Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MissAdler    04/01/2023    8 recensioni
Fix it per un finale che meh... non credo sia piaciuto granché. Jaime e Brienne meritavano di meglio, vero?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa all'evento Secret Santa indetto dal gruppo Facebook Prompts are the way”.
Ho scritto questa storia per Gaia Loki, spero le piaccia. ♥
 



QUALCUNO DA CHIAMARE CASA




Lei teneva gli occhi chiusi, respirava piano e sorrideva. Per un momento pensai che stesse sognando di noi, di quello che era appena successo, di quello che sarebbe potuto succedere una volta finita la guerra.
Ma forse era troppo presuntuoso da parte mia.
D’altronde, presuntuoso, lo ero sempre stato. Brienne di Tarth era stata l’unica persona nei Sette Regni a farmi sentire piacevolmente imperfetto. Con lei tornavo a sentirmi il bambino insicuro che mi ero ripromesso di non essere più.
Anche con Cersei mi succedeva, solo che lei, a differenza della donna che ora dormiva serenamente attaccata a me, mi guardava compiaciuta e fiera della mia debolezza, con la consapevolezza di potermi governare a suo piacimento.
Forse anche ora lo stava facendo, da lontano, senza nemmeno accorgersene, perché una parte di me continuava a pensare di doverla raggiungere, di dover combattere – e forse morire – accanto a lei, in quella che era stata la nostra casa e che ora non sentivo più mia.
Dopo una vita vissuta in completa simbiosi, dopo aver perso i nostri figli, dopo averli visti strappati via dalle nostre ossa, come quella stessa carne che io e lei avevamo condiviso nel ventre di nostra madre da prima ancora di venire al mondo, l’idea di starle lontano era per me un sollievo e una tortura allo stesso tempo.


Brienne non se ne sarebbe accorta, sarei sgattaiolato fuori dal letto, mi sarei rivestito in silenzio, come il più infimo degli amanti, le avrei regalato un ultimo sguardo d’addio e mi sarei voltato per non rivederla mai più.
Chissà cosa avrebbe pensato quando al risveglio se ne fosse resa conto, mentre galoppavo nel gelo della notte verso Approdo del Re, ormai troppo distante per essere raggiunto.
E chissà cosa avrebbe pensato Cersei, vedendomi ricomparire nei corridoi di pietra liscia, arruffato e con la barba incolta.
Sarebbe stata felice o solo sadicamente compiaciuta? Sarei arrivato in tempo per tentare di convincerla alla resa?
In ogni caso non mi avrebbe mai dato ascolto, lo sapevo benissimo.
Eppure una parte del mio cuore mi spingeva a tentare, a uscire dal tepore rassicurante delle pellicce e del corpo pallido di Brienne, per soccombere al mio destino e chiudere definitivamente un cerchio fatto di crudeltà e vigliaccheria.


Scostai una ciocca bionda dalla sua fronte ampia. Ricordi di duelli, di catene, di orsi e fuochi nella notte mi invasero la mente uno dopo l'altro. Ripensai a una spada donata con il cuore, a un giuramento d’onore davanti a un camino scoppiettante. Brienne era in ogni immagine, in ogni frammento. Era la mia pace.
E luce. Brienne di Tarth era luce. Un raggio di sole che talvolta splendeva così forte da accecarmi, che all’inizio mi aveva sconvolto e che ora era il motivo per cui l'amavo.
Io la amavo.
Era sconvolgente amare qualcuno così diverso da me. Specchiarmi nei suoi occhi e non riconoscermi in quella tonalità di cielo, scoprire le sfumature sempre nuove dei suoi capelli sotto il sole, della sua pelle chiarissima che si accostava perfettamente alla mia.
Eppure…


Scivolai fuori dal letto, un brivido di freddo mi fece quasi inciampare nei miei stessi piedi.
Brienne mi avrebbe odiato, ma sarebbe stata di nuovo felice, ne ero sicuro. Magari con Tormund, magari con qualcun altro. O magari da sola, perché lei si sarebbe bastata. Perché lei era forte, molto più di me.




 




L’estate è arrivata in anticipo, la brezza marina si fa più tiepida giorno dopo giorno, fa frusciare gli alberi carichi di frutti maturi e porta il profumo della menta selvatica fino alle mura della città.
Tarth non è mai stata così bella.
Non avrei mai pensato di poter amare tanto queste scogliere, la sabbia perlacea, i sentieri nei boschi di latifoglie. Non avrei mai pensato di poter chiamare casa un luogo come Evenfall Hall.
Eppure lo è.
Tarth è casa. Brienne è casa. Il nostro amore è casa.
E se quella notte non avessi combattuto per la mia felicità, se avessi assecondato quel richiamo atavico e stridente, forte come una catena stretta intorno al mio collo, ora non avrei tutto questo.
Conviverò in eterno con il senso di colpa, con il rimorso e il dolore. Cersei mi perseguita ancora nei sogni, mi fissa bruciandomi l’anima con quegli occhi identici ai miei, mi chiama a morire sotto le macerie delle nostre riprovevoli esistenze. Ma io non la raggiungo mai. Esattamente come quella notte. Basta un sospiro di Brienne a fermarmi, a svegliarmi e a ricordarmi che posso ancora scegliere chi voglio essere, per cosa vale la pena combattere, per chi vale la pena morire.




 
FINE

























 
   
 
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