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Autore: Costy1912    22/10/2022    1 recensioni
[Imma Tataranni - Sostituto procuratore]
la storia comincia dalla fine della seconda stagione della fiction e sviluppa quello che potrebbe succedere in futuro, ripercorrendo alcune tappe del passato.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Fatale per chi?”  si sentì rispondere Imma Tataranni, Sostituto Procuratore di Matera con un tono più acuto del normale.

“Pare che una pallottola vagante abbia colpito anche il Maresciallo Calogiuri, lo stanno portando al Madonna delle Grazie.” rispose Vitali, Procuratore Capo di Matera

Imma non mise tempo in mezzo ulteriore uscì di corsa dal suo ufficio situato al primo piano della procura di Matera, e si gettò in mezzo alla strada, cercando disperatamente un passaggio verso l’ospedale. Il passaggio arrivò da Pietro suo marito; in quel momento Imma non riusciva a farsi domande, desiderava solo correre, correre alla velocità della luce verso l’ospedale.

 

Comincia così la nostra storia, ma è necessario fare una premessa: chi è Imma Tataranni? 

Imma è un tosta, una che come molti dicono “ha un caratteraccio”, ma come ama dire lei “non è vero che ho un brutto carattere, HO solo carattere”; è una donna integerrima, con un senso di giustizia radicato nelle ossa, onesta fino allo sfinimento, non ha mai cercato compromessi, ha sgobbato parecchio nella sua vita per arrivare ad ottenere la carica di Sostituto Procuratore a Matera; ha una figlia, Valentina, quasi maggiorenne, che crea una gran quantità di problemi e pare farlo apposta a crearne sempre di nuovi e sempre più fantasiosi; ha una madre, rinc… rimbambita al punto giusto da una demenza senile galoppante, ma una donna sveglia e nei suoi strafalcioni spassosissima; ha anche un marito, Pietro, uomo pacato con un lavoro in pianta stabile alla Regione, innamorato della musica jazz e del sax, innamorato di Imma da sempre… ma ultimamente….

Beh, ultimamente la nostra Imma da quel punto di vista ha avuto un bel po' a cui pensare, a causa del giovane maresciallo dei carabinieri, Ippazio Calogiuri, che a discapito del nome era un giovane aitante, umile, di poche parole, preciso, e aveva da sempre la capacità di prevenire gli ordini della dottoressa e di eseguirli in maniera perfetta senza che lei parlasse; e ad Imma Ippazio piace, e anche tanto. Questa è l’unica vera debolezza della nostra dottoressa: il Maresciallo.

Imma si è innamorata di Pietro quando era giovanissima, e se vogliamo dirla tutta anche un po’ sfigatella; a scuola non aveva amici o amiche, era un tipo piuttosto solitario… non avrebbe mai fatto copiare una versione di latino nemmeno se l’avessero pagata a peso d’oro (se lei sgobbava dovevano farlo anche gli altri), non partecipava alle feste (non che qualcuno la invitasse, per carità) non si innamorava (non poteva perdere tempo). Poi ha conosciuto Pietro, un uomo mite che riusciva a placare il suo animo così perennemente agitato, riusciva a placare quella voglia di riscatto costante, e riusciva ad apprezzarla nonostante la sua durezza; e lei sì, se ne era innamorata… soprattutto all’inizio, Pietro le lasciava tenere il comando della baracca, la faceva sentire indispensabile, si lasciava guidare e faceva sì che da lui potesse trarre solo soddisfazioni. Ma con la nascita di Valentina il rovescio della medaglia si è visto subito; i caratteri dei due neo genitori si sono dimostrati per quello che esattamente erano: Pietro, mammone di professione, comandato a bacchetta dalla madre, con solo pochi barlumi di ribellioni(Imma, a onor del vero era uno di questi) nella gestione della bambina aveva lasciato a lei il ruolo del poliziotto cattivo, mentre lui era quello buono; aveva viziato Valentina molto oltre il consentito e per questo la figlia ovviamente l’adorava. Era così abituato a farsi comandare che nonostante avesse delle ambizioni personali, aveva deciso, su consiglio ovviamente della madre e di una spintarella dello zio ammanicato nelle istituzioni, di accettare un posto fisso e sicuro alla regione; classico posto da italiano medio ottenuto con le spintarelle giuste, che lo impegnava la modica quantità di tempo necessaria a mantenere onestamente la famiglia. Ad Imma venne risparmiato il racconto della spintarella dello zio ammanicato, perché il grado del suo disappunto sarebbe potuto arrivare dalla Basilicata alla Francia; lei non lo avrebbe sopportato…lei che chiedeva la ricevuta fiscale anche per un bicchiere d’acqua del rubinetto!! 

Con l’andare del tempo, si era accorta anche che Pietro aveva finito con l’adagiarsi e che non riusciva a stare al suo passo… lei era sempre mille miglia avanti a lui, e se all’inizio questo l’appagava tantissimo, alla fine era finita a sentirsi tremendamente sola.

All’interno di questo matrimonio stanco, si era inserito Calogiuri, Imma non avrebbe mai ammesso con nessuno nemmeno sotto spietate torture cio’ che Ippazio le smuoveva, e soprattutto non avrebbe mai accettato il fallimento del suo matrimonio; eppure il maresciallo si inseriva nella sua testa più di quanto avesse piacere di ammettere, appariva nei momenti meno opportuni, soprattutto in sogno(e che sogni!!!) E la faceva sentire donna, più di quanto si fosse sentita negli ultimi 20 anni. Il maresciallo la guardava con uno sguardo pulito, pudico, non aveva mai visto un uomo arrossire con la frequenza con cui arrossiva lui, e lei ha ceduto, al momento per una sola volta, ma ha ceduto. Questo più di tutto il resto ha smosso in Imma la consapevolezza della pericolosità del suo collaboratore, e la precarietà dei sentimenti nei confronti del marito.

Che cosa aveva consolidato il rapporto? Le risposte potrebbero essere molteplici, le numerose indagini, sicuramente, ma soprattutto la crescita esponenziale che il maresciallo aveva fatto nel corso del breve tempo che erano stati insieme.

Quando è arrivato alla procura di Matera, era solo un appuntato, finito nelle forze dell’ordine per scampare alla dura vita dei campi, e perché lo studio gli aveva sempre procurato una sorta di orticaria, e tutti sia insegnanti che familiari avevano sconsigliato di continuare la carriera accademica, i suoi perché un paio di braccia in più avrebbero fatto comodo, la sua fidanzata perché voleva sposarsi e mettere su famiglia presto come si usava da quelle parti, le insegnanti perché ormai avevano perso la speranza che Ippazio potesse appassionarsi ai libri di scuola. Dopo pochissimo tempo insieme, il ragazzo si era appassionato sempre di più, e Imma aveva intuito che a Ippazio sarebbe bastato un input per provare ad aspirare un avanzamento di carriera e a togliersi di dosso tutte quelle ideologie antiquate che ad un occhio ben esperto si poteva vedere gli andavano strette. Era stata Imma, con un sacrificio enorme a spedire Calogiuri alla scuola per Marescialli di Roma… e lui aveva portato a casa ottimi risultati, e Imma ne era fiera ma soprattutto compiaciuta che per la prima volta qualcuno tenesse il suo passo.

E poi c’era stata l’inchiesta su Saverio Romaniello, e li c’era stata la svolta preponderante nel loro rapporto. 

Ad Imma la portata di quel processo si era fatta subito chiara, era entrata in un giro di Ecomafia e smaltimento di rifiuti tossici. In Basilicata di ecomafia si comincia a parlare intorno alla metà del 2003. Ci fu una vera e propria rivolta cittadina capeggiata da un allora più giovane Don Mariano (“prete comunista” come lo appellavano i suoi detrattori, a cui don Mariano con finta ingenuità rispondeva loro che era “assolutamente vero!)", perché si voleva costruire all’interno del “Vallone delle Femmine”una discarica. La popolazione all’epoca insorse; perché non so voleva arrivare ad una nuova “terra dei fuochi” , perché le persone tenevano alla propria terra in un modo encomiabile; tanto che i lavori non furono mai cominciati. Ma, come Imma e Don Mariano sostenevano, la battaglia sarebbe cominciata proprio in quel momento. La loro preoccupazione più grande era che non essendoci riusciti “legalmente” avrebbero sicuramente tentato di smaltire quei rifiuti in maniera illegale. E i fatti che oggi conosciamo danno ragione a questa ultima ipotesi; ma la vita nei campi della Basilicata si era fatta più dura, i buoni propositi gli aiuti… lo Stato…erano venuti meno e i contadini(non  tutti eh, ma buona parte) colpiti da debiti che la sola vita di campagna avrebbe reso insanabili, hanno scelto la via più facile: le organizzazioni mafiose.

Per combattere questa guerra; Imma ha scelto accanto a se l’artiglieria pesante: il Maresciallo Calogiuri. Al di là di quello che le smuovesse dal punto di vista personale, Ippazio era un ragazzo in gamba, desideroso di imparare, talmente desideroso di fare bene che non avrebbe mai contravvenuto un ordine della “Dottoressa”,come la chiamava lui. E ad Imma per combattere questa guerra serviva proprio uno come Calogiuri, uno che avrebbe potuto plasmare dal punto di vista lavorativo formandone le qualità e adattandolo al meglio al suo modo di lavorare; infatti per Imma sarebbe stato più facile lavorare con un pivello piuttosto che con qualcuno con anni di esperienza che non avrebbe di sicuro contravvenuto un ordine ma avrebbe continuato a farlo a modo proprio. E con Romaniello, Imma, voleva fare a modo suo.

In realtà con il Maresciallo non aveva dovuto faticare, perché si adattarono l’uno al modo di lavorare dell’altro senza bisogno di grandi insegnamenti. Ippazio immagazzinava tutto con lo sguardo, usava pochissime parole, ma era talmente concentrato a carpire ogni singola informazione che Imma, non aveva quasi mai dovuto impartire un ordine due volte, e questo lei lo chiamava miracolo.

Romaniello era il classico “figlio di puttana” sfrontato, senza paura, sempre elegantemente vestito; i 4 mesi di carcere che il padre gli aveva impartito sperando che si rinsavisse, non avevano sortito l’effetto sperato, anzi. Il giovane Saverio aveva acquisito in carcere la sua sfrontatezza, e la capacità di fare del suo volto molteplici maschere intercambiabili… aveva “imparato a fingere” e dote migliore non poteva acquisire.

Il processo Romaniello si era conclude con la condanna dello stesso per concorso esterno in associazione mafiosa a 10 anni di carcere e all’; vengono esclusi gli omicidi di don Mariano Licinio e Pasquale Iannuzzi, ma Romaniello viene comunque identificato come mandante di entrambi i reati. 

Se la dottoressa Tataranni, non era così ingenua da sperare che il volto serpentino di Romaniello non l’avrebbe visto per i prossimi dieci anni, non si sarebbe aspettata di sentirsi chiamare in carcere dopo qualche mese dalla sentenza di condanna, ma Romaniello aveva delle rivelazioni importanti del clan Mazzocca,  e addirittura il covo del capoclan; ma Romaniello non avrebbe fatto niente per niente, voleva essere essere messo ai domiciliari in domicilio protetto, e con il senno di poi Imma non se ne pentirà mai abbastanza. 

Ma dopo i Mazzocca i destini di Tataranni e Romaniello si sono incontrati nuovamente: un’indagine sulla costruzione di termovalorizzatori che dovrebbero essere costruiti nella Valle delle femmine, e  dopo la caduta del vincolo ambientale, non ci sarà nessuno che potrà fermare questa speculazione; Romaniello per l’appunto è a capo di società prestanome che si occupano presumibilmente di riciclaggio di denero sporco. Ed è qui che la nostra storia si interrompe, quello che aveva da dire Romaniello a riguardo di questi nuovi sviluppi probabilmente Imma non la saprà mai; ma al momento non è la cosa che la preoccupa di più.

note dell'autore: innanzitutto è la prima volta che pubblico una cosa del genere, per cui spero vivamente vi piaccia; questa storia parte dalla fine della seconda stagione e sviluppa proiettata versomil futuro ma con uno sguardo al passato. A presto con il prossimo capitolo.

   
 
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