu non possa capire, ma guarda che il corpo è la cosa più importante! Ah! Scommetto che non sai nemmeno come nascono i bambini! In effetti, non è che non vedere chiaramente ti rende un po' meno umano? Scrivi di espressioni, ma non le puoi vedere e capire!-
-Stai sghignazzando, cretina! Non ho bisogno di occhi per capire che hai uno stupido ghigno sulla faccia. Posso regolarmi su come moduli la voce per capire la tua espressione e il tuo umore. Inoltre non potrò vedere le espressioni degli altri ma percepisco bene le mie, so come dovrebbero funzionare, Heather...- si sentì stupito di aver pronunciato quel nome e a giudicare dal lieve suono emesso, anche la ragazza era stupita.
-Non ci siamo mai visti direttamente o meglio, mai sentiti... come mi hai riconosciuta?-
-Credo ci sia qualcosa che avete in comune nella voce, tu e tua sorella...- ipotizzò per giustificare la propria intuizione. -La tua voce ha un suono meno basso e autorevole, ma avete entrambe un tono da maschiaccio dispettoso...-
-Solo un cieco può non capire la mia incredibile femminilità! Sopratutto in confronto alla volgarità delle forme e del modo di fare di Leshawna! Sarà lei il maschiaccio con le tette!-
Harold ignorò le sue proteste. -Leshawna anche se è dispettosa sembra un po' più attenta alle emozioni del suo bersaglio. Tu sembri voler ferire a tutti i costi... Come mai?- chiese abbandonando il tono ostile in favore di uno genuinamente curioso.
La Musa della Storia non rispose. Harold ricordò che non ottenere una parvenza di contatto visivo metteva a disagio chi aveva una vista buona così di voltò.
Non si stupì vedendo che la sagoma sfocata che riusciva a percepire sembrava distesa. A giudicare dalla voce, la testa che gli parlava doveva essere distesa e collocata all'altezza del pavimento. Ma la sagoma della ragazza gli sembrò priva di braccia e con una sola gamba in un primo momento così si impressionò. Poi la sua testa gli suggerì una spiegazione meno spaventosa.
-Perchè Leshawna ti ha legata?- non gli piaceva sospettare che Leshawna avesse staccato degli arti alla sorella. Anche se per quel che ne poteva sapere, magari le divinità potevano farseli ricrescere, non gli sembrava una cosa carina...
-Perchè è stronza! Molto stronza!  Ancora non lo hai capito?!-
-Uhm...- non gli piaceva sentir parlare di lei in quel modo, ma effettivamente la donna gli aveva già mostrato un certo tipo di atteggiamenti e in quanto familiare, Heather, aveva tutto il diritto di parlare della sorella in modo critico.
-Harold. Heather. Dobbiamo parlare.- comandò Leshawna comparendo all'improvviso dietro la sorella e prendendola di peso.
-Ah... Sempre delicata...- Heather sbuffò.
Harold si sentì spaventato. “E' arrabbiata... è molto arrabbiata...” il suo istinto gli diceva di non avvicinarsi. Leshawna aveva spesso dei modi aggressivi, prepotenti, a volte anche predatori, ma c'era sempre qualcosa di scherzoso o una parvenza di cura nei confronti delle persone con cui interagiva. In questo caso Leshawna aveva un tono perfettamente controllato ma nascondeva malamente un umore ferale, perlomeno per quella che era la percezione di un ragazzo che non potendosi affidare alla vista era diventato ipersensibile alle voci.
-Harold.- ripetè Leshawna in quel modo poco familiare.
“Arrabiata, molto arrabbiata.” si ripetè mentre andava contro l'istinto costringendosi a sedere vicino a quello che percepiva come un predatore. Di fronte a sé percepiva Heather che sembrava essere stata slegata.
-Non sono riuscita a trasportarmi e materializzarmi su Nasso sembra che ci sia una barriera che me lo impedisce.- annunciò Leshawna.
-Te l'avevo detto.- gongolò Heather.
-Non sei degna di fiducia, quindi ho voluto provare.-
-Tanto arriveremo in tempo, tranquilla.-
-Ripeto. Non sei degna di fiducia.-
-Scusatemi.- disse timidamente Ellody e solo allora Harold si accorse della sua presenza, sedeva oltre Leshawna. -Ecco... se avete intenzione di assegnarci un compito o se volete un parere umano, forse sarebbe il caso di spiegarci bene la situazione.-
Era una richiesta sensata. Harold si sentì in imbarazzo per non essere riuscito a farlo notare prima.
-Ovviamente lo farò ragazzina, mi credi forse stupida?- domandò Leshawna con astio.
-Ah ah, non è stupida, è più... una intelligente, ma che non si applica e si distrae facilmente.- commentò Heather.
Mentre tirava la sorella per le orecchie, Leshawna spiegò che l'abbandonata  principessina di Creta aveva conquistato le simpatie del Dio della follia che come dono di nozze aveva deciso di conquistare l'Olimpo. Il problema era che intendeva servirsi di un esercito di umani e anche se questi sarebbero stati sotto ipnosi, gli dei si sarebbero potuti innervosire con tutta la razza anche considerando che la causa delle azioni del Dio folle sarebbe stata un' umana e che il Dio stesso era originariamente un mezzo umano che aveva già in passato sfidato la pazienza degli Dei.
-Scusate, m-ma non capisco...- Ellody la interruppe con aria impanicata. -Che c'entriamo noi come specie. L'idiota è lui!-
Heather intervenne con un sorrisetto divertito. -Beh, potrebbe venire il dubbio che siate una specie difettosa e non sarebbe la prima volta che ci sbarazziamo di buona parte di voi, tutto dipende da come ci gira... a proposito, non mi sembra molto intelligente dare dell'idiota ad un Dio...-
Anche se sbiancata, Ellody continuò con i suoi dubbi. -Ma perchè l'idio... ehm, l'egregio Dio della follia pensa che fare una cosa del genere dovrebbe conquistare la principessa?! E perchè lei non lo ferma?!-
-Potrebbe essere d'accordo con lui...- suggerì Harold nonostante l'espressione e il tono apparentemente assente. -Se ha aiutato noi tradendo la sua famiglia e se ha cercato di scappare sfruttando Duncan, è probabile che la principessa fosse arrabbiata con la sua famiglia... è stata ingenua a seguire uno sconosciuto, o era molto disperata, o sperava che le altre persone fossero migliori rispetto ai suoi familiari... Essere tradita da qualcuno esterno alla sua famiglia potrebbe averle fatto perdere fiducia nel prossimo, tutta la rabbia accumulata negli anni potrebbe averla fatta esplodere e ora per canalizzare quella rabbia potrebbe pensare di prendersela con gli Dei rischiando volontariamente di farci eliminare tutti...-
-Ma andiamo! Tutto questo perchè è stata mollata da un tipo?! È altamente illogico!- Ellody continuò a protestare.
-Ah, scusa se non ti piacciono le mie ipotesi!- Harold rispose offeso. -Ma questo non cambia la realtà...- sbuffò, poi con un tono più pacato si rivolse a Heather. -Allora, cosa faranno gli dei? Se la prenderanno con la nostra specie o no?-
-Ah boh...- rispose Heather con tono annoiato.
Leshawna la fulminò con lo sguardo. -Non ha importanza che tu risponda o meno, la tua parola vale quanto le promesse di un eroe.- mentre la Musa della poesia epica rimaneva mortalmente seria, la Musa della storia le fece una linguaccia.
Ellody era esterrefatta. -Bene! La principessa rischia di farci ammazzare tutti perchè è stata mollata... e queste invece di condividere le informazioni litigano come bambine...-
Heather la richiamò. -Ragazzina scema che insiste con le mancanze di rispetto, guarda che a me, che siate vivi o morti non importa! Perchè fra l'offrirvi rassicurazioni sul futuro e infastidire la mia sorellina stronza dovrei scegliere la prima opzione? Inoltre a voi che cambia se vi dico cosa avverrà? Se vi dessi una risposta che non vi piace provereste a cambiare il futuro? E come? E se invece vi dessi una risposta che vi piace e questo cambiasse il vostro atteggiamento portandovi a un futuro diverso e meno desiderabile? Poi ve la prendereste con me?-
Leshawna diede un'altra tirata d'orecchie alla sorella. -Chiacchiere inutili a parte, la cosa più scontata da fare è convincere la principessa a fermare l'Idiota della follia. Sarei andata a farla rinsavire subito, e magari a staccare la testa dell'Idiota fregandomene del fatto che sia il figlioletto preferito del sovrano dell'Olimpo... peccato che l'Idiota abbia eretto una barriera per impedire la materializzazione dal nulla di creature con un aurea troppo potente!- disse continuando ad utilizzare le orecchie della sorella come antistress.
-E-Ehi! Non c'è l'ho messa io la barriera! Smettila di prendertela con me!- ma Leshawna continuò.
-Quindi una creatura con un'aura meno forte potrebbe teletrasportarsi?- domandò Harold sperando di non essere aggredito.
-Non credo di avere conoscenze che vadano bene. Gli esseri umani non possono essere teletrasportati.- rispose Leshawna spazientita.
-Una divinità giovane o poco conosciuta potrebbe avere un'aura meno forte?- ipotizzò il ragazzetto.
-Forse...- disse Leshawna che un po' interessata al discorso mollò il capo indolenzito della sorella che tirò un sospiro di sollievo.
-Hai detto che tu e le tue sorelle non siete sempre state in nove... se riusciste ad identificare le più giovani e le meno evocate magari potreste mandarle in avanscoperta. Sempre che tu ritenga le tue sorelle degne di fiducia.- disse Harold mentre Ellody sembrava estremamente disorientata su quale dovesse essere la logica dietro quelle dinamiche.
Leshawna sembrò ragionarci su mostrando finalmente un po' più calma. -Ho sempre pensato che l'astronomia e la geometria fossero un po' fuori tema rispetto alle altre arti di cui ci occupiamo... Forse la Musa protettrice di queste arti potrebbe essere nata dopo il resto di noi...-
-Sarebbe parecchio ironico! Si comporta come una vecchia fastidiosa!- disse Heather scherzando velenosamente. -Ottima scelta! Quella musona non piace a nessuno quindi viene invocata molto poco, dovrebbe funzionare! Suggerisco anche la Musa della commedia. Non abbiamo ragioni di ipotizzare che sia più piccola di noi e non è impopolare, ma per sua stessa natura la sua aura potrebbe non essere presa molto sul serio dalla barriera.-
Leshawna si stupì che Heather stesse collaborando, inizialmente era positivamente colpita, poi la guardò con sospetto. Heather rispose con un sorrisetto innocente.
-Ma noi lo sappiamo quale sarebbe il metodo più efficace per placare la rabbia della principessa e pagare un tributo di sangue al Dio della follia. Vero, sorella?- disse Heather con un tono mellifluo. -O forse ti sei rammollita?-
-Lo so... ho già intenzione di parlarne col ragazzo..- poi abbassò di molto la voce, ma Harold potè percepirla comunque. -Forse ho permesso alla ragazzina di stare qui per temporeggiare...- rispose Leshawna un po' scocciata, un po' pensierosa. Harold si sentì teso.
-Non capisco. Perchè non agisci tu?- chiese Heather alla sorella.
-Sono affari da essere umano. Mi importa fino ad un certo punto.-
-A me sembra che ti importi fin troppo...- la criticò Heather. -Male che vada puoi prenderti gli umani che preferisci, conservarli al sicuro e allevarli, no?- guardò i due piccoli umani. La femmina sembrava visibilmente a disagio. Il maschietto dagli occhi deboli sembrava indifferente al discorso.
-Però, però...- cantilenò Heather con fare dispettoso. -Dovresti fare attenzione agli esemplari che fai riprodurre. Quel coso rosso lì ad esempio... Mi sembra evidente che la vista non sia il suo unico problema, tutto il corpo sembra un problema! Dalla respirazione alla recezione del sole... a volte sembra intelligente, ma secondo me non ci sta nemmeno di testa... sembra sempre un po' distratto... mezzo addormentato... non vorrai che produca altri esemplari difettosi, no?-
Il ragazzetto trasportato dall'istinto mosse la mano lanciando ad Heather una lametta che le si conficcò in fronte generando una buffa fontanella di sangue.
-AAAAAH!- Heather urlò, Ellody si portò le mani alla bocca con aria spaventata, mentre Harold si rese finalmente conto di ciò che aveva fatto.
“Hiiiiih! Verrò ammazzato! Verrò sicuramente ammazzato! Non ho ancora scritto le mie memorie!”
Il ragazzo sussultò sentendo un suono provenire da Leshawna, si stranì capendo che si trattava di una risata. Forse era impazzito, ma Harold percepì che per la prima volta da quando era tornata, la Musa sembrava aver riacquistato un umore decente.
-Leshawna! Il tuo coso mi ha mancato di rispetto! Dovresti scotennarlo!-
-E va beh, non mi sembra nulla di drammatico. In fondo volevi suscitargli una reazione perchè ti era sembrato troppo calmo mentre parlavi della sua specie come di bestiame, no? Mi sembra che tu abbia ottenuto una reazione adorabile, proprio come desideravi!- Leshawna sghignazzò, Heather sbuffò e Harold imbarazzato si raggomitolò.
-Comunque.- Leshawna parlò riacquistando serietà. -Vi ho voluto parlare di questa situazione perchè siete due umani poco intimidatori. Se la principessina non dovesse rinsavire parlando con una divinità sana di mente, forse due suoi simili potrebbero metterla più a suo agio. Per ora non parlatene con Duncan... non so se farli incontrare prima di aver riportato la principessa a più miti consigli sia una buona idea. Dubito che quello scimunito da solo sia in grado di farsi perdonare decentemente, ok?- Leshawna sorrise nervosamente mentre i due umani annuirono. -Harold. Dovrei parlarti in privato...- lo avvertì la Musa.
Nonostante fosse più calma, Harold si sentiva teso. Quando lo chiamava per nome, Leshawna utilizzava quasi sempre un aggettivo diminutivo a volte preceduto da uno possessivo prima del nome. Era un' abitudine irritante e irrispettosa, ma il fatto che in quel momento stesse utilizzando solo il suo nome, faceva pensare al ragazzo che ci fosse qualcosa di piuttosto pesante che la Musa doveva dirgli.

Courtney stava facendo dei sogni confusi. Prima aveva percepito la spaventosa presenza del padre, in seguito quella mostruosa del fratello che la inseguiva muggendo dei suoni che per pareidolia sembravano produrre e ripetere la parola “assassina”.
Scappando per gli stretti corridoi del labirinto, la ragazza era caduta più volte ricoprendosi di fango rosso e nerastro.
Aveva sentito la voce di sua sorella ridere di lei, le era anche sembrato di poterla scorgere insieme a Duncan, tutte e due stavano ridendo di lei...
Courtney arrabbiata aveva deciso di tirare loro contro la torcia che stava utilizzando per farsi luce. Ma si accorse di star tirando l'aria. Aveva perso la torcia chissà quando e mentre al buio cercava a terra qualche sasso da lanciare, le voci continuavano a deriderla.
Quando le voci sempre più flebili smisero di essere udibili, la ragazza invece di sentirsi sollevata provò una sensazione di vuoto incolmabile.
-Non lasciatemi qua da sola!- urlò, ma ebbe la sensazione che nessuno potesse sentirla. Poi sentì dei passi che si allontanavano “Scott?” non sapeva cosa la portasse a riconoscerlo. -Almeno tu non andartene!- lo chiamò inutilmente.
Dopo un po' udì una voce femminile che era certa di non aver mai sentito prima.
-Ok... Ok... questa, ah... è decisamente una visione un po' tragica e disperata delle cose...- commentò, la sconosciuta.
-Non prendermi in giro!- ringhiò Courtney.
La principessa sentì due battiti di mani.
-E luce fu.- disse la voce della sconosciuta mentre tutto in torno si illuminava a giorno.
Non si trovavano più in un labirinto sotterraneo, ma su un prato in mezzo agli alberi d'ulivo. All'ombra di uno di essi si trovava seduta a gambe incrociate un'adolescente magrolina dagli occhi allungati, il naso schiacciato e i capelli scuri.
-Allora, vuoi dirmi cosa c'è che non va?- le chiese amichevolmente la ragazzina.
-Non sono affari tuoi.- sbuffò Courtney.
La sua misteriosa interlocutrice sospirò e la guardò con un'espressione abbastanza critica. -Guarda, capisco che tu per difenderti abbia imparato ad attaccare preventivamente, ma se sei così sgarbata allontanerai anche chi cerca di aiutarti.-
-Ah! E chi mai vorrebbe aiutarmi?! Da quando esistono persone che aiutano gli altri senza volerci guadagnare qualcosa?! Io non ho bisogno di nessuno! E se avessi bisogno di qualche favore, troverei qualcosa da dare in cambio! In questo modo, posso evitare di dovermi fingere gentile.- disse con fare altezzoso, la giovane ricoperta di fango.
Sul viso dell'altra ragazza si formò un sorrisetto dispettoso. -E allora perchè prima eri accovacciata a terra a piangere della tua solitudine?-
Gli occhi di Courtney si inumidirono e l'altra ragazza deglutì accorgendosi di aver esagerato.
-Ops... scusa...- disse la ragazza con un sorrisetto nervoso. -Parliamo un po', ti va?- fece cenno alla principessa di sedersi. Con un sospiro, Courtney ubbidì. -Mi presento, io sono Katherine. Ma puoi chiamarmi Kitty, se ti va.- disse offrendo alla principessa una mano che non venne mai stretta. Courtney la guardò con diffidenza continuando a tenere le braccia conserte.
Kitty non si fece scoraggiare e parlò -Bene, vorresti dirmi perchè sei così disperata?-
-Perchè non dovrei esserlo?!- ringhiò Courtney.
-Beh, sei fuggita dall'opprimente palazzo di Creta e dal tuo poco raccomandabile paparino, proprio come desideravi, no?-
-Sì... si è vero... ma...-
-Speravi di diventare la moglie del sovrano di Atene?- chiese la ragazza con un sorriso di compassione. -Suppongo che tu sperassi di aggiudicarti un ruolo che ti desse l'illusione di avere potere e controllo su ciò che ti circonda... Capisco che doverci rinunciare possa sembrarti frustrante, ma magari dovresti aprirti a nuove possibilità.-
-E la nuova possibilità sarebbe essere invisibile e senza alcun peso nella società?- chiese Courtney innervosita.
-Principessa, tutti hanno un loro ruolo. Ma non hai mai pensato che stando lontano dai centri di potere politico, su cui tanto puoi avere poca e niente influenza, potresti vivere una vita un po' più semplice e serena? Insomma, mi sembra che tu ti sia trovata un ottimo partito, una divinità! In ogni caso non vivresti una vita tanto sciagurata e povera... Per essere una ragazza abbandonata mi sembri piuttosto fortunata, no?-
-Obbiezione! Obbiezione! E obiezione!- Courtney obbiettò energicamente. -Prima obiezione; In che senso poca e niente influenza? Sono certa che se mi fossi trovata un marito importante sarei riuscita a manipolarlo per far andare le cose come volevo io! Cioè nel modo giusto... Ad una perdigiorno come te potrà anche stare bene starsene per conto proprio a fare ciò che le pare, ma io dei progetti li ho!-
-E allora perchè non sei rimasta a casetta aspettando che papà ti trovasse un buon partito?- osservò l'altra. Ma Courtney la ignorò:
-Seconda obiezione; Davvero una divinità ti sembra raccomandabile come compagno? Ma non hai studiato?! Inoltre non mi sono ritrovata una divinità qualunque come spasimante ma la divinità della follia e del vino! Non so se mi spiego...-
-Gli esseri umani invece ti sembrano compagni affidabili, stabili e prevedibili?-
-No, lo so... chiunque può fare parecchio schifo...- ammise Courtney. -Ma questo non significa essere cieca davanti a chi ha più probabilità di fare schifo!-
Continuò infastidita: -Terza obiezione; Tu non hai idea del perchè io mi senta scombussolata! C-credi davvero che il mio problema sia che non diventerò la moglie del sovrano di Atene? C-credi davvero che abbia seguito quell'idiota per questo?!- Courtney balbettò ferita.
-Lo so invece... Sei triste perchè sei lontano da tua sorella e temi che lei ti abbia tradita. Sei in una situazione completamente nuova e non sai come orientarti e per giunta ci sei finita perchè la persona di cui ti eri innamorata ti ha abbandonata mentre dormivi facendo in pezzi il tuo cuore, i tuoi progetti per il futuro e facendoti sentire terribilmente umiliata... Però io vorrei anche farti vedere il lato positivo della tua situazione per evitare che alterata dalle tue emozioni negative tu finisca per fare qualche scelta poco saggia.-
-Obiezione...- ripetè Courtney facendo alzare gli occhi al cielo a Kitty. -Non ero affatto innamorata di quell'imbecille di Duncan.-
-Ah, davvero?- chiese Kitty con aria rassegnata.
-Sì, davvero.- rispose Courtney guardandola storto.
-Ok... cambiamo l'argomento in qualcosa di un po' più allegro.- disse la ragazza con un sorriso vivace. -Parlami un po' di Scott.-
-Non sono innamorata nemmeno di lui! Te l'ho già detto! Non è un partito affidabile! Inoltre non voglio più innamorarmi... non che sia mai stata innamorata! Sopratutto non di Duncan! Chiaro?! Ma... per sicurezza non voglio interessarmi a nessuno romanticamente... tanto si tratta di illusioni inutili per spingere alla riproduzione...- Courtney fu interrotta da un applauso lontano e si guardò intorno irrequieta senza riuscire a scorgere nessuno.
-Lascia perdere, non è niente! Fa finta di non aver sentito niente...- disse Kitty sorridendo nervosamente. -Amore sì, amore no... comunque, provi dei sentimenti positivi verso Scott?- chiese Kitty.
-Boh, che ne so...- rispose Courtney continuando a mostrarsi oppositiva.
-E chi lo deve sapere, allora?-
-Lui è l'unica persona decente che ho conosciuto su quest'isola... se non considero il fatto che voglia controllare mentalmente gli abitanti di Nasso per conquistare l'Olimpo...-
-Oh... Ma non lo fa forse per accontentare te?- le ricordò Kitty.
-Non me ne lamento infatti...- Courtney mentì allontanando lo sguardo da Kitty.
-Ehi, guarda che sono qui.- Kitty schioccò le dita per riottenere la sua attenzione. -Non stavi diventando amica di quella Menade bassina e pallida?- le chiese con pazienza.
-Dawn mi tiene il muso!- si lamentò Courtney. -Ma cosa sarebbe questo?! Un interrogatorio?!- continuò a lamentarsi...
-Sto solo cercando di metterti davanti delle informazioni per portarti a riflettere meglio sulla situazione. Questa potrebbe essere una commedia, ma col tuo modo di fare rischi di trasformarla in una tragedia...-
-Quindi sarei uno scherzo per te?!-
-Sorellina, hai fatto abbastanza, lascia che me ne occupi io ora.- disse una voce sconosciuta alle spalle di Courtney.
-Oh no...- bisbigliò una poco entusiasta Kitty.
Courtney girandosi vide la sconosciuta. Era terribilmente somigliante a Kitty ma aveva un naso un po' più appuntito, era più formosa, sopratutto nella zona dei fianchi ed era piuttosto bassina, ma qualcosa nell'espressione e il portamento la faceva sembrare più matura e severa.
-Allora Courtney, io sono Emma, Musa dell'astronomia.- si sedette e cominciò a parlare con un tono calmo e compiaciuto. -Approvo completamente la tua visione dell'amore e il tuo non voler più ricascare in quella trappola.-
-E ti pareva...- canticchiò Kitty alzando gli occhi al cielo.
-Io non sono mai...- Courtney provò ad obbiettare, ma venne interrotta da Emma.
-No, devi ammettere i tuo sbagli passati ed avere ben chiara la situazione. Ti sei invaghita di un buzzurro peloso, basso e presuntuoso...-
-Sorella, non era peloso e buzzurro, ma guarda che anche la tua ultima fiamma era bassa e presuntuosa...- suggerì Kitty a bassa voce.
Emma la ignorò e cercò di utilizzare un tono che potesse sovrastare eventuali nuovi commenti della sorella. -Non comprendo i tuoi gusti, ex principessa di Creta, ma sei giustificabile. Avrai visto Duncan come possibile mezzo per la fuga, magari visto che il suo carattere è così diverso dal tuo sarai rimasta affascinata dall'odore di novità, forse ti sei illusa che il suo modo di fare sfrontato fosse segno di un carattere forte, insomma errori comuni di gioventù...-
Kitty simulò uno sbadiglio -Emma, perchè riduci i sentimenti ad una triste e noiosa lista della spesa?-
Emma la ignorò di nuovo. -L'importante è che tu non ripeta gli stessi errori con Scott solo perchè ti senti sola e bisognosa di affetto. Devi sfruttare l'ascendente che hai su di lui e usarlo come preferisci, ma non devi cadere nella trappola dell'amore...- Emma concluse apparentemente soddisfatta, ma vide che la sorella la stava guardando storto. -Ah, giusto...- Emma si ricordò del motivo per cui era lì. -Signorina Courtney, converrai con me sul fatto che il modo migliore per sfruttare e godere della tua situazione e vivere una vita soddisfacente e produttiva sia non disturbare le divinità. Analizzando bene la situazione, sicuramente ti renderai conto che le possibilità di vittoria semplicemente non esistono.- ma per qualche motivo Kitty continuava a guardarla storto.
Courtney, profondamente irrequieta, sentì il bisogno di alzarsi e sfogare le energie in eccesso camminando, ma non fu sufficiente così sradicò un ulivo e lo gettò in aria.
“Non sono mai stata innamorata di Duncan! Non sono mai stata innamorata di Duncan!” si disse furiosa. “Però...” Sentire Emma mentre sviliva e semplificava le sue emozioni l'aveva fatta sentire vuota. Di qualunque natura fossero, le emozioni che aveva provato per Duncan erano importanti, l'aveva condotta in quel guaio quindi DOVEVANO essere importanti.
Anche se una parte di lei voleva che svanissero, l'altra si sentiva persa all'idea che ciò avvenisse.
Forse si sentiva così perchè anche se per poco, quelle emozioni l'avevano resa felice e in qualche modo sperava di poter conservare e riutilizzare quelle emozioni anche se non aveva idea di come farlo. O forse sentiva che se i ricordi e i segni delle sue emozioni per Duncan fossero spariti del tutto non avrebbe più avuto motivo per avercela con lui e se la sarebbe dovuta prendere con la sé stessa tanto stupida da farsi trasportare da delle emozioni superficiali e poco importanti.
“Non è vero! Non sono più a palazzo! Quindi qualcosa di utile l'ho fatta accadere...” si disse cercando di non perdere di vista la situazione.
Una parte di lei desiderava la calma e la leggerezza che Duncan le aveva dato l'impressione di possedere rimanendo stupidamente positivo e sicuro di sé nonostante la prospettiva di affrontare il Minotauro a mani nude.
Forse era questo che l'aveva spinta a seguirlo e a volergli dare fiducia, sotto quel modo di fare insopportabile aveva percepito qualcosa che desiderava per sé...
“Peccato che lui si sia dimostrato spregevole... ciò che voglio e che mi farà sentire in pace esisterà da qualche altra parte?”
Mentre riprendeva fiato, l'attenzione di Courtney venne attirata dalle Muse che discutevano fra loro.
-Sei la Musa della Commedia! Che ne vuoi sapere di come far rinsavire qualcuno?- disse Emma probabilmente ribattendo a qualche critica.
-Beh, per fare una commedia efficacie bisogna saper ragionare ed essere conscia delle emozioni che si desidera suscitare e che si finisce per suscitare. Infatti stavo cercando di conoscere meglio Courtney e i suoi punti di vista, di farla riflettere e concentrare su aspetti più positiva della faccenda e...-
-Volevi solo fare chiacchiere fra ragazze parlando di ragazzi e sentimenti stupidi, ammettilo!-
-Forse portarla a concentrarsi sul suo nuovo possibile amore avrebbe...-
-Amore significa guai!-
Courtney non era innamorata di Scott... forse le aveva fatto simpatia ad un certo punto, apprezzava che lui la apprezzasse, inizialmente l'aveva fatta sentire a suo agio e aveva trovato rasserenanti alcuni dei suoi atteggiamenti sciocchi e vivaci ma ora che il ragazzo si stava ingegnando per prendere il controllo dell'Olimpo la percezione di Courtney era cambiata drasticamente.
“Ma sono stata io a suggerirglielo... Forse dovrei davvero dirgli di lasciar perdere?”
Voleva di nuovo sentirsi a suo agio nei confronti di Scott e magari voleva conoscerlo meglio.
“E se, come Duncan, si rivelasse anche lui spregevole? E se non avesse quello che cerco?”
Scosse la testa. “Cosa sto cercando?” si chiese mentre la testa le girava e percepiva il suo corpo che cadeva.

Courtney si risvegliò immersa in una luce violacea mentre stava distesa su di una superficie fredda.
Inizialmente era disorientata ma ci mise poco a riprendersi.
-Oh, giusto...- mormorò. Si era addormentata all'interno della torre di ametista che Scott aveva piantato nel terreno per proteggerla.
-Allora...- “Devo dire a Scott di abbandonare il progetto di muoversi contro l'Olimpo...” sospirò, ma si rasserenò pensando che togliendosi quel pensiero, lei e il ragazzo avrebbero potuto passare il tempo come una normale giovane coppia che valuta se è il caso o meno di unirsi e vivere insieme. Ma le sue rassicuranti pianificazioni crollarono a causa di un ghigno familiare e sconosciuto allo stesso tempo.
-Sei sicura che sia il caso di fermarlo? È il Dio della follia, se lo contraddici potrebbe decidere di farti volare via la testa!-
Courtney si guardò intorno ma non vide nessuno.
-Magari si è interessato a te proprio a causa delle tue aspirazioni da conquistatrice... ti sembra il caso di deluderlo?- continuò la voce ghignante.
-Oh, Courtney, Courtney... quindi i tuoi sentimenti sono sempre così superficiali? Hai solo finto di voler conquistare l'Olimpo e dare un futuro migliore all'umanità per noia e in realtà non te ne frega niente?-
Courtney finalmente lo vide. Nella parete riflettente che aveva davanti, la sua immagine si era triplicata. Tutte e tre le sé stesse ghignavano e la prendevano in giro...


Angolo dell'autrice ritardataria:

Ehi... mi scuso se ci è voluto così tanto per aggiornare ma fra la preparazione di qualche materia e varie cose che mi hanno fatto venire poca voglia di scrivere, ci ho messo il tempo che ci ho messo...
Mi spiace e spero che il capitolo possa esservi piaciuto anche se è di pianificazione, diplomazia, bullismo fra sorelle (razzismo e abilismo... ma che diavolo o ho scritto? Heather, si più amichevole! Harold, non tirare lame!) e deliri di personaggi addormentati...
Spero di aver utilizzato decentemente Kitty ed Emma, ero curiosa di provare a gestirle come personaggi (mi è capitato una sola volta di scrivere qualcosa su Kitty) anche se Emma non era proprio la persona più obbiettiva da mandare a parlare con Courtney in questa situazione... Kitty a fatto del suo meglio.
Chiacchiere a parte, infinitamente grazie della pazienza e di essere arrivati fin qui. Non dovrebbe mancare molto alla conclusione, spero solo di aggiornare più velocemente la prossima volta.
Se volete lasciarmi una recensione mi fa molto piacere! Anche se ultimamente rispondo lentamente... mi scuso ^^'
Alla prossima!
  
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