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Autore: Justice Gundam    05/01/2023    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Nella città portuale di Korvosa, la tensione e il malcontento hanno ormai raggiunto livelli insostenibili. Di fronte alla minaccia dell'anarchia, un gruppo di eroi esordienti si riunisce rispondendo al richiamo di una misteriosa sostenitrice. Strane magie e misteriose profezie li mettono sulle tracce di un nemico comune, un percorso che li trascina in una lotta per salvare la città dalla rovina.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti 
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam 

 

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LIBRO 2 – LA MALEDIZIONE DEL TRONO CREMISI

Capitolo 13 – Inseguimento nell'Erpete

 

 Nota dell’autore: Ringrazio sentitamente il mio amico thunderfrank94 per l’aiuto che mi ha dato nella stesura di questo capitolo e per le sue idee! Spero che leggere questo capitolo vi piacerà come è piaciuto a noi scriverlo!

 

"Questo è... davvero un posto fatiscente. E' la prima volta che vengo qui... e devo dire che mi fa un certo effetto sapere che esiste un quartiere come l'Erpete così vicino all'Acadamae e ai quartieri alti." commentò Rilo a bassa voce, mentre il gruppo seguiva un Kostur particolarmente serio e silenzioso attraverso le stradine dell'Erpete, tra pozzanghere di acqua stagnante, rifiuti e corpi di ratti ed uccelli che si giacevano qua e là addossati ai muri e agli angoli. Il gruppo era entrato nel quartiere evitando le strade principali, per non correre il rischio di imbattersi in qualche folla senza controllo, o in qualche pattuglia dei Cavalieri Infernali di Cittadella Vraid.

La struttura dell'Erpete aveva qualcosa di miserabile ed oppressivo - il quartiere si sviluppava verso l'alto,  con abitazioni le cui fondamenta poggiavano sui tetti di altri edifici. La maggior parte delle case dell'Erpete erano baracche e creavano un terzo piano improvvisato su molti degli edifici del distretto, arrivando fino a cinque piani. Alcuni dei cittadini più poveri e disperati di Korvosa risiedevano nelle baracche sopra le strade della città.

Con un sospiro, Kostur guardò verso le abitazioni sopraelevate, chiedendosi come avesse fatto Trinia a ridursi a vivere in quel luogo. Da quando si erano lasciati - forse il più grande rimpianto della sua vita - lui e Trinia si erano del tutto persi di vista, il che non lo stupiva, date le circostanze tempestose in cui era avvenuto il fattaccio...

"State attenti. Ci sono un bel po' di bestiacce da queste parti." li avvertì Orik quando qualcosa di piccolo, alato e rigonfio svolazzò rumorosamente sopra di loro, emettendo uno squittio acuto. Krea si sentì rivoltare lo stomaco quando vide una disgustosa bestia lunga non più di una trentina di centimetri, con ali da pipistrello e un ventre rigonfio, che si gettava rapidamente in picchiata ma poi, temendo la loro reazione, si affrettava a tornare su. Un uccello stigeo, si rese conto. Un parassita alato che si nutriva esclusivamente del sangue che succhiava alle sue vittime.

"L'Erpete è un luogo malsano..." disse Verik in un sussurro, evitando per poco il corpo di un cane randagio ricoperto di ferite circolari. Gli uccelli stigei lo avevano prosciugato di sangue fino all'ultima goccia.  "Questi dannati uccelli stigei vanno in continuazione su e giù per i tetti a cercare prede... e come se non bastasse ci sono anche ragni giganti e strangolatori."

"E non solo. So che alcuni degli imp evocati all'Acadamae hanno trovato rifugio da queste parti." commentò Runyar. "Restiamo assieme, e stiamo attenti a non offrire loro un bersaglio."

"Merda... gli strangolatori..." sussurrò Fedra massaggiandosi il collo. "E io che speravo di non dovermi guardare le spalle almeno da quelle bestiacce..."

Rilo e Majenko si voltarono incuriositi verso la giovane caligni. "Hm? Come dici, Fedra? Gli strangolatori?" chiese il ragazzino Varisiano a bassa voce. "Hai già avuto a che fare con quei mostri? Che cosa sarebbero, poi?"

"Sì, quando io e mia sorella vivevamo ancora nelle Lande Tenebrose, quei dannati strangolatori erano un pericolo costante. Kendra e io ne abbiamo anche fatti fuori alcuni..." rispose Fedra, anche lei abbassando la voce. "Gli strangolatori sono mostriciattoli che vivono nell'oscurità. Hanno braccia e gambe come tentacoli, e li usano per prendere la gente per il collo e cercare di strozzarli. Sono terribilmente furtivi, e spesso i compagni delle loro vittime non si accorgono neanche che queste sono scomparse."

"Ragione in più per stare attenti..." rispose Majenko. Il draghetto si era messo a svolazzare attorno al suo nuovo compagno, e proprio in quel momento, un uccello stigeo scese giù nel tentativo di trafiggerlo con il suo pungiglione. Ma Majenko si accorse in tempo del pericolo, grazie alla sua combinazione di udito fine ed olfatto acuto, e si voltò di scatto verso la repellente creaturina, che si fermò di colpo e riprese quota con un goffo frullo d'ali.

Ancora per un po', il gruppo seguì Kostur attraverso i vicoletti che lui conosceva. Una volta giunti in una piazzetta nascosta tra gli edifici malridotti, il mezzorco investigatore chiamò a sè i suoi compagni con un cenno silenzioso e cominciò a discutere con loro di cosa fare per raggiungere Trinia e cercare di convincerla a venire con loro.

"Molto bene, Kostur." sussurrò Krea, una volta che il gruppetto di agenti di Korvosa si fu assicurato che non ci fosse nessuno nei dintorni. "Sei tu a conoscere questi quartieri meglio di noi. Dicci pure... hai già un piano su come fare?"

Il mezzorco investigatore si sfregò il mento per un attimo, poi disse di sì con la testa. "Sì, ho già un'idea che potrebbe funzionare. Allora... visto che io conosco meglio il luogo, e Fedra è la più furtiva di noi, allora io e lei ci introdurremo in un vicolo che fa da scorciatoia per arrivare vicino all'abitazione di Trinia." propose. "Per quanto riguarda Krea, Rilo e Runyar... voi potete attirare l'attenzione dei vicini, in modo che io e Fedra avremo il tempo di arrivare da Trinia in tutta sicurezza. Signori Vancaskerkin... voi tenetevi pronti, avremo bisogno di voi nel caso si verificasse qualche imprevisto."

"Per me va bene." disse Krea dopo aver pensato un po' al piano e alle probabilità di riuscita. "Va bene. Ormai dovremmo essere vicini a Moon Street. Andiamo a dare un'occhiata."

"Majenko va a controllare. Gente non fare caso a Majenko." rispose il piccolo drago.

Rilo disse di sì con la testa. "Sì, credo che sia una buona idea. Vai pure, Majenko, ma stai attento a non correre troppi rischi." disse al suo amico draco. "Buona fortuna."

Il draghetto fece un occhiolino e si librò in volo con un frullo d'ali, per poi imboccare un'altra stradina e arrampicarsi su una grondaia. Dalla sua posizione di vantaggio, Majenko gettò un'occhiata alla strada principale. Lo sguardo del draco venne attirato subito da un gruppo di persone che stava facendo chiasso ad un lato della strada. Armati di bastoni, coltelli ed armi improvvisate, un gruppo di popolani del distretto delle Tegole stava andando di casa in casa, bussando senza alcun ritegno alle porte degli altri abitanti che non desideravano altro che essere lasciati in pace.

"Avanti! Aprite, maledizione!" esclamò uno di quei facinorosi, gente dei quartieri bassi vestita di abiti da lavoro che portava sul volto e sul corpo i segni di una vita difficile. "La ricercata è da queste parti, lo sappiamo!"

Dall'interno dell'abitazione si sentì una risposta indistinta, e l'uomo che aveva bussato si infuriò e cominciò a prendere a calci la porta. "L'assassina del re è lì, lo sappiamo! Non cercate di nasconderla! Noi vogliamo la taglia!" ringhiò quel losco individuo, mentre il resto del gruppo di facinorosi si sbracciava e gridava in preda alla rabbia.

Majenko aveva visto abbastanza. Non visto, il piccolo drago si staccò dalla tettoia e planò silenziosamente verso i suoi compagni che lo attendevano con pazienza. "In strada essere guai, amici!" affermò. "Gruppo di gente che cerca Trinia! Loro pericolosi!"

"Ne sei sicuro, Majenko?" chiese Rilo preoccupato, mentre Kostur emetteva un sospiro ansioso all'idea che la sua ex-fidanzata fosse nel mirino di un gruppo di gentaglia che voleva consegnarla alle autorità di Korvosa... e ad una sicura condanna a morte.

Il draco domestico annuì rapidamente. "Majenko sicuro! Loro chiesto di Trinia! Loro volere taglia che regina ha messo su lei!" rispose con voce acuta. "Noi bisogna fare qualcosa."

"Va... va bene... signori Vancaskerkin, potete distrarre quella gentaglia e fare in modo che si allontanino da qui?" chiese Kostur. "Cercate di tornare il prima possibile, okay?"

Orik e Verik non ebbero esitazioni. "Contate su di noi. Andiamo, fratellino." disse Orik, già pensando ad un sistema per attirare la folla lontano da Moon Street e dare al resto del gruppo il tempo di cercare Trinia. Krea fece un cenno di buona fortuna ai due fuggitivi di Riddleport, che raggiunsero rapidamente Moon Street e volsero la loro attenzione alla folla armata di attrezzi improvvisati che stava ancora importunando gli abitanti di quella casa. Il leader dei facinorosi tirò un paio di calci alla porta, cercando di sfondarla e ripetè il suo ordine.

"Allora, bastardi? Smettetela di nascondere quella puttanella!" ringhiò. "Altrimenti consegneremo anche voi!"

"Giusto!" ringhiò un altro individuo, armato di una roncola arrugginita. "State nascondendo una criminale! La regina farà tagliare la testa anche a voi!"

Orik e Verik non avevano l'udito fine di Majenko, e non furono in grado di sentire la voce che proveniva dall'interno dell'abitazione, ma era evidente che qualunque fosse la risposta, non era quello che la folla inferocita desiderava. Il leader riprese a prendere a calci la porta, mettendoci ancora più forza di prima, e per un attimo Verik temette che riuscisse a sfondarla e a fare irruzione nella casa.

I fratelli Vancaskerkin si scambiarono uno sguardo di intesa e avanzarono verso la marmaglia. Verik alzò una mano e la mossa in direzione del gruppo, in modo da attirare la loro attenzione. "Hey! Voialtri! Smettetela di perdere tempo lì!" esclamò l'ex-sergente della guardia di Korvosa. Quando alcuni di loro rivolsero a Verik un'espressione sorpresa e rabbiosa, i due Vancaskerkin si fermarono a distanza di cortesia. "La ricercata non è lì! L'abbiamo vista che si dirigeva da un'altra parte! Se continuate a bussare porta a porta, è ovvio che vi sfuggirà!"

"Cosa? E voi chi cazzo siete?" ringhiò uno dei facinorosi. "E dove sarebbe quella troietta?"

"Se ci seguite, noi sappiamo dov'è. Così dopo dividiamo il premio!" disse Orik, indicando un'altra laterale dal lato opposto di Moon Street. "Se restate qui a cercare a vuoto, nessuno si prenderà nulla. Allora, che ne dite?"

"Hey, un momento, bellimbusto!" esclamò il leader della marmaglia. "Non è che volete fregarci per intascare voi tutta la taglia? Chi ci dice che possiamo fidarci di voi?"

Verik sghignazzò, cercando di sostenere il più possibile la loro menzogna. "Beh, il semplice fatto che non riusciremo a prenderla senza di voi." rispose il mercenario senza tanti giri di parole. "Se vi interessa mettervi in tasca un bel po' di corone di platino, seguitemi e vi condurremo dalla nostra fuggiasca!"

Evidentemente, Verik era molto più persuasivo del fratello maggiore, dal momento che il gruppo di popolani si convinse a seguirli, pur mantenendo delle espressioni incerte. Non appena la folla bellicosa fu abbastanza lontana, il resto della Compagnia del Draco uscì dalla stradina, e Krea cominciò a dare le indicazioni al resto del gruppo.

"Va bene... Kostur, Fedra... voi fate la vostra parte. Io, mio fratello e mastro Runyar cerchiamo di tenere su di noi l'attenzione degli altri abitanti. Buona fortuna." disse la ragazzina Varisiana. Fedra disse di sì con la testa, e Kostur prese un bel respiro per cercare di tenersi concentrato, prima che entrambi loro si dirigessero verso il vicoletto che il mezzorco investigatore aveva trovato in precedenza. Krea fece cenno al resto della compagnia di seguirla, e bussò alla porta davanti alla quale era riunita la folla di sovversivi fino a pochi istanti prima. Rilo, Majenko e Runyar andarono a bussare ad altre porte, in modo da tenere distratte quante più persone possibile mentre Fedra e Kostur si avvicinavano.

"Hey? Dell'abitazione? Che sta succedendo qui?" esclamò la ragazzina facendo finta di non sapere. "Chi erano quei pendagli da forca che vi stavano importunando?"

"Ah... ehm... va tutto bene, ragazza!" rispose la voce roca di un uomo dall'interno della modesta abitazione. "Abbiamo solo avuto un diverbio... uno di quei balordi era andato a mettere il suo carro proprio davanti alla porta di casa mia... e poi si era messo in testa che io gli avessi rubato la moglie. Pensate un po' se mi prenderei mai una racchia come quella!"

"Va bene... ma chiedo scusa per il disturbo, avremmo bisogno di sapere qualcosa in più." rispose Krea. Pregò tra sè di essere abbastanza brava a mentire, e addusse una scusa che poteva essere plausibile. "La guardia cittadina ha istituito delle ronde anche nei quartieri bassi. Sua Maestà vorrebbe che tutti i distretti fossero sotto controllo... e se ci sono dei facinorosi come quelli di prima, è nostro dovere impedire loro di provocare ulteriore caos."

"Avremmo solo bisogno di farvi qualche domanda." continuò Runyar, mostrando il suo simbolo sacro, una grande chiave dorata, a coloro che si affacciavano sospettosi dalle finestre. "In nome di Abadar il Padre Facoltoso, che veglia sulla nostra civiltà e ci protegge dal caos, ho bisogno di chiedere a tutti voi un po' di collaborazione. Non vi porteremo via molto tempo, e non abbiamo intenzioni ostili nei vostri confronti."

 

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Mentre il resto del gruppo si occupava di tenere distratti gli altri abitanti del distretto, e i fratelli Vancaskerkin si adoperavano per distrarre il gruppetto di scalmanati che cercava Trinia, Kostur e Fedra avevano percorso il vicolo fino a trovarsi vicino all'abitazione della ex-fidanzata di Kostur. Con un cenno, il mezzorco diede un segnale a Fedra, che annuì e si spostò verso il fianco dell'edificio - una sorta di condominio a tre piani, non esattamente solido o ben tenuto. La caligni scomparve ben presto dietro l'angolo, e Kostur si schiarì la voce e si accinse a bussare alla porta... quando la voce di una donna di mezza età lo accolse, in maniera non propriamente gentile.

"Chi è là? Qualche altro cialtrone perditempo?" chiese la donna, una signora sui quarant'anni dai capelli castani spettinati, che portava già sul volto i segni di una vita faticosa. Quando si affacciò alla finestra al piano terra, la sua espressione si fece un po' meno aggressiva, accortasi del mezzorco che si trovava lì fuori. "Hm? E... potrei sapere che volete, signore?"

Kostur decise di essere quanto più diplomatico possibile. "Ecco... io avrei bisogno di incontrare una certa Trinia Sabor. So che abita qui, questo è il numero 42 di Moon Street, giusto?" chiese. La donna corrugò la fronte e guardò con circospezione il robusto individuo dalla pelle verde che si presentò con un cenno. "Il mio nome è Kostur Kyle. Io e Trinia... ci conosciamo già da un bel po' di tempo. Avrei bisogno urgente di parlare con lei."

"Kostur, eh?" chiese la donna, guardando con attenzione il mezzorco. Sembrava un tipo a posto, almeno a guardarlo così, ma la signora era fin troppo consapevole che in un luogo come Korvosa, con il clima di sospetto e paura che le ultime dichiarazioni della regina avevano scatenato, non era possibile fidarsi davvero di nessuno. "Sì... ho sentito parlare di te da Trinia. Aspetta un momento."

La donna chiuse la finestra e si diresse verso la porta di quella sorta di condominio, tenendosi sempre pronta ad agire e ad avvertire Trinia nel caso si fosse rivelato un inganno. Aprì la porta e restò ferma sulla soglia mentre Kostur faceva un inchino educato. "Chiedo scusa per l'incomodo. Trinia... è in pericolo, in questo momento. Dobbiamo cercare di portarla al sicuro."

La donna restò ferma sulla soglia e continuò a guardare con sospetto Kostur. "Certamente... immagino che prima di ogni altra cosa, lei sia in pericolo a causa di cialtroni come te..." pensò, ancora non fidandosi del mezzorco.

Fedra, da parte sua, era riuscita ad intrufolarsi furtivamente sul lato dell'edificio e stava cercando un punto dove arrampicarsi per raggiungere la finestra dell'appartamento di Trinia e cercare di impedirle di fuggire da lì. La caligni aveva quasi trovato il punto più adatto per arrampicarsi... quando un fruscio proveniente da quello che sembrava essere un ammasso di stracci posto ad un angolo dela strada attirò la sua attenzione, e il fagotto cominciò a muoversi con fare irritato. Con suo grande stupore, Fedra vide che in mezzo a tutti quegli stracci c'era una persona - un giovane di circa 25 anni ma dall'aspetto trasandato, lurido e puzzolente, con la barba incolta e i vestiti stracciati e sporchi di fango, sangue e altre cose a cui Fedra preferiva non pensare. La ragazzina provò un moto di disgusto e compassione al tempo stesso - quell'uomo doveva essere, senza dubbio, uno dei tanti derelitti che affollavano le strade dei quartieri bassi di Korvosa.

"Hmmm? E che cosha... che cosha abbiamo qui?" disse il vagabondo, la voce strascicata per i fumi dell'alcol. Allarmata, Fedra riportò la sua attenzione a quell'individuo e lo vide avanzare verso di lei, guardandola dall'alto in basso con espressione libidinosa, e fissandosi sul suo petto. "Aaaah... una bella figliola davvero... hic! Shei piattina ma mi piashi... vieni qui e fammi un po' di compagnia! Ti farò passshare dei momenti favoloshi!"

Fedra si ritirò subito, sentendo la puzza di liquore di pessima qualità che la colpiva come un pugno sul naso. "Ugh... no, grazie. In questo momento ho delle cose più importanti da fare." rispose. 

L'umore del vagabondo peggiorò di colpo, e avanzò verso Fedra con fare quasi minaccioso. "Hmm? Che cosha hai detto? Shei impertinente, lo sssshai... hic!" esclamò. "Mi shembra che tu... te la passshi bene, huh? E io... shono un misherabile... quelli come te... devono prendershi cura di noi... hic! Magari dandoshi qualche vela d'oro, vero?"

"Non se hai intenzione di buttarle via per ubriacarti ancora!" tagliò corto Fedra. "Ora, se hai intenzione di rigare dritto, ti posso aiutare dandoti un po' di soldi e aiutandoti a rimetterti in strada. Ma se hai solo intenzione di continuare a fare il cialtrone, allora non ti posso aiutare."

"Shenti, mosssshiosa... tu shei una donna... e anche molto carina... hic!" esclamò l'ubriacone, e allungò una mano per palpeggiare Fedra. La caligni, indignata, gli afferrò una mano e la allontanò da sè. "Hey! Io... shono un uomo... hic! Non ti permettere di... mettermi le mani... hic... addossho..." 

Fedra era giunta al limite della pazienza. Già non era il massimo come giornata, e dopo essere stata oggetto delle attenzioni sconce di quell'individuo, la giovanissima caligni aveva deciso che non si sarebbe più lasciata trattare come una bambolina. Con un rapido scatto, si voltò verso il vagabondo e lo inchiodò con uno sguardo assassino.

"Giuro davanti a Pharasma... che se non la pianti di allungare le mani su di me... FARO' IN MODO CHE TU NON POSSA PIU' AVERE FIGLI, MI SONO SPIEGATA, RAZZA DI PERVERTITO?" esclamò, senza pensare a tenere la voce bassa. Immediatamente, il resto del gruppo, Majenko compreso, sobbalzò per la sorpresa e il rammarico.

All'interno della sua modesta abitazione, Trinia riuscì a sentire l'esclamazione di Fedra. Con un sobbalzo, si svegliò e si guardò attorno, comprendendo subito da dove veniva la voce. Era quello che temeva...

I soldati della regina erano lì per lei, per condurla in carcere e da lì al patibolo.

Non c'era altra scelta. Doveva fuggire di lì, a qualsiasi costo!

Si guardò attorno e cerco di capire cosa prendere, ma in quel momento senti la voce della vicina urlare a squarciagola. “SCAPPA, RAGAZZINA… LA… NGH… GUARDIA… AGH… E' QUI… LEVATI, IDIOTA TRADITORE… SCAPPA, TRINIA!!”

Traditore? Che cosa voleva… NO! Non c’era tempo, doveva defilarsi!

Trinia raccattò giusto l'indispensabile e, senza nemmeno preoccuparsi di infilarsi le scarpe, uscì dall’unica finestra dell’abitazione per poi arrampicarsi agilmente sul tetto della sua abitazione, approfittando della rabbia e della distrazione della caligni. Poi balzò sul tetto più vicino e cominciò ad allontanarsi quanto più velocemente possibile, balzando da un cornicione all'altro!

Solo allora Kostur, che stava cercando di passare oltre la vicina di Trinia, vide la giovane barda uscire via a scapicollo e il suo cuore mancò di un battito quando riconobbe la sua vecchia fiamma. Capendo di non avere tempo, preso dalla rabbia e dalla frustrazione, diede una testata alla donna che lo stava trattenendo. La donna si accasciò a terra e rimase stordita, mentre Kostur si dirigeva verso la finestrella più vicina.

"E' lì, guardate!" esclamò il mezzorco investigatore con tono allarmato. "E' proprio lei! Trinia!"

 

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Poco lontano, i fratelli Vancaskerkin sentirono il caos che si stava scatenando, e capirono che i loro compagni erano incappati in qualche imprevisto. Si guardarono allarmati, ed Orik fece un cenno con la testa.

"Fratellino! Dobbiamo andare!" esclamò.

Verik annuì con decisione. "Lo vedo, Orik. Dobbiamo passare subito al piano B!" esclamò, un attimo prima che i due fratelli si affrettassero verso il luogo in cui avevano lasciato il resto della compagnia, lasciandosi dietro una folla di facinorosi confusa ed infuriata...

 

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All'esterno, la Compagnia del Draco si era rapidamente riunita, cercando di non perdere di vista Trinia, che stava saltando da un tetto all'altro con un'agilità quasi felina. Vedendo che cosa stava accadendo, Krea si mise una mano sulla fronte e strinse i denti frustrata. "Tch... complimenti, Fedra. Ottimo lavoro. Dico sul serio." borbottò, mentre la caligni abbassava la testa imbarazzata. "Brava a farci scoprire."

"Non restiamo qui a fare il gioco delle colpe, signorina." esclamò Runyar, mentre i fratelli Vancaskerkin si riunivano a loro. "Presto, qualcuno insegua quella ragazza!"

"Seguitemi, presto! Ho in mente un'idea!" esclamò Verik prima di gettarsi nel vicolo alla sua sinistra.

Orik seguì rapidamente il fratello minore. "Che cosa vorresti fare?" gli chiese.

"C'è una scorciatoia, la useremo per circondarla! Tuttavia dovremmo dividerci... Krea!" urlò Verik alla Aldinn maggiore. "Ascolta, tu verrai con me assieme a Rilo! Digli di chiedere a Majenko se può controllare i movimenti di Trinia!" 

"Sarà fatto!" Krea nella corsa si girò di scatto verso Rilo e urlò "RILO!"

"SI!" rispose rapidamente il fratello minore.

"Avverti mentalmente Majenko di sorvegliare Trinia, poi vieni con me e Verik!" rispose in tutta fretta la magus.

"Capito!" rispose il giovane stregone. Mentre il ragazzo istruiva mentalmente Majenko sul da farsi, Verik e il gruppo arrivarono in un casolare abbandonato distante una decina di tetti da dove abitava Trinia.

"Qui c’è una sorta di ponte che ci porterà nella parte superiore dell'Erpete... ma attenti, è pieno di uccelli stigei, e c'è anche uno strangolatore da queste parti. Ci servono due cecchini... Orik! Tu e Runyar salirete fino a quel tetto lassù e ci coprirete con le frecce se dovessimo essere attaccati!" disse indicando un palazzo alla sua sinistra.

"Si, fratellino!" rispose Orik senza batter ciglio. Lui e il nano si affrettarono verso la cima della costruzione, comprendendo l'idea di Verik - data la loro scarsa mobilità, i due avrebbero provveduto a difendere i loro compagni se gli uccelli stigei o qualche strangolatore si fossero fatti vivi.

"Ugh... maledizione! Almeno devo cercare di rimediare al mio errore..." esclamò Fedra, per poi scattare verso una delle abitazioni più basse. Ignorando l'esclamazione di stupore del padrone di casa lì vicino, la caligni si arrampicò sul muro dell'abitazione, fino al tetto, in modo da inseguire Trinia e cercare di condurla alla ragione.

"Ehi, tu! Torna qui, puttanella!" ringhiò il vagabondo che aveva cercato di molestarla, mente saliva una rampa di scale e raggiungeva un tetto vicino. "Vieni qui, che ti devo un pugno in fasshia!"

Da parte sua, Kostur si era precipitato a raccogliere gli effetti personali di Trinia, non volendo che la sua ex se li facesse rubare da qualche sbandato. Con tutte le sue forze, il robusto mezzorco si scagliò contro la porta d'ingresso... una... due... tre volte! Alla quarta, la porta cedette e Kostur fece irruzione nell'abitazione di Trinia, rimanendo scioccato quando vide che in effetti era poco più che un tugurio. Aveva davvero vissuto in una tale condizione di indigenza, fino a quel momento?

"Maledizione, Trinia ... perché, perché non mi hai detto niente? Perché non mi hai spiegato il guaio in cui ti trovavi? Avrei potuto darti una mano come potevo!"

Ma non c’era tempo per pensare a ciò. Con rapidità, Kostur afferrò tutti gli oggetti personali della sua ex: una bacchetta magica, in grado di lanciare l'incantesimo Frastornare Mostri... ed un pugnale in mithril finemente forgiato… Anzi, no! Era IL pugnale in mithril che lui le aveva regalato e che lei, nonostante la loro rottura, aveva tenuto con sè.

Kostur prese con sè i due oggetti e li portò con sé, per poi affrettarsi nella stessa direzione in cui Fedra si era allontanata, sperando di riuscire a tenere d'occhio Trinia. Uscì dalla finestra e corse come un pazzo verso Fedra e Trinia, usando ogni soffio di fiato che aveva in se pur di raggiungere la sua ex.

Nel caos dell'inseguimento, Kostur guardò verso la strada e notò con fastidio che Fedra veniva inseguita da un barbone allupato che in quel momento stava imprecando contro la caligni. Borbottando tra sè per le complicazioni che si susseguivano, Kostur si guardò attorno per cercare un modo di toglierlo dai piedi a Fedra...

Ma non ci fu bisogno che lui si disturbasse. Lo straccione non s'accorse che il ponte improvvisato che stava attraversando emetteva dei rumori e poi...

CRASH!

Il ponte s'infranse e lo straccione, che si trovava a metà della traversata, cascò giù verso la strada.

"Che idiota..." commentò Kostur. Attingendo a tutta la sua volontà, il mezzorco arrivò fino al punto in cui il barbone era precipitato e spiccò un balzo enorme, fino al tetto successivo, atterrando incolume. Il mezzorco guardò dinanzi a se e vide che Fedra aveva raggiunto Trinia e stava cercando di trattenerla. Sembrava che la caligni fosse sul punto di trattenerla... ma la barda puntò una mano verso di lei e lanciò un incantesimo.

"RISATA INCONTENIBILE!" urlò Trinia. Fedra non riuscì a resistere all'incantesimo, e scoppiò in una risata a squarciagola, violenta al punto da impedirle di fare qualsiasi altra cosa. La barda fuggiasca la colpi al ventre e si divincolò, per poi allontanarsi verso il tetto più vicino.

"Ridi pure fino a scoppiare!" esclamò la bionda, prima di accorgersi che Kostur le stava dietro e aveva accorciato le distanze. Quando vide di nuovo il mezzorco dopo tanto tempo, sgranò gli occhi e sbiancò in volto, quasi come se avesse visto un fantasma, e rimase per un attimo a fissarlo sbalordita. "Kos... tur...? Sei... sei proprio tu...?"

"Trinia!" esclamò Kostur con voce stentorea, tendendo una mano verso di lei in un gesto di aiuto. "Trinia, meno male che stai bene! Per favore, vieni con noi! Vogliamo portarti al sicuro!"

"Perchè..." sussurrò la giovane donna con le lacrime agli occhi, ancora non fidandosi di Kostur e della sua compagnia. "Perchè sei tornato, Kostur? Io... io avevo detto che..."

"Trinia... ascoltami, ti prego!" esclamò Kostur, cercando freneticamente di convincerla. "Ascoltami, non c'è tempo di spiegare qui! Siamo qui per proteggerti!"

"Perchè dovrei fidarmi di voi?" strillò Trinia. "Per quello che ne so... voi siete uomini della regina! O siete qui per catturarmi e intascare la taglia!". Senza attendere oltre, Trinia scattò via e balzò su un altro tetto, riprendendo la sua fuga a rotta di collo. Kostur la richiamò angosciato ancora una volta... poi scosse la testa e diede un'occhiata a Fedra che, ancora sotto l'influenza dell'incantesimo Risata Incontenibile di prima, rideva come una matta distesa a terra. Kostur sospirò e scosse la testa poi, vedendo che Fedra non era in pericolo, proseguì l'inseguimento, deciso a raggiungere Trinia e a spiegarsi con lei, una volta per tutte. 

 

oooooooooo

 

Mentre ciò accadeva, Majenko osservava il tutto e lo comunicava a Rilo.

"Trinia andata da quella parte! Kostur seguire!" esclamò il draghetto. "Fedra preso Trinia, ma poi lei lanciato incantesimo, e Fedra giù a ridere!"

"Un incantesimo Risata Incontenibile... oggi non è proprio giornata per Fedra..." mormorò Rilo. "Grazie, Majenko, al resto pensiamo noi! Verik, Krea! Attenti a quegli uccelli stigei!"

Al passaggio di Krea e Verik, un piccolo sciame di uccelli stigei aveva preso il volo da sotto una grondaia, emettendo una serie di squittii acuti e di inquietanti fruscii di ali membranose. Piccoli occhi avidi e corpi rigonfi e deformi riempirono l'aria, e i due avventurieri cercarono come potevano di non farsi raggiungere da quell'orda immonda.

Immediatamente, Orik e Runyar scattarono in azione, tempestando i mostriciattoli alati di frecce e quadrelli. Un uccello stigeo che si era avvicinato pericolosamente a Krea venne infilzato da una freccia di Orik e cadde a terra morto, mentre un quadrello di balestra spezzava un'ala ad un altro di quei mostriciattoli. Gli altri mostriciattoli si dispersero in preda alla confusione, permettendo a Krea e Verik di proseguire... almeno finchè, da un altro tetto vicino, non uscì fuori un tentacolo gommoso che si avvinghiò attorno al collo di Krea!

"Krea!" esclamò Rilo spaventato. Con un gorgoglio allarmato, la ragazzina Varisiana cercò di afferrare l'arto gommoso e di allentare la presa in modo da respirare di nuovo.

Verik senti il lamento di Krea e girò il capo di scatto, vedendo con orrore la ragazza che veniva strozzata e tentava invano di liberarsi, la pelle che diventava violacea ad ogni movimento. Con un'imprecazione strozzata, l'ex-sergente prese la sua lancia e mirò al tentacolo, poi la scagliò con una forza impressionante e perforò l'arto deforme.

La cosa a cui era attaccato il tentacolo stridette per il dolore e mollò la presa su Krea, che cascò in ginocchio stremata e quasi senza fiato... ma a quel punto apparve il mostro dietro di lei: una creatura umanoide alta poco più di un metro e venti, con un volto allungato e contorto in una smorfia di odio, la bocca troppo grande che tagliava quasi la testa in due, braccia e gambe simili a tentacoli, e ricoperte da una ripugnante pelle verdognola. Al solo vederlo Rilo ebbe un moto di orrore.

"Merda, è uno strangolatore..." disse Verik. "Rilo! Prendi Krea e scappate! Lo affronterò io!"

Rilo ubbidì e sostenne la sorella maggiore mentre il suo colorito tornava normale. I due ripresero a seguire Trinia, mentre Verik afferrava nuovamente la sua lancia e si cimentava in un duello all'ultimo sangue con lo strangolatore. Con una serie di affondi rapidi e precisi, Verik riuscì a costringere il mostriciattolo a retrocedere, ma lo strangolatore non si arrese tanto facilmente e cercò di attaccare a sua volta, facendo scattare i suoi arti tentacolari contro l'ex-sergente, che usò la sua lancia per proteggersi. Una sferzata raggiunse Verik ad un avambraccio, ma il dolore di quella lieve ferita sembrò dare una scarica di adrenalina al minore dei Vancaskerkin, che descrisse un ampio semicerchio con la sua arma, cercando di trafiggere lo strangolatore. Quest'ultimo spiccò un balzo e tentò di mordere Verik, ma quest'ultimo schivò l'assalto e afferrò saldamente la sua lancia, per poi sferrare un affondo contro il ventre scoperto del mostro. Lo strangolatore si scansò in tempo e cercò di risalire su un muro, forse per riguadagnare il suo nascondiglio... ma quando Verik cercò di posizionarsi meglio, il mostro prese lo slancio per fiondarsi contro la sua gola!

Una freccia scagliata dall'arco di Orik sibilò attraverso l'aria e si piantò nella spalla sinistra dello strangolatore, che ululò per il dolore e perse la presa sul muro, scivolando a terra e cercando di difendersi dall'attacco di Verik, ma quest'ultimo con abile mossa  scattò in avanti e piantò la sua lancia nel torace dell'orrida creatura. Lo strangolatore stridette e si contorse per diversi secondi prima di morire ed accasciarsi sulla strada spianata.

"Corri, fratellino!" esclamò Orik.

Verik si alzò, si voltò in direzione del fratello e lo ringraziò con un cenno del capo, poi scattò verso i due Aldinn e aiutò il giovane stregone a tenere la sorella, che lentamente e con calma recuperava il fiato.

 

oooooooooo

 

Nel frattempo, l'inseguimento tra Fedra e Kostur era in pieno svolgimento. Il mezzorco doveva fare uso di tutta la sua prontezza di riflessi e coordinazione per farsi strada tra gli ostacoli che si paravano lungo la via, mentre Trinia stava correndo a perdifiato, provata dalla corsa, in direzione del prossimo tetto. Conosceva quelle strade come le tasche dei suoi pantaloni, e riusciva a destreggiarsi abilmente. Più e più volte le aveva percorse, a volte cadendo e facendosi male, ma divenendo abile, agile e veloce. Fu grazie a quella velocità e a quei riflessi che staccò Kostur di una buona misura. Il mezzorco investigatore comprese che non avrebbe potuto starle dietro a lungo, e decise di tentare in un altro modo.

"Trinia! Trinia, aspetta! Ascoltami, per favore!" esclamò. Per un attimo, la biondina rallentò e si voltò…

E lo vide. Era lui. Kostur.

Il suo ex, a cui mai aveva smesso di pensare, che mai aveva smesso di amare nonostante tutto. Per un attimo, un flebile istante sembrò esitare, ma subito si ricompose e capì rapidamente che era lui il traditore di cui la vicina parlava... era lui quello mandato dalla regina.

“Maledetto, vuole vendermi alla regina...”  mormorò lei con rabbia per poi imprecare sottovoce. “Bastardo figlio di una cagna lavoratrice della notte...” Con la rapidità di una lepre che tenta di scappare dal suo predatore, riprese la sua corsa disperata e cominciò ad arrampicarsi su un altro edificio vicino.

"Per favore, Kostur, vattene!" esclamò Trinia con malcelato nervosismo, “Vattene o finisce male!” continuò ripetendo la stessa medesima frase che lei disse a lui il giorno in cui si erano lasciati e che innescò quella lite che aveva fatto loro tagliare i ponti.

"NO, TRINIA! Stavolta non me ne vado!" esclamò Kostur di rimando, saltando oltre un barile caduto ed attirandosi dietro le imprecazioni di un accattone che stava seduto lì vicino, e che per poco non venne travolto dalla corsa del mezzorco. "Non ti lascio da sola! Non ora, a-ascoltami, ti prego! Noi non siamo qui per condurti dalle guardie della regina! Abbiamo solo bisogno di parlare con te! Che tu dimostri che sei innocente!"

Trinia non l'ascoltò, anzi, gli urlò con foga “BUGIARDO!” e poi riuscì ad arrampicarsi sul tetto. Kostur capì che non l'avrebbe mai ascoltato continuando così. Del resto la conosceva troppo bene, sapeva che lei era una cocciuta di prima categoria. Ma non c'era tempo per pensare a questo, doveva aiutarla. Si mosse alla velocità del pensiero e prese dalla cintura un bastoncino lungo e liscio di colore ambra, poi con un ultimo sforzo andò dietro a Trinia e si arrampico anch'egli sull'edificio, tenendo il bastoncino tra i denti.

Kostur si arrampicò sul tetto, e vide una scena che gli fece ringraziare gli dei. Majenko, nel disperato tentativo di rallentarla, si era lanciato su trinia in picchiata e la stava pungolando con i suoi artigli. "Maledetta bestia!" urlò lei "Levati, LEVATI!" 

Tentò di colpirlo, ma il suo pugno sinistro sferzò l'aria e Majenko, continuando a pungolarla, urlo telepaticamente a Rilo. "PADRON RILO, QUI. TRINIA FERMA, SOCCORSO!!"

Rilo sentì nella sua testa la voce del draco domestico e fece un cenno affermativo, poi avvisò Krea e Verik, e controllò che la sorella maggiore stesse bene. La maggiore dei fratelli Aldinn era ancora indebolita per la mancanza d'aria, e faceva un po' fatica a tenersi in piedi, ma il peggio sembrava passato.

"Hey, ragazzino!" esclamò Orik con voce roca ma ben udibile. "Tutto okay? Abbiamo trovato un passaggio solido che portava fin qui, per grazia degli dei."

"Runyar, Orik! Voi e Verik potete occuparvi di mia sorella?" chiese il ragazzino al chierico di Abadar. Il nano annuì senza dire una parola, e i due fratelli Aldinn si scambiarono un cenno di intesa prima che Rilo si lanciasse all'inseguimento di Trinia, balzando da un tetto all'altro nella direzione da cui proveniva il richiamo del piccolo draco. Nel giro di pochi balzi, era ormai quasi a ridosso di Trinia, che stava ancora cercando freneticamente di liberarsi di Majenko.

"Grazie, Majenko! Ora ci penso io..." disse il ragazzino Varisiano. Con dei rapidi movimenti delle braccia, cercò di lanciare un incantesimo che intralciasse Trinia e le impedisse di fuggire. "LAMPO!"

E in quel momento una scarica di luce abbagliante esplose davanti a Trinia, abbagliandola per un istante e costringendola a fermarsi e a mettere le braccia davanti al viso per proteggersi gli occhi. Kostur, non molto distante, vide Majenko allontanarsi e infine una luce esplosiva e di natura magica, e sorrise tra sè.

"E' stato Rilo. Okay, ora o mai più"

Veloce come un fulmine accorciò le distanze tra sè e Trinia, prese la mira e puntò la bacchetta verso di lei.

"FRASTORNARE MOSTRI!" esclamò. Il colpo partì, e Trinia, già abbagliata, venne colpita e si senti stordita, poi cascò in ginocchio. Kostur e Rilo fecero per avvicinarsi...

Ma Trinia riprese i sensi, con sorpresa di Kostur che non si aspettava un recupero così veloce, e rapida corse a carponi per la disperazione il più lontano possibile da quei due...

Troppo tardi.

Poichè fulminea arrivò Fedra, che si avventò su Trinia, furente come non mai per lo scherzetto che lei le aveva fatto, e in breve le due ragazze vennero trascinate a terra dall'impeto di Fedra e rotolarono fin quasi al bordo del tetto. Trinia strinse i denti e cercò freneticamente di liberarsi a calci, ma Fedra era più forte e più agile di lei, e riuscì a parare i colpi disperati della barda senza eccessivi problemi, poi mise le mani sulle spalle di Trinia per tenerla ferma, mentre con le ginocchia, teneva ferme le gambe della bionda.

"Trinia Sabor, fermati! Ferm… cazzo, fermati!" strepitò la caligni. "Smettila, dannazione! È come ha detto Kostur! Non siamo qui per condurti dalle guardie della regina! Siamo qui per portarti al sicuro!"

Trinia la graffiò con le unghie della mano sinistra, ma non aveva più il vigore di prima. Fedra la bloccò in una presa di sottomissione, finché Trinia non smise di agitarsi e il suo urlo rabbioso non divenne un grido flebile, disperato... e poi un pianto.

"Io... io... non... non sono stata io!” disse Trinia singhiozzando. “D-dovete credermi... I-io... non ho ucciso S-Sua Maestà... io ... s-sono stata incastrata! Non… non so perchè! Non so da chi! Dovete credermi! Vi prego, non... io... non voglio morire! NON VOGLIO MORIRE!”

"Trinia!" esclamò Kostur, raggiungendo di corsa le due ragazze e chinandosi gentilmente verso la biondina. "Va... va tutto bene, Trinia. Noi... non stiamo agendo per ordine di Sua Maestà Ileosa, in questo momento. L'ordine viene dalla nostra comandante... e lei vuole che tu venga condotta in un luogo sicuro! Potremo provare che sei innocente!"

Trinia guardò negli occhi l'ex-fidanzato. "Tu... sei... tu vuoi…" la barda interruppe il suo balbettio, ma poi si mise ad urlare con con veemenza, con tutto il fiato che aveva in gola, anche se era ancora trattenuta da Fedra. "E come faccio a saperlo, eh? Tu sei della guardia Korvosana! E sempre tu e i tuoi amici mi avete inseguito! Dammi una prova... dammi una sola prova, porco demonio, e io ti crederò!"

Prima che Fedra potesse zittire Trinia in qualche modo, Kostur sfoderò il pugnale in mithral che aveva raccolto dall'abitazione della sua ex-fidanzata, poi tese il braccio sinistro e mirò alla mano con grande stupore e spavento di Fedra, Rilo e Majenko. Sembrava che stesse per trafiggersi la mano con il pugnale... quando Trinia lo fermò con un grido disperato.

"NO!" urlò, spaventata e sconvolta, con le lacrime agli occhi. Era il modo di Kostur di dirle che sarebbe stato disposto anche a dare il suo sangue per lei.  Certo, il mezzorco non sapeva se lei lo amasse ancora, e lo stesso valeva per lei, ma una cosa era certa: Trinia poteva fidarsi di lui.

La ragazza ricacciò le lacrime e deglutì, poi disse rassicurata. "Okay... verrò con voi... ma mi dovrete nascondere... non siete i soli che mi vogliono..."

"Certamente. Su questo non si discute." rispose Fedra, alzandosi e allentando la presa su Trinia. Kostur ripose la lama nella cintola e si premurò di coprire la sua ex-fidanzata con una cappa, mentre Fedra, notando che Trinia era a piedi nudi, si levò gli stivali e li diede alla giovane barda. Ad un cenno di Rilo e Majenko, il gruppo scese dalla tettoia tramite una rampa di scale di sicurezza e si riunì rapidamente con Krea e il resto del gruppo.

"Trinia Sabor, giusto?" chiese retorica Krea, tirando un sospiro di sollievo. La giovane magus aveva ancora qualche livido sul collo, nei punti in cui lo strangolatore l'aveva agguantata. "Okay. Siamo riusciti a salvare Trinia, ma adesso dobbiamo muoverci e sgomberare il campo. Tra non molto arriveranno quelli della Compagnia dello Zibellino, o peggio i Cavalieri Infernali. Ed entrambi non cercano altro che lei."

"E' vero. Meglio sbrigarsi." sussurrò rassegnato Rilo, e il gruppo si mosse in direzione dell’uscita dall’Erpete...

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

  

 

 

 

 

 

  
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