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Autore: Huffelglee2599    09/11/2022    0 recensioni
Buongiorno a tutti! Dopo un discreto periodo di attesa sono ritornata con la seconda storia legata al mondo di Harry Potter!
In questo racconto, dal tono quasi transitorio, Santana, Brittany e Quinn, devono affrontare la venuta di una silenziosa minaccia che porterà con sé una considerevole ondata di panico tra le mura del castello di Hogwarts, in particolare nel cuore di Brittany..
Spero vi piaccia e buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il Covo Nascosto (Parte 2)
 
Di conseguenza, mentre il fervido nero della sua accorta pupilla non poteva fare a meno di sostenere la evidente logica della brillante congettura formulata dal suo perspicace intuito, lasciando indugiare la sua concentrazione sulla ipotizzata via di salvezza, una leggera distensione del braccio destro della giovane Serpeverde diede alle umide dita della sua mano la possibilità di afferrare la morbida stoffa del turchese maglione della Pierce, esattamente in prossimità del suo gomito, in un deciso e violento strattone.
-“Vieni..”-



Un veemente ed inatteso incrementare del frenetico progredire delle indolenzite gambe di Brittany, in un inaspettato sobbalzare del suo infreddolito corpo in avanti, sospinse la figura della Tassorosso a ridurre la esigua manciata di centimetri che la separavano dalla schiena di Santana, in una fulminea accelerazione della sua dinamica andatura, la cui discontinua cadenza, venne costretta ad attribuire una aggiuntiva forma di incostanza al suo stesso instabile ritmo.
Per un breve istante, le rossastre venature del suo smarrito sguardo posarono il loro interesse verso la folta ed ondeggiante chioma di capelli corvini dinnanzi a lei, in un vano intento di cogliere il motivo del suo brusco gesto, malgrado in passato non ne avesse mai avuto uno.
Infatti, la durata del suo inutile proposito convenne soltanto il manifestare di un mediocre intervallo di tempo, immediatamente circoscritto dal celere intuire della sua futile intenzione, ma anche dalla imprevista alterazione della solita rotta, il cui rapido ed insospettato cambiamento, indusse il vivido celeste delle sue iridi ad orientare il relativo stato di confusione in direzione del terreno sottostante, contraddistinto da una proibitiva sequela di tortuosi ostacoli.
Dunque, il tempestivo sorgere di un maldestro e discontinuo distaccare della sudicia suola delle sue nere calzature dal limaccioso terriccio, in un goffo ed indistinto saltellare, alla ricerca di sottrarre il celere avanzare dei suoi piedi dal verosimile incespicare contro una prominente radice, condusse le gambe di Brittany a mettere da parte il crescente senso di sofferenza che ghermiva il suo apparato muscolare, a favore di un solerte ed incontrollato dimenare della sua figura.
Il risuonante fragore di un affannato eco, accompagnato da un acuto stridore, una sorta di violento sibilo, la cui origine, trovava riscontro nel vigoroso sfregare delle numerose setole, di cui era ricolma la corvina peluria delle irsute zampe dei ragni, seguiva il frenetico progredire di una disordinata fuga, la cui impetuosa veemenza, ebbe la possibilità di conseguire un fugace attimo di distensione, dovuto ad un ricercato giungere verso la densa coltre di fitta boscaglia.
Invero, mentre la pressione delle dita di Santana accentuava il risoluto affondare dei suoi polpastrelli tra le grinzose pieghe del pesante maglione della babbana, consapevole di una probabile perdita del suo orientamento, derivata dalla presenza di un cervello alquanto stordito, il nevrotico avanzare dei loro passi venne indotto a limitare il suo folle procedere, arginato dalla restrizione di una mediocre apertura, di fronte a cui, il corpo delle due studentesse dovette modificare la formazione del relativo assetto, in un radicale ruotare del corrispettivo baricentro.
Difatti, sebbene la direzione del rispettivo capo non fosse stata obbligata a subire alcuna variazione, mantenendo inalterato il rettilineo indirizzo del relativo sguardo, la conformazione della correlativa struttura fisica aveva dovuto abbandonare la verticalità del suo consueto progredire, rimpiazzata da un movimento di tipo orizzontale.
Così, intanto che la concentrazione delle azzurre sfumature della giovane Tassorosso riversava il suo totale interesse nella necessaria comprensione del nuovo meccanismo, a cui la fisionomia della sua sagoma era stata costretta ad elargire il suo consenso, in modo da evitare un presumibile inciampare delle sue medesime caviglie, la tenebra delle oscure iridi della Serpeverde volgeva la sua attenzione tra la contorta ramificazione alle sue spalle, nel tentativo di cogliere un sentore di conferma alla sua geniale supposizione.
Il tenue innalzare degli angoli delle sue labbra, in una accennata smorfia di doverosa arroganza, non concedeva altro che una dimostrazione della sua intuitiva congettura, comprovata da una evidente condizione di difficoltà, il cui impedimento, offerto dalla circoscritta area di azione, riusciva a frenare la delirante avanzata degli aracnidi, costringendo la loro corpulenta fattezza a rintracciare un diverso valico di accesso.
Pertanto, laddove il sussistere delle voluminose zampe della mortale famigliola orientava la relativa rotta verso la zona sopraelevata, dove la presenza di una articolata diramazione non rappresentava un concreto ostacolo alla loro prosecuzione, data la mancanza di una reale compattezza, le calzature delle due ragazzine continuavano a lasciare impronte sulla superfice sottostante, inoltrando la lieve sensazione di una effimera speranza di salvezza tra il corposo sentiero di alberi.
Infatti, il fiorire di una vitale lontananza, determinata dal vincolato impiego di un imprevisto tempo, dove il tragitto delle creature era stato forzato a seguire un differente itinerario, aveva insinuato nel tormentato animo delle giovani studentesse una minima parvenza di illusoria fiducia, in particolare tra la confidente indole di Brittany, la cui consapevolezza sulla celata ragione del precedente cambio direzionale di Santana, era germogliata nella sua mente, dal momento in cui, una singolare assenza di aracnidi era stata riscontrata dal celeste chiarore dei suoi occhi.
Tuttavia, malgrado il concreto realizzare della sagace ed accorta idea della Serpeverde, la previdenza del suo perspicace intelletto era a conoscenza della totale impossibilità di un eterno perdurare della contenuta lunghezza del salvifico percorso.
Invero, mentre le oscure venature del suo sguardo incrociavano il prevedibile termine della ristretta stradina, sinonimo di un imminente ritorno alla conforme ampiezza, dalla quale era contraddistinta la immane vastità della Foresta Proibita, una febbrile movenza del laborioso meditare del dinamico cervello della ragazzina cercava già di individuare un eventuale luogo in cui celare la loro esistenza.
Per un fugace attimo, la costante solerzia di un irrequieto avanzare venne costretta a sospendere il suo caotico progredire, conseguenza del preannunciato epilogo di un necessario stato di protezione, completamente sottratto dalla inevitabile perdita di un angusto spazio, intanto che la smania di una frenetica tenebra tentava di sfruttare il mediocre intervallo di tempo, di cui le iridi della Serpeverde detenevano una parvenza di beneficio, traendo in una scrupolosa esamina ogni singolo centimetro dello spazio circostante.
Il risuonare di una congiunzione armonica, rimarcata dal flebile cenno di un eco, il cui tono, seguiva le orme del residuo di una affannata respirazione, accompagnava il veemente scuotere del ritmico elevare di un fremente petto, risultato di una accelerazione cardiaca, sulla quale, alcuna suggestione interna era stata in grado di imporre una minima traccia di moderazione.
Ancora una volta, il tenue bagliore di un turchese riverbero, condusse le azzurre striature degli occhi di Brittany a rivolgere il loro terrore in direzione della coltre di impenetrabile boscaglia, la cui ultima porzione di tronco, non distaccava il suo sussistere di un paio di metri dalla schiena della Tassorosso, in un ansioso osservare, tra la ingarbugliata rete di diramazioni, del presunto giungere di un qualche accenno di incombente ombra, sinonimo di un momento di stallo, a cui non poteva essere concesso un successivo istante di totale inerzia.
Difatti, il crescente echeggiare di uno stridente sibilo, accostato al rimarcato pervenire di un distinto fruscio, il cui veemente fragore, faceva oscillare le gracili fronde della scarna ramificazione, cedeva una lampante corrispondenza al vicino manifestare del mortale branco di ragni.
Tuttavia, il velo di innegabile sgomento, da cui le impaurite iridi della ragazzina trovavano riscontro in una evidente patina di angosciante attesa, la quale, risiedeva in ogni venatura della sua dilatata pupilla, non convenne alcuna occasione di riprova del loro sopraggiungere, ostacolata dal fiorire di un violento ed inaspettato indietreggiare della sua figura, trascinata con impeto dalla manica sinistra del suo maglione.
Di conseguenza, la condizione di paura emanata dal suo atterrito sguardo, venne indotta a confluire il suo stato di turbamento verso la zona antistante, dove il cadenzato ondeggiare di una folta chioma di capelli corvini era intento a trainare il volubile corpo di Brittany.
Invero, il meticoloso indagare, portato avanti dalla concitata accortezza delle oscure iridi di Santana, era riuscito a riconoscere la presenza di un verosimile nascondiglio, in apparenza adeguato alla loro fondamentale sparizione.
Il forzato reclinare del busto della Serpeverde, in una consistente riduzione della sua minuta statura, concesse la possibilità di introdurre la sagoma della ragazzina, seguita da un continuo vacillare della traballante andatura della giovane Tassorosso, nei meandri di un concavo tronco, risalente al rudere di una arcaica quercia, il cui ragguardevole vuoto interno, sarebbe stato in grado di occultare la loro stessa esistenza.
Così, mentre la mano destra di Santana abbandonava la sua ferrea stretta attorno alla soffice stoffa del turchese maglione della babbana, in modo tale da favorire il suo desiderio di elargire ai doloranti muscoli delle sue gambe un momento di meritata tregua, il germogliare di una concreta condizione di effettivo equilibrio, raggiunta dalla malferma struttura fisica di Brittany, condusse la sua smarrita figura ad accomodare il suo senso di vivida preoccupazione sulla umida superfice del robusto rovere.
La fisionomia di una condensata nuvoletta di vapore, abbandonata dal lieve dischiudere delle labbra della giovane Serpeverde, fece da sfondo alla pesantezza di un greve sospiro, accompagnato nel suo fragoroso rilascio da un irruento appoggiare della sua schiena contro la solida corteccia del legnoso tronco, in una ricercata distensione del suo sofferente tessuto muscolare.
Per un breve istante, alcuna forma di accennata movenza condusse il corpo di Santana ad infrangere il categorico stato di assoluta immobilità in cui sostava, lasciando la tenebra del suo sguardo avvolta da uno strato di fittizio buio, il cui illusorio ricreare di una necessaria patina di tranquillità, riconobbe un graduale dipanare del celere battere del suo irrequieto cuore.
Tuttavia, il logico pervenire di uno stridente tumulto, diretta risonanza del convulso giungere di una spasmodica ed incontrollata miriade di famelici aracnidi, convenne il doveroso allontanare della sua mente da una ingannevole circostanza di benessere, in un progressivo schiudere delle sue palpebre, dal quale, le iridi della ragazzina riuscirono solamente ad acquisire la possibilità di restituire la loro tetra ombra alla fatale realtà.
Di conseguenza, dinnanzi la costanza del vicino incombere di un riconosciuto stridio, ormai limitrofo alla occulta ubicazione delle due studentesse, le rossastre dita della sua mano sinistra accentuarono la vigorosa pressione intorno alla inerme zampa del ragno, guidando il defunto arto in direzione del suo animato ventre.
Al suo fianco, il sussistere di un violento fremere, a cui era sottoposta la tremante figura di Brittany, cercava di contenere la travolgente furia del suo improvviso scaturire, in un crescente ripiegare della sua ricurva sagoma sul suo medesimo terrore.
Un graduale e contraddistinto elevare della discontinua cadenza cardiaca della Tassorosso, risultato del solerte ed inevitabile sopraggiungere di una verosimile ondata di morte, condusse la irregolare frequenza del suo affannato respiro ad accentuare la sua stessa andatura, in un fulmineo accelerare della sua asfissiante sensazione di angoscia che indusse le azzurre sfumature dei suoi intimoriti occhi a rendere vana la loro visiva competenza.
Per un indefinito intervallo di tempo, il manifestare di una anomala condizione di inconsueto silenzio costrinse il palmo della mano destra di Santana a racchiudere la irsuta gamba del deceduto aracnide, mentre il tenue appoggiare della sua nuca contro la umidiccia superfice del tronco acconsentiva alla finezza del suo apparato uditivo la incerta opportunità di cogliere la ragione di quel singolare attimo di insolita quiete.
Ciò nonostante, il debole accennare della sua intenzione non ebbe alcuna occorrenza di raggiungere il conseguimento del suo proposito, troncato dal brusco ergere di un improvviso tumulto, derivato dalla folgorante venuta di un assordante stridore, la cui origine, risiedeva nella indiavolata movenza di un indecifrabile sciame di smaniosi ragni.
Il ragguardevole innalzare del vibrante petto della Serpeverde, conseguenza della nitida percezione del concitato attraversare di una moltitudine di frenetiche zampe, esattamente nelle vicinanze della concava carcassa del loro fittizio rifugio, sottrasse alla riarsa gola della ragazzina il suo inconsistente barlume di ossigeno, in maniera tale da privare il relativo fiato del suo udibile rumore.
Tuttavia, la saggezza del ragionevole intento di Santana, il cui primario scopo, verteva sulla scontata necessità di mantenere segreta la rispettiva posizione, sembrava non essere in grado di rintracciare una corrispondenza nel fragore di un ansimante sospirare, la cui intensità, assecondava il medesimo frastuono esteriore, accrescendo il suo violento fervore, ogniqualvolta il nevrotico movimento degli aracnidi pareva avvicinare la loro presenza alla legnosa facciata del rotondeggiante tronco.  
Invero, il sorgere di un inatteso dondolare del robusto pezzo di quercia, determinato da un probabile urtare della voluminosa corporatura delle creature contro il fastidioso sussistere di un ingombrante ostacolo, condusse il brusco e veemente fremere delle corde vocali di Brittany a cedere il suo adito ad un sommesso grido, ovattato dalla rannicchiata postura della sua sagoma, la quale, affondava il suo stesso volto tra la morbidezza del proprio maglione.
Al contrario, il fiorire di un profondo stato di irrigidimento riconobbe un inesorabile paralizzare del sistema muscolare della giovane Serpeverde, la cui derivazione, non riscontrava un effettivo terreno solamente nella concreta eventualità di essere scoperte, ma anche nella terrificante ed insospettata vicinanza a cui il corpo della babbana aveva concesso il suo credito.
Difatti, il significativo sentore di soffocante tensione, da cui il sofferente animo della Tassorosso era ancora assoggettato, non aveva potuto fare altro che sospingere la sua figura a ricercare una sorta di vitale conforto, in un inconsapevole accostare della sua fronte sulla spalla sinistra di una atterrita Santana.
Per una indistinta durata temporale, laddove il continuo risuonare di un acuto strepitio, derivato dal frenetico e delirante avanzare di una infinita sequela di spasmodiche zampe, elargiva un ricorrente sentore di accentuata inquietudine, la presenza di una corposa coltre di totale silenzio perpetrava il suo medesimo esistere, conferendo un velo di apparente calma tra le solide mura del rovere.
Infatti, malgrado la condizione di assoluta staticità, di cui era soggetta la inerte fisionomia delle due ragazzine, sembrava ostentare la manifestazione di una serena circostanza, la vivida essenza di una asfissiante cortina di caotico subbuglio, il cui preludio, individuava la sua dimora all’interno del loro tormentato animo, era intenta a racchiudere il dolorante cuore di Brittany in uno stato di profonda desolazione, accompagnato nella sua sconfortante caduta da un incontrollato accelerare di un altro battito cardiaco, la cui inconscia alterazione, diffondeva uno strano senso di soave calore nel turbato spirito di Santana.
Dunque, mentre il solerte transitare della miriade di aracnidi persisteva nel prolungare la sua isterica corsa, in un frequente sbattere della loro massiccia struttura fisica contro il provvisorio nascondiglio, una stazionaria condotta di inamovibile rigidità aveva ridotto le immutate membra della Serpeverde ad assumere le sembianze di un anchilosato ammasso di fredde ossa, conclusione di un insostenibile contatto, di cui le braccia della Pierce avevano fatto da estremo testimone, avvolgendo la loro paura tra il morbido tessuto del nero pullover di Santana, in corrispondenza del suo braccio sinistro.
Pertanto, nonostante il fiorire di un graduale diradare della assordante baraonda esterna, sinonimo di un progressivo allontanare della mortale minaccia, nemmeno la parvenza di un mediocre accenno di vita parve cogliere il pietrificato corpo della ragazzina, cristallizzato nella sua esordiente posizione, con la schiena appoggiata alla solida superfice del tronco e la tenebra del suo sbigottito sguardo ad osservare impietrita il tetro vuoto dinnanzi a lei.
Soltanto, il successivo levare di un indistinto movimento, caratterizzato dalla lentezza di un esitante districare del contorto intreccio, disgregato dalla tremante figura della Tassorosso, condizionata nel suo agire dalla singolare percezione di una totale mancanza di suoni, cedette alla fermezza del volto della Serpeverde la forza di muovere le sue oscure iridi.
Un lento discendere del rialzato torace di Santana, segno di un vitale dischiudere delle sue violacee labbra, restituiva alle austere fibre del suo tessuto muscolare un indispensabile istante di ritrovata distensione, elargito dal sostanziale rilascio di una ingente quantità di trattenuto ossigeno.
-“Credi siano andati via?”-
Ancora una volta, il brusco contrarre delle sue mani attorno alla inerte zampa del deceduto aracnide, convenne il fiorire di un improvviso incrementare della sua ferrea stretta, la cui veemenza, sospinse le unghie della ragazzina a conficcare la loro riacquisita tensione tra la corvina peluria del consistente arto, colte alla sprovvista dal giungere inaspettato della flebile voce della babbana.
Il leggero aggrottare delle sopracciglia della Serpeverde, seguito da un rimarcato sbattere delle sue concitate palpebre, condusse la imperturbabile rigidità dei lineamenti del suo viso ad allontanare le fattezze della sua sgomenta espressione, lasciando spazio alle sembianze di un disorientato aspetto.
Le secche pareti della sua gola fremettero, agitate dal fievole risuono di un sommesso boccheggiare, mentre la rinvenuta attenzione delle smarrite sfumature dei suoi occhi indirizzava il relativo stato di confusione alla sua sinistra, dove ad attendere il riflesso della sua evidente perplessità vi era il velato bagliore di un rossastro celeste, la cui nitida condizione di turbamento, aveva indotto il suo terrore a scivolare lungo le sue appiccicose guance.
Per un fugace attimo, il riverbero delle ottenebrate venature dello spaesato sguardo della ragazzina, trattenne le ombrose striature delle sue sperdute iridi sulla timorosa patina di azzurro chiarore della Pierce, alla ricerca del remoto significato della sua ovattata richiesta, un lontano e complicato senso, a cui la risvegliata mente di Santana riconobbe la necessità di impiegare un intero giro di orologio, prima di essere in grado di comprendere il contenuto di quella offuscata domanda.
Invero, il manifestare della rapida variazione del sinistrorso verso del suo capo, il cui orientamento, venne condotto alla sua destra, in direzione del circolare varco davanti a lei, dava il suo credito alla recente consapevolezza che il sensibile apparato uditivo dalla Serpeverde non riuscisse ad avvertire alcun genere di rumore, sintomo di un probabile dileguare della letale famigliola.
Di conseguenza, senza attendere il pervenire di un ulteriore segnale, in maniera tale da elargire una conferma alla supposizione avanzata dal suo giudizioso intelletto, il graduale curvare degli atrofizzati muscoli delle gambe di Santana convenne alla sua indolenzita figura la possibilità di innalzare la sua sedentaria postura, in un barcollante ed instabile procedere, a cui il dolorante cuore della ragazzina stava cedendo il suo essenziale bisogno di distanziare il proprio irrequieto animo da quel soffocante nascondiglio.
Così, nonostante la precarietà del suo incostante equilibrio, data da un continuo intorpidire dei suoi piedi, la malferma sagoma della giovane Serpeverde ebbe la fermezza di allontanare la sua volubile essenza interiore dalla vana protezione di un rifugio, in cui la salvaguardia del suo tormentato spirito sarebbe stata compromessa.
Il corposo elevare di una bianca nuvoletta di vapore, risultato del greve e profondo sospiro, dal quale la socchiusa bocca di Santana era stata accarezzata, concesse al suo asfissiato petto di abbandonare la presenza di un inconsueto calore, permettendo alla gelida brezza invernale di insinuare la relativa freddezza tra le viscere del suo tumultuoso essere.
Per una frazione di secondo, un tenue velo di oscurità racchiuse la percezione visiva del suo sguardo, accentuando il doveroso rinfrancare della sua scheggiata indole. In seguito, il fiorire di una diligente osservazione del silenzioso ambiente circostante diede la convalida di una totale assenza di effettive avvisaglie di concreto pericolo.
Dunque, la rinvigorita tenebra delle sue vivide iridi non trattenne ancora oltre la sua attenzione sulla tetra boscaglia limitrofa, rivolgendo il suo interesse alla ragazzina dietro di lei, in una taciturna attesa del loro obbligato ritorno ad Hogwarts.
Tuttavia, la turchese gradazione delle arrossate iridi di Brittany non aveva distaccato il suo costante timore dalla fitta coltre di nuvolosa foschia che attorniava ogni centimetro della foresta, alla ricerca del concreto sussistere di una minima parvenza di necessaria tranquillità.
Dinnanzi, il fievole risuonare del suo accennato respiro, accompagnato dal sommesso echeggiare di un debole fruscio di gracili rametti, la solerzia del ritmo cardiaco della Tassorosso dovette diminuire la sua celere andatura, concedendo un istante di flebile sollievo alla sua incontrollata cadenza.
Pertanto, mentre il tenue incrociare delle sue braccia assegnava alla tiepida temperatura del palmo delle sue mani il compito di sfregare la sua esigua fonte di calore sul morbido tessuto della sua nera mantella, in modo da accrescere la mediocre possibilità di estendere il residuo di una ormai lontana sensazione, la ricurva figura della ragazzina restituiva la lieve patina del suo confortato sguardo alla zona retrostante.
Per un breve attimo, le azzurre sfumature degli occhi di Brittany, attraversate da un abbozzato strato di leggero benessere, soffermarono la loro concentrazione sul pungente riverbero di una impaziente tenebra, incerte sulla causa del crescente velo di irritazione, da cui le oscure iridi di Santana stavano colmano le nervose striature del suo insofferente sguardo.
La pesantezza di uno smanioso ed intollerante sospirare, accostato ad un accentuato innalzare di un paio di nere pupille, in direzione del funereo cielo, la cui intera estensione, era totalmente ricoperta da un articolato intreccio di rinsecchite fronde, venne rilasciata dalle socchiuse labbra della giovane Serpeverde, oramai satura del suo medesimo sdegno.
-“Ci vogliamo sbrigare ad andare?!”-
Il manifestare di un violento sussulto, il cui inatteso fiorire, aveva indotto le dite della Tassorosso ad affondare il loro improvviso sentore di inquietudine tra il raggrinzito tessuto del suo manto, seguito dal frenetico sbattere delle sue palpebre, condusse il corpo della ragazzina a contrarre il suo sistema muscolare, in un fulmineo irrigidire della sua contrita sagoma, di fronte a cui, il brusco incrementare della sua frequenza cardiaca sospinse il barlume del suo smorzato fiato a frenare il consueto elevare al centro della sua arida gola, arrestando così la sua irregolare respirazione.
Successivamente, il graduale abbandono di un tremolante sospiro, accostato ad un debole scuotere del capo di Brittany, in un flebile segnale di consenso, fece da sottofondo al lesto avanzare delle sue anchilosate gambe, il cui rapido progredire, convenne la sua interruzione dinnanzi alla statica figura di Santana, esattamente ad un metro di distanza da lei.
In silenzio, una volta dipanato il semplice incrociare delle sue braccia, la mano destra della ragazzina estrasse dalla tasca posteriore dei suoi luridi jeans la cartina della Foresta Proibita, dispiegando quel sudicio pezzo di carta tra il modesto spazio che la separava dal solito malumore della Serpeverde.
Eppure, solamente un effimero momento di ritrovata concentrazione cedette alla celeste accortezza delle inumidite iridi di Brittany la possibilità di accennare il preludio ad una opportuna comprensione del luogo in cui sostavano, interamente spezzato dal sopraggiungere di una anomala sensazione, in corrispondenza della gamba destra della giovane Tassorosso.
Invero, laddove il velato chiarore del suo turchese sguardo allontanava la sua attenzione dalla sozza superfice della mappa topografica, rivolgendo il suo interesse verso il basso, in accordo con la stessa linea del suo arto, il fiorire di una veemente contrazione, scaturita da una ignota spirale di biancastra consistenza, indusse le sopracciglia della ragazzina ad aggrottare il loro nascente stato di confusione, accompagnato nel suo germogliare dal progressivo dischiudere della sua bocca.
Lentamente, in un transitorio istante di surreale staticità, la condizione di smarrimento, da cui erano sommerse le azzurre venature dei suoi sperduti occhi, diede testimonianza della sua perplessità alla contrariata fisionomia della stizzita espressione di Santana, i cui lineamenti del suo spazientito volto, non tardarono a conferire alle fattezze del suo aspetto una disorientata sembianza.
Tuttavia, il momento di fittizia calma, conseguenza del perdurato sorgere di una illusoria condizione di totale inerzia, dove il soffermare di un profondo sentore di spiccato spaesamento aveva racchiuso il bagliore del loro eterogeneo sguardo in una condensata bolla di rimarcata interdizione, riconobbe il giungere di un brusco epilogo.
Infatti, mentre il germogliare di una acuta sensazione di crescente angoscia cominciava ad insidiare il suo velo di preoccupazione tra le viscere della intimorita anima di Brittany, risultato di un vigoroso contorcere del robusto filo di candida fattura, in un violento incrementare della sua stretta attorno alla coscia destra della giovane Tassorosso, il fulmineo sopraggiungere di un veemente ed aggressivo sollevare della sua gamba, accompagnato da un irruento strattone, a causa di cui, il fragile equilibrio della ragazzina venne a mancare, trascinando la sua esile figura in direzione della paludosa superfice sottostante, condusse le sue corde vocali a fremere del preludio di un terrorizzato grido.
Il giallastro bordo della cartina topografica, a cui le dita della mano destra di Brittany erano state in grado di rimanere ancorate, nonostante la sua rovinosa caduta, dovette sopportare il brutale fiorire di una dolorante lacerazione, scaturita dal folgorante ed impetuoso sorgere di un frenetico trainare, a fronte del quale, il poderoso conficcare delle sue unghie nel limaccioso terreno, in un vano intento di arrestare la sua sfrenata retrocessione, continuava a rincorrere la concitata smania del suo stesso battito cardiaco.
Dunque, il propagare di un greve ed irregolare respiro, accostato ad una spasmodica movenza delle sue braccia, induceva il fittizio silenzio circostante a risuonare del suo assoluto senso di panico.
Al contrario, alcuna dimostrazione di accennato movimento sembrava coinvolgere la statica sagoma di Santana, talmente presa in contropiede dalla solerzia ed imprevedibilità del casuale evolvere della situazione, da non essere riuscita a compiere nemmeno un minimo cenno di immediata prontezza, lasciando i muscoli del suo irrigidito corpo ad atrofizzare sulla loro medesima postazione.
Eppure, il tenue ergere di un inconsueto sentore di inquietudine, la cui inaspettata presenza, aveva avvolto la zona centrale del suo petto di una singolare afflizione, sembrava suscitare una lieve traccia di tensione nella turbata anima della giovane Serpeverde, conseguenza del riverbero di una mortale immagine, da cui la tenebra delle sue sgomente iridi era assoggettata.  
Pertanto, dinnanzi la costanza del rapido e spietato trascinare della inerte figura di Brittany, nessuna parvenza di concreta alterazione persuase la struttura fisica della ragazzina ad abbozzare un singolo gesto di essenziale progredire, abbandonata in una soffocante patina di totale sbigottimento.
Ciò nonostante, la sua sempiterna condizione di inconscio immobilismo venne meno.
-“Santana!”-
Invero, il manifestare inaspettato del fragore di una disperata invocazione, il cui angustiato intonare, era stato in grado di recidere il consistente velo di intorpidimento, a cui il suo apparato uditivo aveva destinato la rispettiva competenza di un ovattato ascoltare, riconobbe il violento accentuare di una rara sensazione di notevole subbuglio, esattamente ubicata nel fremente epicentro del suo animato torace, una sorta di straziante scossa elettrica che fece ridestare il suo insonnolito cervello.
La solerzia di un febbrile sbattere delle sue palpebre, accompagnata dal cadenzato effondere di una tremolante respirazione, restituiva alle offuscate sfumature del disorientato sguardo della ragazzina la possibilità di dipanare la loro sgranata superfice di annebbiata foschia, riacquisendo il preludio di una reale lucidità, attraverso cui, la risvegliata mente di Santana ottenne l’opportunità di distinguere la concretezza della tangibile situazione nella quale era immersa.
Così, mentre la percezione delle sue oscure iridi continuava a guadagnare una progressiva nitidezza della antistante circostanza, la delirante ritmica cardiaca del fervido cuore della giovane Serpeverde non poteva fare a meno di accrescere la sua incontrollabile frequenza, in un veemente rimbombare della sua asimmetrica pulsazione, tra la nervatura delle sue agitate tempie, che indusse la sua statica fisionomia scheletrica a cedere il fiorire del principio di un ostacolato movimento.
Il tessuto muscolare delle sue indolenzite gambe venne allungato, conseguenza del modesto elevare del suo tallone sinistro, in una lenta ed incerta partenza, il cui vitale dinamismo, ebbe l’occasione di sostenere il culmine della sua estrema rapidità nel mezzo della folle corsa di Santana, accelerata dal consapevole emergere di una preoccupante realtà.
Infatti, il biancastro filamento, da cui la gamba destra di Brittany era ghermita, calzava le sembianze della porzione di una viscosa fibra, la cui origine, risiedeva nelle ghiandole dei ragni.
Dunque, il segmento di una ragnatela stava trainando la figura della babbana tra le mortali tenaglie di un famelico aracnide.
Pertanto, senza tenere conto del vicino sopraggiungere di una inevitabile mancanza di fiato, sintomo del riecheggiare di un greve ed affannato respirare, la cui brutale insistenza, aveva lasciato nel petto della Serpeverde il sorgere di un soffocante dolore, la celerità della sua spasmodica andatura venne indotta ad accrescere la corrispettiva inflessione, in un fulmineo scattare della sua aitante figura che condusse il corpo della ragazzina a sbilanciare il suo baricentro in avanti.
Il serrato palmo della sua mano sinistra sottrasse la inerme zampa del ragno alla sua robusta morsa, abbandonando il defunto arto sul limaccioso terreno sottostante, in maniera tale da consentire alle dita della sua mano di afferrare il braccio destro della Pierce, nel momento esatto in cui il suo torace avrebbe impattato contro il suolo.
E così avvenne.
Il freddo dei polpastrelli di Santana immerse il suo gelo tra le pieghe della soffice stoffa del maglione della babbana, conferendo alla sua stretta una ferrea chiusura, in modo da impedire il fiorire di un eventuale distacco.
Dinnanzi, il pervenire di una inaspettata sensazione di un anomalo calore, la cui fonte, riscontrava il suo principio tra le sudaticce membra della increspata cute dello sfibrato avanbraccio di Brittany, il tenue bagliore di un rossastro turchese cedette la sua attenzione verso la cornice di uno spazio, dal quale, il suo atterrito sguardo stava allontanando la sua capacità di percezione visiva, incrociando le sue inquiete sfumature con la tenebra di un paio di turbate iridi.
Per un indefinito intervallo di tempo, il sussistere di una totale condizione di apparente stallo diede forma alla venuta di un silenzioso osservare, scandito dal frastuono di una affannata respirazione, il cui eco, riusciva a propagare la sua intensa risonanza tra la fitta coltre di addensata vegetazione.
Invero, laddove la socchiusa bocca delle due ragazzine cedeva il loro adito alla veemenza del relativo sfiatare, sinonimo di una tensione a cui bisognava elargire un momento di doverosa liberazione, uno stato di taciturno tumulto delineava il perimetro del tormentato riverbero che sottometteva le loro smarrite venature, tratteggiato da un velo di profonda angoscia, intrecciato ad una evidente patina di crescente confusione, scaturita dal manifestare di una obbligata domanda a cui nessuno avrebbe mai potuto attribuire una effettiva sentenza.
Tuttavia, nonostante il connaturato elevare di un istintivo interrogativo, carico di un certo subbuglio, la dissimulata presenza di un celato sentore di ringraziamento indugiava tra le azzurre striature degli occhi di Brittany, segno di una spontanea gratitudine, la quale, andava ad intrecciare il suo inconscio emergere con il lieve strato di autentico benessere che accarezzava una esigua porzione delle oscure iridi di Santana, derivato da un involontario accogliere del medesimo senso di appagamento, da cui il suo animo era stato colmato durante il precedente attacco del Pitone Reticolato, nel quale, la sua mente aveva soffermato il proprio pensiero sulla concreta possibilità di risultare davvero importante agli occhi di una persona.
Il sonoro abbandonare di un ennesimo greve sospiro, traboccante di una tremante pesantezza, fece da sottofondo ad un necessario sbattere delle stazionarie palpebre della giovane Serpeverde, in un vitale distogliere della sua attenzione dal flebile sostare, tra le viscere del suo ventre, di una ritrovata sensazione di un contraddistinto calore, il cui incontrollabile espandere, non avrebbe mai convenuto alcun genere di vantaggio alla distaccata durezza del suo arido spirito.
Solamente, una esigua frazione di secondo, concesse alla frastornata razionalità di Santana il tempo di restituire la sua minima parvenza di vivida saggezza alla percentuale di raziocinio rimasto nel suo scombussolato intelletto, prima di attribuire alla spaesata tenebra del suo sguardo il giungere di una presunta occasione di salvezza.
Difatti, la costanza del loro rettilineo trascinamento, avrebbe indirizzato la figura della ragazzina ad avvicinare il suo corpo alla modesta base del tronco di un robusto albero, permettendo il sorgere di un probabile arresto di quel perpetuo trainare.
Così, mentre le dita della sua mano sinistra accrescevano la fermezza della loro stretta intorno alla magrezza del sottile polso della babbana, in modo da evitare il fiorire di una verosimile separazione, il graduale innalzare del braccio destro della Serpeverde, contrastato dalla soffocante pressione di una compatta superfice di gravosa fanghiglia, condusse il suo sistema muscolare a contrarre ciascun elemento della sua solida ossatura, in maniera tale da preparare la sua struttura fisica alla brutalità della collisione.
Le tenebrose sfumature delle iridi di Santana furono costrette a racchiudere la loro stessa essenza, in un solerte ed intenso serrare delle sue palpebre, dinnanzi il sopraggiungere della prevista violenza di un aggressivo impatto, il quale, sospinse il levare di un veemente irrigidimento della sua mascella, una irruenta contrattura che tentava di contenere il lancinante dolore della penetrante fitta a cui la sua spalla sinistra aveva dovuto sottostare a causa del feroce contraccolpo.
Per un breve attimo, alcun principio di movenza contraddistinse la statica sagoma della Serpeverde, completamente immobilizzata nella sua condizione di totale trazione, caratterizzata dal travolgente riecheggio di un irrefrenabile ansimare, scortato dal progressivo diramare di una sommaria afflizione, attraverso ogni singola vertebra del suo rigido organismo.
In seguito, il lento riacquisire della sua oscura percezione convenne alla umidiccia patina degli occhi di Santana il riverbero di un luccicante azzurro, le cui arrossate venature, deponevano la loro traccia di evidente conforto tra le tormentate striature del sofferente sguardo della ragazzina.
Ancora una volta, il manifestare di una silenziosa conversazione diede forma ad uno stato di fittizia inerzia, dove la persistenza di un innocuo contatto visivo non faceva altro che riversare dentro il loro volubile animo una considerevole mole di subbuglio.
Tuttavia, la permanenza di quel meccanico scrutare venne obbligata a bloccare il suo inconsapevole accadere, troncato dal sorgere di un assordante stridio, di fronte a cui, la rinvenuta concentrazione delle due studentesse dovette rivolgere il fervido bagliore delle loro intimorite iridi in direzione della biancastra ragnatela, percorrendo con lo sguardo il retto filamento, fino a raggiungere una indistinta meta lontana, dove il presumibile rivelare del mortale aracnide non riconobbe il sussistere di alcuna necessità di attesa.
Di conseguenza, laddove il preludio di un frenetico avanzare, guidava le voluminose zampe del ragno verso le sue gustose prede, il pervenire di una rapida occhiata, tra il terrorizzato azzurro di Brittany, totalmente incerto sulla maniera in cui sarebbero state in grado di sfuggire dalla letale morsa della creatura, e la preoccupata tenebra di Santana, il cui allarmato riflesso, concedeva il suo spazio anche alla presenza di un battagliero sentore, traboccante di una nitida e significativa intenzione, condusse la mano destra della giovane Serpeverde a conficcare le sue unghie nella robusta e solida corteccia del tronco, mentre le sue sinistrorse dita accentuavano la presa intorno al braccio della Pierce, così da riuscire a sostenere tutto il peso del suo corpo, nel successivo istante in cui il suo logorato sistema muscolare avrebbe offerto la sua residua forza, tentando di sottrarre la gamba destra della babbana dalla fatale stretta del ragno.
Di nuovo, un volitivo contrarre della sua mandibola sospinse le sue arcate dentali a digrignare la loro sofferenza, risultato del colossale sforzo a cui lo sfibrato vigore del suo dolorante tessuto osseo non avrebbe mai ceduto il suo reale compimento, ostacolato, non solo da una irrefrenabile mancanza di energia, ma anche dal levare di un frequente lamento di lancinante afflizione, di cui erano soggette le frementi corde vocali della Tassorosso, a causa del crescente stritolare del suo esile arto da parte di un filamento a cui non era stata elargita neanche una singola scalfittura.
Invero, il cadenzato risuonare di un continuo gemere di rimarcato supplizio, arrecava il fiorire di una asfissiante contorsione alla base dello stomaco di Santana, la cui incontrollata irruenza, induceva la contenuta prestanza dei suoi muscoli a rendere totalmente vano il loro medesimo intento.
Dunque, dinnanzi il futile perseguire di una impegnativa manovra, la cui conclusione, avrebbe dato solamente il sorgere di uno snervante affaticamento, oltre il pervenire di una imminente morte, ed il vicino sopraggiungere di un vorace aracnide, la cui delirante smania, avrebbe accompagnato il suo convulso progredire ad ogni movenza delle sue zampe, la razionale mente della giovane Serpeverde convenne il prediligere di una azzardata soluzione.        
Lentamente, intanto che la violacea cute delle sue dischiude labbra veniva accarezzata dal profondo abbandonare di un irrequieto sospiro, la solida pressione dei suoi arrossati polpastrelli sulla ruvida superfice della corteccia cominciava ad allentare la vigorosa stretta delle sue giallastre dita, fino ad allontanare completamente il suo sudaticcio palmo dalla loro ancora di salvezza.
Pertanto, laddove il manifestare di un rinnovato trascinamento riconosceva il consueto riecheggiare di un angosciato grido, accompagnato dal rapido ed istintivo innalzare del braccio sinistro di Brittany in direzione del salvifico contatto con il resistente avanbraccio di Santana, alla ricerca della sicurezza di un rincuorante appiglio, il leggero inclinare del corpo della Serpeverde verso la sua stessa sinistra, in un lieve ruotare della sua figura in senso esterno, concesse alla sua spalla destra di volgere la sua ossatura di quel tanto che bastava da permettere alle dita della sua mano di ghermire il manico della sua bacchetta, collocata dentro la tasca sinistra dei suoi jeans.
Così, una volta estratta, mentre il limaccioso terreno sottostante insudiciava il rinomato tessuto dei suoi indumenti, schizzando la sua putrida sporcizia sulla immacolata pelle del suo volto, ed il sancito giungere del letale aracnide acquisiva le sembianze di una prossima concretezza, una agile movenza del suo braccio destro riconobbe alla punta della sua bacchetta il relativo bersaglio.
-“Arania Exumai!”-
Il risuonare di un acuto stridore fece tremare la sterile vetta della circostante vegetazione, prima di restituire il tetro paesaggio della Foresta Proibita ad una totale condizione di minaccioso silenzio.
Eppure, un distinto eco di irregolare affanno continuava ad estendere il suo sussistere attraverso la fitta coltre di incombente boscaglia, una discontinua respirazione, traboccante di un sentore di pura angoscia, a cui la costante presenza di un taciturno osservare era in grado di ridurre il suo medesimo fervore, infondendo nel turbato animo delle due ragazzine una sensazione di caloroso conforto.
   
 
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