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Autore: JeanGenie    24/10/2022    0 recensioni
"Il principe, che ha il suo viso, millenni prima che lui nascesse."
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La via per Endelaan'
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Questa storia ha partecipato al Writober 2021

Prompt:

I - Risposte (pumpINK)

II - Fantasy AU (pumpFIC)

III - Incisione (pumpNIGHT)

 

FIABE SU PIETRA

 

I

 

Ormai conosce quei libri antichi a memoria. Ma i tasselli mancanti deve cercarli da sola.

Sa che le risposte che cerca la stanno aspettando. Di domande ne ha poste fin troppe. 

La giungla della zona equatoriale di quella luna ignota la avvolge e la soffoca, ma lei continua ad avanzare. Le hanno detto di fare attenzione. Le hanno detto che le piante possono farle molto male. Lei non è certa che ci siano ancora dei Drengir in vita. Non le è mai capitato di incontrarli e non ha intenzione di farsi intimorire da delle vecchie leggende.

Anche se è stata una leggenda a portarla lì.

La Jedi brandisce la sua lama gialla tagliando rami e liane per liberare il cammino.

È partita da sola. Nessuno potrebbe aiutarla se dovesse ritrovarsi nei guai.

Ma deve vedere con i propri occhi. Non può fidarsi semplicemente delle parole di quell’anziana archeologa dai capelli intrecciati e dai segni tribali sul viso.

“Ne avrò visti a dozzine, di vecchi templi Jedi e Sith. Ma quello era particolare. Straordinario” aveva detto Mika Grey, catturando l’attenzione di tutti in quel bar. E aveva cominciato a parlare, aiutata da boccali di birra corelliana. 

E lei aveva ascoltato, parola dopo parola. Una storia assurda. E gliel’aveva detto.

“È impossibile. Non può esistere nulla di simile. Non ha alcun senso.”

“Eppure ti assicuro che gli abitanti del posto raccontano questa storia da sempre, ragazza. E ciò che ho visto è la prova di quanto siano antiche e ben radicate le loro leggende.”

Leggende… Leggende risalenti a migliaia di secoli prima. Impossibile. 

“Dammi le coordinate, allora. Voglio andare a vedere.”

Mika aveva sorriso. “Ti piace il rischio, ragazza.”

Il tempio ora è davanti a lei ed è solo un cumulo di rovine divorate dalla giungla. La Jedi si asciuga il sudore prima di seguire alla lettera le istruzioni che Mika Grey le ha dato.

Passare oltre il cortile. Superare la colonna caduta. Scendere. Scendere sempre più in basso, su gradini resi scivolosi dal tempo.

Fino a vedere spalancarsi di fronte a sé una storia che non può esistere…

La Jedi sfiora le immagini. Chiude gli occhi. E ricorda. 

II

“Oh, in fondo è solo la storia di un principe e di una contadina” Gli occhi di Mika avevano brillato mentre provava la gioia del cantastorie di fronte a un uditorio rapito.

“Si incontrano. Lui la disprezza perché è povera. Lei disprezza lui perché è potente e arrogante. Si innamorano. Ma arriva il drago. Un drago potente e immortale. Il principe decide di affrontarlo e assoggettarlo. Ma il drago è scaltro. Dopo avere reso di cenere il cuore del principe strega la contadina. E vuole che lei diventi il suo tramite per portare le tenebre nel mondo. 

"Ma la contadina è protetta dagli spiriti e da un grande mago che le dona due spade incantate. 

"Così, quando il drago si presenta alla contadina, lei è protetta, restituisce il suo cuore al principe e insieme sconfiggono il drago impugnando una spada a testa.”

“E poi?” aveva chiesto la Jedi con un filo di amarezza nella voce. “Vivono per sempre felici e contenti?”

“Non proprio. Queste leggende non sono mai così banali.” Mika Grey si era fatta portare un altro boccale di birra. “Ho la gola asciutta. Concedetemi un attimo.” La donna aveva vuotato l’intero boccale poi si era asciugata le labbra e aveva ripreso. “In questa versione della storia, il drago, prima di morire, avvelena la contadina. Il principe la salva con un bacio. Ma i due devono separarsi. Gli spiriti portano via il principe. Ma la leggenda racconta che, quando il principe e la contadina saranno di nuovo riuniti, non ci saranno più guerre e  loro regno sarà eterno e splendente.”

“Eterno e splendente, eh?” aveva protestato la ragazza. “Perché? Perché gli spiriti si sono portati via il principe? Non ha senso.”

“Questi racconti raramente hanno un senso, ragazza” Mika Grey l’aveva guardata  come se stesse cercando di scoprire cosa nascondeva. “Sono metafore. Allegorie. Sono storie troppo antiche per essere prese seriamente. Questa, come ti dicevo, è vecchia di millenni. E io credo di averne trovato la sua rappresentazione più antica.”

Era stato a quel punto che la Jedi aveva detto “È impossibile. Non può esistere nulla di simile. Non ha alcun senso.”

III

La Jedi ha ancora gli occhi chiusi quando sfiora il bassorilievo con i polpastrelli. Poi trova il coraggio di guardare. Accende la sua spada laser e il chiarore giallo della lama permette a quell’antica parete di raccontarle la sua storia.

Colpi di scalpello grezzi, poi un lavoro primitivo ma accurato di rifinitura. Vede la contadina fra le dune del deserto e riconosce la forma accennata di un AT-AT. Vede il principe con la sua armatura smaltata di nero. Vede i due che si parlano davanti a un fuoco di gemme rosse. Vede il drago, spaventoso e oscuro e loro, gli eroi, che combattono con spade  coperte di cristalli azzurri. E poi ancora loro. Divisi da un muro che tentano invano di guardarsi. E ancora… ma la parete è crollata. La storia continua ma lei non può vederla. Sa che quella non è la fine. Ma è arrivata troppo tardi. 

“Un racconto vecchio di migliaia di anni”. Ma solo due ne sono trascorsi da quando tutto questo è accaduto. Ed è accaduto a lei. 

Allunga di nuovo la mano per toccare quella pietra antica. Chiude gli occhi, si concentra, e lascia che la storia fluisca in lei. Ere passate, genti scomparse. Mani ruvide che completano il lavoro. E figure che si inginocchiano per baciare l’orlo di un mantello.

“Non è necessario” dice il principe invitando il capotribù a rialzarsi. Una versione arcaica del basic che lei fa fatica a comprendere. 

“Che tu possa ritrovare la tua Ashla, mio signore Bogan. Noi ti saremo per sempre grati” replica il vecchio stringendo la mano del principe.

Il principe, che ha il suo viso, millenni prima che lui nascesse.

Ashla. Bogan. Nomi primigeni per il Lato Chiaro e il Lato Oscuro.

Il principe è lui. È lui che scompare oltre un portale antico quanto l’incisione che la sta guidando. Lui che esiste ancora, da qualche parte, fra lo spazio e il tempo. Lui, che continua a cercarla mentre offre il suo aiuto a chi ne ha bisogno, in qualunque luogo si trovi. E la storia continua, anche se non le è dato conoscerla. Non ancora. Perché deve viverla. 

La Jedi apre gli occhi ritrovandosi di nuovo fra le rovine. Osserva per un ultimo istante quel racconto di pietra che verrà narrato in eterno. Ora è certa che la parte mancante narrava di un lieto fine, qualunque cosa possa pensare Mika Grey in proposito. 

“Merita comunque che le offra una birra” dice la Jedi fra sé e sé lasciandosi il tempio alle spalle per immergersi di nuovo nella giungla ma con il cuore più leggero.

 

   
 
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