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Autore: ArIeL_91    10/12/2022    0 recensioni
Due sconosciuti, Ray ed Anna. Sono usciti da poco ognuno da una storia diversa e si scoprono vicini di casa. Avranno il coraggio di lasciarsi i loro trascorsi alle spalle?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ad un passo da te.
 



La prima lezione di ripetizioni che Ray aveva dato ad Elisa era andata piuttosto bene, a parte i continui flirt e battute lo facessero distrarre dalla materia. Lo aveva trovato anche un po’ divertente, anche se doveva ammettere che quella ragazza ne aveva un sacco di sua cugina, dalle movenze agli sguardi , insomma, che fosse la cugina di Ilaria non aveva dubbi, l’unica cosa che non capiva era come mai gli avesse mentito sul numero di lezioni. << quindi ci vediamo domani alla stessa ora? >> gli chiese la ragazza prendendo la sua borsa << si, e ricordati di dare una lettura al secondo capitolo così domani ci troviamo avanti >> la ragazza gli schiacciò un occhio e poi gli sfiorò con una mano i capelli, andando via << ciao biondo >> gli disse sorridendo. Ray si alzò di fretta guardando l’orario, doveva raggiungere il bar del centro in dieci minuti, così partì una corsa contro il tempo, prese la sua bici e cercò la strada più veloce. Arrivò pochi minuti dopo con un po’ di ritardo, posò la bici e vide distrattamente Cristina già seduta al bar con il telefono in mano, << eccomi, scusa il ritardo >> disse Ray lasciando cadere la borsa con i libri per terra e sedendosi di fronte a lei, << oh no, tranquillo sono appena arrivata >> , << vedo che hai ancora la bici nera >> continuò lei indicandola, << beh, si mi trovo bene, presto prenderò un auto >> disse poi cercando di non essere il solito sfigato , << beh, cosa mi racconti? >> disse Cristina sfogliando il menù , Ray notò che aveva ancora il bracciale che gli aveva regalato quando avevano fatto tre anni insieme, se lo ricordava come fosse ieri, << beh, studio, lavoro, casa , niente di particolare tu? >> le chiese ma sentì squillare il telefono, vide che era Anna le rispose subito << scusami un secondo >>, << ehi >>, << finisco qui e arrivo tra un po’ >> << a dopo >> , Cristina si schiarì la voce , << era la tua ragazza? >> disse di getto, Ray restò per un secondo interdetto, << si, si chiama Anna >>, << oh bene, sono molto contenta per te Ray >> << io ho uno studio legale a Vicenza, il mio ragazzo abita li ed è un altro avvocato abbiamo lo studio insieme >> disse lei tutta contenta, alle parole di Cristina che gli raccontavano del suo nuovo fidanzato, Ray non si sentì per niente geloso, non avvertiva la rabbia, ma soltanto una sensazione di benessere, sapere che lei era felice, vederla e non sentire più le farfalle nello stomaco, gli avevano fatto capire che la storia con Cristina era definitivamente chiusa. Il suo cuore si era d’un tratto rasserenato, anche quando lei si spostò una ciocca di capelli dietro le orecchie come era abituata a fare nei momenti di imbarazzo, gesto che a Ray faceva letteralmente impazzire, si accorse che quella sensazione non esisteva più anzi , riuscì solo a notare il tatuaggio sotto il lobo destro , era un aeroplano di carta con una mini traiettoria che portava ad un piccolo sole quasi dietro l’orecchio, lo trovò molto carino ma anche inusuale, Cristina gli aveva sempre detto che non avrebbe mai fatto un tatuaggio, li trovava segni indelebili ed inutili, doveva aver cambiato opinione, fu così che si rese conto che erano cambiati entrambi e che quello che li legava era soltanto il ricordo di una storia passata. I due chiacchierarono del più e del meno per quasi un’ora, prima che arrivasse la telefonata del ragazzo di lei, << io adesso vado, Damiano mi aspetta >> disse lei dopo un po’ indicando una macchina rossa << oh certo, si, beh allora , ciao.. mi ha fatto piacere rivederti >> disse Ray un po’ in imbarazzo, << anche per me Ray, davvero >> gli disse sorridendo poi si avviò verso la macchina. Ray restò qualche secondo in silenzio a fissare il conto lasciato sul tavolo dopo aver pagato, capì che era finita davvero, che vederla gli era servito a capire che di lei era rimasto il ricordo e basta, il suo pensiero andò subito ad Anna che lo aveva reso un uomo felice, prese la sua bici e corse da lei. Arrivò sotto casa nel momento in cui Anna rientrava , la vide aprire il portone , << Anna >> le disse e corse ad abbracciarla sollevandola un po’ da terra, Anna lo guardava con quegli occhi che solo una donna innamorata poteva avere, << hai finito adesso? >> gli chiese lei mentre cercava di riaprire il portone, Ray la guardò un attimo , sentendo dentro di lui la necessità di volerle raccontare dell’incontro con Cristina, ma i suoi pensieri furono interrotti da una voce familiare << Anna, hai dimenticato… >> Ray si girò, Luca era sbucato fuori dall’angolo e si bloccò alla vista dei due, << oh, grazie, come ho fatto a dimenticarla >> disse Anna ma non sembrava in imbarazzo, << che ci fai tu qui? >> chiese Ray visibilmente nervoso, << Ray, è tutto ok, mi ha accompagnato a casa >>  << si, sta calmo, la tua ragazza ha dimenticato la cartella del lavoro in macchina >> disse Luca cercando l’appoggio di Anna, lui la vide sorridere, e poi entrare dentro il portone << bene, puoi andartene adesso >> continuò Ray incamminandosi dietro di lei, << senti Ray >> iniziò Luca, << io non te la voglio rubare la ragazza, o almeno, ci ho provato è vero, ma prima che conoscesse te >> << lei ti ama , e io non voglio mettermi in mezzo , spero che possiamo ricominciare come quando eravamo ragazzini >> concluse, Ray lo guardò con un mix di emozioni, tra lo stupore e l’incredulo, quello che stava parlando con lui era davvero Luca, lo stesso che aveva tentato di portargli via prima Cristina e poi Anna, << ci sono cose che non si dimenticano >> rispose Ray, << beh nemmeno io mi dimentico di come ogni volta che eravamo insieme tutti preferivano te, mentre io restavo in silenzio in un angolo , non mi dimentico del giorno del mio dodicesimo compleanno quando spegnesti tu le candeline al posto mio rubandomi la scena ancora una volta >> Luca era diventato rosso in viso << mi ricordo anche che giocavamo insieme Ray, che eravamo inseparabili >> , << ma eravamo bambini cosa c’entra >> disse Ray quasi scocciato da quella conversazione << certo, eravamo bambini, lo eravamo anche quando al liceo mi hai fatto espellere da scuola per una settimana per una cosa che avevi fatto tu e per la quale non ti sei mai nemmeno scusato >> continuò Luca puntandogli il dito contro, << hai cercato di rubarmi la ragazza , hai fatto il cascamorto con Cristina per un anno, all’università mi hai fatto passare per un pezzente mentre tu giravi con il macchinone di papà >> disse Ray avvicinandosi al ragazzo << hai idea di come mi sono sentito per anni? Tu eri il più divertente del gruppo, il più simpatico , il più carino e io? Io ero il ripiego tuo e di quell’idiota di Michael >>  disse Luca in preda ad una crisi << ma se quello con i soldi eri tu! >> esclamò Ray ironizzando, << pensavi che sarei rimasto sempre dietro la tua ombra Ray? No, mi avete rotto il cazzo dopo un po’ ed è anche per colpa tua se sono quello che sono adesso >> gli disse Luca e poi si girò per andarsene , Ray in un secondo riuscì a percepire del dolore dietro le parole di Luca, non aveva mai dato peso a come poteva sentirsi , non aveva mai fatto caso ai comportamenti che aveva avuto, era vero che al liceo lui era totalmente diverso, ci riflettè su qualche secondo << non pensavo ti sentissi così >> disse Ray dopo un po’e lo disse più forte in modo che Luca riuscisse a sentirlo, vide il ragazzo girarsi verso di lui, << adesso lo sai >> disse serio per poi tornare verso la sua macchina. Ray rivolse lo sguardo verso il portone , Anna era ancora li che aveva seguito tutta la conversazione, il ragazzo si passò una mano tra i capelli biondi , prima di sedersi sul marciapiede, vide Anna avvicinarsi di fretta << non ne avevo idea >> disse Ray scuotendo il capo, si sentiva veramente in colpa per non essersi accorto per tutto quel tempo di che persona era << è un ragazzo molto debole, me ne ha parlato oggi >> << ma, come mai sei tornata con lui? >> gli chiese il ragazzo alzandosi, << stamattina voleva parlarmi , mi ha chiesto scusa per il modo in cui si era comportato e mi ha detto non mi avrebbe mai licenziata per davvero, poi si è aperto con me, mi ha raccontato dei suoi problemi con l’alcool legati a sua madre e anche a te >> << si sentiva inferiore, era geloso, pensava che prima o poi lo avessi trattato come facevi con Michael >> disse Anna dirigendosi verso il portone << non me ne sono mai reso conto e non so come sia possibile >> , << adesso però lo sai, dovreste parlarne e magari chiarirvi, eravate molto uniti da piccoli è un peccato rovinare tutto così >> concluse Anna prima di rientrare a casa sua << stasera guardiamo un film? >> le chiese Ray davanti la porta, << si ma facciamo da me >> rispose Anna e poi la vide entrare in casa. Ray si buttò sul divano un po’ provato da quello che era successo, forse aveva ragione Anna , tutti commettiamo degli errori, e probabilmente lui ne aveva commessi alcuni anche nei confronti di Luca. Non si era mai fermato davvero a riflettere sul motivo per il quale il ragazzo si era con il tempo allontanato da lui, fino all ‘età di sei – sette anni erano inseparabili, avevano le foto dei compleanni sempre insieme, di colpo ricordò le vacanze, i giochi, e si rese conto che c’era stato un momento in cui durante una festa organizzata in piscina in una lontana estate in cui lui era poco più che un quindicenne , Luca era stato messo in disparte da tutta la classe, perché non sapeva nuotare, Ray era il ragazzo a cui tutte le compagne di classe andavano dietro, tutti erano suoi amici, e quel giorno lui non aveva fatto niente per il suo amico. Luca lo aveva seguito per quindici anni, era stato sempre al suo fianco al pari di Michael, in alcuni momenti forse lo era stato ancora di più , ma non gli venne mai riconosciuto  , e fu dopo quel giorno che Luca prese le distanze da Ray, iniziò ad essergli nemico a raccontare le sue cose ai compagni di classe per guadagnarsi un po’ di popolarità. Ray si rese conto che un po’ la colpa era veramente anche sua, quando il suo amico aveva bisogno lui, lo aveva abbandonato. Non aveva saputo capire che aveva bisogno della sua amicizia per superare anche i vuoti lasciati dall’abbandono di sua madre. Ray si sedette sul divano malinconico, non sapeva bene come fare per rimediare , o almeno per provarci, sapeva solo che era ora di fare qualcosa. Pensò quindi di trovare una soluzione più tardi insieme ad Anna, poi uscì dalla borsa i libri dell’università e si mise per un’ora quasi a sottolineare le cose più importanti. All’ultima pagina del capitolo si accorse guardando l’ora sul suo telefono che erano già le otto, chiuse il libro e mandò un messaggio ad Anna avvisandola che tra qualche minuto sarebbe passato da lei. Non fece in tempo ad inviare che gli arrivò una telefonata << pronto >> , << no Mike stasera non riesco, ho promesso ad Anna che stavamo insieme >> , << dai va bene, ti aggiorno domani dopo lezione >> << ok ciao >> . Chiuse la telefonata e suonò alla porta di Anna, che lo accolse con poco entusiasmo, << tutto bene? >> le chiese Ray e la vide fare un breve sorriso << certo sono solo un po’ stanca >> gli rispose mentre la vedeva dirigersi verso i fornelli, Ray la raggiunse e l’abbracciò << Luca ti ha messo tristezza raccontandoti dei suoi problemi? >> continuò il ragazzo dandole un piccolo bacio sul collo, sentì Anna irrigidirsi a quel gesto, << no, no figurati, va tutto bene, è stata solo una giornata impegnativa tutto qua >> disse lei mettendo un po’ della pasta che aveva preparato nei piatti. La serata passò lentamente Ray aveva notato qualcosa di strano nell’atteggiamento di Anna un po’ freddo e distaccato nei suoi confronti, ma decise di non dare peso alla cosa, gli aveva detto che era solo un po’ stanca e probabilmente il vero motivo era quello considerata la lunga chiacchierata con Luca di quella stessa mattina. Ray guardò per tutto il tempo un programma in tv sul divano tenendo stretta Anna che dopo qualche ora si addormentò sulla sua spalla, decise dunque dopo svariati minuti di tornare a casa e lasciarla riposare così la prese in braccio e la portò in camera da letto, con i piedi spostò una piccola valigia piena di vestiti di fianco al comodino per farsi spazio poi l’adagiò sul materasso, ma anche facendo poco rumore Anna si svegliò, << oddio scusami, mi sono addormentata >> gli disse stropicciandosi gli occhi e mettendosi seduta sul suo letto, << non fa niente, riposati io vado a dormire >> vide Anna con gli occhi lucidi come se volesse piangere, poi si alzò in piedi e lo abbracciò forte << ehi ci vediamo domani mattina >> la rassicurò il ragazzo , Anna annuì appena, poi la guardò dritto negli occhi, Anna aveva qualcosa e non riusciva a capire cosa, << tutto ok, Anna ? sei strana oggi? >> la ragazza, girò un attimo lo sguardo verso un punto della stanza, poi tornò a guardarlo << ci vediamo domani Ray, buonanotte >> la vide dirigersi verso la porta, notando la camminata di lei un po’ incerta come se volesse sempre tornare indietro , << dimmi che stai bene Anna >> insistè Ray davanti l’uscio di casa sua, << sto bene >> Anna aveva abbassato lo sguardo prima di rispondergli e a Ray era bastato per capire che Anna non stava per niente bene, per un attimo penso di restarle accanto tutta la notte, poi decise che fosse meglio lasciarla riposare e che l’indomani le avrebbe parlato con più serenità, con un passo i due si incontrarono a metà tra le due porte, << buonanotte >> le disse Ray, vide la ragazza alzarsi in punta di piedi per baciarlo << buonanotte Ray >> gli rispose, poi come se volesse scappare si chiuse la porta alle spalle.
 
 
 
 
 
 
 
 
Anna aveva avvisato tutti i clienti del dottor Gentile per il giorno dopo, ed intorno alle sei del pomeriggio aveva già finito, considerando che l’ultima paziente era appena entrata. << Pronta? >> le chiese la voce familiare di Luca affacciatosi dalla sala di suo padre, Anna gli fece cenno di si, prima di prendere dall’appendiabiti la sua giacca di jeans ormai troppo leggera per affrontare il freddo fuori. Per fortuna aveva messo un maglione pesante e quindi riuscì lo stesso ad evitare di sentire troppo freddo. L’auto di Luca era super pulita, quando c’era salita quella stessa mattina non ci aveva fatto molto caso, era in perfette condizioni, interni rivestiti in pelle, un mega schermo touch per il navigatore e per la musica, aveva anche un impianto stereo vicino ai sedili dietro, era comoda ma era stata anche sicuramente molto costosa, << vuoi andare subito a casa? >> le chiese Luca sedendosi in macchina e allacciando la cintura, Anna gli sorrise, << si grazie >> gli rispose poi guardando fuori dal finestrino. Anna era immersa nei suoi pensieri mentre in sottofondo andava alla radio una canzone di Giorgia , che Luca canticchiava piano, erano quasi arrivati a casa di lei quando le squillò il telefono, convinta che fosse Ray lo prese di fretta ma sullo schermo del telefono c’era la scritta “mamma cellulare” , di colpo abbassò il volume della radio per rispondere << pronto? , pronto mamma? >> << sono Anna >> , << dov’è papà? >> << è li con te? >> <> la voce stanca di sua madre che ogni tanto non riusciva più a riconoscerla fece tremare anche la sua voce mentre chiedeva a Luca di accostare, il ragazzo si fermò poco prima di svoltare per casa sua, << tutto ok? >> le chiese, Anna si coprì il viso con le mani scoppiando a piangere , << devo andare da lei >> disse scuotendo la testa, << Anna >> Luca si era avvicinato alla ragazza e la strinse in un abbraccio, << che succede? >> la ragazza si asciugò gli occhi liberandosi dalla presa di lui, << mia madre >> disse con la voce che tremava ancora, << non sta bene e devo andare da lei >> , << beh e ci andiamo ti accompagno >> disse prontamente Luca, << non vive qui, sta a Roma >> continuò la ragazza, Luca portò la testa indietro mettendosi le mani sugli occhi blu, << devi lasciare tutto >> continuò , la ragazza annuì, << Ray lo sa? >>  , Anna fece di no con la testa << dovresti dirglielo >> concluse Luca serio, << non ce la faccio, non posso soffrirebbe troppo >> disse Anna cercando un fazzoletto dentro la sua borsa, << pensi che lasciandolo così senza una spiegazione soffrirebbe di meno? >>  gli chiese porgendogli un pacchetto che teneva conservato a lato dello sportello, << no, ma almeno mi odierà e si dimenticherà di me più in fretta >> concluse la ragazza , aveva gli occhi rossi, e le guance segnate dalle lacrime, non riusciva a pensare ad una soluzione diversa << pensi di non tornare quindi? >> riprese Luca dopo qualche minuto di silenzio, << dovrò stare con lei, i miei sono separati e non ha nessun altro pronto ad occuparsene >> disse Anna, fece un respiro profondo, << tu non dirai niente a Ray vero? >>  Luca la guardò sbalordito, << Anna chiederà sicuramente anche a me nel momento in cui tu sparirai >>  << lo so, Luca ti prego, non sa niente neanche Marta, non voglio che stiano male per colpa mia, Ray deve rifarsi una vita velocemente, non voglio che prenda decisioni affrettate, lo conosco, mi seguirebbe , lascerebbe l’università , è al suo ultimo anno non voglio che lo faccia e devi stare bene anche tu Luca capito? >> Anna si era girata verso il ragazzo e lo guardava dritto negli occhi << te lo prometto >> le disse poi mentre riprese a fare strada verso casa di lei. Girato l’angolo, Luca accostò poco lontano dal portone, << grazie di tutto Luca , fai a tuo padre le mie scuse e salutalo da parte mia >> Luca annuì distrattamente senza guardare la ragazza, Anna sapeva che Luca c’era rimasto malissimo e che gli aveva chiesto veramente troppo, anche se lui e Ray non andavano d’accordo dopo quello che era successo anni fa, doveva mentire ed è una cosa che risulta sempre difficile. La ragazza si sistemò un attimo i  capelli in una coda per poi aprire lo sportello dell’auto per scendere, << Anna >> disse Luca girandosi, << cerca di stare bene >> le disse, Anna gli sorrise e passò avanti, prima di girare verso il portone diede un ultimo sguardo al ragazzo seduto nella macchina bianca, aveva incrociato le braccia sul volante e ci aveva poggiato la fronte, si sentì terribilmente in colpa per avergli confessato quel suo problema e la sua intenzione di andare via, ciononostante dovette farsi forza e cercò le chiavi per aprire il portone. Mentre tentava di aprire sentì la voce di Ray ma non fece in tempo a girarsi << Anna >> disse Ray abbracciandola e sollevandola un po’ da terra, Anna lo guardava con quegli occhi che solo una donna innamorata poteva avere, ma allo stesso tempo era triste, avrebbe tanto voluto dirgli della sua decisione ma il pensiero che lui dovesse rinunciare a tutto per lei, e ne era sicura, la faceva stare ancora peggio,  << hai finito adesso? >> gli chiese poi mentre cercava di riaprire il portone, << Anna, hai dimenticato… >> Luca sbucò fuori da dietro l’angolo, mentre la chiave nella serratura faceva il giro completo e le permise di entrare, il ragazzo si bloccò alla vista dei due, << oh, grazie, come ho fatto a dimenticarla >> disse Anna cercando di mantenere una calma apparente, << che ci fai tu qui? >> chiese Ray visibilmente nervoso, << Ray, è tutto ok, mi ha accompagnato a casa >>  << si, sta calmo, la tua ragazza ha dimenticato la cartella del lavoro in macchina >>  disse Luca cercando l’appoggio di Anna, la ragazza gli sorrise, poi rientrò dentro il portone << bene, puoi andartene adesso >> continuò Ray incamminandosi dietro di lei, << senti Ray >> iniziò Luca, << io non te la voglio rubare la ragazza, o almeno, ci ho provato ma prima che conoscesse te >> << lei ti ama , e io non voglio mettermi in mezzo , spero che possiamo ricominciare come quando eravamo ragazzini >> concluse, vide Ray guardare Luca con un espressione quasi sconvolta, << ci sono cose che non si dimenticano >> rispose Ray, << beh nemmeno io mi dimentico di come ogni volta che eravamo insieme tutti preferivano te, mentre io restavo in silenzio in un angolo , non mi dimentico del giorno del mio dodicesimo compleanno quando spegnesti tu le candeline al posto mio rubandomi la scena ancora una volta >> Luca era diventato rosso in viso , e Anna aveva una gran paura di vederlo scoppiare in lacrime da un momento all’altro << mi ricordo anche che giocavamo insieme Ray, che eravamo inseparabili >> , << ma eravamo bambini cosa c’entra >> disse Ray << certo, eravamo bambini, lo eravamo anche quando al liceo mi hai fatto espellere da scuola per una settimana per una cosa che avevi fatto tu e per la quale non ti sei mai nemmeno scusato >> continuò Luca puntando un dito contro il ragazzo, Anna fece un passo in avanti pronta a qualsiasi cosa << hai cercato di rubarmi la ragazza , hai fatto il cascamorto con Cristina per un anno, all’università mi hai fatto passare per un pezzente mentre tu giravi con il macchinone di papà >> disse Ray avvicinandosi a Luca << hai idea di come mi sono sentito per anni? Tu eri il più divertente del gruppo, il più simpatico , il più carino e io? Io ero il ripiego tuo e di quell’idiota di Michael >>  disse Luca in preda ad una crisi << ma se quello con i soldi eri tu! >> esclamò Ray ironizzando, << pensavi che sarei rimasto sempre dietro la tua ombra Ray? No, mi avete rotto il cazzo dopo un po’ ed è anche per colpa tua se sono quello che sono adesso >> gli disse Luca e poi si girò per andarsene. La ragazza vide Ray restare fermo in piedi per un paio di secondi, << non pensavo ti sentissi così >> disse Ray dopo un po’e lo disse più forte in modo che Luca riuscisse a sentirlo, vide il ragazzo girarsi verso di lui, << adesso lo sai Ray >> disse serio per poi tornare verso la sua macchina. Anna era li che aveva seguito tutta la conversazione, vide Ray passarsi una mano tra i capelli biondi , prima di sedersi sul marciapiede, lei gli si avvicinò,  << non ne avevo idea >> disse Ray scuotendo il capo, << è un ragazzo molto debole, me ne ha parlato oggi >> << ma a proposito come mai sei tornata con lui? >> gli chiese il ragazzo alzandosi, << stamattina mi ha chiesto se potevo parlare , mi ha chiesto scusa per il modo in cui si era comportato e che non mi avrebbe mai licenziata per davvero, poi si è aperto con me, mi ha raccontato dei suoi problemi con l’alcool legati a sua madre e anche a te >> << si sentiva inferiore, era geloso, puntava ad essere come te >> disse Anna dirigendosi verso il portone << non me ne sono mai reso conto e non so come sia possibile >> , << adesso però lo sai, dovreste parlarne e magari chiarirvi, eravate molto uniti da piccoli è un peccato rovinare tutto così >> concluse Anna prima di rientrare a casa sua << stasera guardiamo un film? >> le chiese Ray davanti la porta, << si ma facciamo da me >> rispose Anna un po’ più malinconica, voleva ricordare quell’ultima sera con Ray tra le più belle della sua vita, così rientrò velocemente in casa. Si diresse velocemente in camera da letto, e con le lacrime agli occhi aprì un paio di cassetti per prendere qualche maglione , non sarebbe riuscita a portare via tutto ma almeno avrebbe dovuto iniziare, non era il momento di pensare al trasloco, prese da dentro l’armadio la sua valigia, era tutta impolverata, non la apriva da quella volta in cui era arrivata in quella casa, ricordò subito la paura che aveva avuto quel giorno, mentre la disfaceva , era da sola, in una casa nuova, senza più una persona a cui appoggiarsi quando si sentiva persa, il ricordo di quelle giornate riempite di qualsiasi cosa per non sentire dentro quell’enorme vuoto che le avevano lasciato, la fecero crollare in un pianto liberatorio. Anna si stese sul letto a faccia in su stringendo il suo maglione lilla al petto come per bloccare tutte le sue emozioni, le lacrime le bagnavano il viso, e dentro di lei si stava di nuovo facendo spazio quel senso di ansia e malinconia che non aveva più avvertito da quando stava con Ray. Si mise in piedi qualche minuto dopo, passandosi una mano sugli occhi umidi, finì di preparare la sua valigia e la avvicinò al comodino della sua camera, poi chiuse la porta e andò a farsi una doccia calda. Il sapone che utilizzava per il bagno era sempre lo stesso di quando era piccola, era un bagno doccia all’albicocca che in realtà non trovava in tutti i supermercati, infatti spesso, ne faceva scorta per tenerne sempre uno di riserva, lo shampoo invece era il suo preferito quello alla vaniglia, adorava il profumo che si sprigionava quando li asciugava. L’Acqua era calda e le cadeva addosso proprio come le sue lacrime, non riusciva a smettere di pensare a come l’avrebbe presa Ray, al dolore che gli avrebbe procurato, pensò che non se lo meritava e che forse sarebbe stato più giusto parlargliene, Anna era molto combattuta ma poi si convinse che Ray non doveva saperlo, l’avrebbe dimenticata più in fretta , l’avrebbe odiata e si sarebbe potuto ricostruire una vita senza pensare ai loro progetti. Anna si rannicchiò in un angolo della doccia con l’acqua che le cadeva in testa stringendo la spugna tra le mani tanto da farsi male , anche se in quel momento niente le faceva più male che pensare di lasciare Ray. Mezz’ora dopo Anna si era vestita ed aveva asciugato i capelli, aveva messo un filo leggero di trucco sugli occhi per camuffare il rossore dovuto al pianto, e nel frattempo si ripeteva in mente di non cedere all’ennesime lacrime. Dopo poco tempo suonarono alla porta di casa sua, era sicuramente Ray, diede un ultimo sguardo allo specchio per sistemarsi i capelli, e poi andò ad aprire , con la stessa voglia di una persona che cammina verso la cella del carcere.  << tutto bene? >> le chiese Ray, Anna si ristabilì subito e gli sorrise contenta, anche se dovette fingere un sacco, << certo sono solo un po’ stanca >> gli rispose mentre si dirigeva velocemente verso i fornelli, vide il ragazzo avvicinarsi a lei e l’abbracciò << Luca ti ha messo tristezza raccontandoti dei suoi problemi? >> continuò il ragazzo dandole un piccolo bacio sul collo, Anna s’irrigidì quando le labbra di Ray sfiorarono la sua pelle, stava per scoppiare a piangere di nuovo, poi si riprese << no, no figurati, va tutto bene, è stata solo una giornata impegnativa tutto qua >> disse poi mettendo un po’ della pasta che aveva preparato nei piatti. Anna si sentiva stanca per tutto quello che era successo in un solo giorno e per tutte le lacrime , cercava in ogni modo di tenere impegnata la mente con pensieri positivi, ma con scarsi risultati. Era molto triste e anche se si stava obbligando a sorridere non appena rivolgeva lo sguardo verso Ray i suoi propositi si trasformavano in sensi di colpa, terribili da gestire, le consumavano tutte le energie. Infatti la serata passò lentamente, dopo cena si sedette sul divano a guardare la tv, finchè stanca di tutto si appoggiò sulla spalla di Ray e si addormentò.  Il suo sonno fu interrotto dalla sensazione che stesse volando, si svegliò qualche secondo dopo alzandosi dal letto in cui Ray l’aveva appena poggiata << oddio scusami, mi sono addormentata >>  disse stropicciandosi gli occhi , << non fa niente, riposati io vado a dormire >>  Anna aveva  gli occhi lucidi voleva urlare e piangere, voleva dirgli di partire con lei, di non lasciarla sola,  ma poi si alzò in piedi e lo abbracciò forte << ehi ci vediamo domani mattina >> gli disse Ray stringendola un pò, Anna annuì appena, alzò lo sguardo verso gli occhi di lui, stava per crollare  << tutto ok, Anna ? sei strana oggi? >> la ragazza, girò un attimo lo sguardo verso un punto della stanza, cercando la forza per non cedere, poi tornò a guardarlo << ci vediamo domani Ray, buonanotte >> distolse velocemente lo sguardo, e andò verso la porta con passi lenti ed incerti, ogni centimetro del suo cuore voleva tornare indietro, mentre la sua testa la forzava a fare un passo in avanti ogni volta che tentennava, gli aprì la porta facendolo passare , << dimmi che stai bene Anna >> insistè Ray davanti l’uscio di casa sua, << sto bene >> rispose Anna in modo deciso nascondendo il pugno dietro la schiena per farsi forza, non si era resa conto che aveva abbassato lo sguardo, in quel momento ebbe timore che Ray avesse capito qualcosa, dopo qualche secondo di silenzio con un passo i due si incontrarono a metà tra le due porte, << buonanotte >> le disse Ray, Anna si alzò in punta di piedi per baciarlo, e al pensiero che quello era il loro ultimo bacio Anna crollò del tutto << buonanotte Ray >> gli rispose velocemente per poi come chiudersi la porta alle spalle. La ragazza si coprì il viso con le mani cercando di trattenere i singhiozzi dovuti al pianto, non aveva idea di come avrebbe fatto da quel momento in poi, non le importava andare a dormire, non le importava niente, doveva scegliere, o lui o sua madre. Si tirò in piedi di forza, con lo sguardo fisso nel vuoto, si rannicchiò sul suo letto con tutti i vestiti , con la valigia non chiusa ancora vicino il comodino, il telefono in mano, puntò la sveglia per le sei, qualora fosse riuscita a prendere sonno, poi strinse forte il suo cuscino affondandoci il viso.
   
 
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