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Autore: evil 65    06/01/2023    4 recensioni
La guerra per il destino della Terra di Mezzo è cominciata.
A vent’anni dalla creazione dei primi Anelli, Sauron ha dato il via ad una guerra di logoramento contro il popolo degli Elfi, distruggendo Eregiorn e costringendoli a rintanarsi nelle regioni del Lindon.
Malgrado i suoi migliori sforzi, Galadriel non riesce a contrastare l’ondata di morte che ha colpito il Regno. Tutto sembra ormai perduto… almeno fino a quando l’Oscuro Signore in persona non le propone un insolito accordo…
(Post Gli Anelli del Potere – Episodio 8)
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Galadriel, Sauron
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccovi un nuovissimo capitolo! Vi auguro una buona lettura.



Capitolo 8 – Come il fuoco di una fucina



Il caldo opprimente della Sala dei Banchetti lasciò il posto alla placida freschezza della notte. Galadriel si concesse un momento per assaporarla, mentre tentava di frenare il battito impazzito del proprio cuore.
A cosa stava pensando, in nome di Illùvatar? Era davvero fuggita da quella stanza… solo perché una donna aveva cercato di sedurre l’Oscuro Signore? A rigor di logica, il pensiero che Sauron potesse tradirla davanti a tutti avrebbe dovuto rincuorarla, dimostrandole una volta per tutte che non provava alcun tipo di amore o affetto per lei.
Allora… perché una simile vista era riuscita a turbarla a tal punto? Lei davvero non poteva spiegarselo. O forse sì, ma la probabile risposta ad un quesito tanto insidioso la riempiva di terrore e sgomento.
<< Perché sei scappata? >>
Il suono di quella voce la fece sussultare.
Si voltò di scatto… e lui era proprio lì, celato nelle ombre di una colonna, gli occhi analitici che dardeggiavano come fiaccole.
Deglutì, sentendosi improvvisamente piccola.
<< Te l’ho detto, avevo bisogno di una boccata d’aria >> disse, cercando di mantenere sotto controllo il proprio respiro. Quasi se ne fosse accorto, l’Oscuro Signore inarcò un sopracciglio.
<< Sei sicura? >> le chiese, mentre faceva un passo avanti << Vuoi che ti faccia portare qualcosa da bere? >>
Inconsciamente, la Nolde si tirò indietro, ma presto scoprì che un muro le bloccava ogni via di fuga.
<< La tua preoccupazione non è né apprezzata né richiesta. Perché non te ne torni da quella giovane donna con cui stavi parlando? Sembravate molto affiatati l’uno con l’altra. >>
Gli occhi di Sauron si spalancarono in genuina sorpresa, e ancora una volta Galadriel non potè fare a meno di sovrapporre il volto del Maia a quello del suo vecchio amico mortale, sebbene tutto ciò che li distinguesse fossero i capelli più lunghi e il giallo dorato che ogni tanto lampeggiava nelle sue pupille.
Poi, con sua grande costernazione, l’Oscuro Signore scoppiò in una fragorosa risata, portandosi una mano al ventre.
Galadriel si sentì bruciare la punta delle orecchie.
<< Cosa c’è di così divertente? >> sbottò, fissandolo ferocemente.
Sauron smise di ridere e prese un paio di respiri calmanti. Poi, la indicò e disse:  << Oh, per tutti i Valar… tu sei gelosa! >>
La mente dell’Elfa divenne una tabula rasa. Sentì le guance tingersi di un rosso intenso, mentre il suo cervello contemplava finalmente le parole del Nemico.
<< Come ti permetti anche solo di presumere una cosa del genere?! >> sibilò, mentre il cristallo di Nenya cominciava a illuminarsi.
Incurante della minaccia implicita, Sauron compì un ulteriore passo verso di lei.
<< Non solo lo presumo, ma ne sono convinto >> disse, le labbra arricciate in quel suo sorriso da lupo.
Galadriel scosse la testa. << Vedo che la tua mente è ancora più contorta di quanto pensassi. Serpente! Villano! >>
<< Non ho ancora sentito un “no”. >>
<< Perché le tue supposizioni non meritano alcuna considerazione! >> ribattè l’Elfa, mentre si voltava con tutta l’intenzione di troncare quella conversazione sul nascere. Tuttavia, prima che potesse compiere anche un solo passo, si sentì afferrare il braccio da una presa familiare.
<< Eppure, mi sembri abbastanza irata >> commentò Sauron, visibilmente divertito dalle sue azioni << Anche se non comprendo il perché. Sai bene che ho occhi solo per te, mia regina. >>
La Nolde assottigliò lo sguardo.
<< Ti ho già detto che non m’importa >> gli ringhiò, cercando di divincolarsi << Per quanto mi riguarda, potresti infilarti in una tana del piacere e non verserei una sola lacrima. Ciò che decidi di fare con il tuo corpo non è affar mio. >>
L’Oscuro Signore rimase in silenzio, limitandosi a fissarla per quello che le sembrò un tempo fin troppo lungo. Poi, sorrise in modo vittorioso, come se avesse scorto qualcosa nel suo animo che nemmeno lei riusciva a individuare.
<< Ora chi è l’ingannatore? >> domandò retoricamente << Hai forse deciso di rubarmi il titolo? Suppongo che sia un obbiettivo degno della mia consorte. >>
La Nolde porse il viso in avanti, le labbra arricciate in un ringhio. Come osava anche solo paragonarli?
<< Ogni parola che esce dalla tua bocca è una menzogna >> sputò << Non fingere altrimenti, sembreresti solo ridicolo. >>
Una cupa ombra sembrò calare sul volto del Maia, rapidamente sostituita da quel suo ghigno insopportabile.
<< Sei davvero turbata >> commentò pensieroso << Forse ho sottovalutato l’affetto che nutri per queste sembianze. >>
Il cuore dell’Elfa mancò un battito.
<< Per te non nutro altro che odio >> sbuffò, sentendosi come un topo messo all’angolo.
Uno strano luccichio balenò negli occhi del Maia, mentre egli si porgeva in avanti.
<< Secondo me ti sbagli >> le sussurrò sul viso. E prima che l’Elfa potesse controbattere con un commento pungente, le dita dell’Oscuro Signore le afferrarono il volto.
<< Cosa stai-…uhm?! >>
Qualcosa premette contro le sue labbra. Qualcosa di caldo… come il fuoco scoppiettante di una fucina, fu il primo, istintivo paragone che le venne in mente. Eppure, ella non ne fu bruciata.
Il calore si diffuse dentro di lei, attraversando il suo corpo come una scossa, toccandole l’animo. E per un brevissimo istante, le sembrò di essere tornata sulle colline di Valinor, ove la luce dei Grandi Alberi era così pura e viva. 
Quando sentì il distinto odore di fumo e cenere, capì che quella non era affatto la grazia di Illùvatar… ma quella di un Maia, poiché l’Oscuro Signore Sauron la stava baciando. E quando quel pensiero la raggiunse, udì uno strano suono fuoriuscirle dalle labbra, e allora il suo corpo premette inconsciamente contro quello del Nemico.
Poi… tutto cessò. Sauron si tirò indietro, e le sorrise in un modo fin troppo compiaciuto.
<< Quello era un gemito… >>
Uno schioccò risuonò nell’oscurità dei giardini. Il volto dell’Oscuro Signore rimase completamente immobile, mentre la mano di Galadriel incontrava la sua guancia.
<< Ahi >> borbottò impassibile, come se non lo avesse neppure sentito. E notando che sul viso del Maia non era rimasta nemmeno un’impronta arrossata, la Nolde intuì che probabilmente era proprio così.
Deglutì nervosamente. Respirava a fatica, un calore familiare aveva cominciato a diffondersi nel suo petto… e si sentiva come se il cuore le sarebbe scoppiato da un momento all’altro. E quando Sauron fece strusciare delicatamente le dita tra i suoi zigomi, ecco che il mondo attorno a lei divenne una patina raggelante.
Distolse lo sguardo dagli occhi infuocati del Maia.
<< Smettila >> sussurrò, più implorante di quanto avrebbe voluto. E con sua grande sorpresa, l’Oscuro Signore allontanò la mano, e lei si sentì finalmente in grado di respirare di nuovo.
<< Lasciami andare >> continuò, stancamente << Adesso. >>
Lo sentì esitare, e per un attimo temette che sarebbero rimasti in quella posizione per tutta la notte. Invece, il Maia allontanò la mano e compì alcuni passi indietro.
<< Come la mia signora desidera >> disse, per poi offrirle una reverenza. Fatto questo, la sua alta figura scomparve tra le ombre, come se fosse parte della notte stessa.
Di lui, restarono solo il profumo di fuoco e cenere… e la sensazione di calore sulle labbra di Galadriel.

                                                                                          * * *

Quella notte, Galadriel si addormentò con il ricordo di suo marito. Sperava che, così facendo, sarebbe riuscita a dimenticare l’empia tentazione a cui era stata sottoposta.
Perché per quanto il bacio dell’Oscuro Signore l’avesse turbata… niente avrebbe potuto prepararla a ciò che un simile gesto aveva rivelato: che lei avrebbe voluto rispondere, abbandonandosi al piacere provato in quei brevi istanti.
Fece pressione sui suoi scudi mentali, sperando con tutta se stessa che il Maia non avrebbe colto i pensieri superficiali che volteggiavano nei suoi sogni. Poi, diede vita ad un paesaggio onirico e modellò sui suoi ricordi la figura dell’amato marito.
Egli apparve di fronte a lei in un turbinio di foglie, portando con sé l’odore del bosco e della terra bagnata. A questo, seguì una sensazione di piacevole calma, poiché la Nolde si sentiva finalmente a casa.
<< Celeborn >> sussurrò, incapace di trattenere le lacrime che cominciarono a scivolarle dagli occhi.
Il marito le sorrise dolcemente.
<< Galadriel >> la salutò, allungando una mano e accarezzandole l’esile volto << Sei tornata da me. >>
<< Sì… >> disse la Nolde, lasciandosi cullare dal suo tocco.
Inclinò la testa verso di lui, beandosi delle sue labbra. Erano diverse da come le ricordava, ma forse era passato fin troppo tempo dal giorno in cui le aveva assaporate.
Fu quello il suo primo pensiero… che mutò nell’istante in cui un odore familiare di cenere e fiamme le invase le narici.
Tirò subito indietro il viso. E quando aprì gli occhi, si ritrovò a fissare in un paio di braci ardenti come il sole stesso.
<< Mia regina >> le sussurro Halbrand… no… Sauron, cingendola per la vita. Ma questa volta, la Nolde non lo respinse, ne tentò di scappare, mentre la bocca dell’Oscuro Signore si chiudeva sulla sua.
Sentì il corpo bruciare del suo calore indomito, le dita che scivolavano sotto i suoi vestiti, saggiandone la pelle…
e allora si svegliò con un sussulto.
Con il corpo madido di sudore, si portò una mano al petto, più spaventata di quanto non fosse mai stata dall’inizio di quel crudele accordo. E per la prima volta da quando aveva accettato la mano di Sauron l’Aborrito… capì che forse aveva commesso un terribile errore.

                                                                                            * * *

Il giorno dopo, cercò di non mostrare segni di stanchezza.
Sentiva il suo sguardo su di lei, come se stesse cercando di leggerle dentro, di capire quali pensieri e sensazioni avevano provocato quel bacio. E per quanto la Nolde cercasse di mantenere la sua espressione illeggibile, era sicura che – in qualche modo – l’Oscuro Signore fosse perfettamente consapevole del turbamento in cui era sprofondata la sua mente.
Tuttavia, non mostrò alcun segno di compiacenza, invece la condusse fino all’uscita del palazzo, ove Re Khamûl li stava già aspettando con i loro destrieri.
<< Vi ringrazio per la vostra ospitalità, Re Khamûl >> disse Sauron, offrendo al sovrano un inchino cortese << Che questo sia l’inizio di un’amicizia prospera e duratura per i nostri regni. >>
<< Qualcosa che ci auguriamo entrambi >> ribattè l’uomo, lampeggiando un sorriso tutto denti << E naturalmente, non vedo l’ora di poter mirare di persona ciò che Mordor ha da offrire. Siate sicuri che tratterò il vostro regalo come fosse il più grande dei tesori. >>
Quell’ultima affermazione catturò l’attenzione della Nolde.
A che genere di regalo si stava riferendo? Forse i campioni a cui Sauron aveva accennato durante il banchetto? Oppure… qualcosa di molto più sinistro? Dopotutto, conosceva ormai molto bene la portata che i doni dell’Oscuro Signore potevano avere su coloro che volevano beneficiarne.
Mentre rifletteva su questo, Khamûl si rivolse a lei.
<< Lady Galadriel… >> disse con voce molto più suadente << Guarderò al giorno in cui potrò mirare ancora una volta la vostra bellezza. Vi auguro un viaggio piacevole e privo di pericoli. >>
L’Elfa rispose con un semplice cenno della testa, poi salì sull’amata giumenta e lasciò che il suo nitrire familiare le concedesse un attimo di sollievo.
Quando Sauron balzò in groppa al nero destriero e cominciò a galoppare verso i cancelli del regno, ella gli fu subito dietro, scrutandolo con la coda dell’occhio.
<< Che cos’hai gli hai dato? >> domandò a metà tragitto, incapace di trattenere ulteriormente la propria curiosità.
Sauron le lanciò un sorriso laterale.
<< Solo un piccolo incentivo >> rispose, scrollando le spalle << Un regalo in buona fede, per i tempi avvenire. >>
E per ragioni ancora sconosciute all’Elfa, quelle parole furono sufficienti per inviarle un freddo brivido lungo la schiena.



 

Chissà di che tipo di dono si tratta…
Le cose iniziano a farsi sempre più piccanti per i nostri sposini, mentre Sauron alza il tiro e Galadriel cerca con tutte le sue forze di ricordarsi che questo ragazzo è uno psicopatico megalomane con tendenze tiranniche. Ma quanto ancora potrà resistere senza un po’ di aiuto? Lo scopriremo nei prossimi capitoli! Che verranno pubblicati ad alternanza, poiché sto per cominciare un nuovo lavoro che mi terrà ancora più impegnato.
  
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