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Autore: drawhood    11/11/2022    0 recensioni
Emily è un tipetto orgoglioso, testardo e senza peli sulla lingua. Finge che non le interessa niente ma nel profondo spera di trovare l'amore.
Derek è il migliore amico di suo fratello, nonché il fidanzato di una delle sue amiche più strette. Decisamente proibito per lei.
Ray è tenebroso, sconsiderato e nemico pubblico della metà delle persone che conosce.
Phineas è dolce e attento ma troppo piccolo per lei.
Eppure questi tre non fanno altro che gravitarle attorno ed Emily non ne ha la più pallida idea: chi è quello giusto per lei?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Era passata una settimana da quella fantomatica festa tenuta a casa Haines e le cose non erano cambiate molto nella mia vita, ad eccezione del fatto che ogni tanto in corridoio qualcuno mi salutava e mi chiedeva “allora Emily a quando la prossima festa?” E io proprio non sapevo che rispondere. Erano attimi di popolarità e non mi dispiacevano ma che andarono presto a scemarsi con l’avvicinarsi della partita d’apertura del campionato di football di quest’anno. Mio fratello perfino a casa non faceva che parlare d’altro e seppure i miei fossero dei grandi fan dello sport a volte dovevano pregarlo di cambiare argomento almeno a tavola perché diventava asfissiante. C’era da dire però che comprendevamo perfettamente il suo stato d’animo, infondo era il quarterback della squadra e su di lui pesava il titolo di numero uno.

Quando non c’era lui a parlare del campionato ci si metteva Phineas. Durante le ripetizioni di matematica infatti era difficile tenergli a freno la lingua. Persino Charlie che era tanto paziente perdeva le staffe. In questo momento ci trovavamo infatti seduti al tavolo con l’obiettivo di risolvere dei problemi di trigonometria.

«Quest’anno è difficile… con Troy infortunato e Ryan trasferito diciamo che gli unici pezzi grossi rimasti sono Derek e Will.»

«È la tua occasione per entrare al posto di Troy e giocare, no?» Gli feci notare ma Phineas non dava l’impressione di essere tanto convinto. «Rispetto agli altri sono ancora un po’ bassino… Will dice che mi stenderanno.»

Gli lanciai un’intensa occhiata. In effetti mio fratello non aveva tutti i torti. «Non devi scoraggiarti, Phineas.» Aggiunse Charlie mentre si sistemava gli occhiali da lettura sul naso. Era così carina che sorrisi intenerita. «Ti sei allenato duramente come tutti gli altri e questa è la tua occasione per dimostrare di essere un bravo giocatore.»

«Chi è un bravo giocatore?»

Will fece la sua entrata e si posizionò alle spalle di Charlie. Per infastidirla le sottrasse gli occhiali da vista. «Non ci vedo niente con questi cosi, ma come fai?»

«Ridammi i miei occhiali.»

«Will, stiamo studiando.» Charlie si alzò e tentò di recuperarli ma mio fratello era più alto di lei, bastò che alzasse un braccio per portare le lenti fuori dalla portata della bionda. Ridacchiò alla vista della più piccola che saltellava inutilmente e neanche io e Phineas a quella scena riuscimmo a trattenere un sorrisino divertito.

«Sei proprio insopportabile!» Esclamò Charlie stufa di quel giochetto. Ricadde sulla sedia esausta. «Will, non farmi chiamare papà. Lo sai che odia essere disturbato quando è nel suo studio.» Ricevuto il mio messaggio, Will abbandonò finalmente gli occhiali sul tavolo e provò a giustificarsi. «Volevo vedere solo come mi stavano. Non te la prendere, Charlotte.»

«È Charlie, non Charlotte.» Rispose lei di rimando e gli lanciò un’occhiata carica di risentimento. Will non ne fu toccato affatto, prese una sedia e si posizionò accanto al suo amico Phineas. «Allora di cosa stavate parlando?»

«Della partita di questo venerdì.»

«Giusto, la partita. Phineas mi raccomando ti voglio carico. Stai facendo gli allenamenti che ti ho mandato?»

«Tutti i giorni, tranne il mercoledì.»

«Bravo ragazzo.» E gli diede una pacca sulla spalla. «Tu verrai a fare il tifo per me, Charlotte?»

La mia amica alzò gli occhi al cielo. «Vengo per fare il tifo a Phineas.»

«E a me no?»

«No.»

Guardai prima mio fratello e poi Charlie. La mia amica appariva infastidita ma non mi sfuggì il modo in cui si tormentava le mani nervosamente. E per quanto riguardava mio fratello Will… che cosa stava facendo? Non era mai stato così amichevole con una mia amica prima d’ora.

«Will, vieni un attimo con me ti devo parlare.» Mi alzai di scatto dalla sedia e puntai con un dito l’energumeno mio consanguineo. «Ma mi sono appena seduto.»

«Immediatamente.»

Andammo in cucina dove mi chiusi la porta alle spalle. Will aveva l’aria annoiata. «Che ti prende?» Mi chiese.

«Che ti prende a te? Charlie è una mia amica ed è una brava ragazza perciò qualsiasi cosa pensi di fare-»

«Frena, frena, frena. Di cosa stai parlando?»

«Sta succedendo qualcosa fra di voi?» Lui rise in risposta e trovò la cosa alquanto assurda. «Solo perché trovo che una tua amica non sia totalmente svitata come le altre adesso pensi che ci stia provando con lei?»

«Allora cosa stai facendo?» Non mi convinceva affatto. Inoltre mio fratello era molto bravo a mentire. Lo avevo visto all’opera un paio di volte con i miei. «Sto solo scherzando. Non ti preoccupare, sorellina. Charlie è carina ma lo sai che ho standard più alti.» Feci per gettargli la prima cosa che avevo tra le mani ma era una padella perciò mi accontentai della sua espressione di terrore. «Non ti permettere.»

«Sei tu che hai iniziato con queste assurde insinuazioni.»

«Perché so che tipo sei!»

Will alzò gli occhi al cielo e poi si fece avanti, abbassando leggermente il tono di voce. «Piuttosto la tua amica Valentina… È ancora single?»

Esasperata alzai le braccia al cielo. Non ci potevo credere… ancora con questa storia? «Valentina ti ha già rifiutato una volta, non facciamo ricapitarlo.»

«È solo perché se la crede troppo ma vedrai che cederà.»

«Will, ti avverto, stai lontano dalle mie amiche.» Lui sbuffò come annoiato e senza darmi più retta se ne andò. «Will Haines.» Gridai allarmata ma non ci fu nessuna risposta. Tornai dagli altri furente.

«Tutto bene?» chiese Charlie preoccupata dopo aver visto la mia faccia e io annuii seppur per nulla convincente. «Torniamo a studiare.»

Will Haines avrebbe combinato solo disastri, me lo sentivo anzi ci mettevo la mano sul fuoco.





Il giorno della partita arrivò e di comune accordo io e le mie amiche ci eravamo vestite con i colori della squadra, di blu e di bianco. Will mi aveva prestato una delle sue vecchie maglie che stavo adesso indossando e che portava il suo numero sul retro mentre a quanto pare Nisha aveva ricevuto quella di Derek e se avessi saputo prima che era una cosa che di solito facevano le coppiette non mi sarei mai sognata di mettere una roba del genere. Era una cosa melensa e imbarazzante.

«Ecco che entrano in campo!» Annunciò mia madre alla mia destra. Mi ero seduta con i miei occupando la tribuna migliore ma poco più avanti c’erano anche le mie amiche. Mia madre e mio padre avevano insistito a tutti i costi per arrivare presto e io non me l’ero sentita di ribellarmi. Almeno accanto a me c’era Charlie che mi teneva compagnia. «Ecco Phineas!» Mi disse la mia amica indicando un punto sul campo. La giovane e promettente riserva fece il suo ingresso e io e Charlie nel vederlo iniziammo a gridare e ad urlare il suo nome come due pazze fan sfegatate. Phineas alzò lo sguardo cercando tra la folla e quando ci vide che ci sbracciavamo per lui sorrise.

«Vai Phineas facciamo il tifo per te!»

«Sei il migliore!»

«Ecco che entra anche nostro figlio.» Questa volta le urla generali furono più assordanti e tutto perché il quarterback aveva fatto il suo ingresso. Seduti sugli spalti poco più avanti di noi un gruppo di ragazzine, probabilmente del primo anno, urlarono come se ne andasse della loro vita e indicarono mio fratello tutte felici e schiamazzanti neanche avessero visto entrare una celebrità. «Dov’è Derek?» Chiesi curiosa perché non lo vedevo ma solo perché fu l’ultimo e Charlie me lo indicò subito dopo infatti. «Eccolo.»

Aspettammo che anche la squadra avversaria facesse il suo ingresso e poi ci sedemmo ai nostri posti. Charlie si calò verso di me e ammise: «sono un po’ preoccupata per Phineas.»

«Anche io.»

Mio fratello aveva ragione, Phineas era davvero più bassino e mingherlino rispetto agli altri per non parlare del fatto che quella era la prima partita del campionato perciò gli avversari sarebbero stati feroci. Era stata davvero una sfortuna che Troy si fosse infortunato. «Però sono sicura che se la caverà.» Aggiunsi e detto questo, dopo che le due squadre si erano messe in posizione, ci fu il fischio di inizio.

Il match era appena iniziato.

Per i primi venti minuti di partita non successe quasi nulla di sbalorditivo. I nostri stavano soffrendo la mancanza di due giocatori molto importanti ma Phineas se la stava cavando e Will e Derek come al solito stavano giocando da fuori classe. Seppur la squadra avversaria fosse in vantaggio di qualche punto, la sintonia che avevano mio fratello e il suo migliore amico in campo era invidiabile.

Ad un certo punto però successe che la palla, per chissà quale serie di sfortunati eventi, finì nelle mani di Phineas. Il quale aveva la strada spianata davanti a se. Purtroppo fu solo per qualche secondo che il ragazzino tentennò, non sapendo se spingersi in avanti e pensare a fare punto oppure andare sul sicuro e tirarla a Derek che era poco più dietro di lui. Fu quell’attimo di indecisione ma gli fu fatale. Uno degli avversari, uno che forse era il doppio anche di mio fratello, lo prese di mira e con la velocità che lo aveva contraddistinto per tutto il match gli fu addosso. Phineas aveva appena deciso di voler segnare quel punto da solo quando si ritrovò scaraventato per terra con una tale brutalità che ci fece alzare tutti in piedi. Charlie accanto a me si coprì la bocca per soffocare un urlo. Phineas era a terra e non si rialzava.

«Ma è completamente pazzo quel tipo?!»

Ecco perché odiavo il football. Uno sport violento e senza senso. Osservai in silenzio la scena ma non ero l’unica. Tutta la tribuna taceva mentre l’allenatore e così anche Will e gli altri si avvicinavano a Phineas per controllare che stesse bene. Il ragazzo si muoveva ma non riusciva ad alzarsi. Una barella si avvicinò prontamente e degli uomini del pronto soccorso lo sollevarono. Phineas venne portato via dal campo ma la partita non fu interrotta. Con un compagno in meno, la squadra dovette proseguire per la vittoria.

«Lo avranno portato in infermeria.»

«Andiamo da lui.» Dissi allora a Charlie che mi seguì. Ci muovemmo in difficoltà tra la calca di gente finché non uscimmo dagli spalti e ci sbrigammo per raggiungere Phineas in infermeria. Tuttavia quando arrivammo lì non ci permisero di entrare, i genitori erano già dentro e quando uscirono ci rassicurarono dicendo che non era nulla di grave. Soltanto una slogatura al polso. Tuttavia dovemmo attendere che la partita finisse per poter fargli visita.

«Allora?» Mi chiese Phineas non appena entrai nella stanza. Aveva il braccio fasciato. «Charlie è andata a controllare il risultato.»

«Non siete rimaste a vedere la partita?» Scossi la testa e mi sedetti sulla sedia accanto al lettino. «Mi hai fatto prendere uno spavento.» Per qualche strana ragione Phineas era sorpreso. «Ti sei preoccupata per me?»

Ma per me era assurdo che ponesse una domanda del genere. «Certamente.» Risposi e gli scompigliai in segno di affetto i capelli. Phineas si mise a sedere a fatica. «Che fai? Torna a stenderti.» Provai a spingerlo giù ma lui era più resistente di quanto pensassi. «Sto bene…» disse in un sussurro e mi guardò in un modo strano. «Pensavo non te ne fregasse nulla di me.»

«Che dici? Mi importa molto di te.» Lo tranquillizzai ma lui fraintese. In un gesto inatteso mi prese la mano e se la portò al petto. Ero interdetta. «Phineas…?»

«Non voglio essere solo un amico per te.» E senza darmi il tempo di comprendere a pieno la situazione Phineas si calò verso di me e mi diede un bacio. Un piccolo e breve bacio a stampo che però ebbe la capacità di sconvolgermi. Non mi mossi per quelli che dovettero essere due secondi e Phineas pensò di avere campo libero, perciò provò a schiudermi le labbra con la lingua ma a quel punto mi ridestai dal mio stato di trance e mi staccai.

Tuttavia non feci in tempo ad evitare il vero disastro. La porta dietro di noi si aprì e ad affacciarsi fu Derek. Tra tutte le persone proprio Derek. «Phineas ero venuto a vedere come st-» ma il migliore amico di mio fratello si bloccò non appena ci vide. Io mi ero appena staccata dalle labbra del ragazzino quando mi accorsi di lui.

«Non è come pensi!» Urlai e Derek ci guardò. Prima me e poi Phineas, poi di nuovo me e poi di nuovo Phineas. Aveva un’espressione indecifrabile. Dopo di lui fece il suo ingresso Will. Mio fratello era accompagnato da Charlie. «Derek che cazzo ci fai bloccato sulla soglia? Spostati.» Il maggiore degli Haines fece il suo ingresso nella stanza. Neanche mi notò, preoccupato com’era per Phineas. Io approfittai di quel momento di distrazione per uscire. A Charlie ebbi solo modo di dire «tieni mio fratello occupato» poi presi Derek per un braccio e lo trascinai fuori, nei corridoi desolati della scuola. Quando fummo soli io lo guardai e feci per aprire bocca ma da quella non uscì nulla quando realizzai che Derek aveva un sorrisino sul volto che non prometteva niente di buono. Nel giro di qualche secondo scoppiò a ridere. «Emily e Phineas… Non ci posso credere.»

«Smettila, Derek. È lui che mi ha baciato.» Lui continuava a ridere e rideva così forte che ad un certo punto prese a lacrimare. «E quindi ti piacciono quelli più piccoli. Chi l’avrebbe mai detto…»

«È stato lui a baciarmi!» Ribadii disperata e gettai delle continue occhiate attorno per assicurarmi che nessuno fosse nei paraggi. «È stata una scena bellissima, davvero.» Mi diede una pacca sulla spalla. «Ben fatto, piccola Haines. Adesso anche tu sei una donna.» Scacciai via la sua mano infastidita. «Oh ma smettila!» Dissi furente ma Derek proprio non sapeva quando era il momento di finirla. «Ti ho detto che è stato un malinteso! È stato lui a baciarmi, non me lo aspettavo neanche io.»

«Ammetti però che ti è piaciuto.» Lui se la ghignava ed era allegro, felice e molto ma molto divertito. Mi avrebbe preso in giro da oggi fino a Natale, probabilmente mi avrebbe ricordato quella cosa per anni. «Non fare quella faccia, Emily. Se non fossi entrato in quel momento gli saresti saltata addosso.»

«Ma che cosa dici?!» Sbottai furiosa e in fondo in fondo lo sapevo che stava dicendo tutto ciò solo per provocarmi ma in un momento del genere non riuscivo ad essere più furba di lui. «Se non la smetti con queste insinuazioni vado da Will e gli racconto cosa hai fatto l’altra volta con Nisha nella mia stanza.»

Tuttavia quelle parole ebbero l’effetto opposto con Derek. Il ragazzo di fronte a me spalancò gli occhi e realizzò una cosa a cui io stupidamente non avevo pensato. «Giusto… Adesso non hai più nulla per cui ricattarmi.»

«Come?!» Quella faccenda di Nisha e la mia stanza mi aveva permesso di tenermelo buono. Derek non era l’insopportabile provocatore di sempre perché era sotto scacco. Non mi chiamava neanche più mostriciattolo. «Immagino che non vuoi che si sappia in giro che ti sei sbaciucchiata Phineas.»

«È stato un piccolo bacio a stampo ed è stato lui a darmelo.» Ringhiai ma per quanto ci provassi era tutto inutile. Derek non era molto interessato a conoscere la verità, quello che gli serviva era del materiale per prendermi in giro. «Vabbè tralasciamo i particolari…Sta di fatto che tu di questo bacio non vuoi che si sappia niente, giusto?»

«Giusto.»

«Allora adesso siamo pari. Tu non dici niente a tuo fratello e io non dico niente di Phineas.»

«Affare fatto.»

«Ah… E ricordi quel piccolo patto che per tre settimane avrei fatto tutto ciò che volevi?»

Certo che me lo ricordavo e non ero ancora riuscita a sfruttarlo al meglio. «Si e allora?»

«È saltato.»

Immaginavo che sarebbe andata a finire così. Trassi un respiro profondo mentre ammettevo a me stessa la sconfitta. «Ci vediamo in giro, mostriciattolo.» Disse e con un ghigno trionfante se ne andò. Quando rimasi da sola mi tastai per un secondo le labbra, lì dove qualche minuto fa ci si erano appoggiate delle altre morbidi e sottili. Riuscivo ancora a ricordare il contatto.



Il mio primo bacio…



   
 
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