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Autore: Stekao    04/01/2023    16 recensioni
I nostri sweepers alle prese con una misteriosa foto...e alcune cose da chiarire.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Rientrato da una missione che lo aveva allontanato da Tokyo per ben una settimana, Ryo varcó la soglia di casa facendo meno rumore possibile.
Era notte inoltrata ed immaginando che Kaori dormisse, non voleva rischiare di svegliarla. A piccoli passi, silenziosamente, si avviò quindi verso la camera della ragazza per sincerarsi che riposasse serena.
L’incarico di cui si era dovuto occupare si era fin da subito rivelato troppo impegnativo e pericoloso al punto che si era rifiutato categoricamente di portare Kaori con sé. Per tale motivo avevano furiosamente litigato, la ragazza aveva sbattuto i piedi rivendicando il suo diritto ad accompagnarlo come metà di city Hunter, ma Ryo non aveva voluto sentire ragioni.
Kaibara e tutta la faccenda che ne era conseguita mesi prima, lo avevano scosso a tal punto da non voler in nessun modo ripetere un’esperienza simile tanto presto.
Preferiva saperla al sicuro, per cui, nonostante le rimostranze della ragazza, aveva deciso di partire da solo pur non nascondendo il suo dispiacere nel sapere di averla in qualche modo delusa.
Ma adesso era tornato e finalmente l’avrebbe rivista.
Gli era mancata terribilmente e sentì il cuore balzargli nel petto non appena la vide distesa sul letto, dolcemente addormentata e con il suo assurdo pigiama giallo indosso. Era bellissima, come sempre.
Aveva lasciato la porta di camera socchiusa, la luce sul comodino ancora accesa.
Ryo esitó qualche secondo sulla soglia, osservandola da lontano con uno strano sorriso sulle labbra.
Ormai da tempo si era arreso all’effetto benefico che quella ragazza aveva su di lui… tutta la stanchezza, tutta la preoccupazione accumulata durante quell’incarico, erano svanite in un secondo al solo vedere quel suo dolce volto così rilassato.
Una settimana lontano da lei, fisicamente ma non con la testa… e soprattutto non con il cuore. Inutile negarlo… aveva tentato con tutte le sue forze di fare marcia indietro, di soffocare ciò che giorno dopo giorno sentiva invece diventare sempre più forte, e alla fine si era arreso, accettando quel suo nuovo status di uomo innamorato e ammettendo a pieno con se stesso, l’amore che provava per lei... Con se stesso e anche con il suo amico Mick, ma non con la destinataria di questo amore che cercava di tenere ancora maldestramente alla larga, stupidamente incapace di fare con lei quel passo in più che li avrebbe resi felici per sempre.
Rimase a fissarla per qualche secondo prima di decidersi finalmente ad avvicinarsi per poter spegnere l’abat jour.
Non appena le fu vicino però, si accorse di un album di fotografie posato sul letto e di Kaori che ne stringeva una in particolare sul petto.
Si chinò su di lei per guardare meglio quando all’improvviso la ragazza spalancò gli occhi.
Nel ritrovare il viso di Ryo così vicino al suo, fece un piccolo balzo all’indietro presa dallo spavento.
“Ryo!” urlò.
“Sei tornato!” quanto avrebbe voluto buttargli le braccia al collo, dimostrargli quanto fosse felice di saperlo di nuovo a casa sano e salvo, fargli sentire quanto lo amasse e quanto fosse dispiaciuta per averlo salutato col broncio prima che partisse per l’incarico! Ma ahimè, come al solito rimase immobile, reprimendo dolorosamente qualsiasi slancio nei suoi confronti.
Anche Ryo, ancora pericolosamente troppo vicino alla ragazza, realizzando il bisogno che lo aveva improvvisamente pervaso di stringerla fra le braccia, fece bruscamente un passo indietro, schiarendosi la voce ed indossando la sua solita maschera da cretino.
“Certo, sono tornato… e tu faresti meglio a non lamentarti delle bollette se poi ti addormenti con la luce accesa!”
La ragazza, dapprima attonita per quel rimprovero, improvvisamente cambiò espressione e un enorme martello si materializzó all’istante fra le sue mani.
“È questa l’unica cosa che sai dirmi dopo una settimana lontano da casa????” gli urló furiosa.
Ma nell’afferrare il martello, la foto che teneva in mano le scivoló dalle dita senza che se ne accorgesse…
Ryo non poté che abbassare lo sguardo su quella piccola foto caduta sul letto.
Il martello scomparve all’istante e l’imbarazzo della ragazza prese il sopravvento. Afferró in fretta la fotografia cercando maldestramente di rimetterla nell’album… in quel momento realizzò che Ryo doveva averla vista mentre dormiva con quella foto stretta al petto.
“Devo essermi addormentata mentre stavo riordinando queste foto…”blateró rossa in volto e affrettandosi a rimettere la foto nell’album.
Ma Ryo la fermò.
“È una foto di Hide?” le chiese con una strana dolcezza nella voce.
“Di Hide? Ah no… no…”rispose la ragazza sommessamente.
“Posso vederla?” non si spiegava nemmeno lui il motivo di tanta curiosità… ma insomma, era solo una foto e sembrava tutto sommato il pretesto giusto per potersi trattenere con la ragazza il più a lungo possibile… dopo una settimana di lontananza onestamente, non avrebbe voluto uscire da quella stanza mai più.
Kaori peró, di fronte a quella richiesta si fece paonazza.
-Perché accidentaccio gli ho detto che non era di Hide??? Ma perché sono sempre così stupida e non so mentire???- si maledì internamente
“Ehm… no, cioè…è solo una foto…è roba mia… insomma…” blateró affranta all’idea di non sapere come defilarsi da quella situazione.
“Dai… fammela vedere…” le disse lui cercando di togliergliela dalle mani.
“E perché? È solo una vecchia foto dai… lascia perdere” rispose Kaori sempre più a disagio.
“Non sarà per caso la foto di una donna nuda? Magari una della mia collezione che hai rubato… non ti credevo interessata a questo genere di cose…” la prese in giro Ryo nel vedere l’imbarazzo della ragazza. Non riusciva davvero a capire il motivo di quel suo strano comportamento.
“Co.. Cosa cavolo dici??” balbettó Kaori innervosita oltre misura.
“E dai… è solo una foto… se fai così deve esserci qualcosa di losco sotto…” continuò a stuzzicarla lui.
“Non c’è nulla di losco, brutto depravato che non sei altro…” ribattè lei sempre più in imbarazzo.
A quel punto lui, divertito dalla piega che avevano preso gli eventi, decise di tentare una delle sue mosse più scorrette. Con un balzo, iniziò a farle il solletico… non sapeva nemmeno lui perché diamine d’istinto si fosse spinto a tanto, o forse lo sapeva… la voglia di toccarla, di stringerla fra le braccia, aveva inesorabilmente preso il sopravvento e il solletico, tutto sommato, poteva essere un buon compromesso.
“Che stai facendo?! Ah ah ah” cominciò a ridere fragorosamente la ragazza tentando con tutte le sue forze di tenere la foto ben nascosta alla vista dell’uomo.
“Dai cretino, lasciami… ah ah ah” continuò con le lacrime agli occhi, cercando di spingerlo via… ma non ci sarebbe riuscita con la foto in mano, lo sapeva bene. E del resto non voleva rischiare in nessun modo di rovinarla.
“Allora fammi vedere la foto nuda di Kaori-chan” riprese Ryo divertito da quella situazione ed estasiato nel vedere la giovane ridere felice.
“Non c’è nessuna foto nuda ah ah ah, stai sempre a pensare alle porcate ah ah ah”. Kaori sembrava allo stremo delle forze e Ryo ci aveva preso gusto… Del resto sapeva benissimo che se avesse davvero voluto, ci avrebbe impiegato un secondo ad appropriarsi della foto… ma non avrebbe rinunciato a quell’attimo con lei per niente al mondo.
“Dai Ryo lasciami…. Ah ah ah, non resisto più…. Ah ah ah”
L’uomo a quel punto, notando davvero quanto la ragazza fosse sfiancata, decise di mollare la presa… orgoglioso della sua piccola sugar boy che aveva difeso fino all’ultimo quella foto tanto importante per lei.
Ma decise di fare un ultimo tentativo…
“Allora almeno dimmi chi ritrae quella foto! Se me lo dici ti lascio andare…” la sfidó lui continuando a farle il solletico in maniera meno irruente in modo da farla riposare e da darle il tempo di riflettere su quella proposta.
“Ma perché dovrei dirtelo? Che te ne frega?” rispose lei fermamente convinta a mantenere il segreto.
“E dai… quanto fai la difficile!” sbuffó lui.
“Se ti dico il soggetto della foto la smetti?” tentó lei sperando che bastasse affinché lui demordesse.
“Ok… vedró di farmelo andare bene” rispose lui.
“Sicuro che te lo farai bastare?” continuò lei.
“Sì, ma dovrai essere sincera!”
“Hey, io sono sempre sincera!!” rispose la ragazza stizzita.
Ryo sorrise… certo, non c’era nessuno di più onesto della sua Kaori.
Lo sweeper allora molló a malincuore la presa e scostandosi un poco da lei, aspettò trepidante che Kaori gli svelasse l’arcano.
“Ok… allora ti dico che il soggetto della foto è…è… un uomo” disse lei maliziosa, tutto d’un fiato.
Era davvero curiosa di capire che reazione avrebbe avuto.
Ryo rimase in silenzio per alcuni istanti.
Quella rivelazione per un attimo gli fece contorcere le budella. Un uomo?
Ecco…di nuovo quell’assurda e spiacevole sensazione di disgusto, di rabbia, di impotenza che aveva provato per la prima volta solo per lei…e che si era andata amplificandosi soprattutto il giorno in cui Mick aveva deciso di mettere le sue luride manacce su di lei.
Gelosia: sentimento tormentoso provocato dal timore, dal sospetto o dalla certezza di perdere la persona amata ad opera di altri.
Mai definizione del dizionario fu più calzante.
Timore di perderla.
Chi cavolo era quest’uomo? Un vecchio amore? O ancora peggio, un vecchio amore tornato alla ribalta? O peggio ancora ancora, uno nuovo conosciuto mentre era in missione??
La mente gli si annebbió e il panico prese il sopravvento.
Kaori, nel vederlo attonito, per un attimo si preoccupó.
“Ryo, tutto bene?” gli disse, alzandosi dal letto e avvicinandosi a lui con ancora la foto ben stretta in mano.
L’uomo, risvegliandosi dai suoi tormenti, tornó a fissarla. In quell’istante si rese conto di essersi forse esposto troppo… non doveva assolutamente permettere che la ragazza notasse il suo turbamento.
“Un uomo?” Ripeté strafottente.
“Ah, adesso capisco perché ci dormivi assieme. Una foto è l’unico modo che hai per infilare un uomo nel tuo letto… menomale che non è una foto mia!”.
Crudele. Di nuovo. Era ricaduto ancora nei suoi soliti vizi solo per non dover ammettere di essersi ingelosito oltremisura di fronte a quella confessione.
La vide indietreggiare di un passo. Lo sguardo ferito… velato. Aspettó per un istante che lei lo colpisse con un martello per poter riportare la situazione al loro eterno status quo… ma non accadde. Nessun martello fece la sua comparsa.
Perché non lo colpiva? Del resto le faceva continuamente battute stupide di quel tipo… cosa c’era di diverso questa volta?
Kaori abbassó lo sguardo, affranta. Che stupida era stata! Aveva voluto metterlo alla prova… e l’aveva miseramente persa. Come aveva solo potuto minimamente pensare che Ryo sarebbe stato geloso… di lei? Beh, tempo addietro su quella terrazza dell’ospedale, lo aveva sentito più o meno ammettere con Mick di tenere molto a lei, ma da allora cosa era cambiato? Niente… maledettamente niente. E allora con quella scemenza della foto, cosa aveva cercato inconsciamente di fare? Di scuotere un po’ la situazione? Di spronarlo ad esporsi?
Stupida… era solo una stupida.
Indietreggió ancora di un passo e il suo volto mutó in rabbia, rabbia cieca. Ma non ce l’aveva con lui, ma con se stessa per avere per l’ennesima volta voluto dare una possibilità a quell’amore tormentato che da anni provava per quell’uomo impossibile.
Forse era davvero arrivato il momento di gettare la spugna. Ryo teneva a lei? Forse sì, ma possibile che la ritenesse davvero ripugnante? Un mezzo uomo, una virago senza un briciolo di femminilità alla quale nessun uomo si sarebbe avvicinato nemmeno per sbaglio… men che meno lui.
Ryo nel frattempo osservava il suo volto ferito, maledicendosi per l’ennesima volta. Come diavolo gli erano uscite quelle parole di bocca? Stavano trascorrendo un così bel momento insieme… e poi la sua stupida gelosia aveva inesorabilmente rovinato tutto.
Fu in quel momento che vide scivolare la foto dalla mano di Kaori. La ragazza aveva mollato la presa senza rendersene conto e ironia della sorte, cadde proprio ai piedi di Ryo che abbassando lo sguardo la fissó spalancando gli occhi.
Era lui… la foto ritraeva lui con il suo solito sguardo da maniaco bavoso e in quel momento capì. Si trattava della foto che Kaori aveva mostrato a Mick tempo addietro raccontando all’amico il primo incontro avuto con Ryo anni prima e le circostanze che l’avevano spinta a scattare quella foto.
Lo sweeper aveva origliato tutta la loro conversazione e soprattutto il fatto che Kaori avesse ammesso di considerarlo il suo primo vero amore.
E lo amava ancora, lo sapeva bene e lo sapeva da tempo. Come aveva potuto permettere alla gelosia di annebbiargli tanto la mente?
Quella notte quindi la ragazza stava dormendo con la sua foto stretta al petto. E lui era un coglione.
Come poteva una ragazza speciale come lei, continuare ad amare un misero essere abietto come lui?
Kaori in preda alla rabbia e allo sconforto, si accorse troppo tardi della foto scivolata via e quando se ne rese conto con uno scatto la riafferró, ma spostando i suoi occhi in quelli di Ryo capì all’istante che lui aveva visto.
L’avrebbe presa ancora in giro, umiliata, e non poteva sopportarlo.
Si fissarono per minuti interminabili, incapaci entrambi di dire qualcosa…
“Kaori…” si ritrovó a dire Ryo per primo, ma la ragazza non gli diede il tempo di continuare.
“Non dire nulla… per favore… la situazione è già abbastanza imbarazzante” disse lei con un filo di voce, distogliendo lo sguardo.
“Beh…”provó a ribattere lui senza sapere davvero cosa dire.
“Per favore…” Ripeté lei interrompendolo.
“Puoi uscire dalla mia stanza adesso?” disse continuando a non reggere il suo sguardo e fissando invece il pavimento.
L’uomo ubbidendo, si avvicinó quindi alla porta e aprendola ne varcó silenziosamente la soglia, chiudendosela subito dopo alle spalle.
Rimase per un tempo indefinito appoggiato ad essa fino a quando sentì distintamente dei piccoli singulti provenire dall’interno della stanza. Kaori stava piangendo, non ci voleva un genio per capirlo.
La ragazza infatti, avvicinandosi al suo letto sul quale si era mestamente seduta, prendendosi il volto fra le mani non era riuscita a frenare le lacrime che avevano preso a scorrere lungo le sue guance, inesorabilmente.
Non sapeva bene neanche lei perché avesse iniziato a piangere… forse la tensione accumulata durante quella settimana lontani, la consapevolezza che nulla sarebbe mai cambiato nonostante quello che gli aveva sentito dire su quella terrazza, l’idea terrificante che Ryo la considerasse davvero un brutto anatraccolo senza speranze, la vergogna per essere stata scoperta con la sua foto tra le braccia… insomma, le troppe emozioni racchiuse nel suo petto, avevano trovato, con le lacrime, una via di fuga e lei non era riuscita a sottrarsi, lasciandosi completamente andare allo sconforto.
Ryo nel sentirla, rimase turbato. Non aveva mai né visto né sentito la ragazza piangere… persino il giorno che Hide era stato assassinato, Kaori era riuscita a non mostrare in maniera esplicita tutto il suo dolore. Era una donna forte la sua Kaori, lo era sempre stata...e sentirla piangere in quel momento gli frantumó il cuore in mille pezzi…perché era lui e solo lui il colpevole di quelle lacrime, quando avrebbe invece voluto essere solo l’artefice dei suoi mille sorrisi.
Kaori aveva osato parlandogli della foto di un uomo misterioso, voleva instillare in lui un piccolo seme di gelosia, provare a stuzzicarlo, giocare un po’ insieme sfruttando quella bella occasione che gli era capitata e invece lui aveva rovinato tutto facendole non solo credere che non fosse affatto geloso, ma ancora una volta non si era risparmiato nel sottolineare che mai e poi mai l’avrebbe ritenuta una donna meritevole di interesse da parte di qualcuno...figuriamoci lui! Che stupido idiota!
La verità era che invece lui ci si sarebbe infilato volentieri nel letto di Kaori dimostrandole quanto invece la ritenesse bella e desiderabile.
Che diamine aveva che non andava?? Ormai aveva ammesso a se stesso di amarla no??
Spinto da nuovo vigore, spalancò quindi la porta.
“Kaori!” la chiamò, ma quella, presa alla sprovvista, asciugandosi in fretta e furia le lacrime, gli lanció addosso uno dei suoi proverbiali martelli.
“Fuori di qui ho detto!!!”gli urló contro.
Ryo, disincastrandosi a fatica dal muro, non demorse.
La ragazza aveva sbattuto violentemente la porta e lui, con cautela, questa volta provó a bussare sperando di avere più fortuna.
“Vattene via!” sbraitó lei.
L’uomo non si diede per vinto…
“Kaori per favore…posso entrare?” chiese il più dolcemente possibile onde evitare di scatenare ancora di più la sua ira funesta.
“No!” rispose perentoria.
“E dai… devo dirti una cosa…”
“Non mi interessa… tanto sarà una delle tue solite cretinate. Lasciami in pace Ryo… sono abbastanza a disagio… non lo vedi?! Cretino che non sei altro” continuò a strepitare lei da dietro la porta.
“Se ti prometto di non dire cretinate mi fai entrare?”
Insistette lui.
“Non ce la faresti… tu vivi di cretinate”
“Mettimi alla prova…”
“Ryo per favore… non serve a niente… Và via…”
“E dai Kaori… non c’è niente per cui tu debba vergognarti…dormivi con la foto dell’uomo più bello del mondo, anche se quell’immagine non mi rende proprio giustizia, quindi c’è poco di cui vergognarsi…anzi, c’è solo da vantarsene” sorrise tronfio.
Kaori all’improvviso divenne rossa come un peperone. Quello stupido era riuscito a stemperare la tensione facendole per un attimo dimenticare tutta la sua tristezza ma lasciando spazio però, ad un sempre più profondo imbarazzo. Ma Ryo preferiva saperla in preda alla vergogna, piuttosto che triste e ferita e nel sentirla silenziosa dall’altra parte della porta, seppe di essere riuscito nel suo intento.
“Ecco vedi? Non riesci a non dire cretinate…” ribattè dopo qualche istante la ragazza, facendo apparire un sorriso sul volto dell’uomo, felice di sentire finalmente una sua reazione.
“Ok, ti prometto che è l’ultima… mi fai entrare adesso?”
“No…” rispose lei con però meno convinzione di prima.
“Ancora?!” sbuffó lui…
“Se devi dirmi qualcosa puoi farlo anche da lì…”gli disse lei e l’uomo capì che probabilmente quella porta fra loro rappresentava per la ragazza una piccola protezione da tutto l’imbarazzo che stava provando in quel momento.
Prendendo un profondo respiro, decise quindi di assecondare la sua richiesta.
“Scusa per la mia battuta infelice… sul fatto dell’uomo nel tuo letto intendo…” disse Ryo non nascondendo un lieve disagio… mai in anni insieme si era scusato con lei per qualcosa, ma sentiva di doverlo fare. Questa volta proprio doveva.
Kaori rimase attonita al di là della porta… Ryo che si scusava con lei era l’esperienza più fantascientifica di tutta la sua vita. Rimase in silenzio per alcuni istanti.
“Ok… perdonato” rispose dopo un po’, non sapendo cos’altro aggiungere.
Ryo se ne dispiacque. Sperava che lei gli dicesse qualcosa di più per poter riprendere a comunicare, ma il silenzio dall’altra parte della porta, gli fece ben capire che toccava a lui dire qualcos’altro se voleva sistemare davvero le cose.
“Non devi vergognarti per la foto… questa volta dico davvero… so che eri preoccupata per me durante questo incarico e beh…vedi…insomma…nessuno ha mai pensato a me… tranne te ecco…è bello sapere che qualcuno… sì, insomma, che qualcuno…c’è… per me intendo… che…che… TU ci sei”
Era davvero un disastro con le parole… ma sperava che Kaori avesse capito quanto per lui fosse speciale il fatto che lei si occupasse e preoccupasse per lui.
Il silenzio che però avvolse la stanza, mandó in frantumi ogni sua speranza. Aveva provato ad aprirsi un po’, ma Kaori non sembrava intenzionata a dare un seguito alle sue parole.
Restó fermo davanti a quella porta chiusa ancora un po’, prima di desistere, a malincuore.
“Beh… adesso… sì insomma, si è fatto tardi. Allora… buonanotte Kaori” le disse dolcemente cercando di nascondere il più possibile la sua profonda delusione.
Voltandosi si avviò quindi a passi lenti, verso la sua stanza.
Fino a che un rumore alle sue spalle lo bloccò.
“Io ci sarò sempre per te Ryo… se tu lo vorrai…” disse lei all’improvviso, aprendo piano la porta.
Ryo a quel punto si voltó, fissando i suoi occhi gonfi e arrossati a causa del pianto, ma mai più belli come in quel momento.
Le sorrise da lontano, prima di incamminarsi velocemente avvicinandosi di nuovo a lei.
“Certo che lo voglio” le disse dolcemente.
Kaori gli sorrise di rimando… ormai da tempo aveva capito che non sarebbe mai riuscita ad abbandonare quello zotico, scansafatiche, insopportabile mentecatto del suo socio… stargli accanto la rendeva felice, nonostante tutto, e FORSE UN GIORNO… sì, un giorno… forse anche lui si sarebbe finalmente deciso a rendere quel loro rapporto ancora più speciale e unico di quanto già non fosse.
FORSE UN GIORNO quelle poche parole gentili che lui riusciva a dirle di tanto in tanto, un giorno sarebbero divenute di più…
FORSE UN GIORNO sarebbe riuscito ad abbattere definitivamente tutti i muri che si era costruito intorno negli anni…
FORSE UN GIORNO sarebbe stato in grado di amarla come lei avrebbe voluto… lo aveva ammesso con Mick e FORSE UN GIORNO sarebbe riuscito a farlo anche con lei… fin quando dentro di lei sarebbe rimasta viva la fiamma della speranza non avrebbe gettato la spugna, avrebbe atteso, atteso e ancora atteso quell’uomo che tanto le faceva battere il cuore.
Un giorno… sì, FORSE UN GIORNO…
E se FORSE UN GIORNO si fosse svegliata realizzando che nessuno dei suoi sogni si sarebbe mai avverato?!!
Ma tutti questi dubbi che le stavano inesorabilmente martellando il cervello, si interruppero bruscamente nel sentire due calde e morbide labbra poggiarsi con estrema delicatezza sulle sue.
Spalancò gli occhi per lo stupore…
Cavolo, possibile che il giorno a cui stava pensando fosse arrivato proprio in quel momento???
Ma se ne fregó in un istante mettendo da parte tutti i suoi pensieri, Ryo la stava finalmente baciando e non perse un minuto di più approfittando della situazione per stringerlo forte a sé approfondendo con gioia quel loro primo meraviglioso bacio.
E si sciolsero l’una nelle braccia dell’altro lasciando che le loro labbra si conoscessero per la prima volta mandando entrambi completamente in orbita.
Si staccarono ansanti e mai più felici come in quel momento.
Si guardarono negli occhi rimanendo in silenzio.
Alla fine aveva ceduto… non era riuscito a trattenersi… non dopo averla sentita rivolgersi a lui con così tanto amore, promettergli di rimanergli ancora accanto nonostante pochi minuti prima l’avesse ferita per l’ennesima volta, non dopo averla vista così bella e dolce, con gli occhi gonfi e le guance rosse, in piedi davanti alla porta della sua stanza e con quell’assurdo pigiama addosso.
No, il tempo dei tira e molla era finito. La voleva, voleva lei e al diavolo tutte le paranoie.
“Kaori?” la chiamò dolcemente.
La ragazza, ancora imbambolata nel guardarlo negli occhi e fortemente stretta a lui, riuscì solo ad emettere un flebile e trasognato…
“Uhm?”
“Che ne dici di stringere al tuo petto il Ryo vero stanotte, piuttosto che una stupida foto?” le chiese sorridendo con sguardo sornione.
La giovane si imporporó all’istante.
“Lo sapevo… non riesci proprio a non dire cretinate!” lo rimbrottó lei cercando di stemperare l’imbarazzo e continuando ad arrossire.
“Ma lo sai… con le parole non ci so proprio fare… me la cavo meglio con l’azione… se sei d’accordo vorrei dartene una dimostrazione pratica…”
“Ma… cos… Ryo!”arrossì ancora lei.
E così dicendo entrarono nella stanza ancora dolcemente abbracciati e pronti, finalmente, ad iniziare insieme la loro nuova vita.
Eh sì…il tempo dei tira e molla era davvero finito.

   
 
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