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Autore: annapuff    05/01/2023    0 recensioni
Yoongi e Isabel si sono incontrati all'aeroporto così proprio come il fato aveva deciso.
Entrambi ormai divisi da tre anni, provano ad andare avanti con le proprie vite e i propri problemi.
Continuano a essere separati, lei alle Hawaii dalla madre, e lui in tour con gli altri membri.
Ci troviamo nel 2017 che prospetta tante tragedie, tanti personaggi sia vecchi che nuovi e anche scandali!
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maybe it's fate'
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CAPITOLO 17 WHAT HAPPEN?
26 APRILE 2017
Isabel sarebbe dovuta ritornare quasi immediatamente a Seul, dopo aver avuto il fascicolo dalla madre, però aveva deciso per una volta di procrastinare.
Aveva bisogno di tempo, specie dopo essere stata con Yoongi.
Si era recata a Chicago senza informare il padre, ed era andata alla clinica, per quasi due settimane.
Win-hoo era rimasto alle Hawaii leggermente riluttante, ma alla fine non aveva voluto imporre la sua presenza alla ragazza, che per una volta aveva preso la scelta giusta, fare terapia e sviscerare tutto con il dottor Miller.
Isabel, non si poteva considerare in ottima forma, ma aveva accettato gli avvenimenti, e anche se sofferente, aveva deciso di mandare avanti la sua decisione.
Avrebbe sempre avuto un vuoto nella sua vita, ma ormai aveva condiviso il peso del suo segreto, ed era finalmente libera dal suo fardello.
Il ventisei aprile, fece finalmente ritorno a Seul, pronta a tornare alla vita di tutti i giorni.

Appena arrivata a casa, per prima cosa si reco dal padre a lasciare l’originale del fascicolo, a cui però aveva fatto una copia segreta e già lasciata nelle mani sicura di Chin-hae.
Entrò nell’ufficio del padre, dopo aver ricevuto il permesso.
“Ti c’è voluto un bel po’” disse l’uomo senza degnarla di uno sguardo.
Lei trattenne uno sbuffo risentito, era tornata alla sua prigione. Era di nuovo nelle grinfie di suo padre.
Si avvicinò alla scrivania con andamento lento, cercando di non far prevalere l’irritazione nel trovarsi lì.
“La tua ex moglie, sa essere una persona difficile” disse schietta lasciando il fascicolo sul tavolo.
Lui alzò gli occhi su di lei per una frazione di secondo.
“Non avevi i capelli corti?” chiese riluttante.
Isabel si fece sfuggire uno sbuffo risata, e lo guardò esterrefatta.
“Si, fai caso hai miei capelli? Da quando?” chiese lei stupita.
“Non avevo apprezzato il taglio” disse tagliente.
“Quando mai apprezzi qualcosa?” chiese lei con ironia nella voce, scuotendo il capo leggermente.
“Hai da dirmi qualcosa?” chiese poi lui.
Lei s’ immobilizzò ad osservarlo, cercando di avere l’espressione più neutra possibile.
“Dovrei riferirti qualcosa?” chiese lei con voce ferma.
Stava per muovere la sua mano verso il collo, dove un tempo c’era la sua collana, ma era riuscita a rimanere immobile continuando ad osservare il padre, cercando di non far aumentare il panico. Suo padre non poteva sapere di Yoongi, era impossibile che fosse arrivato anche a quello.
“Choi Chung-hee” sibilo il nome del ragazzo.
Isabel lo guardò con finto stupore in volto.
Si sentiva profondamente sollevata, poiché si stava riferendo a lui e no a Yoongi.
“Ah…” disse solo, non sapendo bene come rispondere. Trovava in quel preciso momento suo padre fin troppo criptico, non aveva il minimo sentore di come avesse potuto reagire a Chung-hee.
“Strano, mia figlia che non ha niente da dire, non è da te” disse lui sbalordito, ridacchiando.
“Che cosa dovrei dire?” chiese lei con un’alzata di spalle, continuando a rimanere impassibile.  
“Nulla, è un’ottima scelta. L’Hawaii ti hanno fatto bene. Prendi il whiskey dalla vetrinetta. Ti sei meritata un bicchiere.” Alla fine decise di approvare quella scelta, concedendole un premio.
“Cosa?” disse lei, spalancando la bocca, sconvolta senza riuscire a trattenere lo stupore a quel consenso.
“Choi Chung-hee è venuto da me a parlare, ragazzo giudizioso e molto educato. Mi ha detto che è intenzionato a uscire con te. Gli ho dato l’autorizzazione. Hai scelto bene, la sua famiglia è molto in alto nella scala gerarchica ed importante.”
“È venuto da te?” chiese lei sempre più stupita.
“Si.” Disse lui guardandola come se fosse stupida.
“Prendo il Whiskey.” Disse lei voltandosi e dirigendosi verso la vetrinetta, leggermente scossa.
Chung-hee aveva agito con molta furbizia andare prima da suo padre, sicuramente anche con qualche regalo, a chiedere il permesso, era stata una mossa giusta.
Era arrivata al punto di non ritorno, non sarebbe mai potuta tornare indietro.
 
Prese la bottiglia di Whiskey uno dei più costosi naturalmente.
Portò i due bicchieri e la bottiglia sul tavolino, perché il padre si era spostato sul divano, e verso l’alcool, porgendo il bicchiere.
“Quindi approvi?” chiese lei insicura, non credendoci.
“Si. Ti sto dando anche il Whiskey. Aigoo, te ne intendi hai preso la bottiglia più costosa” annuì lui sorseggiando dal suo bicchiere.
“Certo. Non sono tuo figlio” rispose lei con tono sprezzante.
“Quell’incompetente, riesce a scegliere sempre la bottiglia meno costosa” scosse il capo con diniego l’uomo.
“Non puoi sposarti però” disse poi studiandola attentamente.
“Non era nei miei piani.” Disse secca lei, celando l’orrore a quella possibile situazione futura, il matrimonio era l’ultimo dei suoi piani.
“Perfetto, direi che hai messo giudizio finalmente. Fra tre c’è il party per l’anniversario dell’azienda, devi venire.” Disse lui informandola di ciò.
“Devo portare anche lui?” chiese lei alzando leggermente il sopracciglio.
“Si. Direi di si.” Sogghignò l’uomo “Se hai finito, puoi andare.”
“Torno a lavoro lunedì” disse lei per poi bere l’ultimo goccio di alcool e alzarsi.
“Come vuoi.” Disse lui non infierendo stranamente e lasciandola andare.
Isabel uscì fuori dall’ufficio del padre, leggermente incredula dall’atteggiamento dell’uomo.
Scosse la testa e prese il telefono per mandare un paio di messaggi e si avviò per lasciare l’azienda, aveva altro da fare.
 
ORE DOPO
Isabel si trovava nell’ufficio di Chin-hae, entrambi stavano parlando del fascicolo del padre e delle ricerche che aveva provato a fare l’uomo.
“Non trovo nulla su questa ragazzina, almeno non nel mio database, ma penso perché non faccia parte dell’elitè di Seul” le disse Chin-hae, che aveva avuto comunque poco tempo per fare delle ricerche.
“Forse è una perdita di tempo?” chiese lei indecisa.
“Non lo so, sicuramente è rischioso rintracciarla. Se mai dovesse essere ancora viva.” Disse lui scettico, pensando che il signor Kim si fosse liberato di quella ragazza, cosa molto probabile, aveva fatto la stessa cosa con il suo segretario personale.
“Sull’incidente d’auto nessuna prova contro mio padre vero?” chiese Isabel, sperando in qualcosa.
“No, il rapporto dice un guasto ai freni, e tuo padre era a casa quella sera. Niente può essere collegato a lui. A parte il biglietto, ma non è una prova attendibile” disse lui prendendo il biglietto tra le mani e passandolo alla ragazza.
“Dici che ho fatto bene a non darlo a mio padre?” chiese lei guardando il biglietto e rileggendo la scritta.

nessuno mi manca di rispetto. Mai. 
Avrai solo il lutto a tenerti compagnia, è quello che ti meriti.

“Non penso che se ne accorgerà. Non è utile, non c’è scritto molto, e non c’è una data.” Scosse il capo Chin-hae.
“L’unica prova e la testimonianza di quella ragazza, che non si sa dove sia?” chiese lei per avere conferma.
“Si. Sarà dura trovarla. Sicura di volerlo fare?” chiese lui, osservando la ragazza impensierito.
“No, non ne sono sicura, vorrei solo parlare con lei. Capire. Forse può essere utile per il mio libro, tu che ne pensi?” chiese lei credendo molto al parere dell’uomo, Chin-hae non era solo un socio, era una delle persone su cui ormai faceva affidamento per qualunque cosa.
“Pensavo che avresti voluto chiudere con il libro… Dashimen mi ha chiamato” disse lui indeciso di comunicarle quell’ informazione.
“Ti ha detto di Yoongi, immagino lui sappia tutto”
“Si, Yoongi si è confidato con lui, mi ha raccontato anche della vostra litigata…”
“Comprendo. Ti eri fatto l’idea che avrei rinunciato a tutto?” chiese lei poco convinta.
“Si, Dashimen ha detto che aveva deciso di andare avanti.”
“Mmh… questo non significa che io non voglia vendicarmi. E non voglia prendermi tutto. Rinunciare a lui e provare ad andare avanti, non cambia l’obiettivo. Non voglio vivere come se stessi camminando sulle uova sempre e comunque.” Provò a spiegare lei.
“Lo vuoi fare per te stessa?” chiese lui strizzando gli occhi, non credendole poi molto, lei non aveva mai combattuto per se stessa, ma unicamente per quel ragazzo, così come Do-yoon aveva fatto a sua volta in passato.
“Ci voglio provare…. Ah Chin-hae, non ho il dossier di Chung-hee, perché non sta nel materiale di Do-yoon?” chiese poi lei con interesse.
“Non c’è neanche il mio o Dashimen se hai notato… sono fascicoli che Do-yoon non voleva, sapeva tutto. Stessa cosa per me, sai che sono tutti miei, non avevo bisogno di quello di Chung-hee”
“Perché lo conoscevi anche tu?” chiese lei titubante.
“Sai che Do-yoon conosceva Chung-hee?” chiese stupito.
“Si, me l’ha detto lui, Chung-hee intendo”
“Ah.. comunque si lo conosco anche io, no bene come Do-yoon. C’è stato il periodo in cui Do-yoon era sempre bersagliato dalle minacce di suo fratello, e diciamo che… un giorno non era messo molto bene. Degli uomini si sono accaniti contro di lui. L’ho dovuto portare via.” Disse chiudendo per un attimo gli occhi al solo dover ricordare quel terribile giorno.
“Sapevamo che Chung-hee era andato via in America. Il migliore amico di Do-yoon, mi ha chiesto di rintracciarlo per allontanare Do-yoon per un po’.”finì di spiegare l’uomo.
“Mmh… sarebbe?” chiese lei confusa, non sapendo di quest’altro amico, Do-yoon le aveva tenuto nascosto fin troppo bene i suoi amici.
“Il reporter di cui non ti ha dato il contatto, era il migliore amico di Do-yoon…non ti dirò il nome, Do-yoon non voleva che lo sconoscessi”
“Chin-hae? Sai per caso cosa stava scritto sulla lettera di Yoongi?” chiese poi lei assottigliando lo sguardo.
L’uomo si fermò ad osservarla incuriosito.
“No…” sussurrò.
Lei aggrottò la fronte pensierosa.
“A cosa stai pensando?” chiese l’uomo, riconoscendo lo sguardo della ragazza che voleva dire solo che: avesse la testa in moto.
“Do-yoon ha scritto a Yoongi, ha lasciato persone di fiducia a me, ma no il suo migliore amico, no il reporter” insinuò lei.
“Mmh…. Sei più intuitiva di quanto ti giudicasse Do-yoon…” sospirò lui per poi sorriderle complice.
“È l’unico motivo di come sia entrato in contatto con te e Dashimen, tu mi hai detto di non aver mai visto Yoongi di persona, c’è un tramite.” Disse lei come se fosse tutto così scontato.
“Non avrai quel tramite, lui non voleva.” Disse.
“Non m’importa…. Però ho un altro dubbio. Questo tramite  che ormai ho capito è il reporter, se sta da Yoongi è al corrente della storia, quindi anche Chung-hee?” chiese lei con sospetto.
 “Io conosco la tua storia dal principio, Dashimen anche perché ha dovuto indagare. Ma sono certo che il migliore amico di Do-yoon, l’abbia saputa tutta per intero il giorno prima della sua morte, Chung-hee non c’era durante il discorso, è venuto dopo a trovare Do-yoon, ma non so di cosa abbiano parlato.”
“Comprendo… Chung-hee è andato da mio padre, ha chiesto il consenso ad avere una relazione con me” disse lei nervosa, abbassando lo sguardo per un attimo sulle sue mani. Si posse leggermente sulla sedia a disagio sporgendosi e sul tavolo e afferrando il pacchetto di sigarette di Chin-hae.
“Direi che è tardi per tirarti indietro ora…” sospirò lui dopo un attimo di riflessione a quell’informazione.
“Si, immagino di si. Ho bisogno che la notizia trapeli, Porterò Chung-hee al party aziendale con me.”  Disse lei prendendo coraggio e passando una sigaretta a Chin-hae, che era intento a studiarla.
“Non credi di correre un po’ troppo?” chiese lui titubante.
“Non lo so, ma è l’unico modo perché Yoongi si renda conto che io stia andando avanti. Mio padre con questo lo lascerà stare. In sordina indagheremo su quella ragazza del fascicolo.”  Disse lei con convinzione nella voce.
“Hai qualcos’altro in mano tua?” chiese poi Chin-hae
“Alcuni illeciti della succursale di Chicago. Scambio di soldi, nulla d’importante.”
“Meglio di niente, abbiamo sempre quegli appalti che ha corrotto nella lista di reati.”
“Si, ma è sempre poco.”
“Penso che tu ti debba dedicare a tuo fratello, lo so che è faticoso per te, ma dobbiamo eliminare prima lui.” disse conciso Chin-hae.
“Ci proverò… Vado ora, devo vedermi con Chung-hee”
“Isabel…”
“Si?” disse lei in piedi, lo guardò sapeva cosa stava per chiederli, l’unica cosa di cui non avevano parlato.
Gli avrebbe chiesto di lui.
“Chiamalo, fallo tornare, lui può aiutarti con le ricerche.”
“È con Hoseok, sta bene con lui. Forse lui riuscirà a differenza mia ad avere il suo amore” disse con tono deciso lei, non avrebbe richiamato Dashimen, l’avrebbe lasciato fuori dalla sua vita.
“Te l’ha detto finalmente?” chiese con un sorriso.
“No, ma lo so che è lì per lui, non sono scema” disse lei sorridendo appena.
“Dovresti risolvere, non puoi stare sola”  disse l’uomo scuotendo il capo, pensando che i due ragazzini avrebbero dovuto risolvere tra di loro, sapeva di quanto soffrissero entrambi a stare lontani, anche se lo celavano tutti e due piuttosto bene. 
“Non sono sola, va bene così. Vado ora.” Sorrise tristemente lei, per poi andare veramente via.
Chin-hae guardò la porta scuotendo di nuovo il capo. Prese il telefono sulla scrivania e incominciò a digitare un messaggio.
-Dobbiamo parlare, della ragazzina e del tuo amico Chung-hee-
Lasciò andare il telefono, pensando che dovevano mettere fine a quella relazione sul nascere, e Hae-eun doveva far ragionare il suo amico, allontanandolo dalla ragazzina.
 
29 APRILE 2017
La sala era gremita di gente, c’erano veramente tante persone per l’anniversario dell’azienda, suo padre a quanto sembrasse aveva deciso di fare proprio le cose in grande.
Prima del party, aveva parlato con il padre che le aveva ordinato di parlare con le persone solo se fosse stato strettamente necessario, lei aveva acconsentito come sempre davanti a lui, per continuare a tenere i rapporti pacifici.
Lei era arrivata con Chung-hee, alcuni giorni prima avevano parlato di suo padre e di come sarebbero andate le cose tra loro due.
Erano giunti a conclusione che sarebbero stati una coppia, e che avrebbero mandato avanti la conoscenza iniziata alle Hawaii. 
Lei di conseguenza aveva messo il braccialetto di Chung-hee al polso come a suggellare quella proposta.

Era quasi a metà party, il numero di bicchieri di Champagne era in contabile, era riuscita a bere ogni qualvolta che Chung-hee si era distratto abbastanza.
Si trovava al tavolo del buffet, per prendere un altro bicchiere, dato l’assenza del ragazzo che stava parlano di affari con alcuni uomini.
A un certo punto, una mano si posò delicatamente sulla sua spalla, come una carezza leggera.
Isabel si voltò, per capire chi fosse, super convinta che quel tocco non fosse quello del suo attuale ragazzo.
Rimase quasi freddata sul posto, mentre guardava la donna di fronte a sé.
Quasi non riconoscendola, vestita di Gucci e tutta agghindata per il party.
Posò per un attimo lo sguardo sulla mano sinistra della donna, soffermandosi sull’anulare, spoglio dalla fede.
Rialzò lo sguardo su di lei incerto, mentre la donna di fronte a lei sorrideva tranquilla.
“Signorina Kim, che piacere incontrarla di nuovo” soffiò lei sorridendo appena.
“Signorina Park” disse in un sussurrò.
“Non sembravi essere una persona che rimane stupita dagli eventi” disse Jisoo continuandole a sorriderle, si spostò leggermente avvicinandosi al tavolo per prendere un bicchiere di Champagne anche lei.
“Come mai è qui?” chiese con sospetto.
“Sono stata invitata.” Disse lei per poi bere un sorso.
“Spero che il party sia di suo gradimento” provò a dire gentile Isabel, ma non riuscendoci poi molto. Continuava a non capire come lei potesse essere lì.
“Le va di uscire fuori?” chiese Jisoo, continuando a sorriderle affabile.
“Si, così mi potrà dire chi l’ha invitata” sorrise a sua volta Isabel in modo falso.
“Certo, con piacere” disse la donna per poi far strada a Isabel che la seguì, continuandola fissarla in modo sospettoso.
Si era completamente dimenticata dell’esistenza di Park Jisoo, e non aveva la minima idea di chi l’avesse mai potuta invitare lì, la famiglia Kang non era tra gli invitati, erano persone di poco conto.  Famiglia con cui molto probabilmente Jisoo aveva tagliato tutti i ponti, dato l’assenza della fede.

Finalmente arrivarono fuori, Isabel armeggiò con la sua piccola borsa tirando fuori un pacchetto di sigarette, guardò Jisoo di fronte a lei leggermente appoggiata al cornicione del balcone, dove aveva poggiato il suo flûte di champagne.
“Sigaretta?” provò a fare la persona educata Isabel, Jisoo tornò a puntare gli occhi sulla ragazza e annuì con il capo e accettò la sigaretta.
“È la prima volta che mi trovo a un party del genere, immaginavo grandi cose, è un po’ deludente” disse la donna pensierosa, per poi accendersi la sigaretta.
“Ha divorziato?” chiese Isabel, lasciando stare le buone maniere.
“Si… un mesetto fa, ho dovuto.” Disse con tono leggermente tremolante.
“Per lui?” chiese Isabel stupita, riferendosi a Namjoon.
Jisoo, rimase in silenzio a contemplare il giardino di sotto, e cominciò a fumare, leggermente nervosa.
“Signorina Park?” chiese Isabel con decisione nella voce.
“ Unnie… puoi chiamarmi unnie.” Disse lei tornando ad osservare Isabel che la guardava con disappunto.
“Non credo sia il caso…” disse Isabel leggermente indecisa.
“Non ti ho fatto nulla di male, non capisco perché mi tratti in modo scontroso, come se fossi più importante di me” disse tra i denti Jisoo, infastidita dal comportamento della ragazza.
“Non mi fido, di te.”
“Per lui? Non gli farei del male.” Disse schietta.
“La tua storia personale, mi fa pensare di sì. Il signor Kang era molto ricco, e pronto al matrimonio con un’altra prima che arrivassi tu e lo ingannasti.” Sputò fuori Isabel con rabbia.
“Tu non sai i fatti, non c’eri.” Soffiò Jisoo, assottigliando lo sguardo.
“Ah no? Non ti sei approfittata di lui una sera da ubriachi e sei rimasta incinta?” sibilò Isabel per poi darsi a una risata sarcastica. “Ah, no! Scusami non eri rimasta incinta, hai solo finto. Come hai finto di perdere un bambino mai esistito.” Disse con disprezzò la ragazza.
Jisoo rimase ferma a guardarla con odio, lasciò andare la sigaretta e distolse lo sguardo.
“Devo continuare? Vuoi parlare di come hai ottenuto il lavoro alla Big-hit?”
“No. Non c’è bisogno. A quanto sembra hai una idea chiara di me.” Disse tra i denti la donna, continuando a guardare altrove e stringendo con forza il flûte di champagne.
Isabel aggrottò la fronte, leggermente interdetta dal tono di voce usato dalla donna, non sembrava adirata con lei per le insinuazioni, e neanche infastidita, sembrava essere rassegnata e a tratti triste. Rimase in silenzio a corto di parole, qualcosa non andava, qualcosa non era chiaro come pensava.
Rimasero così ognuna nel proprio silenzio, immerse nei propri pensieri.
Isabel si mosse leggermente e si appoggiò anche lei al cornicione del balcone, guardò Jisoo per un attimo che contemplava di sotto.
Sentì un brivido di terrore farsi largo per tutta la colonna vertebrale, e il ricordo di sua madre con gli occhi vacui e i capelli al vento vicino a un balcone, si fece largo nella sua mente.
Deglutì a vuoto, continuando a guardare la donna al suo fianco con i capelli scuri e gli stessi occhi di sua madre, spenti, vuoti.
Una voce arrivò alle spalle delle due donne facendole sobbalzare entrambe.

“Ecco qui le mie due donne proferite” disse con voce viscida Kim Joon Bin avvicinandosi a loro con un sigaro in mano pronto ad accenderlo.
Isabel guardò prima il padre e poi Jisoo, leggermente sconcertata.
“Vedo che ti sei presentata da sola a mia figlia, pensavo che l’avremmo fatto insieme.” Disse l’uomo avvicinandosi a Jisoo e poggiandole una mano sulla spalla, come a segnarne il possesso.
Isabel sgranò gli occhi e guardò entrambi con orrore.
“Io.. sono fan di Isabel sui social, non ho resistito. Mi dispiace” si scusò Jisoo, con tono fermo della voce, guardando negli occhi l’uomo e sorridendo appena, cercando di avere un’espressione dispiaciuta sul viso.
“Oh! Non lo sapevo, Isabel continua ad avere sempre più successo di recente.” Disse con tono rude, leggermente infastidito dalla popolarità della figlia.
Isabel in risposta fece un sorriso falso.
“Si è solo presentata. Non ha detto nulla di quello che sto vedendo di fronte a me. Cos’è questa novità?” chiese con tono sprezzante.
“Ah, pensavo ti fossi presentata come la mia compagna” si rivolse a Jisoo, ignorando la figlia.
“No… mi sono solo presentata, stavamo parlando di vestiti. Non le avrei dato la notizia senza di te” annuì con il capo in modo servizievole.
Isabel guardava con sospetto la scena di fronte a lei, e leggermente atterrita, senza sapere bene cosa stesse succedendo. Pensando però che quella situazione non avrebbe portato a  nulla di buono, e in special modo a lei.
“Sei stata brava, veramente brava” disse l’uomo stringendo di più la presa sulla spalla di Jisoo che continuò a sorridere impassibile.
“Quindi?” chiese infastidita Isabel, volendo delle risposte.
“Ho rincontrato Park Jisoo, mentre eri alle Hawaii, lei è una vecchia conoscenza, e dall’ora abbiamo deciso di frequentarci. Ho pensato che ti servisse una figura materna, dato che tua madre non è stata all’altezza, così come si è voluto dimostrare nell’ultimo periodo”
“Non credi che io sia un po’ troppo grande per essere in cerca di una figura materna” disse lei sprezzante, e inorridita. Si passava con Jisoo all’incirca una decina di anni, era troppo giovane per farle da madre, e anche per stare con suo padre.
“Allora sarà una tua amica, te ne serve una, non ne hai nessuna.” Disse sogghignando in modo sprezzante.
Isabel guardò Jisoo di nuovo cercando di capire cosa la donna stesse realmente combinando, ma non riuscì a incontrare il suo sguardo poiché era a testa bassa, e stava contemplando le sue mani che teneva strette all’altezza del grembo.
“Grazie per questa offerta, ma sono piuttosto impegnata per avere amicizie.”
“Ah troveremo un modo per farti liberare e uscire qualche volta con Jisoo. Cara, ti piacerebbe passare del tempo con la mia adorata figlia?” chiese lui
“Certo.” Risposte secca Jisoo, alzando di nuovo lo sguardo e sorridendo a disagio, senza però guardare di nuovo Isabel.

“Joon Bin! Ecco dov’eri, la stavamo cercando, entri, entri, ti ho portato un whisky per la sua collezione” disse un uomo arrivando e interrompendo improvvisamente l’assurdo quadretto familiare che si era venuto a creare.
“Oh, Chang-so,  vecchio furbastro, immagino che vuoi assaggiarlo con me” rise il signor Kim rivolgendosi all’uomo che l’aveva chiamato.
“Ah, mi conosci bene amico mio” ridacchiò l’uomo.
Isabel continuava a guardare tutto inorridita dalla situazione, senza aver bene capito come fosse possibile che tutto ciò si fosse venuto a creare.
“Bene direi di entrare, fumerò dopo il sigaro. Jisoo, mi fai compagnia dentro?” chiese rivolto alla donna al suo fianco che continuava a rimanere immobile.
“Certo con molto piacere” sorrise lei in modo amorevole.
“Isabel?” chiamò il padre.
“Io andrò a cercare Chung-hee” disse la ragazza, che voleva solo correre in bagno per informare Chin-hae degli avvenimenti appena scoperti.
“Perfetto vai dal tuo ragazzo, ti farò avere il numero di Jisoo così potrete incontrarvi per un thè”
“Perfetto!” trillò Isabel falsamente e salutando tutti con un cenno del capo.

“Aigoo, tua figlia si è fidanzata?” chiese Chang-so strabiliato, mentre faceva strada verso l’interno e Isabel rimaneva un attimo fuori in ascolto.
“Si, con Choi Chung-hee, non potevo dirgli di no” disse con solennità il signor Kim.
“Aigoo, mi sa che sono arrivato in ritardo, ti avrei proposto qualcosa con mio figlio Chang-Dae- hyun, lo ricordi giusto?” disse il signor Chang.
“Ah.. a saperlo prima, ormai ho dato la mia approvazione” disse desolato il signor Kim, posando poi la mano sul fianco di Jisoo e facendo strada verso l’interno.
 
Isabel rimase ferma con la fronte aggrottata, esterrefatta dalla situazione. Si appoggiò con la schiena al cornicione sbattendo un paio di volte gli occhi.
Ne sarebbe venuta a capo in qualche modo. Chiuse gli occhi stanca e inclinò leggermente la testa all’indietro.
Il nome Chang-Dae-hyung risuonava nella sua testa, ne aveva già sentito parlare, forse in qualche specie di affare fatto in azienda.
Sospirò, stanca, scuotendo il capo.
Si passò una mano sul collo, toccando la collana di diamanti per un attimo, per poi far penzolare il suo braccio contro il suo corpo.
Quella non era la sua collana.
Se la sarebbe dovuta riprendere, invece aveva detto a Jin di tenersela.
Anche se sofferente era stata la scelta giusta, specie con Jisoo al fianco di suo padre, sicuramente ciò non avrebbe portato niente di buono.
“Isabel?” chiamò Chung-hee avvicinandosi a lei.
Isabel si rimise dritta e aprì gli occhi per guardarlo.
“Tutto bene?” chiese lui con tono preoccupato.
“Si, tutto bene, prendevo un po’ d’aria, mi sentivo un po’ soffocare dentro” sorrise gentile lei.
Lui si avvicinò e le prese la mano tra le sue con far rassicurante.
“Riesci a resistere ancora per un’oretta? Poi proviamo ad andare via, è ancora un po’ presto” disse lui cercando di confortarla.
“Si dovrei riuscirci” annuì lei.
Lui si avvicinò a lei, e le diede un leggero bacio sulle labbra, erano soli in balcone poteva tranquillamente farlo.
“Forza resisti, ci sono io con te” sorrise lui con dolcezza.
“Si ci sei tu con me, forse è il caso di rientrare” sorrise lei con dolcezza e prendendolo per mano.
Entrambi rientrarono dentro insieme, come una coppia vera e propria.
 
Chung-hee e Isabel continuarono a passare la serata vicini, parlando con chi capitava, però la ragazza si trovava con la mente un po’altrove.
Con lo sguardo cercava sempre di tener d’occhio suo padre e Jisoo, cercando di comprendere al meglio come fosse stata possibile quell’unione.
La serata stava quasi volgendo a termine, e i bicchieri di Champagne erano notevolmente aumentati, creando preoccupazione nel ragazzo che cercava di sorreggerla al suo fianco.
“Vado un attimo in bagno” disse Isabel con tono leggermente piatto e provando a sorridere a Chung-hee.
“Va bene, dopo andiamo via, direi che hai bevuto fin troppo” provò a dire il ragazzo.
“Oh, si portami via da qui ti prego” disse lei scuotendo leggermente il capo.
“Si, ti porto via,” disse lui lasciandole la mano e osservandola da lontano mentre la vedeva recarsi verso il bagno, e stranamente mantenendo l’equilibrio.
La guardò con preoccupazione, pensando che il livello di alcool doveva far stramazzare al suolo, invece sembrava stranamente sobria.
Appena lei sparì dalla sua vista, si voltò incrociando lo sguardo di Hae-eun, anche solo con uno sguardo entrambi si capirono alla perfezione, e Chung-Hee decise di lasciare la sala per dirigersi verso il terrazzo.
 
“Ehi, ci sono veramente molte foto tue e della ragazzina” disse Hae-eun avvicinandosi al cornicione dove Chung-hee era appoggiato.
Cercando di non attirare troppo l’attenzione su di loro.  
Hae-eun si appoggiò con le spalle, con lo sguardo fisso verso il salone, senza far capire a nessuno intorno, a lui che stessero avendo una conversazione, mentre Chung-hee rimaneva con lo sguardo fisso sul giardino di fronte a lui, appoggiato con i gomiti al cornicione.
“Vuoi pubblicarle?” sussurrò.
“Non lo farei mai senza il tuo consenso, lo sai”
“Puoi farlo, se non crea problemi a lei, lo sai non m’importa molto” disse continuando a rimanere con lo sguardo fisso sul giardino.
“Non dovrebbe crearle problemi, il padre ti ha dato l’autorizzazione.” Disse secco Hae-eun, con un leggero tono di risentimento nella voce, che Chung-hee colse subito.
“Dovrei chiederti come lo sai, ma sinceramente non m’importa neanche di questo”
“Sono lontani i tempi di quando ti importava qualcosa” gli rispose piccato Hae-eun, scrollando le spalle infastidito.
“Cosa non approvi?” chiese con tono neutro, sapendo che sarebbe arrivata la ramanzina.
“Dovresti trovarti qualcun’altra. Ti spezzerà il cuore.” Disse con tono rude.
“Dubito che il mio cuore si possa spezzare di nuovo. Non amerò mai, come ho amato Ae-cha. Dovresti saperlo”  sospirò lui leggermente irritato, da dover ribadire fatti di cui l’amico era al coerente.  
“Si lo so… ma ci tieni alla ragazzina, e non dovresti. Conosci la sua famiglia, conosci il padre.”
“Mi ha dato l’autorizzazione. Non mi accadrà niente.” Disse risentito.
“Lei è innamorata di un altro. E a differenza tua, lui è vivo e vegeto.”
“Non tornerà mai con questo, lo sappiamo entrambi come finiscono queste storie d’amore.  Tua cugina e Do-yoon sono stati la prova.” Disse con rabbia Chung-hee guardandolo per un attimo di sbieco.
“Proprio non vuoi capire, cazzo tu e Do-yoon siete simili.” Sbuffò Hae-eun “Sempre pronti a rincorrere le principesse chiuse in una torre, ti rovinerai a stare con lei.”
Chung-hee si voltò a guardarlo del tutto, assottigliando gli occhi.
“Non ho poi molto da perdere, non credi?” disse con aria di sufficienza.  
“Ah no? Hai un cazzo di vita. Invece hai deciso di correre dietro a quella ragazzina, solo perché cosa? Ti fa tenerezza?” disse con tono sprezzante.
“Sbaglio o sei anche tu immischiato in tutto questo?” chiese pungente, sapendo che lui c’entrasse qualcosa con tutto ciò che riguardasse Isabel.  
“Io non ci rimetterò un bel niente. Non sono invischiato come stai facendo tu. Continuo a non capire il perché di questo” lo aggredì Hae-eun.
“Lo stesso che spinge te a manovrare i fili, me l’ha chiesto Do-yoon.”
“Giusto qualunque cosa lui chiedeva, dovevamo accettarla. Do-yoon è morto. Non gli dobbiamo niente a nostro discapito.”  Disse con rancore il ragazzo.
“Hae-eun non è il luogo di discutere.” Provò a tagliare corto la discussione Chung-hee.
“Lasciala.  Non tocca a te prenderti cura di lei. Non è compito tuo. Ti affezionerai sempre di più, e se mai lei dovesse riuscire a tornare da quel ragazzo, ti lascerà con il cuore spezzato.”
“Ti ho detto che non accadrà.”
“Cazzo, accadrà, perché lui non lascerà correre, se la riprenderà, no ora, ma accadrà. Lei ti lascerà, anche se questo dovesse accadere fra una ventina di anni.”
“Hae-eun ti ho detto che non sono affari tuoi, ci penso io a me stesso”
“Certo, come hai fatto scappandotene in America, lasciandoci tutti. Hai pensato a te stesso. Così come ha fatto Do-yoon suicidandosi.” Disse con risentimento, scuotendo il capo, con disapprovazione.
“La vita è mia, come quella di Do-yoon era sua, scelta sua.”
“Ah giusto tu ci capisci di queste cose no? Ti sei suicidato anche tu andandotene.”
“Sei ancora arrabbiato con me? Non riuscivo a rimanere qui. Non volevo più stare qui. Tutto, dannatamente tutto mi ricordava lei. Non puoi capire.”
“Giusto, io non posso capire, cosa ne so io d’amore.” Sbuffò innervosito Hae-eun.
“Non fare così.” Disse innervosito a sua volta Chung-hee.
“Pubblicherò le foto. Vado via. Io la mia parte l’ho fatta.” Disse Hae-eun per poi dare un colpo di spalle a Chung-hee.
“Hae-eun?” chiamò bloccandoli il braccio, il ragazzo si voltò a guardarlo scuotendo il capo.
“Cosa?” chiese con rabbia.
“Chi è questo lui?” chiese schietto.
“Ah…. E poi dici che non t’innamorerai di nuovo. Ci perderai la testa con quella. Non te lo dico. Scoprilo da solo.” E con uno scossone fece in modo che Chung-hee lasciò la presa e si allontanò da lui con passo veloce.

30 APRILE MATTINA
Hae-eun si trovava nel suo studio, tra le mani le varie foto del party aziendale fatte da alcuni fotografi, in special modo quelle fatte dal suo fidato fotografo, che a quei tipi di eventi aveva l’obbligo di seguire Isabel Kim.
Secondo Chin-hae era il caso di pubblicare di Isabel e Chung-hee.
Sbuffò innervosito, non era per niente d’accordo con quel piano, pensava che Chung-hee si sarebbe solo rovinato insieme a quella ragazza.
Se solo tutti lo avessero ascoltato, sarebbero successi meno disastri nella loro vite.
Prese l’altra foto in mano, guardando confuso, e prevedendo altre problematiche in vista.
Prese il telefono e compose il numero.
“Salve, Bang si-hyuk, sono Hae-eun” disse al telefono.
“Mio caro ragazzo a cosa devo il piacere” rispose con gentilezza Hit-man.
“Volevo darle aggiornamenti, Isabel si è presentata al party aziendale con un compagno, dovremmo far uscire le foto su una possibile relazione”
“Mi stai chiedendo un consiglio di nuovo?” chiese riluttante.
“Volevo chiederle se per le andasse bene, dato l’ultima vicenda tra Yoongi e Isabel, di cui le avevo informato.”
“Ah… il loro incontro? Beh da quello che mi avevi riferito, la signorina Kim sta cercando di andare avanti. Forse è il caso che lo faccia anche Yoongi.” Disse serio.
“Pubblico allora, comunque ho altro, la vostra segretaria era al party” disse serio Hae-eun giocherellando con la foto tra le mani.
“Park Jisoo? Che faceva al party dell’azienda dei Kim?” chiese sconvolto.
“Non ho idea, ma ho un paio di foto, dove parla sia con Isabel che con il signor Kim, sinceramente sembravano intimi, la mano del signor Kim si è posata molte volte sulla vita della sua segretaria.”
“Sempre in cerca di un pesce più grosso da acchiappare… dovrei licenziarla?”
“Non credo sia il caso, vedremo come si evolveranno le cose, lei cerchi di tenere il ragazzo sempre al sicuro.”
“Come sempre, spero che si possa risolvere il tutto prima o poi” disse Hit-man.
“Forse, se la ragazzina si decidesse realmente ad andare avanti, avremmo una chance di  non vederli ammazzati”
“Si,  ma il rischio è alto? O il signor Kim si è calmato a riguardo?”
“Ha dato il suo consenso a questa nuova coppia. Direi che i ragazzi non sono più nel suo mirino.”
“Comprendo, appena ha altro mi chiami”
“Come sempre, vado a mandare in stampa l’articolo e dare il consenso alla notizia, al prossimo aggiornamento” disse Hae-eun chiudendo il telefono.
Guardò le foto, scettico, Chung-hee non si sarebbe dovuto immischiare, sperava in cuor suo che quella faccenda non finisse come quella di Do-yoon, che non era stata per niente semplice da gestire.
 
Angolo dell’autrice:
ZA za zammmmmmmm!
Sono riuscita a pubblicare a miracolo! Vi avverto in anticipo che probabilmente la settimana prossima non so se riuscirò a pubblicare. Questo Weekend non ci sarò e da lunedì probabilmente torno a lavorare… e io non ho il prossimo capitolo! Però troverò una soluzione appena capirò meglio il ritmo lavorativo.
Questo è uno di quei capitoli un po’ d’inizio… abbiamo chiuso con le hawaii..  vediamo che altri disastri succedono a Seul.
Isabel torna, parla con il padre e scopre di Chung-hee e che è già andato da lui. 
Non si può tornare indietro ormai. 
Piccolo siparietto con il mio zio preferito, e alcune spiegazioni sul passato di Do-yoon... torna sempre è un mio punto fisso! 
Ed ecco il party che io tanto aspettavo! 
E come ospite d'onore abbiamo LA SEGRETARIA! 
Park Jisoo ha divorziato ed eccola affianco dell'uomo più odiabile di questa fanfiction… si, io lo so da quando l’ho inserita ma dettagli ^_^
Altra chiacchierata di quel che resta della vecchia banda Chun-hee VS Aeu-eun eeeeeh Spero un giorno di avere un'illuminazione e buttare tutto per i iscritto la loro generazione quanto mi piacerebbe! 
P.s. Bang hit man, lui sa sempre tutto e vede tutto, e viene informato da tutto! 
Ci si legge appena posso! 

 
   
 
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