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Autore: Milly_Sunshine    08/12/2022    0 recensioni
Parodia degli young adult scolastici e dei loro stereotipi. A causa di una gravidanza adolescenziale Hope, detta Hopeless, ha dovuto lasciare la scuola. La sua formazione scolastica ne è stata duramente stroncata: non ha mai potuto partecipare a un ballo scolastico, né diventare cheerleader, né essere protagonista di un triangolo amoroso con i due ragazzi più belli della scuola, né tantomeno criticare con assiduità il cibo dalla mensa scolastica. A trentatré anni si iscrive dunque alle scuole serali nella speranza di rimediare, scoprendo che sarà in classe con l'amico d'infanzia Valentin, che non sa di essere il padre di sua figlia Destiny. Realizzando che Valentin è divenuto rozzo e ben poco attraente, Hopeless decide quindi di puntare al ragazzo più sexy della classe, Seraphin, e al suo compagno di banco Kostantin, contendendosi nel frattempo il ruolo di capo cheerleader con l'ex migliore amica Faith, cercando di corrompere la professoressa Prudence e facendo colpo sulla bidella Winter. /// Racconto scritto a tempo perso tra il 2019 e il 2022 e pubblicato anche sul forum Scrittori della Notte.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
Capitoli:
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Era una notte buia e tempestosa, ovvero era la stessa sera di prima, ma visto il passaggio alla fascia subtropicale era scoppiato un acquazzone degno della Foresta Amazzonica e io ero nel cortile della scuola nella mia divisa da cheerleader. Dalle finestre della scuola veniva solo un buio pesto perché un fulmine aveva fatto saltare la corrente e presto piccole fiammelle iniziarono a sollevarsi. Erano accendini, sembrva di essere a un concerto negli anni '90. Poi mi arrivò un foglio di carta appallottolato in testa. Siccome eravamo tornati momentaneamente negli anni '90, sul foglio c'era scritto "ti trovo molto carina, vorresti metterti con me? Sì, no, forse, rispondi con una crocetta". Feci la crocetta sul "forse" e lanciai il foglio nuovamente appallottolato dentro la finestra. Avevo risposto "forse" perché non ero riuscita a identificare, nonostante il mio evidente sguardo che andava oltre il buio, la grafia che aveva scritto il biglietto. Si trattava di Seraphin o di Kostantin? Decisi che avrei indagato in proposito. Però mi serviva una nuova best friend forever generica per quello scopo. Aspettai che uscisse dalla scuola una persona a caso e infatti giunse una bidella sui cinquant'anni venuta a portare un sacco di spazzatura nel cassonetto.
La placcai in stile giocatore di rugby e le domandai: «Vuoi diventare la mia best friend forever in questo capitolo?»
«Sì» rispose la bidella, presentandosi. «Mi chiamo Winter. Per l'esattezza sono diventata Winter Summer per via dell'ordinanza del nostro sindaco Bibiero De' Giustini.»
«Io, invece, sono Hopeless» la informai.
«Sì, certo, lo so, sei la cheerleader migliore della scuola e io stessa vorrei tornare a iscrivermi a scuola per diventare una cheerleader. Sei la mia fonte di ispirazione.»
Siccome indossava un banale grembiule da bidella, la invitai a raggiungermi in macchina, dove tenevo degli indumenti di riserva. Le feci indossare una felpa rosa con il cappuccio raffigurante Snoopy adornato di stelline e di teschi, un paio di leggings tigrati e un paio di Converse turchesi che portavo con me per ogni evenienza.
«Mi dispiace, queste non posso mettermele» decretò Winter, dopo averle provate. «Io porto il quarantuno e queste scarpe sono al massimo un trentasette. E poi non capisco la tua mania per le Converse. Non potresti indossare un paio di scarpette di cristallo da verahhhh principessahhhh?»
Una domanda di tale entità comportava una risposta estremamente argomentata supportata dalla proiezione di un Power Point ad hoc, quindi le dissi, con grande profondità emotiva: «Okay, boomer.»
Winter si lamentò: «Dovresti dirlo senza virgola.»
Quella considerazione mi fece illuminare. Ah, no, era semplicemente tornata la corrente. Nel frattempo suonò la campanella che annunciava la fine delle lezioni. Winter tornò dentro la scuola per fare le pulizie nella nostra aula e io la seguii, delineando con lei un piano d'azione per scoprire chi fosse il mio corteggiatore. Disertai quindi la cena in mensa, anche perché il menù di quella sera prevedeva un filetto di halibut che oltraggiosamente non aveva il sapore del petto di pollo alla piastra, prendendo appunti. Winter si rivelò piuttosto illuminante, dato che per anni aveva origliato i pettegolezzi delle studentesse che avevano come obiettivo principale quello di fidanzarsi con il figone di turno.
«Dobbiamo introdurci di nascosto nelle case dei tuoi cavalieri.»
«In che modo? Non so nemmeno quale sia il loro indirizzo.»
«Ti do le chiavi della segreteria. Cerca nel secondo cassetto della scrivania. Non il primo, ci sono solo le copie di "Sorrisi e canzoni TV" che l'addetta legge di nascosto durante l'orario di lavoro.»
«E poi? Come farò a entrare in casa loro?»
«Avranno sicuramente lasciato un mazzo di chiavi sotto lo zerbino.»
«Hai ragione. Saresti disposta ad accompagnarmi?»
«Va bene, ma solo perché mi sono impegnata a diventare la tua best friend forever generica per tutta la durata di questo capitolo.»
Attesi con una certa impazienza che Winter finisse di lavorare, dopodiché uscimmo da scuola e salimmo a bordo della sua auto. Lasciai la mia nel parcheggio per non dare nell'occhio. La casa più vicina era quella di Seraphin che ovviamente, per esigenze di trama, aveva lasciato le chiavi sotto lo zerbino. Abitava in un bilocale modesto ma piuttosto ben tenuto, non c'era un granello di polvere in giro né nulla di fuori posto. Sarebbe stato l'uomo perfetto da sposare, non avrei più dovuto fare le pulizie nessun giorno della mia vita.
Mi infilai nella sua stanza e guardai dentro ai cassetti dell'armadio che tipo di mutande portasse. Trovai un meraviglioso paio di boxer verde brillante e mi venne spontaneo alzarmi la gonna.
Winter entrò nella stanza e mi colse in quella posa. Si mise a leccarsi le labbra e mi disse: «Sei proprio carina.»
Mi si avvicinò e mi baciò. Non mi aspettavo questa svolta, ma ancora di meno mi aspettavo che mi buttasse sul letto e mi strappasse via le mutande.
Fu un'esperienza meravigliosa e solo dopo una serie di orgasmi multipli mi ricordai della mia indagine. A casa di Seraphin non c'era niente che non andasse, a parte una bottiglia di Coca Cola Zero, quando aveva sempre sostenuto di non avere bisogno di bere bibite dietetiche per non ingrassare.
Dopo esserci assicurate di non avere lasciato tracce ce ne andammo, mettendo di nuovo le chiavi educatamente sotto lo zerbino. A quel punto non restava altro da fare che andare a casa di Kostantin.
Eravamo a metà strada quando Winter si fermò di colpo nel bel mezzo della carreggiata.
«Devo farti una confidenza» mi informò, mentre dietro di noi una serie di automobili protestava per l'interruzione organizzando un concerto di clacson. «Sono stata io a mandarti quel biglietto e a chiederti se vuoi metterti insieme a me.»
«Mi dispiace, ma ti considero solo un'amica» risposi. «Ora, per favore, portami a casa di Kostantin.»
«Ti accompagno a casa di Kostantin, ma solo perché conto sulla speranza che prima della fine della fyccina me la darai un'altra volta.»
«Allora temo che resterai molto delusa.»
«Io spererò di potermi fidanzare con te un giorno. Anzi, ti vorrei addirittura sposare. Ti prego, Hopeless, sposami e diventa la mia toygirl.»
«No, non mi sposerò finché la bigamia non sarà concessa e non potrò sposarmi entrambi i Serakostaphin.»
Per protesta Winter si mise a sgommare a organizzare gare con mezzi di trasporto random che ci passavano accanto. Uno di questi era la Vespa di Valentin, ma non la stava guidando Valentin. A bordo c'erano ben quattro uomini che riconobbi subito. Oltre al tentato stupro, quei quattro si erano dedicati anche al furto di motorini, a quanto pareva.
Winter li investì, facendoli cadere a terra, e la rimproverai subito per il misfatto.
«Quella è la Vespa di Valentin, che non ha certo i soldi per portarla in carrozzeria a sistemarla, adesso.»
Winter non ebbe il tempo di rispondermi, perché eravamo già arrivate dall'altro capo del piccolo paesino chiamato New York dove abitava Kostantin. Restammo subito molto deluse: non c'erano delle chiavi sotto lo zerbino. In compenso c'era una donna che, affacciata alla finestra, leggeva il giornale.
«Secondo te perché legge il giornale affacciata alla finestra?» chiesi a Winter. «È buio, forse vedrebbe meglio se si mettesse in casa sotto al lampadario.»
«Esattamente» convenne Winter, «Quindi si sarà messa lì per esigenze di trama. Dobbiamo assolutamente vederla e riconoscerla. Ti dice niente?»
«No.»
«Aspetta che mi metto gli occhiali, ci provo io.»
«Gli occhiali?»
«Sì, sono miope. Mi mancano numerose diottrie.»
«E allora perché hai guidato senza?»
«Chi se ne frega, tanto è fentasi.»
Spalancai gli occhi.
«No, aspetta, da quando è diventata una fyccina fentasi? Stai barando!»
«No, non sta barando» disse un drago che passava di lì per caso alitandomi addosso una fiammata. «Ora però scusate, ma vado un po' di fretta. Mi sono perso sulla Terra e devo tornare nell'effettivo universo parallelo fentasi.»
Guardai Winter scuotendo la testa.
«Quella cosa che mi hai offerto dopo il sesso dicendomi che sarebbe stata la mia prima sigaretta non era davvero una sigaretta, vero?»
«Azz, mi hai sgamata» borbottò Winter. Adesso che indossava gli occhiali, si mise a guardare attentamente la donna alla finestra. «L'ho già vista, eppure non riesco a ricordarmi dove.» Si rivolse direttamente a lei: «Ehi, tu, per caso sai dirmi dove ci siamo già viste?»
«Quella volta che sei andata a trovare tuo fratello al lavoro, quando faceva il rider nei pressi della sede di un piccolo giornale di paese chiamato New York Times.»
«Giusto» confermò Winter, rivolgendosi stavolta a me. «Sono passati quattro anni, non ricordavo bene. Se non sbaglio mi ero persa nella sede del giornale mentre cercavo mio fratello che era andato a consegnare al direttore un panino alla porchetta, finendo per sbaglio nell'ufficio di quella donna. Stava criticando un suo collega e quel collega era Kostantin.»
«No, aspetta, non è possibile» replicai. «Kostantin lavora in una discarica.»
«Kostantin finge di lavorare in una discarica» affermò Winter. «Mi dispiace, Hopeless, il tuo cavaliere ti ha mentito. Non è chi sostiene di essere e se non mi credi non voglio più avere una love story con te e nemmeno essere la tua best friend forever.»
«Non fa niente» risposi, «Tanto ormai sta finendo il capitolo. Non me ne faccio niente di una bidella cinquantenne come amica. E poi, se vuoi un consiglio, cerca di rimorchiare donne della tua età. E restituiscimi subito la felpa. L'ho pagata ben dieci euro al mercato.»
Con riluttanza, si tolse la felpa. Anch'io con riluttanza mi allontanai da lei: portava almeno la quinta di reggiseno. Rimasi sola lungo la strada, chiedendomi quanto tempo sarebbe passato prima della comparsa della gang degli stupratori.
Non arrivarono, ma in compenso arrivò Seraphin. Siccome la donna era già rientrata in casa perché non necessitava più di essere riconosciuta, attirò la sua attenzione lanciandole dei sassi contro la finestra, il cui vetro era già rotto a causa del probabile lancio di una sveglia.
«Moglie di Kostantin, esci da lì!» la chiamò. «Oggi non sono venuto nello sgabuzzino della palestra perché stavo facendo le pulizie al centro anziani frequentato da mia zia, dove mi hanno assunto in pianta stabile, ma sono certo più che mai di volere stare con te!»
La donna si affacciò alla finestra replicando: «Non mi chiamo moglie di Kostantin, mi chiamo Fallenangel.»
«Qualunque sia il tuo nome, lancia la tua treccia adornata con Svarowski giù dalla finestra. La utilizzerò per salire e venire a raggiungerti.»
«No, non farlo!» lo pregai. «Ti devo parlare di una cosa importante.»
«Mi devi confessare che sei entrata in casa mia di nascosto e che hai fatto sesso con una bidella sul mio letto? Lo so già, ho le telecamere in casa.»
Avvampai.
«Azz...»
«Non fa niente. Anzi, è stato piuttosto eccitante assistere alla scena.»
«Però non volevo parlarti di questo, ma del tuo amico Kostantin. Hai mai pensato che avesse qualcosa da nascondere?»
Seraphin scosse la testa.
«Sono una mente semplice, non mi pongo dubbi esistenziali.»
«Ebbene, il tuo amico Kostantin non lavora in una discarica. Sembra che lavori per il New York Times. Dovrebbe avere minimo una laurea. Che cosa ci fa allora alle scuole serali? È un infiltrato.»
Seraphin mi guardò piuttosto a lungo, poi mi rassicurò: «Vai a casa, Hopeless. Ci penserò io a vedermela con lui e a proteggerti dalle sue macchinazioni. Però, in cambio, vorrei che tu mi facessi un favore.»
«Se posso...»
«Vieni al Ballo d'Autunno con me.»
Gli occhi mi si bagnarono di lacrime e non furono l'unica parte del mio corpo che si bagnò. Mormorai un "sì" con tono languido e finalmente Seraphin mi baciò.
   
 
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