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Autore: The Lone Soldier    23/12/2022    0 recensioni
C’era un tempo in cui la Galassia della Fenice Regina era sconosciuta e le vie commerciali non esistevano ma, migliaia di anni dopo lo scontro tra Ozymandias e Easun (l’Osservatore Nero) gli umani, sotto il credo di Cronon, cominciarono a viaggiare di pianeta in pianeta e a colonizzarli, in alcuni casi rispettando le usanze locali, imparando nuove lingue mentre, in altri, andando a scontrarsi con gli autoctoni.
Nell’anno 3000 a.C. il mondo di Nirae, abitato da umani discendenti dei primi coloni e il cui clima arido costrinse gli abitanti a costruire città in biosfere protette dai gas tossici, fu colpito da una grave malattia e i morti erano centinaia ogni giorno; così il Governatore chiamò il Primo Ministro della Repubblica, la cui capitale era Jinn, per permettere ai sopravvissuti di raggiungere un luogo più sicuro.
Tra di loro c’erano anche un uomo di nome Theo e sua moglie Conea, costei in avanzata gravidanza.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli umani sopravvissuti erano circa un centinaio e stipati in un non ampio spazio all’interno di una navetta da trasporto, il cui spazio disponibile era di soli circa venti metri, tanto che non si potevano distanziare gli uni con gli altri e se solo uno di loro aveva dei sintomi, poteva essere un rischio per tutti.
Nessuno era esente.
Il Governatore, un uomo alto e robusto, capelli cortissimi castani e stempiati, occhi marroni, abito nero e stivali abbinati e un mantello di colore beige, non era intervenuto in modo tempestivo nel chiamare Jinn e il Primo Ministro e su di lui erano piovute molte critiche.
-Popolo di Nirae… - esclamò il Governatore, chiamando a sé l’attenzione e mettendosi vicino all’uscita dello scafo - …vorrei ringraziarvi per la fiducia mostratami e ricordare chi non ce l’ha fatta e non è più con noi! –
L’ultima frase suscitò dei mormorii.
-Vorrei … -
Un giovane uomo dalla folta chioma nera, occhi azzurri e con un abito beige, largo sulle braccia e due scarpe marroni piene di cuciture si alzò dal gruppo e sembrò volesse replicare al Governatore.
-Mi scusi se la interrompo, Governatore Mossy ma le sue parole non sono altro che una ferita ancora più profonda nell’animo di chi ha perso una moglie, un figlio, un fratello, una sorella o un amico. Lei è stato rieletto perché il popolo aveva paura ma questo sentimento ci ha portato alla rovina! –
Una donna incinta, che indossava un vestito lungo di colore blu e il volto sofferente, tenendosi il pancione applaudì il discorso del ragazzo, seguita da altri.
Mossy rise e schiaffeggiò il giovane.
-Theo quanto sei ridicolo! Non accetti il fatto che ti sei candidato contro di me e, nonostante il tuo clima di odio hai perso alla grande. Ti dovresti vergognare per ciò che dici. –
Theo si toccò il viso e sputò a terra ma al contempo stesso guardò la giovane e i due si scambiarono un cenno di assenso.
-Ricordati che te e quella donnaccia che si tiene la pancia è solo per merito mio siete qui e nient’altro! –
Il malcontento aumentò tanto che la rabbia nei confronti del Governatore si palesò più che mai; molti si alzarono e sembravano andare incontro a Mossy il quale, come gesto di disperazione, puntò la pistola ai suoi concittadini.
-Se vi avvicinate giuro che vi sparo! –
La situazione si calmò all’improvviso.
La donna urlò e s’accasciò a terra.
Theo la raggiunse e le tenne la mano.
-Conea, amor mio, sono qui! –
Gli umani raggiunsero Conea, la moglie di Theo lasciando Mossy in un angolo, impietrito.
La donna perse le acque.
Ad un certo punto la navetta atterrò e il portello d’uscita s’aprì ed entrarono due guardie dalle armature blu elettrico con elmi corazzati e lance come arma.
-Ispezione! –
Mossy si mise davanti per farsi perquisire ma gli umani accorsero alle guardie.
-Aiutateci. Una donna sta partorendo e non sappiamo come aiutarla! –
Le due guardie si tolsero gli elmi, mostrando due volti giovani: uno era biondo, l’altro castano chiaro.
Andarono al capezzale della donna.
Il biondo disse:
-Sono medico e so come aiutarla. La prego, guardi me e cerchi di rilassarsi! –
Conea chiuse gli occhi, respirò lentamente e di lì a poco emerse un vagito.
-Signora ci siamo quasi. Vada avanti così! –
Theo assistette alla nascita del frutto del loro amore, una bambina che non appena uscì venne presa in braccio dal soldato biondo.
-Mi ricorda molto mia figlia. Ora è giusto che a prenderla sia il padre. –
Il soldato diede la bambina a Theo e si avvicinò alla moglie.
-Guarda cos’abbiamo creato. – disse con lacrime di commozione.
-Avete deciso un nome? – chiese il soldato castano
-A Nirae esiste una leggenda che riguarda un’Imperatrice che liberò il popolo dalla schiavitù e dando ai poveri dignità, rispetto e futuro. Si chiamava Shana e a nostra figlia daremo quel nome. Benvenuta su Jinn, Shana. – disse Conea, stanca.
Sul trasporto il clima divenne solare e sereno e nel frattempo, all’esterno, cominciò a nevicare e la città era ricca di luci.
-Che l’Unico ti abbia in gloria, Shana! – disse il soldato biondo.
 
FINE
 
   
 
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