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Autore: Fiore di Giada    28/12/2022    3 recensioni
#esercizigiornalieri
#regalisottolalbero
#aperto
Scritto per gli esercizi letterari del gruppo "Fondi di caffé: il tuo scrittoio multifandom".
Primo esperimento Genzo x Karl scritto da Fiore di Giada.
Genzo e Karl sono fidanzati. Il portiere nipponico esce da una polmonite, ma deve restare a casa.
Troverà il modo di festeggiare il Natale col suo compagno.
P.S: gli spaztel sono gnocchetti a base di farina, uovo e acqua e sono un piatto tedesco, mentre Robert Ervin Howard è l'autore della saga di Conan il Barbaro.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Karl Heinz Schneider
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Decine di fiocchi di neve, leggeri, cadevano dal cielo, avvolto da nubi candide, e rivestivano la città d’un sudario bianco, sempre più spesso.
Rare auto percorrevano le strade e le persone, intabarrate nei loro cappotti, si avviavano verso le loro abitazioni.
Lo sguardo di Genzo, attento, spaziava sul paesaggio. Avrebbe voluto uscire, ma una forte polmonite lo aveva bloccato nella sua abitazione.
La pioggia, sopravvenuta durante una partita, lo aveva indebolito.
Tossì, si massaggiò le tempie, poi strinse il pugno, frustrato. Lui non era abituato all’inattività.
E gli dispiaceva non avere potuto fare un dono al suo compagno tedesco.
Ma il freddo avrebbe avuto gravi effetti sul suo fisico già debilitato.
Però, non poteva non fare qualcosa per dare un senso a una simile festa.
Un mezzo sorriso sollevò le sue labbra. In quella giornata, due anni prima, lui e Karl erano riusciti a dichiararsi i reciproci sentimenti.
Sentiva ancora bene il tocco delle labbra dell’amico sulle sue.
Forse, qualcosa posso fare., pensò. Certo, non poteva uscire, ma la scomparsa della febbre gli dava un po’ di forza.
Un regalo, per quanto insolito, non era impossibile.


Diversi minuti dopo, sul tavolo, era posata una tovaglia rossa, su cui erano disposti piatti di ceramica, bicchieri e posate.
Al centro, erano posate due bottiglie di Eierpunsh.
Le decorazioni natalizie, che erano state appese alle pareti, illuminavano l’ambiente di verde e rosso.
Il giovane asiatico sorrise, compiaciuto. Ne era sicuro, a Karl sarebbe piaciuto.
Ma ancora non era sufficiente.


Il suono del campanello si espandé nell’appartamento, come il rintocco di un gong.
Genzo si avviò verso la porta e la aprì.
Karl era sulla soglia, le mani ingombre di borse e il mantello bianco di neve.
Posso entrare? Non vorrei prendermi una bronchite. dichiarò.
Il portiere, a stento, trattenne una risata.
Basto io come malato. dichiarò e si spostò.
Karl, senza parlare, entrò nell’ingresso e appese il mantello all’attaccapanni.
Come stai? Ti è tornata la febbre? domandò il calciatore teutonico, premuroso. Amava quello scorbutico nipponico, ma la sua frustrazione, dovuta alla forzata inattività, era pesante.
Genzo non amava essere dipendente da qualcuno, seppur per poco tempo.
Mi sento stanco, ma non ho febbre. Tuttavia, non sono rimasto inattivo. Ho voluto farti un regalo, nei limiti delle mie possibilità. rispose l’asiatico.
Karl sollevò le labbra in un sorriso e i suoi occhi cerulei si specchiarono nelle iridi dell’altro. Forse, aveva capito che cosa aveva fatto Genzo.
Tanta sollecitudine, malgrado le non ottime condizioni di salute, commuoveva il suo cuore.
Prese i regali e seguì il suo compagno in cucina.

Per alcuni istanti, il giovane teutonico rimase sulla soglia, sorpreso. La cucina, inghirlandata di decorazioni, aveva un aspetto suggestivo, quasi fiabesco.
Gli sembrava, in quel momento, di essere tornato bambino.
Si sedette e, per alcuni istanti, attese.
Genzo accennò ad un sorriso. Aveva visto sul viso dell’amato un piacevole stupore e ne era felice.
Ma non aveva ancora concluso.
Con l’abilità di un consumato cameriere, Genzo prese il piatto del compagno e lo riempì di una porzione di spaztel all’erba cipollina, dai quali si spandeva un forte aroma.
Grazie… Non dovevi… ─ mormorò il tedesco. Il suo fidanzato gli aveva fatto un dono magnifico.
Nonostante le sue non ottimali condizioni di salute, aveva deciso di preparare la cena e non aveva dimenticato il suo piatto preferito.
I suoi regali potevano uguagliare un tale regalo?
Perché? Non posso uscire, ma non sono moribondo. Non preoccuparti. ─ rispose il nipponico. Quella premura confermava la bontà della sua scelta.
Karl, come lui, aveva un carattere schivo e, a volte, selvatico, ma sapeva ben esprimere nobiltà.
Allora mangia con me. Non sono venuto qui per pranzare da solo. ─ gli ingiunse.
Genzo acconsentì, si servì e cominciò a pranzare col compagno.

Era squisito. Grazie per il regalo, Genzo. ─ si complimentò il giocatore tedesco. La bravura culinaria del suo fidanzato si era confermata.
Non ho ancora finito di servire il pranzo. Non avere fretta. ─ replicò l’altro.
Potrei dire la stessa cosa di te. Abbiamo tempo. E tu non hai ancora visto i miei regali. ─ ribatté Karl e la sua mano, leggera, si strinse attorno a quella dell’altro.
Un fremito godurioso, come una scossa elettrica, percorse il braccio di Genzo e si irradiò lungo il suo corpo. Quel contatto innocente gli donava sensazioni meravigliose.
In quel gesto affettuoso avvertiva l’affezione profonda del campione tedesco.
Quasi esitando, Karl separò la sua mano da quella dell’altro e prese i pacchi.
Genzo, senza alcuna parola, iniziò ad aprirli e liberò alcuni volumi di Robert Ervin Howard, un CD di Chopin, uno dei Pink Floyd e una collana d’argento, terminante in un pendente tondo bianco, adorno di ghirigori azzurri, nei quali era inscritto il simbolo del tao..
Per alcuni istanti, si rigirò il monile tra le mani, gli occhi lucidi di commozione e il cuore palpitante di gioia. Non avrebbe potuto chiedere regali migliori.
Karl, come sempre, era stato attento ai suoi gusti.
Poggiò i regali sul tavolo, si avvicinò all’altro e appoggiò la mano sulla sua spalla.
Grazie. Grazie di tutto, Kaiser. ─
   
 
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