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Autore: ineffable    22/10/2022    0 recensioni
Quando si rompe un oggetto spesso è sufficiente un po' di colla per ripararlo ma quando a rompersi è un cuore come si fa?
Esiste un collante in grado di rimetterne insieme i pezzi e una volta ricomposto le crepe continueranno a fare male o esiste un balsamo capace di avvolgerlo e lenire quel bruciore?
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera, Stede Bonnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Arancia pietrificata 


In quella notte che sembrava interminabile gli unici a essere ancora svegli erano Edward e Izzy, quest'ultimo dopo essersi trovato davanti quella scena voleva assolutamente capire se tra quei due stesse ricominciando qualcosa ma non era proprio sicuro di volerlo sapere, perché se fosse stato così ci sarebbe stato poco che potesse fare per fermarli.
<< Che cosa cazzo stava facendo qui Bonnet? >>
<< Izzy forse non te ne rendi conto ma stai superando il limite. >>
<< Essere il primo ufficiale non ti da il diritto di entrare qui come se fosse camera tua e pretendere persino spiegazioni che non ti spettano >> disse Barbanera alzandosi dal letto e spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Io supero il limite? E tu che ti stai facendo abbindolare di nuovo da quel bastardo, che tu ci creda o meno sono l'unico su questa cazzo di nave che tiene a te. Quello che voglio Edward è che non ti riduci nuovamente come una larva e se per farlo devo rischiare di ritrovarmi con un dito in meno bé non me ne frega un cazzo. >>
Barbanera deglutì guardandolo come lo aveva guardato la prima volta, quando gli aveva aperto gli occhi su chi realmente fosse, minacciandolo addirittura e con quelle parole era riuscito a tirarlo fuori da quell'abisso di lacrime e depressione in cui era caduto.
<< Ti rispetto capo, a volte è vero lo ammetto esagero con i modi e non so stare al mio posto ma lo faccio esclusivamente per il tuo bene. Sono stato uno stronzo sì ma adesso guardati sei di nuovo in te, comunque ti stai riprendendo e presto solcheremo i mari e riporteremo a galla il tuo nome, ma se ti lasci fregare dalle belle parole di quel tipo è sotto un mare di merda che finirai tu e io di conseguenza con te. Mi hai detto di aspettare che lui se ne sarebbe andato ed è quello che sto facendo, però non puoi chiedermi di restare a guardare mentre tenta di rovinarti di nuovo. >>
Edward si avvicinò con passo lento, alcuni flash di Stede che lo accarezzava con quel panno bagnato apparvero dietro le sue pupille, li ignorò arrivando di fronte alla persona che gli stava davanti, assunse l'aria di quello che non era intrappolato in un groviglio di emozioni e che aveva tutto sotto controllo.
<< Izzy tu credi davvero che io sia così maledettamente stupido da farmi ingannare di nuovo? >>
<< Non ho detto questo, ma lui è bravo con le parole e tu non sei immune come pensi. >>
<< Sei rimasto incantato da tutto questo sfarzo e dai suoi modi la prima volta, come fai ad essere sicuro che non possa riaccadere? >>
Piegò il collo, i suoi lunghi capelli grigi scivolarono in avanti.
<< Hai un brutto vizio, parli troppo e pensi altrettanto quando dovresti solo dare retta a ciò che ti dico e obbedire ai miei ordini, metti continuamente in discussione tutto e questo mi sta stancando sinceramente >> disse tentando di mantenere un tono pacato ma deciso.
<< E allora per che cosa sono diventato primo ufficiale? Sei stato tu a darmi questo ruolo, credevo che il mio dovere oltre alla fedeltà fosse consigliarti. >>
<< C'è differenza tra consiglio e ramanzina e a me sembra tu ti stia dilettando in quest'ultima >> rispose Edward raddrizzando il collo e incrociando i suoi occhi.
<< Quindi non mi è mai concesso intervenire...- >>
<< Puoi farlo Izzy, puoi dirmi la tua cazzo di opinione ma la decisione finale spetta a me, soprattutto con la faccenda di Bonnet perché quella è una cosa che riguarda me e lui e tu non devi entrarci. Se non ti sta bene te ne puoi andare, se invece ti fidi abbastanza del tuo capitano da rimanere potrai riavere quei giorni gloriosi a cui tanto aneli. >>
Izzy strinse i pugni poi deglutì rumorosamente e gli puntò contro l'indice.
<< Bene, ma scordati che io rimanga in silenzio come un burattino mentre questa nave affonda >> disse per poi voltarsi, uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Il giorno dopo l'equipaggio della Revenge si svegliò di buon mattino, anche Edward era sveglio da qualche ora, la notte prima era stata un inferno e il suo sonno disturbato e agitato, non aveva alcuna voglia di presentarsi e fare il suo dovere, ma quel poco istinto di sopravvivenza che gli era rimasto suggeriva che non poteva lasciare tutto nelle mani di quello che era stato il suo co-capitano o sarebbero davvero morti, ci voleva qualcuno consapevole di ciò che stava facendo.
Decise di mettersi la sua vecchia giacca di pelle, quella che non usava più da molto tempo ma a cui era legato, perché non voleva infilarsi quella sporca di sangue, non aveva mai avuto problemi con l'odore di quest'ultimo ma da quando aveva rischiato di perdere Stede con la fucilazione aveva cominciato a dargli la nausea e ovviamente detestava provare quel senso di disgusto, considerandolo un'altra debolezza causata dalla vicinanza con lui.
Una volta vestito toccava al suo viso ricevere la solita maschera, ma quando prese carboncino e specchio qualcosa lo fece vacillare, la sua mano tremò e lui la strinse a pugno riducendo in briciole quel pezzetto di carbone che era stato suo fedele alleato per tutte quelle settimane, si ruppe in mille pezzettini tra le sue dita che diventarono nere come dovevano essere le sue palpebre.
Imprecò sbattendo un pugno sulla scrivania, qualche piccolo pezzo di quella sostanza scura cadde a terra, tentò con qualche respiro di riprendere il controllo di sé, non poteva cedere anche a quello così ignorando la mano che tremava si passò l'indice e il medio sugli occhi chiusi, poi pucciò le dita sulla polverina sparpagliata sulla scrivania e ne prese ancora finendo di truccarsi gli occhi.
Non si era reso conto di non aver respirato durante tutta l'operazione, se ne accorse solo nel momento in cui suoi polmoni richiesero il fiato che gli mancava e lui li liberò in una volta sola, poi con il cuore pesante come il piombo si diresse all'esterno, radunò l'equipaggio sul ponte, avevano ancora alcune cose da fare prima di ripartire.
<< Dove cazzo è Bonnet di nuovo? >>
Tutti si guardarono l'un l'altro con un'espressione interrogativa sul volto.
<< Probabilmente sta ancora dormendo, vado a cercarlo >> disse Lucius passando titubante di fianco a Barbanera che gli rivolse una sola occhiata, lo cercò fino a trovarlo ancora rannicchiato su quel logoro sacco, si chinò sfiorandogli la spalla con le dita.
<< Stede? >>
Ma lui niente, allora provò a muoverlo.
<< Ehi capo. >>
Questa volta ebbe in risposta suolo un mugugno, Lucius si leccò le labbra e prese un bel respiro, odiava svegliare le persone mentre dormivano ma la fuori c'era un uomo molto impaziente che poteva perdere la ragione in un qualsiasi momento così dispiacendosi enormemente lo scosse più forte chiamandolo a gran voce.
<< STEDE! >>
Il pirata gentiluomo aprì gli occhi di scatto e tirò su il busto allarmato da quell'urlo, i suoi sensi misero a fuoco la figura di Lucius che gli stava davanti.
<< Lucius? >> si mise una mano sul petto nel tentativo di calmare il suo cuore che sembrava impazzito.
<< Che cosa succede? >>
<< No, niente scusa è che Barbanera ci vuole tutti sul ponte e mi ha mandato a chiamarti. >>
<< Oh cavolo...è successo qualcosa? >> domandò appoggiandosi una mano alla fronte.
<< Non credo, vuole solo parlarci. Tu come stai ? >>
Stede sospirò.
<< Ci credi che non lo so nemmeno io. >>
Il cuore di Lucius si strinse ma era convinto che quei due si amassero troppo per rimanere tutta la vita separati, avevano bisogno solo di una piccola spintarella verso la direzione giusta.
<< Andrà tutto bene Stede, sono certo che lui ti perdonerà, noi lo abbiamo fatto. >>
Stede sorrise.
<< Davvero? >>
Il giovane annuì lisciandosi la sua inseparabile giacchetta rossa.
<< E tu hai perdonato Edward di averti buttato in mare? >>
Prima di rispondere a quella domanda ci pensò qualche istante, aveva passato momenti terribili prima di trovare la salvezza, aveva seriamente creduto di morire e c'era stato un attimo in cui aveva odiato Barbanera ma poi era passato, e ora anche se aveva un po' paura di lui capiva la sua sofferenza anche se non gli avrebbe più permesso di sfogarsi con lui in quel modo brutale.
<< Sì. E' stato faticoso lo ammetto, non mi fido ancora totalmente ma ci sto lavorando, e qualcosa mi dice che anche lui sia pentito di ciò che ha fatto. >>
<< Come lo sai? >> domandò Stede.
<< Perché l'ho beccato qualche volta a guardarmi e capo nel suo sguardo non c'era traccia del criminale che vuole fingere di essere, ovviamente lui spostava lo sguardo all'istante ma per me è stato sufficiente quell'attimo e poi non si avvicina più di tanto a me se non con estrema cautela, sembra quasi non voglia mettermi paura. >>
Un sorriso si allargò sul volto di entrambi, quelle parole servirono a infondere nuova speranza nel cuore di Stede.
<< Già...forse ha solo bisogno di tempo, grazie Lucius. >>
<< Non c'è di che capitano >> gli fece l'occhiolino.
<< Ora andiamo prima che inizi a sbraitare >> disse facendo ridacchiare anche il suo capo.
I raggi del sole li colpirono quando uscirono sul ponte dando il buongiorno al pirata gentiluomo che aveva ancora gli occhi assonati, si stropicciò uno di essi con il pugno e quel gesto lo fece assomigliare tanto a un bambino, i suoi capelli dorati ancora scompigliati brillarono baciati dalla luminosità solare facendoli apparire come una cascata di miele densa e buona, il cuore di Edward perse un battito quando lo vide, ne rimase incantato e le sue labbra non poterono esimersi dallo stirarsi in un minuscolo sorriso che durò pochi attimi.
Gesto che non passò inosservato a Lucius, gli passò accanto sorridendo compiaciuto e dicendo a se stesso che aveva ragione nel pensare che Barbanera era ancora follemente innamorato di Stede ma troppo ferito per ammetterlo, lui però non fu l'unico ad accorgersene, anche Izzy vide il volto del suo capitano sciogliersi, vide le guance di Bonnet arrossire una volta resosi conto di avere gli occhi di Edward addosso e soprattutto vide lo sguardo che si scambiarono, breve ma ricco di significato.
Disgustato e pieno d'ira ecco come si sentiva, Barbanera gli stava raccontando un mucchio di frottole solo per tenerlo buono e zitto oppure la cosa era anche peggio, stava raccontando un valanga di balle a se stesso, era quasi certo che non sarebbe mai arrivato il momento in cui quell'idiota se ne sarebbe andato ed Edward certo non lo avrebbe mai cacciato, questa consapevolezza lo fece sentire pieno di rabbia e impotente.
<< Vi ho radunati tutti qui perché come sapete abbiamo scarsità di polvere da sparo, e qualcuno di voi si sarà reso conto che il piano suicida di ieri notte è fallito per cui dovremmo fare alla vecchia maniera. Solitamente i pirati non rubano la polvere da sparo, forse è l'unica cosa che non rubiamo. >>
Qualcuno rise, Edward accavallò le gambe e continuò a parlare.
<< Per questo vorrei che i più abili di voi si destreggiassero in un bel borseggio, vediamo quanto riusciamo a racimolare e con quello compreremo ciò che ci serve, almeno un sacco per riuscire a effettuare un primo viaggio in tranquillità. >>
Lo Svedese alzò la mano.
<< Chi di noi andrà? >>
<< Lo deciderete tra di voi, questa è l'ultima possibilità che vi do per dimostrare di essere dei veri pirati, se fallirete verrete rilegati a fare esclusivamente lavori sulla nave. >>
Un borbottio si alzò dalla ciurma, Izzy a quel punto si avvicinò a lui.
<< Capo una parola. >>
Barbanera saltò giù dal barile e il suo ginocchio si lamentò dandogli una tremenda fitta, in quell'istante si rese conto di essersi dimenticato la ginocchiera.
<< Sei sicuro di voler lasciare un lavoro così delicato a questi idioti? >>
<< Sì anche perché andrai tu con loro e guiderai l'operazione. >>
Izzy sbuffò << avanti Ed questo risparmiamelo >> ma l'altro scosse la testa.
<< Sai anche tu che la polvere da sparo ci serve. >>
<< D'accordo cazzo, ma sappi che questa situazione non mi piace affatto. >>
<< Iz...ricordati che anche tu devi dimostrarmi di potermi fidare di te, ora fa il bravo e vammi a prendere la ginocchiera. >>
A quel punto richiamato da quella frecciatina non poté più opporre resistenza, con un sospiro si diresse nella cabina che era stata di quello stupido di Bonnet, fortunatamente della sua presenza lì dentro c'erano rimaste poche tracce.
<< Dove cazzo l'hai messa Edward >> brontolò a bassa voce, amava lo stile di Barbanera ma certe volte era davvero troppo disordinato, finalmente la trovò sbattuta in un angolo vicino al letto, la prese ma quando stava per uscire i suoi occhi caddero su qualcosa che non avrebbe voluto vedere lì dentro.
Sulla scrivania c'era quella roccia che poi si trattava di un'arancia pietrificata, aveva visto Bonnet giocarci parecchio tempo prima e blaterare cose su quanto amasse quell'affare, certo non poteva averla dimenticata e il suo capo in quel caso se ne sarebbe liberato, no quella cosa era lì perché Edward voleva fosse così.
Lasciò cadere la ginocchiera a terra, si avvicinò alla scrivania e prese quella metà tra le mani, in un moto di rabbia la lanciò scagliandola contro il caminetto, l'oggetto si ruppe in due e inoltre qualche piccolo detrito si sgretolò finendo sul pavimento.
Come poteva Edward ingannarsi a tal punto quando era chiaro persino a lui cosa stesse succedendo, odiava tutta quella situazione, odiava Bonnet e la sua ciurma di incapaci, sentì il sangue ribollirgli nelle vene e una voglia matta di andare da quel bastardo e ficcargli quello stupido sasso in gola, aveva fatto di tutto per riavere il suo capitano, aveva persino perso un dannato dito e ogni fottuto giorno lottava per tenere a galla quel fantasma che non faceva altro che bere e piangere, perché lo sentiva singhiozzare ma aveva sempre fatto finta di nulla certo che presto gli sarebbe passata.
Barbanera gli rinfacciava di averlo venduto agli inglesi quando lo aveva fatto solo per salvarlo da tutta questa merda raffinata che non faceva per lui, lo aveva avvertito che sarebbe finita male ma lui non gli aveva dato ascolto e ora invece di prendersi i ringraziamenti per aver cercato di tirarlo fuori da quel tunnel di profumata e nauseabonda lavanda doveva stare zitto e buono essendogli grato per non averlo sbattuto fuori.
Raccolse la ginocchiera da terra con un'imprecazione, si sistemò i capelli con una mano e tentando di darsi un tono uscì raggiungendo il suo capitano sul ponte, lui non si accorse del nervo che ballava nell'occhio del primo ufficiale, prese ciò che era suo e se lo mise sentendo subito un sollievo immediato.
I ragazzi decisero chi doveva andare in missione e Stede decise di unirsi a loro, anche se non sapeva niente di borseggio gli poteva essere utile per imparare qualcosa e magari distrarre le persone, Edward a quel punto si ritirò nella sua cabina convinto che un po' di riposo lontano da tutto quel trambusto gli avrebbe fatto solo bene, purtroppo però una volta dentro ebbe una brutta sorpresa, l'arancia che aveva accuratamente conservato sulla sua scrivania era a pezzi per terra, e non era semplicemente caduta si vedeva benissimo che qualcuno l'aveva lanciata.
<< Izzy >> ringhiò stringendo i pugni, chiunque avesse sentito quel basso ringhio gutturale avrebbe creduto impossibile appartenesse a un essere umano, poteva essere stato soltanto lui perché era l'unico ad essere sceso poco fa, l'unico che aveva il permesso di entrare e mettere il naso tra la sua roba e poi lo aveva mandato lui stesso a prendergli la ginocchiera.
Si avvicinò e raccolse le due metà, una più piccola e l'altra più grande, vide che sul pavimento c'era un po' di sabbiolina proveniente sicuramente dalla pietra, cercò l'ammaccatura e quando la trovò ci passò il pollice sopra, chiuse gli occhi stringendo la mascella talmente forte da sentirla scricchiolare.
Il suo cuore era ridotto come quell'arancia e sì forse non avrebbe dovuto tenerci così tanto, anche perché era stato lui a chiederla a Stede e non un regalo da parte sua ma era suo diritto scegliere cosa farne, se distruggerla o meno o se buttarla in acqua, ancora una volta qualcuno aveva deciso per lui mettendo i propri bisogni e convinzioni davanti a quelli di Edward.
Strinse le due estremità nella mano e le posò su un piccolo tavolino di legno, si mise seduto sulla poltrona e attese, lo avrebbe aspettato eccome se lo avrebbe fatto e poi finalmente gli avrebbe dato la lezione che meritava, evidentemente la storia del mignolo non era stata sufficiente a fargli capire che non doveva in alcun modo mettersi contro di lui.
Una volta tornati tutti sulla nave Izzy ignaro della furia che si stava per abbattere sulla sua persona scese nella cabina del capitano per fare rapporto, bussò e aprì la porta infilandosi nella stanza, appena entrato sentì subito un'aria gelata come se si trovasse in una stanza con tutte le finestre aperte e il freddo entrasse pietrificando il suo corpo, cercò con lo sguardo la figura di Barbanera e la trovò, il viso cupo, lo sguardo iniettato di sangue e una calma così innaturale da mettere paura, sembrava un serpente pronto a mordere se ti avvicinavi troppo.
<< Capo? >>
<< Sei stato tu? >> domandò con voce bassa Edward indicando le due parti dell'arancia.
Izzy deglutì, strinse i pugni e poi li rilassò, tutto il suo corpo era un unico fascio di nervi.
<< Immagino sai già la risposta >> disse.
<< Non sono affatto pentito >> continuò sapendo bene di peggiorare la sua situazione.
<< No? >> domandò Barbanera piegando un ginocchio verso la sedia.
<< No capo. >>
<< Sai Izzy io non credo tu ti renda conto del guaio in cui ti trovi, quindi o sei diventato stupido all'improvviso o mi stai prendendo per il culo. >>
<< Nessuna delle due >> rispose Izzy spostando le mani dietro la schiena.
<< Ora se non ti dispiace Edward finisci il  lavoro, almeno così potrò avere davanti il vero Barbanera e non l'omuncolo che stai diventando. >>
<< Oh Izzy mi supplicherai di non finirlo >> disse con un ghigno malvagio.
<< E quando avrò finito te ne andrai da questa nave, e Izzy prega di non ricapitare mai più sotto i miei occhi o sarà sempre questa la fine che farai. >>
Si alzò aiutandosi con i braccioli della poltrona, si avvicinò a passo lento alla figura del primo ufficiale che stava dritto e dignitoso pronto a ricevere la sua punizione, meglio quello che vederlo ridotto a un mucchietto piangente per quel Bonnet del cazzo, era certo che la cosa che gli avrebbe fatto più male non sarebbero stati i pugni ma la consapevolezza che Edward era pronto a liberarsi nuovamente di lui senza battere ciglio e invece quel damerino lo teneva per le palle, questo contava per il suo capo, meno di una vestaglia preziosa.
Il primo pugno arrivò senza nemmeno dargli tempo di vederlo arrivare, lo fece finire a terra con lo zigomo che urlava per il dolore.
<< Alzati. >>
Izzy obbedì e l'istante dopo un altro pugno lo fece volare contro una poltrona, questa volta la sua pelle venne strappata via nel punto dell'impatto, lui gemette muovendo la mascella che per miracolo non si era ancora slogata.
<< Vieni qui avanti. >>
Una risata isterica lasciò le labbra del primo ufficiale che si voltò verso di lui.
<< E se non lo facessi? >>
<< Ti vengo a prendere io stronzo >> rispose Edward avvicinandosi, lo tirò per i capelli obbligandolo a voltare il viso, i suoi occhi erano lucidi, nonostante non si stesse lamentando il dolore lo sentiva pulsare vivo sotto la pelle.
<< Oh Edward se ti vedesse adesso il tuo adorato Bonnet. >>
Un gemito soffocò le sue parole, si piegò in due colpito da un pugno in pieno stomaco, Barbanera lo afferrò nuovamente per i capelli spingendolo poi di forza contro il muro, lo colpì con un calcio negli stinchi ma non gli diede il tempo di reagire o di riprendersi che con altri due pugni lo fece cadere rovinosamente a terra.
<< Alzati cane! >> sbraitò con ferocia.
Izzy tossi sputando sangue, fece forza nelle braccia e si tirò su, le ginocchia gli tremavano, sentiva tutto il corpo fargli male ma non era ancora finita, la furia del Kraken doveva ancora abbattersi ma lui questa volta non voleva rendergliela facile, voleva meritarsi ogni ferita, ogni schiaffo e calcio per cui anche se le labbra gli bruciavano sogghignò.
<< Questo sei tu Barbanera, non Edward, quello è solo un fantasma e nemmeno esiste davvero e io sono stanco di servire un cazzone come te. >>
Il pugno successivo venne bloccato da Izzy che colpì Edward allo stomaco facendolo infuriare ancora di più, seguirono attimi in cui si strattonarono spingendosi l'uno verso l'altro e si insultavano rabbiosamente, ma Izzy era comunque in svantaggio, per quanto agile fosse Barbanera era più alto e muscoloso di lui e in un attimo riuscì a metterlo al tappeto di nuovo.
<< Sei solo uno scarafaggio! >> alzò lo stivale e con la pianta del piede gli schiacciò la coscia, poi gli spinse la spalla costringendolo a mettersi schiena a terra, Izzy ansimava, il suo volto era una maschera di sangue e lividi, di nuovo Edward lo schiacciò questa volta facendolo urlare per il dolore, poi lo afferrò per la giacca facendolo alzare.
Stava per iniziare un'altra raffica di pugni quando attratti dalle urla Stede, Lucius e Pete entrarono in cabina per vedere cosa stesse succedendo, rimasero congelati, l'unico a reagire più in fretta fu proprio Stede.
<< Edward! >>
<< Oh Dio! >> mugugnò Lucius atterrito da quella scena.
Stede corse vicino ai due che continuavano a darsele senza dare il minimo cenno di essersi accorti della sua presenza.
<< Edward basta! >>
<< Fermati! >> urlò prima di decidere di intervenire, lo afferrò per le spalle riuscendo poi a prenderlo da sotto le ascelle, Edward si agitava come una belva tenuta al lazzo, Stede faticava a tenerlo fermo e chiamò aiuto, così intervenne Pete stringendo quel corpo furibondo come poteva.
<< Lucius aiuta Izzy >> disse il pirata gentiluomo.
<< Lasciatemi! Lasciatemi cazzo! >> gridò Edward.
<< Lucius! >> urlò nuovamente il pirata biondo vedendo che il ragazzo non si muoveva.
<< Non. Ho...bisogno del vostro cazzo di...aiuto >> imprecò Izzy facendo fatica anche ad articolare le parole, ma era troppo ferito per ribellarsi e la ferita maggiore l'aveva nell'anima, Lucius prese coraggio e si avvicinò sollevandolo, fortunatamente l'uomo era debole e dopo una prima esitazione si lasciò tirare su, non senza sentirsi umiliato.
<< Portalo da Roach. >>
<< Sì capitano >> rispose Lucius.
<< Adesso ti fai consolare dalla tua fighetta eh Ed >> lo provocò Izzy con le poche forze che aveva in corpo.
Edward urlò rabbioso riuscendo a liberarsi dalla presa di Pete, stava per scagliarsi di nuovo contro il primo ufficiale ma fortunatamente Stede lo fermo in tempo.
<< Lucius portalo fuori, ora! >>
<< Non voglio più rivederti su questa nave lurido verme! >> gridò Barbanera tentando di superare Stede che lo teneva fermo dal petto.
<< Edward guardami, guardami! >> lo chiamò prendendogli il viso tra le mani, solo in quell'attimo la furia cieca si calmò incontrando lo sguardo nocciola del pirata gentiluomo, deglutì tentando di calmare il respiro e chissà come tutta la rabbia che bolliva come lava vulcanica scivolò via lasciando il posto a un'immensa tristezza.
<< Ora spiegami che cosa è successo? >>
Barbanera scosse appena la testa abbassando il volto.
<< Pete? Va a controllare come vanno le cose in cucina, se Lucius e gli altri hanno bisogno di aiuto. >>
<< Ehm...sei sicuro di non aver bisogno qui? >> domandò Pete un po' preoccupato per le sorti del suo capitano.
<< E' tutto in ordine, puoi andare >> rispose e il giovane pirata si congedò dopo aver rivolto un'occhiata a entrambi, sperava non succedesse niente di grave, anche perché se Stede fosse morto a loro non rimaneva altro che fuggire se non volevano fare una brutta fine per mano di Barbanera.
<< Siamo soli ora, vuoi dirmi che è successo? Perché stavate litigando così? >>
Dalle labbra del pirata non uscì una sola parola.
<< D'accordo allora vorrà dire che non uscirai di qui finché non ti deciderai a parlare >> disse sicuro di sé incrociando le braccia, aveva detto addio a baby Bonnet da tempo ormai, quel nomignolo non faceva più per lui, ora era solo Stede Bonnet, e non si sarebbe più lasciato scoraggiare dalle scelte difficili che mettevano paura.
Edward ghignò, aveva appena preso a pugni un uomo senza pietà e lui si metteva a fare minacce come se fosse davvero certo di riuscire a trattenerlo nel caso decidesse di andarsene e non voler parlare con lui.
<< Bonnet... >>
<< Ed so cosa stai pensando, sì sei più forte di me è vero ma io sono molto ostinato e lo sai bene, perciò metti da parte quella cocciutaggine che ti appartiene e dimmi perché... >>
<< Perché ho pestato Izzy a sangue? >> disse cercando di intravedere nell'altro una reazione, però Stede oltre ad arricciare leggermente le sopracciglia e annuire non sembrava intimorito o disgustato, era come se volesse davvero solo conoscere i fatti.
Lo superò di qualche passo dirigendosi verso il piccolo tavolino dove aveva appoggiato le due metà dell'arancia, le prese tenendole strette in una sola mano, immediatamente venne assalito dal magone pensando che se gliele avesse mostrate Stede non avrebbe mai più voluto avere a che fare con lui e se ne sarebbe davvero andato.
Era stupido e lo sapeva, lui gli aveva macchiato la sua preziosa seta, lo aveva lasciato sulla spiaggia e sarebbe stato ipocrita arrabbiarsi per quella roccia rotta, ma la parte vulnerabile di Edward non poteva fare a meno di sentirsi così.
Aveva preso in custodia quell'arancia inizialmente perché voleva mettere alla prova Stede, voleva vedere se davvero si fidava così tanto di lui da lasciargli qualcosa a cui teneva molto senza la certezza di riaverla indietro, ma la vera ragione era che credeva che non se ne sarebbe mai andato senza quella stupida pietra, e allora l'atto di consegnarla nelle sue mani era come una garanzia che ciò che aveva detto era la verità, che era tornato per restare e poi il suo cuore una notte aveva cantato la sua di verità.
Quell'oggetto rappresentava una parte di Stede ma non solo, era qualcosa che avevano vissuto insieme, un ricordo di tempi felici in cui le cose andavano ancora bene e allora se Stede se ne fosse andato almeno avrebbe avuto la certezza di avere una parte di quell'uomo che gli aveva strappato il cuore ancora con sé, era un pensiero fin troppo romantico e infatti evitava di pensarci o rimuginarci sopra ma non aveva potuto ignorare le volte in cui prima di andare a dormire sfiorava quella pietra liscia con le dita, chiudeva gli occhi e si immaginava il volto dell'uomo che amava.
Si avvicinò nuovamente a lui e aprì la mano mostrando le due metà, non ebbe il coraggio di alzare lo sguardo e vedere l'espressione di Stede, il pirata gentiluomo corrugò le sopracciglia e si lasciò sfuggire solo un flebile << oh. >>
<< Izzy l'ha distrutta... >> sussurrò Edward e l'altro pirata faticò a riconoscere la sua voce, era così morbida e spezzata rispetto al tono con cui usava parlargli di solito, un pensiero gli balenò alla mente ma era così assurdo che faticava a crederci, ma volle comunque sciogliere quel dubbio.
<< Per questo sei così arrabbiato con lui? >>
<< Non averebbe dovuto farlo, non ne aveva il diritto...se avessi voluto liberarmene lo avrei fatto io stesso >> confessò prendendo poi un respiro, le labbra gli tremarono e ancora non aveva alzato lo sguardo.
Il cuore di Stede si ruppe in due parti, si spezzò in maniera così netta da fare male, credeva non avrebbe mai più rivisto quell'arancia a meno che ovviamente Edward non lo avesse perdonato, qualche volta aveva persino pensato che avesse voluto prendergliela solo per capriccio ma non credeva ci tenesse così tanto, i suoi occhi si riempirono di lacrime, con le mani strinse quella di Barbanera che conteneva l'arancia.
<< Ed...io non sono arrabbiato, se è questo di cui ti preoccupi non devi...- >>
<< Avevi detto che ci tenevi. >>
<< Sì è vero e ci tengo ancora tanto, ma sapere che non sei stato tu a romperla, lo capisci cosa significa per me? >>
Edward scosse piano la testa.
<< Mi fa pensare che anche tu un po' ci tenessi, e ad ogni modo ti confesso che non mi sarei arrabbiato comunque. >>
A quel punto Barbanera alzò lo sguardo guardandolo in maniera confusa.
<< Non capisco >> disse.
Stede sorrise dolcemente.
<< Non avrei mai potuto arrabbiarmi per un'arancia spezzata quando io ho fatto molto peggio, ti ho spezzato il cuore e quello non si può rimettere insieme. >>
<< Forse un giorno mi perdonerai ma le cicatrici resteranno, come le mie non se ne andranno mai, potranno solo essere lenite e io vorrei tanto poterlo fare per te. >>
<< Ma nemmeno questa si potrà più riaggiustare... >> disse con la voce bagnata da un'emozione che premeva forte per uscire.
<< Ed... senti cosa possiamo fare, tu tieni una parte e io tengo l'altra, così entrambi avremo un ricordo di quella bella giornata che abbiamo passato insieme. >>
<< Io non volevo si rompesse >> disse come se non avesse ascoltato una parola di ciò che aveva detto Stede.
<< Lo so...ma non è colpa tua, niente di tutto questo lo è, sei stato solo una vittima delle decisioni altrui ma con questo possiamo rimediare subito. >>
Barbanera lo guardò deglutendo, non capiva che cosa avesse in mente e una voce dentro di lui urlava di non ascoltarlo ma era troppo spezzato adesso, aveva bisogno di Stede e dei suoi modi gentili, delle sue idee folli, e della sua voce rassicurante per questo si lasciò andare ad ascoltarlo.
<< Hai ancora quella bella seta rossa? >> domandò il pirata biondo.
L'altro sussultò poi la tirò fuori un po' titubante dalla sua giacca, Stede ignorò le sue gambe molli e il formicolio che gli aveva dato vedere quel gesto e allungò una mano, Edward prese un respiro profondo prima di consegnargliela, quel semplice passaggio gli riportò alla mente immagini che era troppo doloroso rievocare.
<< Ora dammi una delle metà >> disse dolcemente e lui lo fece sempre osservando minuziosamente ogni singolo movimento.
Stede mise quella parte di arancia al centro della seta, la chiuse legandola con un morbido nodo, e poi sorrise guardando Edward.
<< Vieni con me >> e lui lo seguì.
Si trovarono nell'angolo dove c'era il piccolo manichino che apriva l'armadio segreto, Stede fece pressione in un punto dove non sembrava esserci nulla e invece scattò fuori un piccolo cassettino nascosto, Edward ovviamente sgranò gli occhi sbalordito come la prima volta.
<< Tu e i tuoi cazzo di nascondigli >> esclamò.
Stede rise e poi disse << puoi tenerla nascosta qui, nessuno la troverà e magari un giorno le nostre parti si ricongiungeranno. >>
Guardò quella stoffa rossa contenente quel piccolo tesoro e poi gli diede il permesso di metterla lì, il pirata gentiluomo chiuse il cassetto e poi Edward gli consegnò l'altra metà, la prese sfiorando le sue dita e un brivido lo colse, anzi colse entrambi, Barbanera ritirò la mano mentre Stede rimase a guardare quella che un tempo era una rotonda arancia, il magone gli strinse improvvisamente la gola e non poté trattenere le lacrime.
<< Bonnet? Hai cambiato idea? >> domandò confuso da quella reazione.
<< No >> rispose scuotendo la testa e continuando a singhiozzare.
<< I-io...tutto questo è colpa mia, solo colpa mia. Ho distrutto tutto, quello che tocco muore o si rovina e io... >>
<< Izzy è così per colpa mia >> singhiozzò e una ciocca bionda gli scivolò davanti all'occhio.
<< Izzy è uno stronzo >> rispose Edward, lo stava forse consolando?
<< L'arancia è rotta, la tua seta sporca e tu...tu, Edward mi dispiace così tanto >> si asciugò gli occhi ma le lacrime continuavano a scendere.
<< Sono stato un codardo e non voglio più essere così ma quello che mi sono lasciato alle spalle non cambierà mai. >>
<< Non devi odiarlo Ed...lui ti stava solo proteggendo da me >> disse alzando lo sguardo, due lacrime scivolarono svelte andando a macchiare la sua camicia bianca.
<< Stronzate, hai dimenticato quello che ha fatto? Pensavo che a te non piacesse >> rispose alterandosi appena, gli sembrava assurdo sentire Stede difendere Izzy, tra i due non scorreva certo buon sangue e non si erano mai tollerati a vicenda.
<< Non mi piacevano i suoi modi è vero, ma lui aveva capito che ti avrei portato alla rovina...- >>
<< Se lui non ci avesse venduto agli inglesi...- >>
<< Tu non mi avresti mai baciato >> continuò Stede asciugandosi l'ennesima lacrima, Edward accusò il colpo mandando giù aria a vuoto.
<< Io non sarei fuggito e tu non avresti sofferto così tanto. >>
Barbanera spostò lo sguardo di lato e poi tornò a guardare lui.
<< Su una cosa ti sbagli... >> iniziò, si leccò appena le labbra e poi...
<< Io ti avrei baciato comunque. >>
Il cuore di Stede esplose in una miriade di cristalli colorati, si sentiva come invaso da un'ondata di energia d'amore così forte e viva ma durò poco, solo il breve attimo prima di rendersi conto di una cosa, il sorriso che era fiorito sulle sue labbra si spense e guardò Edward con tristezza.
<< E io probabilmente sarei scappato lo stesso, perché non ero pronto, non sapevo cosa fosse quel sentimento che avevo dentro. >>
<< Come vedi le cose anche senza Izzy sarebbero andate allo stesso modo, non era lui il problema. Tu sei stato coraggioso, mi hai aperto il tuo cuore e io l'ho calpestato, sarai anche Barbanera ma sei capace di provare sentimenti più di chiunque altro e lottare per loro. Mentre io Ed ero solo un bambino troppo cresciuto che non sapeva cosa fare con quello che aveva nel petto. >>
<< E ora lo sai? >> domandò Edward incerto se volesse davvero sapere la risposta.
<< Sì >> rispose Stede guardandolo dritto negli occhi, come se stesse andando a fondo dentro la sua anima e stesse parlando direttamente a lei, tremò e se non fosse stato tanto convinto che lo avrebbe lasciato di nuovo si sarebbe abbandonato a lui, tra le sue braccia, si sarebbe ubriacato delle sue carezze e dei suoi baci invece disse solo.
<< Buon per te, io non sarò più capace di provarli e nemmeno voglio >> e in quella frase non c'era accusa ma solo rassegnazione.
<< Non chiudere il tuo cuore solo perché qualcuno non è stato in grado di prendersene cura, la fuori c'è chi è in grado di darti l'amore che meriti. >>
Edward si lasciò sfuggire una risata amara.
<< Mi stai consigliando di cercare qualcun altro? >>
<< No, anche perché ne morirei ma se lo trovassi, e lui ti rendesse felice io non smetterei mai di amarti, mi lascerei consumare da quello che provo ma non ti impedirei mai di essere felice >> rispose Stede sentendo il peso di quelle parole, amare significava anche lasciar andare, lui non aveva intenzione di arrendersi ma non sarebbe mai stato così egoista da impedirgli di trovare la serenità.
Però Edward era rimasto fermo su una frase, "non smetterò mai di amarti", amore, aveva pronunciato quella parola che lui aveva bandito dal suo cuore e l'aveva fatta uscire con tanta facilità da far male, non era pronto per sentirselo dire e mai lo sarebbe stato, preferiva continuare a vivere nella disperazione credendo di non essere amato che illudersi in quella terribile speranza che l'avrebbe solo ferito.
<< Tu hai detto... >>
Stede sorrise di nuovo ed Edward lo odiò e amò come mai prima.
<< Perché credi sia tornato? Certo volevo chiederti perdono, scusarmi per il modo in cui ti ho lasciato ma la verità è anche un altra, io ti... >>
La mano tatuata di Barbanera si chiuse sulla sua bocca impedendogli di esternare quel sentimento.
<< Non dirlo Bonnet. >>
Stede chiuse gli occhi ed Edward liberò le sue labbra facendo scivolare via lentamente la mano, non voleva sentirlo, non era pronto e secondo lui erano tutte menzogne che lo avrebbero fatto sentire voluto e desiderato quando invece sarebbe finito per essere rifiutato nuovamente.
Se gli avesse permesso di continuare la frase il Kraken avrebbe abbandonato i suoi tentacoli sciogliendolo da quella presa ferrea con cui lo tratteneva, sarebbe caduto in ginocchio cedendo sotto quelle parole e avrebbe detto addio all'odio e al desiderio di vendetta che provava, ma non poteva.
Per quanto stronzo fosse Izzy aveva ragione quando gli diceva che Stede lo avrebbe portato alla rovina abbindolandolo con le sue buone maniere e tessuti preziosi, era tutto immensamente meraviglioso come un sogno da cui non vuoi svegliarti e lui si era dovuto svegliare nella maniera peggiore, malgrado il suo cuore urlasse per il dolore ogni volta che Stede era accanto a lui e gli sorrideva in quel modo non poteva dargli retta, ignorava le fitte e andava avanti per puro spirito di sopravvivenza.
Quando il pirata gentiluomo riaprì gli occhi le palpebre gli tremarono appena, mise a fuoco la figura davanti a lui e solo in quel momento si rese davvero conto di quanto dolore provasse, tanto da non voler nemmeno sentire parlare di sentimenti rivolti a lui, stava annegando e Stede voleva assolutamente tirarlo fuori, si sentiva come se fossero in mezzo all'oceano e lui gli stesse allungando una mano per tirarlo fuori ma Edward non l'afferrava mai, a costo di annegare si sarebbe buttato in acqua e lo avrebbe afferrato trascinandolo in salvo correndo il rischio di rimetterci la propria vita.
Il suo sguardo cadde sulle sue nocche sbucciate e rosse di sangue e viva pelle rosea.
<< Le tue mani... >>
<< Non è niente >> disse Edward nascondendole alla sua vista.
<< Dovresti disinfettarle e medicarle. >>
<< E' solo un fottuto graffio, ho sopportato di peggio credimi >> rispose con noncuranza.
<< Non ne dubito Ed, ti ho pugnalato io stesso >> disse con un sorrisetto mettendo la metà della sua arancia in tasca.
<< Non mi hai fatto poi così male >> borbottò guardando prima lui poi guardandosi le mani.
<< Io ricordo diversamente, ti sei lamentato per tutta la notte >> sollevò un sopracciglio biondo e a quel punto ottenne tutta l'attenzione di Edward.
<< Tu che cazzo ne sai? >>
<< Perché ero lì, mi avevi detto che potevi stare da solo e che stavi bene ma non ho avuto cuore di lasciarti, mi sentivo anche un po' in colpa. >>
Edward sbuffò aria dalle narici.
<< Ti ho dato il permesso io di farlo. >>
<< Sì è vero, ma in ogni caso non ti avrei lasciato solo. Sono rimasto sveglio tutta la notte controllando che non ti salisse la febbre. >>
<< Per questo il giorno dopo eri così... >>
<< Distante? Sì, ero molto stanco. >>
<< Credevo ce l'avessi con me >> confessò Edward e Stede ridacchiò.
<< Perché avrei dovuto? >>
Barbanera alzò le spalle.
<< Che ne so Bonnet, a volte avevi le tue crisi di nervi. >>
<< Non sono crisi di nervi >> si difese lui.
<< Oh lo sono eccome >> lo rimbeccò Barbanera.
Stede alzò bonariamente gli occhi al cielo e scosse la testa.
<< Pensiamo alle tue mani, hai del disinfettante qui dentro? >>
<< Oh sì Bonnet ho anche delle garze pulite e dei fottuti unicorni che cagano polvere magica! >> sbottò Edward allargando le braccia.
<< Non c'è bisogno di essere acidi, ho capito il messaggio. >>
<< Non sono acido, tu fai domande stupide. >>
<< Ce la fai a rimanere buono per un minuto Edward? >>
<< Smettila di chiamarmi così! >> sbottò ma Stede ormai aveva capito che quell'aggressività era solo chiasso e niente morsi.
<< Oh dio ancora con questa storia? >> alzò gli occhi al cielo in maniera drammatica.
<< Sì perché continui a disobbedire e a non prendermi sul serio. >>
<< Io ti prendo sul serio ma tu a volte ti comporti come un bambino capriccioso e dovresti avere la decenza di ammetterlo. Dici che ti piace quando ti tengono testa ma mai nessuno ha il coraggio di farlo tranne me, quindi non ti dispiacerà se ti dico quello che penso, a volte ti prendi un po' troppo sul serio, pensi di non avere bisogno di aiuto solo perché sei il temibile Barbanera, ma ti svelo un segreto non ti rende debole farti ricucire o disinfettare le ferite da qualcuno. E un'altra cosa puoi continuare ad odiarmi liberamente anche se mi lasci prendermi cura di te, il fatto che io mi occupi dei tuoi graffi non mi rende certo meno detestabile, puoi anche insultarmi mentre lo faccio e ti capirei perché è giusto che tu mi odi. E adesso puoi anche uccidermi se vuoi, ma dopo che ti avrò medicato così ti faranno meno male le mani. >>
Lo guardò con gli occhi lucidi ma pieni di grinta e determinazione, senza alcuna traccia di paura o timore in essi, uscì senza lasciargli il tempo di dire una parola lasciandolo con il cuore in fiamme e le viscere in agitazione, nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di parlargli così, tranne lui, era sempre quello che mostrava la differenza, che non aveva paura e questo lo faceva rimanere senza fiato, e cazzo sì avrebbe dovuto essere furioso ma era impossibile, sentiva il cuore scoppiargli di amore e di orgoglio, sentì il bisogno di sedersi troppo sopraffatto da quello che aveva appena vissuto.
Quando Stede tornò nessuno dei due riaprì il discorso, era stato abbastanza chiaro per entrambi ed Edward per quanto si sforzasse di pensare il contrario amava averlo intorno, era capace di farlo ragionale con una forza gentile a cui non sapeva come opporsi, le minacce e le urla non servivano, avrebbe dovuto davvero ucciderlo per farlo stare zitto ma sapeva che non ne avrebbe mai avuto la forza.
Erano mano nella mano con Stede che stava facendo gocciolare il disinfettante sulle sbucciature.
<< Ahi...cazzo brucia >> Ed sfilò via la mano arricciando le sopracciglia.
<< Ora passa >> rispose l'altro con una tenerezza nella voce che gli fece lacrimare l'anima
<< Dammi la mano...come se non avessi mai usato il disinfettante prima d'ora >> disse mentre puliva la ferita alzando un sopracciglio biondo.
<< Non per queste cazzate, se posso lo evito, ma la maggior parte delle volte quando serve sono privo di sensi e non lo sento nemmeno >> spiegò Edward e poi continuò.
<< E inoltre esiste un disinfettante migliore quando si tratta di piccoli graffi. >>
<< Quale sarebbe? >> domandò incuriosito Stede.
<< La saliva >> rispose Barbanera.
<< Ugh...non mi sembra molto salutare sputarsi addosso, voglio dire in caso di emergenza può anche andare bene ma perché non usare la buona e vecchia medicina quando si può. >>
<< Perché non tutti possono permettersela Bonnet. >>
<< A me sembra solo che qui qualcuno è un po' fifone >> lo schernì bonariamente, Edward stava per rispondergli malissimo quando Stede iniziò a soffiare sulle parti disinfettate, quella lieve arietta dava una sensazione di freschezza e sollievo alla pelle martoriata e arrossata.
<< Che cazzo... >>
Stede si fermò e alzò lo sguardo.
<< Va meglio? >> domandò ed Edward si trovò ad annuire contro la sua volontà, la sua vera reazione doveva essere totalmente diversa ma sotto le cure del pirata gentiluomo si trasformava sempre in qualcosa che non averebbe mai pensato di poter essere.
<< Ora te le bendo >> disse, prese le fasce e le rigirò una o due volte intorno ai palmi e alle dita.
<< Non è grave quindi penso tu possa toglierle già domani, ma evita di prendere nuovamente a pugni qualcuno o si riapriranno >> disse e sul suo volto si aprì un lieve sorrisetto furbo che piacque davvero troppo a Edward.
<< Da quando te ne intendi di queste cose? >> domandò Edward con un sopracciglio sollevato.
<< Roach mi ha fatto vedere qualcosa, sai i miei uomini mi hanno saggiamente fatto notare che ci sono cose che un marinaio dovrebbe sapere, nel caso si trovasse ferito e da solo. >>
Barbanera sbuffò.
<< Per una volta hanno detto qualcosa di intelligente. >>
<< Sono brave persone Ed...devo molto a loro. >>
Stede aveva voglia di fargli una carezza, spostargli i capelli dietro l'orecchio e baciargli la fronte ma non fece nulla di tutto questo perché non poteva, mai nella sua vita aveva desiderato di baciare così tanto qualcuno e non si sarebbe mai immaginato che avrebbe fatto così male non poterlo fare, si spostò a malincuore e poi vide la giacca di pelle, la prese e si diresse silenziosamente verso il bagno, Edward ovviamente dopo averlo seguito con lo sguardo lo seguì anche fisicamente, si appoggiò a una delle pareti dell'entrata con un fianco e incrociò le braccia.
<< Che cazzo fai? >>
<< Lavo questa, avevo promesso che lo avrei fatto. >>
<< Non ce n'è affatto bisogno cazzo, è la mia giacca e sono io che dovrei pensarci. >>
Stede girò solo appena la testa.
<< Sbaglio o hai le mani un tantino rovinate? >> gli disse con un sorrisetto.
<< Sì bé chissene frega >> si avvicinò e l'afferrò tirandola verso di sé, ormai si era impuntato e non voleva lasciarlo vincere, ovviamente Stede tirò a sua volta e intanto l'acqua sgocciolava sul pavimento.
<< Edward lascia. >>
<< No! >> e tirò.
<< Finirai per romperla >> disse Stede che però non tirò proprio sapendo questo e non voleva rovinare un'altra cosa che apparteneva a lui, però non la lasciò, la teneva stretta tra i pugni come se fosse l'unica cosa a cui poteva aggrapparsi per non scivolare via, in quel momento non stava tenendo stretta la giacca ma Edward, non voleva lasciarlo andare e desiderava che lo capisse.
<< Allora lasciala tu! >> sbottò Barbanera, strattonò di nuovo e Stede gli finì addosso, allora lui in un moto di rabbia lo spinse contro la parete e si avvicinò a pochi centimetri dal suo viso.
<< Lo sai che al posto di Izzy avresti potuto benissimo esserci stato tu. >>
<< Ne sono consapevole >> rispose Stede deglutendo.
<< Quando ti ho visto salire su questa fottuta nave avrei voluto ammazzarti >> disse con un ringhio basso ma la sua voce non era così convincente.
<< Ricordo che mi hai sbattuto sul pavimento. >>
Edward sospirò e il suo fiato colpì le labbra di Stede, il suo cuore batteva all'impazzata e non aveva paura, per nulla al mondo avrebbe avuto paura di quell'uomo.
<< Se non fossero intervenuti i tuoi uomini probabilmente io... >> la voce gli si spezzò e non riuscì ad andare avanti.
<< E ne avresti avute tutte le ragione, mi meritavo e merito ancora tutti quei pugni o calci o qualsiasi altra cosa. In realtà io non volevo nemmeno ti fermassero, ti avrei lasciato colpirmi perché era giusto tu ti sfogassi e mi buttassi addosso tutto quello che ti ho fatto passare. >>
<< Non ho passato niente, niente capito? >> disse con i denti stretti e spingendolo di più contro il muro.
<< D'accordo ma li merito comunque. >>
Barbanera tremò un respiro contro di lui, abbassò la nuca e anche Stede fece lo stesso, aveva le labbra a un centimetro dalla sua fronte proprio vicino all'attaccatura dei capelli, il desiderio di baciarlo era ancora più forte ma lo avrebbe solo fatto infuriare, rimase lì fermo respirando il suo odore e ascoltando quel richiamo così forte, con le labbra che bruciavano e gridavano di posarsi su quella pelle perfetta.
<< Perché non ci riesco? Perché non riesco a colpire quella tua cazzo di faccia Bonnet? >> domandò tremando, con la voce spezzata e fragile.
<< Scusa >> fu l'unica cosa che riuscì a dire Stede.
Edward sbuffò una risata senza alzare lo sguardo.
<< Ti scusi perché non riesco a picchiarti? >>
Stede non rispose, si mosse appena spingendo piano il corpo di Barbanera che alzò lo sguardo, gli sfilò la giacca dalle mani appoggiandola al bordo della vasca, poi prese una sua mano e se le posò sulla guancia.
<< Che cazzo stai facendo >> domandò Edward tentando di toglierla come se si fosse scottato ma Stede la tenne ferma lì.
<< Colpiscimi. >>
<< Cosa? >> domandò l'altro arricciando le sopracciglia.
<< Dammi uno schiaffo. Un pugno non puoi perché ti faresti nuovamente male alle nocche quindi uno schiaffo va bene per adesso. >>
<< Bonnet... >> sussurrò con voce arrochita da un'emozione forte, quell'uomo era incredibile, era la fottuta follia in persona, solo lui poteva farsi venire in mente un'idea del genere e nello stesso momento pensare alla salute di Edward.
Stede chiuse gli occhi e lasciò la mano dell'altro così che potesse fare quello che gli aveva chiesto, Edward sentì il suo cuore accelerare, la pelle sotto il suo palmo bruciava e lo investiva con un calore che aveva già provato una volta quando lo aveva baciato, deglutì, mosse piano la mano sulla sua guancia, spostò il pollice sullo zigomo poi la ritirò all'improvviso come se si fosse davvero bruciato.
<< Non posso >> disse e Stede riaprì gli occhi.
<< Ed... >>
<< Zitto. >>
<< Edward guardami >> provò avvicinandosi e cercando il suo sguardo, ma l'altro scattò come una furia e lo spinse nuovamente contro il muro prendendolo per la camicia.
<< Ho detto di chiudere quella cazzo di bocca, potrei ucciderti, tagliarti la gola se volessi cazzo e non è escluso che lo farò un giorno. Sai una cosa Bonnet non sono affatto pentito di aver picchiato Izzy, e lo rifarei ancora e ancora fino a vederlo morire agonizzante cazzo >> lo disse con una rabbia e una ferocia che poteva provenire solo dalle viscere più profonde e oscure del suo essere, ma i suoi occhi dicevano tutt'altro e Stede ormai aveva imparato a conoscerli.
<< Cosa cerchi di fare Edward? Pensi che dicendomi questo io ti consideri un mostro e prenda l'occasione per andarmene? Così potrai avere la tua amata ragione e sarai finalmente soddisfatto, ti darai una pacca sulla spalla dicendoti che ci avevi visto lungo e passerai l'eternità a fingere di essere quello che non sei. Vuoi essere il Kraken Edward, sii il Kraken non mi interessa, se questo serve a darti finalmente la libertà che cerchi e la pace fallo, ma se pensi che serva a mandarmi via ti sbagli. >>
Edward tremò di rabbia e paura sotto l'influsso di quelle parole.
<< Allora ucciderò tutti quelli della tua ciurma. >>
<< Non mi spaventano le tue minacce, perché io ti vedo Edward, lo so che sei lì...- >>
Lo spinse più forte ringhiando << Edward non esiste più. >>
<< Vorrà dire che imparerò a convivere con Barbanera, ti rispetto ma non ti temo, e non penso che tu sia debole se è questo che ti preoccupa >> Stede gli prese con calma le mano e lo spostò, lui si lasciò guidare confermando quello che già pensava, aveva solo bisogno di qualcuno che lo trovasse e strappasse dai tentacoli che lo tenevano imprigionato.
Prese nuovamente la giacca e la pulì dalle ultime goccioline di sangue che erano rimaste, rimanendo serio e concentrato, senza tremare o guardarsi intorno, come se l'attimo prima non fosse stato sbattuto contro un muro e minacciato, era questo che gli era sempre piaciuto di Stede l'incredibile facilità con cui riusciva a sorprenderlo, l'appese a un gancio senza curarsi di quegli occhi scuri che gli erano puntati addosso.
<< Lasciala asciugare poi potrai metterla >> disse sorridendo, si era fosse scordato la loro discussione? Edward non lo sapeva, ma erano molte le cose che non conosceva di lui e il cielo solo sapeva quanto avrebbe voluto tempestarlo di domande, conoscere ogni suo neo, ogni lentiggine della sua pelle, tutto di Stede Bonnet lo attraeva magicamente e tutte le volte che lasciava quella stanza lui si sentiva orfano e solo al mondo perché nessuno era in grado di riempirgli i buchi dell'anima come faceva Stede.
<< Hai bisogno di altro? >> domandò.
"Di te" avrebbe voluto rispondere Barbanera ma si morse la lingua.
<< No >> rispose secco, Stede annuì poi d'un tratto il suo viso si illuminò mentre tornava in camera.
<< Ho avuto un'idea! >> esclamò e ovviamente Edward era già stato catturato, preso all'amo come un piccolo e ignaro pesciolino.
<< Bonnet le tue idee cominciano a inquietarmi. >>
<< No ascolta, non vuoi che ti chiami Edward ma per me chiamarti capitano è troppo formale, e se ti chiamassi Barbanera mi sembreresti un estraneo, quindi sta a sentire a cosa ho pensato >> si schiarì la voce e con tutta la convinzione che possedeva disse.
<< Capitano Teach! >> dio il suo viso...era l'apoteosi della gioia, come se avesse avuto questa grande idea capace di risollevare le sorti dell'intera umanità.
<< Stai scherzando spero. >>
<< Pensaci è perfetto, capitano Teach, suona bene. >>
<< Sembra solo che mi prendi per il culo ecco cosa >> rispose con un cipiglio irritato Edward.
<< Tu davvero hai pensato che una stronzata simile potesse andarmi bene? >>
Stede così facile da ingannare e da ferire, quel suo visino deluso era un colpo al cuore ma lo faceva sentire anche soddisfatto.
<< Bé sì... >>
<< E quando cazzo ti è venuto in mente? >>
<< Poco fa >> rispose con la voce resa piccola piccola.
<< Quando eri premuto tra me e il muro, quando ti stavo urlando in faccia o...- >>
<< Nell'intervallo diciamo >> rispose Stede annuendo a se stesso.
<< Comunque non mi chiamerai in quel cazzo di modo, scordatelo, toglitelo dalla testa o è la volta buona che ti faccio navigare appeso a testa in giù. >>
<< E invece sì capitano Teach, puoi anche appendermi per le palle se vuoi, adesso vedi di riposare io vado a controllare I... >>
<< Vado a vedere se tutto procede bene >> disse e uscì, lasciandolo nuovamente a chiedersi che cosa cazzo fosse successo, un attimo prima stavano litigando e quello dopo erano lì a parlare di un nome del cazzo, era sempre così ultimamente con lui, quando pensava che le cose stessero peggiorando e non ci sarebbe stata via di ritorno ecco che Stede lo illuminava con uno dei sorrisi più belli facendosi scivolare di dosso tutta la merda che Edward gli aveva buttato.
Izzy nel frattempo era stato portato in cucina non senza fatiche e imprecazioni da parte di quest'ultimo che seppur ferito aveva ancora una buona dose di forza in corpo, Lucius andò a svegliare Roach e altri per aiutarli a tenerlo buono e fermo, non mancarono le discussioni ovviamente mentre il primo ufficiale stava steso ferito e sanguinante, con una voglia di ammazzarli tutti con il primo arnese che si fosse ritrovato in mano.
<< Amico quello è il tavolo dove mangiamo. >>
<< E allora? Dove avrei dovuto appoggiarlo? >>
<< Oh tranquilli il dito di Lucius sarebbe stato amputato direttamente dove cucina >> disse Pete.
<< Razza di idioti, deficienti del cazzo lasciatemi! >>
<< Qualcuno dovrebbe tenerlo buono >> disse Franchie.
<< Potremmo colpirlo con questa >> propose Roach indicando una padella, Izzy impallidì ma quando stava per intervenire venne preceduto da Lucius.
<< Ragazzi credo che legargli una benda alla bocca vada bene >> disse infatti attirando lo sguardo di tutti, non sapeva nemmeno lui perché lo avesse fatto, in fondo a una parte di sé non sarebbe dispiaciuto vedere quella testolina nervosa con un bel bernoccolo.
<< Ottima idea amore >> disse Pete avvicinandosi e accarezzandogli un fianco.
<< Voi non mi legherete un cazzo capito! >>
<< Shhh Dizzy Izzy, lasciaci lavorare >> Roach gli legò un fazzoletto bianco alla bocca, lui mugugnò irritato per qualche istante, Lucius gli mise una mano sulla fronte e gli tenne premuta la testa contro al tavolo per farlo stare calmo, sentiva il calore e il sangue pulsare sotto la sua pelle, gli sembrava persino di sentire l'energia che si dibatteva per essere liberata e si stupì di come un ometto così ferito potesse contenere ancora tanta voglia di lottare, poi però si accorse che la benda era piena di sangue, effettivamente non avevano pensato che aveva ferite anche lì.
<< Togliamogli questa roba >> disse con la voce leggermente allarmata.
<< Perché? Tornerà a sbraitare. >>
<< Sono certo che non lo farà e poi è ferito, rischiamo di peggiorare la situazione, e se gli facciamo male questo ci ammazza, già sono certo lo farà. >>
E così gli tolsero la benda, come Lucius aveva previsto Izzy non disse una parola, lui tornò a tenergli una mano sulla fronte e gli sembrò quasi di vedere una piccola ombra di gratitudine nei suoi occhi.
<< Perché il capitano Stede vuole che ce ne occupiamo? >> domandò Franchie mentre Roach lavorava su Izzy.
<< Voglio dire è uno stronzo, avrebbe potuto lasciare che Barbanera lo uccidesse e certo nessuno lo avrebbe pianto. >>
Quelle parole colpirono forte il giovane cuore di Lcuius che abbassò lo sguardo sull'uomo che stava sdraiato sotto di lui, sembrava svenuto anche se non ne era certo, "nessuno lo avrebbe pianto," si ripeté quella frase nella sua mente e si chiese se mai Izzy l'avesse sentita se ci sarebbe rimasto male o se non gliene sarebbe importato nulla, d'istinto strinse appena la mano tra i capelli dell'uomo come in un gesto di conforto e poi tornò a concentrarsi sugli altri.
<< Sai come è fatto il capitano, si prende a cuore tutti, ricordi con gli ostaggi? >> disse tenendo un tono di voce leggero per non disturbare il sonno di Izzy.
<< Sì...io avrei tanto voluto torturarli >> si lamentò Roach.
Stede arrivò proprio mentre stavano finendo il lavoro.
<< Ragazzi, allora come va? >> disse avvicinandosi lentamente.
<< Bene capo, ha parecchie ferite e qualche contusione ma con qualche giorno di riposo starà già meglio. >>
<< Ottimo lavoro >> rispose con un lieve sorriso stanco.
<< Portatelo nella sua cabina, e per favore fate dei turni di guardia, non voglio che lui commetta qualche idiozia o che a Edward venga in mente di finire il lavoro. >>
<< Pensi che potrebbe farlo? >> domandò Lucius.
Stede sospirò.
<< Non credo ma sapete anche voi come sono fatti, Izzy potrebbe anche pensare di provocarlo di proposito, è ferito e non accetta che il suo capo ci abbia tenuti qui. >>
<< Potrebbe andarsene lui >> disse Pete.
<< Magari lo farà, intanto portatelo via. >>
Così fecero e da quel momento si alternarono a fare la guardia mentre Roach entrava ogni tre ore a cambiare bende e cerotti e disinfettare le ferite, non è che ne avesse molta voglia ma erano ordini del capitano e non poteva disobbedire, Izzy dormì per tutto il giorno e la notte seguente, Barbanera non uscì praticamente dal suo alloggio e la ciurma poté respirare una giornata tranquilla senza quella tensione che di frequente aleggiava quando c'erano in giro quei tre.
<< Oh dio! >> imprecò Lucius mentre si chiudeva la porta di quella cabina alle spalle, si allontanò alla svelta e quasi non andò a sbattere contro il suo capitano che vedendolo così alterato si chiese che cosa fosse successo.
<< Lucius che ti prende? >>
<< Stede io lì dentro non ci entro più, è la seconda volta che mi lancia del cibo addosso. >>
<< E tu spostati >> disse alzando un sopracciglio.
<< Forse non hai afferrato la situazione, non si può entrare senza rischiare la vita. >>
<< Adesso stai esagerando, sono convinto che... >> camminò fino alla stanza, aprì la porta e in quell'esatto momento Izzy tirò un bicchiere verso di lui, fortunatamente Stede riuscì a chiudere la porta in tempo prima di essere colpito.
<< Bé forse è un po' irritato >> convenne.
<< Un po'!? Mi dispiace capo ma ho già rischiato la vita abbastanza volte. >>
<< Va bene, puoi andare ci penso io >> disse dandogli un'amichevole pacca sulla spalla.
Quando Stede rientrò nella stanza Izzy lo guardò nuovamente con odio e disprezzo, tentò di afferrare la prima cosa che aveva vicino a sé ma il pirata biondo fu più veloce e gli bloccò entrambe le mani sul materasso, si tenne appoggiato con un ginocchio su di esso e l'altro piede piantato a terra.
<< Adesso basta signor Hands, hai già fatto abbastanza danni. >>
Izzy rise trattenendo una smorfia per il bruciore dovuto alle ferite che aveva ancora sulle labbra.
<< Credi di farmi paura Bonnet? Tu non sei niente, sei solo una misera nullità, se non sarò io a ucciderti con queste mani ci penserà qualcun altro perché non sei degno di questa vita. >>
<< Non mi hai spaventato la prima volta e pensi di riuscirci ora? E' vero quando sono partito ero solo un idiota con un giocattolo ma adesso sono consapevole di cosa significhi essere un pirata, soprattutto essere capitano di una ciurma e proprio in funzione di questo non posso permettere che ci siano pericoli sulla mia nave. >>
<< E' la nave di Barbanera adesso stronzo >> sputò fuori con sufficienza
<< Tu vieni a parlarmi di Barbanera? Dopo che vi siete azzuffati, sei un ipocrita Izzy. >>
<< Fottiti Bonnet e lasciami andare cazzo! >> sbraitò tentando di fare forza ma era ancora troppo debole e Stede lo tenne premuto verso il basso.
<< Ti lascio se prometti che starai calmo. >>
<< Fanculo. >>
<< Bene come vuoi, se preferisci parlare da questa posizione. >>
<< Bonnet cazzo giuro che appena mi sarò ristabilito ti strapperò le viscere con le mie mani >> e di nuovo si agitò ma senza risultato, era frustrante per lui essere sottomesso e non aver la possibilità di ribellarsi verso quell'uomo che odiava, sentiva lo stomaco bruciargli e la bile risalirgli lungo la gola.
<< Perché per una volta non la smetti di lottare? >>
Izzy spostò solo lo sguardo di lato verso il muro, lo lasciò passare per un segno di indifferenza quando invece voleva nascondere i suoi occhi lucidi, Stede a quel punto credendo si fosse calmato lo lasciò lentamente spostandosi dal materasso.
<< Che cazzo vuoi? Perché sei qui? >> domandò il primo ufficiale voltandosi verso di lui.
<< Te l'ho detto voglio che su questa nave nessuno corra il rischio di farsi male, non per cause interne almeno. >>
<< Mi spiace deluderti ma Edward verrà qui a finire il lavoro ad un certo punto. >>
Stede scosse la testa incrociando le braccia.
<< Non lo farà, gli ho parlato. >>
Quella frase colpì nel profondo la dignità di Izzy, si ritrovò ad abbassare lo sguardo e a sbuffare un'amara risata.
<< Certo a te da retta, dovevo immaginarlo. Avrei preferito mi ammazzasse quel giorno. >>
<< Sei così melodrammatico a volte Izzy Hands, anche se decidesse di non ascoltarmi e ci provasse io glielo impedirei. >>
<< Tu? >> quasi rise.
<< Io e gli altri. Edward non si è calmato, ti detesta ancora e penso che vorrebbe prenderti nuovamente a pugni ma chissà per quale motivo ancora non ci ha provato, non posso assicurarti che non lo farà perché sei stato un vero stronzo e vorrei tanto essere io stesso a prenderti a pugni adesso. >>
<< Uhh l'elegante damerino che sporca le sue labbra intonse con una parolaccia, che scandalo. >>
Poi continuò.
<< Lascia pure che venga, mi farai solo un favore, o magari riesco a ucciderlo io...- >>
<< Non lo faresti mai, ad ogni modo Izzy se vuoi rimanere su questa nave le cose devono cambiare, devi lasciare che Edward viva la sua vita. >>
<< Con te? >> aveva una smorfia derisoria sul volto ma in realtà non era divertito, solo amareggiato e nascondeva con il riso quello che realmente provava.
<< Con me o con chi vuole, la devi smettere di volerlo diverso solo per appagare un tuo desiderio...- >>
<< Senti chi parla, lo stronzo che lo ha agghindato come una fottuta bambolina! >> gridò sollevandosi con il busto.
<< Edward me lo ha chiesto! E' questa la differenza tra noi due Izzy, ogni cosa che ho fatto è stata solo esclusivamente perché era lui a volerla, desiderava imparare come si comportava un aristocratico, ha voluto andare lui a quella festa e sempre lui era alla ricerca di qualcosa che lo facesse sentire bene ma tu eri troppo accecato dalla sua figura per vederlo. L'unico errore che ho commesso è stato abbandonarlo su quella spiaggia, ma io Edward lo avevo accettato dal primo giorno che ci siamo incontrati, non avevo bisogno che cambiasse. >>
Izzy con uno slancio lanciò via le coperte, si alzò di scatto muovendo qualche passo instabile ignorando il giramento di testa, gli puntò un dito contro e iniziò a urlare con rabbia.
<< Questa è una stronzata Bonnet! Lui ha iniziato a desiderare questi fronzoli solo per piacere a te! >>
<< Dio Izzy possibile che tu sia così cieco? Non aveva motivo di farlo...- >>
<< Credeva che non lo avresti neanche guardato se si fosse mostrato per ciò che era idiota! >> sbottò il primo ufficiale.
Stede era esausto, gli sembrava di lottare contro un muro invalicabile, più provavi a distruggerlo per crearti un'uscita più quello si rinforzava fortificando le sue difese.
<< Ma se da subito gli ho chiesto di insegnarmi come essere un vero pirata, non ho mai messo becco sui suoi metodi Izzy, e abbiamo fatto abbastanza abbordaggi insieme se non ricordi ed io seguivo lui, lo osservavo per imparare e anche se il suo modo di fare magari non sarebbe mai diventato il mio comunque non lo giudicavo. Sarò stato anche un idiota ma sarei stato davvero stupido a mettermi nella posizione di giudicare come Barbanera facesse il pirata! >>
Si passò una mano tra i capelli biondi in un gesto che sottolineava la sua frustrazione.
<< Edward questo non poteva saperlo >> lo accusò Izzy.
<< Certo che lo sapeva! E lo vedeva ogni giorno dal mio comportamento verso di lui, non c'è stata mai una volta in cui gli ho detto "Edward così non mi piaci" >> gli occhi gli diventarono lucidi, dovette trattenersi, strinse i pugni e le labbra poi continuò con la voce incrinata.
<< L'unica volta che...l'unica volta che gli detto la mia opinione è stata quando è arrivato Calico, ma perché sapevo che non era se stesso, nelle settimane precedenti non era mai stato così e guarda caso arriva lui e si trasforma in un'altra persona...e poi ero geloso, dannatamente geloso del rapporto che avevano quei due. >>
Izzy ignorò la parte sulla gelosia, non si sarebbe certo messo a parlare di sentimenti con Stede Bonnet.
<< Edward lo è stata quella persona Bonnet. >>
Stede si asciugò gli occhi.
<< Lo so ma non lo era più, e a dire la verità non posso sapere come sarebbero andate le cose se il Barbanera che mi ha salvato la vita fosse stato quello che era quando c'era Calico, forse non mi sarebbe piaciuto allo stesso modo o forse sì, oppure ne avremmo parlato, non lo so Izzy. L'unica cosa di cui sono certo perché Ed me lo ha detto è che si era stancato di quella vita, non gli ho messo io parole in bocca, non gli ho fatto promesse prima di quel fatidico giorno in cui gli ho spezzato il cuore. >>
<< Lasciarlo è stato il regalo migliore che tu potessi fargli >> rispose Izzy incrociando le braccia.
<< No è stato il regalo giusto per te, ma il vero Barbanera non è quello che c'è di là in questo momento. >>
<< E tu che cazzo ne sai di chi è il vero Barbanera? Ti arroghi di conoscerlo solo perché vi siete infilati l'uno nei pantaloni dell'altro per qualche settimana? Io ci sono sempre stato non tu, sono io che ho da sempre navigato con lui cazzo, sono stato al suo fianco, l'ho visto combattere, lottare, resistere sfinito fino a quando l'ultimo briciolo di muscolo non gli faceva male...- >>
<< Barbanera è quello che ti ha dato un pugno quando ci hai venduti agli inglesi, non quello che si è rotto le nocche pestandoti a sangue >> sbottò Stede.
Izzy sogghignò, dovette tenersi al comodino con una mano prima di riprendere a parlare, la testa gli doleva e girava come se ci fosse un mulinello che non perdeva mai energia, nonostante questo non poteva permettersi di perdere quella battaglia con quello che a tutti gli effetti era un suo rivale.
<< Così lo giudichi un mostro. >>
<< No Izzy, non è lui il mostro in questa storia, è stato una nostra vittima e se non te ne sei reso conto Edward sta facendo tutto questo per te, sei tu a volerlo così e poi hai il coraggio di accusare me di averlo cambiato. Sta soffrendo e noi ce ne stiamo qui a discutere su chi ha ragione mentre invece è con lui che dovremmo stare. Izzy non ti permetterò più di fargli del male, Edward da ora in avanti sarà solo ciò che vuole essere ma sarà libero da influenze, se non ti sta bene sei libero di lasciare questa nave, perché se dovessi scoprire che sotto sotto trami in maniera subdola per fargli fare ciò che dici tu giuro che dimentico quello che significa essere un gentiluomo e ti prendo a calci nel culo. Credimi solo lui potrebbe salvarti da quella fine, ma la decisione di tenerti a bordo deve essere libera e solo sua. >>
Stede si avvicinò e lo spinse sul letto.
<< Che cazzo fai!? >>
<< Stenditi devi riposare e cerca di essere un paziente più docile. >>
Stava per andarsene quando la voce di Izzy lo fermò.
<< Perché lo stai facendo? >>
Stede spostò la testa di lato e rispose.
<< Perché Edward tiene a te, non vorrebbe mai vederti andare via in questo modo e so che ne soffrirebbe e non voglio che soffra più di quanto stia già facendo. >>
Uscì chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo, Izzy abbassò le spalle che erano rimaste tese per tutto il tempo, "Edward teneva a lui" che idiozia, un'altra delle fantasie di quello che vedeva nel mondo fiabe e unicorni colorati, il suo capitano si sarebbe liberato di lui solo per una sciocca arancia, come poteva credere che lo volesse sulla nave e poi glielo aveva anche detto prima che lo portassero via che non avrebbe più voluto rivederlo, sentì qualcosa scivolare lento sulla guancia, lo toccò con le dita scoprendo essere acqua, stava piangendo, lui, Izzy Hands che piangeva, per cosa poi? Per il rifiuto di Edward, per le parole di Bonnet o per la consapevolezza che quell'idiota conoscesse il suo capitano meglio di lui.
<< Cazzo. Fanculo. >>
Imprecò.
Intanto Stede uscì sul ponte alla luce di uno splendido sole, si avvicinò a Lucius che era appoggiato alla ringhiera della nave perso in chissà quale pensiero, gli mise una mano sulla spalla e lui sussultò per lo spavento, era ancora troppo presto per rimanere tranquillo ed essere toccato mentre era così vicino all'acqua.
<< Oh dio! >> si mise una mano sul petto e si voltò.
<< Stede... >>
<< Scusami Lucius, io avrei dovuto avvisarti >> lo guardò dispiaciuto.
<< Non fa niente, devo farmi passare questa cosa >> rispose lui con la voce un po' agitata.
<< Cosa volevi? >>
<< Uh...io ero venuto per dirti che ho parlato con Izzy e sono sicuro abbia capito le mie parole, quindi se te la senti puoi continuare i tuoi turni da lui. Non voglio costringerti Lucius ma ho fatto una promessa a me stesso in primis ed è quella che vi avrei protetti ad ogni costo, per questo sono venuto a dirtelo, perché non voglio che su questa nave ci sia qualcuno che abbia paura. >>
Il ragazzo sorrise intenerito e confortato da quelle parole, quanto era diverso Stede dall'ultima volta che lo aveva visto.
<< Ti ringrazio capitano, il punto è che per noi è un po' difficile fidarci dopo quello che è successo, anche se sembriamo tranquilli abbiamo ancora paura che tutto si ripeta capisci? >>
<< Certo >> rispose Stede con un sorriso comprensivo.
<< Ma sono felice che tu abbia e stia provando a rimettere in ordine le cose su questa nave e darci un posto sicuro in cui stare. Penserò a quello che mi hai detto...su Izzy. >>
Stede annuì.
<< Però non posso prometterti che non ti riempirà di parolacce. >>
Lucius rise.
<< Sarebbe stato troppo anche per te, ti avremmo dovuto eleggere santo della nave in quel caso. >>
E risero insieme condividendo quel piccolo scorcio di serenità, erano ancora tante le cose da fare sulla Revenge, molti i cuori da sistemare ma quello era un inizio, le cose migliori a volte cominciano proprio facendo il primo passo che se pur piccolo rappresenta una via e Stede era certo che quella fosse la strada giusta per rimettere in ordine quello che aveva incasinato con la sua fuga e non si sarebbe arreso questa volta, non importava quanto le cose sarebbero diventate difficili, lui era lì e quel posto era casa sua.

















   
 
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