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Autore: NPC_Stories    30/10/2022    1 recensioni
Writober 2022, non è stato dato un tema ma siccome siamo a ottobre e sento già profumo di Halloween, lo farò a tema non morti.
31 storie, una al giorno, stay tuned.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Genere: Fantasy
Personaggi: Yrga, Gloria Crepuscolare

30. Eerie


1371 DR, in un luogo molto lontano

La cittadella dell'Amante Eterna era inquietante, lugubre, eppure a suo modo elegante. Palazzi di cristallo svettavano verso un cielo grigio e senza vita, senza sole. L'aria era così gelida che le torri avrebbero anche potuto essere di ghiaccio, se non fossero state così perfettamente trasparenti.
Il piccolo centro abitato, racchiuso tra mura cristalline come una bomboniera, aveva nome Eeriesistible perché la sua regina aveva un certo senso dell'umorismo: nel linguaggio del suo mondo natio era un gioco di parole fra "sinistro" e "irresistibile".
E così era lei, per l'appunto: sinistra, misteriosa, bellissima. Una dea nel vero senso della parola… e la cittadella di Eeriesistible con tutto il suo piccolo Semipiano fluttuava per suo comando attraverso il Piano Astrale, mai davvero legata a un Piano Esterno nello specifico, mai in stretto contatto con la triste realtà dei Supplicanti - le anime dei morti - che viaggiavano con reverente timore verso i rispettivi aldilà. I cittadini di Eeriesistible non sarebbero mai andati nell'aldilà. Era questo a contribuire al fascino di quel luogo: l'immortalità.
I seguaci dell'Amante Eterna che risiedevano a Eeriesistible erano tutti non morti. Lich, per la maggior parte. Ogni tanto qualche vampiro vi si recava in visita, ma l'assenza di creature viventi rendeva sgradevole l'esistenza dei non morti che devono nutrirsi della vita, erano costretti a portarsi dietro la loro piccola corte di amanti o servitori umani.
Gloria Crepuscolare, conosciuta anche come l'Amante Eterna, la Bellezza Immortale, era dea e regina di quel minuscolo regno ma non dava molto peso a cosa facessero i suoi seguaci: erano indipendenti, venivano incoraggiati a esserlo, potevano andare e venire come volevano.

Buona parte delle infrastrutture di quella città non erano state costruite dalla dea. Lei si curava solo della bellezza, dell'arte e dell'amore. Era una sognatrice, amava le poesie e le storie romantiche molto più di quanto le interessassero le banalità dell'esistenza quotidiana.
Non usava interferire nelle creazioni dei suoi sudditi. I lich suoi sacerdoti le avevano dedicato un tempio, quelli interessati alle arti arcane avevano fondato una biblioteca. Buon per loro. A lei importava solo che tutto fosse bello, e che i suoi seguaci fossero felici. La felicità perfetta secondo lei si realizzava solo attraverso l'amore, una forza così potente da sconfiggere anche la morte. Gloria Crepuscolare elargiva le sue benedizioni a chi cercava la non morte e l'immortalità per poter vivere in eterno accanto alla persona amata.
Il suo tempio e la biblioteca, sì, erano molto belli. Il quarzo con cui era stata costruita la chiesa era stato alterato con la magia per riflettere diversi colori a seconda dell'angolazione da cui lo si guardava. All'interno delle pareti erano presenti fratture invisibili a prima vista ma che, al momento giusto e dalla posizione giusta, lasciavano intravedere sagome umane appena abbozzate, inconsistenti come spettri, nell'atto di baciarsi o declamare il proprio amore a qualcuno.
La biblioteca era molto più sobria. Le pareti di cristallo erano state rese in qualche modo un po' più opache, lattee, dando un'impressione di opalescenza che, con la sua vaga colorazione cangiante, affascinava e distraeva da quella rottura con la tradizione: era l'unico edificio in città a non essere trasparente.
La struttura era senza pretese, ma l'interno era meraviglioso per qualcuno a cui piacciono i libri. La maggior parte di quei tomi erano saggi di magia teorica o pratica, manuali per la corretta esecuzione di riti arcani, o generici libri di leggende e storie di mondi lontani abitati da creature favolistiche come draghi e manticore e gattini… creature viventi di cui i lich di Eeriesistible avevano ormai solo un vago ricordo.
C'era però una sezione un po' defilata, relegata all'ultimo piano, un attico meraviglioso con un soffitto che grazie a un'illusione replicava il cielo stellato di un mondo lontano, abbellito da luci di un'aurora boreale (sebbene nessuno dei lich di quella città sapesse per quale ragione si formasse il fenomeno dell'aurora boreale, l'avevano solo visto illustrato in un libro). L'attico dava accesso a una terrazza privata, che garantiva una visione panoramica di tutta la cittadella. Quel luogo era ad uso esclusivo della dea e conteneva i suoi libri preferiti: biografie di vite eccezionali a forti contenuti romantici. Storie di amori tormentati, ma rigorosamente a lieto fine. Raccolte di epica, ma in cui le grandi sfide della vita venivano risolte grazie all'amore.
Alcuni di quei libri recavano un piccolo stemma sul dorso: una rosa nera.
Gloria Crepuscolare sapeva che quei libri erano copie esatte di quelli che si trovavano nella biblioteca di un dio della morte che prestava servizio in un piccolo angolo del multiverso. I libri della rosa nera che la Bellezza Immortale possedeva non erano molti, per un motivo semplice e desolante: terminavano sempre con la morte dei protagonisti. Erano biografie postume, e i pochi che potevano quasi essere definiti a lieto fine terminavano con una buona morte, una pacifica, al termine di una vita piena e soddisfacente. La piccola dea era molto interessata al lavoro dell'autore o autrice che si firmava con la rosa nera: sembrava che il suo lavoro fosse indagare sulle anime che per qualche motivo non erano giunte a destinazione nel loro aldilà, e risolvere la cosa rimettendole sul loro corretto sentiero. A volte questo significava aiutare le anime a raggiungere l'aldilà, altre volte voleva dire riportare in vita quelle persone e lasciare che terminassero le loro vite in pace, passando insieme il poco tempo che viene concesso ai mortali.
Gloria Crepuscolare avrebbe voluto poter intervenire in quelle storie, dare loro un lieto fine vero, non un contentino.

Un giorno, mentre se ne stava in una stanza del suo piccolo ma elegante palazzo a sbirciare la gente del Piano Materiale attraverso uno specchio magico, Gloria Crepuscolare percepì che qualcuno era entrato in quello spazio nella biblioteca dei maghi che era solo suo.
La cosa l'entusiasmò, perché quando accadeva voleva dire una sola cosa: qualcuno aveva recapitato un nuovo libro.
Corse subito al suo guardaroba, perché approcciare un nuovo libro era come andare a un appuntamento con un nuovo amante: un evento che imponeva cura, rispetto, e la comune decenza di presentarsi al meglio. La dea spazzolò i suoi capelli bianco-platino fino a farli risplendere, scelse un abito azzurro e blu con una gonna a balze rigide in angoli acuti, che ricordavano le onde di un mare in tempesta congelate in un istante. I suoi gusti erano sempre stati eccentrici. Con le mani fredde e morte, deturpate da un buco a forma di cuore su ogni palmo, si sistemò a fatica un diadema di zaffiri sul capo.
Non aveva fretta, Gloria Crepuscolare, perché gli immortali non hanno mai fretta e perché pensava di trovare nel suo attico soltanto un nuovo libro. Non si aspettava di trovare anche la sua autrice.

"L'aurora boreale dovrebbe muoversi" furono le parole con cui la strana intrusa la accolse nella sua stessa sala di lettura.
Gloria Crepuscolare sbatté gli occhi, perplessa. Non le capitava spesso che qualcosa riuscisse a prenderla alla sprovvista, ma la strana donna trasparente vestita da guitto ci era appena riuscita.
"Prego?"
La figurina indicò con un dito l'illusione di aurora boreale che decorava le pareti e il soffitto del suo antro privato.
"Quella. Ho notato che le stelle brillano e si muovono, anche l'aurora boreale dovrebbe muoversi" spiegò con una vocina infantile, acuta come il fischio di un flauto. "È generata dalla luce del sole dopotutto. Non possiamo pretendere che rimanga immobile."
"Grazie per il consiglio, ma oggi non attendevo un arredatore di interni" ironizzò la dea.
"Per fortuna io non lo sono! Mi fregio di essere Yrga dei Sussurri" s'inchinò in modo teatrale, presentandosi. "Poetessa di Jergal, cantora delle anime, e come qualcuno mi ha graziosamente definita di recente, la più pettegola puttana degli Inferi, dell'Ade e del mondo dei vivi. Ma credo voi mi conosciate soltanto come la rosa nera."
Tutto il fastidio che la bella dea dei non morti stava provando evaporò all'istante. Quella rosa nera?
"Non conosco nessuno dei titoli che avete citato, ma mi sembra di capire che siate l'autrice di quelle agrodolci biografie."
"È così" rispose la ragazza, rialzandosi dall'inchino. Non c'era servilismo nel suo tono, solo il rispetto tributato da una creatura eccezionale a un'altra. "Non condivido la vostra opinione, ma posso capire come mai una dea dell'eternità consideri deludente un finale diverso da 'per sempre felici e contenti'. Ed è anche per questo che sono qui oggi. Per recapitarvi un manoscritto… un po' diverso dal solito."
"Un manoscritto?" l'Amante Eterna aggrottò le sopracciglia perfette e quasi invisibili, bianche su un volto che pareva fatto di ghiaccio. "Non ho mai avuto un simile privilegio. Di solito riesco a ottenere solo copie dei vostri lavori conclusi da tempo, e anche per questo devo inviare una richiesta speciale ad Oinos, alla biblioteca della Città del Giudizio. Il dio della morte che vi risiede ha perfino osato negarmi questo permesso, di recente."
"Ah" Yrga dei Sussurri sbuffò qualcosa a metà fra una risatina e un suono che esprimeva rassegnazione. "Kelemvor, il nostro nuovo dio della morte. È fermamente contrario alla non morte usata scientemente per evitare il decesso, la considera un trucchetto maligno. Capisco che sia… fastidiosamente intransigente."
Gloria Crepuscolare sembrò fare fatica a digerire quella posizione. Piegò le labbra bluastre in una smorfia carina. "Compatisco i mondi su cui quel dio ha potere" declamò solenne. "Se nemmeno concede all'amore il diritto inalienabile di sconfiggere la morte."
"Quello di cui parlate è un potere, non un diritto. Un potere che, nel mondo che servo, l'amore non ha ancora dimostrato di avere. Io stessa non sono riuscita a conservare il mio amore nella morte… anche se onestamente il mio amore non partiva con le migliori premesse. Però non mi dispiacerebbe se per una volta l'amore vincesse. È per questo che vi ho portato un manoscritto incompiuto" indicò il fascicolo che aveva poggiato sul tavolo di legno fossile, lucido come uno specchio, su cui la Bellezza Immortale aveva accatastato tomi e rotoli di pergamena.
Prendendo in mano l'oggetto, la dea si accorse che non era davvero un libro; si trattava di una serie di fogli di appunti conservati in una copertina di cuoio.
"Un incompiuto. Un lavoro in corso?" Le pallide mani non morte sfiorarono con reverenza quei fogli. "Posso davvero leggerlo?"
"Assolutamente" Yrga le fece cenno di procedere pure. "Non è solo un libro incompiuto, la storia stessa che narra si sta ancora svolgendo davanti ai miei occhi. Per questo io ritengo che sia possibile… che sia quasi doveroso prendere una posizione."

Gloria Crepuscolare cominciò a far scorrere lo sguardo su quelle parole scribacchiate in una calligrafia frettolosa. La lingua non apparteneva al suo mondo, ma questo non la rallentò; comprendere tutti i linguaggi è una quisquilia per una divinità.
"Un'anima smarrita? Come mai è sempre questo il tema dei vostri racconti?"
"Perché non sono racconti, è il mio lavoro. Penso che dopo aver letto così tante mie opere lo abbiate indovinato da sola: io sono un'investigatrice. Cerco quelle anime che per qualche motivo non sono mai arrivate a destinazione nell'aldilà, e per trovarle mi servono prima le risposte giuste, e prima ancora le domande giuste. Alcune di quelle anime sono semplicemente diventate dei non morti, ma ce ne sono altre più particolari che riservano delle sorprese. Questa qui è la persona che per mio gusto personale ritengo più interessante, dal momento che la sua morte è stata accompagnata da una tragedia romantica. Altre anime sono scomparse in condizioni che a prima vista mi sembrano simili, ma non ho ancora la certezza che siano collegate. Quello che so è che mentre io indago su questa particolare pista non posso indagare anche sull'anima di questa donna nello specifico."
"Per questo avete coinvolto il marito" indovinò la dea, divorando con gli occhi una pagina dopo l'altra. "Più di trecento anni all'inferno e non ha mai dimenticato la sua amata? Per tutti i cieli, se questo non è un paladino dell'amore non so che cosa sia."
"Un medico, un assassino, un necromante" enumerò Yrga, contando sulla punta delle dita. "E, spero, un investigatore. Dovrà fare il mio lavoro mentre io indago a più ampio respiro."
"Quindi è questo il problema. Non sapete dove sia lei."
"Io… no. So di essere sulla pista giusta e potrei averne una vaga idea, ma non lo so nello specifico. Non mi ci vorrebbe molto a seguire la mia intuizione e andare a verificare la mia teoria, ma se lo facessi questa storia diventerebbe solo l'ennesimo libro su uno scaffale. Se invece io lasciassi che sia il marito a ritrovare l'anima della moglie, quante potenzialità porterebbe con sé una simile storia? Un eroe romantico, in grado di salvare forse non solo la sua amata ma anche altri. Un eroe che distruggerebbe un nemico molto antico, guadagnandosi forse la gratitudine del mio padrone."
"Vedo di quale nemico parlate" la bella non morta indicò la pagina che aveva appena letto. "Ma la vostra è ancora una teoria."
"Una teoria quasi certa, mi mancano solo le prove e i dettagli" chiarì lo spirito.
"E in che modo, anche se questo mortale riuscisse a sconfiggere un antico nemico, in che modo potrebbe guadagnarsi la riconoscenza del vostro padrone, e che cosa dovrebbe farsene?"
"È questo il punto, non se ne farà niente se resterà un mortale, ma Christopher Blackwood vuole diventare un non morto insieme alla moglie per non doverla perdere mai più" spiegò Yrga. "Il mio padrone, lord Jergal, è lo scriba di Kelemvor. Egli oggi non vanta più che una scintilla del suo antico potere, ma è stato il primo e il più antico dio della morte del nostro mondo. Kelemvor è un ragazzino in termini divini, e di conseguenza tiene l'opinione di Jergal in alta considerazione. Il mio padrone non è certo un amante dei non morti, ma li tollera quando servono i suoi scopi. Contrarre un credito nei confronti di Jergal, ad esempio liberando il mondo da un individuo che crea scompiglio e fa sparire anime, significherebbe prima di tutto mettere se stessi al riparo dall'ira di almeno due culti che perseguitano i non morti, quello di Jergal e quello di Kelemvor. Inoltre portare avanti questa missione significherebbe ritrovare un'anima perduta, riportare in vita una persona che è morta prima del suo giusto momento, e potenzialmente dimostrare che l'amore può sconfiggere la morte anche nel nostro mondo. Pensate a che cosa potrebbe significare per voi… se deciderete di credere nel mio progetto e di appoggiarlo."
Gloria Crepuscolare rimise in ordine le carte. Il suo viso, sebbene morto, brillava di interesse. "Nel migliore dei casi potrebbe significare… estendere la mia influenza in una nuova Sfera di Cristallo, quella dove esiste il vostro mondo" ragionò, perché sebbene le divinità esistessero negli stessi piani esterni, non tutte avevano influenza su tutti i mondi. Perché un dio o una dea potesse estendere il suo potere verso una Sfera di Cristallo, doveva avere in quell'angolo del Piano Materiale almeno un seguace. "Nel peggiore dei casi, rimarrò ignorata ma quantomeno avrò un bel libro da leggere. Uno in cui l'amore guadagna l'eternità."
Yrga annuì. "Sapevo che ci saremmo intese. Mi dispiace soltanto che, se riuscirete a mettere piede nel nostro mondo e a sviluppare un vostro culto, il mio padrone vi sarà nemico."
"Lo sarà? Io credo che quelli come lui, e anche come questo Kelemvor di cui parlate, non capiscono una cosa fondamentale del cuore dei mortali: tutti loro, nel profondo, desiderano l'immortalità." Per rafforzare il discorso si portò una mano all'altezza del cuore, che senza dubbio non batteva più. "Per coloro che hanno la forza d'animo e il coraggio di chiedere l'immortalità, possono perfino giungere delle risposte. Ma da chi? Divinità malvagie, poteri oscuri, signori della non morte che in cambio di una semplicissima elargizione di potere esigono un prezzo esagerato. Anime, sacrifici, corruzione dei loro mortali. A che cosa porta il cieco proibizionismo? La domanda esisterà sempre. Sempre. E non è meglio che sia una come me, a offrire una risposta?" Propugnò la sua causa con tanto ardore che Yrga, nonostante la lealtà a Jergal, si trovò a considerare sul serio quel punto di vista. La Bellezza Immortale sembrava davvero rattristata al pensiero che un normale desiderio umano venisse regolarmente traviato in qualcosa di malvagio. Alla fine la dea aggiunse, a bassa voce: "Riesco a stento a immaginare in quali modi turpi e atroci una divinità malvagia potrebbe approfittarsi del dolore per la perdita della persona amata. L'amore non deve essere trasformato in morte. L'amore deve vincere la morte."
Yrga annuì. Con un po' di fortuna, Jergal non avrebbe mai saputo del suo piccolo innocuo doppio gioco. O più probabilmente, gli sarebbe importato troppo poco per prendere provvedimenti.
"E forse questa volta lo farà."
L'intervento di Yrga riscosse la dea che era ancora persa nei suoi pensieri.
"Molto bene, ma passando all'atto pratico: io che posso fare? Non ho potere nella vostra Sfera. Non sono venerata laggiù, non posso entrare nel vostro mondo come una dea, né posso concedere incantesimi."
"No, ma siete una dea qui. I vostri poteri divini funzionano qui. Tutto ciò che mi serve è che forgiate per me un oggetto… una reliquia in grado di aiutare il nostro protagonista a trovare la sua amata."
"Questo… sarebbe possibile. Comprendo come mai un incantesimo per trovare le cose perdute, lanciato da un mortale, potrebbe non funzionare. Ma uno lanciato da un essere divino potrebbe. La creazione di una reliquia tuttavia non è una cosa semplice, e non c'è la garanzia assoluta che funzionerà senza essere costantemente corroborata dal mio potere. Io non potrò essere lì."
"Questa è una preoccupazione legittima, ma il mondo da cui provengo è altamente magico. Esiste uno stadio intermedio fra l'essere una divinità e il non essere una divinità. In questo stadio intermedio esistono creature dai grandi poteri che sponsorizzano incantatori, ed esistono divinità morte o non ancora reali che prendono la forma di vestigia. Queste creature sono in grado di stipulare patti con i mortali, e se riuscissero a fare evolvere questo rapporto da semplici patti a genuina venerazione, potrebbero diventare delle vere divinità. È vero che non potete venire nel mio mondo come dea, perché nessuno vi ha invitata. Io stessa lo farei, ma andrebbe in conflitto con i miei doveri. Se tuttavia voi riusciste a mettere una sufficiente quantità della vostra essenza in quella reliquia, abbastanza perché la vostra essenza abbia autocoscienza, potrebbe cominciare il suo percorso come vestigia e forse un giorno essere venerata come dea, e aprirvi un sentiero verso la nostra Sfera."
Gloria Crepuscolare tacque per un lungo momento, riflettendo su quella proposta azzardata.
"È… un impegno non indifferente. Vorrei del tempo per riflettere."
"Non c'è problema. Potete tenere i miei appunti, rileggerli, pensarci su…"
"Ma non vi servono?" Domandò la dea, porgendo il plico di fogli alla sua ospite.
"No, non vi crucciate, ne ho una copia" Yrga rivolse un sorriso mesto alla signora dei lich, che da parte sua sembrò colpita di poter conservare gli originali. Era senza dubbio un segno di fiducia, oltre che di rispetto. "Potrete comunicarmi la vostra decisione quando vorrete. Sarà sufficiente porvi davanti a uno specchio e chiamare tre volte il nome Nezoot. Un mio agente verrà da voi." La cantora spettrale si congedò togliendosi il cappello morbido e facendo un altro inchino. "Addio, splendida Signora. Se solo due millenni fa foste stata già una dea nel mio mondo, forse la mia stessa vita avrebbe seguito un corso diverso e migliore, quindi non posso che augurarvi ogni fortuna. Sinceramente."
Gloria Crepuscolare non poteva più arrossire, non aveva sangue nelle vene, ma quel commento le fece molto piacere. Si commuoveva sempre quando qualcuno riconosceva la sua utilità, e senza saperlo Yrga aveva detto la cosa giusta per convincerla: le aveva ricordato che quel piccolo mondo lontano da cui proveniva non era solo un investimento, un nuovo potenziale terreno dove raccogliere seguaci, e nemmeno rappresentava solo un rischio. Era prima di tutto un mondo dove non esisteva alcuna alternativa simile a lei, era un mondo che aveva bisogno di lei.
Gloria Crepuscolare rimase a fissare il fascicolo avvolto nella copertina di cuoio, ancora per molto tempo dopo la partenza di Yrga. Doveva capire quale sarebbe stata la forma migliore per una reliquia che avesse il compito di ritrovare le cose smarrite, eppure che potesse anche in qualche modo comunicare. Una bussola avrebbe assolto il primo compito ma non il secondo. Forse una piuma da scrittura, o era un oggetto troppo banale?
La dea passò molti minuti a riflettere su quel problema. Inoltre voleva anche un oggetto che fosse bello. Sì, quello era imprescindibile. Bello e inquietante. Come lei, come tutto ciò che amava.
   
 
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