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Autore: historiae    21/11/2022    0 recensioni
Bloom offre il suo aiuto ad Icy per ritrovare sua sorella Sapphire e salvare il regno congelato di Dyamond. Spezzare l'incantesimo della strega Sciamana e riportare la bambina alla sua forma originaria si rivela più facile del previsto.
Tuttavia il sortilegio non sembra limitarsi alla metamorfosi; Sapphire nasconde in sè un male più grande di quello che appare.
Sullo sfondo di un pianeta immerso nel suo sonno glaciale, Bloom ed Icy si ritrovano ad affrontare una minaccia che unisce da sempre i loro destini come un filo invisibile.
Genere: Hurt/Comfort, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bloom, Icy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Non hai imparato niente, ragazzina!-

La voce terribile e profonda suonò quasi irriconoscibile mentre rimbombava in ogni angolo di quel luogo senza identità.

Circondata dal buio più totale, Icy sentiva la presenza muoversi attorno a lei, a tratti lontana, a tratti tanto vicina che le sembrava di sentire il suo respiro gelido fuoriuscire dal suo stesso petto. Cercava di non guardarla direttamente, teneva lo sguardo fisso a terra, i pugni serrati di quando reprimeva la rabbia di un rimprovero subito e ingiusto.

-Tutti questi anni- esalò lo spirito, muovendosi in una nuvola di fumo bianco. -e non sei riuscita a ottenere definitivamente il potere supremo. Quello che ti avrebbe resa invincibile e che avrebbe reso me libera da questo limbo. Guardaci adesso: siamo entrambe imprigionate qui, ed è andato tutto perduto.-

Il fumo bianco si infittì. Il gelo crebbe, diffondendosi laggiù dove non c’era né spazio né tempo. Non era il gelo della Terra, né quello di nessun altro mondo popolato dalla vita.

Belladonna avvolse Icy, cercando il suo sguardo.

Doveva imparare, capire una volta per tutte con chi aveva a che fare.

-Tu sai che non finirà così, bambina.- sussurrò. -Tu sai che non avrai molte altre occasioni, se continuerai a deludermi.-

La voce aspra strideva come una catena arrugginita sull’asfalto.

-Se fallirai un’altra volta- continuò. -mi costringerai a prendere provvedimenti. Mi porterai quello che voglio. E lo farai senza esitazioni. O non avrai da me la stessa clemenza che hai avuto finora.-

E con quelle parole ostili si dileguò, accompagnata da un’agghiacciante risata.

 

 

 

_______________________________________________________________________________

 

-Funzionerà?- chiese Icy.

La coltre di ghiaccio, compatta e fredda come diamante, ricopriva le alte volte del sotterraneo estendendo i suoi cristalli nel vuoto in rami artigliformi. L’eco del vento sibilava ancora lì intorno come una musica sinistra e maledetta.

-Funzionerà,- parlò Huna, guardando dapprima la sua principessa e poi la fata che le era accanto. -se avrete coraggio e fiducia l’una nell’altra.-

Icy e Bloom cercarono l’una gli occhi dell’altra, incerte di aver compreso appieno ciò che la donna voleva dire. Si limitarono a trasmettersi reciprocamente quel po’ di coraggio che sarebbe loro servito per andare fino in fondo. Poteva essere rischioso, ma non avevano scelta.

-D’accordo.- Icy prese un respiro profondo. Sentì le membra irrigidirsi mentre dava il suo consenso ai capi tribù. -Facciamo in fretta.-

Chinando il capo in un cenno solenne, come a dire Ogni vostro desiderio è un ordine, Huna indicò ai due fratelli di avvicinarsi. I due uomini tenevano per mano Sapphire, che era stata allontanata per il tempo necessario alle tre donne di formulare un accordo sul da farsi. Condotta la bambina tra le braccia di Huna, la lasciarono. Lei cercò immediatamente lo sguardo e il contatto della sorella maggiore.

-Icy? Cosa succede?- la vocina le tremava tutta, gli occhi erano lucidi. -Il ghiaccio non si scioglie.-

Icy si chinò alla sua altezza e la guardò con serietà, come faceva quando esigeva da lei la massima attenzione.

-Adesso ci riproveremo.- disse, così flebilmente che quasi nessuno dei presenti potè udirla. -Stai tranquilla, andrà tutto bene.-

La bambina, che teneva gli occhi blu fissi in quelli di Icy, sentì la stretta della sorella che la abbandonava, e subito dopo, la mano tremula e ossuta della donna che si posava sulla sua fronte.

Fu l’ultima cosa che vide e sentì, prima di sprofondare in stato di incoscienza.

 

Icy contrasse la mascella, imponendosi di conservare il sangue freddo la fiducia che aveva sempre avuto nella sapienza dei sacerdoti del suo regno. Sapphire era in buone mani, e l’avrebbero riportata da lei presto, sana e salva.

Vide Huna distendere la bambina a terra, con l’aiuto dei fratelli, coprendola con una coperta, e posare quattro amuleti dalle strane fattezze ai punti cardinali del suo corpo.

Bloom si scervellava per ricordare dove avesse già visto simili oggetti, e Icy, che ne conosceva la funzione, stette a guardare finché tutto fu sistemato.

-Tenetevi pronte.- disse loro Tagul.

Bloom tornò con la mente al momento presente e tentò di prevedere gli avvenimenti dei prossimi minuti. Aveva un compito preciso, e non poteva sbagliare.

Si appostò accanto al corpo esanime della bambina e attese un cenno da parte di Icy, prima di procedere. Osservò il petto della bimba alzarsi e abbassarsi con regolarità. Era un buon segno.

Il cenno arrivò, e Bloom si concentrò. Accumulò un intenso flusso di potere nelle mani e mantenendo il massimo controllo dei movimenti generò un cerchio di fuoco che circondò Sapphire dalla testa ai piedi. Protetta dagli amuleti sacri di Huna, la bimba rimase placida e beata nel suo sonno senza sogni.

Solo allora i tre fratelli cominciarono, a turno, a pronunciare un’antica formula di lingua ignota.

Icy e Bloom indietreggiarono. Una grande energia si stava sprigionando in quel luogo e il cerchio di fiamme generato da Bloom sembrava risentirne, crescendo.

Allo scoccare del bastone di Huna sul suolo, una folata di vento fece divampare le fiamme, segno che l’evocazione era iniziata.

Poi calò il silenzio. Non accadde nulla per diversi minuti.

D’un tratto fu Tagul ad esalare un grido, guardandosi ai piedi.

La bambina aveva aperto gli occhi. Bloom rivisse il ricordo ancora nitido della crisi che Sapphire aveva avuto in sua presenza, poco dopo la metamorfosi.

Allora come adesso, le sue iridi non avevano colore ed erano simili in tutto e per tutto a quelli delle tante e spaventose statue di ghiaccio che troneggiavano di guardia al palazzo.

Icy trattenne un gemito di orrore. La fata trasalì e si ritrasse, angosciata, mentre un filo sottile e denso di fumo bianco saliva dalla bocca della bambina distesa a terra.

Salì in alto, crescendo di dimensioni e assumendo progressivamente una forma familiare.

Due occhi luciferini si accesero alla sommità della nube bianca.

Un mento pronunciato, un naso adunco si delinearono e un paio di mani rachitiche si allungarono fino a sovrastare il corpo di Sapphire.

Ora una forma umana, incorporea e spaventosa aleggiava sulle ampie volte del soffitto, costringendo i presenti ad alzare lo sguardo per vederla nella sua interezza.

Bloom, scossa da un tremito di paura e quasi pietrificata dal freddo che aumentava, resistette all’impulso di accostarsi ulteriormente ad Icy. Era trascorso molto tempo dal suo ultimo incontro con la strega antenata, e aveva quasi dimenticato quel suo aspetto terribile. Se avesse avuto le sue amiche con lei, ora, avrebbe trovato conforto nel loro abbraccio.

Strani suoni ed echi provenienti da una fonte ignota cominciarono a rimbombare sulle pareti del sotterraneo.

-Finalmente, Dyamond.- gracchiò la voce minacciosa dell’entità.

Senza che né Bloom né Icy potessero prevederlo, Belladonna si gettò verso la bambina, che ancora dormiva. Icy, con prontezza, avanzò e attaccò.

Agì d’istinto, dimenticando il dettaglio principale: Belladonna non aveva un corpo da distruggere.

Il colpo non andò a segno, finì a terra, scalfendo il ghiaccio e la pietra.

Atka venne in suo aiuto, facendole scudo e allontanando la strega con l’aiuto del suo talismano.

-E così l’hai portata.- gracchiò la voce. Gli occhi demoniaci si diressero verso il viso assopito della bambina ormai inconsapevole di tutto ciò che stava accadendo laggiù. Sul volto di Belladonna si aprì un sorriso malefico.

Icy stava sull’attenti, pronta a proteggere la sorella, aspettandosi in ogni momento una mossa falsa da parte della strega. Bloom la raggiunse, pronta a prestarle aiuto.

-Sei stata brava, Icy. Soltanto la fiamma del drago poteva spezzare la mia maledizione, un potere che entrambe conosciamo bene.-

-Che cosa vuoi?!- gridò Icy, con tanta rabbia che sembrò voler trapassare il limbo e giungere direttamente alle orecchie dell’entità e dei suoi simili.

-Non è che l’inizio, bambina. Lakema non ha fatto altro che incominciare la grande opera. Grazie a lei l’intero nostro mondo è rimasto fermo immobile, in attesa che venisse un tempo migliore. Quel tempo sta per arrivare, Icy. Solo grazie al potere supremo, il nuovo regno potrà cominciare. Ma… cosa vedo!-

L’ectoplasma fluttuò in direzione della fata del fuoco. -La futura regina di Domino ci ha fatto dono della sua presenza?-

-Sì. E dovrai passare sul mio corpo, per prenderti il mio potere.-

-È un peccato che Sua Altezza abbia dovuto scomodarsi dal suo prezioso trono per noi.-

-Sono qui di mia spontanea volontà, strega. Per amore di questo popolo e di tutti gli altri che tu hai condannato.- Bloom rispose alla provocazione con fermezza. -Se credi che ti lascerò distruggere un altro regno, ti sbagli di grosso. Ora te la vedrai con me.-

La fata del fuoco si alzò in volo, avvolta dalla luce rovente del dragone. I tre fratelli, i cui corpi non erano abituati a tanto calore, dovettero coprirsi il viso.

Gli occhi luminosi della strega fissavano senza sosta, famelici, le fiamme che avvolgevano il corpo di Sapphire, e contemporaneamente, erano attratti come un magnete dal bagliore e dal calore del grande drago.

Bloom si ritrovò a dover soppesare bene le sue scelte. Se avesse attaccato, il fantasma si sarebbe nutrito del suo fuoco, come linfa vitale. Avrebbe dovuto essere astuta, scegliere con cura il momento giusto per colpire, e quello opportuno per fuggire.

Non ebbe tempo di soffermarsi oltre su quei pensieri che le mani artigliate dell’entità erano già protese verso di lei. La fata la evitò, veloce come un fulmine, mentre la sua risata roca e profonda si diffondeva nuovamente in ogni angolo. La strega le stava alle costole, ed era sempre più vicina quando Bloom capì di non avere scampo. Il soffio letale e gelido della custode del ghiaccio stava per raggiungerla, per toglierla di mezzo per sempre. Aveva aspettato troppo tempo per difendersi, e ora dubitava che anche il fuoco avrebbe fermato quell’attacco.

Si chiuse a riccio, pronta a ricevere il gelo paralizzante, ma non sentì niente.

Icy le si parò davanti, assorbendo l’incantesimo di ghiaccio, e nonostante la magia dell’antenata fosse immensamente più forte di quanto lei potesse tollerare, ne uscì illesa.

Bloom ricominciò a respirare solo dopo essersi resa conto pienamente di quello che era successo.

Aveva sempre creduto che trovarsi di fronte ad un nemico comune generava unione anche tra le parti più inconciliabili, e ne aveva appena avuto prova lampante.

Icy l’aveva difesa. Forse per dimostrare a Belladonna che era lei, e solo lei, ad avere il diritto di precedenza sulla fiamma del drago, che ora le era indispensabile per la salvezza di Dyamond. Ma per Bloom poteva significare solo una cosa: che per Icy esisteva finalmente qualcosa di più grande per cui combattere, al di là della conquista del potere illimitato. Belladonna non aveva fatto altro che usarla. E ora era Icy a volersi vendicare di lei. Bloom aveva visto giusto. Che cos’era mai il dominio sul mondo rispetto all’affetto di una famiglia ritrovata? Sperava che anche Icy lo avesse finalmente capito.

-Cosa?!- tuonò Belladonna, facendo tremare il suolo e le pareti, mentre i suoi occhi si illuminavano di un bagliore vermiglio. -Come osi sfidarmi?!-

-Lasciaci in pace!- esclamò la sua erede, soffocata dalla rabbia.

-Adesso vedrai. Così imparerai ad intralciare i miei piani.-

Icy sentì il cuore congelarsi nel petto quando Belladonna prese il volo in picchiata, giù, in direzione di Sapphire, addormentata e senza difese.

-No!- esclamò Icy, e si gettò all’inseguimento.

Al suolo, intanto, nel punto dove giaceva Sapphire, una fitta lamina di cristalli di ghiaccio si stava formando, intaccando dapprima le fiamme che avvolgevano il piccolo corpo, e poi la bimba, risalendo dalle sue scarpette, avvolgendole le gambe esili e le mani. La coperta che la copriva era stata scagliata lontano con un soffio gelido.

Icy lasciò che la rabbia che l’accecava le fornisse l’energia necessaria per attaccare.

Il ghiaccio avanzava. Icy stava per colpire, quando un suono secco, come quello di uno scoppio, si udì.

Poi un altro. E un altro. E un altro ancora.

Uno dopo l’altro, gli amuleti che Huna aveva posto a protezione di Sapphire, rendendola invulnerabile alle forze maligne, erano stati distrutti dal gelo. I volti di Atka e di Tagul si tinsero di panico.

Il gioco era chiaro. Belladonna voleva assicurarsi che il potere le venisse consegnato spontaneamente. Sapeva che per salvare la sorella, Icy sarebbe stata disposta a qualsiasi cosa.

Icy e Bloom frenarono la magia che già avevano accumulato nelle loro mani. Non potevano rischiare di colpire la bambina.

Ma proprio mentre il fantasma bianco stava per mettere gli artigli sulla principessina, Huna estrasse la sua ultima arma di difesa: un cristallo color ametista, luminescente e pregno dell’energia degli spiriti del bene, che frappose tra l’antenata e la creatura addormentata.

La luce si sprigionò, e l’energia positiva che invase il luogo fu tale che il fantasma ne fu abbagliato, e gridò, ritraendosi.

Quando la luce si dissipò, subito Belladonna si riprese. Sembrava indebolita, e la magia bianca sembrava averla intimidita, rendendola meno ostile. O era ciò che a Bloom ed Icy era parso di vedere.

Consapevole che contro i tre fratelli sciamani non vi era arma a cui potesse ricorrere, Belladonna si era resa più vulnerabile. Erano loro a poterla controllare, a governare l’Altrove da dove veniva, e per quando potere possedesse, non era libera.

Ma lo sarebbe stata, una volta ottenuto il potere.

Icy non avrebbe mai lasciato che lei facesse leva sul suo istinto di protezione verso la sorellina. Non si sarebbe mai lasciata ingannare più di quanto aveva già fatto. Era stato grazie all’aiuto di Bloom se aveva ritrovato la volpe, ma mai avrebbe pensato di cadere in una tale trappola.

La fiamma del drago aveva salvato Sapphire, le aveva assicurato calore e vita, ed era essenziale per la sua sopravvivenza. Non avrebbe mai potuto consegnarla a Belladonna. Nemmeno in nome del potere più grande dell’intero universo. Nemmeno per la corona. Nemmeno per la vita eterna.

Belladonna era vile, profittatrice e incline al ricatto, come tutte le streghe che avevano fatto voto al male. Sapphire non era, per lei, che un vecchio straccio. Non le sarebbe più stata utile, d’ora in avanti. Icy era la sua prima ed unica erede, la sua scelta. E ora, l’antenata si preparava a scaricare la sua ira su entrambe.

-Mi avete stancato!- la voce gracchiante invase il sotterraneo con una violenza inaudita. Il bianco dell’ectoplasma balenò a tratti nella penombra, rendendo poco chiari i suoi spostamenti.

-È arrivato il momento di scegliere, principessa.- l’entità canzonò Icy, storpiando quell’appellativo.

-Non accetterò mai un ricatto!- tuonò la sua erede. -Non ti prenderai la mia famiglia. Non un’altra volta.-

-Dovresti conoscere le regole, bambina.- esalò lo spirito. -Non otterrai niente, se non sarai disposta a pagare.-

Icy rimase immobile e in silenzio per un istante che sembrò infinito. Strinse i pugni, mentre nella sua mente prendevano forma mille possibilità di azione.

Si avvicinò al cerchio di fuoco ormai quasi estinto per gli effetti del respiro di ghiaccio del fantasma, e sollevò la bambina esanime e leggera, tra le braccia.

Bloom, da poco lontano, osservava la scena, pronta ad intervenire. Ora Icy e la sua sorellina erano totalmente esposte allo sguardo e agli artigli dell’entità.

-No, principessa…- sussurrò Tagul. I suoi occhi e quelli dei fratelli imploravano pietà per la piccola, in silenzio. -Non cedete. Non l’ascoltate…-

Bloom sollevò lo sguardo a pochi metri da terra e notò che sul viso di Belladonna era comparso un ghigno di soddisfazione. Fece per muovere un passo in avanti e impedire ad Icy di commettere il peggiore sbaglio della sua vita, memore di quando l’aveva dissuasa dal consegnare a Valtor la Stella primaria che avrebbe messo fine all’esistenza di ogni forma di vita magica al mondo.

Era stata proprio la scelta di Icy a farla ricredere su di lei, e a darle la speranza che in lei potesse esistere quello spiraglio di bontà in cui aveva sempre confidato, e adesso le si presentava la stessa situazione.

Aprì la bocca per richiamare l’attenzione di Icy, ma la strega, come se le avesse letto nel pensiero, spostò di scatto lo sguardo su di lei.

-Bloom. La fiamma.- ordinò, con tono severo. -Presto, rivela la fiamma.-

Dal suo volto impassibile non traspariva la minima emozione, rendendo impossibile per Bloom decifrare le sue intenzioni. La fata trasalì, riluttante.

-Principessa, vi prego...- implorò nuovamente Tagul, la voce ridotta a un sibilo. -Non lo fate.-

Icy lo ignorò. Fissava Bloom. Sapphire giaceva tra le sue braccia, come un corpo morto.

Sei una brava bambina, Icy.

Huna e i fratelli osservarono, tremando d’orrore, il ghigno di Belladonna tramutarsi in una risata agghiacciante e i suoi occhi accendersi di rosso, mentre si avvicinava alle due sorelle.

Bloom deglutì. Espirò, imponendosi di smettere di tremare, e sollevò le braccia, attingendo al potere del drago. Una luce calda la avvolse, accumulandosi nei palmi delle sue mani.

Funzionerà, se avrete coraggio e fiducia l’una nell’altra.

Le parole di Huna le riecheggiarono nella mente, scaldandole il cuore e infondendole sicurezza. Di una cosa era certa: Icy non agiva mai senza consapevolezza. Nulla era lasciato al caso e ogni azione, ogni minima mossa aveva un suo preciso movente.

Cercando di mantenere il controllo dell’immensa quantità di energia che stava rilasciando, Bloom si preparò a scagliarla con tutta la sua forza in direzione dell’entità.

Icy alzò gli occhi sulla nube bianca e antropomorfa che si avvicinava di secondo in secondo.

Bloom aveva già le mani protese verso il fantasma.

Icy, di scatto, le si rivolse.

-Attaccami!-

Il comando arrivò come un fulmine a ciel sereno. Bloom sgranò gli occhi e si soffermò sullo sguardo ipervigile della strega, sui suoi occhi spalancati che la fissavano con severità.

Confusa e pietrificata, Bloom aprì la bocca senza sapere come reagire, con i nervi tesi come se si trovasse davanti a un ordigno da disinnescare.

Guardò Huna, Tagul e Atka, con occhi sgranati.

-Ma...-

-Fallo! Adesso!-

Bloom, che si era imposta di prendere a insegnamento le parole di Huna, serrò le palpebre e scagliò, con tutta la forza di cui fu capace, il soffio del dragone su Icy e la bambina che teneva tra le braccia.

Attratta dal rosso bruciante di quella luce, l’antenata protese finalmente le lunghe mani affilate per farla sua.

Icy, fulminea, levò in alto il braccio sinistro al massimo della sua estensione. Le particelle d’aria gelida intorno a sé si intrecciarono con la velocità di un battito di ciglia, avvolgendo la fiamma in una torre grezza di ghiaccio, congelandola all’istante.

-Noo!- il grido selvaggio dell’antenata esplose e svanì solo poco prima che la materia solida la intrappolasse nella sua interezza, donandole un corpo che la immobilizzò, facendola tacere per sempre.

 

Bloom, con il respiro corto per lo shock, osservò il fantasma di Belladonna imprigionata nel suo stesso elemento. La bocca spalancata in un grido di disperazione, gli occhi luciferini colmi di ira e le mani raggrinzite e contratte in attesa di afferrare il suo bottino, rimaste vuote.

Priva di un appoggio, quella tomba di ghiaccio precipitò al suolo, andando in mille pezzi.

Huna, si inginocchiò a terra frettolosamente, tra i frantumi, reggendo un cristallo puro e chiarissimo tra le mani. Icy osservò l’oggetto riassorbire in sé ciò che restava dello spirito. I suoi riflessi rosati e vitrei si tinsero a poco a poco di un nero sporco ed opaco.

La donna, stringendo saldamente il cristallo sacro, posò gli occhi sugli altri presenti. La tensione era scomparsa dal suo viso, il suo animo era quieto.

Un nuovo silenzio irreale era calato.

 

  
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