Asilo

«Ti sto dicendo che è per questo motivo che ogni tanto commetti degli errori.»

   «Durante le battaglie non sbaglio mai!»

   «Sei presuntuoso, e anche permaloso.»

   Digrignò i denti e le mostrò il pugno. «Cosa?! Ripetilo se hai coraggio!»

   «Shinn, stai facendo il suo gioco», gli fece notare Rey, ascoltando distrattamente la discussione e continuando a scorrere lo sguardo sulle informazioni presenti nel laptop che aveva sulle ginocchia.

   «Che vuoi farci, non ha un’intelligenza abbastanza sviluppata per capirlo», insistette Lunamaria, intrecciando le braccia sotto ai seni con aria soddisfatta: aveva vinto il primo round.

   Il suo collega più giovane la fissò torvo. «Stai insinuando che io sia idiota?»

   «Non lo sta insinuando, te lo sta dicendo in faccia.»

   «Rey, piantala! Da che parte stai?», protestò il moro, battendo un piede in terra, mentre l’altra scoppiava a ridere.

   «Onee-chan, smettila di prenderlo in giro», sospirò Meyrin, senza mettere da parte lo specchietto tascabile con il quale si stava dando una controllata al viso.

   «E perché? È divertente. E poi voglio vedere fino a che punto riesce ad arrivare la sua stupidità.»

   «Tu!» Shinn puntò l’indice contro Lunamaria.

   «Sì?»

   Tacque per qualche istante, sforzandosi di dominare i nervi, e infine, abbassando la mano, disse: «Io lo so perché mi tratti così.»

   «Perché sei un bambino dispettoso», gli spiegò lei, ricevendo in risposta un dito medio che la costrinse ad alzare gli occhi chiari al cielo con tanta pazienza.

   «Sei solo invidiosa.»

   «E di cosa?»

   «Vorresti pilotarlo tu, l’Impulse.»

   Scrollò le spalle, palesando la sua indifferenza riguardo la questione. «Mi spiace deluderti, ma col mio Zaku mi trovo benissimo.»

   «E sei pure gelosa.»

   La ragazza fu di nuovo sul punto di sghignazzare. «Di te?»

   «Ah-ah», scosse il capo lui. Lunamaria aggrottò la fronte, cercando di capire a chi si riferisse. Il mistero le fu presto svelato. «Athrun», pronunciò Shinn, impettendosi e piazzando i pugni sulle anche con un sorriso vittorioso stampato in volto.

   Meyrin fece scattare la testa verso sua sorella, allarmata dall’eventualità di ritrovarsela come rivale in amore. «Onee-chan, è vero?», domandò, agitata.

   Seppur tentennando un istante, l’altra sbottò in una risata isterica. «Figurarsi. E perché mai?»

   «Ovviamente, perché lui segue molto di più me che te», la sfidò ancora il soldato Asuka.

   «Lo fa perché sei un moccioso che ha bisogno della balia», rimbeccò la fanciulla.

   «Cosa?!»

   «Temo che Lunamaria abbia ragione, Shinn», intervenne ancora il pilota biondo, apparentemente disinteressato a tutta quella storia.

   «Rey!»

   «Onee-chan, sul serio?»

   «Ti ho detto che non è vero!»

   «Quando voi quattro avete finito di azzuffarvi, potreste venire di là?» A quelle parole tutti si girarono in direzione della porta: il Comandante Zala se ne stava poggiato contro uno stipite, le caviglie incrociate e le braccia conserte come se si stesse godendo uno spettacolo piuttosto divertente. «Il Capitano Gladys vi cerca.»

   Gli altri scattarono sull’attenti, fingendo che mai nulla fosse accaduto prima di quell’interruzione, e non appena il Faith volse loro le spalle per avviarsi in corridoio, la ragazza col caschetto diede una gomitata al suo vicino, reo di averle fatto il verso quando aveva risposto alla chiamata di Athrun.

   «Giuro», li sorprese quest’ultimo, quasi avesse avuto gli occhi anche dietro la nuca, «alle volte mi sembra di essere diventato un maestro d’asilo», concluse in tono rassegnato, mortificandoli tutti e quattro ed attirandosi, di riflesso, una serie di meritatissimi insulti mentali dai due sottoposti più scatenati.