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Autore: crystalemi    11/09/2009    2 recensioni
[Tooi Ongaku - Kain/SCOOP]
« Allen, sono sicura che lo ritroveremo! Lo ritroveremo e per prima cosa gli darò un calcio! » Gli sussurrò Lenalee, nascondendo il volto fra i suoi capelli, facendogli sentire la propria presenza. E Allen si ritrovò a crederle, forse aveva solo bisogno di qualcuno che lo potesse sostenere.
« Allora io gli tirerò un pugno. » Le sussurrò abbracciandola.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee, Rabi/Lavi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fic si è classificata quarta (80,5/90 *O*) al contest « A contest for the Doujinshi » indetto da Valerya90 e My Pride.

Dimenticavo, chi vuole la dj può scaricarla in inglese (formato .rar) qui: Tooi Ongaku/Distant Music




Lit up the Darkest Night
~ Tooi Ongaku ~




Yesterday she said « Does your faith walk on broken glass? »
I couldn’t reply.





Camminava distrattamente nel corridoio deserto, osservando le rifiniture in oro della propria nuova divisa.
Appena qualche anno prima sarebbe stato al settimo cielo; in quel momento, al contrario, si sentiva emotivamente a pezzi. Era solo uno stupido moccioso, un Moyashi di prima categoria. Un grande pirla.
Si bloccò nel mezzo del corridoio, cacciando indietro le lacrime. Guardò svogliatamente fuori dalle vetrate la neve che cadeva, formando un sottile manto bianco sulla sponda opposta del Tamigi.
Natale, e i festeggiamenti per i tre grandi eventi riecheggiavano ancora fra le mura della sede dell’Ordine.
La Nascita del Bambino, il compleanno di Allen e la sua nomina a Generale.
Ma nulla di quello riusciva a tirarlo su di morale, per lui, il festeggiato, era una ricorrenza triste il venticinque dicembre. Il loro primo bacio. La loro prima volta. E lui se ne’era andato tre anni e sette mesi prima, circa. Allen era solo in uno dei giorni più importanti della sua corta vita.
Non sarebbe tornato mai più, non lo avrebbe mai cercato. E dopo anni se n’era finalmente reso conto.
Si appoggiò al muro, scivolando contro la vernice antica.
Rotto.
L’argine dietro cui il dolore si accumulava goccia dopo goccia si era rotto e la piena lo sommerse. Allen fu costretto a nascondere la testa fra le braccia e piangere, piangere, piangere, come da anni non faceva più.
Sentì degli scossoni, e un’immagine passò nel suo campo visivo, sfocata e liquida.
Due braccia – oh, no, non quelle due braccia – lo avvolsero cullandolo e Allen tentò di arginare i danni, di salvarsi, perché quel dolore era devastante, così tanto da poterlo eclissare.
« Mio Dio, cosa ti è successo? » La voce di Lenalee gli arrivò finalmente chiara, e fu quasi dolorosa la preoccupazione di cui era intrisa: non avrebbe voluto spaventarla così.
Ma non riuscì a risponderle; abbandonò il capo contro il suo seno e pianse altre lacrime amare, consapevoli della sua stupidità, ora che il castello di carte si era accasciato.
Kanda avrebbe capito, ora aveva davvero bisogno di quelle carezze che asciugavano le lacrime e quei baci sul capo che lo rassicuravano.

Doveva essere passata qualche ora da quando Lenalee l’aveva riaccompagnato in camera e lei era ancora lì, abbracciata al suo petto. Ricordava vagamente di aver pianto ancora e ancora, contro il suo seno che a quindici anni forse avrebbe desiderato, se Lavi non si fosse intromesso nel suo mondo, devastando a furia di sorrisi ogni sua difesa. E si era lasciato giocare come un idiota. Lavi l’aveva messo nel sacco, con qualche parolina e qualche bacio. E delle scopate da favola, no? Era stato una scopata, l’amore l’aveva visto solo lui, per Lavi, non c’era stato nulla, niente d’importante che potesse trattenerlo dallo sparire senza lasciar traccia.
Come una carta al vento.
Che valore aveva avuto la loro storia? Perché per lui aveva significato tutto mentre Lavi era riuscito a buttarsela alle spalle un giorno con l’altro?!
« Allen? » Lenalee lo abbracciò stretto, facendogli sentire la sua presenza.
« Perdonami per quello che ho detto ieri. Non lo pensavo davvero. » Continuò, con una punta di disagio. Allen sorrise mestamente e scosse il capo.
« No, avevi ragione. Non tornerà, non mi cercherà! Mai. » La ragazza scosse la testa al tono dimesso dell’amico. Lo scosse forte per le spalle e Allen si stupì davanti alla convinzione nei suoi occhi lucidi di lacrime.
« Allen, sono sicura che lo ritroveremo! Lo ritroveremo e per prima cosa gli darò un calcio! » Gli sussurrò Lenalee, nascondendo il volto fra i suoi capelli, facendogli sentire la propria presenza. E Allen si ritrovò a crederle, forse aveva solo bisogno di qualcuno che lo potesse sostenere.
« Allora io gli tirerò un pugno. » Le sussurrò abbracciandola. In fondo, se Lenalee ci credeva così fermamente, perché mai lui avrebbe dovuto perdere ogni speranza? Non era da lui arrendersi così, davanti alla prima difficoltà. Non era certamente quella la dote che l’aveva reso un Generale.
« Sì! Così impara a farti soffrire! » Esclamò Lenalee tirandosi seduta all’improvviso, battendosi seria un pugno sul palmo dell’altra mano. Allen annuì convinto: avrebbe avuto dalla sua anche la possibilità di usare le unità di ricerca dell’Ordine.
L’avrebbero trovato, sicuramente, fosse stata l’ultima cosa fatta da vivi.
Si guardarono negli occhi lucidi e sorrisero entrambi.





« It’s Not Over. »







Note d'argomento: Per scrivere la fanfic mi sono basata sulla frase che dice Allen appena rivede Lavi:
« Once I knew it was you I was supposed to punch you first. And kick once for Lenalee. »
Mentre l’ultima frase, che conclude la fic viene direttamente dalla Doujinshi.

Note Inutili: Se devo essere sincera, non mi aspettavo una posizione così alta (dal secondo classificato ho un solo punto di distacco) e non so cosa pensare.
Beh, sono felice, basta questo, no?
Per favore, se leggete, commentate. Andiamo, avete perso tempo dietro a delle note inutili ò_ò.
   
 
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