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Autore: Ale711224    05/01/2023    0 recensioni
Questa storia inizierà con due coppie e finirà con altre due coppie, ma saranno le stesse? O cambieranno? Parla dell'amore iniziale tra Trent e Courtney e Duncan e Gwen, anche se piano piano, le cose inizieranno ad andare leggermente in maniera diversa.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, LeShawna, Shawn, Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Cody/Sierra, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: A tutto reality - Azione!
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PS: Ciao! 


Innanzitutto volevo fare a tutti quanti gli auguri di buon anno e di natale, anche se un po' in ritardo! 

In tutto ciò, volevo dirvi che in questo periodo purtroppo usciranno pochi capitoli a causa degli esami che a breve dovrò sostenere. 

Questo capitolo è stato scritto due volte perché mi si era cancellato (iniziamo bene l’anno eh), perciò ne ho già pronto un altro che pubblicherò tra un paio di giorni. 

Ah, volevo anche scusarmi se nei capitoli prendo molto il punto di vista di Trent essendo il mio personaggio preferito, ma darò molto più spazio anche agli altri! 

 

Spero che abbiate passato delle belle feste e che la mia storia vi tenga compagnia, buona serata e ancora buon anno a tutti! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Nelson, in presidenza, SUBITO! 

 

-La giornata per Duncan non era proprio iniziata nel migliore dei modi. 

Di prima mattina aveva ricevuto un richiamo in presidenza, subito dopo essersi beccato una multa per aver parcheggiato sulle strisce. 

 

Innervosito si incamminò verso l’ufficio della preside, ripensando a quello che potrebbe aver combinato durante la settimana. 

 

Una volta entrato, venne fatto accomodare su una delle due sedie dalla preside stessa, che nel mentre era al telefono con la sua estetista. 

Si sorbì in questo modo tutta la telefonata tra le due, decidendo se andarsene o distruggergli l’ufficio. 

 

Sbuffò per l’ennesima volta dopo 20 minuti che si trovava li fermo ad osservare Blaineley che rideva raccontando la brutta figura fatta da una sua amica per telefono all’estetista. 

 

Finalmente dopo altri interminabili minuti la chiamata si chiuse, e tornò a concentrarsi sul ragazzo seduto davanti a lei. 

 

 

“Allora Nelson, ti starai forse domandando del perché ti ho convocato nel mio ufficio. -Disse mentre prendeva dal cassetto una limetta per le unghie. 

 

“Beh, vorrei saperlo, visto che da inizio anno sono già a rischio per i miei voti, vorrebbe gentilmente dirmi cosa ho fatto adesso? 

 

-La donna continuò a limarsi le unghie, mentre Duncan era sul punto di strapparle i capelli. 

 

 

“Mi sono giunte delle voci che lei ed il suo gruppo di amici non vi comportate proprio egregiamente nei confronti dei vostri compagni, in special modo di un vostro compagno, Trent Smith, ti è familiare questa cosa? 

 

 

-Duncan ebbe un piccolo momento di esitazione. 

La sua carriera scolastica non era tra le migliori, anzi, tutto il contrario, e non poteva permettersi l’ennesima sospensione. 

 

Stava per alzarsi e dare un pugno sulla scrivania della preside, quando lei riprese a parlare. 

 

“Sai, ho già parlato con il tuo compagno di questa cosa, non è stato lui a riferirmi ciò, mi ha anche detto che tra di voi non c’era assolutamente nessun tipo di problema, se non qualche incomprensione, ha detto la verità Nelson? 

 

-Il punk girò lo sguardo, non capendo del perché il chitarrista lo avesse difeso. 

 

 

“B-beh, si si, tra me e il signor Smith fila tutto liscio, certo ogni tanto ci sono delle piccole litigate, ma su siamo ragazzi, può capitare... 

 

“La stessa cosa mi è stata della dal suo compagno. 

Bene, allora visto che la situazione tra di voi è tutta rosa e fiori, credo possa andare, ma la avviso che terrò d’occhio sia lei che i suoi amici, ora sciò. 

 

“Preside, prima che vado, mi può dire chi è stato a riferirle queste cose? Sa, vorrei parlarci civilmente per chiarire l’equivoco. 

 

 

 

-Nel frattempo, il gruppo di Trent stava entrando a scuola, visto che quel giorno avevano la prima ora di buco. 

 

Il loro professore di inglese, Josh, si assentava spesso a causa di provini che faceva per poter lavorare nel mondo del cinema. 

La maggior parte gli andavano tutti male, ma non si dava per vinto. 

 

Con loro c’era anche la sorellina di Harold, che da mezzora stava appiccicata a Trent spiegandogli il perché voleva a tutti i costi imparare a suonare la chitarra, e che doveva essere lui il suo maestro. 

Harold invece, veniva torturato da Lindsay su quale fosse la migliore tonalità di mascara in una rivista che gli stava mostrando. 

 

 

Mentre continuavano a chiacchierare, videro la figura di Duncan avvicinarsi furioso verso di loro, con passo svelto. 

 

“Ehm ragazzi, secondo voi Demon ce l’ha con noi? -Disse Lindsay sgranando gli occhi. 

 

“Sta venendo verso di noi, che gli avremo fatto questa volta? -Harold si nascose dietro il corpo della sua ragazza, che guardava il punk avvicinarsi con aria di sfida. 

 

Il ragazzo si mise davanti a loro, fermandosi a pochi metri e guardandoli con uno sguardo d’odio. 

 

Fissava una persona in particolare, la quale sapeva benissimo il perché. 

 

Dopo questo scambio di sguardi, il ragazzo puntò il dito contro quella persona, sotto lo sguardo preoccupato degli altri. 

 

“Tu brutta mocciosa! Quando imparerai nella vita a farti i cazzi tuoi?! 

 

-Stacy era pietrificata, così come tutti gli altri. 

Harold uscì allo scoperto dalla schiena della sua amata, e si avvicinò a sua sorella. 

 

“A-ascolta Duncan, tu a me puoi fare quello che ti pare, puoi picchiarmi, sbudellarmi e usarmi come sacco da box... 

Ma lascia perdere mia sorella ok? Che cosa ti ha fatto? 

 

“Perchè non lo chiedi direttamente a lei? Visto che ha tanta voglia di parlare potrebbe farlo anche davanti a noi no? 

 

-Harold guardò sua sorella negli occhi e sembrava che stesse per mettersi a piangere. 

 

Duncan sbuffò e si allontanò, ma non prima di aver detto un’ultima cosa. 

 

“Ascoltatemi bene, vi informo che da oggi non ci andrò più piano con nessuno di voi, consideratelo un avvertimento... 

E se voi o qualcun’altro oserà ancora dire qualcosa su di me, passerò sopra al suo cadavere con la mia macchina, consideratevi avvertiti! 

 

-A questa minaccia, Leshawna non perse l’occasione per dire la sua. 

 

“Ascoltami bene tu punk da quattro spicci, non pensare che ci facciamo intimidire tanto facilmente! 

Ti conviene regolare le tue azioni d’ora in poi, altrimenti per te saranno guai seri! Capito? 

 

-Detto questo, il punk se ne andò senza risponderle. 

 

 A quel punto, Harold prese in disparte sua sorella, costringendola a farsi dire il motivo per qui il ragazzo ce l’aveva tanto con lei. 

 

“Scusami? Mi vuoi spiegare che cosa gli hai fatto? -Aveva gridato il rosso. 

 

“Fratellone perdonami, ma non potevo sopportare ancora che quel delinquente maltrattasse ancora voi e Trent, ho voluto solo difendervi.... 

 

“Capiamo che l’hai fatto in fin di bene, ma Duncan non è una persona con la quale si può scherzare facilmente, devi stare più attenta... -Disse il ragazzo di Lindsay. 

 

 

-Gli altri ragazzi si avvicinarono a loro due, assicurandosi che il punk se ne fosse definitivamente andato. 

 

“Lasciatelo dire ragazza, hai avuto davvero fegato! -Disse Leshawna mettendo una mano sulla spalla di Stacy. 

 

“Sono sicura che non farà più così tanto lo sbruffone! E se osa farci qualcosa noi lo diremo direttamente alla preside, così impara una buona volta! 

Chi si crede di essere? Dovrà capitare una volta che lo prendo a pugni! 

 

-A quel punto, Stacy si tranquillizzò, e insieme a suo fratello, Leshawna, Lindsay e Tyler, entrarono a scuola. 

 

L'unico che rimase fuori era Trent, che stava aspettando che arrivasse la sua ragazza. 

Erano un po di giorni che la vedeva strana, ma non aveva avuto occasione per parlarle. 

 

Stacy se ne accorse, e si avvicinò al ragazzo. 

 

“Trent? Che fai tu non vieni? Stiamo entrando a scuola. 

 

“Si arrivo tra un attimo, voi andate pure, 10 minuti e vi raggiungo. 

 

-Stacy sbuffò, e senza dire altro, entrò nell’edificio. 

 

Il chitarrista guardò l’orologio più volte, ma della perfettina nemmeno l’ombra. 

 

Decise di mandarle un messaggio, a cui rispose subito, dicendo che non si sentiva bene e quel giorno aveva preferito restare a casa. 

 

Courtney era molto raro che si ammalasse, ma quelle poche volte che accadeva aveva sempre un brutto mal di testa. 

 

Gli scrisse un messaggio di buona guarigione, per poi mettere il telefono in tasca ed entrare in classe. 

 

Dopo le prime 3 ore, scattò la prova anti-incendio, e tutti i ragazzi uscirono dall’aula seguiti dal proprio professore. 

 

Trent ne approfittò per mandare un altro messaggio a Courtney, notando però che il suo telefono era evidentemente spento, in quanto il messaggio non gli arrivò. 

 

Vedendolo da solo, gli si avvicinò Duncan, dandogli una pacca dietro la testa in modo che si accorgesse di lui. 

 

“Ehi Elvis, vieni un attimo, ti devo parlare. 

Non fare il finto tonto altrimenti ti picchio qui davanti a tutti. 

 

“I due ragazzi senza farsi vedere, si allontanarono di più dai loro compagni di classe e andarono a parlare vicino al cancello, dove nessuno poteva sentirli o almeno vederli. 

 

“Dimmi un po, perché mi hai difeso? -Disse il punk al chitarrista. 

 

“In che senso? Ti riferisci per caso a quello che Stacy e le sue amiche hanno detto alla preside? 

 

“Esatto. 

Ti rompo i coglioni tutto il giorno a scuola, a momenti anche nella tua vita privata, e finalmente quando avevi l’occasione per sputtanarmi te la lasci scappare, non è che per caso ti sei innamorato di me? Se è così devo proprio dirti che non ricambio. 

 

“Non sono innamorato di te Duncan, e credimi, se fossi gay, tu saresti l’ultimo ragazzo di cui vorrei innamorarmi. 

 

Il fatto è che non voglio problemi con te, né tanto meno con i tuoi amici, ecco perché mi sono fatti gli affari miei, non sopporto chi fa la spia. 

 

“Sai, ti credevo molto più stupido di quello che in realtà sei, ma non pensare che con questa “buona azione”, ti lascerò in pace. 

Gli sfigati sono le mie prede preferite, ormai dovresti saperlo. 

 

“Si, in questi anni me ne sono accorto, ma una cosa te la devo chiedere. 

Se proprio devi dare fastidio a qualcuno, prenditela con me, lascia stare i miei amici e Courtney, se proprio non hai nulla da fare almeno risparmia loro. 

 

“Questo non te lo posso garantire. 

Per gli altri sfigati dei tuoi amici non c’è problema, ma sai, non hai idea di quanto mi piaccia stuzzicare la principessa, quindi facciamo che lei me la tengo come jolly, ok? 

 

“Hai una ragazza, perché non stai con lei invece che rompere le scatole a Courtney? 

 

 

-Il punk si fermò un secondo. 

In effetti non aveva un motivo preciso del perché lo facesse. 

Lei lo odiava a morte, si vedeva, ma ciò non bastava a convincerlo a lasciarla stare. 

 

 

“Si è vero ho una ragazza, ma lei non centra nulla con i miei modi di fare. 

E poi, Gwen è anche un mezzo cadavere, con la principessa almeno qualche litigata buona me la posso fare no? 

 

 

-Trent era disgustato. 

Avrebbe voluto urlargli in faccia tutto il ribrezzo che provava nei suoi confronti, ma non voleva attirare l’attenzione di tutti, poi con quel tipo non ne valeva la pena. 

 

“Se pensi che la tua ragazza non sia alla tua altezza, perché non la lasci? Faresti più bella figura. 

 

“Perchè dovrei? Gwen è uno schianto!  

L’unico problema è che per me sta diventando un bel penso morto! 

Però anche la principessa ammetto che ha un fisico niente male, scommetto che a stare con te prima o poi andrà in astinenza! 

 

 

-A sentire ancora quelle parole, l’animo di Trent stava diventando vuoto. 

Non era né arrabbiato né triste, provava solo profonda pena per lui. 

 

Pensava a come poteva essere possibile che una persona potesse arrivare a pensare cose del genere, ma nel mondo non sono tutti buoni e bravi, e i fiori possono anche appassire e diventare marci. 

 

“Per me Gwen è una brava ragazza, forse sei tu che non la valorizzi abbastanza. 

Hai mai provato a chiederle come sta? O a chiederle i suoi interessi. 

Gwen è un giocattolo per te, si vede lontano un chilometro. 

 

 

-Dopo queste parole, il punk si avvicinò pericolosamente a Trent, ma sentendo lo sguardo della preside su di se, si fermò a distanza di sicurezza. 

 

“Visto che il nostro caro Elvis la pensa così, che ne dici di fare uno scambio equo? 

 

-Aveva capito dove voleva arrivare, ma stavolta non voleva essere sotto a lui, ne aveva abbastanza. 

 

“Un mese, un mese in qui la principessa starà in mia compagnia, mentre Gwen starà con te. 

Consideralo uno scambio di fidanzate, nulla di più nulla di meno. 

 

In caso uno dei due si arrenda, non potrà più stare ne con una, ne con l’altra, ci stai? 

 

 

-Duncan gli tese la mano con lo sguardo di sfida. 

 

Trent non voleva accettare, non voleva che Courtney stesse in sua compagnia, non sapeva cosa avrebbe potuto fargli. 

Ma soprattutto, voleva che la lasciasse definitivamente in pace. 

 

“Ritenta Duncan, sarai più fortunato. 

E poi Courtney non è così stupida da stare con un ragazzo come te, ora se vuoi scusarmi, ci stanno chiamando... 

 

-Se ne andò senza nemmeno guardarlo negli occhi e rientrò in aula. 

 

Duncan restò qualche secondo a fissarlo, per poi sussurrare qualcosa tra se e se. 

 

“Tranquillo Elvis, non mi piace chi rifiuta le mie sfide, farò in modo che accetterai questo piccolo accordo... 

 

-Anche il punk rientrò in classe, non essendosi però accorto che una persona aveva ascoltato tutta la loro conversazione, e se ne andò via piangendo. 

 

 

Nel frattempo, Courtney stava controllando se le fosse venuta la febbre, cosa he fortunatamente non aveva. 

 

Mise apposto il termometro e si preparò un bel tè caldo, ignorando l’ennesimo messaggio da parte di Trent. 

 

Adorava i ragazzi che si prendevano cura di lei, ma a volte diventava davvero esagerato. 

 

Ignorava i suoi messaggi e le sue chiamate da giorni, nonostante non fossero nemmeno tropo ripetitive. 

 

Non gli andava di sentirlo, voleva stare per un po' di tempo da sola, e ovviamente lui non lo sapeva. 

 

Ormai sembrava come se stesse trovando una buona scusa per lasciarlo, anche se dentro di se non lo voleva ammettere. 

 

Spense il telefono e lo appoggiò sul comodino della sua stanza. 

Decise di accendere la televisione e di guardare il primo film che le capitò sott’occhio, finendo poi per addormentarsi. 

 

Si risvegliò 2 ore dopo con il suono del telefono che arrivava a momenti anche nel giardino dei vicini. 

 

Pensando fosse Trent, la ragazza si era finalmente decisa a rispondergli, ma non si trattava di lui. 

 

A chiamarla era un numero sconosciuto, e non sapendo di chi poteva trattarsi, rispose. 

 

Al telefono una voce molto familiare invase le sue orecchie, e purtroppo, anche il profondo dei suoi timpani. 

 

“Principessa! Ci hai messo un pochino a rispondere! Come stai? Oggi non ti ho visto a scuola, strano. 

 

“Duncan? Cosa vuoi? E perché mi stai chiamando? E soprattutto perchè con lo sconosciuto? 

 

“Sai com’è, se sapevi che a chiamarti ero io, probabilmente mi avresti attaccato in faccia subito, sono o non sono un genio eh? 

 

“Quello che so è che sei un idiota, allora mi dici cosa vuoi? 

 

“Ma insomma principessa, chi ti ha insegnato le buone maniere eh? 

Ti ho chiamato perchè ero molto preoccupato per te, e questo è il ringraziamento? 

 

“Duncan sto per riattaccare, dimmi perché mi hai chiamato altrimenti scordati la mia voce per il resto della tua esistenza. 

 

“E va bene va bene, mica c’è bisogno di scaldarsi così tanto. 

Volevo solo tenerti informata di una cosuccia, una cosa piccola che è successa oggi con il tuo caro Elvis. 

 

“In che senso? Che cosa gli hai fatto? Se scopro che... 

 

“Tranquilla non gli ho fatto nulla, non sono così stupido da picchiare la gente in pubblico. 

 Volevo solo dirti che dopo la chiacchierata con il tuo principe azzurro, sono entrato un secondino in segreteria perché mi era stato chiesto un favore dal vicepreside. 

Questa cosa è molto curiosa sai, perché proprio li frugando nei tuoi archivi, ho scoperto che il tuo paparino ha fatto affari con la preside per darti qualche credito in più, ho ragione giusto? 

 

 

-Courtney rimase paralizzata. 

Era convinta che quei documenti fossero tenuti al sicuro in una cassaforte, ma a quanto pare non era così. 

 

Era sicura di riuscire a passare tutti gli esami proposti per l’università, ma per non rischiare, aveva chiesto aiuto ai suoi genitori, che avevano trovato un accordo con la preside. 

Il problema è che se li avessero scoperti, lei avrebbe raschiato l’anno e la preside la carriera, compresi i suoi genitori. 

 

 

“Devo dire che sono rimasto molto sorpreso da te. 

La perfettina che non sbaglia mai un colpo e che pretende che tutto sia in ordine e preciso, si fa pagare qualche credito in più. 

Come è bizzarra la vita vero? 

 

“Duncan ascoltami bene, nessuno deve sapere di questa storia hai capito? Altrimenti quando ti vedo ti faccio fuori con le mie stesse mani... 

 

“Tranquilla principessa, io non dico nulla a nessuno, ad una sola condizione però.... 

 

Dovrai... 

   
 
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