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Autore: Vincentpoe    05/01/2023    1 recensioni
Dopo la caduta di Kingpin e la scomparsa di metà della popolazione umana, Hell's Kitchen ha bisogno più che mai del suo protettore. Avvocato cieco di giorno, giustiziere senza paura di notte, lui è Daredevil.
Genere: Azione, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt Murdock
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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-Daredevil, aiuto, aiutaci-.

La tazza del caffè mi cadde, e quella richiesta di aiuto attirò tutta la mia attenzione. Sentivo Karen che mi guardava, sapeva cosa significava quel mio atteggiamento; - vai, non ti preoccupare, dirò al procuratore che hai avuto un contrattempo. Hell's kitchen ha bisogno del suo diavolo-.

Saltai fuori dalla finestra con il mio costume e la mia maschera, la maschera del diavolo, e iniziai a correre sui tetti; la città era una cacofonia di suoni e stimoli, vite che scorrevano, gente che correva per la strada, ma nulla mi avrebbe distratto, c'era solo quella richiesta di aiuto, proveniente a circa tre miglia da me... la voce di un bambino. Era strano, perché sembrava ovattata, come se qualcosa impedisse al suono di viaggiare regolarmente

In pochi minuti arrivai nello squallido stabile dove proveniva la voce, ora più flebile, sentivo un uomo che urlava e anche la sua voce sembrava bloccata da qualcosa. Mi diressi nel punto dove sentivo provenire il pianto, nello scantinato dell'appartamento; ruppi con il mio bastone la serratura della botola, ed entrai nell'oscurità, che per me era come il giorno. Lì mi accorsi che tutte le pareti erano state ricoperte con delle imbottiture di spugna e carta da imballaggi, per impedire ai suoni di fuoriuscire; solo un punto era stato strappato con le unghie, e da lì ero riuscito a sentire la richiesta di aiuto. In quel tetro e angusto sgabuzzino c'era un bambino, steso su una brandina ammuffita; sentivo l'odore del sangue nell'aria; gli posai una mano sulla spalla ed egli si voltò, spaventato, al petto stringeva il pupazzetto di un qualche supereroe.

-tu... sapevo che saresti venuto- balbettò con la voce spezzata dal pianto.

-va tutto bene piccolo,ci sono qui io-.

Con un calcio sfondai la porta e piombai in casa, l'odore di cocaina e di sangue erano evidenti: c'era il padre del bambino, ansimante con una bottiglia in mano, e, a terra quella che doveva essere la madre.

-Che puttanata è questa? Vuoi un po' di botte anche tu, pagliaccio bastardo?, non risposi, mi fiondai su di lui e gli assestai un calcio sui denti; era grosso, e imbottito di droga,ma i suoi colpi erano furiosi ed inesperti. Gli schivai con facilità e cominciai a tempestarlo di colpi, la mia era una calma e fredda furia. Lui prese una bottiglia, la spaccò e tentò di pugnalarmi, ma con facilità lo disarmai e con un calcio lo spedì a terra. Alla fine era in ginocchio, con il volto tumefatto di colpi.

-io ho...ho dei diritti, non sei nessuno per farmi questo, non ne hai il diritto-.

-io sono la giustizia, io sono il protettore di Hell' s Kitchen, e ora sei nel mio inferno- e lo colpì con forza al volto, facendolo svenire. Lo legai e feci una chiamata anonima alla polizia; mi occupai della madre, era molto giovane rispetto al marito, non avrà avuto più di una ventina di anni. Anche in quella stanza, tutte le pareti erano state imbottite, per impedire che si sentissero le urla e le richieste di aiuto; non vi erano finestre, solo un piccolo sistema di areazione, un letto spoglio Feci un rapido calcolo e mi ricordai di una quattordicenne scomparsa sette anni fa in queste zone, Caitlin Welldrew. quando riprese i sensi lanciò un urlo, spaventata.

-Stia tranquilla, non si agiti, ha una commozione cerebrale e potrebbe essere pericoloso se si muovesse. Ho chiamato la polizia, saranno qui a breve. Non appena arriva chieda di parlare con l'avvocato Matt Murdock, è un brav'uomo, la aiuterà con tutte le carte dell'affidamento-

-Lui mi ha rapita quando avevo quindici anni, mi ha tenuta qui per anni... mio figlio, mio figlio..!- esclamò

-non ti preoccupare, è nello scantinato, è stato coraggiosissimo-. Le diedi dell'ibuprofene, scesi nello scantinato e presi in braccio il bambino, ora era più tranquillo, e mi strinse forte.

-Lui, lui ci teneva chiusi qui dentro,in questa casa, mamma diceva che era un Re e io e lei eravamo i suoi sudditi, ogni notte veniva a picchiare la mamma, e mi rinchiudeva qui , così non potevo proteggerla. La mia mamma, la mia mamma mi raccontava di te, diceva che eri un supereroe, ma lui diceva che i supereroi non esistevano, e mi picchiava se ti nominavo-. E scoppiò a piangere; lo strinsi forte a me.

-Io... non sono riuscito a proteggerla-.

-Tu sei stato coraggiosissimo invece, se non avessi fatto quel buco nell'imbottitura della parete non ti avrei mai sentito. Sei un eroe! Come ti chiami?- gli chiesi.

-Matt, signor Devil- singhiozzò.

-Matt, è un bellissimo nome. Ora ascoltami, voglio che tu vada dalla mamma e stia con lei, tra poco arriverà la polizia; sono degli amici, non devi avere paura di loro, vi porteranno in un posto sicuro, con altri eroi pronti a proteggervi. Il Re è caduto, e il brutto sogno è finito-.

Quando la polizia arrivò, ero già lontano; il mio lavoro di giustiziere era finito, ora cominciava quello di avvocato, ben più difficile; Bisognava far capire al giudice che la madre era una vittima quanto il bambino, e non una sua complice con la Sindrome di Stoccolma; in casi come questi, vediamo il male anche dove vi è semplicemente la sofferenza: perché non si è ribellata, perché non ha provato a chiedere aiuto, invece di rimanere in silenzio per tutti quegli anni? Per paura di mettere in pericolo lei e i suoi bambini, contando quello che sta aspettando in grembo. Il rapitore era diventato violento dopo aver perso il lavoro, senza i soldi non poteva mantenere Caitlin e il piccolo, ecco perché ha iniziato ad essere più violento: voleva che morissero, lentamente, per dargli un'ultima volta piacere. Dopo diverse ore di processo, riusciì a farle vincere l'affidamento; io, Foggy e Karen la accompagnammo all'uscita del tribunale; Matt non si è mai staccato da lei, del resto, è la prima volta che vede il mondo e le altre persone; al petto stringeva ancora il suo pupazzetto. Mi avvicinai a lui:

-Ora le cose andranno meglio, non devi avere paura, sei stato molto coraggioso-

Si voltò e mi guardò, poi guardò il suo giocattolo, e me lo porse: -Tenga signor Murdock, io non ne ho più bisogno-. Sorrisi, e lo presi, e con le dita sentì chiaramente delle corna all'apice della testa.

-ora sarò io l'eroe per la mia mamma- rispose.

   
 
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