Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2023 indetti sul forum Ferisce la penna.
Attenzione: se non avete finito di vedere la serie, evitate questa storia.
È praticamente uno spoiler che cammina!
Che cosa sei davvero?
Una
femmina.
Ti
è stato raccontato più volte come sei stata accolta in questo
mondo: il sorriso carico di sollievo di Aemma e la gioia radiosa di
Viserys, prima di presentarti con orgoglio alla corte.
Hai
più volte dovuto sottostare allo svantaggio che comporta il tuo
sesso: le occhiate cariche di biasimo dei lord, speranzose di vedere
prima o poi un figlio spodestarti dal posto d'onore nel cuore del re,
quelle consapevoli e amareggiate di Rhaenys –
le
stesse di chi sta leggendo un libro di cui conosce già il finale –,
quelle voraci degli avvoltoi che ti bramano come un trofeo e quelle
di Daemon.
Queste
non le hai mai capite.
Un'amica.
Non
è scontato godere di un legame sincero in un luogo impregnato di
lingue velenose e affilate come la Fortezza Rossa.
Eppure
sostieni di averlo trovato con Alicent, l'unica che sembra desiderare
la tua compagnia per il piacere che le procura e non per mero dovere.
Sai
che preferisce che vi dedichiate alla lettura, allo studio dei grandi
e mediocri che vi hanno preceduto, piuttosto che vederti in sella a
Syrax.
«Ho
paura di vederti cadere» ti ha confessato un giorno, il timore che
le colorava la voce e adombrava il viso.
E
tu hai riso di cuore, perché i draghi non precipitano dal cielo.
I
draghi si librano.
Una
Targaryen.
Forse
non quella che i Sette Regni ambivano a vedere sul trono –
Rhaenys
è solita ripetere che il potere degli uomini non è fatto per voi
–
ma
quella a cui ogni lord sarà costretto a inchinarsi e chiamare
regina.
Alzi
il mento fiera, l'esaltazione che ti scorre nelle vene, mentre una
schiera di uomini giurano fedeltà all'erede di Viserys.
Ti
chiedi se anche Rhaenys e Visenya si siano sentite così, dopo la
Conquista, ebbre di compiacimento per essere riuscite a piegare un
continente intero e aver stravolto le regole degli dei.
Il
potere è di chi se lo prende, stabilisci
convinta, forte dell'ingenuità e dell'impeto della gioventù.
Una
figlia.
Ci
sono giorni in cui non vi capite.
È
il sangue del drago,
commenta
tuo padre, al termine di ogni discussione, quando entrambi vi siete
calmati, con uno strano sorriso carico di tristezza. Una
volta infiammato, non può essere raffreddato da semplici parole.
Gli
vuoi bene, davvero, anche se ti ha ferita.
Ti
ha portato via tua madre, solo per una folle brama di avere un
maschio –
ma
il drago, si sa, lo è, folle, e Viserys potrà sembrare senza ali e
zanne ma è carne del Conquistatore
–,
Alicent e ogni speranza di contare ancora qualcosa.
Eppure
non lo odi, perché ti è rimasto solo lui.
Un'alleata.
Tu
e Leanor siete questo, nonostante spesso ti sembra di essere anche
sua
madre.
Il
fatto è che appare troppo indifeso, fragile, sbagliato
per
questo mondo. Una perdita l'ha quasi mandato in pezzi.
Forse
non è una questione di sangue diluito –
ce
lo ha anche Laena, ma lei dimostra una tempra più solida –
ma
di carattere.
Laenor
non è fatto per questo mondo, né per la corona. Il trono lo farebbe
sanguinare e lui stesso dichiara che non vorrebbe mai sedercisi.
Qualcuno
afferma che è un peso –
Daemon.
Può
darsi ma te ne prenderai cura.
Come
chi combatte una guerra e non ha intenzione di lasciare indietro nessuno.
Un’amante.
È
sbagliato, ne sei conscia, eppure tra le braccia di Harwin hai
trovato riparo, una felicità effimera e la sicurezza di poterti
rilassare senza subire pugnalate.
Ser
Criston ti ha insegnato che gli uomini sanno essere mutevoli,
passando dall’adorazione all’odio come una bandiera.
Harwin
è diverso, ti capisce. È consapevole che tra voi non potrà esserci
altro se non quel gioco di sguardi silenzioso, quelle parole dolci
sussurrate o quei momenti sporadici in cui vi saziate l’una
dell’altro.
Sa
che il dovere verso il trono di tuo padre verrà sempre prima della
devozione per qualsiasi uomo.
E
stranamente gli va bene.
Forse
è questo l’amore.
Vivere
l’attimo.
Una
madre.
Lo
sei diventata nel momento in cui te lo hanno messo in braccio. Jace
era bellissimo, piccolo ma così forte…
Hai
compreso le parole di Aemma –
il
parto è il campo di battaglia delle donne
– e
il desiderio di Viserys di voler altri figli. Tu stessa non riesci a
immaginare la tua vita senza Luke e Joffrey.
Hai
cercato di essere una mamma e non una madre per loro, di nutrirli con
amore e attenzioni. Sai che la mancanza inasprisce i cuori e rende le
zanne fameliche di affondare nella carne.
Sarai
orgogliosa di quello che diventeranno.
Sono
la tua gioia, forza e orgoglio.
Il
tuo futuro.
Una
moglie.
Lo
sei stata solo quando ti sei unita a Daemon, dopo anni in cui quella
speranza si era spenta fino a ridursi in cenere.
Credevi
che finalmente avresti avuto quello che c’era tra i tuoi genitori.
Ti saresti accontentata anche di qualcosa simile al rapporto che
avevi con Harwin, anche se stavolta ti aspettavi di poterlo vivere
alla luce del sole.
E
se fosse solo un surrogato?
Daemon
sembra amare più il suo nuovo rango che te –
a
un passo dal trono, proprio come aveva sempre bramato –, ammesso
che sia davvero in grado di farlo.
Ha
amato Laena?
O
anche lei era un mezzo per raggiungere un fine?
Una
regina.
È
quello che tuo padre desiderava per te, che fossi il suo successore.
È
quello che agogna Daemon insieme alla guerra.
È
quello che Alicent, la sua prole e i loro seguaci rifiutano di
riconoscerti.
Eppure,
quando osservi la corona di Viserys, quando accarezzi con le dita
quelle decorazioni incise nel freddo metallo, ti chiedi se il tuo
dovere non sia quello di assicurare al regno pace e stabilità al
di là di tutto.
A
Rhaenys è stata negata la corona ma è più nobile, saggia e sagace
di qualsiasi altra regina mai conosciuta, tua madre compresa.
È
davvero un cerchio d’oro a rendere tale un sovrano?
Una
donna.
Un
essere fragile, capace di frantumarsi davanti al dolore.
È
successo quando Daemon ti ha sussurrato che cosa è capitato a Luke,
il modo brutale in cui ti è stato strappato via.
Ti
sei piegata in avanti, un vuoto oscuro che si è spalancato nel petto
e si è espanso fino a ingurgitare ogni cosa – cuore, polmoni,
stomaco.
Avrai
lo stomaco per fare ciò che la giustizia urla.
I
polmoni per respirare dopo aver divorato i parenti –
nemici.
Forse
le donne non sono fatte per la corona,
sembrano
dire gli occhi dei tuoi lord dopo che sei stata dilaniata.
Le
donne regnano anche con il cuore sanguinante,
decreti
affilata.
Sei
stata così tante cose –
una
femmina, un'amica, una Targaryen, una figlia, un'alleata, un'amante,
una madre, una moglie, una regina, una donna
–
che
nemmeno rammenti.
Sembrano
tutti frammenti, vite appartenenti a un’altra persona.
Hai
interpretato talmente tanti ruoli che ora ti senti destabilizzata,
persa in un’esistenza che ti sembra sconosciuta.
Solo
uno l’hai sempre evitato, perché sapevi che ti avrebbe divorata
fino ad annerirti le ossa.
Ora
brami di impersonarlo, perché l’odio che ti scorre nelle vene –
che
ti tiene viva, ti fa respirare, bruciare
–
esige
un prezzo di sangue da pagare.
Sorridi,
esponendo le zanne alla luce del tramonto, affacciata alla cinta di mura della
tua rocca.
Un
drago.
“Sei
una pecora? No, sei un drago.
Sii
un drago!”
Game
of Thrones
Detesto
le drabble, sul serio.
È
un qualcosa che sento non essere proprio nelle mie corde.
Però,
siccome ho un Drabblitch tra qualche mese e quelle disgraziate delle
Grifondoro minacciano di farmi diventare un manicotto, sto cercando
di sfruttare ogni occasione per esercitarmi.
(La
Sala Comune non è un posto per deboli di cuore, ve lo garantisco!)
In
realtà le prime quattro drabble le avevo pronte da prima che ci
fosse il cambio delle attrici. Ma siccome io e le drabble abbiamo,
appunto, un brutto rapporto e siccome volevo vedere come si sarebbe
evoluto il personaggio di Rhaenyra, ho preferito attendere nel caso
avessi voluto aggiungere qualcosa.
Promemoria
per me: non farlo più, perché da quattro drabble siamo passate a
undici.
Facciamo
le serie, altrimenti vi inondo di cavolate e mi dimentico quello che
volevo dirvi.
Pure
a me sono drizzati i capelli per l'orrore della quantità di
pregiudizi e ignoranza presente in questa storia. Però Westeros non
è la patria del politicamente corretto. Se non sei etero, te la cavi
solo se nasci nella famiglia giusta e vivi in un contesto favorevole
(Renly Baratheon, stavo giusto pensando a te).
Giacché
ho imparato a non dare nulla per scontato, lo dico senza problemi: mi
dissocio da quelle idee.
Rhaenyra
mi piace abbastanza come personaggio, anche se non condivido metà
delle sue scelte. L’intento di questa raccolta era mostrare i suoi
tanti volti, cercando di mettere in risalto luci e ombre del
personaggio.
Spero
che sia risultata canon, anche se questi dannati salti temporali
rendono, almeno per me, difficile comprenderla appieno.
Forse
desterà molto scalpore il rapporto che ho delineato tra lei e
Viserys, però credo che il legame padre/figlia sia già di base
complesso, figuriamoci in una prospettiva del genere.
Per
dire: pure Sansa aveva problemi con Ned e, lì, la situazione era
decisamente migliore di questa.
Un
abbraccio e alla prossima,
Blue