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Autore: Hap Collins    12/12/2022    0 recensioni
Marco è amico di Martina, lei lo accompagna a scuola e lo aiuta negli spostamenti perchè Marco ha un problema: un rarissimo virus lo ha rimpicciolito all'altezza 10 centimetri.
Marti è molto attaccata a lui, Marco invece è innamorato dell'inarrivabile Barbara. Inarrivabile anche in altezza, ma Marco è deciso a provarci comunque.
Genere: Romantico, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La casa di Ely era piuttosto trascurata, una villetta con giardino che doveva aver visto tempi migliori. E ovunque c'era della roba accatastata senza criterio. Appoggiò Marco sul vecchio divano e si diresse verso il frigo - Vuoi una birra? Chiese. Lui si guardò intorno - I tuoi non ci sono?
- Ho solo mia madre, ma è sempre al lavoro. Rispose mentre prendeva una bottiglia.
- Ah giusto, come ti faccio bere? Rise.
- Non ho voglia di birra, e non dovresti averne neanche tu, visto che hai già bevuto un bel po'.
Lei aprì la bottiglia e prese un bicchiere, poi andò a sedersi sul divano accanto a Marco e accese la tv.
- La birra è leggera!
- Dopo una vodka è ottima per sboccare.
- Non fare il grande perché non lo sei. Con un dito lo mandò steso sulla stoffa morbida. Poi riempì il bicchiere di birra e prese a fare zapping col telecomando. Non c'era nulla di interessante. Marco si rialzò con la consapevolezza che non poteva fare molto. Era totalmente in balia di quella primina gigante beona. Forse lasciando passare un po' di tempo avrebbe potuto chiedere di telefonare a casa.
Lei lasciò un canale che trasmetteva video musicali. La sua attenzione tornò su di lui.
- Ti secca se mi tolgo le scarpe e mi metto un po' libera?
Non riuscì nemmeno a rispondere che lei cominciò a levarsi le scarpe, poi però slacciò i jeans e si tolse pure quelli. - Sono stretti, disse.
Gli slip fecero capolino con un azzurro accecante. Tolse pure le calze e si buttò sul divano stravaccata a gambe larghe.
- Ma cosa fai lì in piedi? Dai, ti aiuto a berti la birretta così ti rilassi.
Lo prese e lo avvicinò al bicchiere inclinato. Era come dover bere da una vasca di birra immergendoci la faccia, ma decise di stare al gioco. Chiuse gli occhi e diede una sorsata, una quantità di liquido esagerata entrò da bocca e narici inondando lo stomaco. Cominciò a tossire e a ributtare la birra in eccesso che gli usciva pure dal naso. Lei sorpresa dalla reazione finì per inclinare troppo il bicchiere versandosene un bel po' sulla maglia. Buttò Marco ancora intontito tra le gambe e si tolse la maglietta asciugandosi il petto.
Marco si ritrovò accovacciato tra due enormi cosce e un paio di slip, alzò lo sguardo e vide la forma dei seni di Ely sotto il reggiseno, e sopra la faccia di lei che lo fissava senza sapere bene cosa fare. Si guardarono per un tempo indefinito senza fare una mossa, poi lei decise di farsi coraggio scolandosi la birra direttamente dalla bottiglia.
- Vieni su. Disse. - Seduto lì in mezzo sembri un maniaco.
- Ma non vedo l'ora di togliermi da qua. Fammi salire!
Lo sguardo di Ely era sempre più alcolico - No. Se riesci a salire sulla mia spalla ti porto a casa, altrimenti resti lì.
Marco fece il gesto del vaffa col braccio e andò verso l'orlo del divano. Troppo alto. Poi un enorme tallone lo trascinò indietro di nuovo tra le gambe.
- Mica ti vorrai ammazzare? Sono più morbida io! Rise e si stravaccò ancora per rendere la scalata più semplice.
- Tu sei fuori! Io non faccio proprio niente. Arriverà tua madre o qualcuno a cercarmi. Si sedette a gambe incrociate voltandole le spalle.
- Ok, resta pure dove sei. Alzò il volume della tv e iniziò a canticchiare la canzone del video.
Marco si era rassegnato, era passato qualche minuto quando la sentì muoversi sopra di lui. Voleva alzarsi ma era ormai parecchio ubriaca, così si trascinò faticosamente in avanti schiacciandolo sotto il sedere.
Prima l'enorme inguine lo investì come un treno. Poi finì sotto due enormi chiappe che lo appiattirono al morbido divano. Si ritrovò in una fossa schiacciato per un paio di secondi in cui urlò più forte che poteva. Lei lo estrasse da sotto il sedere senza grazia. - Devo assolutamente andare in bagno! Disse.
Lo strinse in mano mentre camminava veloce e un po' disorientata verso il corridoio e poi nella stanza del bagno, dove si abbassò le mutande. Nel suo cervello che ormai nuotava nell'alcol, trovò ovvio e pratico sedersi sul water e appoggiare Marco direttamente sull'orlo della tavoletta. A quel punto si liberò con gran sollievo, mentre Marco guardava l'enorme cascata di urina scrosciare.
Ely finalmente sembrò rendersi conto della situazione bizzarra. - Mi hai visto nuda.
-Ti ho vista pisciare le cascate del Niagara, per essere precisi.
- Ora però dovrai farlo anche tu, così siamo pari.
- Ma non ci penso nemmeno!
- Allora ci penso io.
Avvicinò indici e pollici ai pantaloni rischiando di strapparli e fargli male.
- Va bene, faccio io, ferma. Slacciò i pantaloni e calò le mutande.
- Che piccolo! Rise ubriaca. Marco arrossì, e non disse niente, dopo tutto quello stress gli scappava davvero. Si avvicinò al bordo della tavoletta e pisciò nella tazza. Ely lo osservò divertita, portò avanti l'indice bagnando il polpastrello sotto il getto di pipì.
- Carinoo così piccolo! Ginguettò in modo irritante.
Marco sentì forte il brivido di poter finire come un giocattolo sessuale da sexy shop. Ma le pupille di Ely rotearono verso l'alto e gli occhi si chiusero. Svenne cadendo di lato a terra.
- Ely! Gridò Marco terrorizzato.
Guardò com'era caduta. Fortunatamente un braccio aveva evitato che battesse la testa sulle piastrelle.
Cosa fare? Osservò la gamba ancora appoggiata alla tavoletta, doveva arrampicarsi sul ginocchio e scendere lungo il suo corpo.
- Chi cazzo l'ha mai scalato un ginocchio? Guarda questa cosa mi fa fare.
Afferrò la pelle e si arrampicò puntando i piedi sull'osso come ad arrampicarsi su una grossa roccia. Da lì scese lungo la coscia pizzicando lembi di pelle per non cadere in quella discesa che finiva sopra la chiappa di lei.
- E dovrei pure scendere da un culo! Ely ci sei?
Non rispondeva.
Cercò di fare più in fretta. No, da un culo si rifiutava di scendere. Seguì il fianco fino alla spalla, poi giù lungo un braccio inerte.
- Ely mi senti?
Gli occhi restavano chiusi, respirava. Si avvicinò alla faccia e le diede uno schiaffetto tentando di rianimarla. Poi ci pensò meglio sulla forza dei suoi schiaffi a una ragazza gigante. Mollò un ceffone sulla guancia più forte che poteva. Equivaleva allo schiocco di un dito, si rese conto di averci messo tutta la forza. Non avrebbe mai avuto il coraggio di dare uno schiaffo a una ragazza, ma questa forse se lo sarebbe meritato.
- Mmh...
Sembrò rianimarsi per un attimo, ma rimase svenuta. Marco corse verso il soggiorno, il telefono di Ely era a terra, per fortuna l'aveva lasciato cadere dal divano. Chi chiamare? Pronto soccorso? Sì, ma anche no. Situazione troppo imbarazzante. Ci voleva qualcuno fidato, qualcuno che risolvesse problemi come Mister Wolf in Pulp Fiction. Attivò il touch screen e saltando sui tasti compose il numero.
- Pronto, Mister Wolf?
- Scusi, ma credo abbia sbagliato numero.
La voce di Marti gli diede un sollievo incredibile.

 

  
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