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Autore: drawhood    25/11/2022    1 recensioni
Emily è un tipetto orgoglioso, testardo e senza peli sulla lingua. Finge che non le interessa niente ma nel profondo spera di trovare l'amore.
Derek è il migliore amico di suo fratello, nonché il fidanzato di una delle sue amiche più strette. Decisamente proibito per lei.
Ray è tenebroso, sconsiderato e nemico pubblico della metà delle persone che conosce.
Phineas è dolce e attento ma troppo piccolo per lei.
Eppure questi tre non fanno altro che gravitarle attorno ed Emily non ne ha la più pallida idea: chi è quello giusto per lei?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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I rapporti con Will non potevano essere più complicati di così. Aveva giurato vendetta e come Derek non mi rivolgeva più la parola. Fingevo che non me ne importasse niente ma sotto sotto ci stavo male. Will e Derek erano sempre stati un punto di riferimento per me, sentirli così distanti mi faceva stare male.

Io e Charlie quella mattina stavamo andando a scuola in autobus. Lei aveva notato il mio malumore e aveva provato a chiedere in un tono dolce e cordiale a che cosa stessi pensando. Non riuscivo più a tenermi tutto dentro perciò le raccontai quello che era successo e non tralasciai nessun particolare. Quando arrivai alla parte dell’appuntamento con Ray lei non disse niente, annuiva di tanto in tanto e mi ascoltava paziente. Solo alla fine del racconto decise finalmente di espormi la sua opinione.

«Di tuo fratello non devi preoccuparti. È una sciocchezza, gli passerà.»

«Non è questo il problema…» Dissi rivolgendo lo sguardo fuori dal finestrino. Oggi era una giornata nuvolasa ed essendo meteoropatica mi sentivo anche più triste di quanto infondo avrei dovuto. «Non faccio mai la spia ed evito di mettere in mezzo i miei genitori quando si tratta di una cosa tra me e Will ma questa volta… Non so, sentivo che volevo fargliela pagare.»

«Secondo me hai fatto bene. Tuo fratello non può comportarsi così con le ragazze, se Valentina ha ribadito più di una volta di non voler averci niente a che fare allora Will deve rispettare la sua decisione. Vedrai che gli servirà da lezione.»

Annuii trovandomi assolutamente d’accordo. Eppure nonostante Charlie fosse dalla mia parte non riuscivo a sentirmi meglio. «Piuttosto parliamo del pigiama party di stasera.»

«Giusto!» Apprezzai il tentativo di distrazione. «Rue e Nisha hanno detto che verranno perciò avrai modo di conoscere meglio anche loro.»

«Sono un po’ nervosa.» Mi confidò la mia amica. «Non ho mai partecipato ad un pigiama party, neanche da bambina.» Io risi e la trovai adorabile. «Tranquilla, devi solo venire munita di pigiama e spazzolino.»

«E che cosa faremo?»

«Innanzitutto mangeremo un sacco di schifezze, poi magari ci guardiamo un film insieme, chiacchierare… Insomma una serata solo ragazze dove possiamo fare quello che vogliamo.»

«E i tuoi?»

«Casa mia è abbastanza grande e poi hanno una cena di lavoro, torneranno tardi come al solito.»

«E Will?» Questa volta pose la domanda con tono più incerto. Non era sicura di potermi chiedere di lui. «Non lo so… Ho detto a mamma di avvisarlo, di solito quando organizzo queste cose va a dormire da Derek.»

L’autobus si fermò e seppur distratta notai una figura abbastanza familiare salire. Feci gesto a Charlie di voltarsi e lei subito capí. «Ciao Ray.» Disse la mia amica con un sorriso mentre sollevava una mano e il ragazzo si voltò verso di noi mentre io restavo basita di fronte al gesto di Raperonzolo.

«Charlie non ti vedevo prendere l’autobus da un po’…» Tentai di fingere disinteresse di fronte a quello scambio di battute ma ero abbastanza nervosa. «Oggi ci andava». E la bionda ebbe l’audacia di indicare me, come se volesse che Ray mi notasse di proposito. I nostri sguardi si incrociarono per un breve istante ma poi lo distogliemmo subito. C’era un grande imbarazzo e tutto a causa di quello stupido appuntamento.

«Emily mi stava raccontando che siete usciti insieme.»

Ma che cosa diavolo prendeva alla mia amica oggi?! Le diedi una gomitata ma lei finse di non essersene accorta e continuò. «E mi ha detto anche che è stata una bella serata per lei.»

«Ti ha detto questo?» Ray si voltò verso di me come se si aspettasse che io aggiungessi qualcosa. Stentava a crederci. «Emily è un po’ orgogliosa… Ma le piaci molto.»

«Okay, basta così.» Esclamai in tono fermo e questa volta rivolsero entrambi l’attenzione su di me. Ray aveva un sorrisino trionfante. «A Charlie piace scherzare, non darle retta.»

«Non mi dire… Comunque Charlie non credo che tu abbia ragione, sai. Ho provato anche a baciarla ma la tua amica non ci è stata.» Charlie non replicò, forse aveva capito anche dal modo in cui l’avevo fulminata con lo sguardo che doveva darci un taglio. «Mi sono già arreso di fronte al suo rifiuto. Quando una ragazza dice no è no, giusto?»

«Giusto.» Risposi ma non davo l’impressione di essere molto convinta delle mie parole. «Si è liberato un posto lì in fondo. Se non vi dispiace vado a sedermi.»

Charlie stava per dire qualcosa ma io la frenai. «Non ci dispiace.» E Ray quindi si allontanò.

«Ma che cosa fai?» Sussurrai non appena restammo da sole. «Quello che avresti dovuto fare tu, Emily. Almeno adesso sai che se non ti dai una mossa lui ti lascerà andare.»

«E non credi che sia questo quello che voglio?» Charlie non rispose ma mi lanciò una lunga occhiata che la diceva lunga.

Purtroppo aveva ragione lei. Al pensiero infatti di perderlo ci rimasi male. Ma non potevo! Non con Ray almeno…



****

Per il pigiama party di questa sera mi ero organizzata bene. La mia instancabile voglia di perfezione mi aveva reso parecchio insopportabile per tutto il pomeriggio tant’è che ad un certo punto Will era scappato e i miei avevano anticipato di qualche ora la loro uscita. Non persi tempo e approffitai di essere rimasta solo per mettermi a fare le pulizie, preparare da mangiare, rievocare dalle tenebre i sacchi a pelo e qualche gioco da tavolo, nel caso in cui non ci piacesse il film che avevo noleggiato. Quando terminai mi misi il pigiama che era parte del rituale di benvenuto. Il campanello suonò proprio nel momento in cui cascai distrutta sul divano. Charlie, Rachel, Valentina e Jane fecero il loro ingresso dopo che le aprii la porta. «Buonasera a tutte!» Sotto il loro giubbotti come promesso indossavano tutte i loro pigiamini.

Eravamo tutte sedute intorno al tavolo a sgranocchiare qualcosa quando Valentina mi chiese: «sei sicura che verranno?»

«Mi avevano detto di si…» Lanciai un’ennesima occhiata all’orologio. Rue e Nisha erano in ritardo di un’ora e ai messaggi non rispondevano. Sbuffando la mia bellissima amica propose di far partire il film. «Tanto forse non verranno…» E Jane annuì, anche lei era convinta che ci avessero dato buca. Proprio quando però stavo per prendere il telecomando sentimmo bussare alla porta. Mi alzai di scatto ed escalmai sollevata «devono essere loro.» Le ragazze mi seguirono fino alla porta e quando aprii, nel mio bellissimo pigiama arancione mi trovai di fronte Derek. Non gli diedi neanche la possibilità di salutarci che sbottai: «e tu che ci fai qui?»

«Emily!» Dietro di lui emerse Nisha che raggiante mi salutò con un abbraccio. Non indossava il suo pigiamino, anzi era truccata e vestita fin troppo bene. A seguire in quest’ordine c’erano Rue, Finn, Phineas, un amico di Will di cui non ricordavo il nome e infine proprio lui: William Haines.

L’ultimo ad entrare poggiò una mano sulla mia testolina «felice pigiama party, sorellina» nell’altra mano aveva una cassa piena di birre. Mi voltai verso le mie amiche; Charlie e le altre erano parecchio imbarazzate nei loro pigiamini carini e coccolosi.

«Will.» Provai a chiamarlo impanicata mentre mi chiudevo la porta alle spalle. Ma mio fratello era già sparito oltre il corridoio per andare a posare le birre in frigo. Seguimmo gli altri finché non raggiungemmo il salone. Lì avevo sistemato tutto in modo impeccabile, persino Phineas che doveva avercela con me mi fece i complimenti.

«Dai ma davvero vi siete messe il pigiama?» Chiese Rue ridacchiando e io non seppi cosa rispondere. Ero rimasta a corto di parole ed era davvero raro. Non ero tanto sorpresa che mio fratello avesse invitato i suoi amici a casa per vendicarsi in qualche modo, infondo me lo aveva promesso ma ciò che mi stupiva era il fatto che Nisha e Rue fossero complici. Rue di fatto aggiunse: «non abbiamo più dodici anni, ragazze. Quando mi hai detto che si trattava di un pigiama party pensavo che fosse un modo per dire che avremmo passato la serata insieme, non credevo che dovessimo davvero venire in pigiama.»

Charlie attirò la mia attenzione toccandomi leggermente per un fianco e mi indicò Valentina. La mia amica infatti era sul punto di esplodere. Sarei dovuta intervenire prima che succedesse il peggio solo che… Qualcuno mi distrasse. «Derek, non toccare la pizza! Non ne ho presa abbastanza per tutti voi e ce la stavamo mangiando noi.»

«Ma io ho fame.»

Lo guardai in cagnesco e lui di tutta risposta prese una fetta grande e se la portò in bocca. Will emerse in quel momento. Stavo giusto andando da lui furiosa quando Valentina decise di esplodere. Si avvicinò fino a trovarsi di fronte alle altre due ragazze. Nisha e Rue non sembravano aver colto il segnale, infatti le sorrisero. «E quindi perché avete pensato che i pigiama party sono cose da bambine avete deciso di invitare i vostri fidanzati senza prima chiedere il permesso a Emily?»

«Qui si mette male.» Mi sussurrò Charlie ad un’orecchio e lo sapevo, eccome se lo sapevo. Però chi aveva il coraggio di frenare una Valentina irruenta? Non di certo io. «Calmati, Vale. Will aveva detto che non c’erano problemi.»

Mio fratello annuì e si rivolse a Valentina. «Questa è anche casa mia, sai.»

«Ma non hai detto niente a mamma e papà.» Aggiunsi io e lui in risposta sollevò le spalle come per dire che non era un grosso problema. «Se tu puoi invitare le tue amiche perché io non posso invitare i miei?»

«Perché questa serata era la mia!»

«Dai, Emily che cosa c’è di male? Infondo è bello stare in compagnia.» Era stata Nisha a parlare. «Siete proprio senza vergogna…» mormorò Valentina. A quel punto Rue decise di controbattere e la situazione si scaldò in fretta.

«Che cosa stai cercando di insinuare?»

Le due erano faccia a faccia, uno scontro frontale che poteva finire molto male. Charlie, vedendomi che non intervenivo decise lei di fare qualcosa. Si posizionò davanti alle due e cercò di allontanarle. I ragazzi, dal loro canto e aggiungerei inutili, osservavano la scena divertiti. «Dai, non litigate.» Appena Charlie toccò Rue quella scattò subito. Scacciò in malo modo la mano della mia amica e si rivolse a lei con un tono troppo duro. «E tu che vuoi? Non ti intromettere, sei arrivata qui solo da qualche mese e già giochi a fare l’amica di tutti.»

«Rue!» Esclamai scandalizzata, non aspettandomi affatto che fosse proprio lei a dire una cattiveria del genere. La Rue che conoscevo era una persona socievole e sempre pronta a fare nuove amicizie. E poi Charlie non le aveva fatto niente, non aveva il diritto di trattarla così. «Dacci un taglio, Emily.» Si rivolse a me seccata. «Da quando è arrivata questa qui non fai altro che stare con lei. Una volta pensavo di essere io la tua migliore amica ma vedo che sei molto brava a sostituire le persone.»

«Ma cosa stai dicendo?» Mio fratello fischiò. La frecciatina aveva colpito nel segno. «È la verità.»

«Guarda che quella che da quando si è fidanzata non si fa più vedere in giro sei tu.» Valentina era con il piede di guerra e non avrebbe mai permesso che certe accuse fossero mosse contro di noi. Le fui grata. «Per giunta per non venire da sola e passare una serata con noi ti sei portata il fidanzato. Non hai nessun diritto di accusare Emily.»

«È stato Will ad invitare i ragazzi.» Aggiunse prontamente Nisha, mentre si affiancava a Rue. Neanche lei avrebbe sopportato che si dicesse qualcosa all’amica. «E l’unico motivo per cui siamo venuti insieme è perché ci hanno offerto un passaggio. Saremmo venute anche senza i nostri fidanzati, se è questo che vuoi insinuare.»

Mi voltai per osservare le mie amiche. Jane e Rachel erano ammutolite, Charlie invece non solo non proferiva più parola ma aveva anche il capo abbassato come se si vergognasse.

«Basta così!» Sbottai dopo aver visto il faccino ferito di Raperonzolo. Non mi era piaciuto affatto il modo in cui Rue l’aveva umiliata ma quello non era il luogo e il contesto giusto per parlarne. I maschi dietro infatti continuavano a ridere. Strinsi i pugni fino a far sbiancare le nocche.

«Se mio fratello vuole invitare i suoi amici allora è libero di farlo. Avrei preferito che mi avvertisse ma stiamo parlando di un coglione patentato pertanto facciamo così….» chiusi gli occhi e trassi un profondo respiro. Odiavo l’idea di dover scendere a patti con lui ma non vedevo altra alternativa.

«Per chi vuole restare qui con Will allora il piano di sotto è vostro. Per chi invece vuole restare con me, allora mi segua al piano superiore.»

Charlie, Valentina, Jane e Rachel si affrettarono a prendere le loro cose e a salire le scale. Rue e Nisha dopo essersi scambiate un’occhiata alla fine scelsero di restare giù con i ragazzi. Senza rivolgere loro nemmeno un saluto feci per salire in camera mia. Tuttavia ad un certo punto una voce mi richiamò. «Emily.»

Era Derek. Aveva appena preso un’altro trancio di pizza. «Immagino che anche tutto quello che si trova al piano di sotto è nostro.» E indicò tutto il cibo che a stento eravamo riuscite a toccare. Riuscii a sentire il mio stomaco brontolare in risposta.

«Derek.» Distesi le labbra in un sorriso forzato mentre pronunciavo il suo nome a denti stretti. Lui rise. «Dimmi.»

«Strozzati.»



*****



Ci eravamo barricate nella mia stanza e pensavo di aver trovato la soluzione dell’anno, tuttavia non volava una mosca, pensierose com’eravamo a guardare il nulla mentre dal piano inferiore si sentivano gli schiamazzi e le risate dei ragazzi che si stavano, al contrario nostro, divertendo.

Valentina non aveva ancora sbollito la rabbia. Ad un certo punto si alzò dalla sedia e sbottò: «non è giusto, Emily. L’hai data vinta a tuo fratello.»

«Lo so…» mormorai piano vergognandomi della mia stessa ammissione. «Ma che potevo fare? Non potevo di certo cacciarli. Questa è anche casa di Will.»

«Perché non chiami i tuoi genitori e gli spieghi tutto?» Era la soluzione vincente. Will sarebbe finito probabilmente in punizione per il resto della vita eppure non volevo averla vinta così. Non facendo di nuovo la spia. «È una questione tra me e lui.»

«E stasera che facciamo?» Chiese Jane per poi aggiungere: «magari possiamo scendere di sotto e cercare di stare un po’ con i ragazzi… Che male c’è?»

«Non se ne parla proprio.» Sbottò Valentina al suo fianco. «Piuttosto me ne torno a casa.» Charlie e Rachel annuirono trovandosi d’accordo con quest’ultima e pertanto Jane non provò più a riprendere l’argomento, nonostante fosse palese da come lanciava delle continue occhiate alla porta che per lei sarebbe stato molto più gradevole stare di sotto.

«Ci sono tante cose che possiamo fare qui.» Provai a dire. Peccato però che avevo lasciato tutto al piano di sotto. La televisione, le carte da gioco, il cibo… In camera mia c’erano solo i sacchi a pelo. Potevamo… dormire?

«Del tipo?»

«Be’ pensiamoci».

Piombò il silenzio e lasciammo che gli ingranaggi dei nostri cervellini si mettessero a lavoro per trovare una soluzione. «Possiamo mettere un po’ di musica e cantare…» Disse Jane ma nessuna di noi ne fu davvero entusiasta.

«Possiamo raccontarci qualche storia horror.» Fu la proposta di Rachel.

«Possiamo farci le trecce a vicenda.» Ci voltammo verso Charlie e la guardammo stranita. Lei si scusò ammettendo di aver detto solo la prima cosa che le era passata per la mente. Improvvisamente mi venne il lampo di genio, sicura al cento per cento che questa proposta le avrebbe sicuramente rese arzille. «Oppure…» Iniziai a dire mentre gli angoli della bocca si alzavano in un ghigno diabolico. «Possiamo fargli uno scherzo.»

«A quelli di sotto?»

«Mio fratello e Derek in particolare.» Aggiunsi e si sporsero tutte per ascoltare meglio. «Ovviamente però mi dovete aiutare a pensare.»

«Contaci.» Disse prontamente Valentina dandomi il cinque. «Allora mettiamoci all’opera.» Aggiunse Rachel e anche Jane infine decise di darci la sua approvazione.



*****



«Will… io e le ragazze usciamo!»

Mio fratello emerse dalla porta dopo qualche secondo mentre ci squadrava tutte. Aveva una birra tra le mani e gli occhi lucidi, probabilmente era già ubriaco. «Dove andate vestite in quel modo?» Chiese ridacchiando non appena ci vide. Ci eravamo rivestite e truccate, volendo essere convincenti al massimo. «Ehi Derek!» urlò Will «vieni a vedere Emily come si è conciata.» Alzai gli occhi al cielo e mi affrettai ad aprire la porta, tuttavia Derek fu più veloce e si affacciò in tempo per vedermi. Dietro di lui c’era anche Phineas. A proposito anche il piccoletto adesso era nella lista nera.

«Emily…S-sei bellissima.» Se ne uscì così il ragazzino ma lo ignorai e chiesi alle mie amiche di sbrigarsi perché le risate di quei due trogloditi mi stavano rendendo nervosa.

«Dov’è che vai?»

«Non sono affari tuoi.»

«Sono tuo fratello maggiore, me lo devi dire.» Ma io in risposta gli lanciai un’occhiata carica d’odio che lo portò ad alzare le mani al cielo. «Non fate tardi e se hai bisogno di un passaggio chiama papà. Io non voglio rotture.»

«Non ti avrei chiamato comunque». E detto questo chiusi la porta alle spalle con un colpo forte e violento. Le ragazze mi aspettavano ansiose vicino alla staccionata. «Allora?»

«Ci hanno creduto.» Sgattaiolammo furtive, calandoci per non essere sorprese e ci facemmo il giro della casa finché non ci trovammo in giardino, dal lato opposto dove c’era la piscina e l’ingresso posteriore. Mi abbassai per recuperare la chiave sotto lo zerbino e facendo segno alle ragazze di non fiatare entrammo ad una ad una dentro casa. Eravamo un po’ distanti dal salone principale e se non facevamo molto rumore dubito ci avrebbero sentite.

«Sei sicura che questo li spaventerà?» Mi domandò in un sussurro Charlie che si trovava giusto dietro di me. «Vedrai non vorranno più mettere piede in casa Haines dopo questa serata.» E lei rise un po’ troppo forte. Spalancai gli occhi allarmata e le feci segno di fare silenzio. «Scusa.» Mormorò.

Chiesi a Valentina e Jane di fare la guardia mentre noi prendevamo le scale che portavano nello scantinato. Ci facemmo luce con le torce del cellulare. Lì le scale erano di legno e scricchiolavano un botto. In realtà quello era un posto abbastanza lugubre, non ci mettevo mai piede ma era lì che ricordavo si trovasse l’interruttore elettrico. Di fatti lo trovammo quasi subito.

«Al mio tre.»

Rachel e Charlie mi guardavano in trepidante attesa. «Uno, due e…» Feci scattare l’interruttore e quello emise un leggero rumore sordo. Valentina si affacciò per darci la conferma che la luce era andata via. Tuttavia non perdemmo tempo nell’esultare perché questo era solo l’inizio.

Salimmo in fretta le scale, avevamo solo pochi minuti prima che mio fratello venisse ad affacciarsi perciò recuperai la chiave e chiusi la porta. «Ci metteranno un po’ ad aprirla.» Sentimmo dei passi. Feci alle ragazze segno di uscire e Charlie fu l’ultima. La bionda fu fuori nell’esatto momento in cui vedemmo l’ombra di mio fratello emergere.

Di nuovo all’esterno facemmo una piccola corsetta per completare il giro della casa ed essere di nuovo davanti all’ingresso principale. Prima di andarcene avevo lasciato di proposito la finestra dello studio di mio padre aperta, così entrammo da lì. La stanza era insonorizzata.

«Questo piano è geniale Emily!» Ammise Charlie saltellando sul posto presa dall’euforia. «Per poco mio fratello non ti vedeva.»

«Ma alla fine non ci ha scoperto.»

«No, infatti è difficile che quel cretino si accorga di qualcosa.» Nello studio di mio padre c’erano delle scale a chiocciola che portavano direttamente al piano di sopra, non dovemmo pertanto affacciarci in corridoio e rischiare di essere beccate.

Entrammo nella mia stanza e indossammo velocemente le maschere che avevo recuperato dalla soffitta, quelle che avevamo usato per la festa di Halloween dell’anno scorso. Io ero Joker mentre Charlie il serial killer di “Non aprite quella porta”, Jane invece era semplicemente Spiderman, Valentina indossava degli occhiali da sole e una mascherina e Rachel sarebbe rimasta a sorvegliare le scale per noi perciò non aveva bisogno di coprirsi il volto.

Mimetizzate al buio nei nostri abiti scuri e del tutto irriconoscibili con quelle maschere al viso lasciammo la mia stanza per scendere al piano di sotto ma prima di dividerci ricordai a tutte qual era l’obbiettivo di quella serata. «Devono avere gli incubi per due settimane.»

Detto ciò ognuna si mosse per la propria strada. Io e Charlie avevamo una missione in particolare e puntavamo a Will Haines. Andammo dove l’avevamo lasciato e restammo nascoste sulla soglia della porta quando sentimmo giungere la voce di mio fratello e di Phineas.

«Non ricordi dove hai messo le chiavi?»

«Dovrebbero stare qui. Non lo so, non vado mai qui sotto.»

«Will sbrigati. Tira giù la porta se serve.»

«Dio Phineas quanta ansia che mi metti.»

Con loro avevano una torcia abbastanza luminosa che non ci permetteva di farci più avanti di così. Però in quel momento Phineas ci dava le spalle. Feci cenno a Charlie di seguirmi e non seppi come riuscimmo a superare il ragazzo e a nasconderci sotto al tavolo. Estrassi dalla tasca la chiave che Will stava cercando e trattenendo il respiro la lanciai piano finché non cadde ai piedi dell’energumeno mio consanguineo.

«Che cosa è stato?» Avevano sentito entrambi il suono di un oggetto metallico che batteva contro il pavimento. «Non lo so…»

In questo momento non potevo vedere le loro espressioni ma Phineas dal tono risultava abbastanza nervoso, mentre Will piuttosto stressato. «Smettila di tremare. Riesco a sentirti.»

«E tu sbrigati a trovare le chiavi.»

«Eccole.»

Dal soggiorno ci giunse un grido femminile. Doveva essere stata Rue oppure Nisha. Io e Charlie ci scambiammo un’occhiata e ci coprimmo la bocca per non ridere. «Che cosa è stato?» Chiese Phineas alzando un po’ il tono di voce. Adesso non era soltanto nervoso ma molto, molto spaventato. «Rilassati, Derek avrà fatto uno scherzo alle ragazze. Intanto ho recuperato la chiave.»

«Dov’era?»

«Per terra.»

Will Haines non si fece troppe domande sul perché l’oggetto che stavano cercando fosse comparso magicamente ai suoi piedi. «Vieni, mi devi mantenere la torcia.»

«Vuoi che scenda con te la sotto?»

«Andiamo, non fare il bambino. Se ci fosse mia sorella qui che cosa penserebbe di te?» Con quelle parole il ragazzino sembrò aver trovato il coraggio per seguirlo e per questo non riuscii a trattenere un leggero sorriso. Phineas era tenerissimo, oltre che buonissimo. Quasi quasi mi dispiaceva coinvolgerlo in tutto ciò.

«Sbrighiamoci.»

Avevamo solo pochi minuti prima che Will capisse come ripristinare un interruttore. Pertanto presi una sedia, dopo essere emersa dal tavolo e Charlie mi aiutò facendomi luce con la torcia. «Che cosa vuoi fare?»

«Bloccarli lì sotto.»

Nello scantinato c’era solo una lampadina ma era fulminata, anche se avessero ripristinato la luce era giusto che Will godesse un po’ di più del calore delle tenebre. «Emily sei sicura? C’è anche Phineas che poverino…»

«Li verremmo a prendere prima o poi.» E detto questo chiusi la porta emettendo un tonfo assordante. Will e Phineas urlarono e corsero su per gli scalini ma io ero stata più veloce e avevo bloccato la maniglia con la sedia.

«Che cazzo succede?» Urlò Will e questa volta il tono della sua voce aveva assunto una sfumatura diversa. Mio fratello se la stava facendo sotto. «Ti sei messo contro la Haines sbagliata.»

«Emily?»

Lui parve sorpreso, infatti ci fu un momentaneo silenzio poi sentimmo qualcosa sbattere contro la porta. O meglio qualcuno. Io e Charlie sobbalzammo e la mia amica si lasciò sfuggire un leggero gridolino. Mio fratello aveva intenzione di buttare giù la porta. Be’ avevo dimenticato un piccolo particolare: Will Haines era una bestia di un metro e ottantotto.

«Emily apri subito questa porta o giuro che-»

«Emily, tuo fratello ci ammazzerà.»

«Charlie?» Adesso era più che sorpreso Will. «Sei coinvolta anche tu?»

Io e la bionda ci guardammo per qualche secondo senza sapere cosa dire. Poi alla fine optammo per l’unica soluzione che ci sembrava sensata al momento. Filarcela via.

Volevamo correre nella nostra stanza ma nel corridoio ci bloccammo quando sentimmo la voce dei ragazzi. Non avevo la più pallida idea di cosa avessero combinato le altre ma a quanto pare aveva funzionato. Nisha e Rue parlavano di chiamare la polizia perché erano entrati dei ladri in casa e i ragazzi invece cercavano di fare i cavalieri, assicurando loro che non le sarebbe successo niente.

«Ma dov’è Will?» Riconobbi la voce di Derek, alquanto tranquillo da quello che percepivo. «Vabbè… Finn e Ryan restate voi con loro. Io vado a cercare Will.»

«Derek, aspetta. Non mi lasciare.»

«Due secondi e torno.»

«Ma ci sono i ladri.»

«Ma quali ladri, sarà qualche scherzo di Emily. Non ti preoccupare e restate qui.»

Come diavolo aveva fatto a scoprirmi?

Charlie mi prese per mano e mi trascinò in un angolo. Infatti occupata ad ascoltare la conversazione non mi ero resa conto che si stava avvicinando qualcuno. Seppur fossimo al buio una tenue luce lunare che proveniva da fuori ci permise di vedere un’ombra.

«Torniamo in camera tua, dobbiamo raggiungere le altre e andarcene.»

Era un’ottima idea, peccato però che metà parte del piano non si era ancora compiuta. Ero riuscita a spaventare gli altri e a chiudere Will in uno scantinato ma per quanto riguardava Derek… Lui era troppo rilassato per i miei gusti. «Vai di sopra e raggiungi le altre. Io vengo fra poco.»

Le lasciai andare la mano ignorando le sue proteste e corsi all’inseguimento di Derek. Lo raggiunsi e lo trovai che stava chiamando Will, aggirandosi tra i corridoi della casa non sapendo esattamente dove andare. In una mano aveva con sé il cellulare che usava come torcia. «Will?»

Misi male un piede e inciampai ma per fortuna non caddi, recuperai in fretta l’equilibrio. Eppure quel piccolo errore mi costò caro perché Derek mi vide. O meglio vide una figura incappucciata mentre apriva la prima porta a destra e ci si infilava sperando di non essere acciuffata ma quando feci per chiudermi dentro un piede si mise tra la porta e lo stipite e nonostante provai a spingere con tutta la forza che avevo, non potevo niente contro Derek perciò alla fine la porta si spalancò e il ragazzo entrò.

Adesso ad avere paura ero io.

Per fortuna Derek non poteva ancora riconoscermi ma mi stava accecando la vista puntandomi la luce negli occhi. Volevo dirgli di abbassarla ma se avessi fiatato mi avrebbe riconosciuta certamente. «Sei Emily o una delle sue amiche? Di certo non sei Valentina o Rachel, loro sono troppo alte.»

Continuai a tacere mentre lo vedevo avanzare. Istintivamente indietreggiai finchè non finii per sbattere contro una scrivania. Dovevo essere capitata di nuovo nello studio di mio padre. «Carina la maschera.» Mi fu di fronte. I nostri occhi si incrocariono e forse fu già in quel momento che Derek capí. «Posso riconoscerti anche senza questa sai.»

Quello spiraglio di luce che gli aveva permesso di muoversi tra i corridoi al buio cessò di illuminarci. Derek aveva messo via il cellulare e seppur non potessi guardarlo in faccia riuscivo a riconoscere i contorni della sua figura. Quando si era fatto così vicino?

Lentamente sentii cadere il cappuccio da testa e una mano sfiorarmi la maschera. Derek riuscii a sfilarmela via. Mi morsi le labbra, trattenendo qualsiasi imprecazione volessi lasciarmi sfuggire al momento. Il cuore mi batteva forte nella gabbia toracica.

Le dita di Derek mi accarezzarono piano la lunga chioma castana, andando a percorrere l’intera lunghezza dei capelli. «È l’odore del tuo shampoo questo, Emily.» Mi disse in un sussurro mentre mi rilassavo involontariamente a causa di quel tocco. La mano di Derek non arrestò il suo cammino ma proseguí fino a sfiorarmi la mascella per dire «hai un viso piccolino» e a risalire per accarezzarmi una guancia. Non capivo nulla di quanto stesse succedendo e neanche mi importava. L’unica cosa che sapevo di dover fare era tacere. Non dovevo fiatare perché se lo avessi fatto…

«Hai un neo proprio in questo punto.» Rabbrividii quando mi sfiorò l’incavo tra il collo e la mandibola. Stava cercando di tracciare il mio viso e di riconoscere ogni tratto. «Non potrei mai sbagliarmi.» Disse in un sussurro. Sentivo il suo fiato mescolarsi al mio. Mi ressi poggiando le mani sulla scrivania alle mie spalle, improvvisamente sentivo di aver bisogno di sostegno perché le mie gambe da sole non riuscivano nel loro compito. La situazione mi stava sfuggendo di mano… Il polpastrello di Derek mi sfiorò il labbro inferiore.

«Derek.» Mi lasciai sfuggire in un sospiro e fu quello a decretare la mia condanna. Sentii il ragazzo di fronte a me sghignazzare. «Beccata!»

Si staccò da me fulmineo e fu quasi brutale il modo in cui percepii quell’improvvisa distanza. La luce tornò in quel momento. Il mio sguardo addolorato e confuso incrociò quello divertito di Derek. Lo aveva fatto apposta?

«È proprio facile prenderti in giro, mostriciattolo.»

«Ma che cosa diavolo ti è preso?!» Ero rossa dalla rabbia e forse non solo. Giuro che per un breve attimo avevo pensato che mi avrebbe dato un bacio. I nostri nasi si erano sfiorati e quando mi aveva accarezzato le labbra avevo sentito come se-

Alzai di scatto la testa e la vidi, Rachel rannicchiata in un angolo che ci fissava con occhi spalancati. Derek non si era accorta di lei. «Che cosa pensavi che avrei fatto?» Mi chiese ironicamente il migliore amico di mio fratello ma io a stento lo sentii.

Rachel doveva aver ascoltato tutto e seppur per via del buio pesto non aveva assistito a niente, dalla sua espressione si vedeva che mostrava un grande disappunto nei miei confronti. Non era colpa mia eppure mi sentivo tremendamente in colpa. Derek era il fidanzato di una delle mie amiche più strette e per un attimo avevo desiderato…

«Sei proprio un coglione.» Sbottai cercando di trattenere le lacrime quanto più possibile prima di passargli accanto di corsa, spalancare la porta e mettere quanta più distanza possibile tra me e lui.

   
 
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