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Autore: Dakota Blood    26/12/2022    0 recensioni
Cosa succede quando una ragazza giovanissima come Savannah Smith, diciassettenne da sempre isolata dal resto del mondo tanto da sentirsi una Hikikomori, incontra un ragazzo affascinante e per di più famoso in tutto il mondo come Max Denver?
Una storia che nasce dal buio e affronta la luce, con tutto il dolore che ne consegue, perchè è vero che a volte le cicatrici sono dolorose, ma il sangue che scorre lento può essere di gran lunga peggiore.
-Tu non vuoi fuggire, Sav, tu vuoi restare.
Lo guardai con occhi smarriti, colmi di pianto. Non volevo restare, non volevo andare. Ma dovevo proteggermi...
-Io non capisco Max. Io dovrei odiare ciò che sei.
-Sh, tu non mi odierai MAI.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non potevo andare. Ma non potevo nemmeno fare finta di nulla. 

Sentii freddo, non pensavo che quel giorno al centro commerciale mi avrebbe reso così vulnerabile, così strana e innamorata. Mi sentivo strana, come se il mondo fosse più nemico di quanto non lo fosse mai stato. 

Era colpa di Max, era colpa sua se mi sentivo agitata, se il mio cuore bruciava velocemente e la mia anima si sentiva spoglia di tutto.

Ero una foglia al vento, che tremava di continuo.

Quando mi disse di andare al Centoventi d'Avenue Street, vicino alla pasticceria italiana, mi sentii bene e male al contempo. 

Lo vidi da lontano, era trasandato e anche a quella distanza potevo sentire il puzzo di ubriacatura che si portava dietro. 

Aveva bevuto un sacco. Birra. 

-Che diamine combini, eh? 

Aveva gli occhi colmi di lacrime, rossastri. Del verde bellissimo che avevo conosciuto un tempo, sembrava non essere rimasto nulla se non uno stupido ricordo. 

Ora assomigliavano più ai miei, grigi, come se fosse piovuto all'interno delle sue iridi stupende.

Era irriconoscibile, a parte per i capelli bicolore.

E a parte per il fatto che il mio cuore stava saltando via a causa sua. Tutto in lui era magia e delirio allo stato puro.

Non capivo perchè mi faceva stare così bene e male, non capivo perché avesse tutto quel potere su di me, un'ascendente criptico e surreale. 

-Sav, aspetta a giudicarmi. Non volevo trattarti così ieri. Sono un coglione, ma un coglione che senza te è perso.

Non potevo credergli, non volevo. Non poteva fare di me ciò che voleva, ma allo stesso tempo era impossibile stargli lontano, essere indifferente a quel dolore che comunque sembrava reale, vero più che mai.

Mi si avvicinò, distruggendo quella distanza minima che ci separava e mi prese le mani, sicuro che io gliele avrei strette. Quella sicurezza tipica degli uomini che sanno quanto noi dipendiamo da una loro carezza o anche dalla loro presenza.

Non dovevo cedere, eppure...

-Ti sto chiedendo perdono, Sav. Cazzo non puoi fare così in eterno con me. Non con me, merda! Nessuno può amarti come ti amo io, non sei forse rinata grazie a Max Denver?!

Era pazzo o cosa? 

-Tu stai male, te l'ho detto ieri e te lo ripeto oggi, non stai bene per niente. Dovresti farti curare.

-La mia cura sei tu, Sav. Prendi la mia mano e ricominciamo, dobbiamo scrivere la nostra storia, riscrivere tutto ma in meglio. Voglio scrivere una canzone per te. Ho già mille idee, credimi. E poi la porterò in giro per il mondo, e tu verrai con me. Tutto il mondo ti conoscerà.

-Non me ne frega nulla del tuo mondo di merda. Non voglio essere la ragazza di un drogato!

Il gelo e il silenzio si impossessarono di noi. 

Forse avevo esagerato, ma forse la verità comunque va sempre detta, fatto sta che lui tirò su col naso e mi guardò, il labbro tremante e il freddo nelle mani rosse.

Era bellissimo, avrei voluto baciarlo ma non potevo cedere. 

-La droga non può separarmi da te. Sai perché?

Non risposi, mi limitai a voltare la faccia verso la pasticceria da cui uscì un signore vestito in modo elegante e immaginai mio padre comprare qualcosa per me. Non sarebbe mai successo, perché io non ero nulla per lui.

-Sai perché?

A quel punto mi girai verso di lui.

-Perché la mia droga preferita sei tu, Sav.

Mi lasciò senza parole non tanto per quello che aveva detto, ma per il modo in cui l'aveva fatto, senza imprecare e senza porsi troppi problemi. 

Mise da parte l'orgoglio e mi disse ciò che pensava. Eppure non cercai di sciogliermi, non se lo meritava affatto.

-Ti prego, risparmiami queste parole. Non mi fa nessun effetto.

-Dillo che mi ami, che mi vuoi, che vorresti che adesso ti baciassi.

-Mai! Non lo dirò mai.

-Dillo, Sav!

-Preferisco stare sola piuttosto che stare con una persona deviata come te.

-Non mi arrenderò mai, e sai perché? Perché io... ti amo.

Lo disse così, come se fosse palese, come se il giorno prima non mi avesse praticamente detto in faccia di sparire dalla circolazione. Ovviamente era matto, ne ero sempre più certa.

Vidi il suo giubbino nero in pelle con le borchie ancora più logoro di prima, e lo smalto nero sulle unghie delle mani quasi consumato del tutto.  

Non si era trattato per niente bene in quei giorni, era depresso e io non stavo facendo nulla per aiutarlo.

Ma cosa avrei dovuto fare?

-Io non ti amo invece.

-Non farmi questo, Sav. Ieri è stato un giorno di merda, oggi anche ma domani potrei essere incasinato se tu non ci sarai. Potrei stare malissimo, semplicemente perché la mia felicità sei tu. Sei così delicata e bella, e voglio fare l'amore con te, stasera stessa.

Un brivido mi percorse da capo a piedi, e tremai. Lui se ne accorse e capì che in realtà io lo amavo molto più di quanto non volessi ammetterlo a me stessa.

Lo amavo talmente tanto da odiarlo.

-Tu mi ami, ma non vuoi dirlo.

-Io non lo dirò mai. 

-Vieni con me, Sav. 

Mi prese la mano, desideroso di farmi sua per la seconda volta, una volta che sarebbe valsa per un'eternità.

Abbassai lo sguardo e quando poi lo sollevai e vidi dove mi stava portando, il mondo mi crollò all'istante e i demoni del passato tornarono all'improvviso.

Non volevo crederci, eppure era vero: il diavolo aveva mille facce e quando decideva di mostrare il suo lato angelico, il bastardo ti baciava il collo, i polsi e le labbra,senza guardarti mai negli occhi. 

Era assolutamente vero: il diavolo si nascondeva nei dettagli. 




Angolo autrice:

Sto scrivendo come un fiume in piena, davvero, questa storia per me è molto importante e mentre butto giù frasi e idee a non finire, ascolto tantissima musica ♥

Al prossimo capitolo.



Dakota.


   
 
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