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Autore: babastrell    18/10/2022    0 recensioni
Due ragazzi passano insieme una serata nei locali dei Bassifondi, tra luci al neon e musica assordante.
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Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it
Prompt: I licked it so it’s mine
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it

Prompt: I licked it so it’s mine (pumpNEON)

Immagine: https://www.fanwriter.it/wp-content/uploads/2022/09/18.jpg

No. parole: 558

 

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ANIME NEON

 

I neon erano accecanti, la musica così alta da confondere il cervello, l’aria era calda e pregna dell’odore di sudore e di droghe sperimentali. Dash odiava e amava quel luogo.

Era un introverso per natura, quel marasma di corpi che si agitavano gli toglieva il respiro. Però Glitch lo adorava, e lui adorava Glitch. Poteva concedergli una serata nei suoi amati Bassifondi ogni tanto.

Ma nemmeno morto si sarebbe lasciato trascinare al centro della pista, era più che soddisfatto di restare appoggiato al muro a osservarlo ballare. Ballava bene, gli era sempre piaciuto, anche quando lo faceva per soldi davanti a vecchi bavosi che gli mettevano le mani addosso. Era agile e sinuoso, i capelli lunghi gli piovevano sul viso e le braccia magre erano una silhouette nera contro le luci colorate. Dash sorrise guardandolo, era davvero bello quando era felice.

Attirava gli sguardi, uomini e donne che fissavano la curva della sua schiena e i muscoli delle gambe che guizzavano sotto i pantaloni aderenti. Dash non poteva biasimarli, anche lui si trovava a fantasticare quando lo guardava, il modo in cui il suo corpo si muoveva era quasi ipnotico.

Poi qualcuno si spinse troppo oltre. Glitch si bloccò quando un uomo gli prese il polso e si strusciò contro il suo bacino. Era fatto e rideva troppo.

Dash si staccò dal muro prima ancora di rendersene conto. Si mosse verso la pista a grandi passi, tagliando la folla come un aratro. Non sapeva bene cosa avrebbe fatto, probabilmente gli avrebbe staccato la testa dal collo.

Glitch però non aveva bisogno del suo aiuto. Disse qualcosa che Dash non capì con la musica martellante, poi torse il braccio del tizio e gli mollò un calcio ben assestato nello stomaco. Portava stivali pesanti, con una suola alta quasi dieci centimetri, e il tizio ne sentì tutto il carico. Crollò a terra di schiena e rovesciò la testa in preda a un conato. Per fortuna non vomitò.

Il capannello di persone intorno esultava e gridava, intrattenuti dall’esibizione, e sbeffeggiava animatamente il tizio a terra. Dash si fece largo a gomitate per raggiungere il suo ragazzo.

«Stai bene?» gridò sopra la musica.

Lui gli rispose con un ampio sorriso sul volto sudato, sfregandosi le mani. «Mi è successo di peggio, non era pericoloso». Rideva per l’euforia mentre gli prendeva le mani. «Ehi, visto che sei qui, balla con me!».

Dash non era un gran ballerino e avere tante persone intorno lo angosciava, ma lasciò che Glitch lo trascinasse via dal mucchio esagitato e gli gettasse le braccia al collo. Teneva lo sguardo fisso su di lui, studiando il modo in cui i neon colorati si riflettevano nei suoi occhi scuri. Il suo sorriso increspava la voglia rossa sotto l’occhio sinistro; alzò una mano e la accarezzò con il pollice.

Colse una figura familiare con la coda dell’occhio. L’uomo di prima li guardava in cagnesco, tenendosi il braccio torto. Dash gli restituì lo sguardo di sfida e serrò le braccia intorno alla vita di Glitch, tirandolo sul suo petto. Gli mostrò anche la lingua, come i bambini.

Glitch lo notò e scoppiò a ridere. «Molto maturo. Farete anche a gara a chi piscia più lungo?».

Gli fece un sorriso sghembo. «Non sono abbastanza ubriaco per quello. Dammi un'ora».

Lui scosse la testa e lo tirò più vicino per baciarlo.

  
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