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Autore: pampa98    28/10/2022    1 recensioni
[Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it]
Breve missing moment della 1x08. Aegon/Jace.
Lontano dallo sguardo della sua famiglia, Aegon non era costretto a odiarlo: da soli, potevano tornare a sei anni prima, quando il peso della corona non gravava sulle loro spalle e l’unica cosa che volevano era passare il loro tempo insieme.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aegon II Targaryen, Jacaerys Velaryon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest
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Prompt: "Strappo"


Tempo che non torna indietro



 

Si era chiesto spesso come sarebbe stata la sua vita, se lo strappo creatosi tra sua madre e sua sorella quando era ancora un bambino fosse stato ricucito con qualcosa di più robusto del residuo dei loro sentimenti. 

Sarebbe potuto crescere insieme a Jacaerys, allenarsi e ridere con lui, volare fianco a fianco sui loro draghi. Forse suo padre si sarebbe ricordato della sua esistenza; forse sua madre sarebbe stata fiera di averlo come figlio. 

Forse non avrebbe dovuto sposare quella stramba di sua sorella e Jacaerys non sarebbe stato promesso a Baela.

«Non possiamo…» 

Jacaerys non aveva fatto che ripeterlo da quando si erano incontrati nei corridoi bui della Fortezza Rossa. Lontano dallo sguardo della sua famiglia, Aegon non era costretto a odiarlo: da soli, potevano tornare a sei anni prima, quando il peso della corona non gravava sulle loro spalle e l’unica cosa che volevano era passare il loro tempo insieme. Aveva bisogno di ricordare quei momenti, il tempo in cui alzarsi dal letto non era così faticoso e la prospettiva di interagire con il mondo non gli faceva desiderare di affogare in un mare di vino fino a non sentire più nulla. 

Aegon continuò a baciarlo, ignorando le proteste sempre più flebili del nipote. Jacaerys gli teneva una mano sul petto, cercando di tanto in tanto di allontanarlo, mentre l’altra era affondata tra i suoi capelli e gli impediva di interrompere il bacio. 

«Mi sei mancato, Jace» disse, liberando le sue labbra per scendere a baciargli il collo. Jacaerys trattenne un gemito e Aegon sorrise soddisfatto sentendo la sua eccitazione premere contro la propria gamba. Poteva atteggiarsi a onorevole cavaliere quanto voleva, ma sapevano entrambi che Jacaerys lo desiderava con la sua stessa intensità – e questa consapevolezza non fece che aumentare il sorriso di Aegon, per una volta ebbro di sensazioni reali.

Portò una mano sotto la tunica di Jacaerys, accarezzando la pelle calda del ventre, fino a scendere più in basso, oltre l’orlo dei pantaloni.

«Aegon…»

Un monito che il principe mise prontamente a tacere, catturando le labbra del nipote in un lungo bacio.

«Coraggio, Jacaerys. Non sei più felice sapendo che arriverai preparato alle tue nozze?»

Si rese conto subito di aver detto la cosa sbagliata – ma ormai quelle parole avevano lasciato le sue labbra. Jacaerys lo spinse via, con convinzione stavolta, e Aegon si ritrovò a barcollare in mezzo al corridoio. La scarsa illuminazione non gli permetteva di vederlo in volto, ma era certo che avesse un’espressione simile a quella che gli aveva rivolto a cena, quando aveva commentato lo stesso avvenimento. Era sollevato di non poterlo vedere, perché lui ricordava un Jace sorridente – l’unico che si fosse mai mostrato felice in sua compagnia – e non era pronto a rinunciare a quei ricordi.

«Jace…» Allungò una mano verso di lui, ma il ragazzo la respinse bruscamente.

«È stato un errore venire a cercarti» disse. «Dovevo sapere che con te non si può parlare.»

«Era solo una battuta.»

«Ah, sì? Come quella che ha fatto tuo fratello?»

Aegon non rispose. Era certo che Jacaerys lo sapesse, perché non era cieco e non era stupido – ma ammetterlo davanti a lui avrebbe significato riconoscere il tradimento commesso da sua madre e questo Jace non avrebbe mai potuto farlo. Aegon avrebbe potuto mentire, dire che sì, era uno scherzo che lui e Aemond avevano preparato per i loro amati nipoti; ma una bugia così fasulla non avrebbe cambiato nulla.

«Ero felice di tornare» mormorò Jacaerys. «Volevo davvero rivederti...»

Non mi aspettavo questo. Non mi piace ciò che sei diventato. Parole non dette che vibrarono tra loro, incatenando il cuore di Aegon in una morsa letale. Sanguinò, mentre la sua bocca emetteva un lamento mascherato da risata.

«Sono stato una delusione, vero?»

Il suo silenzio fu più doloroso di mille schiaffi. 

«Stammi bene, zio» disse, prima di incamminarsi a testa bassa verso la sua camera, dove probabilmente Rhaenyra lo stava aspettando per riportarlo a casa. Aegon sospirò e si passò le mani sul viso. Non sapeva quando lo avrebbe rivisto – forse mai più – e si odiò per aver sprecato il tempo che era stato loro concesso. Tornò nella sua stanza, un sorriso rassegnato a incurvargli le labbra mentre l’ultimo frammento della sua felicità andava in frantumi.

La lacerazione iniziale era stata provocata dalle loro madri – ma lo strappo definitivo lo aveva causato lui. 

   
 
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