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Autore: LorasWeasley    02/12/2022    1 recensioni
[Blue Lock]
AU [Rin x Isagi] [Accenni Sae x Shidou]
"-Mamma chiede se porti il tuo ragazzo a Natale.
Rin arrossì di botto, spalancò gli occhi e lo guardò come se fosse scemo.
Andava avanti da un po’ quella situazione. Situazione dove sia Sae che Shidou parlavano di Isagi, suo compagno di corso in università, come se fosse il suo ragazzo. Per la maggior parte del tempo Rin li ignorava, sapendo che era solo un modo per prenderlo in giro. Ma mettere in mezzo loro madre era un colpo basso.
-Non ho un ragazzo- ruggì piano e scappò via, pronto alla sua corsa mattutina a stomaco vuoto."
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non sapevo di avere un fidanzato
 

Isagi era fermo davanti la porta, dondolava sul posto con le mani dietro la schiena, aveva un sorriso imbarazzato in volto e le sue guance erano rosee. Lo guardava con uno sguardo che Rin non riusciva a decifrare e che, in tutta onestà, non voleva decifrare. Così come il suo cervello si rifiutava di capire cosa volessero significare tutti quei suoi dettagli che aveva appena registrato.
-...allora a domani- disse poi l’altro, con un tono basso.
Rin annuì, rispose “a domani” e chiuse la porta.
Si voltò, pronto a tornare nella sua stanza, quando fu bloccato sul posto dal commento del fidanzato non fidanzato di suo fratello.
-Rin-Rin, come sei freddo con quel ragazzo! Non ti soddisfa a letto?
Rin ringhiò nella sua direzione, ignorandolo e cambiando frase -Ma tu sempre qui devi stare?
-Tuo fratello non riesce a mandarmi via se lo scopo così bene, al contrario di quello che fai tu…
Sae borbottò senza davvero interesse -In realtà sei tu che non vuoi andartene.
Rin rispose a Shidou -Non mi sembra che adesso stiate scopando.
E in effetti i due erano sdraiati sul divano a vedere una partita di calcio, uno sopra l’altro, quasi come se si stessero coccolando. Gli venivano i brividi al solo pensiero. Era peggio di doverli sentire scopare.
-Ci stiamo ricaricando per il prossimo round.
Rin decise di smettere di rispondergli e chiudersi in camera come da programma, mettendosi le cuffie per evitare di sentire qualsiasi altro rumore proveniente da quella casa.
 
Si svegliò presto quella mattina, vestendosi con una pesante tuta in modo che potesse andare a correre prima di dirigersi alle lezioni universitarie.
Passò in cucina per prendersi qualcosa per colazione al volo quando vi trovò Shidou che preparava tranquillamente dei pancake mentre canticchiava, prendendo pentole e ingredienti da sportelli che neanche Rin sapeva cosa contenessero.
-Da quando ti sei trasferito qui?- non poté fare a meno di chiedere.
-Purtroppo non sono ancora riuscito a convincere tuo fratello.
Rin alzò un sopracciglio senza rispondere. Ma a chi volevano darla a bere? Shidou passava più tempo di lui in quella casa, se ne stava appropriando pezzo dopo pezzo e Rin lo sapeva, se lo sentiva dentro che un giorno sarebbe diventato lui il terzo incomodo.
Sae li raggiunse in cucina assonnato, stava parlando al telefono con qualcuno.
-Sì è qui, ora glielo chiedo- poi alzò lo sguardo direttamente su di lui e disse con la tranquillità di chi stava commentando le previsioni meteo -mamma chiede se porti il tuo ragazzo a Natale.
Rin arrossì di botto, spalancò gli occhi e lo guardò come se fosse scemo.
Andava avanti da un po’ quella situazione. Situazione dove sia Sae che Shidou parlavano di Isagi, suo compagno di corso in università, come se fosse il suo ragazzo. Per la maggior parte del tempo Rin li ignorava, sapendo che era solo un modo per prenderlo in giro. Ma mettere in mezzo loro madre era un colpo basso.
-Non ho un ragazzo- ruggì piano e scappò via, pronto alla sua corsa mattutina a stomaco vuoto.
 
Dopo quel risveglio di merda, la sua giornata non continuò nel migliore dei modi. Rischiò di svenire dopo aver corso senza aver fatto colazione, a lezione non riuscì a concentrarsi, dimenticò di consegnare un progetto e il suo pranzo era freddo. Per concludere si mise a piovere proprio quando stava tornando a casa e, ovviamente, non aveva un ombrello.
Aprì la porta del proprio appartamento che era ormai bagnato fradicio, incazzato con il mondo e affamato. Voleva solo farsi una doccia calda, mettersi qualcosa di comodo, mangiare e dormire. Ma non aveva messo in conto che suo fratello aveva dei piani ben diversi.
Non appena, infatti, si chiuse la porta alle spalle e si sistemò all’ingresso per togliersi le scarpe e gli abiti bagnati, Sae lo raggiunse con sguardo serio e braccia incrociate mentre annunciava -Dobbiamo parlare.
Rin alzò un sopracciglio mentre infilava le proprie pantofole con troppa forza -Mi vuoi dire che il tuo ragazzo si sta ufficialmente trasferendo qui? Che pagherà le bollette?
-Shidou ha già una sua casa ed è pure bella.
Rin fece una smorfia mentre lo sorpassava e andava in cucina a cercare qualcosa da mangiare -Allora perché non passate il vostro tempo lì?
-Non dobbiamo parlare di questo, dobbiamo parlare del tuo ragazzo- Sae lo seguì.
Rin, che aveva aperto il frigo e aveva afferrato gli avanzi del giorno prima, chiuse lo sportello dell’elettrodomestico con forza e ruggì sempre più incazzato -Io non ho un ragazzo.
Raggiunse il microonde e mise dentro la sua cena per farla scaldare, impostando due minuti.
-É questo il problema. Pensavo che ignoravi le nostre allusioni perché ti sentivi in imbarazzo, solo stamattina ho capito che tu credi davvero di non stare con Isagi.
A quel punto Rin era solo disperato, sospirò portandosi una mano alla fronte, chiuse gli occhi e si massaggiò la pelle umida -Perché non stiamo insieme.
-Non va Rin, che cazzo! Com’è che non riesci mai a fare qualcosa di giusto? Quel ragazzo è perfetto per te, piace sia a me che a Shdou, non puoi fartelo scappare. Dio, quanto sei scemo!
-Ma che cazzo dici, non deve piacere a voi!
-Certo che deve piacere a noi! E piace anche a te, solo che sei troppo stupido per accorgertene!
-Vaffanculo!
Aprì il microonde con forza, afferrò il piatto con il proprio cibo ignorando le scottature che gli sarebbero spuntate sulle dita e si chiuse in bagno, pronto a farsi un bagno caldo, mangiare e, soprattutto, dimenticare tutte le cazzate che suo fratello diceva.
 
I suoi occhi erano blu. Rin non aveva mai visto degli occhi così blu. Azzurri sì, neri anche… ma blu, quel blu era qualcosa che non pensava sarebbe mai riuscito a vedere .
Era lo stesso blu del mare d'inverno. Era il blu del cielo nell’attimo in cui il sole era appena tramontato oltre l’orizzonte. Le Dalie potevano essere di quel colore, Rin lo sapeva perché da piccolo sua madre gli aveva mostrato quei fiori sui suoi libri.
Gli occhi di Isagi erano blu, ma non era unico il colore, perché di sopra erano scuri, quasi tendente al nero, in una sfumatura perfetta.
Oltre che essere blu, i suoi occhi erano grandi e lo stavano guardando. Si faceva sempre più vicino e poi… una mano fu sventolata di fronte il suo viso e Rin tornò alla realtà, mentre sentiva la voce preoccupata di Isagi chiedere -...stai bene? Sembri distratto.
Rin sentì le sue orecchie arrossire. Abbassò lo sguardo cercando di mettere a fuoco il libro che aveva davanti e mentì -Sì, stavo solo pensando a quello che aveva detto il professore oggi.
Cazzo. Rin voleva solo uccidere Sae per quello che gli aveva messo in testa.
 
-Senti… ti va di pranzare insieme? Ho un sacco di cibo in più e c’è una bella giornata! Potremo andare nei prati, tanto la prossima lezione è tra due ore.
Fu Isagi a proporlo mentre si alzavano dalle sedie dell’aula e rimettevano i libri dentro gli zaini. Lo chiese con sguardo basso e guance rosse, le sue mani che si muovevano a scatti in una sorta di imbarazzo.
Prima che Rin riuscisse a pensarci davvero, rispose di sì.
 
Anche quel giorno avevano studiato insieme, a casa di Rin come sempre. Tendevano spesso a farlo da lui perché in biblioteca non potevano parlare (e a quel punto sarebbe stato inutile studiare in compagnia) mentre a casa di Isagi… beh, lui condivideva l’appartamento con Bachira e Chigiri e no, non si poteva studiare da loro.
Avevano appena finito il programma della giornata e Isagi si stava stiracchiando sulla sua sedia, quando un tuono attirò la loro attenzione.
-Uh? Piove?- il più basso si alzò per avvicinarsi alla finestra e controllare la situazione, era già buio fuori ma non fu difficile notare la pioggia forte. Sbuffò -Che palle, non ho l’ombrello.
Rin avrebbe potuto prestarglielo, aveva appena aperto la bocca per dirglielo quando, tuttavia, le parole che pronunciò furono ben diverse -Puoi restare qui mentre aspetti che spiova, avevo intenzione di vedere l’amichevole della nazinale di calcio che gioca fra mezz’ora e ho più pizze nel congelatore da poter fare.
Lo sguardo di Isagi si illuminò, quasi saltò sul posto dalla gioia mentre rispondeva -Anche io volevo vedere quella partita!
Fu così che si prepararono da mangiare, presero il computer di Rin e si sistemarono sul letto di questo, divertendosi a commentare ogni azione e ogni decisione dell’arbitro.
Durante l’intervallo posarono i piatti vuoti e nessuno dei due controllò se fuori stesse ancora piovendo, semplicemente si sistemarono sul letto pronti al secondo tempo.
Al sessantesimo minuto Isagi poggiò piano la testa contro la sua spalla. Rin si irrigidì ma non lo fece togliere, rilassandosi poco dopo.
Altri dieci minuti dopo Isagi si sistemò meglio contro di lui, finendo infine per addormentarsi tranquillo contro il suo fianco.
Rin chiuse il proprio portatile e si voltò a guardare Isagi, sentiva caldo sulle sue guance e sentiva caldo soprattutto nelle parti del corpo che si toccavano. Lo guardò per un tempo indefinito, poi ebbe l’epifania.
Merda. Gli piaceva Isagi. Odiava quando suo fratello aveva ragione.
 
Rin doveva ancora venire a patti con l’informazione che gli piacesse Isagi. Sapeva che sarebbe riuscito ad accettarlo con il giusto tempo, ma non riusciva di sicuro ad accettare che questo piacesse soprattutto a Sae e Shidou. Era strano e… ne era spaventato. Doveva capire fino a che punto arrivava questo “piacere” da parte degli altri due. Perché Rin sapeva bene che, se si fosse distratto anche solo per un secondo, sarebbero stati capaci di proporgli di fare una cosa a tre. E in tutta onestà non era neanche sicuro che la risposta di Isagi sarebbe stata “no”, quindi meglio tenerli d’occhio.
Peccato che quel giorno fosse in bagno proprio nel momento in cui Isagi suonò alla porta d’ingresso e, anche se quasi si ruppe il collo nel correre ad aprire la porta, Shidou arrivò prima di lui.
Aveva uno strano sguardo interessato mentre diceva -Oh Sae, guarda chi c’è!
-Ehm… ciao!- Isagi rispose cortese e carino come sempre, rivolgendosi a tutti.
Sae condivise lo sguardo di Shidou e, prima che Rin riuscisse a intervenire, invitò il loro ospite a prendere una tazza di the che aveva appena preparato.
Isagi, dannazione a lui, non rifiutò.
-Quindi…- iniziò Sae -Cosa fai nella vita?
Isagi sembrò preso alla sprovvista da quella domanda, si mosse a disagio sul posto e rispose -Ehm, faccio l’università con Rin.
Sae socchiuse gli occhi, come se non sembrasse troppo convinto da quella risposta.
Intervenne Shidou -Cosa vuoi fare dopo l’università?
-Lo sai che abbiamo la stessa età, vero? Tu cosa vuoi fare?- rispose a tono Isagi, facendo sorridere internamente Rin. Ricordandogli anche perché si fosse innamorato di lui.
-Io voglio vivere per sempre con…
Sae lo interruppe facendo la successiva domanda -Quanti ragazze o ragazzi hai avuto?
-Perché?- rispose istericamente.
-Che c’è, non vuoi dircelo perché sono troppi? Hai mai provato a fare qualcosa di strano?
-Mi stai mettendo paura, Sae-san.
Shidou chiese -Che ne pensi dei preservativi alla frutta?
-Uhm…
-Zitto, non troverai in lui qualcuno che difenderà la tua teoria di merda- Sae rispose a tono a Shidou e i due iniziarono a litigare tra di loro.
-Amore mio, sei l’unica persona al mondo che odia quei preservativi! Sei una testa di cazzo.
-Fanno schifo, soprattutto quelli alla fragola hanno il sapore delle saponette! Non voglio mettermi in bocca delle saponette! Coglione.
-Le saponette no e il lattice sì? Che cazzo di problemi hai?
Essendo che si erano completamente dimenticati di Isagi, Rin ne approfittò per prendergli la mano e scappare nella sua camera senza farsi notare.
Quando finalmente si chiusero la porta alle spalle, Isagi scoppiò a ridere -Cos’era quello?
Rin sbuffò, un principio di sorriso anche sulle sue labbra -Niente, sono due idioti.
-Quasi quasi rimpiangi Bachira, vero?
Beh, non poteva dargli torto.
Isagi continuò -É stato strano, sembravano i tuoi genitori. Cioè so che prima o poi dovrò conoscere i tuoi veri genitori e aspettarmi domande simili, ma di certo non mi aspettavo che sarebbero stati loro i primi a farmi il terzo grado.
Rin si bloccò sul posto, in un sussurro chiese -Cosa?
Isagi dovette accorgersi del suo cambio d’umore, perché le sue guance si fecero rosee e abbassò lo sguardo mentre sussurrava -Non ora ovviamente, quando saremo pronti, so che ci stiamo prendendo il nostro tempo, non c’è bisogno di fare quella faccia, non ti costringerei a fare nulla.
Non era quello il problema, il problema era che Isagi, come tutti, era convinto che si stessero frequentando. Perché Rin era l’unico che non ci aveva capito nulla?
 
Dopo cinque giorni che non riusciva più a dormire e a concentrarsi correttamente per tutti quei pensieri che aveva in mente, decise che era arrivato il momento di parlarne con Isagi.
Era domenica, non avevano lezione e non si erano accordati di vedersi fino a sera, ma Rin non poteva più aspettare. Così prese il telefono e gli mandò un messaggio chiedendogli se fosse a casa e se potesse passare un attimo per parlare. Isagi gli rispose di sì e dieci minuti dopo Rin fu davanti la sua porta.
Fu Chigiri ad aprirgli, aveva una morbida fascia che gli teneva i capelli all’indietro mentre sul volto era spalmata una crema verde, sembrava totalmente a suo agio con la situazione mentre lo informava -Isagi è nella sua stanza, non fare rumore che Bachira sta ancora dormendo e vorrei mantenere questo stato di pace il più a lungo possibile.
Rin non aveva nulla da obiettare.
Isagi indossava una tuta da casa, stava sistemando la sua stanza ma non appena lo vide entrare gli sorrise luminoso. Rin sentì il cuore accelerare.
-Scusami, è un casino qui dentro, mi hai preso un pò alla sprovvista- mormorò mentre prendeva dei vestiti da una sedia e li gettava a casaccio dentro l’armadio.
-Non c’è problema.
Isagi lo invitò a sedersi sul letto mezzo sfatto e poi si mise al suo fianco, girato verso di lui e con una gamba piegata sotto il sedere -Allora? Che succede?
-Io… in realtà è una domanda un po’ imbarazzante.
-Va bene…- adesso Isagi era solo curioso, forse anche un po’ spaventato.
-Noi… ci stiamo frequentando?
Isagi spalancò gli occhi, uno sguardo terrorizzato mentre sussurrava -Non è così?
-Perché lo pensi?
-Perché ti ho confessato i miei sentimenti e tu mi hai detto che ricambiavi!
Rin sembrava essere appena caduto dalle nuvole -quando? Sei sicuro di aver parlato con me?
Non era la domanda giusta da fare, perché a Isagi bastò un secondo per passare dall’essere imbarazzato all’essere incazzato, la sua voce era dura e fredda mentre diceva -Sì Rin, sono sicuro di aver confessato i miei sentimenti alla persona giusta.
Come un flash, un ricordo gli tornò in mente, una conversazione che i due avevano fatto qualche mese prima.
“Ehy Rin, tu… mi piaci tanto” era stata una confessione sussurrata quella di Isagi, il volto vicino, il fiato direttamente sulla sua pelle, le mani che si sfioravano.
Ma Rin era un idiota e suo fratello non gli aveva ancora messo in testa quel tarlo, quindi la sua semplice risposta fu “anche tu mi piaci” non intendendolo, tuttavia, come la pensava l’altro.
-Scusami… non… non avevo capito che ti stessi confessando. Pensavo che ti piacesse passare del tempo con me, come amico.
Isagi si alzò di scatto e iniziò a percorrere il perimetro della propria camera ad ampie falcate, il suo volto in fiamme mentre gesticolava e parlava da solo -Dio! Sono stato così stupido! É tutto così imbarazzante! Non ci posso credere che sono stato convinto per mesi che mi ricambiassi, che non mi toccassi o baciassi solo perché eri imbarazzato, che avevi solo bisogno del tuo tempo! Cazzo! Sono stato così stupido! Stupido, idiota…
Rin decise di mettere fine alla sua lunga serie di insulti personali alzandosi, afferrandolo per le spalle e baciandolo. Fu un bacio un po’ scomposto che aveva preso alla sprovvista entrambi, ma che era l’unica cosa da fare.
Quando si staccarono, Isagi lo stava guardando con gli occhi spalancati e il fiato corto. Rin, in imbarazzo, gli disse -Magari la prossima volta me le dici più chiaramente le cose, mh?
Isagi rise, poi tornò a baciarlo con foga, spingendolo a cadere sul suo letto e non dandogli la possibilità di rialzarsi perché gli si mise a cavalcioni sopra.
-Bene, allora vedrò di essere più chiaro sull’esprimere i miei desideri.
 
Un mese dopo, mentre stavano andando a lezione mano nella mano, un messaggio di sua madre gli ricordò di chiedere al suo ragazzo se si fosse unito a loro durante il pranzo di Natale. Motivo per cui, tra l’altro, tutte quella storia era davvero iniziata.
Non voleva farlo, ma non aveva altri piani per poter fuggire a tutto quello.
-Senti- iniziò stringendogli la mano -per quanto riguarda Natale…
-Oh vero!- Isagi lo interruppe fermandosi di botto e guardandolo con lo sguardo di chi aveva appena ricordato qualcosa di importante -ha una settimana che mia mamma mi chiede di invitarti per il  pranzo natalizio! So che sembra super affrettato e puoi tranquillamente dirmi di…
-Sì!- Rin accettò all’istante.
Certo, sarebbe stato imbarazzante conoscere i genitori del proprio ragazzo, ma mai quanto portarlo a casa sua e fargli conoscere i suoi di genitori, con Sae e Shidou in mezzo che non l’avrebbero resa facile.
Isagi, senza rendersene conto, l’aveva appena salvato. Dio se lo amava.
  
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