Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it
Prompt: You’re exactly where you need to be (pumpNEON)
Immagine: https://www.fanwriter.it/wp-content/uploads/2022/09/13.jpg
No. parole: 368
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N/A
Posto un po’ più tardi del solito perché ho notato che la storia che volevo postare oggi si adattava meglio a un altro prompt del Writober e quindi l’ho spostata, per cui ho dovuto scrivere qualcos’altro per oggi :)
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UN RAGGIO DI SOLE TRA I FRAMMENTI
Nanako Hasegawa aveva visto il mondo andare in frantumi solo un paio di anni prima. La morte di Oliver era stata come una mazza che si schiantava sulla parete di cristallo sottile che proteggeva la sua piccola felicità privata. Da quello schianto erano rimasti solo cocci affilati e l’eco del rumore di vetro rotto che feriva le orecchie.
Non era stato facile rimanere in piedi e stirare le labbra in sorrisi azzardati mentre tentava disperatamente di rimettere insieme i pezzi che restavano della sua vita incrinata. Doveva tenere duro, se non per se stessa almeno per Langa, quel figlio che vedeva ogni giorno sfiorire e chiudersi a riccio, ridursi a un’ombra silenziosa che passava le giornate a fissare il lungo e rigido inverno canadese da dietro una finestra.
Trasferirsi a Okinawa era stata una delle prime cose lontanamente egoiste che aveva fatto da allora. Non c'era più niente in Ontario per lei, e Langa aveva tagliato i ponti con tutti i suoi vecchi amici quando aveva perso l'amore per lo snowboard.
Doveva ammettere che aveva avuto paura. Paura che Langa si smarrisse del tutto, sradicato dal suo mondo e gettato in un paesino in cui non cadeva mai la neve, dove parlavano una lingua che lui conosceva solo in teoria. Era stata tentata di rinunciare, persino nel momento in cui le ruote dell'aereo avevano lasciato la pista voleva urlare di fermarsi, che loro sarebbero rimasti.
E ora, in una nuova casa, in un luogo così lontano dal mondo che conosceva, Langa era raggomitolato sul divano e russava sonoramente, la cartella della scuola abbandonata a terra. Nanako si appoggiò allo schienale per guardarlo. Non avrebbe saputo dire quando suo figlio aveva ricominciato a sorridere, era stato graduale e discreto, e il giorno in cui lo aveva notato per la prima volta era stato come vedere un raggio di sole dopo mesi di inverno grigio. Dopo quel giorno aveva prestato molta più attenzione al suo atteggiamento, scoprendo piano piano una nuova luce in lui, qualcosa che lo emozionava e lo intrigava come quando andava sullo snowboard con il padre.
Sorrise e gli accarezzò la testa. Somigliava così tanto a Oliver…
Forse in fondo trasferirsi non era stata una pessima idea.