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Autore: The Black Sun    06/01/2023    2 recensioni
Si sa, all'Epifania i bambini buoni si prendono il cioccolato, quelli cattivi il carbone.
Non possono esserci dubbi su quale sia l'opzione preferibile, vero?
Genere: Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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                                                                   LA MAGIA DELLE FESTE


Katya si svegliò già pimpante come un grillo, eccitatissima. I suoi compagni erano emozionati a quel modo a Natale, ma lei preferiva di gran lunga la Befana, anche se significava la fine delle vacanze. Sì, si tornava a scuola, ma c’era il cioccolato. Lei lo adorava, l’avrebbe mangiato tutti i giorni a colazione, pranzo e cena, per questo le sue feste preferite erano la Befana e la Pasqua.
Percorse il corridoio e trovò la mamma in cucina seduta al tavolo.
“Oh, ti sei già alzata?” commentò la donna, pensando a quanto fosse difficile, per usare un eufemismo, buttarla giù dal letto per andare a scuola.
Katya non le rispose. La sua attenzione venne subito catturata da una bellissima calza rosa appesa alla finestra. La raggiunse e la aprì con gli occhi dilatati dalla gioia. C’era di tutto: cioccolatini, tavolette e barrette di ogni forma e dimensione. Prese subito un ovetto e cominciò a scartarlo.
“Bene, vediamo la sorpresa.” fece la mamma, avvicinandosi. Katya alzò gli occhi al cielo: a volte sembrava più piccola di lei. Gliela porse subito, non le interessava cosa ci fosse dentro, ovviamente, e si infilò un enorme pezzo di cioccolato in bocca.
La donna ci mise un po’ a capire cosa fosse, poi sorrise.
“Toh! Una renna. Dove sono le istruzioni? Ah, eccole, meno male. Queste robette sono più difficili da montare di un mobile IKEA.”
Pochi secondi dopo i pezzi della renna erano abbandonati a terra insieme alla carta dell’ovetto. A terra c’era anche Katya, in preda alle convulsioni, con la madre che urlava.








                                                                                              *




Quell’anno non l’avrebbe fregato, si disse Daniel, mentre ispezionava la casa. Sua madre, come al solito, gli aveva nascosto la calza dopo avergliela fatta vedere di sfuggita quella mattina.
“Altrimenti mangerai tutto il cioccolato subito. Sceglierò io cosa portarti giorno per giorno.”
Dopo aver guardato ovunque, Daniel capì che c’era solo un posto dove non era entrato, ossia la camera dei suoi genitori. Deglutì esitante, perché era proibito l’ingresso a qualunque persona che non fossero loro, ma poi si fece coraggio e si disse che dopotutto loro non erano ancora arrivati. Aveva ancora tempo.
Aprì cautamente la porta e si diresse verso il comodino, doveva stare attento a non creare troppo disordine o se ne sarebbero accorti. Aprì il cassetto, spostò alcuni indumenti e si bloccò sorridendo.
Bingo! L’aveva trovata!


La mamma di Daniel parcheggiò davanti a casa, in preda ad una crisi isterica. Aveva dovuto aspettare mezz’ora, mezz’ora al banco degli affettati. Quasi quasi mando una lettera a Putin dicendo che i nostri nazionalisti maltrattano la minoranza russa, pensò. C’era troppa gente al mondo, non era tollerabile una cosa del genere, ci sarebbe voluta una bella guerra.
Non era certo una bella cosa da immaginare, ma Natale era passato, in fondo.
Scese dall’auto e aprì il baule, tirando fuori le due borse strapiene, quando la porta si aprì ed uscì suo figlio.
“Oh, ma cosa ci fai fuori senza giubbotto? Va bé, già che sei qui aiutami.”
La risposta fu un fiotto nero vomitato dalla bocca del bimbo che finì a macchiare il vialetto.




                                                                                                              *




Sono almeno dieci i bambini morti e almeno altri venti risultano ricoverati in ospedale in condizioni critiche. È questo il tragico bilancio di quello che pare essere un avvelenamento di massa. La polizia ritiene che la sostanza fosse nel cioccolato, visto che tutte le vittime avevano comprato una calza della stessa azienda. Al momento non si hanno notizie del tipo di veleno utilizzato né se si sia trattato di un incidente o di qualcosa di più sinistro. Le indagini sono appena cominciate.




                                                                                                            *



La donna bevve un altro sorso di champagne. Davanti a lei il Polo Sud si estendeva freddo e bianco, quasi noioso nella sua compattezza cromatica. Si era divertita quell’anno, aveva voluto strafare: quegli sciocchi umani pensavano che la punizione per le loro malefatte fosse il carbone. Che risate! Che razza di punizione era, un po’ di carbone nella calza? Di solito si accontentava di un bimbo solo, ma quella volta si era sentita particolarmente in forma, del resto lei era vista come una specie di vecchiaccia cattiva a differenza di quello là al Nord, considerato un tenero pacioccone. Bé, perché non comportarsi come tale, dunque?
Sorrise. Come dicevano gli umani? L’Epifania, che tutte le vite si porta via.
Auguri!
   
 
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