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Autore: Picci_picci    13/12/2022    1 recensioni
Non avrei saputo dire perché scelsi di tornare in quella scuola. Ero stata ferita, tradita, rapita, stregata e persino uccisa, ma suppongo che ci sia qualcosa di estremamente poetico in tutto questo.
Alla fine, volevo solo giustizia, e ora che Tyler è rientrato in possesso di tutte le sue facoltà mentali e decisionali, l'avrò.
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O Mercoledì che decide di tornare alla NeverMore, dopo le vacanze estive, visto che adesso Tyler ha sotto controllo l'Hyde. Dovevo dargli una fine e un confronto. Ed è nato ciò.
Mercoldì/Tyler
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia cade battente, creando una meravigliosa, triste, melodia. Sotto l’ombrello, aspetto che il mio obbiettivo esca dalla classe, ormai deve aver ricevuto il mio messaggio.
Vedo che esce di corsa, mi cerca con lo sguardo da sotto il loggiato. Lo raggiungo, ma rimango sotto l’acqua, lui di fronte a me al coperto.
Indica Mano dietro di lui, «come hai vecchi tempi, eh? Quel cellulare non ti piace proprio.»
«Trovo che Mano sia più efficiente, è impossibile non considerarlo.»
Ride, «mi trovo d’accordo.»
Mette le mani in tasca, quasi indeciso su cosa fare, «quindi, perché mi hai chiamato? Ho finalmente fatto qualcosa di sbagliato?»
«Provi piacere per il dolore altrui?»
«Cosa c’entra con-»
«-rispondi alla domanda, Tyler.»
Stringe le labbra, ma risponde sincero, «sì, provo piacere per il dolore altrui.»
«Ti diverti con le disgrazie altrui?»
«Talvolta.»
«Ti piace tortura gli altri?»
I suoi occhi diventano duri, quasi a mettermi in guardia, «sì.»
Faccio un passo in avanti, «adori la paura nei volti delle persone?»
«Sì, ma non capisco perché tu mi stia facendo tutte queste domande. Hai già la tua sentenza su di me.»
«Credevo di averla.»
Mi fissa curioso, cercando di capire dove tutto questo andrà a finire. Lo raggiungo sotto il loggiato e chiudo l’ombrello e, con esso, anche il caos della mia testa.
«Mi hanno aiutato a riflettere e, sai qual è il problema? Che anch’io provo queste cose: il piacere nella tortura degli altri, bearmi della paura altrui e questo mi rende diversa, ma non meno degna di te.»
«Che vuoi dire, Mercoledì?»
«Che siamo simili, io e te, più di quanto crediamo. Siamo due psicopatici, suppongo.»
Lui si avvicina, la mano vicina al mio viso.
«Dimmelo.»
Avvicino il viso, «ero delusa da te perché mi avevi tradita, perché mi avevi mentito, ma non avevi altra scelta.»
La sua mano entra in contatto con il mio viso, il calore sulla pelle fredda mi fa rabbrividire e mi trovo a desiderare di più.
«Ma prova a mentirmi di nuovo, a tramare alle mie spalle, e ti accorgerai di quanto posso essere creativa e crudele.»
Ghigna e mi bacia, un calore che esplode dentro di me e che fa quasi male. Mi piace, troppo. Dannatamente troppo.
Le sue mani sono tra i miei capelli, tirano le trecce, «te lo giuro, scarafaggio, se mai dovrò uccidere qualcuno, sarai la prima a cui lo dirò.»
Me accorgo dopo, ma sto sorridendo, è riuscito a farmi sorridere.
«Non adularmi.»
«Diventerà il mio passatempo preferito.»
Gli lascio una gomitata tra le costole, ma lui mi riafferra veloce e mi lascia un altro bacio. Mi trovo a bramare di più, come quando vedi la tua prima decapitazione. Dopo ne vuoi sempre di più.
La sue mani mi afferrano la vita, gli artigli mi perforano la pelle, leggere.
«Scusa» mi dice col fiatone.
«Se smetti userò la mia sparachiodi.»
«È per questo che mi piaci.»

«Allora?»
Ignoro Enid, euforica come sempre, e mi siedo alla scrivania.
«Non fare finta di niente! So che è successo, l’ho visto con i miei occhi.»
«Cosa è successo?» ribatto atona.
«Come cosa? Tu e Tyler!» inizia a raccontare, «sai, tu e Tyler, sotto il loggiato, che vi siete baciati… Vedi, lo dice pure Mano!»
Esclama scioccata, «cosa?! Tu c’eri? Raccontami!»
Li fisso mentre, sul letto circondato da peluche troppo colorati, parlano di me.
«No, Mano» mi inserisco, «non sono caduta tra le sue braccia.»
«Ma l’hai baciato.»
La guardo e decido che forse, almeno oggi, posso essere magnanima, «sì, ci siamo baciati e sì, ci siamo chiariti.»
Attende che io continui, ma non ho intenzione di dire altro, sono già andata oltre. Anche perché, alla fine, è successo questo.
Sbuffa, «e come ti sei sentita?»
Alzo un sopracciglio, «non parlerò di questo. Non siamo ancora arrivate a quel livello e probabilmente non ci arriveremo mai.»
Sospira felice e si scambia il cinque con Mano, «lo avevamo detto che vi sareste messi insieme!»
Poi si volta verso di me, come fulminata, «perché siete una coppia, vero?»
«Non abbiamo definito il nostro rapporto.»
«Dovete farlo!»
No, dovrei scrivere il mio romanzo e imbalsamare un topo che ho catturato ieri sera insieme a Mano, ecco cosa dovrei fare. Di certo, non devo diventare una giovane adolescente che perde la testa per un ragazzo, non rientra nella mia lista.
Enid vorrebbe dire altro, ma decide di rimanere in silenzio. Ottima scelta.

Apro la porta pronta ad urlare a chiunque abbia osato interrompere la mia imbalsamazione. Rimango ammutolita.
«Ehi, ti disturbo?»
«Sì, che ci fai qui?»
«Posso entrare?»
Di malavoglia, mi posto di lato. Osserva la mia camera con un sorriso sulle labbra.
«Che cosa facevi?» chiede vedendo la mia scrivania.
«Imbalsamavo un topo.»
«Me lo dovrai insegnare.»
Le mie labbra fremono, ma non gli do la soddisfazione di vedermi sorride due volte nello stesso giorno. È tanto da sopportare già per me.
«Come mai sei qui?»
«Non posso venire a trovarti?»
«Non ho detto questo.»
Si avvicina e si lascia cadere sul mio letto.
«Enid è venuta a parlarmi di qualcosa come il nostro rapporto.»
Corrugo le sopracciglia, pronta a fargliela pagare.
«Non continuare, so il resto del discorso.»
«Quindi lo ha già detto a te, tu non l’hai ascolta e allora è venuta a dirlo a me?»
«Suppongo sia un ottimo riassunto.»
Mi scruta, «non le hai dato una risposta? Come mai?»
Mi avvicino e mi siedo di fianco a lui. Stranamente, non mi dà noia che stia nei miei spazi.
«Sai cosa siamo, vero?»
Alzo le spalle, «più di amici?»
«Decisamente più che amici. O baci tutti i tuoi amici? Perché se è così devo preoccuparmi.»
Lo guardo male.
«Come non detto.»
Il silenzio rimane per poco.
«Possiamo dire che stiamo insieme, che siamo…» indugia, controllando la mia reazione, «fidanzati, se a te sta bene.»
Scrollo le spalle, «non sono importanti le parole, alla fine, sono solo un’etichetta.»
Lui annuisce d’accordo, «l’importante è essere sulla stessa lunghezza d’onda.»
L’osservo e l’improvviso istinto di voler di più si ripresenta, esattamente come oggi. Di questo passo diventerò come i miei genitori. Solo molto più fredda.
Tyler sembra capirmi perché con un gesto, troppo veloce perché possa essere umano, mi afferra e mi stringe sopra di lui.
«È normale desiderare il tuo sangue?»
«Ho voluto il tuo dalla prima volta.»
I suoi baci, le sue carezze, non sono gentili e, per tutte le taratole, lo adoro esattamente come adoro la morte, la tortura e la vendetta. Chi l’avrebbe detto mai detto che la vedetta potesse finire in modo così sublime?


Angolo autrice
So che in molti di voi stavano aspettando questo momento, non mentite, vi ho beccati. Con questo bella novità, devo però anche darvi una triste notizia (triste per davvero, non secondo la mentalità di Mercoledì): questo è il penultimo capitolo. Cercherò di aggiornare tra domani e dopodomani e pubblicare l'ultimo capitolo di questa storia breve.
Come sempre, vi rigrazio con tutto il mio affetto.
Un bacio,
Cassie

   
 
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