Capitolo sesto
Se tu non ti dai limiti e smetti
di decidere
Al posto di lasciarti andare e dirmi solo di no
Di no, sai dirmi solo di no, di no
Se io non mi do limiti e non ho mai deciso
Di chiudere una porta con te
Perché so che cos'ho
Cos'ho e so che tu (in fondo)
Mi fiderò delle tue labbra che
parlano (mi ami un sacco ma)
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni, Madame)
Le armate del Nord e l’esercito degli Stark
guidato da Jon Snow arrivarono due giorni dopo e, per fortuna, nessuno fece parola
delle famose lettere che erano costate la vita a Lord Varys (con grande
soddisfazione di Drogon e anche di Ramsay, che si era proprio divertito a
quell’esecuzione!). Nella missiva rubata da Ramsay, Varys faceva riferimento a
una lettera precedente inviata a Jon stesso in cui lo esortava a rivelare a
tutti la sua vera identità e proclamarsi Re… ma a quanto pareva il giovane non
era interessato alla faccenda, i soldati erano venuti con lui per combattere
Cersei Lannister e tanto bastava a tutti.
A tutti… o quasi. Sì, perché Daenerys era
ancora inquieta e tesa a causa del tradimento di Varys e, anche se
apparentemente Jon non sembrava voler reclamare il Trono di Spade, lei si era
resa conto del fatto che nei Sette Regni lui era molto più amato e popolare:
insomma, se si fosse trattato di una puntata del Grande Fratello Vip, Daenerys avrebbe avuto molte più probabilità
di essere eliminata a favore del
Targaryen più amato dal pubblico (e dal televoto…). Daenerys aveva dalla sua
parte gli Immacolati, i Dothraki sopravvissuti alla battaglia contro gli
Estranei, Theon Greyjoy con la sua Flotta di Ferro, purtroppo abbastanza
esigua, Ramsay Bolton che però non aveva uno straccio di niente e valeva quanto
il due di coppe quando la briscola è bastoni e Tyrion, anche lui tuttavia senza
un esercito né alleati potenti. Gli Stark appoggiavano chiaramente Jon e loro
sì avevano invece tutte le armate del Nord oltre ai propri soldati. Certo,
visto che a Cersei non rimaneva che un pugno di guardie o poco più non ci sarebbe
stato problema a sconfiggerla, però alla fine chi sarebbe stato il vero
vincitore? Daenerys Targaryen o Jon Snow con tutti i suoi uomini?
Così, mentre i soldati giunti dal Nord si
disponevano per l’assedio ad Approdo del Re e si preparavano a fare irruzione
nella città quando fosse stato il momento, la Regina dei Draghi decise di
tenere un incontro privato per decidere il da farsi. Ovviamente Varys non c’era
più, perciò il Concilio ristretto di Daenerys era ancora più ristretto del
solito, contando i soli Tyrion, Verme Grigio, Missandei e Davos Seaworth.
“Tyrion” ordinò la Regina al Folletto non
appena entrò nella sala del trono, “vai a chiamare anche Theon Greyjoy e Ramsay
Bolton. Sono stati loro a scoprire il tradimento di Varys e mi hanno dimostrato
lealtà, perciò li voglio nel mio Concilio. Del resto, anche quando non ne
facevano parte finivano per origliare e sapere sempre tutto, almeno così
avranno le informazioni in modo ufficiale!”
Tyrion, sulle prime, restò interdetto, ma poi
si rese conto che Daenerys aveva ragione: quei due avrebbero comunque trovato
il modo di ascoltare la discussione del Concilio e allora tanto valeva che vi
prendessero parte!
E infatti non dovette faticare troppo per
trovarli, visto che Ramsay girellava per i corridoi attigui alla sala del trono
con aria indifferente, aspettando il momento giusto per andare a chiamare Theon
e mettersi a spiare. Quando vide Tyrion, Ramsay gli rivolse un sorriso con la
sua solita faccia da impunito, come se veramente si trovasse a passare di là
per puro caso!
“Buongiorno, Lord Primo Cavaliere” gli disse.
“Va tutto bene? Ho visto che le armate del Nord si stanno preparando ad
assediare Approdo del Re e quindi…”
“Non farmi perdere tempo, giovane Bolton, vai
a chiamare il tuo compare e venite
subito nella sala del trono: la Regina Daenerys vuole che partecipiate al suo
Concilio ristretto” tagliò corto Tyrion.
Ramsay si illuminò tutto di luce propria.
“Davvero vuole proprio noi?” domandò, incredulo.
Sì, vuole proprio voi, quanti altri deficienti conosci a
Roccia del Drago che origliano praticamente tutte le conversazioni altrui?
“Eh sì, a quanto pare ha pensato che, visto
che voi due spiate sempre le nostre riunioni, allora tanto vale che vi
partecipiate personalmente” rispose il Lannister, caustico, ma la sua
disapprovazione non intaccò la rifulgente luce di Ramsay.
“Vado subito a chiamare Theon, tanto era qui
a due passi” rivelò, ammettendo implicitamente che, appunto, erano lì per
spiare! Corse tutto contento fino ad una stanza vicina e chiamò il suo
compagno. “Vieni, Theon, presto, la Regina ci ha convocati al suo Concilio
ristretto per ringraziarci di averla salvata da quel senza palle traditore!”
Tyrion nascose la faccia tra le mani e
trattenne un gemito.
Theon, ovviamente, era davvero a due passi da
lì e così in breve tempo il Concilio ristretto si riunì nella sala del trono,
con un Ramsay talmente tronfio e emozionato che continuava a muoversi sulla
sedia come se avesse bisogno di correre urgentemente al gabinetto…
“Quello che è accaduto con Varys dimostra
chiaramente che non ha importanza se vincerò questa guerra” esordì Daenerys.
“Il popolo non mi ama, se sapesse la verità acclamerebbe Jon Snow come Re di
Westeros, anche se fossi io a liberarlo dalla tirannia di Cersei.”
“Mia Regina, non è così” intervenne
Missandei. “Il popolo di Westeros adesso non ti conosce ed è solo per questo
che non ti ama, ma se li libererai come hai fatto a Yunkai e Meereen anche loro
ti acclameranno, lo so, ne sono certa, io ero lì.”
“A Yunkai e a Meereen era diverso” replicò
Daenerys, “gli schiavi si sono ribellati ai loro padroni e io sono accorsa in
loro aiuto, sono stati loro a conquistarsi la libertà. Ma in questo caso non c’è
alcuna ribellione: la gente di Westeros ha accettato di entrare all’interno
delle mura perché pensa che Cersei li proteggerà da me. Nonostante sappiano chi è Cersei, preferiscono comunque la
sua protezione perché mi temono, non mi vogliono qui. Perciò non c’è ragione di
mostrare compassione per loro: faranno la fine della loro Regina, moriranno
insieme a lei, così almeno avranno un motivo per temermi davvero!”
“Mia Regina, non puoi dire sul serio!”
esclamò Tyrion, sconvolto, mentre Ramsay si voltava verso Theon con una strana
espressione sul volto.
“Ho capito bene? La Regina dei Draghi vuole distruggere con il fuoco tutta Approdo
del Re e i suoi abitanti?” e non si capiva bene se fosse allibito o se, al
contrario, la ammirasse!
Theon aveva la faccia di uno che vorrebbe
essere in qualsiasi altro posto al mondo. Iniziava a temere che lui e Yara si
fossero in realtà alleati con una Regina che era quasi più psicopatica del
ragazzo che lui si portava a letto! Evidentemente i Greyjoy avevano qualche
problema nel valutare le persone…
“Cersei ha ingannato quella gente, ha detto
loro che li avrebbe protetti, ma in realtà si sta facendo solo scudo di loro,
di donne, di anziani, di bambini innocenti. Sono migliaia di persone che non ti
hanno fatto alcun male e tu vuoi ucciderle tutte? Non posso crederci, tu non
sei così, tu sei pietosa, sei gentile, sei venuta per regnare su Westeros con
giustizia. Altrimenti in cosa ti distingueresti da Cersei? Mia Regina, tu non
puoi metterti al suo livello” la scongiurò ancora Tyrion.
“Moriranno degli innocenti, certo, non
succede sempre nelle guerre? Ma poi Approdo del Re sarà ricostruita e le
generazioni future vivranno in un mondo più giusto e più libero” dichiarò
Daenerys.
“Scusa se mi permetto di interromperti, mia
Regina, ma… quali generazioni future se pensi di distruggere tutta Approdo del
Re con le persone dentro? Cioè… finiresti per regnare su un mucchio di cenere e
rovine, no?” intervenne a sorpresa Ramsay, tanto che l’intero Concilio
ristretto ammutolì, chiedendosi quale sciagura universale sarebbe mai scaturita
mettendo insieme il suo unico neurone e le idee un tantino estreme di Daenerys Targaryen. “Hai detto che il popolo
di Westeros non ti ama ma ti teme. Beh, questo lo capisco benissimo perché
anche a me succedeva lo stesso quando ero Lord di Grande Inverno, nessuno mi
voleva e mi consideravano un traditore, e allora io li scuoiavo vivi, però così
facendo mi amavano ancora meno… insomma, forse non era proprio il sistema
giusto, quello, per farsi amare dai sudditi.”
No, in effetti non era per niente quello il sistema, non
è poco che adesso te ne sia reso conto, pensò
Theon, che aveva assunto un colorito cadaverico.
“Regina Daenerys, io ti conosco da poco, ma
penso di aver capito che tu non vuoi essere temuta, non vuoi essere ricordata
come quella che scuoia, o taglia, o brucia la gente, come era per me” riprese
Ramsay, lanciatissimo in questo suo discorso motivazionale. “In effetti, a pensarci adesso, è una cosa un po’
triste essere conosciuti solo per queste cose, ma io ho sentito raccontare di
come hai salvato gli schiavi a Yunkai bruciando e distruggendo solo gli schiavisti, i cattivi, e di
come tutto il popolo ti ha acclamata e lodata e ti chiamava… beh, insomma, ti
chiamava in qualche modo…”
Il bel discorso di Ramsay rischiava di
incepparsi sul più bello, ma per fortuna intervenne Missandei proprio al
momento giusto!
“La folla degli schiavi liberati di Yunkai ti
ha acclamata e ti ha chiamata Mhysa,
Madre” disse la ragazza. “Ricordi quel momento, mia Regina? Ricordi come ti sei
sentita? Ebbene, non vuoi che questo accada anche con il popolo di Approdo del
Re? Non vuoi che anche loro ti acclamino come loro madre e salvatrice?”
Per un lungo istante Daenerys tacque, e chi
le era più vicino vide che i suoi occhi si riempivano di lacrime al ricordo di
quei momenti e di come il cuore le si era riempito di gioia nel sentire tante
persone chiamarla Mhysa. Era stato
uno dei momenti più felici della sua vita e forse, in qualche modo, aveva
sperato di trovare la stessa accoglienza a Westeros e adesso si sentiva tradita
e frustrata perché non era andata così.
“Certo che lo ricordo” disse infine, “e
vorrei davvero con tutto il cuore che anche qui accadesse lo stesso. Ma
purtroppo non è possibile. Come ho detto, il popolo di Westeros mi odia, è
stato riempito di bugie su di me e adesso quella traditrice di Sansa Stark
starà sicuramente incitando i suoi eserciti perché acclamino Jon Snow come Re.
Non c’è un modo per cambiare le cose, qui non sarà mai come a Yunkai e a
Meereen.”
E quindi allora tanto vale dare fuoco a tutta Approdo del
Re con la gente dentro?, pensò Theon, che si
sentiva sempre peggio.
“Potrebbe esserlo, invece” disse Ramsay, e
ancora una volta tutti si voltarono stravolti verso di lui. Che cosa poteva
suggerire una mente malata come la sua? “Questa cosa mi è venuta in mente
quando ho visto com’è stata bella e
istruttiva l’esecuzione di Varys: noi eravamo tutti lì, ma Drogon ha dato
fuoco solo a lui, non ha dovuto incendiare mezza Roccia del Drago per
ucciderlo! Io credo che tu possa condurre i tuoi due Draghi verso la Fortezza
Rossa e far loro indirizzare il fuoco soltanto
contro la residenza di Cersei, mentre gli Immacolati, le armate del Nord e
tutti gli altri faranno irruzione ad Approdo del Re e aiuteranno la gente a
fuggire. Così ad andare arrosto saranno solo Cersei e quei quattro coglioni
delle sue guardie personali mentre tu potrai dire a tutto il popolo che sei
arrivata per salvarli e liberarli dalla tirannia o qualcosa del genere!”
Tyrion colse la palla al balzo per cercare di
dare una forma un po’ più elegante alla proposta che il giovane Bolton aveva
appena suggerito nel solo modo in cui sapeva farlo, ossia parlando in fretta e
incasinando il tutto… però l’idea di base non era per niente male.
“Mia Regina, il consiglio del giovane Bolton
è… beh, ragionevole e sensato” disse,
sforzandosi non poco di pronunciare quelle due parole riferite a Ramsay… “Puoi
apparire come la salvatrice di Westeros e farti amare dalle folle proprio come
a Yunkai e Meereen. Vedo già la scena: tu sulla schiena di Drogon, con Rhaegal
al seguito, atterrerete nella piazza principale di Approdo del Re e annuncerai
a tutta la gente che sei giunta per liberarli dalla tirannia di Cersei
Lannister; i tuoi Draghi bruceranno le porte della città e le persone innocenti
potranno uscire sane e salve. A quel punto anche Cersei avrà la possibilità di
arrendersi, se vuole salvarsi la vita…”
“Su questo non conterei tanto” commentò
Daenerys, ma sembrava sempre più interessata al piano che prima Ramsay e ora
Tyrion (in modo molto più comprensibile) proponevano.
Tyrion non replicò su questo. Aveva provato a
convincere Cersei ad arrendersi ma sapeva che non lo avrebbe fatto, anche
perché non si sarebbe salvata comunque: se pure Daenerys avesse deciso di
risparmiarla (ipotesi estremamente improbabile), gli Stark avrebbero comunque
reclamato la sua testa per vendicare le morti di Eddard, Robb e Catelyn. Per
Cersei sarebbe stato comunque più onorevole morire cercando di resistere
piuttosto che arrendersi e finire decapitata dagli Stark.
“Beh, allora a quel punto potrai ordinare ai
tuoi Draghi di incendiare la Fortezza Rossa, quando dentro saranno rimasti
soltanto Cersei e i suoi fedelissimi: la guerra sarà vinta, tutti avranno avuto
giustizia, il popolo sarà libero e tu sarai ancora una volta acclamata come
madre” concluse il Folletto, sperando che le sue parole suonassero più
convincenti di quelle deliranti di Ramsay. “Le armate del Nord e gli Stark
possono anche volere Jon sul Trono di Spade, ma la gente di Approdo del Re non
lo conosce e non lo ama, come ancora non conosce e non ama te. Se apparirai
alle folle come loro salvatrice, tutta Approdo del Re sarà dalla tua parte e
poco importerà quello che vogliono gli eserciti del Nord. Anzi, io ho vissuto
ad Approdo del Re per anni e posso dirti che né il popolo, né la nobiltà di qui
ama la gente del Nord, li considera una specie di bifolchi e quindi non avrebbe
alcun motivo per preferire Jon a te, se fossi tu a liberarli.”
E Tyrion aveva ragione anche su questo perché
sappiamo bene che tutti sono più che pronti a salire sul carro del vincitore e
a danzare come banderuole verso la parte da cui spira il vento!
Daenerys era ancora perplessa, ma Missandei le
si avvicinò e le prese affettuosamente una mano.
“Mia Regina, sarà esattamente come a Yunkai e
a Meereen, il popolo ti vedrà come un’eroina, come una dea” mormorò, commossa.
“E sia, allora, farò come mi hai consigliato,
Lord Primo Cavaliere” dichiarò la Regina dei Draghi. “E spero che il risultato
sarà quello che tutti noi auspichiamo. Ad ogni modo, se andrà tutto come
vogliamo, dovrò pensare a una ricompensa speciale per Ramsay Bolton, perché l’idea
in realtà è stata la sua, anche se espressa in modo… ecco, come dire… un po’
confuso.”
“Una ricompensa? Per me? Davvero, mia Regina?
Ti ringrazio, ti ringrazio di cuore, sei davvero tanto generosa!” esclamò
Ramsay, risplendendo ancora una volta di luce propria. Chiaramente lui e
Daenerys non si erano capiti: la Regina intendeva ricompensarlo con terre e
denaro, mentre lui aveva semplicemente pensato a una lunga cavalcata su uno dei
Draghi… ma ci sarebbe stato tempo per spiegarsi meglio!
Nel frattempo, tuttavia, Ramsay ottenne una
ricompensa più immediata: Daenerys rimase nella sala del trono insieme a
Tyrion, Davos, Missandei e Verme Grigio per curare i dettagli del piano, mentre
Theon si affrettò a congedarsi e se lo portò via. Vederlo così entusiasta e
luminoso lo aveva eccitato non poco e poi c’era da considerare che era vero,
era stato lui, con l’aiuto del suo unico ma indaffaratissimo neurone, a
partorire la bozza dell’idea che probabilmente avrebbe portato a una rapida e
indolore fine della guerra… meritava di essere ringraziato anche da lui, no?
Theon scomparve con Ramsay nella prima stanza
trovata libera a Roccia del Drago e… lo ricompensò molte volte e molto bene!
Fine capitolo sesto