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Autore: ladypink88    27/11/2022    2 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Non riusciva più a stare dietro a tutto. Laura aveva decisamente la sensazione che il ritmo a cui era abituata le stesse sfuggendo di mano.

Era una sensazione sgradevole, che raramente aveva provato, vuoi  che fosse per un momento di stress o di stanchezza.
La professoressa di economia politca continuava a parlare da un pò ,ma era da più di metà lezione che la ragazza aveva ormai perso il filo del discorso.

Si guardò attorno e vide Serena super impegnata a prendere appunti e seguire la lezione : no, decisamente lei non aveva perso il filo del discorso, e anzi stava cercando di segnare più cose possibili sul suo quaderno.

Ma ciò che la sorprese oltremodo fu osservare Manuel : con lui poteva dire che la situazione si era capovolta totalmente. Ora era lui a prendere appunti e a seguire la lezione con impegno, mentre era lei quella che continuava a bighellonare con la mente.

Rimanere lì a fare nulla la innervosiva, decise perciò che sarebbe uscita dall'aula a prendere una boccata d'aria.

Ne aveva bisogno.Di certo schiarirsi le idee non le avrebbe fatto di certo male.

Diede un'ultima occhiata a Manuel, il quale sentendosi osservato sussurrò :

" Tutto bene? "

Lei ne approfittò per rispondergli :

" Vado un attimo al bagno!"

Lui la guardò poco convinto, ma consapevole del fatto che non fosse il contesto adatto per indagare annuì.
La mora lasciò rapidamente il suo posto e si diresse rapidamente alla porta, chiudendosela alle spalle.

Sospirò.

E si stupì del silenzio che regnava nei corridoi dell'università durante le lezioni.

Si avviò verso il Giardino delle Vergini.

Era da diverso tempo che non ci andava. E per lo stato d'animo che si ritrovava a vivere in quel momento sentiva che quello era davvero il luogo perfetto.

In men che non si dica si ritrovò sulla sua panchina.

Alzò lo sguardo : il sole era alto ed il cielo era terso. Non vi era neanche una nuvola a macchiare quell'azzurro così perfetto.

Sospirò.

Si sentiva così... così ... inutile.

Sembrava che la cosa che le venisse meglio in quel periodo fosse... far preoccupare le persone a cui voleva bene, ed in realtà era ciò che meno desiderava.

La dinamica che stavano prendendo gli eventi la spaventava non poco. Ma non poteva di certo tirarsi indietro, d'altronde aveva provato a risolvere la situazione da sola ed i risultati erano stati alquanto precari.

" Ce la posso fare!" esclamò a sè stessa in segno di incoraggiamento.

" Ma certo che ce la puoi fare!" esclamò una voce alle sue spalle che tratteneva a stento una risata.

Stranita, Laura si girò e rimase ancora più stupita nel vedere che alle sue spalle non c'era nient'altro che lo spilungone di Ale con uno sguardo assai divertito.

" Non sapevo che ora parlassi anche da sola!" asserì.

Laura si stizzì. Si sentì presa in contropiede.

" Mi è venuto senza pensarci. Non è che lo faccio abitualmente. Almeno spero!"

Lui sorrise.

" Posso?" chiese facendo il gesto di volersi sedere sulla panchina.

" Certo!" assentì lei.

" Che cosa ci fai qui da sola? A quest'ora dovrebbe esserci la lezione di Economia Politica o sbaglio? " 

" Sì, è proprio così. Il problema è che ho perso il filo della lezione e anche... della mia vita!" ammise in un soffio.

" Capisco..." annuì lui con fare comprensivo.

Ci fu un attimo di silenzio. Dopo di che lui riprese.

" Sai, capita ogni tanto, ma non è di certo una tragedia. A volte perdere il filo della situazione serve a... capire se il punto in cui ci troviamo è quello da noi desiderato. E di conseguenza a comprendere se vale la pena continuare a procedere in quella direzione o cambiare strada!" 

Laura lo osservò stupita.
Non se lo sarebbe di certo aspettata da lui, ma Ale aveva in qualche modo colto il nodo della questione.

Si sentì compresa ed il suo disagio diminuì.

Quelle parole l'avevano aiuta a stare meglio.

" Ale, grazie! Davvero! Sai... io penso di doverti delle scuse!"

Lo spilungone strabuzzò gli occhi.

" Tu scusarti con me? E perchè mai? " chiese estremamente incuriosito.

Ecco, ora sì che Laura si trova in difficoltà. Aveva agito di impulso per l'ennesima volta ed ora non sapeva come uscirne.

" Ecco, quella sera, io sono stata leggera con te. Poi mi hai vista con Manuel.. ed insomma, immagino che tu..."

" Ah, intedevi quello! Considera che quella sera hai perso il filo e quel disguido ti è servito per capire che con il tuo biondino stai una favola o sbaglio? " sorrise complice.

E per la seconda volta Ale nel giro di poco tornò a stupire Laura con la sua perspicacia.

" Cioè ma come facevi a sapere?" chiese senza sapere esattamente dove andare a parare.

" In realtà ti dirò un segreto : non sapevo nulla, ma questa tua implicita ammissione ha dato conferma alle mie teorie!"

"Sei sicuro che filosofia sia la facoltà giusta per te? Perchè non "psicologia criminale"? "esclamò Laura, che insieme al suo buonumore aveva ritrovato anche il suo sarcasmo.

" Addirittura! Mi fai così intelligente?" chiese lui .

" Ehy adesso non esageriamo! Questa è un'altra delle tue deduzioni! Non penserai mica di essere così intelligente !"  scherzò lei di rimando.

Ed entrambi scoppiarono a ridere in una fragorosa risata.

" Mi fa piacere vedere che state scherzando così piacevolmente!" esclamò una voce conosciuta alle loro spalle.

I due ragazzi si girarono e videro Manuel e Serena che li osservavano con sguardo indagatore.

" Oh ragazzi!Quindi è finita la lezione?" chiese Laura sorridendo.

" Sì! E diciamo che ci hai messo un pò in bagno!" Sottolineò Manuel alquanto stizzito, cosa che Laura non mancò di notare.

" Hai ragione, quella del bagno era una scusa, ma non volevo interromperti, dato che tu riuscivi a seguire la lezione a differenza di me!"

Il loro dialogo fu interrotto da Ale:
" Ragazzi , scusate, io vado a prendermi un caffè e riprendo a studiare! Ci vediamo settimana prossima!" e senza dire altro si allontanò.

"Aspetta, vengo anche io !" esclamò Serena .

Dopo un'istante la biondina si girò verso Laura e disse :

" Ehy puffa! Ci vediamo in piadineria all'ora di pranzo!" facendo riferimento alla lezione di spagnolo della mora a cui lei non partecipava.

Laura annuì.
E si ritrovò sola con Manuel.

" Scusami, non è che voglia farti preoccupare... ma ultimamente non so cosa mi succeda! Oggi , ad un certo punto, non sono più riuscita a stare dietro alle lezioni e mi sono innervosita!"

" Capirai!" minimizzò lui, con voce roca.

" Manuel, mi sento così inutile ultimamente,sembra che l'unica cosa che sappia fare è farvi preoccupare... e questo non mi va!" continuò lei.

" Evidentemente perchè c'è un problema!" esclamò risentito lui.

Si sedette a abbassò lo sguardo.

Era visibilmente nervoso e stizzito.

Laura lo osservò . Non le piaceva vederlo così.

" Me ne dispiace..." sussurrò lei.

" Non ti devi dispiacere. Ci preoccupiamo perchè ti vogliamo bene. Perchè ... ti voglio bene. Ma tu continui a non voler vedere la realtà : se non dici le cose come stanno come pensi che si possa risolvere il problema? Perchè non parli con me ? Sono arrivato a prendere il tuo diario segreto per capire cosa stava accadendo in quella tua testa!!!"

Si fermò rendendosi conto di essere andato oltre. Troppo oltre.

La mora si irrigidì.

" Come se fosse semplice" mormorò con voce triste.

" Credi che se ne fossi stata capace non lo avrei fatto? E poi tu da una parte dovresti capirmi... ieri sera non mi sembra che tu ti sia aperto! La verità è che ci sto provando Manuel... io ci sto provando!!! Ma se mi pressi in questo modo non penso proprio che le cose migliorino, bensì tutto il contrario!"

Lo guardò con uno strano sguardo, misto tra la confusione e il dolore.

Lui la osservò intensamente, ma non disse nulla. Riabbassò lo sguardo.

Sapeva che per lei non era facile, ma non lo era per nessuno. Neanche per lui.

Lei gli diede le spalle e fece per andarsene. 

" Vado a lezione di spagnolo. Hai gli allenamenti nel pomeriggio giusto?"

Lui annuì.

" Ci vediamo" sussurrò lei visibilmente risentita.

E se ne andò.

Manuel si lasciò cadere sulla panchina.
Sapeva di aver esagerato.
E sapeva anche perchè lo aveva fatto.

Quell'Alessandro non gli era mai piaciuto. E vederli ridere e scherzare assieme gli aveva mandato il sangue al cervello.

E si era sfogato con lei.

Sospirò.

Aveva ancora un paio di ore di lezione. Tanto valeva non sprecare il tempo e seguirle con attenzione.

Dopo di che avrebbe pensato a come rimediare.

***

Aprì la bustina di zucchero e la versò nel suo caffè.

Osservò con estremo interesse la biondina di fronte a lui che versava a sua volta la bustina di saccarina nel suo caldo cappuccino.

" Sei a dieta che prendi la saccarina?" chiese sarcasticamente.

" Mi piacerebbe esserlo! Ma ultimamente la mia disciplina in questo settore lascia un pò a desiderare..."

" Capisco!" si limitò a dire lui.

Il tema diete e dintorni era un argomento taboo con le donne, lo sapeva per esperienza e preferiva evitare di entrare in un campo minato, anche se ormai ... ci era entrato!
Sperava solo di uscirne illeso,le cose con quella biondina erano fin troppo complicate per andarsela a cercare ma... ogni volta che ce l'aveva di fronte provava una soddisfazione estrema nello stuzzicarla!

" Perchè? " chiese lei.

Lui la osservò ancora più incuriosita.

" Perchè... che cosa?" rispose lui.

Lei stava iniziando a spazientirsi. Non che la pazienza fosse una delle sue virtù, lo sapeva bene, ma quello spilungone aveva lo speciale dono di farla esaurire in tempi record!

" Intendo..." iniziò sicura di sè , ma in men che non si dica la sua sicurezza andò a farsi benedire.

Si schiarì la gola.

Sul volto di Alessandro era apparso un sorriso sornione.

" Questa ragazza è talmente espressiva da risultare perfin buffa a volte. Ed in ognuna delle sue espressioni è sempre più bella..."

Non potè fare a meno di pensarlo.

" Intendi..." riprese lui, quasi a farle il verso.

Lei abbassò lo sguardo.
Non riusciva proprio a dirlo maledizione. Quella frase le stava costando più del dovuto.

" Perchè ridevi e scherzavi là fuori con Laura?" esclamò tutto d'un fiato con la voce un filino troppo alta e stridula.

Tirò un sospiro di sollievo. Ci era riuscita.

" Perchè c'è un decreto legge che me lo proibisce?" chiese lui, tutto preso nel finire il suo ultimo sorso di caffè.

" Bè, in effetti.. no!" ammise Serena che iniziava a sentirsi ridicola di  fronte a quell'assurda situazione.

La biondina abbassò nuovamente lo sguardo visibimente imbarazzata.

" Ma cosa diavolo le era venuto in mente? Perchè aveva agito in quel modo così insensato?"

Ad un certo punto però la fece riemergere dai suoi pensieri.

" Facciamo così, se domani alle 21 ti fai trovare alla panchina dell'altra sera te lo spiego volentieri!"

Fece per alzarsi e in un battito di ciglia si allontanò.

Lei rimase a bocca aperta.

" Ma non gli ho nemmeno dato una risposta!" pensò tra sè e sè.

Cosa sarebbe quello ? Un appuntamento ? Davvero è il caso di andarci?

Serena si sentiva come una lavatrice in centrifuga, in preda ad un turbinio di emozioni contrastanti.

Aveva bisogno di un momento per fare mente locale, ma non sapeva quando lo avrebbe trovato.

" Quello spilungone! Quanto lo odio!" esclamò spazientita, mentre si avviava verso la successiva lezione della mattinata.



 
   
 
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