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Autore: Nikita Danaan    16/10/2022    0 recensioni
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Dove Kojiro ha un flusso di coscienza mentre Kaoru soffre a causa di quel pezzo di sterco di Adam.
[Matchablossom]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaoru Sakurayashiki, Kojiro Nanjo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: 13. You are exactly where you need to be - lista speciale: pumpNEON
N° parole: 576 (Angolo dell’autrice escluso)
 
“When I am with you, there's no place I rather be”
Rather be - Clear Bandit
 
Ho bisogno di te...
Kojiro si alzò dal letto di scatto, facendo cadere il telefono sul letto. Non si preoccupò neanche di cambiarsi, – indossava già dei pantaloni larghi e una felpa per stare in casa – afferrò il suo skate e uscì di casa, urlando un semplice “Vado da Kaoru”.
Era la verità. Doveva davvero andare da Kaoru.
All’epoca era solo un ragazzino, ma in fondo al cuore sapeva già che Kaoru era una persona estremamente importante per lui, la più importante di tutte. Sarebbe corso anche dall’altra parte del mondo per lui.
Kaoru poteva contare su di lui per qualunque cosa. "Quando sono con te sono esattamente dove voglio essere" si disse mentre prometteva a sé stesso un giorno sotto un albero di ciliegio, con Kaoru che si riposava con la testa sulla sua spalla, dopo una sessione intensa di esercizi con lo skate. Kojiro avrebbe fatto qualunque cosa per renderlo per sempre felice.
 
Kaoru, sto arrivando!
Kojiro non sapeva perché proprio in quel momento gli tornò in mente quel ricordo. Forse perché c’era sempre quel maledetto Adam di mezzo!
Anche allora Kaoru stava soffrendo per colpa sua. Se n’era andato senza dare spiegazione spezzando il giovane cuore di quel ragazzo all’apparenza duro, ma dentro così fragile e delicato, come un petalo della pianta di cui portava il nome*.
Se già allora l’aveva odiato con ogni fibra del suo corpo, mentre abbracciava un Kaoru che si lasciava andare ad un pianto disperato – evento più unico che raro – ora lo stava maledicendo in tutte le lingue, italiano compreso*, per averlo colpito con lo skate su quella maledetta pista infernale della S.
Nemmeno Kaoru sarebbe stato esente dalla sua ira, in quanto aveva comunque deciso di gareggiare contro Adam nonostante lo avesse messo in guardia.
Ma la preoccupazione per la persona più importante della sua vita in quel momento assopiva ogni altro pensiero. Contro il suo petto si trovava Kaoru, ferito gravemente e coi vestiti stracciati, a causa di quello stronzo. Doveva portarlo il prima possibile all’ospedale più vicino. Per fortuna Shadow era apparso con la macchina all’improvviso e gli stava dando un passaggio.
In quel momento era irrequieto, seduto sul sedile posteriore, reggendo Kaoru tra le sue braccia. La gamba gli tremava e le mani gli prudevano dal desiderio di prendere a pugni quel bastardo.
Kaoru era stato ancora una volta una vittima dei capricci di Adam; Kojiro sapeva bene che l’altro non aveva mai dimenticato quel sentimento adolescenziale che l’aveva legato a lui.
“Kojiro…” lo chiamò con voce fioca.
Lui guardò verso l’uomo che teneva tra le sue braccia ed esclamò “Kaoru, non sforzarti! Tra poco saremmo all’ospedale”.
Se non lo chiamava gorilla ma col suo nome di battesimo, ciò stava ad indicare ancora di più che la situazione era veramente grave. Aveva già urlato svariate volte a Shadow di accelerare, ma più veloce di così non poteva andare se non voleva beccarsi una bella multa.
“Kojiro, grazie…”.
Vedere Kaoru così inerme gli spezzava il cuore più di quanto non lo facesse la consapevolezza di sapere che l’altro non lo amava.
“Senza di te…non so come avrei fatto…”.
“Cosa stai blaterando?”.
Kaoru, in tutta risposta, bisbigliò.
Per Kojiro fu come essere colpito da una secchiata d’acqua gelida. Fu in quell’istante che comprese che Kaoru l’aveva sentito quel giorno sotto l’albero quando si lasciò sfuggire un sussurro che credeva si sarebbe perso per sempre nel vento:
“Con te sono esattamente dove voglio essere”.
 
Angolo dell’autrice
*Come un petalo della pianta di cui portava il nome: il cognome di Kaoru, Sakurayashiki, contiene la parola sakura che indica appunto il fiore di ciliegio.
*Italiano compreso: un mio headcanon è che Kojiro sia andato a studiare ristorazione in Italia per qualche anno e che quindi sappia l’italiano (per questo ha anche litigato con Kaoru perché non gli aveva detto nulla, ma gli ha sempre mandato delle lettere per raccontargli cosa stesse facendo. Nonostante Kaoru non gli abbia mai risposto, le ha sempre lette e le ha conservate tutte. Un giorno mi piacerebbe scrivere qualcosa al riguardo ma non è questo il giorno).
Frase finale leggermente modificata per esigenza di trama a parte, era da una vita che volevo scrivere una Matchablossom! Ho perciò sfruttato il Writober per scrivere una robina piccolina, visto che non ho moltissimo tempo per scrivere.
Perdonate se Kaoru è poco in character ma ho pensato che in certe situazioni in cui è più vulnerabile, specie quando è ferito gravemente, lasci cadere le sue barriere. E poi avevo bisogno di un po’ di hurt/comfort perché sì.
Nel dubbio Adam infame per te solo lame!
Spero che vi sia piaciuta! Se volete lasciatemi un commento per dirmi che ne pensate!
Alla prossima
Nikita
   
 
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