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Autore: NymeriaStark    24/10/2022    0 recensioni
Ciao, questa storia è un what if del duello finale tra Astral e Yuma. Che succederebbe se fosse quest'ultimo a perdere? Quali conseguenze avrebbe sul resto dei personaggi?
Questa fic cercherà di rispondere, almeno in parte, queste domande, concentrandosi su Four e, in misura minore, su Yuma.
Spero possiate apprezzarla
Edit:. non sono del tutto soddisfatta del finale quindi potrei revisionarlo e modificarlo in seguito, scusate per il disagio
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Christopher Arclight/ Five, Kotori /Tori, Michael Arclight/ Three, Thomas Arclight/ Four
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo il confronto con il fratello Thomas aveva iniziato ad uscire più spesso, riusciva anche ad avere delle conversazioni con la sua famiglia, ovviamente inerenti ad argomenti molto distanti dal suo stato d'animo attuale. Aveva cominciato a capire che il mondo andava avanti, e lo faceva senza tenere minimamente in considerazione di aver perso una persona straordinaria come Reginald. Gli sembrava terribilmente ingiusto e questo risvegliava in lui emozioni a lungo sopite, iniziava a mancargli il vuoto precedente, il groviglio indistricabile di pensieri, era molto più semplice ignorare tutto e proseguire sulla propria strada, sfortunatamente quello era diventato un percorso impraticabile per lui. Non sapeva dire da quando ma sentiva crescere dentro di sé la rabbia, inizialmente era rivolta verso Reginald, per averlo abbandonato, per essersene andato prima di lui. Poi si spostò verso Yuma e la sua incapacità di vincere l'unico duello che contava veramente, quello in cui erano in palio non solo il destino di un mondo ma quello di sette persone. Strinse i pugni ed uscì di casa, camminando a passo spedito, non ci mise molto a raggiungere la sua destinazione. Bussò alla porta, con decisamente troppa foga, ad aprirgli fu sua sorella che lo fissò con un misto di speranza e angoscia "Sei qui per Yuma?" Thomas si limitò ad annuire "Beh, buona fortuna. È da mesi che non mette piede fuori dalla sua stanza, è… decisamente diverso rispetto a quando lo hai conosciuto" Four entrò e si diresse verso la sua camera, per poi superarne con foga la porta. Yuma era lì, rannicchiato in un angolo della stanza, con una carta in mano. Si avvicinò a lui sentendo la rabbia che gli aveva dato le forze fino a quel momento smorzarsi. Lui si girò e lo scrutò con uno sguardo spento, vacuo. Ricordava quella espressione, era la stessa che aveva visto riflessa nel suo specchio negli ultimi mesi "Four… ciao… non credevo saresti passato a trovarmi" disse sforzandosi di sorridergli, bastò questo ad alimentare nuovamente il fuoco dell'ira che lo stava consumando da dentro 'Davvero? Beh, mi spiace deluderti ma temo di non essere qui per il motivo che credi" il sorriso sulle sue labbra si smorzò "Credo di saperlo invece e non ti biasimo. Se non fosse stato per me Reginald sarebbe ancora qui…io…" Thomas non gli lasciò terminare la frase, era davanti a lui, pronto a dare sfogo alla sua rabbia ma, mentre era a un passo dal dargli un pugno, si bloccò, fissando interdetto la carta che Yuma stringeva convulsamente tra le mani "Quella carta… era sua vero?" Chiese ben conscio della risposta, lui riaprì gli occhi, confuso dalla situazione "Sì, me l'ha regalata dopo il primo duello che abbiamo combattuto insieme. È… tutto ciò che mi resta di lui" disse, mentre le lacrime iniziavano a rigargli le guance "Per favore, non fermarti, merito qualsiasi punizione tu sia venuto ad infliggermi" le lacrime si erano trasformate in singhiozzi e Yuma, prostrato ai suoi piedi, lo stava pregando di fargli del male. Bastò questo a fare scattare una sorta di interruttore dentro di noi, permettendogli di raggiungere una nuova consapevolezza. "E a che cosa servirebbe? Non lo riporterà di certo indietro" disse mentre un sorriso amaro gli si dipingeva sulle labbra "Senza contare che sei davvero patetico in questo momento, mi hai fatto passare tutta la voglia che avevo di massacrarti di botte…" sospirò prima di proseguire e incrociò il suo sguardo con quello di Yuma "So che è stupido da dire ma credo che Reginald non vorrebbe questo, preferirebbe vederci affrontare questa situazione insieme… dopotutto, non so bene per quale motivo, teneva molto a entrambi…" Yuma non rispose, si limitò a porgergli la carta che stringeva tra le mani e ad alzarsi faticosamente in piedi. "Xyz armato" anche solo avere la possibilità di stringere tra le mani qualcosa di suo gli donò un sollievo che non sentiva da tempo. "Dovresti tenerla tu" Thomas scosse mestamente la testa prima di restituirgliela "Non è a me che l'ha regalata, cerca di conservarla come si deve" si diresse verso la porta, deciso a tornare a casa sua "Aspetta… per favore" "Cosa vuoi Yuma?" "Mi dispiace, davvero tanto… io… vorrei poter fare qualcosa per rimediare…" "Rimediare? Per quanto detesti ammetterlo non è stata colpa tua, semplicemente trovavo più semplice sfogare la mia rabbia verso di te piuttosto che contro me stesso…" "Ma non sei stato tu a perdere contro Astral, se solo avessi vinto quel duello… allora lui… tutti loro, sarebbero ancora qui" Thomas esitò qualche istante prima di rispondere, non capiva perché sentisse il bisogno di aprirsi con Yuma e confortarlo, erano entrambe cose in cui non era mai stato particolarmente bravo. "Forse se mi fossi aperto con te, prima della fine, ora riuscirei ad accettare meglio quello che è successo" scosse la testa "non essere ridicolo, perderlo sarebbe stato comunque tremendo" "Lo credi davvero? Anch'io ho duellato contro di lui, ho avuto la mia possibilità di fermarlo, di riportarlo indietro, e l'ho sprecata. Se avessi vinto quel duello forse lui avrebbe capito che c'era un'altra soluzione, che era possibile continuare a stare dalla stessa parte, ma ho perso, vanificando l'ultima occasione di riaverlo con noi. Dimmi Yuma, ti sembra ancora che io sia innocente? Perché io non mi sento affatto così" piombò il silenzio, un silenzio carico di sottintesi e parole non dette. Per quanto facesse fatica a sopportare la vista di quel ragazzino fastidioso a seguito del duello, sapeva di non poter evitare di assumersi la sua parte di colpe. Era la prima volta che esprimeva quei pensieri ad alta voce, non era riuscito a farlo nemmeno con i suoi fratelli, certo che non potessero capirlo fino in fondo. Con Yuma però era diverso, lui aveva sperimentato in prima persona lo stesso dolore e, a differenza sua, era stato costretto a vederlo svanire. Certo questo gli aveva dato una sorta di chiusura, un modo per dirgli addio, prima della fine, al contempo però lo aveva caricato del peso della promessa di riportarlo indietro e non essere riuscito a farlo lo aveva devastato. Yuma era andato avanti senza avere la speranza di poterlo rivedere mentre lui, seppur per qualche breve istante, aveva potuto illudersi che fosse andato tutto bene, che Reginald fosse ancora vivo. Non sapeva chi avesse sofferto di più ma non era importante, stavano entrambi patendo la sua perdita e la condivisione appena avuta con lui era riuscita a donargli un po' di pace. "Ora è meglio che vada, non vorrei fare preoccupare i miei fratelli, sono diventati decisamente troppo protettivi nei miei confronti ma, per il momento, preferisco non dargli ragioni per preoccuparsi" "Sì, lo capisco, anche mia sorella non mi dà un attimo di tregua… per quanto mi sforzi però non riesco a parlarle di come mi sento, non credo potrebbe capire" "Già… conosco la sensazione…" fu incerto se proseguire o meno ma alla fine decise di farlo "Ciao Yuma, è stato… stranamente confortante rivederti>> non gli diede il tempo di rispondere e si avviò a passo spedito verso casa, aveva condiviso fin troppo per i suoi gusti, sapeva che non sarebbe riuscito a sostenere altro per quel giorno. Non ci mise molto a raggiungere la sua destinazione, il sollievo dei suoi fratelli era palpabile e anche lui si sentiva più sereno. Non sapeva se sarebbe durata, era più probabile che si trattasse della quiete prima della tempesta ma, mentre nei mesi precedenti si sentiva un naufrago su una zattera semidistrutta, nell'occhio del ciclone e impossibilitato a scappare, ora gli sembrava di avere a disposizione dei remi e che, con la giusta spinta e determinazione, sarebbe riuscito a superare anche quella tempesta.

   
 
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